Riassunto:
seguito di "Holy": Max e Tess vanno a liberare Michael e Isabel con Nasedo, ma vengono catturati. Liz e Alex li salveranno e poi i quattro alieni e la bambina andranno nel deserto per attivare "l'equilibrio dei poteri".
Data
creazione: 18/6/2001 - 23/6/2001
Valutazione
contenuto: per tutti.
La mia
E-mail è: acqua@roswellit.zzn.com
Disclaimer: tutti i diritti dei personaggi appartengono alla WB tranne gli alieni e
Holy. Il racconto è proprietà del sito Roswell.it
Nota
dell’autrice: le parti in corsivo sono quelle che spaziano dal vero
corso della storia mentre quelle in neretto sono visioni o cose simili.
Max
salì sulla jeep e a fianco a lui c’era Tess mentre dietro si era seduto
Nasedo. Non sapeva dove stava andando ma pregò che l’istinto lo guidasse
dalla parte giusta.
- Forse Liz aveva ragione! - esplose poi - Non sappiamo dove dobbiamo andare!
Tess sembrò a disagio e perciò preferì tacere. Credeva d’aver fatto la
cosa opportuna e quindi non voleva ammettere che Liz poteva essere utile
nell’impresa.
Il cellulare di Max squillò.
- Non rispondere! - ordinò Nasedo.
Max scosse la testa - Non puoi impedirmi di farlo. Potrebbero essere buone
notizie o indizi provvidenziali sulla strada da prendere.
- Pronto! - rispose Max - Perché?… Va bene. Mi fido… Ciao.
- Chi era ? - domandò Tess.
- Era Liz. Mi ha detto che sono alla fabbrica dei giocattoli. Non capisco perché
proprio quel posto dovevano scegliere!
- E’ abbastanza lontano dal centro abitato, ma anche poco sospetto. Sanno che
la polizia sta cercando qualcuno che è fuggito due notti fa dalla prigione -
rispose Nasedo sicuro di sé.
Max osservò la strada e si accorse che stava andando dalla parte opposta a
quella che conduceva alla fabbrica. Compì un’inversione e accelerando
cominciò a dirigersi verso i suoi amici.
-
Non sono tranquilla! - esclamò Liz camminando avanti e indietro.
- Nemmeno io! - concordò Maria - E se fosse già successo loro qualcosa?
Liz la fissò tesa - Non è nemmeno un quarto d’ora che li ho chiamati…
Cerchiamo di stare calmi e tutto si risolverà.
- Parla Miss pazienza in persona - brontolò l’amica - Siediti altrimenti
finirò per imitarti.
Holy
arrivò saltellando dalla cucina accompagnata da Alex. Tra le mani aveva un
pacchetto di cracker e nell’altra teneva ancora l’orsacchiotto alleggerito.
- Spero che la signora Evans non abbia nulla da ridire - affermò Alex - Non
potevo di sicuro lasciarla morire di fame.
- Non credo. Prima di tutto ci vorrà un po’ prima che lei o suo marito
tornino dal lavoro. Inoltre se la vedessero verrebbero immediatamente
conquistati da quel bel visino! - Liz si avvicinò alla figlia e la sollevò in
braccio.
Fu
travolta da una visione improvvisa. Max
e Tess si trovavano all’interno della fabbrica ma venivano sorpresi mentre
tentavano di liberare Michael. Isabel non era in vista. Nasedo al contrario era
stato sistemato e si poteva vedere il suo corpo disteso. Sicuramente i nemici
sapevano con chi avevano a che fare.
Liz
tenne in braccio la bambina e corse a prendere la giacca in anticamera. Maria
la raggiunse e la guardò stizzita.
- Adesso che intenzioni hai? - domandò l’amica.
- Vado a salvare Max e Tess! Sono stati catturati insieme a Michael. Ho appena
avuto una visione.
- E come pensi di farcela? - chiese Alex apparendo nel vano della porta.
Liz sorrise - Con l’aiuto vostro e di Holy. Io ho la pietra, Holy anche ma
insieme i poteri dei nostri amici, Maria hai la macchina e Alex hai la mente.
Insieme elaboreremo un piano perfetto.
Maria sbuffò - Io devo fare l’autista?!
- Dovremo pur scappare una volta usciti, no? - esclamò Liz.
- Non ha senso - affermò Maria.
- Sì che lo ha!
- E metteresti in percolo la vita di Holy?
- Non sarà in pericolo finché rimarrà in macchina! - Liz si avviò
all’uscita - Ora è meglio muoversi prima che sia troppo tardi. Mancano
appena tre ore alle quattro del pomeriggio.
Michael
fissava torvo Tess e Max. E adesso come se la sarebbero cavata? I suoi
salvatori erano stati catturati e nessun altro era in grado di salvarli. A meno
che…
- Magari Liz ci raggiungerà! - disse speranzoso.
Max scosse la testa - No. Mi aveva promesso che sarebbe rimasta con Holy.
- Quindi adesso cosa potremo fare? Non c’è via di scampo!
Si trovavano in una delle stanze della fabbrica. Quel giorno i lavoranti erano
in sciopero e perciò era tutto chiuso.
I due ragazzi erano entrati e avevano subito individuato Michael. Ma era
sicuramente una trappola, ma Max e Tess non se ne erano accorti. Li presero
immediatamente.
- Come posso essere stato così stupido? Avrei dovuto immaginarlo… - esclamò
Max.
- Ora non è il momento di rimproverarsi. Per quello c’è tempo anche dopo,
quando saremo fuori di qui. Tess… tu non riusciresti da qui ad avvisare Liz?
La ragazza scosse la testa - E’ troppa la distanza che ci separa!
- E Isabel? Dove sarà? - domandò Michael tentando di forzare le corde.
- Spero non le abbiano fatto niente altrimenti non so cosa potrei fargli a
questi maledetti! - ingiunse Max con rabbia.
Improvvisamente si accorse che qualcuno gli era entrato nella mente e pensò
che fosse sua sorella. Invece no… era sua figlia!
(“Papi, stiamo venendo a salvarvi. Dovete solamente dirci dove siete”
“State lontano da qui”
“Mai. Siamo fuori dalla fabbrica. La mamma dice che piuttosto si fa prendere
anche lei che lasciarti qui. Dove siete?”
