RIASSUNTO:
Seguito di "La festa di benvenuto" (3).
Finalmente Liz scopre la sorpresa di Maria, ma non sarà l’unica sorpresa!
DATA DI STESURA: 16/10/2003 - 28/11/2003
VALUTAZIONE:
Adatto a tutti
DIRITTI: Non posseggo nessuno dei personaggi di "Roswell", li sto solo
prendendo un po’ in prestito. Le canzoni che appaiono in questo racconto sono
di proprietà dei legittimi autori. Di mia invenzione, invece, i personaggi di
Monica, Beth, Jim, Rick (chitarrista), Zack (bassista), David (batterista), il
nome della band e i nomi dei locali. Il racconto è di proprietà del sito
Roswell.It.
E-mail:
taniapan@tele2.it
NOTA DELL’AUTRICE:
Vorrei sapere cosa ne pensate, sia in negativo che in positivo; potete
scrivermi a taniapan@tele2.it, oppure
lasciate un post nel forum del sito.
Ringrazio Chiara, Carlotta e Kassandra per i loro splendidi commenti e per
avermi incitato a continuare a scrivere. Un ringraziamento particolare a Monica
ed Elisa per la pazienza e per il loro prezioso aiuto. E un grazie di cuore a
tutte le persone che hanno voluto farmi sapere il loro parere.
La serata era stata veramente fantastica e le sue braccia
forti l’avevano stretta con una dolcezza tale che Maria, quella notte, riuscì a
malapena a prendere sonno. Ogni suo pensiero era orientato verso quel ragazzo
dallo sguardo magnifico che, fin dal primo giorno che l’aveva conosciuto,
l’aveva rapita. I suoi sogni erano incentrati solo su di lui, solo ed
esclusivamente su Michael Guerin. Avrebbe voluto che l’avesse baciata quella
sera, se lo aspettava e lo desiderava da morire, ma lui, nonostante la dolcezza
e l’interesse che le aveva dimostrato, non si era fatto avanti. ‘Peccato’ pensò
la ragazza durante uno dei suoi dormiveglia, ‘sentivo già le sue labbra morbide
sulle mie’ e si girò su di un fianco sorridendo e sprofondando nuovamente in un
sonno pieno di sogni rosei.
Nella stanza vicina un’altra persona faticava a prendere sonno. Anche Liz stava
ancora pensando alla serata appena trascorsa e a quel ragazzo che, solitamente,
definiva un rubacuori. Nella sua mente era ancora ben impresso lo sguardo di
Max mentre ballavano, le sue mani sui suoi fianchi così delicate e così decise
allo stesso tempo. E le sue labbra… non riusciva a fare a meno di pensare a
quelle labbra, così vicine alle sue e con un sorriso dolce che non gli aveva
mai visto. Aveva notato che Max aveva vari modi di sorridere, da quello
spavaldo e ammiccante a quello totalmente disarmante, ma quel sorriso… l’aveva
lasciata senza fiato. Strano come una semplice piegatura delle labbra cambi il
viso di una persona e ancora molto più strano il fatto di non riuscire a
toglierselo dalla testa. Non le era mai capitato di pensare così tanto
intensamente al sorriso di una persona, ma Max Evans era capace anche di
questo. Nonostante quello che era successo dopo il ballo, dopo quella sua
“scenata”, se così poteva definirla, non riusciva a non pensare a lui. Eppure
era ancora arrabbiata e delusa, ma nonostante questi sentimenti, Max era sempre
nei suoi pensieri. Sospirò per l’ennesima volta e, girandosi di lato col viso
rivolto verso la finestra, cercò di scacciarlo dai suoi pensieri, almeno il
tempo necessario per riuscire a prendere sonno.
Dall’altra parte del corridoio, esattamente nell’appartamento di fronte a
quello delle ragazze, altre due persone faticavano a dormire.
Max era confuso, si sentiva spiazzato e senza più difese. Con una semplice
domanda all’amico, si era completamente messo a nudo e questa era una novità
anche per lui; nonostante la confessione al magazzino, continuava a
meravigliarsi di sé stesso. L’unico conforto era che anche Michael era nelle
sue stesse condizioni. Non era strano come l’incontro con due ragazze avesse
cambiato così radicalmente il loro umore, il loro modo di agire e il loro modo
di essere? E per di più contemporaneamente per entrambi. Sembrava uno scherzo
del destino! Due ragazzi come loro, abituati ad avere praticamente una ragazza
diversa ogni sera, intrappolati da due vicine di casa. Max sorrise ironicamente
al pensiero e rimase immobile sul letto, con le mani sotto la testa, a fissare
il soffitto e a pensare a Liz. I suoi occhi, la sua bocca, il suo corpo così
pericolosamente vicino al suo, il suo profumo e quel rossore sulle sue guance
che lo faceva letteralmente impazzire. Tutto di lei gli piaceva, ma il rossore
e quello sfuggire il suo sguardo erano le cose che più adorava. La sua
timidezza era rara e non si capacitava del perché fosse attratto da una ragazza
riservata come Liz. Le ragazze con cui era solito uscire erano molto
intraprendenti e non aveva mai dovuto faticare per ottenere un appuntamento,
anzi, a volte erano proprio loro a farsi avanti. In questo senso Liz era una
sfida, lo costringeva a mettersi in gioco e se voleva conquistarla, sapeva che
avrebbe dovuto esporsi. E questo, per lui, era un mondo inesplorato.
Quasi come se si trattasse di telepatia, anche Michael stava facendo lo stesso
pensiero. Solo qualche settimana prima, aveva l’agenda piena d’impegni: Lunedì
Nicky ore 21; Martedì Jessica ore 21.30 e così via per ogni giorno della
settimana. E ora? Non esistevano più né Nicky, né Jessica né qualsiasi altra
ragazza se non… “Maria” sospirò. Si passò una mano fra i capelli, come era
solito fare quando cercava di non pensare a nulla, ma quegl’occhi color
smeraldo erano sempre nella sua mente. Impossibile non pensare a lei.
Quella mattina il palazzo rimase silenzioso fino tardi; si cominciarono a
sentire i primi rumori solo dopo mezzogiorno. Liz e Maria si incontrarono in
cucina, si prepararono un bel caffè forte e, sorseggiandolo lentamente,
rimasero a chiacchierare tranquillamente della serata precedente.
“Hai dormito stanotte?” chiese Liz. Si sentiva strana. Quella notte l’aveva
passata interamente a pensare e a sognare Max e la cosa l’aveva colpita. Non
aveva mai pensato a lui così intensamente.
“Non tanto!” rispose Maria con aria sognante.
“Anche tu hai pensato a…”
“…Michael!” finì per lei Maria. “Come è andata ieri sera?” chiese poi.
“Tirando le somme, direi che è andata bene!”
“Ma cosa è successo dopo il ballo? Ti ho vista andare in bagno e ci sei rimasta
per quasi mezz’ora!” disse sgranando leggermente gli occhi.
“Mezz’ora??” chiese meravigliata Liz e vedendo l’amica annuire riprese: “Non me
ne sono resa conto di esserci rimasta così tanto!” Rimase in silenzio per un
attimo, come per voler raccogliere le idee, e cominciò a raccontare quello che
era successo dopo il ballo, cosa aveva detto e tutte le emozioni che ancora le
attraversavano il corpo e la mente. Maria non sapeva cosa dire e d’un tratto
aveva difficoltà a deglutire; Michael non le aveva raccontato nulla e si sentì
terribilmente in colpa. Se non fosse stata per quella sua stupida idea della
sorpresa, Max avrebbe potuto spiegarsi e tutto si sarebbe chiarito in un
attimo.
“Maria stai bene?” chiese Liz vedendo l’amica sbiancare di colpo.
‘E ora che faccio?’ si domandò Maria. Max aveva tenuto fede all’accordo fatto
con lei lasciandosi sfuggire una delle poche occasioni per avvicinarsi a Liz.
Non poteva rovinare tutto proprio ora. Poi pensò che in fondo mancavano solo
poche ore alla sorpresa finale, e riprendendosi dai suoi pensieri disse:
“Certo! Tutto a posto!” e la bella carnagione del viso tornò colorita. ‘Stasera
andrà tutto a posto! DEVE andare tutto a posto!” pensò tra sé e sé.
“E a te come è andata? chiese Liz vedendo l’amica tornare normale.
“Benissimo!” rispose Maria e il sorriso sognante si riformò sulle sua labbra al
pensiero di Michael. “Quel ragazzo è fantastico!” e rimase in silenzio qualche
secondo. Liz continuava a guardarla e vedeva che l’amica era immersa nei suoi
pensieri gioiosi, poi il suo sguardo si accigliò e Maria riprese a parlare:
“Solo di una cosa non sono stata per niente contenta!” affermò imbronciata
“Di che cosa?” chiese Liz sorpresa nuovamente dal cambiamento di Maria.
