Streghe Italia Fan Fiction

MORIRE, DORMIRE E NULLA PIU'


Riassuntino: questa volta niente anticipazioni, posso dirvi solo che questa è la fine della mia breve trilogia e che quindi per capirci qualcosa dovete leggere "Bugie" e "Viaggio agli inferi", o capirete ben poco.

Data: 11 maggio 2001 - 11 luglio 2001

Adatto a: tutti

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti delle composizioni grafiche incluse nella sezione sono di proprietà del sito "Streghe Italia". Tutti i personaggi di "Streghe / Charmed" sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

Divertente. Come definirlo altrimenti? No, forse è addirittura qualcosa di più, qualcosa che così intensamente non ho mai provato, qualcosa che non è una semplice sensazione. Comincio a pensare che chi disse che l'attesa è meglio di ciò che si attende, abbia pienamente ragione. Sono mesi che pregusto il momento in cui la vita abbandonerà i loro corpi, e i loro poteri entreranno in me, e temo ormai che quando questo accadrà ne rimarrò deluso: ho troppo idealizzato quell'istante, l'ho immaginato come l'apoteosi della mia luminosa e lunghissima carriera. Dopo le Halliwell sarà il turno delle armate celesti e di quelle infernali, poi salirò ai piani più alti della gerarchia fino ad arrivare al Maligno e a Dio in persona. Li sconfiggerò, perché sarò per loro soltanto un nemico invisibile, qualcosa da cui non potranno proteggersi loro malgrado.
Dominerò il mondo, e forse deciderò di dominare l'intero creato, e tutto sarà cominciato con la mia cara, piccola Phoebe!

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E' inutile, non ci riesco! Sono le 11, e da due ore sono davanti alla stessa pagina del mio libro di matematica. Non riesco a concentrarmi, e so benissimo perché. Cole ha detto che vuole parlarmi di una cosa importante. Mi ha invitato a cena per domani e sembrava serio, quasi emozionato… So che forse sto volando troppo con la fantasia, ma io lo amo, lui mi ama, e allora perché non dovremmo… beh… sposarci? Si, in fondo ormai nulla ce lo impedisce. Persino Leo, da quando abbiamo letto l'incantesimo di Takor, ha perso i cattivi ricordi di Cole, e ora quei due sembrano dei vecchi amiconi. Ormai non siamo più dei clandestini, possiamo uscire alla luce del giorno, con le mie sorelle, con Leo, e sotto i Loro sguardi ebeti che incredibilemnte osservano mentre io e lui ci baciamo. Streghe e demoni finalmente assieme, e per sempre! 

Sembra un sogno, e ho paura di svegliarmi da un momento all'altro, ho paura di scoprire che i lieti fini non esistono e che alla fine qualcuno che io amo, o io stessa, pagherà le conseguenze di questo mio gesto innaturale. "Phoebe, ci sei?" Mi interrompe la voce di Piper "Sono in camera" Le urlo di rimando. La sento correre su per le scale, ed entra sorridente in camera mia.

"Ma cosa fai chiusa qua dentro?" "In teoria sto studiando!" Le rispondo scrutandola attentamente: c'è qualcosa che non mi torna. "Ma figurati… Dai, io ho una voglia matta di andarmi a fare un bagno al lago!" "Ma sei matta? Al lago?" "E dai Phoebe…" Mi supplica. "Vorrei farti notare, cara sorellina, che fuori è buio pesto e che l'orologio segna ormai le 11.30: ti sembra il caso di andare al lago?" "Oh, andiamo, non fare la musona!" Dice cominciando a tirarmi per un braccio "Piper, ma che ti prende?" "Voglio di-ver-tir-mi!" Sillaba con fare bambinesco, e io che faccio? 
Vorrei assecondarla, magari lasciarle fare anche qualche piccola stupidata con cui ricattarla per il resto della sua vita, ma se davvero agissi così, mi sentirei una carogna incredibile, quindi faccio la persona responsabile (incredibile ma vero). Resisto ai suoi strattoni e ai suoi mugugni, la prendo dolcemente per le spalle e la porto in camera sua. "Io non voglio andare a letto" Continua a ripetermi mentre cerco inutilmente di cacciarla sotto le coperte prima che tutti i miei buoni propositi vadano a farfalle "Io non voglio andare a dormire!" "Va bene allora, non dormire, basta che stai buona a letto!" Rispondo io "Ma io non voglio stare a letto" Continua a dirmi con tono da bambina, e io finalmente capisco il perché di quelle espressioni disperate della mia nonnina quando facevo i capricci prima di andare a letto. "Piper, su, da brava…" "Io non voglio…" Ma ormai la sua voce si è affievolita, come la sua volontà, e a me non rimane che approfittarne. "Io non…" "Notte sorellina" La saluto tirandole su le coperte. Lei mormora qualcosa ad occhi chiusi e poi si addormenta definitivamente.

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Ho un mal di testa incredibile. Non sono mai stata una gran bevitrice e purtroppo ieri ho esagerato un tantino, almeno credo… i miei ricordi si perdono in una nebbiolina indistinta dopo la terza birra. Spero di non aver combinato niente di irreparabile, di solito quando perdo il controllo… o Dio, speriamo proprio di no!

Scendo titubante, tenendomi la fronte con una mano: mi sembra di avere un picchio al lavoro dentro la testa. Scendo in cucina, alla ricerca di un caffè ristoratore, e invece ci trovo solo gli sguardi impertinenti delle mie sorelline. "Come si sente miss 'ieri sera non mi sono risparmiata'?" "Niente, battutacce voi due, per favore!" "Come scusa, non vuoi che ci divertiamo almeno un po'?" Mi sorride Phoebe "Dai, dicci che hai combinato così aggiorniamo l'album con le tue cavolate" "Ma che razza di sorelle degeneri mi ritrovo?" Domando crollando sulla sedia. Prue arriva con una bella tazza calda di caffè e se non fossi sicura di attirarmi ulteriori sguardi indesiderati, la sommergerei con un abbraccio. Invece mi comporto da persona che non ha i postumi di una bella sbornia, e facendo finta di niente, sorseggio il caffè.

