VIAGGIO AGLI INFERI
Riassuntino: E' la continuazione di "Bugie". Stufe che i potenti di entrambi gli schieramenti del male e del bene giochino con le loro vite, il trio al completo prenderà il toro per le corna e…
Data: non so bene quando l'ho iniziato, ma l'ho finito 11 maggio, ore 20.57 per la precisione
Adatto: a tutti
Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Streghe Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il permesso degli autori e senza fini di lucro.E' quasi mezzo secolo che vivo
quassù, e fino a poco tempo fa, non pensavo potesse esseri luogo migliore. La
luce che illumina ogni più recondito angolo e il senso di pace e tranquillità
che invade chiunque respiri quest'aria, sono sensazioni che non si possono
trovare i nessun altro luogo. Chiudo gli occhi e guardo cosa accade nel mondo
mortale. Posso contare un totale 15 guerre, 52 epidemie mortali e 4 terremoti di
notevole intensità. Beh, più o meno la solita attività quotidiana! Ma adesso
che ho assolto il mio compito di bravo angelo bianco, preoccupato per le sorti
del mondo, posso occuparmi di fare il bravo ragazzo innamorato. Mi concentro su
casa Halliwell per dare un'occhiata alle mie protette, e a una in particolare…
"Leo!" La voce imperiosa mi giunge dall'aria. Ma i dolci campanellini
non si usano più? "Vieni da noi, immediatamente!"
Controvoglia mi alzo dal mio comodo giaciglio e mi incammino verso la sala delle
udienze. Devo superare due 'posti di guardia' ma ormai gli angeli posti da
sentinelle mi conoscono bene e mi fanno passare senza i controlli di rito (a
causa delle tre sorelle io finisco in quella stanza con una frequenza da far
paura!). Eccoli li, seduti al tavolo del consiglio. Tutti e cinque vestiti con
l'usuale tunica verde smeraldo, che mi guardano intensamente come se mi stessero
scrutando l'anima (e in fondo, non sono sicuro che non sia così!)
"Mi avete fatto chiamare?" Chiedo rispettosamente con la frase di protocollo. Zacar, il capo dei cinque, l'unico a cui è permesso portare la tunica bordata d'oro, si alza e mi si fa incontro. "Vieni Leo, facciamo due chiacchiere!" Poi mi mette un braccio sulla spalla, e ce ne andiamo via come due vecchi amici che non si vedono da un po', tra lo stupore e l'incredulità degli altri quattro del consiglio.
Mi sento un po' a disagio ad andarmene così con il mio capo, e lui sembra intuire questa mia sensazione al volo. Ci fermiamo a sedere lontano da occhi e orecchie indiscrete. Mentre lo guardo veramente, per la prima volta, mi viene in mente la sua storia, e in particolare la vicenda della sua nomina a capo dei cinque, avvenuta tra lo stupore di un po' tutti. Non che Zacar sia una persona inadatta a questo ruolo, anzi, tutt'altro, ma di sicuro è un personaggio un po'… diverso.
Anche qui, come da molte altre
parti, c'è una regola non scritta secondo cui i posti di potere vanno affidati
a persone di una certa età e quindi di una certa esperienza, figuratevi quindi
il clamore quando un giovincello di soli 1700 anni venne messo a capo del
consiglio, soverchiando i grandi saggi di più di 8000 anni. All'inizio c'era
stato un po' d'imbarazzo tra tutti, ma poi le qualità di enorme umanità di
Zacar, erano subito saltate agli occhi.
In effetti, personalmente, posso dire che non c'era mai stata scelta più
felice. Con tutto il rispetto per gli altri quattro del consiglio, serviva
proprio una ventata d'aria fresca.
Negli ultimi secoli il mondo era cambiato molto, e così era stato anche per le
streghe e le varie persone votate a difendere il bene. I vecchi metodi e le
vecchie tradizioni a cui i membri del consiglio erano fortemente legati, non
erano più quelli adatti per trattare ed aiutare i mortali difensori del bene, e
quindi andavano cambiati. In fondo anche le forze del male avevano dovuto
adattarsi ai tempi che cambiavano, perché non dovevamo farlo anche noi?
"Leo, so bene quanto tu sia legato alle tre sorelle, e quello che ho da dirti non ti piacerà! - Lo guardo preoccupato, le sue parole non sono certo quelle che avrei voluto sentire.- Riguarda ancora Phoebe, e Belthazor. Il consiglio è a un passo dal trovare le prove certe che il demone è ancora vivo, ed è per questo che ti sto avvertendo - La mia mente corre tra le immagini di Phoebe. Se la scopriranno… - Io non voglio che le accada niente, ma gli altri quattro vecchiacci del consiglio sono decisi a far rispettare le regole, e tu sai cosa succede a chi cede di fronte al male: per lui è prevista la dannazione eterna. - Rimango bloccato. Per la prima volta da quando tutta quella storia è iniziata ho la netta sensazione che la perderò - C'è un'unica possibilità che potrebbe farle diminuire la pena: deve uccidere Belthazor una volta per tutte e poi chiedere clemenza: in fondo è un umana e come tale soggetta agli sbagli. Forse potrei convincere gli altri a perdonarla!"