“Non mi ha baciata! No, dico, mi sono messa in ghingheri per lui, abbiamo
ballato guancia a guancia e lui che fa? Non si degna nemmeno di baciarmi!”
disse quasi indignata.
“Maria, sei incorreggibile!” disse Liz ridendo dell’espressione della ragazza.
“Sarò anche incorreggibile, ma il bacio della buona notte me l’aspettavo
davvero!” disse delusa.
“Ma se sei stata tu a baciarlo! E per ben due volte!”
“Si, ma sulla guancia. Lui ha solo ricambiato!”
“Vorrà dire, Maria, che dovrai rimediare a questa sua mancanza!” scherzò Liz
“Ci puoi contare!” disse decisa “Stasera sarà una serata piena di sorprese!”
“A proposito di sorprese…” disse Liz “Prima di andare a dormire mi hai detto
che oggi sarebbe stata una giornata emozionante, soprattutto stasera. Si può
sapere a cosa ti riferivi?” chiese curiosa.
“Eh no, cara la mia Liz Parker! Non saprai nulla da MissSilenzio2003 De Luca!”
disse scuotendo la testa; poi riprese: “Lo scoprirai questa sera. Tutto a tempo
debito!” e sorrise furbescamente.
“Quando fai così mi metti paura!” disse Liz
“E fai bene ad averne!” scherzò Maria “Forza! Dobbiamo andare ad aiutare i
ragazzi a risistemare la casa.” disse alzandosi dalla sedia.
Liz la imitò ed appoggiò la tazza all’interno della lavastoviglie e guardando
l’amica con la coda dell’occhio, disse: “E se noi dessimo forfait?”
“Non mi tentare, Liz!” rispose Maria “Ormai lo abbiamo promesso e…”
“… e ogni promessa va mantenuta!” terminò la frase Liz
“L‘hai detto! E ora muoviamoci!”
Dopo la notte insonne appena trascorsa, Michael era in cucina con un enorme
tazza di caffé fumante tra le mani, mentre Max, dopo una doccia veloce, era
tornato subito in camera sua. Non sapeva spiegarsi il perché, ma non si sentiva
ancora pronto a guardare in faccia il suo migliore amico dopo la domanda della
notte scorsa. Sapeva che, di lì a poco, avrebbe dovuto affrontare quello
sguardo, ma voleva godersi la sicurezza di camera sua ancora per un po’. In più
le ragazze sarebbero arrivate presto per aiutarli a ripulire casa ed era sicuro
che, alla vista di Liz, tutto il turbinio di emozioni sarebbe riesploso a gran
forza. Doveva assolutamente rilassarsi. Prese in mano la sua fidata chitarra,
la stessa che aveva prestato a Maria il giorno del provino, e si mise a suonare
qualche nota.
In quel momento Liz e Maria bussarono alla porta dei vicini e Michael le
accolse in casa. Liz fu subito colpita dal suono della chitarra e dopo essersi
seduta in cucina assieme agli altri amici, ascoltò con interesse la canzone che
Max stava cantando ("Butterfly" - Lenny Kravitz)
You are the most beautiful thing
I’ve ever seen
You shine just like sunlight rays
On a winter snow
I just had to tell you so
Your eyes sparkle as the stars
Like the moon they glow
Your smile could light the world on fire
Or did you know?
Your mind’s full of everything that
I want to know
I just had to let you know
I just had to tell you so
You’re my butterfly
Fly high
Fly fly fly
Max la cantava con un tale sentimento, che gli occhi di Liz si inumidirono. La
sua voce era calda, armoniosa e messa in risalto dal fatto che fosse
accompagnata solo dalla chitarra acustica.
Maria aveva appoggiato i gomiti sul tavolo che Michael aveva già riportato in
cucina, ed aveva adagiato il mento sulle mani per concentrarsi sull’ascolto
della canzone. Anche lei era rimasta colpita dalla dolcezza del testo e poteva
immaginare a chi Max stesse dedicando quella poesia corredata di note.
Michael, a confronto delle due ragazze, l’aveva sentita spesso quella canzone
negli ultimi giorni; Max non faceva altro che cantarla e ricantarla di nuovo e
per quanto adorasse Lenny Kravitz, quella canzone iniziava ad irritarlo.
Non appena Max smise di suonare, Michael andò a bussare alla porta di camera
sua e senza attendere risposta, entrò chiudendosi la porta alle spalle:
“Hey, Max!” quello era il suo personale modo di dare il buon giorno all’amico.
“Hey!”
“Le ragazze sono già arrivate!” disse senza giri di parole per valutare la
reazione del ragazzo.
Max si irrigidì un istante; non era ancora pronto a rivedere Liz, ma allo
stesso tempo la voglia di vederla era tanta. Queste emozioni contrastanti lo
stavano snervando.
“Arrivo subito!” disse senza guardarlo negli occhi e si alzò dal letto per
riporre la chitarra.
Dal tono della voce, Michael intuì al volo che l’amico desiderava essere
lasciato solo ancora qualche minuto e senza aggiungere altro uscì dalla stanza.
Max gli fu grato per averlo capito così al volo. Era raro trovare una persona
come lui che lo comprendesse senza dover dire una parola di più. Si sedette
nuovamente sul letto cercando di placare le emozioni che lo stavano pervadendo.
Gli pareva addirittura di sentire già il profumo di Liz nell’aria e la cosa era
veramente assurda, ma contribuiva a farlo sentire ancora più nervoso di quanto
non lo fosse già. ‘Perché mi sento così oggi?‘ continuava a chiedersi e il
fatto di non riuscire a trovare una spiegazione lo innervosiva.
Si alzò di scatto dal letto, fece un respiro profondo ed aprì la porta; ‘Vada
come vada!” si disse e si avviò in cucina.
Man mano che si avvicinava, il profumo di Liz gli penetrava fin nel profondo
dell’anima e mentre lo assaporava, si scoprì a sorridere e un nuovo buonumore
cominciò a pervadergli il corpo; nonostante quello che era successo la sera
prima, lei era venuta da lui… o meglio, da loro… per aiutarli a risistemare la
casa. Forse, in fondo, non tutto era ancora andato a rotoli e la speranza di
vederla al Krusha quella stessa sera, crebbe in un istante.
“Buon giorno!” disse entrando in cucina, cercando di apparire normale e
mostrando un sorriso tirato.
“Sarebbe meglio dire buon pomeriggio, visto l’orario!” lo corresse Maria
sorridendo a sua volta.
“Beh,… in effetti… Ma sei sempre così pignola?” disse Max con fare scherzoso.
In quel momento fu grato a Maria, il suo gioioso modo di fare gli aveva
permesso di rompere subito il ghiaccio. Rivolse uno sguardo a Liz e notò con
piacere che la ragazza stava ridendo per la sua domanda e fu quasi sorpreso
quando fu lei ad intervenire:
“Devi sapere che Maria è sempre così! Meglio se ci fai l’abitudine!”
Gli aveva rivolto la parola! Max non riusciva a crederci, lei gli aveva rivolto
la parola. Forse, allora, non tutto era ancora perso! E quella sera,
finalmente, avrebbe potuto definitivamente chiarire tutto il malinteso della
sera precedente.
I quattro ragazzi risero e dopo che Max ebbe bevuto la sua tazza di caffè, si
misero al lavoro per rimettere in sesto la casa.
Le ore passarono velocemente e, dopo aver staccato anche l’ultimo striscione, i
ragazzi offrirono uno spuntino alle due amiche.
“Mi raccomando…” disse Michael sedendosi a tavola“…non abbuffatevi troppo!
Abbiamo prenotato un tavolo al Krusha per la cena!”
“Davvero?” chiese Maria meravigliata. Non sapeva che avrebbero cenato nel
locale in cui si sarebbe esibita per la prima volta.
“Grande! Non avevo proprio voglio stasera di mettermi ai fornelli!” ammise Liz.
“E non è finita!” aggiunse Michael.
“Che altro c’è?” chiese Maria sempre più stupita. Iniziava ad avere
l’impressione che quella giornata fosse piena di sorprese anche per lei, oltre
che per l’amica.
“La cena sarà gentilmente offerta dagli Extra!” disse Max orgoglioso.
“WOW! saremo le ragazze più invidiate del locale, stasera!” disse Maria.
“Beh, già stare allo stesso tavolo con dei bei ragazzi come noi creerà un certo
alone di invidia nei vostri confronti!” affermò Michael con finta aria seriosa.