“Dille che non lo so con certezza. Ci sono solamente i nastri trasportatori e
credo che siamo in qualche punto sotto terra”
“Ora verremo a prendervi. Abbiate solamente pazienza di attendere”
“Aspetta…” tentò di replicare Max ma la figlia già non c’era più.
Aveva interrotto il collegamento).
Quando riuscì a focalizzare nuovamente ciò che lo circondava si accorse dello
sguardo ansioso di Michael.
- Era Isabel? Sta bene? - chiese il ragazzo.
Max scosse la testa - Era Holy - Abbassò la voce - Dice che sono tutti qui
fuori dalla fabbrica e stanno venendo a prenderci.
Liz
si mosse in punta di piedi verso una delle finestre. Maria stava insieme ad
Holy in macchina nascosta in mezzo al bosco pronta a mettere in moto il motore.
Alex era andato con Parker e insieme speravano di raggiungere una delle catene
di montaggio.
- Hai detto che questa è vicina all’area A? - domandò Liz.
- Sì - assicurò il ragazzo.
Alex, durante il viaggio, attraverso un computer portatile si era intrufolato
nel cervello elettronico centrale dell’industria e aveva trovato una mappa.
Ora stava andandosene in giro con quello mentre speravano di raggiungere il
posto giusto. L’area A era quella più sicura, ma gli altri potevano essere
nascosti nella B o nella C.
Liz si ritrovò immersa nel buio tra scaffali pieni di scatole. Probabilmente
erano finiti in uno dei magazzini.
- Dove dobbiamo andare adesso? - domandò la ragazza a bassa voce.
Alex consultò la sua guida - Di là. Scendiamo le scale e siamo arrivati
all’area A con i macchinari di fabbricazione.
- Forza!
Con una piccola pila in mano camminavano cauti. Chissà cosa potevano trovarsi.
Si sentirono dei passi avvicinarsi e Alex le fece segno di nascondersi
all’interno di un armadio. Lui invece si accucciò sotto una scrivania.
Il ragazzo vide passare qualcuno e dalle gambe sembrava un uomo robusto.
Dovette premersi una mano sulla bocca per non urlare. Dietro a lui invece passò
una donna. Lo capì immediatamente, anche perché si vedevano le gambe nude
(Alex pensò indossasse dei pantaloncini).
- Gyot, non credo ci sia nessuno! - esclamò la seconda.
- Uhm. D’accordo con te. Sarà stato qualche rumore proveniente da fuori.
Forse è meglio controllare lì - rispose l’uomo.
Uscirono e chiusero una porta, probabilmente quella d’ingresso al magazzino.
Alex, dopo essersi guardato nuovamente attorno per rassicurarsi che non ci
fosse più pericolo, andò a recuperare Liz e insieme raggiunsero l’entrata.
Liz abbassò la maniglia, ma la porta rimase chiusa.
- E adesso cosa facciamo? - domandò Alex - Mai che ci sia un alieno quando
serve a portata di mano.
Liz rimase perplessa - E se facessimo come quelli dei film? Prendo due fil di
ferro, li infilo nella serratura e tento di far scattare il meccanismo.
Alex la guardò scettico - Quelli sono film. Potremmo rimanere qui tutta notte
senza risolvere un bel niente!
- Tu vai a cercarli e cimentati. Io nel frattempo vedo se con la pietra posso
risolvere qualcosa.
Whitman sbuffò e andò alla ricerca. Gli sembrava che ultimamente fosse quello
il suo compito, cercare!
Liz strinse la pietra e questa cominciò a brillare. Senza nemmeno accorgersene
Parker sollevò la mano e vide formarsi da tanti brillantini una chiave
luccicante mentre da qualche parte ci fu uno strano rumore sordo. La inserì
nella serratura e girò. Sembrò che qualcosa scattasse e alla fine la porta si
spalancò senza che lei nemmeno abbassasse la maniglia.
Alex tornò quasi subito e la guardò con rimprovero. Più tardi le disse che
si era tirato un’intera scatola sui piedi per trovarle quei fili e a lei
adesso non sarebbero serviti. Liz alzò le spalle e gli consigliò di non
perderli.
Scesero le scale movendosi lentamente e in punta di piedi. Finalmente trovarono
una porta aperta da cui filtrava la luce dei lampadari della stanza. Entrarono
e si riparano dietro a un mobile a spiare.
- Adesso che li abbiamo tutti possiamo considerare compiuta la missione.
Dopotutto basta riportarli su Antar e li consegneremo alle forze dell’ordine
- disse una voce.
- No! Il tuo problema è che fai tutto troppo semplice. Se riportiamo solo loro
c’è sempre la minaccia di quei terrestri… - rimproverò un uomo.
- Cosa vuoi che sappiano fare! Non hanno alcun potere. Sei convinto che
sappiano attivare l’astronave con cui i loro amici sono arrivati? Non credo
che nemmeno il re che teniamo fra le nostre mani lo sappia fare - ribadì
nuovamente l’altra voce.
- Li sottovaluti. In questo mezzo secolo se non sbaglio la loro tecnologia è
notevolmente migliorata. Finiremo per ritrovarceli su Antar e dopo chi lo
spiega al nuovo re?
- Siamo briganti arruolati specificatamente per questa missione: riportare vivi
su Antar la famiglia reale. Se poi però hanno deciso che vogliono anche gli
altri noi cosa possiamo farci? Non hanno nemmeno offerto un compenso migliore
di quello iniziale!
- Possiamo barattarli, no? - esclamò l’uomo che aveva parlato per secondo.
Liz fece un segno ad Alex con la testa e tornarono fuori sulle scale.
- Guarda dove si trova l’area B. Questa zona è sotto controllo. Max e gli
altri devono essere informati riguardo a questa storia.
Max
sollevò la testa quando sentì dei passi avvicinarsi a loro. Vide la
capigliatura viola e gli occhi azzurri che aveva fissato due notti prima. La
ragazza stava portando tirando per un polso Isabel. Izzy sembrava avesse lo
sguardo perso nel vuoto e per un attimo Max credette che non si ricordasse più
di nulla. Guardando Tess e Michael la ragazza non aveva dato segni, ma poi,
incontrando il suo sguardo, gli occhi le si erano illuminati.