"Allora, come mai la nostra giudiziosa sorellina si è lasciata andare?" Chiede curiosa come al solito Phoebe "Beh, veramente è stata colpa di A.J." "Si, dai sempre la colpa agli altri!" "No, dico sul serio. Lui e Jason hanno cominciato a farmi bere: dicevano che il padrone di un locale non può solo dirigere, ma ogni tanto deve anche consumare…" "…e tu ieri sera hai consumato!" Finisce per me la frase Prue "Credo di si!" "Sai, è tutto molto bello… - Mi si avvicina Phoebe - …stavolta la Halliwell degenere non sono io!" Dice prima di abbracciarmi e uscire per le sue lezioni all'università. Io rimango con Prue, e meno male che almeno lei si ricorda che io non sono al top della condizione. "Hai bisogno di niente?" Sorrido: la mia Prue… "No, grazie, adesso torno a letto per un po', spero che mi passi il mal di testa!" Mi alzo e con estrema lentezza, salgo le scale ed entro in camera mia. Mi attende un soffice materasso, calde coperte, e almeno altre 3 ore di sonno!

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Vago per la cucina, sistemando le ultime tazze della colazione. Non ho impegni fino a domani: nienti eventi mondani da fotografare, nessuna particolare manifestazione nelle vicinanze di San Francisco e l'ufficio del giornale in cui lavoro concentrato solo a trovare inutili notizie con cui riempire il prossimo numero. Così io mi godo la mia bella casuccia, e il mio bel giorno libero. Ho già un paio di programmi allettanti: shopping pomeridiano e cinema serale: al Palace fanno "Le verità nascoste" e da quanto mi ha detto Jasmine quel film è a dir poco stupendo. Devo ricordarmi di chiedere a Piper e Phoebe se vogliono venire con me… ops, che sbadata, oggi Phoebe ha il suo romantico appuntamento!

Cole. Era da un po' che non ci pensavo, ho persino smesso di immaginarlmelo come Belthazor, ormai lui è solo Cole, il ragazzo di mia sorella. Ho fatto parecchi passi avanti dai tempi in cui non riuscivo a pensare a lui senza sentire un irresistibile prurito alle mani, ormai sono abituata persino a trovarlo qui che gira in boxrer la mattina presto e, fra lui e Leo, corro sempre il rischio di finire in situazioni un po' imbarazzanti! Ma le mie sorelline sono felici, e questa è la cosa che conta di più!

Me ne vado in sala, accendo la tv e, spaparanzata sul divano, divago in considerazioni filosofico-esistenzialiste sulla mia vita. Mai più che ora mi rendo conto di essere sola come un cane abbandonato. Ma cosa ho fatto di male? Forse dovrei richiamre Lucas, forse dovrei persino riconsiderare l'ipotesi di Jack… Il fatto è che non sopporto di essere l'unica Halliwell sola soletta… 
Un improvviso brivido mi scuote dalla punta dei piedi, salendo velocemente per tutto il corpo fino ad arrivare alla testa. Un lampo accecante. Nell'aria si doffonde un acre odore di corpi in decomposizione. E' come se la morte in persona, o in qualsiasi altra forma, si fosse presentata davanti a me. Ne percepisco distintamente la presenza e un istinto innato mi dice che si tratta proprio della cara vecchietta con la falce. L'unica cosa che riesco a provare è paura, folle paura di dover lasciare questo mondo alla mia giovane età. Non mi scorre davanti la vita che ho vissuto, come dicono in molti, ma semplicemente la vita che ancora devo vivere. Sono troppo giovane per andarmene, devo ancora mettere su famiglia, devo far conoscere al mondo quanto Prue Halliwell sia una talentuosa fotografa, devo ancora sconfiggere un sacco di demoni… Poi l'inquietante sensazione se ne va senza lasciare traccia, prima ancora che la mia lista di cose da fare sia arrivata a metà. Tutto attorno a me sembra essere come sempre, e potrei persino pensare di aver avuto una specie di allucinazione, se non fosse per la gelida sensazione che mi rimane sulla schiena. 

Mi alzo, ancora sotto shock. Non ho idea di cosa mi sia successo, l'unica mia certezza è che non è stata una cosa piacevole. Guardo le mie mani: tremano, e non riesco a fermarle. Qualche secondo ancora e sono in grado di camminare fuori dalla stanza anche se, passando accanto allo specchio nel corridoio, mi accorgo che ho un espressione cadaverica: non credo di essere mai stata così pallida. Vedere la mia faccia non mi è certo d'aiuto: le gambe cominciano a tremarmi e sembrano burro che si scioglie al sole. Prima di perdere il completo controllo decido di andare verso l'unica persona in grado di aiutarmi ora: Piper.

Salgo il primo gradino… il secondo… le gambe stanno per cedere e ne mancano ancora molti… il terzo, il quarto… settimo… forse dopo tutto posso farcela… decimo,undicesimo, e crollo.

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Mi rigiro nel letto per l'ennesima volta. Ho già preso un'aspirina, sono sotto le coperte da circa mezz'ora, ho un sonno incredibile, ma di dormire non se ne parla nemmeno.
Una sgradevole folata attravarsa per un attimo la mia stanza. Mi giro verso la finestra ma questa è chiusa: strano, ma comunque non ci faccio troppo caso, forse le sborinie portano anche questo tipo di conseguenze. Guardo il soffitto sperando di annoiarmi abbastanza per potermi poi addormentare, e invece scopro che è coperto da tante piccolissime macchioline e ombreggiature che lo rendono interessante. Nell'anglino a destra mi sembra di intravedere un piccolo draghetto, mentre li accanto sono sicura che c'è disegnata una stella… Sposto lentamente lo sguardo verso il centro della stanza, e sotto i miei occhi indagatori compare l'effige del Trio… Questa però non è una semplice costruzione della mia fantesia, perché il nostro simbolo è tracciato in rosso sangue. Mi concentro meglio, non è possibile, e infatti un istante dopo mi trovo davanti solo il muro bianco.