“Ma sentili!” disse Maria “Non sono neanche vanitosi!” e diede una leggera
gomitata a Liz che si stava godendo lo scambio di battute degli amici.
“Beh, se calcolate il fatto che sarete le uniche ragazze al nostro tavolo,
Michael non ha tutti i torti!” chiarì Max, più per Liz che per stare allo
scherzo dell’amico; non voleva che si creassero altri malintesi.
Alle sue parole, Liz lo guardò per un istante e subito distolse lo sguardo. Non
sapeva spiegarsi bene il perché, ma era felice che lui avesse chiarito quel
punto. Non avrebbe saputo come comportarsi in presenza di altre ragazze,
soprattutto se si fosse trovata faccia a faccia con una di quelle con cui Max
si era incontrato. L’idea non le piaceva per niente e fu contenta di sapere che
loro erano le uniche ragazze ammesse al loro tavolo. La cosa la faceva sentire
speciale e allo stesso tempo si sentiva una stupida. Gli Extra non erano un
gruppo di fama mondiale, ma certamente erano famosi in quasi tutti i quartieri
di Los Angeles e il fatto di essere invitata al loro tavolo era una cosa che
avrebbe sicuramente attratto l’invidia di molte delle loro fan. ’Quanto sei
stupida, Liz Parker!’ pensò, ma non poteva fare a meno di continuare a
sorridere all’idea.
Rimasero in cucina ancora qualche minuto, prima che le due amiche salutassero i
loro vicini di casa per tornare nel loro appartamento e prepararsi alla serata.
Appena tornate in casa, Maria si precipitò in bagno. Mancavano veramente
pochissime ore alla sua esibizione e l’adrenalina iniziava a scorrere
velocemente nelle sue vene. ‘Come farò a rimanere tranquilla davanti a Liz?’ si
chiedeva mentre si svestiva per fare la doccia. Le riusciva difficile pensare
di rimanere praticamente impassibile di fronte all’amica, mentre l’ansia e la
forte emozione che provava le pervadeva l’anima e il corpo. Quell’esibizione,
oltre che un trionfo per sé stessa, era la sua sorpresa per Liz e, man mano che
il grande evento si avvicinava, non credeva di poter restare da sola con lei
quando tutte quelle sensazioni le invadevano la mente. Il timore che potesse
accorgersi di qualcosa l’assalì e pregò silenziosamente il cielo che le desse
la forza di non crollare davanti a lei prima di poter finalmente svelare quel
suo segreto.
Quando ebbe finito la doccia, Maria corse altrettanto velocemente in camera
sua, lasciando Liz attonita. La ragazza non capiva cosa stesse succedendo;
solitamente, prima o dopo la doccia, Maria si fermava da lei per chiacchierare
e le risultava strano quel suo comportamento, ma decise di lasciar correre e di
non indagare. Cercando di non pensare a nulla, Liz si rilassò sotto il getto
dell’acqua, e quando ebbe finito, si avvolse nell’accappatoio e raggiunse
camera sua.
Dopo un’ora trascorsa in camera, Maria decise che era giunto il momento di
uscire e cercare di affrontare Liz nel modo più normale possibile. Tremava al
pensiero che tra pochissimo si sarebbe esibita ed era terrorizzata che l’amica
potesse accorgersi di qualcosa. Non poteva permettersi di rovinare tutto, non
dopo tutto quello che aveva fatto per nasconderlo e certamente non dopo che
aveva messo nei “guai” Max. No, sarebbe stata forte e non avrebbe permesso alle
sue emozioni di trasparire. Almeno lo sperava.
Uscì dalla camera e trovò Liz già pronta ad attenderla nel soggiorno:
“Però! Ce ne hai messo di tempo stavolta!” scherzò Liz
“Beh, sai, non capita mica tutte le sere di andare al Krusha e di cenare con
gli Extra!” scherzò Maria di rimando. Se non altro era riuscita a parlare senza
balbettare.
“Sei emozionata?” chiese Liz cercando di scherzare, ma la domanda era stata
rivolta più per essere rassicurata di non essere la sola a sentirsi così.
“Perché, tu no?” rispose Maria con un’altra domanda, ma l’amica le aveva appena
dato una scusa per mostrarsi un po’ emozionata.
“Beh, un po’ sì!” ammise Liz.
“Meno male!” sospirò Maria, “Credevo di essere l’unica!” e rise. Una risata
liberatoria che le permise di allentare un po’ la tensione che, con tutte le
forze, stava tentando di reprimere.
Liz fu contagiata dalla risata dell’amica e stavano ancora ridendo quando
sentirono bussare alla porta.
“Sono i ragazzi!” bisbigliò Maria e Liz, dopo essersi calmata un po’, si
avvicinò alla porta ed aprì.
Max e Michael apparvero sulla soglia dell’appartamento, entrambe con un sorriso
smagliante, ben vestiti e ciascuno con una chitarra in spalla.
“Siete pronte ad una grande serata?” chiese Michael senza nemmeno entrare.
“Certamente!” rispose subito Maria ed afferrata la giacca e la borsa, si
avvicinò ai ragazzi. “Andiamo?” chiese visibilmente ansiosa di uscire e spinse
leggermente Michael verso il corridoio.
“Andiamo!” disse Liz e dopo aver preso la borsa e la giacca si apprestò ad
uscire.
Michael e Maria avevano già percorso mezzo corridoio, lasciando lei e Max
indietro da soli. Liz non sapeva cosa dire, si sentiva imbarazzata a rimanere
da sola con lui dopo quello che gli aveva detto la sera precedente. Durante il
pomeriggio non aveva avuto problemi, Michael e Maria erano sempre nei paraggi,
ma ora non riusciva nemmeno a guardargli il volto di nascosto; aveva paura di
trovarlo a fissarla. Dal canto suo, Max, cercava di concentrarsi sulla chitarra
che aveva in spalla. Non le aveva mai prestato così tanta attenzione come in
quel momento. Il ritrovarsi così vicino a lei, e per di più da solo, lo metteva
in imbarazzo. “Stupido!!! Sei solo uno stupido!!” continuava a ripetersi
mentalmente.
Maria, invece, aveva trascinato avanti Michael per poter finalmente dire a
qualcuno come realmente si sentiva; era talmente agitata che non appena si
furono allontanati un po’ dai due amici, cominciò a parlare senza fermarsi un
attimo. Aveva poco tempo, Max e Liz li avrebbero raggiunti presto, e per di più
doveva sfogarsi sotto voce, il che non rendeva giustizia al suo stato d’animo.
In quel momento avrebbe voluto gridare, ma non poteva e si accontentò di
parlare a bassa voce.
Michael capiva esattamente quello che stava provando la ragazza. Sapeva che era
in preda all’agitazione e all’emozione e la lasciò sfogare senza interromperla
nemmeno una volta, anche perché sarebbe stato tempo sprecato. Se avesse provato
a dire una parola, Maria non l’avrebbe nemmeno sentita, quindi ascoltò la
ragazza soffocando il sorriso che stava nascendo sulle sue labbra. Quando era
agitata, Maria era ancora più sexy; gli occhi le brillavano di una luce viva e
intensa, il suo corpo emanava vibrazioni forti e dovette resistere all’impulso
di baciarla.
I quattro ragazzi presero l’ascensore, raggiunsero il garage sotterraneo,
misero le chitarre nel baule della jeep di Max e si avviarono a cominciare
quella che si prevedeva una lunga serata.
Dopo pochi metri, Max fermò l’auto davanti al Crazy, dove avevano appuntamento
con Rick, David e Zack. Tutti e quattro entrarono nel locale e furono accolti
da Monica, Beth e dal resto del gruppo.
“Mancavate solo voi!” li salutò Monica con un sorriso.
“Ciao ragazze!” le salutò Michael, mentre Max scambiava il solito saluto con i
ragazzi.
“Liz, Maria!” le salutò Beth “Come state?”
“Bene e tu?” rispose Liz
“Benone! Ma non vediamo l’ora che veniate a darci una mano!” rispose la
ragazza.
Max e Michael ammutolirono per un istante, non capivano perché Beth avesse
detto quella frase. Notando le espressioni interrogative dei due ragazzi,
Monica intervenne: “Non sapevate che Liz e Maria verranno a lavorare al Crazy?”
chiese leggermente stupita.
Lavorare al Crazy?? Michael e Max rivolsero il loro sguardo stupito alle due
ragazze e subito Maria intervenne:
“Veramente ci siamo dimenticate di dirglielo!” ammise. Con tutto il trambusto
del provino, delle prove e della sorpresa si era completamente dimenticata di
dirlo a Michael. E naturalmente anche Max non sapeva niente, Liz di certo non
era corsa a raccontarglielo, ma se lei lo avesse detto a Michael, lui
sicuramente avrebbe avvisato Max.