- Cosa le avete fatto?! - esclamò Evans.
- Quello che faremo anche a te se non te ne starai zitto! - rispose
rabbiosamente la ragazza.
Michael ritrovò il suo sarcasmo - Ma quanto sei coraggiosa con delle persone
legate.
- Michael! - proruppe Tess.
La ragazza sorrise - Avremo tutto il tempo per fare un duello alla pari io e
te.
Buttò Isabel in malo modo a fianco di Tess e fece per andarsene. Sulla soglia
però incontrò qualcuno che non aveva mai visto. Immaginava chi potessero
essere.
- I terrestri! - sibilò fissandoli.
Liz annuì e la vide muovere una mano verso il giubbotto che indossava. Immaginò
che volesse prendere un walkie-talkie. Parker decise di muoversi prima che si
ritrovassero circondati. La colpì in viso col dorso della mano e dopo di ché
le tirò un calcio nello stomaco. La ragazza si riversò sul pavimento e prima
che potesse emettere un urlo Alex le diede il colpo di grazia con un pugno
sulla nuca.
- Dormirà per un po’ e al suo risveglio avrà un bel mal di testa - affermò
Whitman soddisfatto.
Liz raggiunse i suoi amici seguita dall’altro.
- State tutti bene? - domandò la terrestre.
- Credo di sì tranne Isabel. Le avranno dato qualcosa… non so… - rispose
Max.
Liz lo liberò e così liberò Tess.
- Liz… mi spiace per quello che ti ho detto a casa di Max! - si scusò
sinceramente la biondina.
Parker sorrise - Non preoccuparti. Adesso però scappiamo. Alex! Tiraci fuori
di qui!
Michael sollevò Isabel tra le braccia, Liz seguì Alex mentre Max e Tess
decisero di rimanere in coda alla fila per riparare le spalle.
Si bloccarono quando si accorsero che l’entrata al magazzino da cui erano
entrati era bloccata da tre persone: due uomini e una donna.
- Ero sicuro di avere chiuso a chiave la porta del magazzino. E se gli alieni
fossero scappati? - disse la voce che Alex riconobbe come quella dell’uomo
robusto.
- Proviamo a contattare Kilia per chiederle come vanno le cose nell’area B.
Alex e Liz si fissarono e insieme compresero che dovevano trovare al più
presto una via di uscita. Kilia probabilmente era la ragazza svenuta dove Max,
Michael, Isabel e Tess erano prigionieri.
Alex individuò un’altra via di fuga e disse che dovevano salire verso
l’alto. Silenziosamente sei ombre scivolarono al piano superiore e
raggiunsero gli uffici. Si nascosero appena in tempo in uno di quelli per
rifuggire a una sentinella.
Liz guardò giù da una delle finestre e si accorse che l’altezza non era
delle più opportune. Fu raggiunta da Max.
- Un’idea migliore non potevi averla Alex! Pensi che potremo buttarci giù di
qui? - affermò Liz tornando dentro.
Fuori era ancora chiaro, dopotutto era le tre meno un quarto del pomeriggio.
Alex si avvicinò per controllare - Uhm… credevo fosse meno alto! Non ci sono
altre vie d’uscita. Ormai le avranno chiuse tutte e tra poco gli verrà in
mente di circondare l’edificio e di controllare gli uffici. Direi che abbiamo
poco meno di cinque minuti.
Liz si aggirava nervosa per la stanza e Max la fissava.
- Se usassi la pietra? - domandò il ragazzo.
- La pietra, la pietra! E se non funzionasse?
- Prova! Capisci Liz che se non funziona siamo fregati?! - esclamò furioso
Michael mentre deponeva delicatamente Isabel su una sedia.
Alex si avvicinò all’aliena e rimase a controllare se non avesse ferite -
E’ come se fosse drogata! Dobbiamo portarla al più presto da un medico.
- Max! Non puoi fare niente? - domandò Liz e involontariamente strinse la
pietra.
La ragazza si sentì spingere da una forza improvvisa verso la finestra e fu
catapultata fuori ritrovandosi in un momento a terra con la schiena a pezzi.
Non capiva cosa fosse successo e tentò di rialzarsi. Il respiro le si bloccò
e dovette rimanere a terra. Guardando verso l’alto individuò il viso ansioso
degli altri e tentò di comunicare che stava bene anche se non troppo.
Alla fine riuscì a tirarsi in piedi e alzò il viso. Cominciò a sentire il
sopraggiungere delle guardie che probabilmente avevano sentito la sua caduta e
senza pensarci alzò la mano verso Max.
Evans si sentì sollevare da terra e in un attimo si ritrovò accanto a Parker
coi piedi per terra. Aveva volato, o meglio era stato trasportato. Poi fu la
volta di Michael e Isabel contemporaneamente. Liz diede segni di fatica.
La ragazza stava per teletrasportare anche gli altri due rimasti ma Max la buttò
a terra giusto il tempo per farle schivare un raggio di luce.
- Dobbiamo andarcene di qui altrimenti ci uccideranno! - esclamò Michael.
- Non possiamo lasciarli lì! - affermò Liz mentre Max tentava di trascinarla
via.
- Lo so. Ora tu devi andartene. Penserò io a loro! - le rispose il ragazzo.
Liz puntò i piedi e si bloccò. Stavano arrivando velocemente - Max. Vai tu!
Curati di Holy.
- Ma Liz…
La ragazza non gli diede retta. Corse verso l’edificio abbandonandolo lì e
Max imprecò. Non sapeva cosa fare, ma non poteva lasciarla lì.
- Michael! Raggiungi Maria - ordinò poi.
- Max. Devi venire con noi. Liz sa quello che fa e credo che questo tu
l’abbia già capito - Michael riprese a correre. Si sentiva le braccia
indolenzite e aveva paura per Isabel - Inoltre sei l’unico che forse può
riportare Isabel alla realtà.
Max non poté che abbassare la testa sconfitto e correre verso il folto del
bosco dove Liz gli aveva detto.
Liz
corse e per un istante le sembrò di entrare in un’altra dimensione. Non
vedeva che colori attorno a sé e si ritrovò nuovamente nell’ufficio. Non
c’erano più né Alex né Tess. Si affacciò alla finestra giusto in tempo
per vedere che alcuni si erano fermati perplessi a guardare dove lei era prima.