Evidentemente i miei sensi mi stanno giocando più scherzi di quanti vorrei! Mi rigiro, nel vano tentativo di rimettere in sesto la mia ragione che ormai da troppo mi ha abbandonato per andarsene in vacanza, quando un tonfo sordo cattura la mia attenzione. Un'altra allucinazione? Potrebbe essere, ma preferisco andare a controllare. Mi alzo ed esco dalla mia camera. Faccio qualche passo prima di intravedere il corpo di Prue steso a terra, sulle scale, privo di conoscenza. 

Corro da lei con il cuore in gola, spaventata a morte, e cerco subito di farla rinvenire. "Prue, Prue!" Piano, comincia a muoversi, e il mio sollievo è enorme mentre l'abbraccio felice di rivedere i suoi occhi aperti. "Piper…" Sussurra piano e io le sorrido. Tutte e due, una ridotta peggio dell'altra, sedute sulle scale, nel silenzio di un enorme casa vuota che nasconde più segreti di quanti la mente umana possa mai aver concepito.

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Forza Phoebe, concentrati… "E quindi risulta ovvio che la combinazione di due numeri n e k è uguale a…" Non ce la faccio proprio! E' impossibile, la matematica ha sempre avuto un effetto soporifero per me, e il fatto che ora sia all'università non cambia di certo le cose! Mi appoggio su un gomito, tentando un'inutile manovra diversiva per concentrarmi meglio quando, nell'unica pausa di silenzio che c'è da un'ora a questa parte, comincia a suonare la sigla della pantera rosa. Tutti si girano verso la mia parte, mentre mi guardo in giro circospetta. Cosa…? Oh Dio, il mio telefonino!

Comincio a cercarlo con foga nel mio zaino, ma l'imbarazzo per me sembra destinato a durare a lungo perché non riesco proprio a trovare quel maledetto aggeggio che suona. Al tatto riconosco il rossetto, l'agendina, lo specchietto, i fazzoletti e… si, eccolo, il mio cell! Lo tiro fuori e do una veloce occhiata a chi è il disgraziato che mi disturba e mi fa fare queste figurine prima di rifiutare la chiamata, alzarmi imbarazzatissima sotto gli sguardi divertiti di tutti i presenti e quello più severo del mio professore. Mi scuso abbozzando un sorriso e poi esco tentando di mimetizzarmi con le pareti per passare inosservata.

Vorrei ucciderle! Ma come fanno a chiamarmi adesso che sanno che sono a lezione? Arrabbiatissima schiaccio il tasto della rubrica, posizione 1: casa.

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Phoebe, dove sei? Forza sorellina, rispondi, ho bisogno di te! Ma che diavolo stai facendo, possibile che proprio questa volta qui tu stessi seriamente seguendo una lezione? Dai… 
La chiamata si interrompe bruscamente senza che io abbia nemmeno sentito la voce di Phoebe. Appoggio la cornetta, e sono quasi pronta per richiamare quando il telefono squilla.

"Spero per te che ci sia come minimo un'altra apocalisse in arrivo, perché mi hai fatto fare una figura pessima!" Comincia subito secca lei. "Phoebe, abbiamo bisogno di te a casa!" un attimo di silenzio, evidentemente dal mio tono ha capito che la cosa è seria. "Che c'è?" "Prue sta male, credo centrino demoni, o qualcosa del genere…" "Ok, ok, non dire altro, salgo in auto e arrivo!"

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E' il momento. Guardo freneticamente l'orologio da almeno mezz'ora ed ora è finalmente il momento di andare. Non vedo l'ora: ho le mani sudate, la gola secca, mi sento come se fossi un ragazzino al suo primo appuntamento… E' una sensazione talmente bella… avevo dimenticato quanto fosse inebriante. Scendo le scale con un'espressione ansiosa che non riesco a togliermi da questo fastidioso viso umano: è come un vestito troppo stretto, ma se Dio vuole… anzi, se io vorrò, tra poco sarà tutto finito.

La mia 'stupenda' famigliare di seconda mano mi attende al parcheggio del mio stabile: anche questo è uno di quei privilegi umani a cui rinuncerò volentieri. Accendo il motore che dopo due o tre indecisioni si mette finalmente in moto. Attraverso la città, ancora ignara che la fine è ormai vicina. San Francisco tante volte si è trovata in brutte situazioni, ma mai come ora, mai come da quando io sono tornato in pista!

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Le mie sorelline mi hanno informato su quello che è successo: la sensazione di morte che ha preso Prue, e la triscele sanguinante che ha visto Piper. Io ho provato a convincerle che per quanto ami Cole, non mi sembrava proprio il caso di andarmene lasciandole così, ma loro hanno insistito, dicono che possono cavarsela da sole per un po', e che io devo andare a divertirmi. 
Ovviamente le ascolterò, come faccio quasi sempre, ma non senza un po' d'apprensione. La voglia di rivedere il mio amore è troppa, però, e so che anche se volessi, non riuscirei a resistere, quindi mi tuffo nel mio armadio, alla ricerca di quel vestito rosso mozzafiato, il suo preferito e, dopo un estenuante quarto d'ora di prove davanti allo specchio, finalmente soddisfatta, esco raggiante dalla camera. Scendo le scale, sentendomi un po' come cenerentola che sta per partire per il ballo, e giù, vicino alla soglia, intravedo il mio cavaliere.

Vestito scuro, elegante, con un dolce sorriso e una rosa rossa tra le dita. Appena lui si accorge di me, il suo sguardo divente di puro stupore. Lo adoro quando fa così e mi fa sentire stupenda! Scendo, lo bacio, e dopo aver salutato di corsa le mie sorelle, ce ne andiamo fuori per quella che credo sarà una serata che non dimenticherò mai.

In auto parliamo un po' di tutto, lui mi racconta cosa gli è successo al lavoro, e io gli dico di cosa invece è successo a Prue. Povero tesoro, sembra seriamente colpito dall'incidente di mia sorella, e d'altronde, il mio uomo non può che essere affezzionato anche a Prue e Piper, altrimenti non potrei amarlo sul serio. L'auto si ferma di fronte un romantico localino e Cole, da perfetto cavaliere, viene anche ad aprirmi la portiera. 