Non posso crederci. Questa è
la fine: Phoebe non accetterà mai di uccidere Cole: lei lo ama… "Ma se
Belthazor non fosse così cattivo da meritarsi la distruzione? Magari è
un'anima che si può ancora salvare" Faccio un ultimo, disperato tentativo
che non convince neanche me "No, questo non è possibile e lo sai anche tu:
Belthazor è un demone, e uno della peggior specie. So che Phoebe è innamorata
e che ha agito in buona fede, ma ha commesso un grosso errore, e purtroppo su
questo non abbiamo dubbi!"
La mia speranza affonda come il Titanic (tanto che in sottofondo mi sembra di
sentire Celin Dion) mentre mogio mogio lascio Zacar seduto e me ne vado verso le
mie protette a dar loro la triste notizie. Come troverò il coraggio di dir loro
una cosa del genere?
Arrivo sulla terra che è sera,
appaio come il solito dal nulla e Piper corre ad abbracciarmi. Sento come una
stretta al cuore: non posso farlo. Lei mi guarda un po' stranamente "Amore,
tutto bene?" "Si" Mento spudoratamente, ma a quanto pare la mia
recitazione è abbastanza credibile perché Piper continua "Bene, allora
possiamo andare!"
Andare? Dove? Ah già, l'appuntamento! In tutto questo trambusto mi ero
dimenticato che avevo promesso di portarla fuori. Non voglio deluderla e poi ho
bisogno di un attimo per trovare le parole adatte, quindi la guardo salutare le
sorelle, e poi ce ne andiamo verso una romantica serata.
JLJLJLJLJLJ
Nove di mattina e Piper è
ancora a letto. C'è una sola spiegazione: Leo.
Busso delicatamente alla porta della sua camera e mi risponde la mia sorellina
con una voce ancora impastata dal sonno."Che c'è?" "Piper, so
che sei in buona compagnia, e mi dispiace dirtelo, ma guarda che sei in
ritardo"
Questa situazione mi è parecchio famigliare, anche se di solito mi accade con
Phoebe, per cui riconosco tutti i tipici rumori: mia sorella che si gira nel
letto per vedere la sveglia e, quando finalmente si rende conto dell'ora, si
alza di scatto, quasi inciampa sulle lenzuola, apre l'armadio e senza neanche
guardare prende le prime cose che le capitano. Corre per la stanza afferrando
l'orologio i braccialetti che porta sempre, e alla fine esce, mi fa un sorriso
imbarazzato e si chiude in bagno. La mia Piper, cosa farei senza di lei!
Dopo un po' Leo mi raggiunge. Anche lui è ancora un po' scombussolato, con i
capelli biondi tutti in aria, la maglietta bianca stropicciata e i boxer che io
e Piper gli abbiamo comperato assieme.
"Mi dispiace di essere sempre la rompiscatole!" Gli dico cercando
perdono con lo sguardo e lui, gentile come al solito, sorride "Non
importa!" E si siede a bere il caffè. Tempo circa dieci minuti e la mia
sorellina arriva finalmente presentabile. Va da Leo e a me tocca fare da terzo
incomodo mentre quei due si salutano appassionatamente. "E su, basta, vi
rivedete tra un po' d'ore, mica tra tre anni!" Borbotto, ma loro,
ovviamente, non mi ascoltano e l'unica cosa che guadagno è un'occhiataccia da
parte di Piper! Lei se ne va subito mentre Leo…
E' solo allora che noto lo sguardo perso tra le infinite profondità della tazza
di caffè. "Leo, qualcosa non va?" Lui esita, mi guarda e cerca parole
che non trova, allora gli siedo accanto e con il tono dolce che uso sempre con
le mie sorelle, lo invito a sfogarsi e a dirmi il suo problema.
Forse non avrei dovuto farlo.
Le sue parole piovono come macigni mentre mi annuncia che o Phoebe ucciderà
Cole, o Loro uccideranno lei.
Lo guardo e vedo i suoi occhi oscurati da un'ombra, come un lago il cui riflesso
non splende a cuasa delle nuvole che lo sovrastano. Vorrei confortarlo, ma la
verità è che sono io quella che ha bisogno d'aiuto. Rimaniamo così, con il
silenzio che riempie il vuoto tra noi, consci che quello è solo l'inizio della
fine, e già sento il mio cuore spezzarsi sotto i colpi di un'invisibile quanto
spietata ascia.
