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LA PRINCIPESSA DELLA GALASSIA
E LA SUA INVINCIBILE GUERRIERA
Seconda parte


Riassunto: Continua dalla prima parte: Maria scopre che Michael la ama ancora attraverso un trucco che lei e Liz avevano elaborato. Intanto entrambe hanno delle visioni strane che le colgono di sorpresa e le lasciano incredule. Maria capisce che dovrebbe cercare la Principessa ma non sa dove trovarla. Intanto Max propone a Liz di fare un viaggio di nozze e lei accetta. La Creatura, dopo aver visto partire i due Reali, và al castello e riesce a carpire a Tess dove sono andati a finire. Frattanto Alex viene a conoscenza della ragione per cui Max ha sposato Alisa e informa Isabel del segreto di Liz e Maria. Michael invece invita Marsia ad accompagnarlo in città ma proprio durante la cena lei riacquista le sue sembianze e Michael può finalmente vedere la sua amata. Ma dall’altra parte anche per Liz è arrivato il momento della verità.

Data creazione: 28/12/2001 - 25/02/2002

Valutazione contenuto: per tutti.

La mia e-mail: acquachiara84@hotmail.com

Disclaimer: tutti i diritti dei personaggi appartengono alla WB esclusi Christa, gli alieni nemici, gli alieni bellissimi, la Creatura venuti fuori dalla fantasia dell’autrice. Il racconto è proprietà del sito Roswell.it.

Nota dell'autrice: finalmente sono riuscita a concludere la seconda parte e si sono più o meno risolti i problemi riguardanti le identità. Mi scuso ma ci sarà una terza parte… credevo che sarei riuscita a farci stare tutto ma devo ammettere che c’era troppo da raccontare. Spero che vi piaccia anche questa seconda parte. Ringrazio ancora una volta tutte le persone che mi hanno scritto chiedendomi di proseguire e soprattutto Antonio Genna per aver creato questo splendido sito. Alla prossima parte.
Per comprendere meglio la storia fino a qui è utile che si sia letto "Viaggio nel Tempo", "Holy" e "Piramide di Luce", "Conseguenze di una Guerra Interstellare" e ovviamente aver seguito la serie di Roswell.


PERSONAGGI PRINCIPALI

  • Liz Parker: terrestre in possesso di una pietra miracolosa che le permette di fare molte cose impossibile a molti esseri umani normali. Adesso si trova su Antar con il falso nome di Alisa intenzionata a riprendere la storia con Max Evans. Anni: 25.

  • Maria DeLuca: terrestre, amica del cuore di Liz, anche lei si trova su Antar sperando di poter tornare assieme a Michael. Si scopre avere qualche potere soprannaturale e Alex comincia a sospettare che anche lei sia per un poco aliena. Anni: 26.

  • Kyle Valenti: terrestre rimasto a Roswell dopo la partenza di Liz, Maria e Alex per Antar mantiene i contatti con Antar attraverso Isabel informandola riguardo agli sviluppi. Anni: 26.

  • Alex Whitman: terrestre andato su Antar assieme a Liz e Maria è il primo a rincontrarsi con Isabel, Michael, Max e Tess. Spera di scoprire che cosa sia successo nel frangente in cui non si erano visti. Anni: 26.

  • Max Evans: alieno con poteri non molto chiari che è tornato insieme agli altri quattro su Antar. Re originario del pianeta decide di sposare Alisa a causa di quello che aveva scoperto su Liz. Nome su Antar: Zan. Anni: 27.

  • Michael Guerin: alieno con poteri offensivi, reincarnazione del fidanzato di Isabel, è su Antar a capo di un laboratorio spaziale mantiene contatti con i gregoriam che precedentemente lo avevano aiutato nella guerra interstellare. Nome su Antar: Rath. Anni: 26.

  • Isabel Evans: aliena, sorella di Max, principessa di Antar, ha il potere della telepatia. Subisce un lavaggio del cervello da parte di Tess. Nome su Antar: Vilandra (Lonnie). Anni: 25-26.

  • Tess Harding: aliena, reincarnazione della moglie del re di Antar, è capace di entrare nella mente altrui e di creare delle illusioni. Ora ha acquistato anche il potere di manipolare i ricordi della mente. Nome su Antar: Ava. Anni: 25.

PICCOLO VOCABOLARIO

Fonsagh: città in cui sorge il palazzo d’argento centro del potere di Antar.
Cristalli: moneta di Antar.
Oro di giada: particolare tipo d’oro color verde.
Lanì: pietra d’Antar color rosso e viola.
Tagart: città in cui ha sede la base aerospaziale.
Liomede: la luna di Antar.
Naggar: città marittima di Antar non molto lontana da Fonsagh.


Il Piano di Liz e Maria

Liz sentì bussare alla porta e si schiacciò il cuscino sulla testa. Il battere si fece più insistente e la ragazza si decise ad aprire gli occhi e a mettere a fuoco la stanza. Per un momento non riuscì a capire dove si trovasse lasciandosi prendere dal panico. Bussarono per la terza volta alla porta e in testa a Liz si formarono le scene del matrimonio avvenute il giorno prima. Il cuore perse un colpo.
Allungò velocemente una mano sul comodino e prese il chip di Alex indossandolo il più in fretta che poté e si sedette sul letto - Chi è?
- Sono Vilandra, mia regina. Volevo solamente avvisarvi che oggi vostro marito e Rath non saranno a palazzo per tutto il giorno a causa di affari di stato. Usciranno fra circa un’ora e mio fratello Zan ha domandato se avete voglia di andare con lui ad ascoltare…
Liz si prese la testa fra le mani indecisa sul da farsi - Non saprei…
- Altrimenti ho proposto che potrei accompagnarvi per il palazzo mostrandovelo. Presuppongo che per il primo giorno dopo le vostre nozze vorrete stare tranquilla. Decidete pure con calma. Fra un po’ una cameriera verrà a portarvi la colazione.
- Grazie, Vilandra. Ve lo farò sapere al più presto - rispose Liz alzandosi in piedi e pensando a cosa sarebbe stato meglio per lei. Forse era più utile che conoscesse il palazzo mentre degli affari di stato se ne sarebbe potuta occupare in seguito. Prima o poi si sarebbe dovuta confrontare con Max e perciò avrebbe anche potuto chiedergli qualcosa della politica. Era regina da un giorno… non si poteva pretendere tutto e subito da lei.
Un momento dopo la cameriera bussò alla porta della sua camera ed entrò per darle la colazione. Liz mangiò svogliatamente. La sera prima lei e Maria, dopo che Alex se ne era andato, avevano mangiato troppo e adesso si sentiva pesante. A malapena riusciva a mangiare qualcosa.
Dopo che ebbe finito la colazione stava per vestirsi e bussarono alla sua porta.
- Chi è?
- Sono Maria. Liz fammi entrare prima che mi scoprano! - esclamò l’amica.
- E’ aperto… - Liz si infilò un vestito azzurro trovato all’interno dell’armadio - Come sto?
Maria la squadrò - Mi sembri un’aliena!
- Spiritosa… è sorto un problema. Prima Isabel è venuta a chiedermi se voglio visitare il palazzo oppure andare con Max e Michael che devono sbrigare un qualche affare politico. Pensavo di rimanere qui… ma non sono sicura di fare la scelta giusta…
Maria si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Riusciva a intravedere la vita piena della città che si stendeva sotto di loro, oltre il giardino. All’improvviso le corse un brivido lungo la schiena eppure non aveva freddo. Il suo sguardo si fissò su un alieno che guardava verso il palazzo, non molto lontano dai cancelli aperti al pubblico. Non capiva perché ma le sembrava che avesse qualcosa di strano.
- Maria? - la chiamò Liz.
L’amica alzò le spalle - E se andassi io con Max e Michael? Ovviamente se a loro va bene. Potrei giustificarmi che tu vuoi andare ma temi che il tuo malessere di ieri sera possa tornarti fuori oggi. Intanto io potrò stare accanto a Michael, convincerlo della mia innocenza e cercare di capire perché Max ha chiesto ad Alisa e non a Liz di sposarlo. Inoltre una regina è giusto che sappia delle questioni di Stato come queste… no?
Liz annuì dubbiosa - Ma come farai con Michael? Non puoi andare lì da lui e dirgli: Ciao, sono qua! E non puoi chiedere a Max perché mi ha sposato. Potrebbe sospettare qualcosa alla fine.
- E allora cosa proponi di fare? Io non sono sorda…
- Potresti fingere di esserlo… magari si potrebbero lasciar scappare qualcosa - spiegò Liz cominciando a camminare qua e là per la stanza.
Maria scosse la testa - E come posso ascoltare la conferenza o quello che è se fingo di essere sorda? Non ci crederanno mai!
Liz si voltò e la fissò sorridendo. Mise l’indice sulle labbra battendoci sopra un paio di volte.
Maria strinse gli occhi perplessa e poi capì - Devo fingere di leggere sulle labbra! Ottima idea. Bene… quando si parte?
- Appena ti avrò trasformato in un aliena. Con ovviamente il cappuccio sul viso altrimenti si chiederanno dov’è finita la leggenda…
- Detesterò i cappucci per il resto della mia vita! Non potevi inventarti che avevi una brutta malattia sulla faccia e dovevi nasconderla attraverso il cappuccio? In questo modo non avrei avuto bisogno di andare in giro sempre col cappuccio anche se mi tocca avere altre sembianze… Però, sono un’aliena carina. Magari Michael si innamorerà di me anche con queste sembianze. Che mi dici? - Maria si osservò allo specchio una volta che Liz l’ebbe trasformata.
- Michael amerà solamente Maria. Per ora però dobbiamo essere prudenti e non farci scoprire. Al momento giusto tu e Michael vi rincontrerete… - affermò Liz sistemandole il cappuccio.
- E quando sarà il momento giusto? - domandò Maria girandosi su stessa per vedere il risultato.
Liz scosse la testa - Non lo so ma non credo sia ancora arrivato il momento.