Il posto è carino, intimo, con luci soffuse e camerieri molto discreti. Non è molto frequentato, ma questo aggiunge fascino al posto. Sediamo a un tavolo un po' appartato e, mentre ceniamo a lume di candela, Cole continua a domandarmi notizie su Prue: va bene che mi fa piacere che lui sia preoccupato almeno tanto quanto me, ma adesso la nostra seratina romantica si sta rovinando! Comunque Cole sembra intuire i miei pensieri e dopo poco cambia argomento. La serata procede magnificamente e il tempo sembra volato quando mi propone di andare a fare un giro sulla baia, e io accetto volentieri.

Scendiamo dall'auto quando ormai le campane di una chiesa qua vicina suonano i dodici rintocchi. L'aria è fresca, anche un po' troppo e io per scaldarmi, (ma non solo) mi stringo a lui. Restiamo così, in silenzio, per un po', osservando il riflesso della luna che si specchia sull'acqua.. Ci sediamo sulla sabbia e lui mi abbraccia teneramente: mi sembra di essere in paradiso.

"Phoebe, devo parlarti" Mi dice con tono serio. Con rammarico mi sciolgo dal suo abbraccio per guardarlo dritto negli occhi. E' imperturbabile e io non riesco a capire se quello che deve dirmi è una buona notizia o no. Preferisce non guardarmi, e alza gli occhi verso il mare. Mentre il leggero venticello gli scompiglia i capelli, Cole comincia a parlare.

"Non è una cosa facile da dire… ho cercato di prepararmi davanti allo specchio, ho provato a immaginare questa scena milioni di volte nella mia mente, ma ora che sono realmente qui, tutto e diverso, e io di quelle ore passate a provare non ricordo assolutamente nulla!" "Rilassati, e dimmi solo quello che vuoi dirmi" Gli sorrido dolcemente. Lui fa un respiro profondo, chiude gli occhi per un istante, prima di tornare a guardare intensamente il mio viso. 

Lo stomaco mi si chiude e l'agitazione sembra salirmi attraverso la spina dorsale, dentro di me si sommano centinaia, migliaia di sensazioni e quello che provo è paragonabile solo a ciò che potrebbero provare gli scogli su cui si infrangono le onde dell'oceano. Forse quello che ho sognato per tutta la vita, sta per realizzarsi… Lui sorride. Da prima è un sorriso quasi impercettibile, leggero, tenero, poi si allarga sempre più fino a diventare una risata sguaiata. Non capisco, e rimango a fissarlo attonnita mentre lui si tiene lo stomaco, rotolandosi quasi sulla sabbia dalle risate. "Cole? Ma cosa…?" Chiedo confusa, e in quell'istante le risate smettono improvvisamente. Lui si ricompone, in silenzio, con il viso comperto dall'oscurità della notte. Si alza in piedi, sempre nell'oscurità, e finalmente mi dice qualche parola, anche se non sono proprio quelle che io spero. "Indovina un po'?" Ancora più confusa attendo altre spiegazioni che purtroppo trovo grazie alla luce della luna. Il suo volto, finalmente illuminato, rivela ciò che i miei più segreti incubi hanno sempre predetto: Belthazor. 

Dopo un inziale smarrimento, di qualche secondo, arretro spaventata. Mi alzo e comincio a correre mentre una parte della mia mente, quella emotiva, si domanda perché fuggo dall'uomo che amo e l'altra, quella razionale, cerca inutilmente di spiegarle chel'uomo che amo è appena diventato il mio peggior nemico. I piedi sembrano affondarmi nella sabbia sempre di più, e già so che il mio tentativo di fuga non avrà esito. Senza neanche rendermeno conto mi ritrovo a dire le mie ultime preghiere, giusto un attimo prima che un enorme figura mi placchi da dietro e mi colpisca alla testa. Poi, solo nero.

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Dopo che Phoebe è uscita con Cole, io e Prue abbiamo parlato un po' di quello che era successo e siamo giunte alla conclusione che qualche demone piuttosto pericoloso è sulle nostre traccie. Prue sembrava molto più colpita delle altre volte, forse a causa di quella terribile esperienza che ha vissuto durante pomeriggio, fatto sta che non l'ho mai vista così spaventata. Insomma, da quando siamo diventate streghe, ci è capitato un po' di tutto, e più di una volta siamo finite in guai seri, ma come ora… Siamo andate a letto con il proposito di sistemare le cose una volta per tutte domani, quando tutte e due saremo un po' più calme (Prue in particolare), e quando Phoebe sarà tornata e il Trio sarà di nuovo al completo ma, mentre io sono letteralmente crollata dal sonno Prue… Beh, diciamo solo che quando mi sono alzata verso le 3 a causa di un languorino, dalla porta della sua camera socchiusa, ho potuto vederla ancora vigile sul letto, che si rigirava tra le coperte nel vano tentativo di rilassarsi. 

"Ce qualcosa che non va?" Ho domandato dalla porta "Non riesco a dormire" "Vedo…" Ho risposto entrando e sedendomi accanto a lei. E' rimasta in silenzio per un po', poi ha vuotato il sacco. "Il fatto è che… ogni volta che chiudo gli occhi, un innaturale paura mi assale, non so, mi sembra quasi di essere tornata un bambina paurosa, che teme persino le ombre!" Sbuffa quasi sentendosi colpevole per queste 'infantili' sensazioni. "Vuoi compagnia?" Chiedo, e quando lei non risponde, capisco che sottointende un 'si, se proprio non ti dispiace, non vorrei rimanere sola questa sera in balia delle mie paure' , per cui la spingo un po' più in la nel letto, e mi stendo accanto a lei. 
Da che ho memoria, non era mai successo che fossi io a far coraggio a Prue ma, c'è sempre una prima volta!

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Apro lentamente gli occhi. Ho un gran mal di testa e quando cerco di portarmi una mano alla fronte, scopro di essere legata come un salame. Inutilmente mi agito un po' cercando di liberarmi, ma l'unico effetto che ottengo è quello di attirare qualcuno vicino a me. Sento i suoi passi che si fermano alle mie spalle.