Capì allora il funzionamento della pietra.
Lei stessa era ciò che la metteva in moto. Se lei desiderava fare una cosa
quella avveniva. Aveva desiderato arrivare all’ufficio e così era stato. Ma
quando aveva dubitato di se stessa allora anche la pietra aveva funzionato male
facendola cadere sul terreno di sotto pochi istanti prima.
Ora desiderava trovare Alex e Tess e le loro impronte apparvero rosse come il
sangue sulla pavimentazione. Le seguì accorgendosi che il corridoio era tutto
deserto. Probabilmente gli alieni o quello che erano pensavano che fossero
usciti tutti. Non sospettavano la presenza di altre persone nell’edificio.
Liz però camminò più cauta sentendo qualcosa di strano nell’aria. Entrò
in uno degli uffici più grandi che aveva la moquette blu. Doveva essere
l’ufficio del capo della ditta. Scoprì che c’era un’altra porta e stava
dirigendosi verso di essa. Dietro le impronte scomparivano.
- Finalmente ti ho ritrovata - esclamò una voce.
Liz si voltò per trovarsi a fissare Kilia - Ancora tu!
- Credevi di esserti liberata di me così facilmente? - sorrise l’altra
avvicinandosi.
- Devo ammettere che non si può avere tutto dalla vita.
La ragazza dai capelli viola si bloccò a pochi passi da Parker - Hai
dimostrato di saperti difendere… Ma come te la sapresti cavare in duello ad
armi pari?
- Mi stai forse sfidando? - domandò Liz perplessa. “Ma dov’era Alex?”.
- Ovviamente! Diciamo che ti lascio andare per questa volta se mi batti.
Liz non sapeva che cosa fare. Aveva frequentato qualche anno prima un corso di
difesa, ma sinceramente non si ricordava granché. Cos’avrebbe dovuto
rispondere in quel caso? Sì? No? Forse?
- E quali sarebbero le armi? - domandò insicura.
Kilia sollevò le mani vuote - Queste!
Maria
tamburellava con le dita sul cruscotto. Non sopportava di rimanere lì a
guardarsi attorno senza poter fare niente. Per fortuna c’era Holy che le
teneva compagnia e le cambiava il colore dei pupazzi che aveva in macchina.
Diventavano ancora più buffi.
- Quando torna mamma? - domandò la bambina che si era seduta e guardava fuori
dal finestrino con aria assorta.
- Non lo so piccola. Ma penso che a momenti sarà qui! - Maria si stava
preoccupando però non voleva farlo capire alla bimba.
DeLuca appoggiò la testa al sedile e chiuse per un momento gli occhi. Le sue
preoccupazioni per quello che poteva essere loro successo si decuplicavano di
minuto in minuto. E a Michael cosa stavano facendo? E Liz e Alex erano riusciti
a raggiungerli?
Riaprì gli occhi quando sentì la bambina chiedere - Chi è quello, zia Maria?
A Maria cominciò a battere il cuore. Finalmente erano arrivati e guardò verso
la direzione che indicava Holy. Ma non erano Liz e Alex con gli altri. Era un
uomo grande e grosso che si dirigeva verso la sua auto con un fucile in mano.
Maria non si poté trattenere dal gridare e senza pensarci troppo accese il
motore. Inserì la retromarcia, poi la prima e curvò dritta verso di lui. Non
avrebbe mai immaginato che avrebbe avuto il coraggio di uccidere qualcuno così
a sangue freddo. Partì comunque un colpo.
- Maria! - si sentì chiamare dal sottobosco.
La ragazza riconobbe all’istante la voce - Michael! - abbassò il finestrino
e ripeté - Michael!
Lo vide apparire con in braccio Isabel subito seguito da Max correndo. Senza più
capire quello che stava facendo aprì la portiera e corse loro incontro.
- Zia Maria! Aspettami! - gridò Holy tentando di raggiungerla.
Maria si fermò di fronte a loro e fissò Isabel - Che cos’è successo?
- E’ stata drogata, ma non so che effetto fa su di noi! Dobbiamo portarla al
più presto a casa dove Max si prenderà cura di lei - spiegò Michael.
Maria si guardò intorno e perplessa chiese - Dove sono Liz, Alex e Tess?
Max scosse la testa - Alex e Tess non sono riusciti ad uscire e Liz ha voluto
andare a riprenderli. Non sono riuscito a fermarla!
Maria annuì - Allora andrò anch’io!
- Non dire stupidaggini! Non ti muoverai da qui! Anzi, ci riporterai tutti
quanti a casa - esclamò Michael rabbiosamente.
- Ma non possiamo lasciarli qui! - ribatté Maria.
- Andrete tu e Max con Isabel. Io andrò da loro. Max mi ha spiegato dove ha
lasciato la jeep e torneremo con quella!
- Michael… - Maria lo fissò terrorizzata - Non… stai dicendo sul serio?
Il ragazzo annuì - Mai stato più serio in vita mia! Ora fammi mettere Isabel
sul sedile posteriore. Comincia a pesarmi.
Nel frattempo Holy aveva raggiunto Max e gli era saltata in braccio. Max non
aveva mai provato tanto affetto per una creatura quanto ne provava per lei.
Come avrebbe fatto a lasciarla quando sarebbe giunto il momento?
- Mamma dov’è? - domandò la piccola appoggiando la testa sulla spalla di
Evans.
Max le accarezzò la testa - E’ andata con zio Alex e Tess. Ci aspetta a
casa!
- E perché zio Michael dice che va da loro? - chiese ancora ingenuamente lei.
Max sospirò - Perché mamma ha bisogno di zio Michael per fare una cosa
importantissima! Ma è una sorpresa…
- Una sorpresa? E perché allora vi hanno rapito?
Max non ci aveva pensato. Dopotutto lei sapeva, che senso aveva mentirle? -
Mamma è andata a salvare zio Alex e Tess. Ma zio Michael ha paura che possa
succederle una cosa e perciò va da lei!
- E perché non ci vai tu, papà?
Max non sapeva più cosa dire. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per andare da loro.