Sensazioni

Max e Michael stavano nell’atrio chiedendosi dove fossero la regina e sua sorella. Una cameriera era andata ad avvisarli che la regina sarebbe rimasta a palazzo perché non si sentiva ancora particolarmente bene ma al suo posto sarebbe andata la sorella.
I due ragazzi ancora non conoscevano la sorella di Alisa, Marsia. L’avevano solamente vista di sfuggita al compleanno di Isabel, sempre appiccicata alla neoregina, e al matrimonio era sempre stata in un angolo. Aveva parlato molto poco e quando l’aveva fatto la voce era risultata stranamente bassa.
- Tu credi che sia una buona idea permettere a una ragazzina di venire con noi? - domandò Michael infilandosi le mani in tasca.
- Anche Alisa in fin dei conti lo è… Ma credo che siano mature abbastanza per una cosa del genere. E’ una strana sensazione che provo quando sono loro a fianco. Come se le conoscessi da tempo immemorabile. Forse ci siamo già incontrati nella vita precedente con aspetti diversi e perciò non ci ricordiamo nulla gli uni degli altri. Non ti è capitato? Non hai avuto questa impressione di fronte a loro?
Michael scosse la testa e cominciò a muoversi nervosamente. In effetti aveva sentito qualcosa in loro presenza ma non capiva se era nostalgia, familiarità o cose simili. Camminò nell’atrio guardandosi attorno nonostante ormai lo conoscesse a memoria. Molto tempo fa ci aveva camminato lo stesso Rath con l’aspetto alieno. Adesso era solamente un ibrido, mezzo uomo e mezzo alieno. Non capiva a chi appartenesse di più. Non riusciva a spiegarsi se si sentiva di più umano o extraterrestre.
- Stanno arrivando! - lo richiamò Max.
Michael si girò verso le scale e notò la figura della regina. Bellissima in un vestito d’oro e i lunghi capelli viola raccolti in una strana ma originale acconciatura. Al suo fianco c’era la sorella incappucciata. Gli occhi di Michael si soffermarono su di lei rivolgendole piena attenzione per la prima volta da quando conosceva Alisa.
- Mio re, mio principe. Come vi è già stato riferito mia sorella Marsia verrà con voi. Vi prego di scusarla ma è sorda e per questo avrà difficoltà a capirvi…
Michael interruppe Liz - E’ sorda?! Allora come può venire a una conferenza dove per lo più parleranno?
- So leggere sulle labbra - affermò fievolmente Maria entrando nella parte.
Michael e Max annuirono. Il primo però aveva un’espressione strana sul viso e non si capiva se fosse convinto oppure completamente scettico al riguardo.
- Bene… credo sia ora di andare - disse Michael avviandosi verso l’uscita dove ci sarebbe stata l’auto spaziale ad aspettarli.
Marsia si voltò verso Liz che annuì. La ragazza seguì il principe e salì in auto.
Max era rimasto di fronte ad Alisa - Come stai?
Alisa sorrise - Molto meglio però credo che per qualche giorno ancora non sarò in forma. Spero comunque che per il prossimo viaggio d’affari sia in grado di accompagnarti.
Max annuì - Però prima dovremmo discutere del Viaggio di Nozze.
Liz alzò i suoi occhi su di lui sperando che non gli sembrassero impauriti ma solamente sorpresi - Viaggio di Nozze?
- Beh… ci siamo sposati e io avrei anche bisogno di staccarmi un po’ da qui. Che ne dici se ne riparliamo al mio ritorno? - domandò Max avvicinandosi.
Alisa non sapeva cosa dire - Sì, va bene - era solamente per parlare di un Viaggio di Nozze.
Max le prese il viso tra le mani e appoggiò le sue labbra su quelle di lei. Liz, con il cuore che le batteva a mille e il desiderio di rivelargli chi era, rimase quasi immobile partecipando solo leggermente a quel gesto. Aveva paura che lui capisse se solo avesse reagito nello stesso modo in cui le succedeva sempre quando loro due stavano vicini.
Max si allontanò da lei con sul viso un’evidente delusione e amarezza e sembrava che negli occhi avesse ancora dei ricordi da dimenticare ma che per lui erano stati talmente belli da essere incancellabili.
Una volta che anche Max fu salito sull’auto Liz si sfiorò le labbra - Max, che cosa è mai successo? Perché mi vuoi dimenticare?

Vai Michael!

Maria stava a guardare fuori dal finestrino il paesaggio che velocemente scorreva davanti ai suoi occhi. Era seduta sul sedile posteriore a fianco di Michael e ascoltava passivamente i discorsi. Continuavano a esaminare progetti ed economia. La ragazza si chiedeva se finalmente si fossero decisi a discutere di quello per cui si trovava lì. Sapeva che Michael credeva che lei fosse incinta, ma… bisognava capire se sarebbe stato disposto ad accettarla lì con lui se fosse riapparsa senza un filo di arrotondamento. Infine c’era la necessità di capire il perché Max si fosse sposato con un’aliena cercando di dimenticare Liz.
I due ragazzi erano completamente fuori dalla sua visuale e sperava che credessero di poter parlare senza che lei capisse quello che dicessero. Perciò tentava in tutti i modi di farglielo capire a volte anche sbuffando per attirare l’attenzione su di lei.
Max e Michael tacquero. Maria poteva sentire la tensione che c’era fra i due. Michael finalmente si decise a prendere nuovamente la parola.
- Come stai Max? - domandò l’alieno - Non mi sembri uno sposino felice.
- Alisa è fredda con me e non ne comprendo il motivo. E’ diverso dal rapporto che avevo con Liz… - Max si prese la testa fra le mani.
Michael appoggiò la testa al finestrino - Non puoi pretendere che ti ami come ti amava Liz. Del resto non ti conosce per niente… e non hai nemmeno il suo stesso aspetto. Forse le ci vuole del tempo per abituarsi a te, non credi?
Max annuì - E tu invece come stai? Ti è passata la rabbia?
- Non ancora… Non credevo che sarebbe potuto succedere, sai? Pensavo che Maria mi avrebbe aspettato. Nonostante tutto io sarei tornato da lei. Avrebbe dovuto saperlo e invece… - Michael si interruppe.
- Cosa faresti se te la ritrovassi nuovamente davanti? Come ti comporteresti nei suoi confronti? - chiese Max con un lieve sorriso sulle labbra.
Maria aguzzò le orecchie ma la risposta di Michael sembrava non arrivare.
La macchina si fermò davanti a un edificio fatto di vetri lucenti a specchio. Erano arrivati al contrario della risposta di Michael. Maria strinse le mani irritata e aspettò che le aprissero la portiera per scendere. Quando mise giù il primo piede sentì la voce del ragazzo.
- Non lo so… forse le sorriderei e le direi: Bentornata Maria, bentornata da me.
Maria sorrise soddisfatta e fece fatica a seguire i discorsi che si protrassero per tre ore consecutive. Se qualcuno avesse potuto vedere la sua espressione si sarebbe meravigliata di quel sorriso che non accennava a spegnersi.

La Creatura e La Donna

La Creatura, dopo aver prenotato ad una locanda, decise di andare a fare una visita al palazzo. Agli estranei, nei giorni normali in cui non erano previste feste, era permesso entrare solo nel giardino attorno al palazzo accuratamente sorvegliato da guardie reali.
Una volta sorpassato il cancello d’entrata si guardò bene attorno. Quel giorno c’era una strana concentrazione di guardie in un punto e socchiuse gli occhi per comprenderne il motivo. Poté individuare solo le sagome di un paio di figure all’interno del gruppo.
Si avvicinò indifferentemente fingendo poi di osservare un assortimento di fiori di vario colore. Scostando la testa quel poco riuscì a individuare un’alta figura bionda e al suo fianco un’aliena dai capelli viola. Non capiva il perché ma sembrava che attorno a quella donna ci fosse qualcosa di molto speciale.
Mosse qualche altro passo verso di loro e quasi riusciva a comprendere quello che stavano dicendo. A tratti sentiva la donna bionda illustrare qualche parte del giardino con una minuzia di particolari impressionante. Sembrava quasi un Cyborg che stesse ripetendo a memoria ciò che c’era da sapere. L’altra annuiva quasi distrattamente mentre i suoi occhi vagavano intorno come a voler coprire e memorizzare ogni più piccolo spazio e anfratto.
La Creatura osservò quegli occhi e per un momento gli sembrò di poter penetrare in essi e perdercisi dentro come se fossero vuoti. Sembrava che quegli occhi fossero solamente un guscio, una protezione dalla realtà nascondendo il loro vero aspetto. Quella donna emanava una forza particolare e intensa e la Creatura cominciò a capire… quella era la Principessa. Nascondeva il suo vero aspetto, quello in cui si era reincarnata, ma perché? Cosa c’era dietro a tutto questo?
Udì la voce della donna bionda - Regina… è ora di rientrare a palazzo per mostrarvi le cucine e gli alloggi della servitù per completare il nostro giro.
Li osservò allontanarsi con interesse e si voltò senza accorgersi che proprio in quel momento gli occhi di Alisa si posarono su di lui e un’ombra scura le passò sul volto scomparendo così improvvisamente com’era arrivata.
- Così quella è la Principessa… ora bisogna solamente avvicinarla e portarla dalla nostra parte. Questa volta non falliremo! - le sue labbra si incurvarono in un sorriso strano, quasi irreale.