“E così, voi due, verrete a lavorare qui?!” disse Michael. ‘Stupido, te lo
hanno appena detto!’ pensò subito dopo aver aperto bocca.
“E da quando?” chiese Max che, per la prima volta da quando erano usciti di
casa, parlò.
“Tra una settimana!” disse una voce maschile proveniente da dietro al gruppo di
ragazzi.
Tutto il gruppo si girò per vedere la persona a cui apparteneva la voce, anche
se sapevano benissimo chi fosse. Jim era apparso non appena aveva sentito la
voce delle prossime cameriere del Crazy e quando udì la domanda di Max, non
riuscì a trattenersi.
Liz e Maria lo guardarono smarrite; erano sicure di dover cominciare il lunedì
successivo, mentre ora Jim stava dicendo che avevano ancora una settimana da
passare come libere e spensierate universitarie senza impegni di lavoro.
“Ma non avevi detto che…” cominciò Liz, ma Jim la interruppe.
“Hai ragione, e vi avrei telefonato per dirvelo; ma quando ho saputo che
sareste passate di qui stasera, ho preferito dirvelo di persona!”
“Come mai? E’ successo qualcosa?” chiese Liz esprimendo la stessa domanda di
Maria.
“E’ semplice! Vorrei farvi cominciare con l’inizio del mese. E poi pensavo vi
facesse piacere avere ancora una settimana libera!”
“Per essere contente siamo contente, ma…“ disse Maria, rivolgendo poi lo
sguardo a Liz, lasciando la frase incompleta.
“Qualcosa non va?” chiese Jim. Pensava di averle dato una buona notizia, ma
vedendo le espressioni delle due ragazze, ora non ne era più convinto.
“E’ solo che… non ce l’aspettavamo, tutto qui!” finì Maria ed un sorriso le
apparve sulle labbra.
“E’ tutto a posto, allora?” chiese Jim per rassicurarsi.
“Si, si… è tutto ok!” disse Liz e al pensiero di avere ancora una settimana
libera da impegni di lavoro sorrise al ragazzo, grata per la bella notizia.
“Qui, ragazzi, bisogna brindare!” affermò Rick e sollevò in aria il bicchiere
ormai vuoto.
“Meglio se lo facciamo al Krusha!” disse Zack “Se continuiamo a stare qui,
rischiamo di fare tardi! Forza, andiamo!” e si apprestò a salutare Monica, Beth
e Jim seguito da Rick e David.
“In bocca al lupo, ragazzi!” augurò loro Monica.
“Fateli secchi!!” disse Beth
“Ehi, non devono mica disputare un incontro di boxe!” scherzò Jim
“Ma stai sempre a guardare il capello, tu?” disse Beth fulminandolo con lo
sguardo e provocando le risate degli amici.
“Non ti preoccupare, Beth! Li lasceremo stesi!” disse Rick avvicinandosi alla
porta del locale.
Una volta usciti dal Crazy, i ragazzi presero posto sulle loro auto. Prossima
fermata: Krusha.
Il locale era già pieno di gente, avevano persino faticato a trovare
parcheggio. Scaricarono il basso e le chitarre e si avviarono verso l’entrata.
Essendo un locale molto in voga, la gente era accalcata in fila lungo il
marciapiede aspettando il proprio turno per entrare, mentre un paio di possenti
bodyguard controllavano i documenti degli avventori.
Appena arrivarono davanti all’entrata, uno dei bodyguard li guardò dalla testa
ai piedi e si piazzò in mezzo alla porta per impedirgli l’accesso.
“Ma che fai, John! Non vedi che sono gli ospiti della serata?” disse l’altro
bodyguard al collega raggiungendolo. Poi guardò Max e riprese a parlare:
“Scusatelo, è la prima sera di lavoro! Prego, entrate pure!” e facendo spazio,
permise ai sette ragazzi di entrare nel locale.
“Per fortuna che la mia batteria è già sul palco!” disse David evidentemente
sollevato. “Avrei dovuto fare a pugni per portarla dentro! Guarda qui che
muraglia di gente!” continuò notando che la pista da ballo era già piena di
giovani.
“Andate al tavolo, intanto…” disse Max rivolto a Michael e alle due ragazze
“…sistemiamo gli strumenti e vi raggiungiamo subito.”
“D’accordo!” disse Michael e scortò le due ragazze nella sala adiacente a
quella della pista da ballo.
Il locale era veramente stupendo. In un posto solo era possibile cenare con
eleganza e, nella sala vicina, ci si poteva scatenare ballando.
“Una bella pensata!” disse Maria rivolta a Liz altrettanto sbalordita.
“Sì! Ma hai visto com’è raffinata la gente qui?” disse sentendosi subito a
disagio, notando l’eleganza del ristorante e delle persone che l’affollavano.
“Non ti preoccupare!” disse Maria convinta “Siamo abbastanza chic per cenare
con loro e non appena vedranno da chi siamo accompagnate, tutte quelle belle
figlie di papà diventeranno verdi per l’invidia!”
Maria sapeva sempre come tirar su di morale una persona e Liz non potè fare a
meno che sorridere e darle ragione; i manifesti degli Extra erano appesi
ovunque e solo un cieco non sarebbe stato in grado di riconoscerli una volta
entrati nel ristorante, a parte John, il bodyguard all’entrata!
Michael parlò un istante con il capo sala e non appena disse il nome con cui
era stata presa la prenotazione, li scortò subito al tavolo, porse loro il menù
e si allontanò.
Poco dopo gli Extra fecero la loro entrata nel ristorante accompagnati dal
brusio delle persone che, riconoscendoli, rivolgevano la parola al loro vicino
o al loro accompagnatore.
Liz si stupì ancora una volta nel vedere quanto fossero conosciuti dai ragazzi
di Los Angeles e rimase ancora più stupita nel vedere che Max non degnava di
uno sguardo nemmeno una delle ragazze a cui passava accanto, ma continuava a
tenere gli occhi fissi su lei. Il suo sguardo era così intenso e magnetico che
Liz non riuscì a distogliere gli occhi dai suoi, fino a quando Max e gli altri
non ebbero raggiunto il tavolo. Solo allora, Liz, fu in grado di abbassare lo
sguardo, puntandolo sul menù che aveva ancora in mano.
“C’è qualcosa, in quel menù, che ti ispira?” le chiese Max, che dopo quell’entrata
si sentiva più sicuro ed aveva finalmente trovato il coraggio di rivolgerle la
parola. E certamente non gli era sfuggito il modo in cui l’aveva guardato
avanzare nella stanza, facendolo sentire l’unico, in quel momento, ad essere in
quel ristorante.
“Vorrei provare le crêpe tartufate” disse lei alzando per un attimo gli occhi,
incontrando quelli ambrati di lui e riabbassandoli subito dopo.
Max sorrise a quel semplice gesto che ogni volta gli provocava sensazioni
nuove: “Ottima scelta, credo che le proverò anch’io!” e prese posto di fronte a
lei.
‘Ma non poteva sedersi da un’altra parte? Proprio qui di fronte, così ogni
volta che alzo gli occhi me lo ritrovo davanti!?!’ pensò Liz che si sentiva
ancora più imbarazzata. L’aveva guardato per tutto il tempo della sua entrata e
lui sicuramente se ne era reso conto.
I brusii continuarono anche dopo che i ragazzi si furono seduti e Maria,
avvicinandosi all’orecchio di Liz, sussurrò: “Che ti avevo detto? Guardale,
sono tutte verdi per l’invidia!” e si scostò sorridendo, provocando in Liz una
risata.
Max guardò le due amiche e si chiese cosa avesse detto Maria per farla
sorridere. L’istinto di chiederglielo lo assalì, ma lo scacciò istantaneamente;
era troppo bello vedere il sorriso di Liz.
Cenarono abbastanza tranquillamente, a parte il fatto che ogni tanto erano
stati interrotti da qualche ragazza che si era presentata al loro tavolo per
chiedere un autografo.
‘Neanche fossero gli U2!’ pensò Liz, infastidita da quelle interruzioni e dal
fatto che quasi tutte le ragazze si dirigevano verso Max; ma nonostante il
disagio, aveva ostentato un sorriso gentile. ‘Come riesco a sorridere non lo so
nemmeno io!’ si ripeteva ogni volta che una giovane si scusava per il disturbo
e tornava al suo posto.