Dopo poco Loro, quelli che
potrebbero diventare gli efferrati assassini della mia povera sorellina, lo
chiamano, e lui scompare lasciandomi silenziosa a fissare il muro bianco davanti
a me.
Poi, all'improvviso e senza una ragione logica, un lampo mi attraversa la testa
facendosi largo tra le nuvole della disperazione. Corro in soffitta in cerca di
conferme, e tra le ultime pagine del Libro la trovo. E' la soluzione ai nostri
problemi e non posso crederci. Prima di saltare a troppo affrettate conclusioni
mi metto a pensare: farsi ricevere da un essere così potente, colui che solo è
al di sopra di bene e male, non è certo uno scherzo, ma se c'è qualcosa che ho
imparato è che nulla è impossibile. In fondo si tratta di mia sorella contro
un rischio di vita… direi che non c'è dubbio sulla scelta da prendere….
Entro nella sua camera sicura
di trovarla li, daltronde, sono giorni che ormai non va da altre parti. Apro la
porta senza bussare perché tanto un rifiuto della mia sorellina non servirebbe
comunque a fermarmi. Le mie previsioni si dimostrano vere, come una profezia di
Nostradamus o come le premonizioni della stessa Phoebe: lei è li, seduta sul
letto che legge un libro. Mi guarda stranamente "Non si usa più
bussare?" Chiede, ma io tiro dritta, mi siedo accanto a lei e l'abbraccio.
Phoebe è sempre più confusa ma ricambia. "C'è qualcosa che non va?"
La guardo. Non si merita
proprio di essere infelice, e io sono stufa di vederla così, sono stufa che
Loro abbiano sempre il sopravvento su tutto e tutti, sono stufa dell'impotenza
che abbiamo nei confronti della nostra vita. Mi sento come un personaggio
all'interno di un videogioco che ha l'illusione di agire di sua volontà, ma in
realtà risponde solo ai comandi di un ignoto player al di la delllo schermo.
Beh, per tutti i Mario Bros e le Lara Croft sparsi per il mondo, quella
situazione doveva finire, subito!
Le dico tutto e finalmente lei abbozza un sorriso. Era da tanto che non lo
faceva e ora ho la certezza di aver preso la decisione giusta. Rimane ancora la
parte peggiore, convincere Piper. Lei è quella che ha più da perdere. Ha
faticato così tanto per poter stare con Leo che ora forse non è giusto
chiederle di rischiare tutto in una scommessa così azzardata. D'altra parte se
potessimo fare senza di lei… ma qui occorre il Trio, al completo, o le nostre
speranze di successo si ridurrebbero a un numero x tendente a zero.
JLJLJLJLJLJ
Ed eccolo, finalmente, il mio
regno.
E' sempre stato piacevole entrare qui, sin dal primo momento in cui ci ho messo
piede, l'ho sentito mio e ho saputo che qui avrei fatto grandi cose, e così è
stato.
Questo è il mio santuario, il luogo dove controllo tutto e tutti, dove il capo
sono io e, per una come me che per tutta la vita ha dovuto obbedire agli ordini
di qualcuno, non è certo una cosa da poco! Questo locale sembra addirittura
vivere in simbiosi con me: quando io sono nervosa, inevitabilmente il P3 viene
sommerso dai guai, mentre quando sono felice tutto va liscio come l'olio.
Tutto vuoto: logico, questo non
è certo orario d'apertura! I tavoli con ancora su le sedie, i bicchieri tutti
ordinatamente riposti, il bancone lucido come uno specchio, e il solito messagio
dietro la cassa.
"Piper,
ieri sera io e Jason abbiamo sistemato tutto.
Te l'ho mai detto che per tutto il lavoro che facciamo, ci paghi poco?
P.S. E' passato un tizio e ha lasciato il suo biglietto da visita,
dice che vorrebbe far suonare una band qui. Sbrigatela un po' tu!
Ci vediamo. A.J."
Che bravi ragazzi quei due. Se
non fossi già pazzamente innamorata di Leo, forse ci butterei un occhio su: in
fondo sono gentili, premurosi nei miei confronti, e soprattutto sono due paia di
braccia insostituibili per il P3! Va beh, adesso basta pensare a cose così
frivole, il lavoro attende e se voglio che la baracca vada avanti, devo darmi da
fare.
Mi dirigo verso il mio ufficio e all'improvviso mi coglie la strana sensazione
che qualcosa stia per succedere. Neanche a farlo apposta, ecco arrivare Prue,
con una strana foga addosso, ma non riesco a capire se questo sia un segno buono
o no!
"Prue? Scusa ma cosa ci
fai qui?" "Piper ecco… Senti, sediamoci un attimo, voglio
parlarti!"
Ed eccolo, mi sembra di sentirlo, il rumore nella mia testa, come quello di una
sirena che avvertie di un imminente attacco aereo: ho l'assoluta certezza che la
mia sorellina non porta buone nuove e rassegnata, tolgo un paio di sedie tal
tavolo e aspetto che cominci la sua lunga e tribolata storia.