Il Sogno

Era pomeriggio inoltrato, un luminoso raggio di sole penetrò nella stanza quasi danzando sulla moquette vicino al letto di Liz. La ragazza lo osservò perdendosi per un istante nei sogni che ormai faceva da sei mesi e cioè quello di sposarsi con Max con le sue vere sembianze. Invece il giorno prima il matrimonio c’era sì stato ma in definitiva era un’altra donna a essersi sposata, non lei.
Liz si sdraiò stanca sul letto lasciandosi cadere pesantemente. Isabel l’aveva fatta camminare per tutto il palazzo per due ore buone continuando a parlare. Ad un certo punto la sua testa aveva cominciato a vagare senza più dar retta all’altra e tentando di memorizzare i vari posti per non rischiare di voler andare da una parte e ritrovarsi poi dall’altra.
Liz si girò a pancia in giù prendendosi il cuscino fra le braccia e chiudendo gli occhi. D’un tratto la sua mente sembrò portarla in un’altra dimensione, in un altro tempo e in un altro spazio. Tutto attorno a lei era nero con spruzzi di colore qua e là. La ragazza girò su stessa sperando di capirci qualcosa. Le sembrò essere ritornata in quel giorno in cui aveva fatto il viaggio nel tempo… ma questa volta sapeva che era diverso.
- C’è qualcuno? - mormorò fievolmente nel buio - C’è qualcuno? - urlò un po’ più forte non ricevendo risposta.
Qualcosa le fece chiudere gli occhi e una voce di donna molto rassomigliante alla sua se non la stessa esclamò qualcosa nell’oscurità - Sei nel tuo regno.
Liz riaprì gli occhi trovandosi in un atrio scintillante e gigantesco pieno di rampe di scale, di porte e di finestre che davano sul buio della notte.
Liz corse verso una di queste sperando con tutta se stessa che fosse un sogno o che almeno vedesse il palazzo di Fonsagh. Guardando fuori poteva vedere solo le stelle perse nello spazio e il castello era sospeso nel vuoto smarrito nella grande immensità della distesa nera. Liz fece qualche passo indietro e si girò ritrovandosi a fissare la sua stessa immagine terrestre al centro dell’atrio.
Rimase immobile, paralizzata cercando di comprendere quello che stava succedendo. Incerta camminò verso di lei fermandosi per sicurezza a qualche metro. L’altra lei sorrise inclinando leggermente la testa e nuovamente ripeté - Sei nel tuo regno.
- Chi sei tu? - domandò Liz ritrovando un po’ del suo coraggio. Avrebbe preferito avere una delle sue armi che aveva lasciato sulla Terra prima di partire per Antar in tutta fretta. Per un momento le balenò alla testa l’immagine di Christa… chissà come stava? Non poteva neppure comunicare con lei ma del resto erano già rimaste separate molto più a lungo.
- Io sono te - rispose l’altra accentuando il sorriso.
Liz scosse la testa - No… tu non puoi essere me - qualcosa dentro di lei però le diceva che era così.
- Se davvero non fossimo la stessa persona perché avremmo al collo la stessa pietra? - la ragazza prese la sua e gliela mostrò.
Liz osservò lo stesso colore azzurro, la stessa forma, persino la stessa catenina che la teneva legata al suo collo. Involontariamente afferrò la sua e sentì dei brividi percorrerle la schiena in un intrico di strane sensazioni poi fu nuovamente tutto buio e i suoi occhi si chiusero nuovamente.
Fu molto più tardi quando li riaprì mentre Maria la scrollava con aria estatica. Liz aprì gli occhi lentamente comprendendo di essere tornata alla realtà. Ma che cos’era successo? Era stato solamente un sogno? Si sfregò gli occhi ascoltando quello che Maria aveva da dirle.
Liz sorrise all’amica - Sono contenta per te…
- Adesso non mi resta che andare da lui e dirgli: Eccomi qua! - rise Maria volteggiando per la stanza, le mani giunte sul petto e un’ espressione sognate dipinta sul viso.
Liz annuì poi aggiunse - Sarebbe bello che tu lo potessi fare ma se vedessero te dopo capirebbero che io sarei nei paraggi! Non puoi pretendere che ti credano come hanno fatto con Alex. Max e Michael, come del resto Isabel e Tess comprenderebbero subito che se ci sei tu ci sono anch’io!
Maria si bloccò nella stanza mentre il suo viso tornava nuovamente alla normalità con solo una lieve traccia della contentezza che aveva avuto pochi secondi prima - Hai ragione… a meno che…
Liz inclinò la testa cercando di capire cosa l’amica avesse in mente - “A meno che” cosa?
- Ormai, bugia per bugia,… potremmo raccontare loro che tu sei andata via con Christa e io avevo promesso di raggiungerti ad Atlanta dopo aver sistemato alcune faccende a casa mia. Poi, volendo salutare Alex sono andata a casa sua e non l’ ho trovato. Capendo subito che era venuto su Antar decisi anch’io di andare sul pianeta e attraverso Kyle ti lasciai un messaggio nel caso tu ti fossi fatta viva. Ovviamente io sono arrivata su Antar circa tre mesi dopo Alex… dici che potrebbe reggere come storia? Poi ci aggiungerò qualche particolare qua e là per renderla ancora più credibile…
Liz sorrise - Potrebbe anche funzionare ma come spiegheresti che sei mia sorella? Comincerebbero ad indagare su di me, a non lasciarmi in pace e anche Max diventerebbe più diffidente. Non parliamo di Michael… già adesso mi guarda come se fossi una criminale!
Maria si lasciò cadere su una sedia abbattuta non trovando più niente da dire.
- Dai Maria. Tenterò di comprendere il perché Max mi ha fatto questo il più in fretta possibile così almeno sistemeremo le cose e tu potrai stare assieme al tuo Michael. E se proverà a dirti qualcosa del tipo: “tu non dovresti essere qui” digli di venire da me che gliene dirò quattro.
Qualcuno bussò alla porta e gli occhi di Maria e Liz si incrociarono sorpresi. Per fortuna la neoregina aveva mantenuto le sembianze anche nel sonno di modo che nessuno potesse entrare nella sua stanza e sorprenderla col suo vero aspetto.
- Chi è? - domandò.
- Sono Zan… vi ricordate che dovevo parlarvi riguardo a una certa cosa? - esclamò Max dall’esterno.
Maria guardò Liz interrogativamente e l’amica le fece segno con le mani che glielo avrebbe rispiegato più tardi.
- Sì, entrate pure - affermò Liz e quando lo sguardo del ragazzo si appuntò sull’altra che stava nella stanza che prontamente aveva tirato sul viso il cappuccio riprese a dire - Mia sorella stava andandosene con la promessa di parlarmi della conferenza dopo un rilassante bagno caldo.
Max annuì e aspettò che la porta si richiudesse dietro di lui.
- Sembri stare meglio Alisa - sorrise poi raggiungendola e sedendole si accanto sul letto.
Liz annuì - Sì, anche se tua sorella Vilandra mi ha fatto fare un giro molto lungo del palazzo e adesso mi ritrovo un po’ stanca. Niente che non si possa aggiustare con una notte di riposo a letto.
Negli occhi di Max passò un’ombra scura che subito si dissolse - Bene, veniamo a quello per cui sono qui. Avete qualche proposta per quanto riguarda la meta?
Nella mente di Liz balenò un’idea - Ho sentito che venite dalla Terra. Se andassimo su quel pianeta così che tu possa incontrare qualcuno dei tuoi amici rimasti lì…
Max scosse la testa quasi troppo frettolosamente - N… no. Non ho voglia di rivederla…
Liz colse l’occasione e recitando fino in fondo la sua parte sussurrò dolcemente come se riuscisse a capire i suoi pensieri - Oppure c’è una persona che non volete vedere?
Gli occhi di Max incontrarono i suoi di aliena e per un istante si riempirono di collera, poi sembrarono addolcirsi e infine intristirsi - Preferirei andare da qualche altra parte. Che ne dici su Liomede?
- Mmh - Liz rifletté sulla proposta molto allettante e con voce sommessa e le labbra vicinissime al viso di lui - Se non facesse freddo e non ci fosse assenza di gravità si potrebbe anche fare. Qualcosa di più caldo? Magari con il mare, il tramonto rosso fuoco e noi due abbandonati sulla spiaggia… - Liz poi si accorse di essersi lasciata troppo trasportare come rapita dalla presenza di Max accanto a sé e dimenticandosi per un istante quale identità portasse in quel momento.
Prima che lui potesse replicare si alzò frettolosamente e stringendosi le mani l’una con l’altra - Vedi tu… ora conviene che mi prepari per la cena - accennò un inchino con la testa - Ci vediamo da basso mio re.
Max si accorse del cambiamento di umore, come se ci fosse qualcosa che la turbasse. Per un istante le era sembrata la moglie romantica e affettuosa che sarebbe potuta essere Liz… e un secondo dopo ecco nuovamente la fredda regina di ghiaccio. Che cosa nascondeva dentro di sé quella ragazza? Perché più il tempo passava più l’immagine di lei e quella di Liz continuavano a sovrapporsi sempre più frequentemente?
- Vedrò cosa posso fare, mia regina - Max avrebbe far voluto risultare la sua voce più irritata ma il risultato fu una voce roca all’indirizzo della moglie.
Il ragazzo fece un inchino compunto uscendo e chiedendosi la porta alle spalle. Poi si appoggiò solo un secondo contro e mormorò a fior di labbra - Liz… Alisa…
All’interno della stanza Liz osservò sparire Max inghiottito dalle ombre del corridoio e lasciandosi cadere sul letto, prima di distogliere lo sguardo dalla porta mormorò con un lieve e triste sorriso sulle labbra - Max…