Non poteva sopportare Liz da sola mentre tentava di rientrare nella fabbrica.
Vedeva ancora quel raggio di luce che la raggiungeva e ne era torturato.
Rimise giù la figlia e fissò Michael - Ti prenderai cura di loro? Sai
benissimo che se non fosse stato per Isabel io sarei rimasto con lei.
- Non preoccuparti Max. Sarei rimasto volentieri io con Isabel ma non sono in
grado di aiutarla. Provaci e se quando siamo tornati ancora non è guarita
dobbiamo portarla da River
Dog.
Max annuì - E invece Nasedo? E’ rimasto svenuto…
- Lo cercherò! Speriamo sia ancora vivo!
Max si girò e guardò la figlia. Le fece segno di salire in macchina ma Holy
scosse la testa. La bambina cominciò a indietreggiare ed Evans capì.
- No Holy! Non farlo! - gridò il ragazzo.
Maria e Michael si girarono verso la piccola.
- Papi, la mamma ha bisogno di me. Ho sentito che gridava aiuto e devo correre
a salvarla! Solo io posso farlo… - Holy si voltò e si mise a correre.
Michael scattò - Vattene Max. Ci penso io a lei.
- Michael! - Max si mosse per seguirli ma la mano ferma di Maria lo bloccò.
- Li metteresti in pericolo se gli corressi dietro. Holy sa usare la pietra e
anche i vostri poteri, Michael sa come mettere KO qualcuno. Se Liz è in
pericolo la troveranno e la salveranno. Ora dobbiamo pensare a Isabel. Uno di
loro è già arrivato fino a qui e se non ci muoviamo finiamo per ritrovarci
circondati - Maria lo disse non solo per rassicurare Max ma anche per se
stessa.
Liz
fissava l’aliena col cuore in gola. Non aveva nessuna intenzione di
combattere, non era in grado di farlo.
Si sentì sollevare da terra e guardando sotto si accorse di essere sospesa nel
vuoto.
- Io comincio! - esclamò Kilia - Non sopporto rimanere troppo ad aspettare.
Liz si sentì lanciare e un attimo più tardi sentì un colpo forte alla
schiena e così eccola scivolare sul pavimento. Tentò di rialzarsi ma rimase
immobile: “Aiutatemi! Non resisto così”.
Kilia le si avvicinò - Già sconfitta?! Ma non è stato nemmeno divertente.
Liz alzò lo sguardo e la fissò con rabbia - Nemmeno per me!
Allungando una gamba le fece una spazzata e l’aliena cadde sul pavimento. Liz
si rialzò e strinse la pietra. Questa si illuminò e Kilia si accorse di
fissarla strabiliata.
- Ma cosa…
Non finì la frase. La luce l’investì e un attimo dopo si spense in lei. Liz
si avvicinò e le appoggiò un dito sulla gola. Il cuore batteva ancora perciò
era semplicemente svenuta. Non aveva un minuto da perdere. Si alzò e andò
verso la porta a vetri dove sparivano le impronte. La spalancò e si ritrovò
ancora nel più completo silenzio. Non c’era nessuno. Alzando lo sguardo
individuò una conduttura dell’aria e le sembrò di vedere lucette rosse. Salì
sul lavandino e rimanendo in equilibrio staccò al griglia. Erano sicuramente
passati da lì.
- Mamma! - sentì urlare da qualche punto.
Liz si immobilizzò. Cosa ci faceva lì Holy?! Si ricordò di quello che aveva
detto e corse immediatamente fuori dall’ufficio e in corridoio (finché
rimarrà in auto sarà al sicuro).
- Holy! Dove sei? - gridò incurante di chi la potesse sentire.
Qualcuno le rispose ma non era la voce della bambina - Liz!
Alex uscì da uno degli uffici in fondo seguito da Tess - Cosa ci fai ancora
qui?!
- Muoviti! Dobbiamo andare! - affermò Liz - Holy!
Alex e Tess le giunsero vicino giusto in tempo per vedere la figlia di Parker
spuntare dalle scale seguita da Michael.
- L’uscita principale è libera! Se ci sbrighiamo arriveremo alla jeep! -
disse Michael.
- E Nasedo? - domandò Tess ansiosa.
Michael la guardò e sorrise - E’ fuggito credo!
Liz annuì e prese in braccio la figlia. Michael indicò loro la strada e lo
seguirono di corsa. Scesero prima le scale e poi percorsero un corridoio largo
color amaranto. Da una delle porte che si affacciavano su di lui apparve un
alieno e i quattro ragazzi si bloccarono di colpo.
- Sbrigatevi a scappare! - gridò questi.
Tess per poco non si mise a saltare per la gioia - Nasedo!
L’alieno annuì e gli fece segno di uscire. Poi scomparve scappando nel
bosco. Michael e gli altri raggiunsero la jeep. Troppo tardi però si accorsero
che era controllata. Guerin alzò la mano e una luce intensa scaturì dalla sua
mano andando a colpire in pieno le due guardie che stavano alzando verso di
loro le armi.
- Fuori di qui siamo salvi! Rifugiamoci dove non potranno mai ritrovarci! -
affermò Tess saltando in auto. Liz e Alex montarono di dietro e Michael inserì
le chiavi dategli da Max. Partirono imboccando il sentiero dissestato lontano
da quella maledetta fabbrica.
- Mamma - mormorò la bambina.
Parker la fissò mentre la faceva sedere tra sé e Whitman. Solo allora però
si accorse degli occhi terrorizzati della bambina che fissavano Michael.
- Cosa succede Holy? - domandò la ragazza.
La figlia con un filo di voce rispose - Zio Michael è un alieno… Ho paura!
Liz la strinse a sé - E’ buono! Vedi che ci ha salvato la vita?
- Ma un alieno con quello stesso potere ha ucciso la nonna, ricordi?
Liz si morsicò il labbro - Michael è buono e vedrai che non farà mai una
cosa simile - e dentro di sé si ripeté quelle parole sperando che fossero
vere.
Max
appoggiò una mano sulla fronte di sua sorella e sentì scaturire l’energia
purificatrice da lui. Maria nel frattempo gironzolava nervosa per la cucina di
Guerin. Si chiedeva come se la stessero cavando in quel preciso momento. Ormai
era un’ora che si trovavano lì e ancora nessuna notizia. Possibile che non
capissero quanto fossero preoccupati? Max ancora non era riuscito a ristabilire
l’equilibrio di Isabel.