"Tu devi essere
impazzita!" "Piper, aspetta, lasciami spiegare…" "Scendere
all'inferno? Te lo ripeto: tu devi essere impazzita!" "Stammi a
sentire…" "No, Prue, stammi a sentire tu. Non puoi venire qui a
dirmi che hai in programma una bella gita domenicale agli inferi, nella tana del
lupo e sperare che io ti dica 'si, figurati che non avevo programmi, e poi laggiù
dev'essere un bel posto, chissà quanta gente carina incontreremo'!"
Abbassa la testa colpevole. Bene, forse l'ho convinta.
"Piper, so cosa vuoi dire, non vado pazza per l'idea neanch'io, ma questo
è l'unico modo per risolvere la situazione di Cole e Phoebe. - Mi prende per
mano e con il tono più calmo continua. La odio quando fa così, so già che
alla fine cederò - Quando ho detto il mio piano a Phoebe, lei è tornata a
sorridere. Non ti chiedo di farlo per me, ma per lei, e poi…" "E poi
cosa?" Sbuffo. Ormai, peggio di così… "Leo mi ha detto che Loro
stanno per trovare le prove che Cole è vivo, e allora per Phoebe…"
Colpita e affondata. Ormai non avrei più potuto rifiutare.
JLJLJLJLJLJ
Ancora non posso crederci. Non
ho mai dubitato che le mie sorelle sarebbero anche morte per me, ma questo…
Naturalmente sono felice di intravedere la soluzione a tutti i miei problemi, ma
ho paura che questo significhi perdere Prue e Piper e non so se voglio correre
un rischio così grande.
Adesso che ci penso bene, forse sarebbe addirittura stato meglio se Prue non
avesse avuto quest'idea… Ma cosa sto dicendo? O Dio, ho così tanta paura che
non ragiono più!
Ma d'altra parte, non posso continuare a svegliarmi nel cuore della notte,
sudata, in preda agli incubi della punizione che Loro potrebbero infliggermi se
scoprissero che Cole è ancora vivo. Ogni notte l'incubo cambia, e ogni notte è
sempre peggio.
Alzo la testa per guardarle.
Cosa farei senza di loro? O meglio ancora, cosa sarei io senza di loro!
"Pronta?" Mi chiede Prue, come se fossi io quella che rischia.
"Pronta?" Giro la domanda a Piper. Lei ci riflette un attimo, fa un
respiro profondo, e poi… "Andiamo!"
Catene
del tempo, leggi immortali
Genti guardiane delle porte fatali
Non impedite lo svolgersi del fato
Perché il nostro passaggio era stato predestinato
Che il destino si compia, lasciateci passare
Che la porta si apra, fateci entrare.
Sono due anni che recito
formule, e ogni volta sento un brivido corrermi giù per la schiena. Nonstante i
pericoli e i guai in cui mi trovo, il mio spirito avventuriero non riesce a non
trovare la cosa eccitante. Un lampo di luce rossa, e la soffitta sparisce
davanti a me.
JLJLJLJLJLJ
Non so perché, ma l'inferno me
lo sarei immaginato diverso. Magari fiamme, zolfo, dannati che chiedono
inutilmente che la loro pena gli venga condonata… qualcosa del genere,
qualcosa di tipo dantesco, e invece…
Guardo le mie sorelline. Anche loro sembrano incredule quanto me. "Questo
è l'inferno?" Chiede Phoebe guardandosi estasiata attorno. Comincio sul
serio a preoccuparmi per la sua anima. Ora che sa com'è quaggiù, potrebbe
decidere di trasferirsi in pianta stabile.
E' un po' una piccola Las Vegas. Ci circondano pub dalle insegne luminose e un
po' più in giù intravedo delle boutique di alta classe. Per la strada passano
auto sportive da far invidia e le persone che camminano sui marciapiedi sembrano
uscite da una rivista di moda.
Ci incamminiamo. Forse questo è il posto sbagliato. Una coppietta ubriaca mi
urta e quando io mi giro arrabbiata per dirgliene quattro, lui cambia faccia, e
non nel senso di espressione, ma proprio i connotati! Si riempie di rughe, i
capelli ingrigiscono e le pupille diventano bianche. Salto indietro
terrorizzata. Lui fa un verso animale simile a un ruggito, prima che la sua
compagna, ridendo, lo trascini via. Forse, dopotutto, questo è proprio il posto
che cercavamo.
JLJLJLJLJLJ
Ok, se Prue ha ragione quel
tipo sarà qui da qualche parte, ma dove? Intorno a noi, solo gente che ride,
che urla, che si diverte: che sia un posto di perdizione, non c'è dubbio, ma
che sia così male… no, non direi proprio. Un omino, alto si e no 1 metro e
30, si avvicina a noi. Ha dei piccoli occhiali tondi, i capelli sotto una
visiera verde sono quasi tutti spariti, la camicia bianca, sudaticcia, e l'aria
di chi non si prende una vacanza da un'eternità. "Siete voi che avete
aperto la porta?" Domanda con un tono servizievole da far quasi schifo.