La Visione

Maria stava camminando per raggiungere la biblioteca e passare un po’ di tempo a studiare qualcosa su Antar incredibilmente incuriosita dalla storia che poteva celare. La sua felicità sembrò tornare come d’incanto. Era disposta ad aspettare solamente per far contenta Liz ma almeno aveva risolto abbastanza ciò che la riguardava. Doveva ammettere di sentirsi soddisfatta per il momento e avrebbe aspettato con malcelata pazienza il momento in cui si sarebbe potuta rivelare a Michael. Sperava solo che lei, Liz o Alex riuscissero a scoprire al più presto perché Max avesse preso quella decisione.
Maria scosse la testa e nuovamente un sorriso le tornò raggiante sul volto d’aliena che Liz le aveva dato. Non vedeva l’ora di poter riassumere ancora il suo aspetto terrestre e fremeva per l’impazienza di poter vedere nuovamente i suoi capelli biondi che si era fatta crescere con tanta fatica.
Si abbassò un poco il cappuccio sul volto ma immediatamente qualcuno le venne addosso pesantemente facendola quasi cadere a terra. Maria quasi urlò per lo spavento alzando gli occhi su chi fosse stato e cominciando a tempestarlo di parole - Ma non guardi dove vai? Non hai visto che stavo camminando tutto su un lato solo per evitare che qualcuno mi venisse add… - si interruppe e facendo un passo indietro si portò una mano alla bocca.
- No, non è possibile - si bloccò in mezzo al corridoio mentre il cuore le batteva all’impazzata.
La sua immagine terrestre la fissava a braccia incrociate con un’aria sbarazzina e un po’ annoiata - Bello questo palazzo anche se devo ammettere che il nostro castello sia un po’ meglio. Soprattutto è molto più luminoso e pieno di decorazioni che sono cento volte superiori a questi arazzi appesi da tutte le parti e inoltre non rischi di perderti ogni volta che giri l’angolo.
Maria non sapeva più cosa dire e solamente frammenti di parole le uscivano dalle labbra incerte.
- Perché rimani lì a fissarmi? Come se non ti fossi mai vista allo specchio… - esclamò ancora l’immagine di Maria - Anche se devo ammettere che con quest’aspetto non ci assomigliamo molto - come se Maria le avesse risposto riprese - Dovresti tornare un po’ più spesso al nostro castello, sai? La Principessa è tornata giusto un momento per dare un’occhiata allo spazio circa un tre ore fa… e l’immagine che ha creato di se stessa ha tentato di farle tornare la memoria. Ma i secoli devono avervi fossilizzate… Vedo che anche tu tendi a non ricordare chi sei. Credo che sia più giusto darti un assaggino… Del resto non sono mai stata molto paziente come lo è la Principessa che tenta di far ricordare se stessa solo con le parole. In qualche modo è meglio che cominci a vedere qualche sprazzo della tua vita passata.
Maria finalmente riuscì a trovare la parola - Vita passata?! - fece un passo indietro - Castello?! - ne fece un altro leggermente più lungo del primo - Principessa?! - ne fece ancora un altro mettendo un bella distanza fra loro. Si stava chiedendo come fosse possibile che da quel corridoio non ci fosse passato ancora nessuno - Ma che cosa stai dicendo? Stai insinuando che io non sono io?
L’altra si avvicinò rassicurando Maria con un gesto della mano - Tranquilla, non sono qui per farti del male. Ad ogni modo… tu sei tu e nello stesso tempo sei un’altra persona. So che in questo momento tu e la Principessa avete altri problemi da sistemare con le vostre identità attuali ma… c’è in gioco qualcosa di molto più grande di voi ed è necessario che ricordiate prima che la Creatura possa fare del male alla Principessa. Capisci?
Maria scosse la testa - Credo invece che tu abbia fatto ancora più confusione di quanta non ce ne fosse già.
L’immagine scosse la testa e sorrise - Allora proviamo con il mio metodo ma… mi raccomando… quando la Principessa riacquisterà la memoria non dirle che ho utilizzato questo trucchetto altrimenti credo si arrabbierà molto.
Maria annuì perplessa e chiuse gli occhi. Sentì la mano fredda dell’altra appoggiarlesi sulla fronte e un secondo dopo si vide trasportata nello spazio certa di trovarsi in un altro tempo anche se non comprendeva quale. Forse erano passati secoli, forse millenni. Vedeva attraverso gli occhi di qualcun altro ma in realtà erano i suoi stessi occhi, quelli che aveva usato nella sua vita precedente. Vide quel potere che già per due volte aveva utilizzato, quella volta a Kingsville e la sera prima in camera di Liz. Lo stava usando contro uno strano essere senza forma… e poi quello scomparve lasciando dietro di sé una scia luminosa. Una donna che aveva un aspetto umano solo per metà, bellissima, la raggiunse e la abbracciò con affetto. Capì che quella era la famosa Principessa. I suoi capelli erano lunghi e azzurri come il cielo di primavera mentre gli occhi prendevano uno strano e caldo colore argento punteggiato di pagliuzze dorate. La pelle color avorio aveva sfumature azzurre e portava un veste tutta stracciata che le copriva solo un poco lo splendido corpo. Ciò che la rendeva diversa dagli umani oltre a quegli strani colori erano le orecchie a punta e degli strani tatuaggi naturali che portava sulle braccia.
Subito la scena cambiò e si ritrovò nel castello. Notò che camminava avanti e indietro preoccupata per un immenso e splendido atrio con numerose finestre che davano sullo spazio. Ogni tanto fissava le scale che portavano al piano superiore e poi tornava a fissare il pavimento.
Improvvisamente una luce bianca e intensa abbagliò la sua visione e fu costretta a chiudere gli occhi. Quando li riaprì si accorse di essere tornata alla realtà. Ma accanto a lei non c’era più nessuno e si sentì leggermente impacciata a stare ferma e immobile nel mezzo del corridoio ancora stranamente silenzioso.
Rimase un momento incapace di camminare e rifletté su ciò che aveva visto tentando di collegare ogni cosa per capirci dentro quel che bastava per non farla sentire così soffocata.
Chi era la Principessa? Chi era lei stessa? Non era ancora riuscito a capirlo… Però la sua immagine aveva detto che si trattava di vitale importanza che ricordasse altrimenti… la Creatura avrebbe fatto del male alla Principessa. Perciò lei doveva essere qualcuno che doveva essere stata accanto alla Principessa nella vita passata. Si ricordò di come la donna nella visione l’avesse abbracciata con affetto e per un istante sentì come se le fosse accaduto davvero in qualche tempo remoto della sua vita.
Doveva parlarne con Liz e trovare quella Principessa di cui l’altra parlava. Prese a correre per fare dietro front e tornare dall’amica sperando che non si trovasse ancora in compagnia di Max. Preferiva parlargliene immediatamente ora che la mente era ancora fresca.
Non si accorse di quello che gli veniva incontro e un’altra volta ci finì addosso rovinando però a terra.
- E siamo a due oggi - mormorò a bassa voce fra i denti.
La ragazza alzò gli occhi sulla persona che le stava di fronte e che le porgeva la mano per scusarsi ma incontrò lo sguardo di Michael attraverso i lembi del cappuccio.
- Signorina Marsia… - mormorò l’altro scandendo bene le parole timoroso che potesse non riuscire a leggere sulla sua bocca - Ha sempre l’abitudine di correre nei corridoi senza guardare dove va?
Maria sorrise imbarazzata prendendo la mano che lui le porgeva e mormorando a bassa voce per recitare nuovamente la sua parte - Mi dispiace…
Michael l’aiutò a sollevarsi ma il movimento fece scivolare il cappuccio dalla testa di Maria e per la prima volta i due si ritrovarono occhi negli occhi senza più la protezione del velo.
Per un attimo rimasero così l’uno e l’altra colti di sorpresa poi Maria si mise le mani sul volto e cominciò a boccheggiare imbarazzata.
- Oh no! E’ la prima volta che un uomo al di fuori di mio padre veda il mio viso! - sapeva di mentire spudoratamente ma ormai si stava divertendo a intessere quella tela attorno a lui così facilmente.
Il ragazzo, non sapendo che fare, si mosse nervosamente - Mi spiace… - spostò gli occhi prima su di lei e poi impacciato li portò ovunque lungo il corridoio come per rassicurarsi che nessuno avesse assistito alla scena e dopo li riportò ancora su di lei.
Maria osservava di sottecchi le sue reazioni e sorridendo dentro a se stessa fingeva un’espressione depressa e terrorizzata.
Michael, accorgendosene, le risollevò il cappuccio calcandoglielo bene sulla testa e affermò - Non parlatene con nessuno di questa cosa… altrimenti mi vedrò costretto a sposarvi, sapete? Ma… - l’immagine di Maria si sovrappose a quella della ragazzina che stava di fronte a lui - … c’è un’altra nella mia vita. Una ragazza molto diversa da voi e bellissima che è sulla Terra, il paese da cui vengo. Spero di rivederla un giorno, anche solo per un istante per poterle dire ciò che veramente provo per lei.
“L’ hai appena fatto” mormorò Maria dentro di sé. Però rispose solamente annuendo col capo e accennando a riprendere il percorso sicura adesso di poter superare ogni difficoltà.
Michael la toccò sulla spalla e la costrinse nuovamente a girarsi. Usando anche i gesti le disse di assicurarsi meglio il cappuccio prima che le capiti un’altra volta con qualcuno che non fosse lui e soprattutto di evitare di correre nei corridoi.
Maria annuì nuovamente e al colmo della felicità si diresse nuovamente in camera di Liz contenta come non lo era mai stata in vita sua.

Una Notizia Inaspettata

Maria si preparò meticolosamente per la cena guardandosi più volte per cercare di capire qualcosa in quel suo volto estraneo. Girò su se stessa e per un momento si rivide a un ballo, sulla Terra e accanto a lei c’era Michael che immediatamente l’abbracciava stretta tenendola contro di sé.
Era un ricordo lontano e così dolce che per un momento si perse in esso. Scosse la testa per cancellare tutto dalla mente pensando a qualcosa che potesse distrarla dai suoi attuali problemi. Era preoccupatissima per Liz… quando l’aveva raggiunta in camera e aveva bussato alla sua porta la voce che le giunse era fievole come se stesse male e non ne comprese il motivo. Era entrata e aveva trovato l’amica a guardare pensierosa fuori dalla finestra. Maria aveva chiesto se stava bene e l’altra aveva annuito girandosi a guardarla. Quell’espressione così triste e lontana aveva fatto capire a Maria che era meglio lasciarla stare per un po’ in modo che si riprendesse da qualsiasi cosa le avesse detto Max.
Era uscita dicendole che sarebbe andata in camera sua se avesse avuto bisogno di lei e da allora ci era rimasta mettendosi a ripercorrere la sua memoria indietro nel tempo ai tempi in cui era sulla Terra e viveva felice accanto a Michael e a tutti gli altri.
Maria raggiunse la camera di Liz una volta che ebbe finito e bussò nuovamente. Fu l’amica stessa che le aprì già pronta per scendere e insieme percorsero i corridoi e le scale che le separavano dal grosso salone dove avrebbero pranzato solamente in sette.
Quando giunsero in sala da pranzo Maria sentì gli occhi di Michael puntati fissi su di lei intuendo cosa stesse pensando. Mormorò una frase di scusa a Liz e gli si avvicinò sorridendogli da sotto al cappuccio e mostrandogli le mollette trasparenti che aveva usato per fissarsi il cappuccio ai capelli. L’altro annuì e capì che fra loro due sarebbe potuta nascere una tenera amicizia all’interno di quel freddo palazzo. Michael non capiva come ma l’altra le ispirava un’incredibile fiducia e per un momento non si chiese se era lo stesso sentimento che Max provava nei confronti di Alisa.
Liz dal canto suo si sedette accanto a Max che sedeva a capotavola. Non osava alzare gli occhi su di lui e per un istante le sembrò che calasse uno strano e teso silenzio in tutta la sala. Ma durò solo un breve istante sentendo poi che Tess e Alex riprendevano una discussione di cui non capiva che poche parole. Isabel si era invece avvicinata a Michael per farsi accompagnare a cena e il ragazzo prese entrambe le donne che gli stavano accanto facendole sedere una da una parte e una dall’altra di sé ed esclamando tranquillamente che si trovava accanto a due veri gioielli.
Max, Isabel, Alex, Tess e Liz non compresero il perché di quell’affermazione nei confronti di Maria ma dovettero attribuirlo al fatto che il mantello lasciava intravedere le forme del suo corpo di fanciulla aliena e dalla cortesia innata di Michael sviluppatasi su Antar più che sulla Terra stessa.
Alex poi rivolse un’occhiata di fuoco a Isabel che non era riuscito a vedere per l’intera giornata indaffarata com’era dalle sue mansioni a palazzo ed era stato intrattenuto un po’ da Tess e un po’ da qualche ospite di giornata che aveva rifiutato l’invito a pranzo da parte del re adducendo che la sua casa si trovava lontano e non poteva trattenersi oltre. Il ragazzo si proponeva di domandare a Isabel riguardo la decisione di Max. Ancora non era riuscito a introdurre l’argomento per quelle poche volte che si erano ritrovati assieme ma la ragazza gli aveva proposto l’indomani di passare una giornata assieme tutta per loro.
Tess in quel momento lo riscosse nuovamente chiedendogli alcuni consigli su un programma alieno che gli aveva mostrato nel pomeriggio e che il ragazzo era riuscito a comprendere più facilmente di lei stessa.
Max, osservando che gli altri avevano cominciato a discutere tra loro lasciando lui e Liz da soli, decise che avrebbe potuto illustrarle le conclusioni a cui era giunto riguardo al loro colloquio avvenuto un paio d’ore prima.
A Liz quasi andò di traverso il boccone che aveva appena messo in bocca quando si sentì chiamare. Alzò poi i suoi occhi su di lui osservandolo attentamente mentre tentava di riprendere un’espressione indifferente.
- Ho riflettuto su quello che mi hai detto oggi - cominciò Max a bassa voce - Ho pensato che Naggar potesse fare al caso nostro. Là abbiamo una casa di famiglia e non dovrebbe essere stata intaccata troppo dalla guerra.
Liz lo guardò senza capire e soprattutto senza sapere dove minimamente stava Naggar.
Max la guardò leggermente perplesso - Voi sapete dove si trova Naggar, vero?
Liz non sapeva che rispondere e per prendere tempo finse di essere attratta da un pezzetto di carne che stava nel piatto per poi mangiarlo con dovuta lentezza che per un momento Max non si chiese se la ragazza lo stesse facendo apposta per fargli perdere la pazienza.
Alla fine Liz lo guardò con innocenza e scotendo la testa - Perdonatemi per la mia ignoranza, Zan, ma… purtroppo non so dove si trovi Naggar. Sapete… non mi sono mai mossa da Fonsagh e i miei nonni, ormai troppo vecchi per poter portare me, mia sorella o mio fratello in vacanza, hanno sempre preferito che rimanessimo qui accanto a loro.
Max annuì riprendendo la calma e dandosi dello stupido per non aver capito subito - Naggar non si trova molto lontano da qui, a sud di Fonsagh, lungo la costa del mare di Kendo. Il clima è abbastanza caldo e dicono che da lì il tramonto sia uno dei più belli che si possano mai vedere in qualsiasi altra parte di Antar.
Liz annuì arrossendo al ricordo delle parole che gli aveva rivolto nel pomeriggio riguardo alla faccenda del posto in cui le sarebbe piaciuto stare.
Max continuò a mangiare e senza guardarla aggiunse poi quasi soprappensiero - Stavo anche pensando di fare magari un paio di giorni sulla Terra giusto per mostrarti com’è visto che ci tenevi tanto.
A Liz per poco non scappò la forchetta dalla mano e nascondendo a stento l’entusiasmo continuò a mangiare mormorando solo un debole grazie. Sentì su di sé lo sguardo di Max e capì che cercava di scrutare dentro di lei per capire che cosa stesse pensando in realtà.
- Ho già programmato tutto e spero che siate d’accordo con me nel partire domattina al più presto. Anche se del resto ormai tutto è già stato approntato a proposito.
Liz finalmente si decise a squadrarlo con la paura che l’indomani sera sarebbe stata costretta a fare la moglie affettuosa se non si fosse decisa a scoprire qualcosa - Mio re, non credi che sia una decisione un po’ troppo affrettata? Forse faremmo meglio ad aspettare qualche giorno di modo che io possa preparare i miei bagagli e di mia sorella.
Max scosse la testa deponendo la forchetta nel piatto una volta finito di mangiare - Alisa… forse mi sono espresso male ma pensavo che sarebbe stato meglio se fossimo andati solo noi due soli. Né Vilandra, né Rath, né Ava e nemmeno tua sorella. Spero di non offenderti dicendotelo così ma noi dobbiamo imparare a conoscerci, non pensi?
Liz non trovò nulla da ridire - Hai ragione, mio signore, ma… forse dovremmo partire nel fine settimana…
- Hai qualcosa che ti trattenga qui? Ai tuoi bagagli ci sta già pensando una domestica… perciò non devi preoccuparti di ciò. Ora non ti resta che accettare - finì la frase solo con un semplice sorriso che gli illuminò il volto.
Liz allora, trovandosi piacevolmente in trappola, incantata da quel sorriso - Sì, Zan. Domattina va bene.
Max le prese la mano e la strinse senza accorgersi che tutti gli altri si misero a osservarli incerti senza comprendere il motivo di quell’effusione amorosa in pubblico quando tutti erano al corrente che nessuno dei due si era sposato per amore ma con uno scopo ben preciso.
Quando appresero la notizia però finsero di accettarla come data per scontata ma in realtà si chiesero tutti cosa passasse per la testa a Max e a Liz.