"Sei sveglia amore, finalmente" Mi sussurra all'orecchio con una gelida voce. "Perché sono ancora viva?" Gli domando saltando i preamboli "Ma come, credi che potrei uccidere la donna che amo?" "A questo punto credo qualunque cosa, tranne che tu mi ami!" "Ma che lingua tagliente per una ragazzina in mio completo potere… Non dovresti giocare col fuoco, non te l'hanno insegnato?" "E a te non hanno insegnato che i bambini cattivi poi finiscono sempre male?" Riprendo cercando di mascherare la mia pura "Adesso basta, mi hai stufato - Dice prendendomi per i capelli - Non costringermi ad ucciderti prima del tempo" 

Spaventata quanto basta, decido di calmarmi un po', ma non rinuncio a cercare di capire cos'ha in mente Belthazor. "Cosa vuoi fare?" "Ma come, non lo sai? Credevo che fosse palese: voglio uccidere te, le tue sorelle, conquistare il mondo e se possibile l'intero creato!" "Ambizioso" "Non mi definirei proprio così, piuttosto diciamo che sono consapevole delle mie capacità!" Risponde senza modestia. "E si che pensavo di conoscerti… invece ho preso un grosso abbaglio" "Cose che capitano mon cherì, in fondo sono un ottimo attore, e se può servire a consolarti, per un istante, un solo istante, ho pensato anch'io sul serio di amarti, ma poi sono tornato sulla retta via, specialmente da quando tu e le tue stupide sorelle mi avete concesso l'incredibile dono di essere voi le uniche responsabili delle mie azioni" "Già, un piccolo errore" "Non direi tanto piccolo, grazie a voi diventerò l'unico Dio esistente, distruggerò male e bene, e d'ora in poi esisterà solo Belthazor!" Annuncia con aria apocalittica.

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"Piper, Prue, svegliatevi" Da lontano, nel sogno, giunge la voce del mio amore. Il suo tono si fa sempre più allarmato mentre mi sembra di sentire le sue mani che mi scuotono. "Piper, forza, alzati" Finalmente apro gli occhi.

"Leo? Ma cosa…" "Phoebe. E' in pericolo, non so perché, non riesco a capire, i miei poteri…" "Leo, amore, calmati." Lui fa un profondo respiro, si siede ai piedi del letto e comincia a parlare. "Non mi era mai successo prima, e non so di preciso cosa mi stia succedendo adesso, so solo che ho una forte sensazione di pericolo per Phoebe, ma appena ho cercato di utilizzare i miei poteri per capire di che tipo di pericolo si trattava, non sono riuscito a percepire niente. Allora sono andato dai miei capi, ma anche loro non mi hanno saputo dire niente, io non riesco a capire…" "Ehy, voi due, proprio qui dovete starvene a parlare?" Si alza ancora mezza sonnecchiante Prue, ma appena vede le nostre facce, capisce che c'è qualcosa che non va. 

Leo ripete brevemente quello che già ha detto a me, e Prue sembra capire all'istante ciò che succede. "Belthazor!" Esclama senza dubbi "Cosa?" Domando io "Chi?" Mi segue Leo. "Ma si, così quadra tutto: il demone che è sulle nostre tracce è lui! Ti ricordi Piper quello che aveva detto Takor? Ci aveva avvertito che lui sarebbe stato come un buco nero sia per il male che per il bene e solo noi saremmo state le responsabili e che solo noi avremmo potuto fermarlo se si fosse rivelato un demone malvagio" "Oh Dio, questo significa che Phoebe… insomma, Cole…" "Una di voi due mi vuole spiegare chi è Belthazor, cosa centra Cole, e perché conoscete Takor?" Ci interrompe Leo, ma questo non è proprio il momento delle spiegazioni, adesso dobbiamo solo agire.

"Ti prego Leo, perdonami, abbiamo commesso un errore madornale, ma adesso non posso spiegarti, devi aiutarci a fermare il demone che mette in pericolo Phoebe" Lui sembra un po' smarrito, ma non ho dubbi che ci aiuterà, infatti annuisce. "Perfetto, allora cerca di rintracciarla mentre io e Piper cerchiamo un modo per distruggerlo" Ordina Prue che ha già ripreso il comando della situazione. Lui, senza dire una parola, si siede a terra, gambe incrociate e occhi chiusi, e comincia a cercare il posto dove la nostra sorellina e tenuta suo malgrado, e nel frattempo io e Prue ce ne andiamo in soffitta, come sempre, per cercare la soluzione ai nostri problemi.

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"Stanno per arrivare, lo sento. - Belthazor si avvicina a me - Le tue sorelline hanno suonato la carica, credo che tra un po' varcheranno quella soglia. "Allora per te si annunciano tempi duri" "Si, come no… Andiamo Phoebe, smettila di scherzare, lo sai benissimo anche tu che il Trio da solo, nemmeno se fosse al completo, non potrebbe mai liberarsi di me. La formula che avete nel Libro non funziona più da quando avete letto l'incantesimo di Takor, e non siete in grado di creare niente di abbastanza potente in grado di distruggermi." "Davvero? E allora perché temi mie le mie sorelle tanto da volerci uccidere prima di cominciare il tuo piano di conquista?"

Lui mi guarda in silenzio. Il suo bleff era troppo palese per non essere notato anche da una come me che a poker avrà giocato si e no due volte in vita sua. 
In fondo, forse molto in fondo, abbiamo ancora una possibilità per fermare Belthazor prima che sia troppo tardi e, se saremo particolarmente fortunate, potremmo uscire indenni persino noi tre. Mi lascio andare un po'. Ho ancora la testa che mi scoppia e mi sento un'idiota, una stupida cretina, una deficiente, una ragazzina alla prime armi. Come ho fatto a dare tutta me stessa all'uomo, anzi, al demone che sta per conquistare il mondo? Come risposta la voce di Prue continua a ripetermi nella mia testa "Te l'avevo detto!" e io vorrei farla smettere, soprattutto perché so che ha ragione.