"Perché?" "State cercando Takor?" Ci guardiamo: questo
piccolo impiegatuccio sembra sapere molte cose. "Potresti portarci da
lui?" Rompo gli indugi io "Certo. Mi ha mandato a prendervi, vi vuole
vedere subito!" Si gira e comincia a camminare spedito dribblando gli
ostacoli con un agilità che non sospettavo. Io alzo le spalle, visto che orami
siamo qui, tanto vale… Lo seguo.
La città presto lascia posto a
una lunga strada deserta, con un sole battente sulle nostre teste. Il paesaggio
è di una monotonia irritante, e nessuno qui nella compagnia sembra voler fare
due chiacchere, nemmeno le mie sorelline che camminano sospettose dietro di me.
Fa un caldo bestiale e comincia anche a farmi male la testa, mi dispiace proprio
di non aver saputo prima cosa mi aspettava da queste parti, altrimenti mi sarei
portata almeno un cappellino!
"Piper!" Sento la voce di Prue allarmata. Mi giro e faccio in tempo a
vedere la mia sorellina che si accascai a terra. Prue cerca di farla rinvenire
subito e, per fortuna, ci riesce "Piper, come va?" "Non è niente
- Ci sorride mettendosi a sedere - è solo questo caldo… non ci sono tanto
abituata" "Stai tranquilla ci fermiamo per una sosta!" La
rassicura Prue. Io, mi volto verso quell'impiegatuccio da strapazzo. "Ehy
tu - gli urlo dietro - Vuoi fermarti? Mia sorella non sta bene!" Lui si
blocca all'istante, si gira e ci vede tutte tre ferme. Sembra irritato. Torna
verso di noi con passo marziale "Beh, perché vi siete fermate?"
"Scusa tanto, ma noi non siamo abituate a questo caldo infernale!" Tho,
senza volerlo, mi è anche venuta una battuta, ma non è proprio il momento di
scherzare, sono ore che camminiamo e ancora non siamo arrivate a capo di niente.
"Rialzatevi" Ci dice
in tono che non ammette replica, ma io non sono disposta a farmi mettere sotto
da uno che è più basso di me. "Modera il tono tipetto!" Gli dico
alzandomi in piedi per fargli capire chi di noi comanda, ma lui non muove un
muscolo, non sembra nemmeno essersi accorto delle occhiataccie che gli mando.
"Siamo quasi arrivati, muovetevi. Takor non apprezza i ritardatari" E
poi, come se niente fosse si rigira e va avanti. "Ehi, ehi…"
"Lascia stare Phoebe, sarà meglio fare come dice lui. Siamo già
abbastanza nei guai senza farci altri nemici!" Mi sorride Piper. Si rialza
e proseguiamo la marcia.
Cammino a testa bassa, e guardo
il lato della strada che scorre sotto ai miei piedi, e quando finalmente rialzo
gli occhi, nel bel mezzo del nulla compare una casupola. La nostra guida si
ferma ad aspettarci, poi spinge la porta che si apre cigolando, ed entriamo
tutti e quattro assieme.
Subito ho l'impressione di essere retrocessa
di qualche secolo. Sulle pareti di legno ci sono un paio di mensole con dei
libri di vecchia data, e parecchi buchi di tarme. Per il resto, un letto
sgangherato, il caminetto spento, un tavolino con una brocca d'acqua in cui
galleggiano i cadaveri di due mosche e una
finestra talmente sporca che non si riesce a vedere all'esterno. L'unica cosa
che abbonda sono le ragnatele che riempiono tutta la stanza. Sembra che nessuno
passi di qui da molto, molto tempo. Incurante di tutti questi particolari, il
tipetto che ci accompagna, si dirige sicuro verso un angolo della stanza, alza
una botola che non avevo nemmeno visto, e ci fa cenno di seguirlo.
JLJLJLJLJLJ
Scendo titubante per la
scaletta malferma, e mi trovo circondata dal buio più assoluto. Dopo di me è
la volta di Prue, e poi ci siamo tutti. "Tenete un buon passo, e le mani
sulle pareti, così eviterete di andare a sbattere da qualche parte" Ci
avvisa quello strano omino. "Scusa, ma accendere una luce?" Domanda
candidamente Phoebe, ma lui non si degna neanche di risponderle e sentiamo i
suoi passi che cominciano ad allontanarsi. Lo seguiamo: non possiamo fare
altrimenti!