In un modo o nell’altro, riuscirono a terminare la cena e Liz aveva notato che,
con il passare dei minuti, Maria era diventata sempre più nervosa. Aveva
cercato di chiederle cosa avesse, ma lei evitava il discorso e si rivolgeva a
Michael o ad uno degli altri ragazzi. Liz non riusciva proprio a capirla. Anche
a casa aveva avuto un comportamento un po’ strano, ma non ci aveva fatto caso.
Ora, invece, il nervosismo di Maria era abbastanza evidente, almeno per i suoi
occhi. Cercò di non pensarci, in fondo l’amica si stava divertendo, avrebbe
chiarito tutto a casa, con più tranquillità e sicuramente senza nessuna ragazza
che interrompeva per chiedere un autografo.
Quando fu il momento di trasferirsi nella sala di fianco, dopo un paio d’ore,
Maria sentì il cuore perdere un battito; si alzò dal tavolo e si appoggiò a
Michael, il tutto molto discretamente per non allarmare nessuno.
“Che c’è?” le chiese sottovoce Michael
“Mi tremano le gambe!” affermò lei in un orecchio “Non riesco nemmeno a
reggermi in piedi, figurati come potrei cantare in questo momento!”
“Non ti preoccupare, ho io un rimedio!” disse con sicurezza.
“Dio ti ringrazio!” disse Maria “Ne ho bisogno subito!”
“Vieni come me!” e mentre le prendeva una mano, si rivolse agli altri ragazzi:
“Arriviamo subito!” e si diressero verso l’entrata del ristorante dove si
trovava il bar.
Si avvicinarono al banco e Michael ordinò un whisky. Maria lo guardò perplessa:
“E questo sarebbe il tuo rimedio?” chiese non molto sicura.
“Certo! Ne basta appena un sorso e sentirai la tensione scivolare via!” rispose
lui serio.
“Michael Guerin, non avrai mica intenzione di farmi ubriacare, vero?”
“Non mi piaceresti ubriaca. Non hai bisogno dell’alcool per essere sensuale!”
le parole gli sfuggirono; non credeva di averlo veramente detto e Maria rimase
a bocca aperta. Lui fissò la ragazza per vederne la reazione, ormai era troppo
tardi per tornare indietro, le parole erano già uscite dalla sua bocca. Maria
si avvicinò ancora di più a lui ed alzandosi in punta di piedi, gli baciò le
labbra.
“Non ho più bisogno del whisky!” ammise, perdendosi nello sguardo di lui e
riavvicinandosi, baciò nuovamente le sue labbra. Poi si scostò, gli prese una
mano e lo trascinò al tavolo dove gli amici li stavano aspettando.
‘Credo di averne bisogno io, ora, di un bel bicchiere di whisky!’ pensò
Michael, ancora rapito dalla sensazione delle labbra di Maria sulle sue. Sapeva
che per il resto della serata, si sarebbe sentito in paradiso.
Raggiunsero la sala da ballo dove, naturalmente, Max aveva prenotato un tavolo
per far sedere Michael e Liz. In un primo momento, come d’accordo con gli altri
ragazzi, Maria rimase a sedere con i due amici, poi, con la scusa banale di
andare alla toilette, sarebbe sgattaiolata nel retro del locale per fare la sua
entrata trionfale insieme a tutto il gruppo. Liz si offrì di accompagnarla, ma
Maria le disse, con decisione, che poteva rimanere a sedere: “Tanto ci metterò
un minuto!” disse e scappò verso le toilettes, prendendo poi il corridoio che
portava nel retro del Krusha.
Quando la videro arrivare Max, Zack, Rick e David le fecero coraggio; avevano
notato l’agitazione di Maria e cercarono di fare del loro meglio per
tranquillizzarla. Il bacio di Michael era stato elettrizzante e allo stesso
tempo le aveva levato tutta la tensione che stava provando ed ora ne avrebbe
avuto di nuovo bisogno; ma lui era nella sala con Liz e non poteva di certo
raggiungerla. Doveva farcela da sola, doveva affrontare quella sua prima
esibizione sapendo, però, che Michael e la sua migliore amica la stavano
guardando.
Passò qualche minuto e Liz cominciò ad impensierirsi per l’amica:
“Non ti preoccupare, avrà trovato la fila! Con tutta questa gente è normale!”
l’aveva tranquillizzata Michael e quando l’addetto presentò il gruppo degli
Extra, Liz rimase letteralmente a bocca aperta nel vedere Maria sul palco
assieme a Max e agli altri ragazzi.
“Ma cosa…?” la voce le si bloccò in gola quando Max annunciò la loro prima
canzone e Maria, afferrato il microfono, attese le prime note e cominciò a
cantare "Bring me to life" degli Evanescence.
How can you see into my eyes
like open doors
Leading you down into my core
where I've become so numb
Without a soul
my spirit's sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home
Wake me up
Wake me up inside
I can't wake up
Wake me up inside
Save me
Call my name and save me from the dark
Wake me up
Bid my blood to run
I can't wake up
Before I come undone
Save me
Save me from the nothing I've become
Now that I know what I'm without
you can't just leave me.
Breathe into me and make me real
Bring me to life.
Wake me up
Wake me up inside
I can't wake up
Wake me up inside
Save me
Call my name and save me from the dark
Wake me up
Bid my blood to run
I can't wake up
Before I come undone
Save me
Save me from the nothing I've become
Bring me to life.
I've been living a lie
There's nothing inside.
Bring me to life.
Frozen inside without your touch,
without your love, darling.
Only you are the life among the dead.
All of this sight
I can't believe I couldn't see
Kept in the dark
but you were there in front of me
I've been sleeping a 1000 years it seems.
I've got to open my eyes to everything.
Without a thought
Without a voice
Without a soul
Don't let me die here
There must be something wrong.
Bring me to life.
Wake me up
Wake me up inside
I can't wake up
Wake me up inside
Save me
Call my name and save me from the dark
Wake me up
Bid my blood to run
I can't wake up
Before I come undone
Save me
Save me from the nothing I've become
Bring me to life.
I've been living a lie
There's nothing inside.
Bring me to life
La sala esplose in un applauso colossale non appena Maria e Max, che aveva
fatto da back vocal, terminarono di cantare. Era la prima volta che un gruppo
presentava la canzone che aveva portato gli Evanescence al successo e Maria era
stata fantastica.
Liz non aveva parole; sapeva della passione di Maria per il canto, ma non
immaginava di sicuro una cosa del genere. La felicità che provava in quel
momento nel vedere l’amica applaudita da tutta quella folla di gente, le fece
inumidire gli occhi. Poi si rivolse a Michael: “Tu sapevi tutto, non è vero?”
Anche Michael era visibilmente emozionato per l’esibizione di Maria e riuscì a
malapena ad annuire alla domanda di Liz.
“Perché? Perché non mi avete detto nulla?” chiese, ma fu interrotta dalla voce
di Maria, che dal microfono cominciò a parlare:
“Te l’avevo detto, Liz, che sarebbe stata una serata emozionante!” e le note
della canzone successiva cominciarono a riempire nuovamente la sala.
I ragazzi continuarono a suonare per un’ora abbondante prima di prendersi una
pausa. I clienti del Krusha apprezzavano, senz’ombra di dubbio, gli Extra e la
nuova cantante, che andava a completare il quartetto iniziale. Liz, per tutta
la durata dell’esibizione, non aveva proferito parola, troppo presa ad
osservare e ad ascoltare l’amica che, con naturalezza, si destreggiava sul
palcoscenico insieme a Max, Rick, Zack e David. Non vedeva l’ora di sapere come
aveva fatto ad entrare nel gruppo e a provare con loro tutte quelle canzoni che
stavano suonando, ma soprattutto come aveva fatto a tenersi tutto dentro.
Conosceva bene Maria e non si capacitava del fatto di come l’amica fosse
riuscita a tenere tutto nascosto. E lei non aveva notato nulla, a parte i due
episodi di quella sera stessa. Ma da quanto andava avanti questa storia?
‘Cavolo, Liz, ma come hai fatto a non notare neanche un cambiamento nella tua
convivente?’ si chiedeva, mentre applaudiva, per l’ennesima volta, la sua
migliore amica.
Poi girò la testa per guardare Michael; il ragazzo era letteralmente incantato!
Non aveva occhi che per Maria. Non l’aveva mai visto così preso prima d‘ora, ma
in fondo era naturale; aveva notato l’interesse che il ragazzo nutriva per
l’amica, ma lo sguardo che Michael aveva in quel preciso istante, la diceva
lunga sui suoi sentimenti. Poi focalizzò la sua attenzione su Max; era
splendido con la sua chitarra in mano, ed il piercing sul sopracciglio brillava
ogni volta che le luci lo illuminavano. Ogni tanto l’aveva scoperto a
guardarla, ma Liz non gli prestò molta attenzione: quella era la serata di
Maria e lei, come Michael, non riusciva a concentrarsi su nient’altro.