Maria si fermò al centro della stanza e guardò l’orologio: le tre del
pomeriggio, un’ora alla scadenza! Ma dov’erano?
Sentì squillare il telefono e rimase immobile mentre il suono squarciava
l’immobilità della stanza. Fissò Max che non dava cenni di muoversi e
tremante corse a rispondere.
- Pronto? - si accorse di quanto la sua voce risuonasse insicura e vacillante.
- Maria, finalmente vi abbiamo trovato! Eravamo preoccupati perché i vostri
cellulari sono spenti! Isabel come sta? - rispose dall’altro capo la voce di
Alex.
Maria tirò un sospiro di sollievo - Ancora niente! E voi? Nessun ferito?
- Sono loro? - domandò Max avvicinandosi.
Maria annuì e dovette passargli il telefono e sedersi su una sedia. Tutto ad
un tratto si era sentita sollevata e la tensione che fino ad allora l’aveva
tenuta in agitazione scomparve lasciandola debole.
- Venite qui immediatamente… sì, ne parliamo dopo.
Max rimise giù il telefono e tornò da Isabel. Nuovamente le appoggiò una
mano sulla fronte e si concentrò più rilassato di prima chiudendo gli occhi,
sapendo che ormai gli altri erano fuori pericolo (per ora!). Sentì sciogliersi
dentro il corpo della sorella tutte le energie che stava impiegando e
finalmente gli sembrò di avere sbloccato qualcosa, come se avesse tirato una
leva.
Riaprì le palpebre e si alzò in piedi. Vide la ragazza schiudere gli occhi e
guardarsi attorno confusa.
Le sue prime parole furono - Dove mi trovo?
Maria si avvicinò - Isabel! Come stai?
La ragazza si toccò la fronte e tentò di sedersi sul divano - Mi fa male la
testa! Ma… questo è l’appartamento di Michael! Cosa ci faccio qui?
L’ultima volta eravamo a casa… - sembrò ricordarsi di qualcosa perché
subito il suo viso assunse un’espressione preoccupata.
Max e Maria si sedettero uno da una parte e una dall’altra e cominciarono a
raccontarle quello che era accaduto.
Liz
bussò e quasi subito Maria le aprì la porta. Fu sorpresa di tanta prontezza e
sorrise. Per una mano teneva stretta Holy. Dietro a lei stavano Alex e Tess.
- E Michael? - domandò Maria.
- Adesso arriva! E’ andato a mettere l’auto in un posto non visibile. Finché
stiamo qui saremo al sicuro a patto che non lasciamo prove della nostra
presenza agli alieni - spiegò Tess.
Maria annuì e loro tre entrarono. DeLuca invece rimase sull’uscio aspettando
col cuore in gola l’arrivo di Guerin.
Subito Liz si bloccò e fissò il ragazzo che le stava di fronte - Max!
- Liz! - rispose subito l’altro - menomale sei salva!
Si abbracciarono e baciarono mentre Alex fissava incerto Isabel.
- Sto bene Alex - sorrise lei - Solo un po’ intontita.
Whitman tirò un sospiro di sollievo - L’abbiamo scampata bella non ti pare?
La ragazza gli sorrise di rimando e alzandosi lo raggiunse e lo strinse in un
abbraccio fraterno e nello stesso tempo qualcosa di più.
Tess fissava la scena intensamente. Nel frattempo era arrivato anche Michael
che aveva sollevato Maria tra le braccia sperando così di rassicurarla.
Harding si chiedeva quando tutto sarebbe finito. Le si straziava il cuore a
rimanere sola in mezzo a tutte quelle coppie. Guardò l’orologio: le tre e
venti, quaranta minuti alla scadenza.
- Non vorrei interrompervi, ma sarebbe meglio decidere cosa fare! Abbiamo poco
tempo per capire come scongiurare la minaccia - chiarì Tess.
Michael,
Isabel, Tess e Max con in braccio Holy camminavano uno a fianco all’altro in
pieno deserto con la cittadina di Roswell alle loro spalle. Liz, Maria e Alex
si trovavano molto distanti dal punto in cui i quattro alieni avevano deciso di
unire i loro poteri. Non sapevano nemmeno loro cosa comportasse tutto questo,
ma erano decisi a farlo pur di non sconvolgere il futuro. Holy era la
testimonianza di tutto.
Max si chiedeva che cosa sarebbe successo alla bambina una volta che tutto si
fosse risistemato. E se fosse rimasta per sempre con loro? Lui e Liz se ne
sarebbero presi cura, ma non erano forse troppo giovani per una cosa del
genere? Volevano un bene dell’anima alla piccola, ma lei doveva vivere nel
suo tempo.
Un quarto d’ora alla scadenza. Michael si domandava se sarebbe morto se non
fossero riusciti a fare quello che la Liz del futuro aveva detto. Non gli
piaceva dover coinvolgere Holy in un’impresa del genere, ma che speranze
avevano? Liz Parker aveva raccontato la sua visione ed erano giunti alla
conclusione che quella era l’unica via di uscita.
Finalmente giunsero nella radura dove si erano svolti i sogni di Michael e
Isabel. I quattro ragazzi si disposero a cerchio attorno a Holy e alzarono le
mani che arrivarono quasi a sfiorarsi.
Max stava opposto a Michael, Tess a Isabel. Liz aveva spiegato a Holy cosa
dovesse fare e la bimba annuì tranquilla come se si trattasse di un gioco.
- Forza Holy! - sorrise Max.
La bimba annuì e con entrambe le mani prese la pietra. Da lei scaturì una
luce azzurra e prima uno, poi due, poi tre e infine quattro raggi di luce
scaturirono da lei e raggiunsero gli altri quattro. Dalle mani alzate
guizzarono lampi di energia e furono uniti.
Liz e Maria salirono su un sasso e guardarono verso la direzione che avevano
preso gli altri. D’un tratto si fece buio e le due ragazze avvistarono luci
arrivare dal deserto e li videro. Alex le raggiunse e si mise a osservare
insieme a loro.