Le pareti sono umide, e ogni tanto qualche gocciolina d'acqua (almeno, spero sia
acqua!) mi cade sulla spalla facendomi rabbrividire. Adesso non corro il rischio
di prendermi un'altra insolazione come prima, ma se continuiamo a passare da temperature
torride, a queste glaciali, di sicuro mi verrà un accidente.
Continuiamo ad avanzare.
"Adesso basta - Urla Phoebe bloccandosi all'improvviso, e io le finisco
inevitabilmente addosso - Voglio sapere qualcosa" "Zitta, piccola
impertinente! Ormai siamo quasi nella zona proibita, lui può sentirti!"
"A chi piccola impertinente? Ma dico lo sai che ho messo a terra gente il
doppio di te? Sai cosa potrei farti?…" S'infuria lei. Le metto una mano
sulla spalla "Calma Phoebe, calma!" Le dico piano e la sento sbollire
lentamente, molto lentamente.
Altri dieci minuti? Non lo so
più, ho perso il conto, ormai son giunta alla conclusione che il tempo sia
relativo (ho scoperto l'acqua calda vero?) Lontano, mi sembra di vedere un
chiarore, ma forse è solo un'illusione: qui dentro ho visto talmente tante
ombre sorgere dal buio e ritornarvi dopo avermi spaventato a morte, che ormai
non mi fido più dei miei occhi. Ma la luce persiste, e si fa sempre più forte.
Non è un'illusione, è reale quanto il mio mal di piedi! Dopo l'ennesima brusca
curva, finalmente appare una sala tonda, illuminata dalle torce alle pareti. Di
fronte a noi si aprono tre strade, e ognuna si reimmerge nel buio. "Non hai
detto che eravamo quasi arrivati?" Gli domando "Infatti!" Lui
avanza di qualche passo, china la testa e borbotta qualcosa in latino.
Un piccolo tremore, e le tre aperture davanti a noi si tramutano in solida
roccia mentre dal nulla compare un portone in legno massiccio, con tanto di
battente in ferro, stile castello medioevale. "D'ora in poi potete
continuare da sole. Contate le porte del corridoio: la settima, a sinistra.
Bussate, Takor è li!" Ci dice, e c'è qualcosa di inquietante nel tono
della sua voce. "Perché non vieni con noi?" Chiede Prue.
"Andate" Ripete lui, poi si gira e sparisce.
JLJLJLJLJLJ
Beh, almeno ci siamo liberate
di quel cosetto odioso.
"Forza, entriamo!" Spingo la porta che con un po' di sforzo si apre.
Davanti a noi un corridoio spoglio, che sembra infinito. Ai lati una lunghissima
serie di porte, tutte uguali l'una all'altra ci attendono. "La settima a
sinistra, giusto?" "Sì" Phoebe si guarda attorno e lo sguardo
che ha non mi piace per niente "Chissà cosa c'è dietro alle altre"
Domanda "Phoebe, lascia perdere!" le dice Piper, ma la mia sorellina
non si scoraggia per così poco. "Nemmeno un'occhiatina?"
"No!" Le rispondiamo. Lei alza le mani in segno di resa, e
continuiamo.
Sesta e… settima! "Questa è la porta!" Le avverto. Ci fermiamo.
Oltre quella soglia sta la risoluzione ai nostri problemi, speriamo.
"Sicure?" Ci domanda Phoebe. Si sente ancora un po' colpevole per
averci coinvolto, ma noi siamo sorelle: tutte per une e una per tutte (Sono i
tre moschettieri che l'hanno copiata da noi!) "Comunque non avremo
scelta" Dice Piper guardandosi dietro. Il portone da cui siamo entrate, si
è dissolto nel nulla per lasciare posto a un corridoio uguale a quello che ci
troviamo davanti. Questo posto comincia a mettermi i brividi. "Facciamo
presto, voglio andarmene da qui!" Dico bussando alla porta.
JLJLJLJLJLJ
La porta si apre da sola.
"Avanti" E' una voce cavernosa quella che ci risponde, una voce che
mette i brividi. Varco la soglia con i nervi tesi, e le mie sorelline mi
seguono.
Davanti a noi c'è un mastodontico trono girato di spalle, e non riesco a vedere
chi ci sia seduto. "Sapete di chi siete al cospetto?" Ci domanda
ancora la voce senza volto "Sei Takor?" Chiedo di rimando io
"Sono colui che controlla bene e male, solo colui che è immortale, sono
colui la cui volontà impera, sono colui la cui parola è l'unica vera!"
Recita a modi filastrocca. Io storco il naso: mi mancava proprio un poeta
fallito nella mia lista!
Prue come al solito è quella che mantiene il maggior contegno nonostante le
rime baciate "Sai perché siamo qui Takor?" "Volete cancellare i
ricordi del Consiglio!" "Esatto, puoi aiutarci?"
"Dipende" Ci guardiamo: altre complicazioni?