Continuo a provare a liberarmi da questa corda che mi lega le mani, e finalmente la sento allentarsi leggermente sotto le mia pressione. Belthazor è alla finestra, sta guardando assorto il paesaggio davanti a lui e non si è accorto di niente. Credo di essere in pieno centro, a giudicare dai grattacieli che intravedo alle spalle del demone. Non so di preciso dove mi trovo, e non so se il fatto che ci sia molta gente attorno a me sia un fattore positivo o no. In caso di uno scontro con Belthazor alcuni innocenti potrebbero venire coinvolti, ma d'altra parte, forse, se riuscissi ad uscire da questa stanza e a mescolarmi alle persone sulla strada, avrei buone possibilità di avvertire le mie sorelle che quelle che le attende altro non è che una trappola. Un altro strattone alla corda, e finalmente le mie mani sono libere: adesso mio caro Belthazor, sei davvero nei guai.

Dire che sono furiosa sarebbe poco. La rabbia che provo sembra addirittura palpabile mentre il mio sguardo si posa su una spranga di ferro posata in un angolo. Prima che il mio cervello mi avverta che la cosa migliore da fare è prendere la porta e scappare a gambe levate, il mio corpo ha invece già afferrato la spranga e io mi ritrovo dietro Belthazor, accecata dalla rabbia e pronta a un bel fuoricampo.

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Sta guidando Piper, e io le siedo accanto in auto. Abbiamo lasciato Leo in casa, ancora intento a cercare soluzioni all'enorme casino che abbiamo combinato. Non esistono formule che possiamo utilizzare, non esistono pozioni, non esiste Potere del Trio che tenga. Mi sento malissimo. Come ho potuto permettere che le cose arrivassero a questo punto? Avrei dovuto fermare Phoebe, avrei dovuto fidarmi più di quello che sentivo io invece di affidarmi ai sentimenti della mia sorellina innamorata. Così forse non sarei in giro per la città a cercarla, a pregare di trovarla ancora viva.

"Non ti preoccupare, la troveremo e andrà tutto a posto" Mi assicura Piper che sembra leggermi nella mente, ma riesco a vedere nei suoi occhi che queste non sono che frasi di circostanza. Anche lei sta pensando quello che penso io e la paura che prova è la stessa che provo io: questa volta è la fine. Qualsiasi cosa facciamo, non sarà sufficiente, lo so, ma non possiamo nemmeno abbandonare Phoebe, per cui ci prepariamo per quello che sembra proprio un suicidio involuto a cui non scamperemo.

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"Non lo farei se fossi in te" Mi dice senza nemmeno girarsi. "Dammi una buona ragione" "Mi ami" "Ah no, non ci casco più. Non dirmi quello che devo fare, quello che devo provare. Adesso basta, farò solo quello che devo fare!" Alzo ancora di più la spranga e mi preparo a colpire. Lui si gira un istante prima che l'arma tagli l'aria con un sibilo, e ha di nuovo le sembianze di Cole. Esito. Nella mente mi passano le immagini di tutti i momenti che abbiamo passato insieme, dei suoi baci, degli abbracci, di tutte quelle volte che mi sono rifugiata da lui perché Prue era troppo invadente o solo perché volevo starmene in un posto in cui sentirmi totalmente al sicuro: vicino a lui. "Non puoi colpirmi!" Mi dice sicuro, con quella dolce voce che tante volte ha detto di amarmi "Si che posso!" Rispondo tentando di convincermi che lo farò realmente, ma la mano comincia a tremarmi al pensiero di vedere il suo corpo privo di sensi e sapere di essere io la responsabile di ciò. "Allora, forza, colpisci!" Mi invita alzando le braccia e chiudendo gli occhi.

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Secondo Leo, che dopo innumerevoli tentativi è riuscito a rintracciare Phoebe, lei si trova poco lontano da qui. E' una buona cosa, per certi versi, visto che così potremo aiutare subito la mia sorellina, ma il fatto che tra poco dovremo affrontare quel demone senza uno straccio di idea su come distruggerlo, mi spaventa non poco. Ho cercato di rassicurare Prue, ma in realtà credo che le nostre possibilità di sopravvivere siano tante quante quelle di un pesce fuori dall'acqua. 

Finalmente arrivati a destinazione scendiamo dall'auto ed entriamo. Diamo un'occhiata ai cartelli che indicano la presenza degli uffici nel palazzo, e subito mi salta agli occhi la scritta 
Cole Turner - Investigatore Privato
12° Piano
E' evidente che lui vuole farsi trovare, e ancora una volta questo non è un buon segno. Saliamo in ascensore e troviamo senza problemi la stanza che cerchiamo. Un calcio e siamo dentro.

Phoebe e di fianco a Cole, con una spranga alzata a mezz'aria. E' pronta a colpire, ma io so che non lo farà mai. Si gira e quando ci vede, per un istante, sorride. E' prorio l'istante che Cole sta aspettando. Tramutandosi di nuovo in Belthazor, afferrà la sbarra e prende per il collo Phoebe, attirandola davanti a se. "Bene, bene, vi stavo giusto aspettando." "Lasciala andare" Urla Prue ottenendo come risultato solo una risata di gusto del demone."Bel tentativo, davvero originale, c'è qualcos'altro?" Prue si prepara a colpirlo con il suo potere ma lui la ferma "Non credo sia una buona idea, non vedi chi c'è qui con me? Sarebbe lei a subire gli effetti del tuo potere, non credo sia quello che tu vuoi!" 

Prue rinuncia al suo tentativo e abbassa la guardia. "Cosa vuoi" Gli chiede "Quello che hai appena fatto, che tu abbassi la guardia!" E dicendo così concentra una sfera di energia nella mano e la scaglia contro Prue, coglindola in pieno petto. "Prueeee - Lei ricade qualche metro più dietro e io le corro subito vicino - Prue, alzati!" "Non credo che lo farà, è morta!" Sentenzia tranquillamente Belthazor. Le tasto il polso. Non sento niente. Sono distrutta: un attimo fa lei era li e… non può essere, non deve essere. Quando Phoebe vede che mi accascio sul corpo di Prue, capisce che Belthazor ha ragione, e la sento urlare.