- E’ una cosa strana, vero? - domandò il ragazzo.
Maria scosse la testa - Non quando riguarda loro!
- Holy se la sta cavando bene! - osservò Liz sedendosi.
Maria si voltò per guardare la città come attirata da qualcosa. Il cielo era
scuro come se fosse notte. Dei fari le accecarono gli occhi e anche Alex e Liz
si accorsero dell’arrivo di un paio d’auto. Liz tirò per la manica Maria e
si nascosero.
- Oh no! Chi saranno quelli? - esclamò DeLuca.
- Non lo so, ma presto lo scopriremo - assicurò Parker - Chi viene con me?
Poco dopo tutti e tre camminavano bassi verso i loro amici alieni.
- E se fossero normalissime persone? Saranno stati attirati dalle luci… -
espresse Alex.
- Non credo. Da Roswell è un po’ difficile vedere la luce che facevano! Se
sono umani sono turisti. Se sono turisti allora siamo nei guai! - convenne Liz.
Le macchine si erano fermate e i tre ragazzi si rifugiarono dietro a un
cespuglio. Rimasero a guardare scendere gli uomini dalle auto cabriolet.
- Ma quella… - Alex non finì la frase.
Liz seguì il suo sguardo e riconobbe Kilia - E’ lei! La ragazza che ha
rapito Isabel e Michael. Sono gli alieni! Dobbiamo fermarli altrimenti
interromperanno l’equilibrio.
- Liz! Mi spieghi come possiamo farlo? - domandò Maria.
Liz sorrise e strinse la pietra - Ci aiuterà lei!
Alex, Maria e Liz si ritrovarono in mano delle pistole. Alex contemplò la sua
con aria grave. Maria invece la lasciò cadere come se scottasse.
- Liz! Io non so usare una pistola! - affermò lasciandola lì dove si trovava.
- Non possiamo uccidere anche se si trattano di cattivi! - disse Alex.
Liz alzò le spalle - E volete che Michael e Isabel vengano uccisi?
I due scossero la testa e rassegnati impugnarono la pistola e li seguirono.
Gli alieni nemici ormai si trovavano a un centinaio di metri dal punto in cui
erano gli altri e si sentirono dire - Fermi o spariamo!
Si voltarono tutti simultaneamente e Kilia esclamò - Possibile che dovunque ci
siano loro ci sei anche tu?
- Ovviamente! - rispose Liz.
Kilia fece un passo verso di lei - Però sei sleale! Un attacco alle spalle…
- E voi cosa stavate per fare? - dichiarò Maria puntandola direttamente
addosso a lei.
- Non intromettetevi in affari che non vi riguardano! - si intromise un uomo
robusto nel quale Alex riconobbe la voce del magazzino.
- Ci riguardano eccome - replicò Whitman.
- Tre umani coraggiosi a quanto pare. Disposti a tutto pur di salvare i loro
amici. Devo ammettere che vi ammiro - affermò un terzo uomo. Non era
particolarmente grande ne imponente eppure il suo tono lasciava capire che era
lui che comandava in quel gruppo.
Liz fece un segno ad Alex e i tre si separarono. Maria rimase dov’era tenendo
puntata la pistola contro Kilia che manteneva quel sorrisetto ironico. Liz si
spostò verso destra e Alex verso sinistra. Le loro intenzioni erano di
circondarli.
Maria però non si sentiva affatto sicura. Era strano che rimanevano così
calmi nonostante si trovassero a puntare una pistola contro.
Liz si ritrovò con le spalle rivolte a quelle di Max. L’energia che
emettevano si stava allungando a formare una piramide proprio sopra la loro
testa. Parker sarebbe rimasta ad ammirare quello spettacolo, ma era troppo
pericoloso. Pensò che appena i cinque raggi di luce si fossero uniti in
quell’unico punto, cioè nel vertice, tutto sarebbe finito e i nemici lì
intorno scomparsi. Non tutti quelli del mondo, solamente quelli deboli a quel
tipo di potere.
Troppo tardi si accorse del movimento fulmineo che ebbe il capo e gli altri lo
seguirono. Esplosero raggi di luce verso di loro e Liz non rimase a riflettere
troppo. Sparò buttandosi a terra e sperando che né Alex né Maria fossero
stati colpiti. Continuò a sparare ma non capiva più nulla. Anche gli altri
facevano fuoco e probabilmente alcuni di loro si colpirono a vicenda mandando
mille riflessi dorati.
Parker girò il volto e individuò Maria e Alex. Possibile che Max, Isabel,
Tess o Michael non si accorgessero di nulla? Erano immersi in un’altra
dimensione?
Michael
correva in un mondo fatto di cristalli. Ce n’erano dappertutto. Le case,
strade, i giochi, i negozi erano tutti di quel materiale. Si chiedeva dove
fosse finito. Con disperazione cercava un qualche segno di riconoscimento, ma
non ne trovò. Si fermò stanco per la corsa e di fronte a sé, lungo una
strada vide passare Isabel. Cercò di raggiungerla ma sembrò che la ragazza
corresse come il vento. Allora cercò di chiamarla e la sua voce era come un
mormorio. Alzò lo sguardo e individuò una collina. Su di essa stava
formandosi una palla di luce e scorrevano delle immagini. Decise di andare lì
e capire.
Isabel osservava ciò che la circondava e si chiedeva che fine avessero fatto
gli altri. Li cercò con gli occhi in ogni angolo ma tutto quello che vide era
la sua immagine distorta restituitagli dai cristalli. Si sentì persa e
impotente. Doveva cercare un via di fuga. Con la coda dell’occhio vide Max
correre e sparire. Guardando un po’ più in su vide una massa di energia e
decise di raggiungerla.
Max si sedette su una panchina e pensava che fosse tutto un sogno. In quel
momento sarebbe dovuto essere nel deserto ad attivare l’equilibrio dei poteri
e invece si trovava in una cittadina stranissima e abbandonata. Si alzò e bussò
a una porta ma nessuno gli rispose. Proseguì e arrivò a un bivio. Una grossa
fontana stava nel bel mezzo di una piazza. L’acqua sembrava argento colato.