Riflessioni

Maria stava camminando avanti e indietro per la stanza e intanto squadrava Liz che se ne rimaneva seduta sul letto con aria pensierosa.
- Liz… è la seconda volta che secondo me hai preso un decisione affrettata. Possibile che prima non ne puoi parlare con me o con Alex? - Maria si bloccò al centro della stanza e si mise le mani ai fianchi.
Liz la guardò e le sorrise - Scusa Maria ma mi ha messo alle strette… e poi davanti a quel sorriso non posso dirgli di no!
Maria stava per aprire bocca nuovamente quando qualcuno bussò alla porta con energia. Le due ragazze si guardarono per un momento negli occhi e poi Maria si coprì il volto.
- Chi è? - domandò Liz quando Maria si fu risistemata e seduta in un angolo della stanza.
- Sono Alex.
- Entra pure, la porta è aperta - rispose Liz tirando un sospiro di sollievo.
Alex entrò chiudendo la porta dietro di sé e poi si mise a fissarla - Liz… cos’è questa storia? Prima il matrimonio e adesso il Viaggio di Nozze. Non riesci a stare tranquilla? - però sul suo viso si poteva notare un sorriso di comprensione.
- E’ quello che sto tentando di farle capire io da almeno cinque minuti buoni! - esclamò Maria accorgendosi solo poi dello sguardo perso di Alex.
- Liz… come mai hai deciso così? - domandò Alex sedendole si accanto.
La ragazza alzò le spalle - In effetti è stato lui a convincermi nonostante io abbia tentato di fargli cambiare idea. Poi però mi ha lasciato senza più scuse e ho dovuto accettare…
- Incantata dal suo sorriso - esclamò Maria ironicamente.
- Verrà Maria con te, però? - domandò nuovamente Alex osservandola.
Liz scosse la testa - Max ha detto che sarebbe meglio per me e lui che fossimo soli di modo che possiamo conoscerci.
Alex annuì e fissò Maria ancora dritta al centro della stanza rimasta senza parole.
- Io ho mandato una cameriera a domandare a Isabel quando fosse possibile parlare con lei e ho chiesto possibilmente entro stasera… proverò a porgli una domanda diretta e se fosse necessario le illustrerò il problema che ci assilla dicendole che tu sei qua - affermò Alex deciso.
Maria cominciò a camminare in circolo - Non so quanto sia una buona idea dire che Liz è qui… secondo me dovresti far finta di essere terribilmente preoccupato per Liz e perciò cominciare a fare domande sul perché Max abbia preso quella decisione… che cosa abbia fatto cambiare quello che provava per lei e così via.
Alex annuì - Sì… forse hai ragione tu.
Maria si rivolse a Liz - Così dovrò rimanermene qui da sola? - ma l’espressione della voce era smentita dal calore che si poteva vedere nei suoi occhi.
- Non credo che tu stia sola tanto a lungo qui… dopotutto ci sono sempre Alex e Michael, che a quanto pare quest’ultimo sta cominciando ad affezionarsi a te - Liz le sorrise di rimando - Non è che si stia innamorando di Marsia?
Maria scosse la testa sicura di sé e si affrettò subito a spiegare ai due che cosa le fosse successo fra lei e Michael e della visione. Quando Liz ascoltò quella parte aggrottò la fronte e stava per spiegare che anche lei aveva avuto un sogno strano ma qualcuno bussò alla porta e nuovamente domandò chi fosse. Era una domestica che era venuta a chiamare Alex dicendogli che Isabel lo stava aspettando. Lui salutò le sue due amiche e richiuse la porta dietro di sé.
Prima che Liz potesse riprendere il discorso della visione Maria espresse che era stanca e che si sarebbero viste l’indomani mattina prima che partisse. Poi scomparve anche lei lasciandola sola con i suoi pensieri… prima di tutto era curiosa di sapere come sarebbe finito il discorso che Alex e Isabel si sarebbero trovati ad affrontare e inoltre non riusciva a comprendere quegli strani sogni che lei e Maria avevano fatto.
Si lasciò cadere sul letto e chiuse gli occhi rimanendo a riflettere. In poco tempo si addormentò svegliandosi più tardi solo per svestirsi e tornare a letto con una fresca camicia da notte. Non si domandò neppure il perché Max non era passato da lei.