"Cosa vuoi da noi"
Gli chiede Piper "Una partita" "Cosa?" "Una partita a
scacchi" Ribadisce la voce. Come richiesta non è nemmeno troppo
pretenziosa ma, c'è un piccolo problema: nessuna di noi ha mai giocato a
scacchi! "Ehm… Takor?" Comincio io "Si" "Non c'è un
gioco di riserva?" "Perché?" "Ecco, noi… non sappiamo
giocare a scacchi!" "Cosa? - La sua voce cambia improvvisamente, il
tono profondo lascia spazio a una vocina cristallina che sembra uscita dal coro
delle voci bianche. - Volevo dire… Cosa!" riprende il tono usuale, ma
ormai è troppo tardi, Takor si è scoperto. Mi avvicino piano al trono.
"Ferma Phoebe, non un passo di più!" Mi ammonisce" Ma nel suo
tono c'è un lieve fremito di paura, e io ne approfitto: Supero anche l'ultimo
metro e mi trovo faccia a faccia con…
Un bambino. Avrà si e no 8
anni, capelli biondicci, spettinati, tutti sparati in aria; occhi furbetti,
t-shirt di Topolino, jeans, scarpe da ginnastica e… un modulatore in grado di
cambiare il suo angelico tono di voce in uno proveniente dall'oltretomba.
"Tu sei Takor?" Domando con uno strafottente sorrisetto che mi nasce
sulle labbra "Non ridere Phoebe Halliwell. Sarò anche un bambino, ma
questo non toglie che io abbia grandi poteri e che possa tramutarti in uno
strisciante vermiciattolo, se solo lo desidero!" Recupero un po' di serietà,
anche se non è facile "Scusa, non volevo offenderti, è solo che…"
"Si, lo so… - Sbuffa lui alzandosi dall'enorme trono - …uno che sembra
un bambino di 8 anni non viene mai preso sul serio. Perché credi che usi sto
coso qua! - Dice gettando a terra il modulatore - Ma adesso, basta con i
giochetti. Voi avete una richiesta seria, mi sembra." "Esatto. Allora,
puoi aiutarci?" Gli domando impaziente.
Comincia a girare per la
stanza. "Se foste capitate ieri, o domani, vi avrei ucciso appena varcata
la mia soglia… - Comincia, e dal suo tono capisco che non sta scherzando. Il
suo aspetto mi ha veramente fatto dimenticare che in fondo lui è uno degli
esseri più potenti dell'universo. - …ma oggi nel mio calendario è un giorno
pari, e io i giorni pari aiuto sempre le forze del bene. Siete state fortunate
ragazze! - Si ferma e ci squadra tutte e tre da capo a piedi. - Si, vi aiuterò,
e credo che lo farò gratuitamente visto che voi non sapete nemeno giocare a
scacchi. - Va sicuro verso un tavolino accanto al muro dove si trova un libro già
aperto. - Questa è la formula che farà dimenticare al concilio del vostro
aiuto a Belthazor, e alla Sorgente del tradimento del demone."
"Perfetto!" Sorrido io. "C'è una piccola clausola, però - Ecco,
lo sapevo, succede sempre così! - Sia che la natura di Balthazor sia buona, sia
che sia cattiva, dopo quest'incantesimo solo voi a potrete occuparvi di lui - Lo
guardo: qualcosa mi è sfuggito. Takor capisce e con tono un po' spazientito
specifica - Belthazor sarà come un buoco nero: qualcosa al di fuori del
controllo sia del Male che del Bene. Ciò significa che la sorgente non lo
perseguiterà più e che lui non dovrà più ubbidire ai suoi ordini, ma anche
che il Cosiglio non potrà aiutarvi se lui si rivelerà cattivo e deciderà di
uccidervi." "Insomma, in ogni caso ce la sbrigheremo noi!"
Conclude Prue, e il bambino annuisce. "C'è un unico consiglio che voglio
darvi: siate sicure di ciò che volete fare, perché se Belthazor si rivelasse
il demone di cui io conosco la fama, liberarsi di lui non sarà semplice:
l'incantesimo che avete sul vostro Libro non sarebbe più efficace dopo aver
pronunciato questo"
Le mie sorelle mi guardano.
Sento tutta la respomsabilità su di me. "Qualche altro 'effetto
collaterale'?" Chiedo "Solo questo: mi pare più che abbastanza!"
"Phoebe, sei sicura riguardo a Belthazor?" Mi chiede Prue. Ci penso un
attimo. Sono sicura?
"Sono sicura!" Rispondo e alle mie sorelline questo basta. Takor ci
porge il libro.