Si avvicinò e la toccò. Era strana la sensazione che provò quando immerse la
mano. Un riflesso lo colse di sorpresa e vide passare Tess. Quando però si
voltò per assicurarsene la ragazza non c’era già più. Al suo posto una
strada che conduceva a una collina e più in su una massa nera.
Tess correva terrorizzata e per poco non andò a sbattere contro un palo. E se
fosse stata tutta una trappola? E se Holy non era veramente la figlia di Liz e
Max? Quella era la loro prigione oppure era il pianeta da cui venivano… il
suo cuore però le diceva di no! Quella era la strada che conduceva alla verità
e non alla sconfitta. Seguì il sentiero che portava verso un altura e lì
scorse tre figure. Erano diventate luci colorate malgrado ciò capì chi
fossero. Quella verde era Michael, quella azzurra era Max, quella rossa era
Isabel e… lei era gialla.
La massa trasmetteva immagini. Una piramide di luce e poco più in là una
battaglia. Capì che erano i nemici e si scoprì ad avere paura. Loro finché
erano lì non potevano fare niente. La loro speranza era che i raggi si
unissero il più presto possibile.
Liz
alzò lo sguardo verso la luce. Stava tornando il sole, come se un’eclissi
l’avesse velato in quegli attimi. Poi una figura l’oscurò e si accorse che
il capo dei nemici stava dirigendosi a falcate verso Michael, Tess, Isabel, Max
e Holy.
Non pensò molto. Si mise a correre. Non sentì nemmeno le urla di avviso che
Alex e Maria le lanciarono. Tutto si svolse in un attimo che sembrò un secolo.
L’uomo sparò a Holy, Liz si buttò e intercettò il raggio di luce. Poi fu
buio.
I
fasci luminosi si unirono e salì una colonna di luce nel cielo. Non si capì
quanto fosse alta. Dopo di ché arrivarono lampi e fuochi e finalmente una
bagliore tanto intenso da accecare. Maria e Alex chiusero gli occhi. Nessuno
dei due aveva fatto in tempo a vedere cosa fosse successo alla loro amica.
Un istante dopo sembrò che tutto si fosse calmato. Maria aprì gli occhi e non
vide più nessuna traccia degli alieni. Il sole dell’estate splendeva su di
loro e il calore riempì i loro corpi. Alex le si avvicinò e le prese la mano.
Cercavano con gli occhi gli altri e videro che si mossero.
- E’ finita! - esclamò Whitman.
- Sembrerebbe proprio così - confermò Maria e guardò l’orologio. Le
quattro e un minuto. Michael si muoveva e… e ora le sorrideva calorosamente.
Ma dov’era Liz?
Max prese in braccio Holy e insieme a Tess, Isabel e Michael li raggiunse.
Maria non aspettò che Guerin li raggiungesse! Percorse i metri che li
separavano e gli saltò in braccio. Michael la strinse sé e la baciò
appassionatamente.
Max fissò allora Alex - Liz?
Alex si guardò attorno - Non lo so! Quando il capo alieno ha tentato di
spararvi è sparita.
Max lo fissò preoccupato e depose Holy. Isabel e Tess non capirono che cosa
volesse fare.
Evans si guardò attorno e ritornò nel punto in cui si erano uniti. Una massa
chiara giaceva inerte e il ragazzo si sentì stringere il cuore in una morsa di
dolore.
Si avvicinò lentamente, molto lentamente. Aveva paura. Tutti gli altri,
compresi Maria e Michael, lo guardarono mentre percorreva i pochi metri che lo
separavano.
Max si chinò su Liz che sorrideva con gli occhi chiusi. Sembrava respirasse ma
non ne era sicuro. Guardò se fosse ferita e vide solamente i vestiti
bruciacchiati. Niente sangue! La prese tra le braccia e la strinse a sé. Una
figura minuscola gli si mise a fianco.
- Mamma sta bene? - domandò Holy.
Max annuì ascoltando il battito del cuore al polso di Parker - Mamma presto
starà bene. Solo questione di tempo.
- Io ora devo tornare a casa! - mormorò ancora Holy.
Max la fissò incerto - Casa?!
- Sì, nel 2012. Tu e mamma mi starete aspettando a casa!
- Tu sapevi…?
Holy annuì - Sì, sapevo che eravate i miei genitori nel passato. Ma voi mi
avete riconosciuto.
La piccola si avvicinò e baciò una guancia di Liz. Così fissò gli occhi del
padre uguali ai suoi e lo abbracciò stretto a sé.
Max ricambiò - Mi mancherai Holy Evans. Ci rivedremo fra undici anni!
Holy sorrise - Ti sbagli! Fra cinque, quando nascerò.
La bimba strinse la pietra e scomparve dalla loro vita così come era apparsa.
Max sentì un vuoto dentro di sé e capì che una parte di lui se ne era andata
con lei.
Caro
diario. E’ stata una giornata memorabile, incredibile. Mi sento strana in
tutto il mio essere, come se fossi una piccola entità in un mondo gigantesco.
Però forse è proprio così. Tutti siamo stati travolti da quella luce. Ha
riportato in vita i buoni e fatto sparire i cattivi. Sono morti? Non lo voglio
nemmeno sapere. Ma quello che conta è che tutto è finito bene: per Michael e
Maria, per Isabel ed Alex, per me e Max. Tess invece è rimasta sola con i suoi
ricordi e i suoi pensieri.
Fra
due giorni ci sarà il giorno dell’Indipendenza e noi lo festeggeremo con un
altro spirito, con un significato più profondo di quello che rappresenta. Noi
siamo liberi e nello stesso tempo prigionieri di un segreto che ci terrorizza.
Un giorno avremo la possibilità che la pace da noi raggiunta sia permanente,
che non serve più combattere e nemmeno nascondersi dietro una falsa identità.
Max potrà curare le persone, Michael proteggere i suoi cari, Tess far
divertire i bambini tristi e orfani, Isabel comunicherà col pensiero. Useranno
le loro capacità a favore di tutti e nulla potrà impedire che la loro felicità
dilaghi. Io, Alex e Maria staremo a guardare le cose evolversi. Cresceremo e
matureremo. Ma è troppo presto per pensare al futuro. Ciò che conta è il
presente e ciò che ognuno prova nel profondo del suo cuore.
Liz Parker, 2 Luglio 2001
Scritta
da Acqua
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