Isabel adesso sa

Alex entrò nella camera di Isabel e osservò il dolce arredamento che lei aveva dato alla stanza. Ne ammirò l’ordine e le luci, mentre il suo sguardo si soffermò un momento sul letto che stava al centro della camera. Un movimento lo attirò e si ritrovò a fissare i caldi e dolci occhi di Isabel dall’altra parte della stanza. Le sorrise mentre lei si avvicinò e lo baciò lievemente sulle labbra.
- Ciao Alex… finalmente potremo trascorrere qualche minuto insieme senza nessuno attorno! - gli mise le braccia la collo e per un momento Alex dimenticò il perché si fosse spinto fin lì.
Quando riacquistò il controllo riuscì a mormorare - Ero venuto a chiederti una cosa che non sono ancora riuscito a comprendere nonostante tutti gli sforzi che faccia.
Isabel gli sorrise e andò a sedersi sul letto - Dimmi tutto.
Alex si ficcò le mani in tasca e nervosamente continuò - Vedi… io voglio molto bene a Liz e credo che tu lo sappia. Ma so anche che Max amava Liz prima di tornare su Antar e perciò non riesco a spiegarmi il perché abbia deciso di sposare quella ragazzina… Alisa. Sono preoccupato per lei e perciò mi chiedevo se tu non ne sapessi qualcosa.
Il sorriso di Isabel si spense e la ragazza stava per rispondergli quando nuovamente la testa tornò a farle male, come il giorno del compleanno, e non riusciva a spiegarsene il motivo. Dovette prendersela fra le mani e rimanere lì sperando che le passasse. Un secondo dopo si trovò stretta fra le braccia di Alex che le chiedeva scusa per qualcosa che lei non riusciva a capire.
Durante la notte Isabel aprì gli occhi non ricordandosi neppure quando fosse andata a letto. Rimase per un momento a fissare le ombre del soffitto e solo allora si accorse di indossare ancora i vestiti della sera prima. Rimase meravigliata e tentò di ripercorrere all’indietro con la memoria quello che fosse successo.
Si alzò dal letto e accese la luce. Quando sentì uno strano brontolio sommesso si sorprese e guardò ovunque nella sua stanza per cercare di capire chi o cosa fosse.
I suoi occhi caddero sulla figura di Alex rannicchiata sul divano. Il ragazzo si mosse e Isabel focalizzò tutta la sua attenzione su di lui cercando di capire che cosa ci facesse lì. Sperando che non si svegliasse si cambiò in fretta indossando la camicia da notte e si infilò sotto il letto spegnendo la luce.
- Credi che stia dormendo? - Isabel si sedette sul letto spaventata stringendosi al seno le coperte udendo all’improvviso la voce di Alex.
- Cosa ci fai qui a quest’ora della notte? - domandò la ragazza.
Alex si alzò in piedi e Isabel lo osservò attentamente mentre lui si stiracchiava prima di raggiungerla al letto e accendere la luce - Volevo assicurarmi che tu stessi bene. Ieri sera sei svenuta e ho dovuto chiamare Michael, Max e un dottore. Hanno detto che ti saresti ripresa e io mi sono offerto per starti accanto e assicurarmi che non ti dovesse mancare nulla per questa notte.
Isabel sorrise dolcemente e allungò una mano per prendere la sua - Grazie Alex… è per questo che ti amo tanto.
Gli occhi del ragazzo si illuminarono e l’abbracciò stretta a sé baciandole le labbra con una passione finora ancora inesplorata per entrambi. Le ore passarono, Alex si addormentò al fianco di Isabel spossato e si svegliò solo nella mattinata tardi. Lei non era più accanto a lui.
Si alzò dal letto sbadigliando e si rivestì pronto per tornare in camera sua a farsi una doccia rinfrescante. Prima che facesse in tempo a raggiungere la porta Isabel entrò e si ritrovarono uno di fronte all’altra. La prima arrossì mentre Alex distolse lo sguardo.
Finalmente lei ritrovò la parola - Sono appena tornata dal cortile. Alisa e Max sono partiti per Naggar e mi hanno pregato di salutarti.
Alex la fissò perplesso ricordandosi che aveva detto a Liz che si sarebbe informato. Purtroppo non aveva fatto in tempo ad avvertirla ma almeno voleva rendersi conto della situazione che aveva spinto Max a fare un simile passo.
- Isabel… so che potrebbe darti fastidio che io ritorni sull’argomento… ma perché Max ha sposato Alisa e non è tornato da Liz?
Isabel si prese le mani nervosa - Vedi… Kyle mi ha detto che Liz si era sposata. Io e Kyle abbiamo sempre mantenuto un rapporto con la Terra e quando mi ha comunicato questa notizia io mi sono sentita male. Mi aveva detto anche che tu eri morto e Maria era incinta… di te.
Alex dovette cercare una poltrona - Oh mio Dio. Come ha potuto farci questo Kyle?
Isabel continuò come se non l’avesse sentito - Tess, che si trovava vicino a me quando sono svenuta e ha saputo delle notizie, è andata subito da Max a comunicargli quello che riguardava Liz… e lui si è infuriato e da allora ha cominciato a comportarsi in modo strano fino a decidere di sposare Alisa. Michael invece si è messo il cuore in pace quando ha saputo che Maria non era incinta o almeno non lo era di te e non sai quanto mi sono sentita risollevata quando ti ho visto vivo uscire da quella scatola… non mi hai ancora spiegato come ti è venuta quest’idea! - la ragazza gli sorrise dolcemente.
Alex le rise di rimando - E’ una lunga storia. Te ne parlerò poi. C’è un modo per comunicare con Max o Alisa? Devo assolutamente parlare alla regina di questa storia!
Isabel scosse la testa - Max ha detto espressamente che non vuole essere disturbato e perciò è andato a Naggar. Là sono tagliati fuori dal mondo… io forse potrei comunicare con lui attraverso il pensiero. Non capisco perché…
- Liz e Alisa sono la stessa persona! - esclamò Alex - Marsia e Maria anche! Sono venuto su Antar sei mesi fa con loro. Max ha sposato Liz senza saperlo e Liz ha accettato tutto questo solo per capire perché Max non la voleva più. Tutto a causa di quello stupido di Kyle! - Alex digrignò i denti disgustato - Ma se lo becco…
Isabel lo raggiunse e lo abbracciò - Calmati Alex. Liz saprà cavarsela… per ora non posso proprio farci niente. Max ha detto di raggiungerlo se ci fossero stati gravi problemi politici. Se ti ricordi era stata trovata quella colonia di alieni… solo se sono una minaccia. Ha detto così! Non credo che accetti la mia comunicazione mentale a meno che non venga fuori la parola alieni immediatamente. Non mi sento di mentirgli…
- Riusciresti a parlare con Liz? - domandò Alex.
Isabel annuì ma subito aggiunse - Alex, E’ meglio che quei due se la vedano da soli. E’ giusto così. Lo stesso vale per Maria e Michael… se lei si decide a mostrarsi, però!
- Il problema è appunto quello… solamente Liz è in grado di togliere quell’aspetto a Maria. Sai benissimo che possiede quella strana pietra che le permette di fare tutto quello che vuole… è così che ci ha permesso di sopravvivere qui, su Antar - Alex tacque intuendo il disappunto di Isabel.
Isabel annuì - Allora non ci resta che comunicare con lei… dunque ne approfitterò per spiegarle la situazione, ma… come comincio? Liz, Max crede che tu ti sia sposata… Oppure: Alex mi ha detto tutto e devi sapere che Max credeva che tu ti fossi sposata…
- Qualsiasi cosa tu le dirai andrà bene! Poi le parole vengono…
- Va bene. Adesso faccio chiamare Maria e le spiegheremo ogni cosa… Poi però non lamentatevi se Michael vi farà una bella lavata di capo! Non parliamo di Max… sapete come è fatto! Io… io fingerò di avertela già fatta. Sappi solo che sono contenta di averti qui vivo e vegeto!
Alex annuì e fissò la ragazza negli occhi - Isabel… che ne dici se ci sposiamo? Una cerimonia semplice però… niente di sontuoso come quella di Max e Liz.
Isabel per poco non lo buttò a terra dalla foga con cui gli saltò al collo - Oh Alex, sarei la donna più felice del mondo.
- Allora lo sarai, te lo prometto! - e la baciò per assicurarle che fosse vero.

L’invito di Michael

Maria stava misurando a grandi passi la stanza della sua camera indecisa sul da farsi. Solo adesso le era venuto in mente che si sarebbe dovuta tenere quell’aspetto alieno per un sacco di tempo… sarebbe sopravvissuta alla prova? Sarà anche bella però… preferiva cento volte essere Maria e non Marsia. E poi Alex! Dov’era finito? Aveva detto che era andato da Isabel appunto per capire la ragione per cui Max aveva deciso di sposarsi con una che non era Liz… e non si era neppure presentato a salutare il re e la regina in partenza.
- Maledizione! - la ragazza sbatté un piede per terra innervosita - E adesso che faccio io?
Qualcuno bussò alla porta e Maria si voltò a fissarla impietrita chiedendosi chi potesse essere. “Magari è Alex” pensò speranzosa di notizie.
Si mise bene il cappuccio in testa e andò ad aprire alla porta. Davanti a lei si presentò Michael che la salutò con un inchino - Buongiorno signorina Marsia. Mi ero chiesto se volevate accompagnarmi in città. Devo fare alcune commissioni e immaginando che magari vi sarebbe piaciuto poter fare una passeggiata per le vie del centro di Fonsagh sono venuto a invitarvi. Cosa ne dite?
Maria sorrise entusiasta non tanto per la passeggiata quanto per lo poter stare accanto a Michael e fingendo assoluta indifferenza inchinò leggermente la testa in segno di assenso facendo segno che le sarebbero occorsi un paio di minuti per prepararsi il mantello adatto.
Michael le comunicò che l’avrebbe aspettata nell’atrio e si richiuse la porta dietro di sé.
- La giornata è cominciata splendidamente! - esclamò Maria parlando a voce alta nella sua lingua natale. Poi eseguì una piroetta al centro della stanza e infine andò all’armadio dove scelse uno dei mantelli che le aveva lasciato Liz di color rosso cupo. Si fissò il cappuccio con qualche molletta e dopo un’ultima occhiata allo specchio uscì quasi correndo nel corridoio. Per poco non andò a sbattere contro una domestica che stava con la mano alzata pronta a bussare alla sua porta.
- Sta diventando un vizio - mormorò la ragazza tra i denti.
La domestica la guardò interrogativamente per un momento - Voi siete la signorina Marsia?
- Sì, sono io - Maria si chiedeva che cosa fosse successo adesso.
- La principessa Vilandra ha chiesto espressamente di voi.
Maria era indecisa sul da farsi. O andava con Michael oppure rimaneva a palazzo a discutere con Isabel - Può dire alla principessa Vilandra che devo uscire con mio signore Rath?
La domestica annuì e se tornò indietro nel corridoio. Maria rimase solamente qualche minuto chiedendosi se avesse fatto la cosa giusta, ma abbandonando ogni senso di colpa si decise a raggiungere Michael nell’atrio.

Complicazioni

Izzy stava guardando fuori dalla finestra della sua camera e notò che Michael stava allontanandosi insieme a qualcuno con un mantello rosso cupo. Si chiese solo per un momento chi fosse, poi scotendo la testa tornò a rivolgere l’attenzione ad Alex che stava seduto nel letto ad aspettare l’arrivo di Maria.
Isabel rimase un po’ delusa quando la domestica tornò portandole il messaggio della terrestre e la principessa si spiegò chi fosse la figura accanto a Michael.
Isabel decise di andare lo stesso alla sala del trono dove si trovavano tutte le sue apparecchiature.
- Isabel… ma Max non ha detto che non è lontano il posto? - domandò Alex quando lei gli espose che aveva intenzione lo stesso di comunicare con Liz adesso perché nel pomeriggio aveva altri impegni.
- Naggar si trova molto più a sud di qui. Ha detto che non è lontano perché comunque Liz credeva che l’avrebbe portata su chissà quale pianeta. Max mi ha detto che gli aveva chiesto di tornare sulla Terra e mostrargliela. Ovviamente lui le ha risposto di no anche se poi ha aggiunto che avrebbero potuto soggiornare un paio di giorni sul vostro pianeta originario.
Alex annuì - Per quanto riguarda Maria? Non sappiamo quando ritornerà.
- Dipende da Michael. Solitamente quando va a fare commissioni in città non sta via per più di due ore… Probabilmente starà via anche oggi lo stesso tempo, forse un’ora in più… Penso che per il primo pomeriggio siano tornati a palazzo. Noi diremo a Liz di disattivare il suo “incantesimo” - sottolineò la parola - fra quattro o cinque ore, magari all’ora di cena così siamo sicuri che sono tornati a palazzo.
Alex e Isabel uscirono in corridoio.
- Sì, credo che vada bene - rispose il ragazzo seguendola.