"Piper, forza, è il tuo turno, se fai la brava streghetta ti darò una morte indolore" Mi richiama il demone mentre ancora sono sopra il corpo di Prue. "Non provare a toccare mia sorella o io…" Gli ordina Phoebe "O tu cosa? Hai avuto la tua occasione di farmi fuori, Phoebe, ma l'hai sprecata, quindi adesso stai buona e aspetta il tuo turno, non ti preoccupare, basterà poco! Per quanto riguarda te… - torna a guardarmi - …che ne dici della mia offerta?" "Dico che sei un demone morto!" Urlo tentando di bloccarlo con il mio potere che, inspiegabilmente, non funziona. "Ah che sbadato, mi sono dimenticato di dirti che ti ho temporaneamente annullato i poteri. Sai, è brutto dimenticare le cose, la prossima volta credo che farò un bigliettino." Mentre lo guardo ancora stupita, lui crea una nuova sfera e me la scaglia addosso.

E' come essere colpiti da una tremenda scarica elettrica. So che sto morendo. Vengo scagliata indietro e ricado a terra. Sento dolore dappertutto, non riesco a respirare e l'unica cosa che vedo è il mio sangue dovunque.

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"Nooooooo! - Urlo mentre la colpisce. - Pipeeeeer" "Streike perfetto!" Commenta Belthazor lasciandomi finalmente libera dalla stretta al collo. Corro da lei. L'ha colpita al fianco e sta perdendo moltissimo sangue. "Mio Dio Piper…" "Phoebe, mi dispiace io volevo…" "Shh, non dire niente, adesso devi stare buona, vedrai che sistemerà tutto" "No Phoebe, io sto andando da Prue, dalla mamma… ti prego, fermalo tu! - Mi dice con l'ultimo fiato che ha in corpo - Ti voglio bene" E poi chiude gli occhi per sempre.

"Le avevo detto che se non faceva resistenza le avrei dato una morte veloce, invece lei si è messa in testa di fare l'eroina-salva-situazione… Mi dispiace solo che la sua agonia non sia durata tanto quanto avrei voluto!" Da dietro mi giunge la voce di Belthazor. Mi alzo accecata dal dolore e mi scaglio contro di lui. Gli sbatto contro e riesco a gettarlo a terra ma lui è fisicamente molto più forte e gli sono sufficienti poche mosse per ribaltare la situazione in suo favore e ritrovarsi sopre di me. 

"Sai, per certi versi è stato divertente stare con te, quasi mi dispiace ucciderti amore… - Mi dice triste - … ma lo farò lo stesso!" Appoggia una mano all'altezza del cuore e crea un'altra sfera come quelle che hanno ucciso Piper e Prue. "Addio" Sono le ultime cose che dice prima di di colpirmi.
Mi alzo urlando.

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"Takor, fai qualcosa!" Chiedo quasi supplicandolo. Non posso vedere Phoebe in quelle condizioni e starmene qui senza fare niente. "No" "Come no, non la vedi? Qualcosa sta andando storto" "Tutto va come deve!" Risponde noncurante il bambino mentre continua a giocare con il suo gameboy. Phoebe è a terra, a causa dell'incantesimo che le ha fatto Takor; si trova in questo stato da almeno due ore, ma adesso credo che le cose si stiano mettendo male. Si agita, mugugna qualcosa nel suo stato di incoscienza, si rigira, e io non so che fare per aiutarla. 

Piper è preoccupata almeno quanto me. "Ma sei sicuro che questa cosa funzionerà?" Chiede al bambino. "Non mettere mai in dubbio le mie capacità streghetta!" Sbotta Takor. Si alza e si avvicina a noi. Da un'occhiata a Phoebe e sentrenzia "Si sta per svegliare, state pronte!" 

Tempo si e no due secondi, e la mia sorellina si alza urlando. Subito io e Piper ci avviciniamo per rassicurarla. "Calma Phoebe, è tutto a posto!" "Voi… Belthazor, vi aveva ucciso!" "Stai tranquilla, noi siamo qui, era solo un sogno!" "No, per la precisione non era un sogno, ma una visione!" Specifica Takor avvicinandosi. "Tu? Ma noi… ce ne eravamo andate, come ho fatto a tornare qui?" chiede confusa Phoebe "Se hai un po' di calma e pazienza ti spiegherò tutto - Continua il bambino riprendendo il suo solito posto sul trono. Spegne il videogioco con un po' di rammarico e, dopo essersi schiarito la voce ricomincia a parlare - Quando le tue sorelle ti hanno chiesto se eri sicura della natura buona di Cole, io ti ho visto esitare, quindi ho deciso di darti una mano facendo un incantesimo in modo da farti vedere e provare quello che potrebbe accadere. Comunque non ho idea di cosa tu abbia visto quindi… com'è andato il viaggio?" 

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Phoebe sembra sotto shock. Trema leggermente e si stringe a me come quando era bambina. Ho la netta sensazione che quello che ha appena vissuto non le sia piaciuto molto. Balbettando leggermente, ci dice di aver vissuto quasi sei mesi interi durante il paio d'ore in cui è stata sotto l'effetto della magia di Takor. Racconta di come all'inizio le cose andassero benissimo, e di come fossero improvvisamente precipitate, di come Belthazor si fosse effettivamente rivelato e di come ci avesse ucciso tutte e tre preparandosi a conquistare l'intero creato.

Io e Piper l'abbracciamo forte mentre lei comincia a piangere. Sapevo, per un certo verso, che non dovevamo fidarci di Cole, ma avrei tanto voluto sbagliarmi, l'avrei voluto per Phoebe, che finalmente si era innamorata sul serio. Restiamo così per un po', poi Takor si alza e ci raggiunge.

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Quasi non riesco a credere di poter stare ancora tra le braccia delle mie sorelline, di poter essere rassicurata dalle loro parole, di poter affidare a loro tutte le mie preoccupazioni e i miei guai. Sono ancora stretta nel loro abbraccio quando Takor si avvicina e mi tira leggermente in disparte. "Phoebe, immagino che tu ora sappia cosa fare!" "Si, credo di si!" Balbetto. "Bene, è quello che volevo sentire. Dovrà essere fatto ora!" "Cosa?" Chiede stupita Piper "Non voglio correre rischi. Oggi è un giorno pari, e in questi giorni io aiuto il Bene, intendo farlo in maniera decente e non lasciare cose in sospeso. Se ora vi lascio andare non sono sicuro che Belthazor avrà la fine che merita e non posso permetterlo, quindi tutto va fatto qui, sotto ai miei occhi!" Il bambino schiocca le dita e qualche metro davanti a noi compare Cole. Lui si guarda in giro completamente spaesato finché non mi vede e si rassicura leggermente. "Avanti!" Ci esorta Takor.