Nebbie
e venti di tempi lontani
Allontanate le memorie di essenze immortali
Ascoltate il nostro canto immacolato
Noi desideriamo che Belthazor sia liberato
Solo noi responsabili saremo
Del
controllo di un essere intero
Soffiate venti, soffiate forte
Del suo destino aprite le porte
Non succede niente? Niente
tremiti, niente lampi, nemmeno una piccola nebbiolina? "Ha
funzionato?" Chiede Piper un po' confusa. "Osi mettere in dubbio i
miei incantesimi?" Si irrita il bambino "No, no, come non detto. Fai
finta che non abbia mai parlato" Lui la guarda male, poi si torna a sedere
sul suo trono e ci lascia li imbambolate. Ok, il principale problema l'abbiamo
risolto, ma ora se ne pone un altro altrettanto importante: come torniamo nella
nostra bella San Francisco? Prue sembra pensarla come me, e da voce ai miei
dubbi. "Scusa Takor… - Chiede timidamente rivolta al trono dove il
bambino è tornato - …un ultima domanda, come facciamo a tornare a casa?"
"E che cavolo! Non siete capaci di far niente da sole? - Ci guarda male,
poi sempre più rassegnato si riavvicina a noi - Ah, gli umani… Se foste
capitate ieri avrei mandato i vostri corpi ridotti a brandelli attraverso mille
ostacoli, ma oggi fortunatamente per voi è un giorno pari… Addio!"
Schiocca le dita, e ci ritroviamo in soffitta.
JLJLJLJLJLJ
Quella di casa, è una bella
sensazione. Le giornate tornano a trascorrere tranquille, come sempre dopo un
nostro intervento da streghe, ma fino a quando? Fino al prossimo demone, fino al
prossimo incantesimo sbagliato, o fino al prossimo innocente che ci capiterà
disperato davanti la porta di casa, eh già, perché per noi va sempre a finire
così.
Per ora, comunque, mi godo la mia ritrovata pace. Siamo ritornate ieri sera
dalla scampagnata negli inferi, e per adesso non sembrano ci siano conseguenze
impreviste, ma a dire il vero non ci sono nemmeno quelle previste… insomma,
non sappiamo niente, non sappiamo se ha funzionato, non sappiamo nemmeno se Loro
già ci ridono dietro per il nostro tentativo… Oh cavolo, sto diventando
paranoica!
Dei passi sulle scale e la mia assonnata sorellina scende a distogliermi da
questi contorti pensieri.
"Buongiorno Phoebe" "Salve Piper" Risponde stropicciandosi
gli occhi "Dormito bene?" "Abbastanza, i viaggi nell'Oltretomba
sono l'ideale per farti stramazzare stanca morta sul letto appena ritorni!"
"Non dirlo a me, lo so benissimo" Le sorrido porgendole una tazza di
caffè.
Vorrei chiederle se sa qualcosa di Cole, ma prima di commettere l'errore della
mia vita e toccare un tasto che probabilmente è ancora tabù, il campanello mi
salva. Devo avere un angelo lassù da qualche parte che mi protegge… che
stupida, io un angelo c'è l'ho davvero!
"Vado io" Si alza
Phoebe. Io d'istinto sorrido, qualcosa mi dice che le cose si mettono bene e,
obbedendo al mio romantico cuore, mi appoggio alla porta e sbircio fuori.
JLJLJLJLJLJ
Il campanello suona ancora
"Arrivo!" Urlo, ma lui non si ferma e continua a suonare, e suonare…
Quanto adoro le persone così delicate! Di sicuro sarà quel postino del cavolo:
lui ha sempre la mania di suonare ossessivamente. "Eccomi, un attimo di
pazienza, non sono mica Flash! - Finalmente apro - Allora si può sapere
che…" Non ci credo.
"Non dovrei essere qui, ma
c'è qualcosa di strano e io ho pensato che…" Gli salto al collo, lo
abbraccio, lo bacio. "Non sai quanto mi sei mancato" Sorrido io
"Spero almeno quanto tu sei mancata me" Dice e io mi stringo ancora di
più a lui. Come mi mancava questa sensazione.
"Io… io non so cos'è successo, ma loro non mi cercano più"
"Si, io e le mie sorelle abbiamo fatto un incantesimo, non devi temere più
niente" "Tu e le tue sorelle?" "Gli ho detto di quella sera,
gli ho detto che mi ami e loro hanno capito" "Vuoi dire che non dovrò
tenerle lontane con il mio potere?" "Non ci provare nemmeno!" Lo
ammonisco io. Vorrei dirglielo in tono severo, ma non ce la faccio: l'uomo che
amo è appena tornato nella mia vita, per rimanerci per sempre, e io non posso
che essere felice. Ci baciamo ancora.
Sento Prue che scende le scale
e che si ferma a osservare la scena, sento gli sguardi delle mie sorelline
posarsi su di noi, sento che sono felici per me, e io gli voglio bene anche per
questo.
Scritto da Flond
JLJLJLJLJLJLJLJLJL
Qualcosa che non torna
nello stile di Flond? Ma siete sicuri? E se io vi dicessi che la storia non
finisce proprio qui…
A presto :-P