Contatto

Il sole brillava splendendo e spandendo calore intorno a sé. I prati, i boschi, i campi e le città sfrecciavano accanto alla macchina su cui Liz e Max viaggiavano diretti alla città di Naggar. Max guidava sicuro di sé senza preoccuparsi dell’alta velocità con cui conduceva la vettura lungo le strade semideserte a quell’ora della mattina.
Liz, sorpresa di se stessa, sonnecchiava con la testa appoggiata al finestrino. Ogni tanto, quando il ragazzo accanto a lei rallentava o frenava apriva gli occhi ma poi subito li richiudeva ripiombando in un sonno tranquillo per sfuggire all’imbarazzo e alla tensione.
(- Liz? Mi senti? - una voce le parlò nella testa.
Liz spalancò gli occhi - Chi sei? - parlò ad alta voce)
L’andatura dell’auto rallentò - Alisa… che cosa ti succede?
(- Liz… sono Isabel! Alex mi ha detto tutto… ma Max non deve sapere nulla di questa nostra conversazione. Ora tenta di rassicurarlo - esclamò la voce nella sua mente)
Liz girò il suo viso verso Max e lo guardò sorridente sbattendo un po’ gli occhi come per far capire che si era svegliata in quel momento - Niente Zan, scusa se ti ho fatto preoccupare. E’ stato solamente un sogno…
- Che sogno? Vuoi parlarmene? - Max si sentì sollevato al pensiero di essere riuscito a cominciare una conversazione. Quel paio d’ore d’auto con brevi frasi di commento non erano state questo gran che.
Liz sbadigliò visibilmente - Solamente un bel ragazzo che mi chiedeva di fare una passeggiata al chiaro di luna. All’inizio non l’ ho riconosciuto ma poi mi sono accorta che eri tu e ho detto di sì.
- Grazie per il complimento… - Max stava per aggiungere qualcosa ma Liz lo interruppe.
- Sono terribilmente assonnata. I viaggi in auto mi fanno sempre questo effetto… tornerò al mio sogno adesso con la speranza che si avveri in futuro! A più tardi, mio re - Liz si girò nuovamente dall’altra parte e appoggiò la testa al finestrino. Ci impiegò qualche secondo prima di chiudere gli occhi troppo incuriosita dall’espressione di lui che poteva scorgere nel riflesso del vetro.
Max rimase un po’ deluso ma accelerò nuovamente l’andatura deciso ad arrivare il prima possibile alla casa di famiglia che il computer gli comunicava sempre più vicina.
(- Liz… non pensavo sapessi recitare così bene! - rise Isabel nella sua testa - Ma credo che Max ci sia rimasto un po’ male!
- Alex ti ha raccontato tutto vero? - domandò la ragazza.
- Sì. A proposito di questo… volevo parlarti per quanto riguarda Maria. Potrebbe ripresentarsi a Michael col suo vero aspetto adesso. Il problema sta nel fatto che solo tu glielo puoi ridare e perciò…
- Sì, basta solo che prenda in mano la pietra e…
- Aspetta - Isabel la fermò - In questo momento si trova da qualche parte a Fonsagh con Michael e rischieresti di combinare un bel pasticcio se fai una cosa così improvvisa!
- Quindi più tardi? Quanto?
- … prima… cena!
Liz non capì… sembrava che la voce di Isabel stava subendo delle interferenze che impedivano di comprendere tutte le parole - Isabel, non riesco a sentirti! Sembra che stia andando via il segnale!
Per un momento non sentì più nulla poi comprese ancora qualche parola - … qualcuno… manom… apparecchi!… meglio… qui… conversazione
- Non capisco quello che dici! - Liz non sapeva più cosa fare.
- … finire… convers… - poi il segnale sparì completamente).
Liz rimase perplessa - Le era sembrato di capire che qualcuno aveva manomesso gli apparecchi… ma chi? Infine doveva sistemare la faccenda di Maria. Isabel aveva detto prima di cena? Allora avrebbe aspettato il pomeriggio tardi prima di disattivare il sortilegio fatto a Maria, quindi circa… quattro ore.
Riaprì gli occhi stufa di fingere di dormire e di stare in silenzio. Si girò verso Max e lo fissò per un momento osservando i suoi movimenti e imprimendoseli nella mente fino a quando il ragazzo non girò a fissarla accorgendosi della sua attenzione.
- Ti sei svegliata? - mormorò dolcemente.
Liz annuì - Sì… sono scomoda a dormire qui! - gli sorrise e poi illuminata - Perché non mi dici quello che sai su Naggar mentre raggiungiamo la casa di famiglia? - fu compiaciuta dello sguardo che lui le rivolse e ascoltò con attenzione ogni sua parola.

Informazioni

La Creatura, quando notò la macchina allontanarsi dal palazzo con dentro il re Zan e la regina Alisa piena di valigie si preoccupò, e decise che forse sarebbe stato meglio andare ad informarsi da qualche parte. Uscì dalla camera d’albergo da cui teneva d’occhio il palazzo con sofisticati impianti che aveva acquistato il giorno prima dopo il giro al giardino del palazzo. Scese nell’atrio e ci rimase un po’ ad ascoltare le conversazioni dei clienti mentre stava leggendosi un giornale.
Poi uscì per fare un giro nel centro e a cercare di fare qualche domanda vaga tipicamente da turista e introducendo poi casualmente l’argomento re e regina. Nessuno sapeva nulla di quella storia. Alla fine vagabondò a vuoto per un paio d’ore pensando a come fare per capire dove la Principessa fosse finita e ripetendosi che l’unico modo era di entrare a palazzo e informarsi con qualcuno dei reali o persino dei domestici. Ma doveva capire come entrare senza essere osservato.
Stava osservando pensieroso una vetrina di sofisticati dispositivi elettronici chiedendosi se non gli convenisse installare qualche microspia all’interno del palazzo quando dalla porta a fianco uscì una coppia strana. Li osservò di sottecchi mentre i due si stavano allontanando ridendo e li seguì per un po’. D’un tratto una parola di lei lo fece rimanere paralizzato permettendo loro di allontanarsi nella folla.
La Creatura si riscosse e riprese a seguirli riflettendo. Quella donna aveva chiamato l’uomo Principe… li seguì ancora sperando di poter ottenere qualcosa di più.
I due si fermarono in un bar e lui fu costretto a sedersi indifferentemente a un tavolo vicino e prendere fra le mani il menù. Ascoltò attentamente i loro discorsi che continuavano a vagare ovunque ma senza ottenere nulla di più specifico.
Spostò per un istante la sua attenzione sulla donna fingendo di essere particolarmente interessato al bicchiere che si era fatto portare pieno di un liquido ambrato che odorava di limone e aveva uno strano retrogusto di fragola.
Qualcosa in quella donna lo attirava e lo spaventava nello stesso tempo nonostante non potesse vederne il volto a causa del cappuccio calcato sulla testa. I suoi movimenti erano veloci e quasi strani per un aliena eppure aveva il tipico accento di Fonsagh, usato solo nella città e dintorni. Teneva il bicchiere e beveva in modo anomalo eppure sembrava a proprio agio con quella bibita come se conoscesse a fondo da dove provenisse. La sua voce aveva un che di aristocratico e quasi esotico.
La Creatura si chiese che cosa dovesse temere da lei… forse il suo volto celato da quel cappuccio rosso cupo? No, non credeva. Forse era tutta quella tensione per non sapere dove fosse finita la Principessa. Appena la luna piena fosse apparsa in cielo, fra circa tre notti, lui avrebbe dovuto incontrare le donna e convincerla a convertirsi al male. Da quel giorno in poi sicuramente la Principessa avrebbe preso sempre più coscienza della sua vita precedente e non ci sarebbe stata più possibilità di farla tornare alla ragione… e inoltre bisognava stare attenti che non comparisse la sua guerriera. Era una donna terribile e con una forza straordinaria… quasi impossibile da sconfiggere. Pochi avevano il suo livello di combattività e grazie a lei la Principessa era sempre stata al sicuro, più di due millenni fa.
La Creatura tornò a rivolgere la sua attenzione alla coppia fissandosi questa volta sul ragazzo. Aveva un’aria familiare, come se lo avesse già visto da qualche parte. La donna lo aveva chiamato principe… che fosse il famoso Rath? Del resto poteva benissimo esserlo e inoltre aveva l’aspetto umano, non alieno! Eppure chi era quel ragazzo che aveva visto spesso affacciarsi a una delle finestre che davano sul giardino? Non erano per niente rassomiglianti l’uno con l’altro. Quanti terrestri abitavano quel palazzo?
La Creatura decise di pagare il conto e lasciare la coppia per dirigersi nella biblioteca di Fonsagh e leggere gli ultimi articoli riguardanti i reali e individuare qualche fotografia che potesse aiutarlo a capire. Prese il giornale che parlava dell’incoronazione di Zan. C’era una grossa fotografia di quando, da parte di un generale maggiore, era stato donato lo Scettro del Potere e la Spada d’Argento al ragazzo. A lato, in una raffigurazione minore, c’erano gli altri membri della famiglia Reale preesistita. Una era la donna che aveva visto nel giardino al fianco della Principessa, l’altra invece era una bionda piccola e con lo sguardo luminoso, come di aspettativa. Infine, ecco il ragazzo che aveva visto prima… in piedi, lo sguardo altero e con l’aria di chi è fiero per un amico.
La Creatura depose l’articolo e uscì velocemente dalla biblioteca. Si rifugiò al sicuro in una stradina deserta e compì la metamorfosi. Fatto questo, si diresse velocemente a palazzo sperando che il Principe rimanesse in città per molto tempo senza decidersi a tornare proprio nel momento sbagliato.
Attraversò il giardino, percorse il viale che lo separava dall’ingresso ed entrò eludendo tranquillamente le guardie con un solo cenno del capo. Quando si ritrovò nell’atrio per un momento rimase ad osservare la magnificenza delle decorazioni, dei quadri e degli arazzi, delle armature e delle armi stesse.
Indeciso su dove incamminarsi mosse qualche passo verso la grande scalinata quando sentì una voce chiamare qualcuno.
Si girò e fissò la biondina che aveva visto nella foto alla biblioteca - Ava! - esclamò.
Tess lo fissò stranita - Michael… che cos’ hai? - non capiva perché l’avesse chiamata con il nome alieno.
La Creatura scosse la testa - Niente, niente. Solo che ho dimenticato una cosa e stavo pensando a dove l’ ho messa.
Tess stava non capendoci più nulla. Michael che dimenticava, che parlava persino con lei nella lingua aliena… che significava? Provò a parlare in Americano - Magari in camera tua?
L’immagine di Michael aveva pensato anche a questa eventualità e aveva attivato il traduttore simultaneo - Hai ragione… ora ci vado subito - le voltò le spalle fingendo di dirigersi verso le scale poi si girò e con uno strano sorriso sul viso domandò casualmente - Chissà cosa staranno facendo Zan e Alisa… saranno già arrivati a… - finse di non ricordarsi il nome - …a…
Tess non capiva. Michael non le sembrava il solito di sempre ma pensò che fosse dovuto alla stanchezza. Adesso che non c’era Max (e le sembrò strano che l’amico l’avesse chiamato Zan) un po’ del lavoro del re era ricaduto sulle loro spalle oltre a quello che già avevano e forse quella mattina Michael aveva già dovuto assorbirsi qualche compito del re - A Naggar…Michael, dovresti stare più attento a non stancarti troppo.
Tess lo fissò per un momento e poi lo sorpassò andandosene e scotendo la testa.
La Creatura rimase ferma ad aspettare che Ava scomparisse in uno dei corridoi al piano terra e poi ritornò nell’atrio, uscì dopo aver ricevuto un’occhiata perplessa delle guardie e attraversò il giardino. Ritornò al suo albergo.
Prese il ricevitore da una delle borse piene di aggeggi elettronici e chiamò la base dei suoi alleati che si trovava non molto lontano dalla periferia di Fonsagh.
- La Principessa si è allontanata dalla città insieme al Re di questo pianeta… si, si sono diretti a Naggar… circa una giornata, il tempo di arrivare da voi e poi partire e siamo arrivati a destinazione… abbiamo solo tre giorni, credo sia meglio intervenire subito arrivati, rapirla e far sparire le tracce prima che la guerriera si accorga di quello che abbiamo fatto… arrivo fra circa un’ora.
La Creatura depose il trasmettitore e si girò a guardare le strade affollate di Fonsagh… forse aveva individuato quello stesso giorno la guerriera ed erano avvantaggiati che fosse rimasta in città.