Finalmente, dopo un’ora di esibizione, gli Extra annunciarono un quarto d’ora
di pausa e, lasciando i loro strumenti sul palco, si diressero verso il retro
del locale.
Liz scattò in piedi e Michael riuscì a malapena a chiederle dove volesse
andare, ma non ebbe risposta. Era chiaro dove fosse diretta.
Liz raggiunse il corridoio che portava alle toilettes e, puntando dritto verso
il retro del Krusha, vide i ragazzi dividersi per entrare in due stanze che,
presumibilmente, fungevano da camerini per gli artisti che, di volta in volta,
venivano ospitati nel locale.
Vide Maria mentre si accingeva ad entrare in una delle stanze seguita da Max e
la chiamò:
“Maria!!” urlò per farsi sentire.
La ragazza si girò verso di lei e, vedendo l’amica correrle incontro, la
raggiunse a metà strada. Liz l’abbracciò forte e cominciò a complimentarsi con
lei. Sentendo gli apprezzamenti della ragazza, gli occhi di Maria si
inumidirono per la gioia. Per un attimo aveva quasi temuto la reazione di Liz,
ma quando l’aveva vista correrle incontro, ogni dubbio era svanito. Il loro
abbraccio durò parecchio, fino a quando, Maria, non vide comparire Michael.
Pronunciò il nome del ragazzo in un sussurro e Liz capì che era giunto il
momento di sciogliere l’amica dal suo abbraccio.
Maria corse incontro a Michael che l’attendeva a braccia aperte, ed una volta
tra le sue braccia, l’istinto di baciarla non fu soffocato. La baciò
appassionatamente, come non aveva mai fatto in vita sua, come se con quel bacio
volesse dirle tutto quello che non era capace a parole. Maria non esitò un
secondo e, contraccambiando il bacio del ragazzo, si abbandonò letteralmente
tra le sue braccia.
Liz era felicissima per Maria, ma quando vide che il bacio si prolungava,
arrossì per un attimo e si girò incontrando un paio di occhi ambrati ormai
molto familiari e guardando un po’ più indietro, vide il resto del gruppo che
sorrideva e mentre commentavano l’accaduto, entrarono nel secondo camerino.
Anche Max aveva assistito alla scena e dall’espressione del suo viso, si capiva
che anche lui era felice per i due amici. Finalmente Michael era riuscito a
fare quello che lui continuava solo a sperare e a sognare ogni notte da quando
aveva conosciuto Liz Parker.
La guardò intensamente e quando Liz gli rivolse la parola, quasi non sentì
quello che gli stava chiedendo:
“Ma da quanto tempo è che Maria fa parte del gruppo?” chiese curiosa. Ormai non
riusciva più ad aspettare, aveva tante domande a cui mancava una risposta e
Max, sicuramente, poteva darle qualche spiegazione. Quindi, dopo una piccola
esitazione iniziale, cominciò a fare domande.
Max cominciò a rispondere e mentre parlava, la invitò ad entrare nel camerino
dove, poco prima, stava dirigendosi con Maria, per lasciare soli Michael e la
nuova cantante. Anche a lui non piaceva molto l’idea di stare lì a guardarli
mentre continuavano a baciarsi.
Una volta entrati, Max fece accomodare Liz su di un divano che faceva parte
dell’arredamento della stanza, prese un paio di bottiglie di acqua minerale e
gliene porse una. Max bevve un lungo sorso ed iniziò a raccontare di come Maria
gli aveva chiesto di fare il provino.
Liz lo ascoltò con attenzione senza interromperlo, era bello sentire la sua
voce e il modo in cui raccontava. E mentre lui parlava, lei ricollegava
mentalmente le scene ed immaginava quello a cui non aveva assistito. Max non
aveva fatto accenno alle due ragazze che avevano bussato alla porta sbagliata
molte sere prima, ma Liz collegò subito e, interrompendolo per la prima volta,
disse:
“Allora, quelle ragazze… quelle che hanno bussato alla nostra porta… loro…“ non
sapeva nemmeno lei come dirlo, si sentiva una stupida per aver pensato così
male di Max.
“Venivano per il provino, Liz, ed hanno sbagliato appartamento!” ammise lui,
finalmente sollevato di aver potuto chiarire il malinteso creato la sera prima.
“Sono proprio una stupida!” disse lei abbassando lo sguardo e posandolo sulla
bottiglietta d’acqua che teneva in mano ancora intatta. Subito dopo rialzò gli
occhi e guardando Max si scusò per quello che gli aveva detto la sera prima:
“Non devi scusarti Liz! Tu non sapevi niente e io dovevo mantenere il segreto
di Maria!” disse, quasi a scusarsi di non aver chiarito tutto e subito.
“Se mi avessi detto qualcosa, sono sicura che Maria te l’avrebbe fatta pagare!”
disse Liz iniziando a ridere, più per scacciare la tensione che sentiva in
corpo che per la frase che aveva appena pronunciato.
“Su questo Maria era stata molto chiara!” rise Max. Si sentiva meglio; non si
era mai sentito così sollevato in vita sua. Non doveva rendere conto a nessuno
della sua vita e di come aveva deciso di viverla, ma Liz… lei doveva saperlo,
doveva sapere che con quelle ragazze non c’era stato assolutamente nulla.
Stava per riprendere a parlare quando la porta si aprì di scatto e Michael e
Maria fecero la loro apparizione. Michael aveva del rossetto tutto intorno alle
labbra, ma ne andava fiero; non si preoccupava nemmeno di toglierselo, lo
metteva in mostra come se fosse un trofeo. Maria, dal canto suo, non aveva più
nemmeno l’ombra del rossetto che si era messa prima di andare sul palco, ma
anche a lei sembrava non importare più di tanto.
“Ragazzi…” cominciò a parlare Michael “… io e Maria stiamo insieme!” annunciò
ed il sorriso che aveva quando era entrato si allargò, lasciando trasparire
tutta la felicità del momento. Mise un braccio attorno alla vita della ragazza
che non aveva mai smesso di sorridere e la strinse a sè. Maria era al settimo
cielo: prima l’esibizione ed ora la frase di Michael per annunciare l’inizio
della loro storia. Non riusciva nemmeno a dire una parola, cosa strana per lei,
e non era neanche più sicura che sarebbe riuscita a cantare di nuovo quella
sera.
Liz si alzò in piedi e, per la seconda volta in pochi minuti, tornò ad
abbracciare l’amica.
Max si limitò ad una pacca sulla spalla di Michael, il suo modo personale per
complimentarsi con l’amico. Michael era riuscito nel suo intento ed una piccola
goccia di invidia iniziò a scorrere nelle vene di Max, ma allo stesso tempo la
notizia gli infuse una nuova speranza. Forse sarebbe capitata anche a lui, un
giorno, una fortuna simile!
I quattro ragazzi furono interrotti dall’entrata di Zack, che annunciava che il
tempo a loro disposizione era scaduto.
Mentre si dirigevano nuovamente sul palco, Rick, David e Zack vennero subito
messi al corrente di quello che era appena accaduto e, dopo un momento di
iniziale smarrimento, si complimentarono con Michael:
“Finalmente hai trovato la ragazza che ti ha fatto mettere la testa a posto,
eh?” scherzò Rick.
“Beh, sembra proprio di sì!” ammise Michael senza nessuna difficoltà.
“E brava la nostra Maria!” disse David
“Forza ragazzi, la gente vi sta aspettando!” disse l’addetto del locale e gli
Extra ripresero posto sul palco, mentre Liz e Michael tornarono al loro tavolo.
La serata si concluse tra gli applausi dei clienti del Krusha. Avevano
veramente riscosso molto successo ed i ragazzi erano convinti che, quando la
voce si fosse sparsa, gli Extra avrebbero ottenuto molti più ingaggi in locali
ai livelli del Krusha.
Una volta caricati tutti gli strumenti, la band si diede appuntamento al Crazy.
La serata non era completa senza un brindisi nel loro locale preferito.
Una volta entrati, Zack, Rick e David iniziarono subito a raccontare la
stupenda serata appena trascorsa e Monica e Beth li abbracciarono uno ad uno.
Erano contente per loro, sapevano che si meritavano tutto il successo che
stavano riscuotendo e non esitarono a dimostrare la loro gioia.
Dopo il brindisi, Max, Michael, Liz e Maria decisero che era giunta l’ora di
tornarsene a casa. La serata, come preannunciata da Maria, si era veramente
rivelata piena di emozioni, tra cui una del tutto inaspettata. Erano tutti e
quattro esausti e c’era un solo rimedio alla stanchezza: una bella dormita per
recuperare le ore di sonno anche della notte precedente.