"Phoebe, amore, mi vuoi dire cosa sta…" Cole viene interrotto da Piper che, utilizzando il suo potere, lo blocca in mezzo alla stanza. Poi la mia sorellina si gira arrabbiata verso Takor "Primo: non puoi chiedere di uccidere a comando. Secondo: anche se volessimo ucciderlo non sapremmo come, il Libro delle Ombre è rimasto a casa nostra, ricordi?" "Primo: - Risponde il bambino - io ho il diritto, il dovere, e il potere per ordinarvi di uccidere a comando. Non sfidatemi, potrei dimenticarmi che oggi è un giorno pari! Secondo: lo ucciderà Phoebe con questo!" Dice mettendomi in mano un coltello. "Cosa? Perché io?" "Non è necessario che lo faccia lei. Ci penseremo io e Piper!" Mi viene in aiuto Prue, ma Takor non sembra della stessa idea. "Invece lo farà lei. Belthazor avrebbe dovuto essere ucciso molto tempo fa, invece Phoebe l'ha risparmiato. E' stato a causa sua che tutto è iniziato, e quindi tocca a lei rimettere tutto a posto! - Dice senza possibilità di replica schiacciando ancora di più il coltello sul palmo della mia mano - Colpiscilo dritto al cuore!"

Io rimango impalata per quella che mi sembra un'eternità. Tutto attorno a me si muove a velocità rallentata: le mie sorelle che mi abbracciano, lo sguardo di Takor che non ammette replica, la 'statua' di Cole che mi guarda… ho una sola certezza: io lo amo, nonostante tutto ciò che ho visto, e credo morirò nello stesso istante in cui morirà Cole.

L'effetto del potere di Piper sparisce "…succedendo?" Cole mi raggiunge. Sono ancora persa nei miei pensieri quando sento le sue mani che mi prendono dolcemente un braccio. Mi guarda così teneramente che sento il cuore sciogliersi lentamente. Nella mente le parole di Takor fanno da colonna sonora alle immagini della morte delle mie sorelle che ho visto durante l'incantesimo. Non posso permettere che accada, nemmeno se lo amo. Stringo il coltello tra le dita e mi avvicino ancora di più a lui. "Ti amo, ricorda solo questo!" Gli sussurro prima di baciarlo un'ultima volta. Mentre gli sto dando l'ultimo saluto, alzo la mano con il coltello e colpisco direttamente al cuore. Il bacio si interrompe bruscamente e Cole si allontana inorridito da me. Si porta le mani al cuore dove è ancora conficcata l'arma e mentre si trasforma in Belthazor, vedo l'odio nei suoi occhi, quello stesso odio che traspariva mentre uccideva me e le mie sorelle nella mia visione. Poi di Belthazor, non rimane che un mucchietto di polvere e un coltello insanguinato.

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Non riesco a credere che Phoebe abbia davvero trovato la forza di farlo. Appena Belthazor diventa un mucchietto di polvere buono solo per la spazzatura, Phoebe cade sulle ginocchia e comincia a singhiozzare. Prue ci mette un attimo più di me a riprendersi dalla scena appena vista, per cui la prima a correre al fianco di Phoebe per consolarla sono io. Lei sta guardando inorridita la mano leggermente sporca del sangue di Belthazor e io non so cosa fare se non stringerla in un forte abbraccio e dirle che ha fatto la cosa giusta, quella che andava fatta. Dentro di me so però che queste non saranno mai motivazioni sufficienti per lei e che porterà in se i segni di quello che è successo per molto più tempo di quanto tutti noi vorremmo. Anche Prue si avvicina e ci stringe tutte e due. Un istante dopo, siamo tutte di nuovo a casa.

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Phoebe non ha ancora palato da quando siamo tornate dagli inferi. Ne' io ne Piper riusciamo a farle spiaccicare parola. Non piange più, se ne sta semplicemente immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Personalmente preferirei che si sfogasse ancora, che urlasse, scalciasse… qualunque cosa, tranne questo suo estraniarsi dalla realtà. Vado in salotto dove Phoebe e Piper mi attendono e le do la tazza di te con il sonnifero. Spero che dopo un bel sonno riesca a riprendersi almeno un po'. Sorseggia lentamente il tea caldo mentre io e Piper ci guardiamo preoccupate con la stessa triste espressione. Per quanti tentativi facciamo o faremo, credo che Phoebe non tornerà mai quella di una volta, mai più.

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Le guardo dall'alto, non voglio intervenire, non è il momento. Sapevo che avrebbero dovuto affrontare una dura prova, ma questo mi sembra decisamente troppo. "So cosa stai pensando Leo: - Zacar interrompe i miei pensieri - che questa volta abbiamo esagerato giusto?" "Phoebe non si merita questo: era innamorata, non è un peccato mortale!" "La penso così anch'io, ma d'altra parte anche gli altri quattro del consiglio avevano le loro ragioni. Se permettiamo anche solo a una strega di ingannarci e di disobbedire alle regole, finiremo nel caos assoluto. E' già abbastanza che il consiglio non abbia deciso di condannarla alla dannazione eterna, perché credimi Leo, ci è andata molto vicina. Questa è la soluzione più favorevole a lei: doveva rimettere semplicemente le cose a posto!" Detto questo se ne va, lasicandomi di nuovo solo. Provo a capire le ragioni del consiglio, ma nonostante tutto, l'affetto che provo per Phoebe è troppo grande e non riesco a capire se il loro agire sia stato davvero la cosa giusta. Comunque, in ogni caso, non riuscirei mai ad accettare la situazione così com'è, nemmeno se ciò che ha fatto il consiglio fosse stata l'unica soluzione per salvare il creato dalla distruzione completa: Phoebe è come una sorella per me e non posso vederla soffrire in questo modo. Spero solo che riesca a superarlo, lo spero, perché ormai non c'è altro da fare.

 
Scritto da Flond


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