Aspettativa

Liz passeggiava avanti e indietro nella sua camera, nervosa per quello che sarebbe potuto succedere quella notte. Erano arrivati da circa un’ora e aveva scoperto che Max aveva fatto preparare una sola camera matrimoniale. Per adesso non era ancora tornato e le aveva lasciato il tempo di farsi una doccia… guardò l’orologio. Era quasi ora di cena e Isabel aveva detto di sciogliere prima l’incantesimo. Forse Isabel avrebbe potuto dirle la ragione per cui Max… l’avrebbe contattata appena avesse ridato a Maria l’aspetto umano.
Liz se ne andò in bagno e prese la pietra. Chiuse gli occhi e si concentrò.

Michael e Maria

Maria e Michael stavano seduti a un tavolo in un ristorante rinomato della città. Uno dei camerieri aveva lasciato a Michael il posto d’onore nonostante i continui rifiuti di quest’ultimo e adesso si trovavano sotto il palco dove più tardi ci sarebbe stato uno spettacolo.
Maria non aveva mai assistito a uno spettacolo malgrado fosse a Fonsagh da sei mesi. Ma era così divertita all’idea che Michael l’avesse invitata fuori a cena che riusciva a mantenere una conversazione brillante a dispetto del dover tenere la voce bassa.
Michael l’ascoltava attentamente interrompendola se non fosse d’accordo con lei e ciò accadeva abbastanza spesso da far ricordare a Maria i momenti passati insieme sulla Terra quando loro due, come coppia, non facevano altro che bisticciare.
I due ragazzi avevano passato assieme una giornata fantastica. Michael, dopo un paio di commissioni nel centro di Fonsagh, dove aveva acquistato numerosi strumenti di alta tecnologia e ne aveva ordinati altri da mandare a Tagart per aumentare l’efficacia del Viaggio Iperspaziale, per migliorare i computer di bordo e installare nuove e più potenti armi, l’aveva portata in un bar dove erano rimasti per più di due ore. Lì però aveva notato una cosa strana. Un uomo, seduto ad un tavolino vicino, li aveva osservati per molto tempo. Ma non era per quello che si era insospettita… quell’alieno le sembrava di averlo già conosciuto nonostante la sua esteriorità non le ricordasse niente. Era qualcosa di antico, qualcosa che le faceva correre dei brividi lungo la schiena.
Nel pomeriggio Michael l’aveva accompagnata in giro per la città. Prima l’aveva portata nel Museo Futuristico, poi in un osservatorio, in biblioteca e infine a fare un giro di shopping. Poi l’alieno le aveva proposto di cenare fuori e si erano fermati lì, in quel ristorante.
- Marsia - stava dicendole Michael in quel momento - Passando assieme a voi questa giornata ho notato che assomigliate molto a una ragazza che ho conosciuto molto tempo fa.
- La ragazza che amate? - ma mentre pronunciava quelle parole la avvolse una strana sensazione.
Cominciò ad avere caldo, i suoi occhi si offuscarono, il corpo sembrò trasformarsi. Stava provando le stesse percezioni di quando Liz le ridava l’aspetto normale, quello di Maria. La vista tornò a normalizzarsi e Michael fu nuovamente davanti ai suoi occhi. Probabilmente non si era accorto di niente perché tutto era durato un attimo.
Maria scosse la testa incapace di credere che di punto in bianco fosse tornata ad essere se stessa.
Allungò una mano verso di lui e gliela prese. Troppo tardi si accorse che quella era una mano umana. Michael gliel’aveva già afferrata e gliela stringeva forte. La ragazza sollevò il suo sguardo spaurito su di lui e notò l’espressione di incredulità negli occhi del ragazzo.
Michael la fissò. I suoi occhi tentavano di scrutare fin sotto il cappuccio. Allungò una mano verso di lei e, sotto lo sguardo sorpreso di Maria, le fece scivolare il cappuccio dalla testa. La cascata di capelli biondi, ancora più lunghi di quando lui l’aveva vista l’ultima volta, si liberò scivolando leggera e spumeggiante sulle spalle. Sentì la mano dell’alieno accarezzarle la guancia come per assicurarsi che fosse davvero lei.
Nel ristorante calò una pausa di silenzio, tutti si erano girati verso di loro. Maria si sentì osservata e il cuore smise di battere sotto lo sguardo inquisitorio di Michael.
- Michael - mormorò a fior di labbra - Io…
Michael si mise l’indice davanti alle labbra e continuò a percorrerle il viso, i capelli e infine il collo con la mano. Finalmente una parola uscì dalle sue labbra ma non fu altro che qualcosa di strozzato, una voce ferita - Maria!

Liz e Max

Era una notte chiara illuminata da una luna quasi piena. Il mare, a pochi metri dalla grande casa che aveva un che di stile ottocentesco, si infrangeva sulle rocce facendo risuonare il rumore attraverso i vetri aperti per far entrare la frescura della notte nella casa accaldata.
Liz si stava guardando allo specchio, delusa di non essere riuscita a parlare con Isabel ma contenta che Max fosse entrato solo un momento per cambiarsi per la cena. Aveva detto che aveva dovuto sbrigare alcune faccende in paese e perciò era rimasto fuori quel paio d’ore prima di cena.
Adesso la aspettava nella piccola sala che non era niente al confronto di quella a palazzo.
La ragazza scosse la testa e si decise a uscire.
La cena si svolse in un silenzio teso perché entrambi sapevano quello che sarebbe successo dopo a meno di qualche inconveniente. Liz mangiucchiò scoprendo di non aver fame e poi chiese il permesso a Max di uscire a fare una passeggiata sulla spiaggia.
Lui si offrì di accompagnarla cogliendo l’occasione di poter parlare con lei su quello che lo affliggeva, ma lei rifiutò decisa a voler riflettere sulla situazione in cui si era cacciata.
Mentre lasciava leggere orme nella sabbia si stava domandando che cosa era successo a Maria nel momento in cui le aveva restituito il suo aspetto umano… se finalmente si era ricongiunta con Michael. Era curiosa e inoltre si aspettava da un momento all’altro di parlare con Isabel. Forse lei le avrebbe alla fine detto la ragione per cui Max si era comportato così nei suoi confronti in quanto Liz.
Liz scosse la testa e si sedette su una roccia a pensare. Il suo sguardo si perse all’orizzonte e qualche lacrima cominciò a luccicarle lungo la guancia. Si sentiva persa e incapace di risolvere tutto quello che le stava succedendo.
Inaspettatamente osservò il paesaggio mutare e trasformarsi in qualcosa di così familiare e vicino che un senso di nostalgia le attraversò il cuore come la lama fredda di un coltello. I luccichii degli spruzzi dell’acqua salata mutarono nelle stelle della notte, lo spazio attorno a lei divenne un vuoto quasi assoluto ad esclusione del davanzale su cui stava seduta.
Liz si toccò la fronte aspettandosi di sentire sulla sua fronte un diadema… un gioiello che aveva portato molto tempo prima ma quando lo fece eccola nuovamente sulla spiaggia. Con un sospiro si alzò in piedi scotendo la testa per cancellare quella strana visione dalla mente pensando che fosse solamente suggestione.
Ritornò alla casa che si stagliava in cima alla scogliera, illuminata da poche luci azzurre come a segnalarne la presenza. Salì le scale che l’avrebbero condotta in casa ed entrando si guardò attorno come a cogliere un qualsiasi movimento che le avrebbe segnato la presenza di Max, rimasto lì ad aspettarla.
Delusa e un po’ spaventata proseguì lungo il corridoio fino a giungere davanti alla porta della loro camera e bussò prima titubante e poi un po’ più forte.
- Avanti! - gridò Max dall’interno.
Il cuore di Liz perse un colpo e cominciò a battere sempre più forte mentre abbassava la maniglia della porta per entrare.
I suoi occhi si appuntarono su Max dall’altra parte della stanza intento a osservare fuori dalla finestra. Lo sguardo sembrava ovunque tranne che lì dove stavano loro, forse lontano milioni di anni luce.
- Zan… sono tornata - mormorò Liz incapace di trovare qualcosa di interessante da dire.
- Ti ho vista - si girò verso di lei e le sorrise, uno di quei sorrisi che le scaldavano il cuore.
Liz si avvicinò mentre sentiva il cuore in gola. Si fermò a pochi centimetri da lui sperando di poter scorgere nell’espressione del suo viso qualcosa che poteva consigliarla sul da farsi. Max però non rimase ad aspettare e abbassò le sue labbra su di lei. Le sue mani le presero il viso e poi si abbassarono sul collo e infine sulla schiena.
Liz si irrigidì e lo respinse capendo cosa avesse intenzione di fare. Però, come aveva detto Maria, non voleva che la sua prima volta fosse con l’aspetto alieno.
- Alisa, perché… perché ti comporti così? Un momento sei affettuosa e subito, appena io ti ricambio, diventi fredda e ti allontani evitandomi! - esclamò Max lievemente adirato.
Liz cominciò a camminare nervosamente per la stanza sperando di poter trovare un risposta che potesse trarla di impiccio. Niente! Non le veniva niente in mente in quel momento.
- Siete stata voi ad accettare questo matrimonio così velocemente… se proprio volevate conoscermi meglio avreste potuto rimandare la data, tergiversare! Ho bisogno di voi adesso! Qualcosa in voi mi attrae e credo di amarvi davvero… e nei vostri occhi riesco qualche volta a intravedere che non vi sono indifferente - Max le si avvicinò nuovamente e la prese per le spalle.
Liz scostò lo sguardo, le lacrime agli occhi accorgendosi che era passato nuovamente al voi nonostante fossero soli - Anche io ti amo Max!
Lui si scostò velocemente da lei come scottato. In quelle parole aveva visto Liz, la sua Liz, quella ragazza che si era sposata - Chi siete veramente?
Liz si morsicò le labbra poi decisa prese la pietra con una mano mentre con l’altra si copriva il viso e chiuse gli occhi. In un attimo eccola essere nuovamente la Liz umana e non più Alisa, gli stessi caldi occhi castani e i lunghissimi capelli lisci sulle spalle.
- Ora ti ricordi di me, Max? Ora riesci a capire perché mi sono comportata così per tutto questo tempo? Tutto questo per qualcosa che non riesco a capire… perché Max! Perché mi hai fatto questo? Perché hai voluto sposare un’altra? - Liz si avvicinò puntandogli un dito addosso - Non ho mai smesso di amarti! Ti ho seguito su questo pianeta solamente per poterti rincontrare un giorno senza che tu mi spedissi via, nuovamente sulla Terra sola, ad aspettare che tu ritornassi con solamente il tuo ricordo a farmi compagnia! Adesso vorrei solo capire perché!
Max aprì più volte la bocca senza sapere cosa dire mentre Liz stava al centro della stanza, gli occhi poco prima bagnati di lacrime, adesso erano socchiusi in segno di collera, il petto ansante, la mano a mezz’aria.
L’alieno, ripresosi dalla sorpresa, riuscì a bisbigliare - Liz, sei qui!
- Sì, Max. Sono qui per te.

Continua...

Scritta da Acqua


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