Michael e Maria presero posto nei sedili posteriori della jeep di Max, mentre
Liz si sedette nel sedile di fianco al posto di guida.
“E’ stata proprio una bella serata!” affermò Liz, non alzando troppo la voce.
Era come se volesse parlare solo con Max e, dando uno sguardo furtivo
all’indietro, vide che i due amici non erano per niente attratti da quello che
stava dicendo. Troppo presi da altri… interessi.
Max guardò nello specchietto retrovisore, ed un sorriso malizioso si formò
sulle sue labbra, ma non disse nulla riguardo agli amici e, senza distogliere
lo sguardo dalla strada, cominciò a parlare:
“E così cominciate a lavorare al Crazy! Come mai non avete detto nulla?” chiese
curioso. Ora sembrava non avere difficoltà a trovare un argomento con cui
iniziare un discorso con Liz; dopo il chiarimento, si sentiva così sollevato
che anche la presenza della ragazza non lo agitava più di tanto. Certo, Liz lo
faceva sempre sentire come un ragazzino alla prima cotta, ma quella sera le
parole gli uscirono di bocca con più facilità del solito.
“Beh, credo che Maria fosse troppo presa dalla storia del provino che dev’essergli
proprio passato di mente. E io…” e si fermò.
“E tu? Come mai non hai detto nulla?” chiese ancora Max
“Vuoi sapere la verità?” chiese lei a sua volta.
“Se ti va di parlarne… certo!” rispose Max. Dal tono che Liz aveva usato, aveva
capito che c’era qualcosa che la turbava.
“Non l’ho detto nemmeno ai miei genitori!” disse tutto d‘un fiato. Rimase in
silenzio qualche secondo e, prima che Max potesse chiederle il motivo, lei
riprese: “A dire la verità non gli ho neanche detto che non vivo più al
dormitorio!” continuò con tono serio, poi cominciando a ridere ironicamente,
disse: “Se venissero a sapere che abito in un appartamento con Maria e che ho
trovato lavoro, prenderebbero il primo volo da Roswell e mi riporterebbero
subito a casa!”
“Non possono essere così tremendi!” disse Max sorridendo.
“Lo dici perché non conosci Nancy Parker, alias… mia madre!” continuò Liz.
Max rise per come la ragazza presentò sua madre e allo stesso tempo rimase
stupito di quanto si fosse aperta Liz in quei pochi minuti. Non avrebbe mai
immaginato che la ragazza potesse raccontargli qualcosa della sua vita. Questo
andava oltre a quello che desiderava; in quel momento si sentiva così vicino a
lei che quando vide il loro palazzo avvicinarsi sempre di più, si ritrovò a
chiedersi perché abitassero così vicino al Crazy.
Non sapeva cosa dire per tirare su il morale a Liz, non era bravo in queste
cose, anzi… era proprio una frana! Ma senza spiegarsi il perché, ricominciò a
parlare:
“Beh, lascia passare ancora un po’ di tempo e poi vedrai che con una bella
chiacchierata risolverete tutto!”
“Speriamo!” disse lei e quando Max ebbe parcheggiato l’auto, aprì lo sportello
e scese.
“Ehi, voi due!!” disse Max girandosi indietro per interrompere la nuova
coppietta “Siamo giunti al capolinea!” disse ridendo e scese dall’auto
lasciando lo sportello aperto. Si diresse verso il baule, lo aprì ed estrasse
una delle due chitarre.
“Lascia che ti aiuti!” disse Liz affiancandosi a lui ed afferrando la chitarra
acustica.
“Non importa Liz, ce la faccio! Ci sono abituato!” disse tentando di riprendere
lo strumento, ma Liz si era già avviata e Max non potè fare a meno di sorridere
mentre guardava la ragazza allontanarsi con la sua chitarra in spalla.
Una volta raggiunto il loro piano, i ragazzi si fermarono davanti alle porte
dei loro appartamenti per un ultimo saluto; Liz restituì la chitarra a Max
mentre Maria diede un bacio veloce sulle labbra di Michael e, dopo avergli
augurato nuovamente buona notte, le ragazze entrarono in casa.
I due amici aprirono la loro porta e, una volta richiusa, Michael esclamò:
“E’ stata una serata strabiliante!” disse visibilmente emozionato.
“Avreste potuto invitarmi!” disse una voce femminile proveniente dalla cucina.
Max e Michael si guardarono in faccia ammutoliti e dopo qualche secondo
guardarono verso la porta della cucina da cui faceva capolino la testa di una
ragazza dai lunghi capelli biondi.
“Isabel!“ esclamò Max nel riconoscerla, ed appoggiate le chitarre che aveva
ancora in mano, andò ad abbracciarla.
La ragazza sorrise e ricambiò con affetto l’abbraccio del fratello: “Mi sei
mancato!” disse affettuosamente e, liberandosi dall’abbraccio, lo guardò in
faccia: “Non ti sei ancora deciso a toglierti quel piercing?” lo prese in giro.
“Ma se è la sua arma segreta per conquistare le ragazze!” rispose Michael
sorridendo.
“Michael!” esclamò la ragazza correndogli incontro per abbracciarlo “Come
stai?”
“Posso finalmente dirti che sto benissimo!” disse con entusiasmo ricambiando
l’abbraccio di Isabel.
Alle parole di Michael, la ragazza si sciolse dall’abbraccio per guardargli il
viso: “E cosa è successo per farti sentire così?” chiese visibilmente curiosa.
Michael non esitò a rispondere, l‘emozione che provava era ancora molto forte:
“Ho trovato la ragazza della mia vita!” affermò orgoglioso.
“Non ci posso credere!” disse Isabel quasi scioccata dalle parole dell’amico.
Conosceva Michael fin da quando erano ragazzini e sapeva molto bene che non
aveva mai detto una frase del genere. Non era da lui. Michael era molto simile
a suo fratello per tanti versi ed uno di quelli riguardava proprio le ragazze.
E poi il modo in cui l’aveva detto, con quello sguardo radioso e pieno di
orgoglio. Isabel continuava a guardarlo incredula e rivolgendosi al fratello
chiese: “Mi sta prendendo in giro, vero?”
Max scosse la testa e sorridendo affermò: “Questa volta non scherza per
niente!”
e l’invidia nei confronti del suo migliore amico tornò a farsi sentire. Il modo
in cui Michael aveva annunciato l’evento ad Isabel era una cosa unica. Non
aveva esitato nemmeno un secondo, aveva semplicemente lasciato che la sua
felicità avesse la meglio su tutto.
“Ma allora bisogna festeggiare!” disse Isabel e tornò ad abbracciarlo.
Guardandolo nuovamente negli occhi chiese: “E chi è la fortunata? Devo
assolutamente conoscere la ragazza che finalmente ti ha rubato il cuore!”
“Abita di fronte a noi!” disse Michael “Non sarà difficile conoscerla!”
“WOW!!! Michael si è innamorato della ragazza della porta accanto!! Dio, è così
romantico!” disse prendendolo leggermente in giro.
“Sì, ma se continui così eviterò di fartela conoscere!” disse subito lui.
“Forza, raccontami tutto!” disse Isabel eccitata e prendendo la mano di
Michael, lo trascinò a sedere sul divano. Lui resistette un po’, ma conosceva
fin troppo bene la sorella del suo migliore amico: quando si metteva in testa
una cosa, non c’era verso di farle cambiare idea.
“Isabel…” pregò, tentando comunque di sottrarsi al suo interrogatorio.
“Non accetto scuse!” disse immediatamente. Sapeva che a Michael non piaceva
fare confessioni di alcun tipo, ma dopo aver pronunciato una frase del genere,
doveva almeno approfittare del momento; decise, però, di tentare un approccio
differente: “Almeno dimmi come vi siete conosciuti!”
A Michael non andava per niente l’idea di raccontare ad Isabel di come aveva
conosciuto Maria, quelle erano le classiche cose che facevano le ragazze, ma
quando vide il suo sguardo, si sedette di fianco a lei e, molto
telegraficamente, le raccontò di come si erano conosciuti, tralasciando
ovviamente di descrivere tutte le sue sensazioni.
Isabel ascoltava in silenzio, attenta a non perdere nemmeno una parola e
soprattutto cercando di catturare gli stati d’animo che Michael aveva provato
in quei momenti.
Max rimase a guardare i due per qualche istante e decise poi di lasciarli soli.
Si chiuse in camera e si distese sul letto, con le mani sotto la testa fissando
il soffitto. Pensò per un attimo alla sorella. Sapeva d’istinto che l’arrivo di
Isabel non era solo una visita di piacere. Doveva per forza esserci
qualcos’altro sotto. Ma vedendola presa dalla storia di Michael, non se la
sentì di chiederle subito cosa fosse successo, avrebbe avuto il tempo di farlo
il giorno successivo. Accantonò il pensiero della sorella ed un solo volto si
presentò alla sua mente, quello di Liz. Rivisse ogni momento di quella che era
stata una serata fantastica e si soffermò al momento passato da solo con lei
nel camerino e di come l’aveva sentita vicina durante il tragitto verso casa.
Non aveva mai provato quelle sensazioni con nessun’altra ragazza; avrebbe
passato tutta la notte con lei a parlare e questo la diceva lunga sui suoi
sentimenti. Non pensava di portarsela a letto, di approfittare di lei, ma
avrebbe desiderato passare l’intera notte accanto a quella splendida ragazza a
parlare, pur di continuare a sentire quelle emozioni che solo Liz Parker era
riuscita a fargli provare. Di una cosa, ora, era convinto: le cose, dal quel
momento, potevano solo migliorare e con quel pensiero in testa si abbandonò,
esausto, tra le braccia di Morfeo.
Isabel cercò di trattenere Michael a parlare finchè non capì che il ragazzo non
voleva spingersi oltre. In fondo era già contenta che le avesse raccontato un
po’ di questa Maria e, a quanto aveva capito, doveva essere una ragazza davvero
speciale per trasformare Michael in quel modo. Non aveva mai visto l’amico così
contento da quando lo conosceva.
“Sono così felice per te, Michael!” esclamò alla fine. Isabel era sincera ed il
suo sguardo rifletteva quello che provava per l’amico.
“Grazie, Isabel!” disse Michael con un sorriso.
“E di Max che mi dici?” chiese poi, distogliendo l’attenzione dall’amico, in
fondo l’aveva già torturato a sufficienza.
“Che vuoi che ti dica?! E’ sempre… Max!” esclamò il ragazzo.
“Neanche un piccolo pettegolezzo?” chiese lei con sguardo ammiccante.
“Lo sai com’è fatto tuo fratello, no? Da lui non saprai mai niente!” disse
Michael. Conosceva fin troppo bene l’amico e se solo si fosse azzardato a dire
anche una sola parola su Liz, ne avrebbe sicuramente pagato le conseguenze. E
poi non toccava di certo a lui raccontare ad Isabel dell’amica di Maria, lo
avrebbe scoperto sicuramente da sola. Per quanto Max cercasse di nasconderlo,
quando guardava Liz il suo viso si illuminava. Isabel era una ragazza sveglia
ed intelligente, l’avrebbe capito da sola.
“Lo so com’è fatto Max! E’ proprio per questo che chiedevo a te! Ma conosco
anche la solidarietà che c’è fra voi due e, per quanto io ti chieda di
raccontarmi qualcosa, so già che non ne ricaverei niente, quindi…”
“… quindi dovrai scoprire da sola se c’è qualche pettegolezzo!” disse lui
tentando di chiudere il discorso.
“Vorrà dire che indosserò il mio impermeabile migliore ed inizierò ad
indagare!” disse sorridendo.
“Ecco il nostro Sherlock Holmes all’opera!” la prese in giro Michael, poi si
alzò in piedi e disse: “Forza, prepariamo il divano, altrimenti ti toccherà
dormire sul pavimento!”
“Chiamo Max per darci una mano!” disse, e si diresse in camera del fratello.
Appena entrata si rese conto che Max dormiva già, e non volendolo disturbare,
tornò in soggiorno: “Credo che dovremo arrangiarci da soli; Max è già nel mondo
dei sogni!”
“Vado a prendere le lenzuola!” disse Michael, e dopo essere sparito in camera
da letto, riapparve in soggiorno con i panni in mano e, assieme alla ragazza,
preparò il giaciglio che avrebbe accolto Isabel sicuramente per qualche sera.
Liz e Maria parlarono a lungo quella notte. Maria aveva veramente accumulato
molte cose da raccontare all’amica, ed ora che il suo segreto era stato
svelato, poteva finalmente sfogarsi con la persona che più le era mancata in
quegl’ultimi giorni.
Liz la lasciò parlare, incurante della stanchezza che cominciava a farsi
sentire. Maria era talmente eccitata quella sera, che niente e nessuno sarebbe
riuscito a fermarla. Era contenta per lei, lo era veramente. Sulla scia
dell’entusiasmo di Maria, anche Liz le raccontò delle sue emozioni nel vederla
cantare sul palco, davanti a tutta quella gente e finalmente ebbe tutte le
risposte che voleva.
Quando finalmente Maria raggiunse la sua stanza, Liz si sentiva veramente
esausta. Si mise sotto alle lenzuola, si raggomitolò su di un fianco e chiuse
gli occhi. Ma la mente non ne voleva proprio sapere di riposare e il primo
pensiero fu per il suo vicino di casa. Max era stato così dolce quella sera
che, per un attimo, dimenticò tutte le voci che continuavano a girare su di lui
all’università. Forse lei aveva conosciuto una parte di lui che non aveva mai
mostrato alle altre ragazze, forse lei era riuscita a colpirlo al cuore… Ma chi
voleva prendere in giro? Max Evans era un rubacuori affermato e forse, quella,
era proprio la sua tattica per attirare le sue vittime. Però… non riusciva a
non pensare a lui; nonostante quello che si diceva in giro, Max era riuscito a
colpirla come nessun altro aveva fatto. Decise di scacciare ogni brutto
pensiero dalla sua mente e cullandosi nel dolce pensiero del suo sorriso, si
addormentò.
La domenica trascorse lentamente per entrambe le ragazze. Si erano alzate tardi
anche quella mattina e nel pomeriggio si rinchiusero nella loro stanza tentando
di recuperare qualche ora di studio, ma senza molti risultati.
Come in un film, la mente delle due ragazze ripercorrevano le scene più intense
della sera precedente e, in più di un’occasione, si erano ritrovate a fissare
un punto indefinito della propria stanza con aria sognante.
Maria prese in mano il telefono, con l’intento di chiamare Michael; sapeva che
il ragazzo era in casa, ma se si fosse presentata alla sua porta, era certa che
non sarebbe più tornata a studiare. Stava per comporre il numero quando pensò
che, se avesse sentito la sua voce, la voglia di vederlo sarebbe stata ancora
più grande e, presa dallo sconforto, rimise il telefono al suo posto. Se voleva
concludere qualcosa prima che fosse giunta l’ora di andare a dormire, era
meglio evitare anche di sentire la sua calda voce e, sospirando, tornò a
concentrarsi sulle pagine aperte davanti a lei.
Liz, nel frattempo, dopo l’ennesima distrazione, sbottò ad alta voce:
“Max, Max e ancora Max!! Non sai pensare a nient’altro?” si era rimproverata,
tentando nuovamente di riconcentrare l’attenzione sul libro che aveva davanti.
“Sforzati, Liz!! Questo libro devi restituirlo a Jess domani e ti rimane poco
tempo!” si disse ancora e, sistemandosi più comodamente sulla sedia, tentò
nuovamente di riprendere a studiare.
La mattina seguente cominciò in modo frenetico. Liz e Maria non avevano sentito
la sveglia e quando Maria, aprendo gli occhi, si accorse dell’ora, si alzò di
soprassalto, svegliò Liz con un grido e, dopo essersi vestite più velocemente
possibile, erano corse all’università. Per fortuna erano arrivate in tempo per
cominciare la seconda ora di lezione, ma per tutta la mattinata erano rimaste
in trance. Quando si ritrovarono a pranzo, le loro facce erano ancora sconvolte
e Michael, unitosi al loro tavolo, non aveva fatto altro che prenderle in giro.
Di Max, però, neanche l’ombra e Liz rimase un po’ delusa. Non lo aveva visto
per tutta la domenica e sperava davvero di poterlo vedere almeno a pranzo quel
giorno.
Quando finalmente la giornata finì, i tre ragazzi si ritrovarono insieme sulla
strada di casa. Non appena Maria rivide Michael, non potè fare a meno di
baciarlo; gli era mancato in quelle ore e il fatto che non l’avesse visto per
tutta la domenica, aveva accresciuto il desiderio anche solo di abbracciarlo.
Michael, dal canto suo, si sentiva esattamente come lei e l’abbracciò forte a
sé ricambiando, con altrettanto calore, il bacio della ragazza.
“Pensate di stare lì ancora molto?” chiese Liz un po’ imbarazzata quando vide
che il bacio si prolungava.
“Arriviamo!” rispose l’amica e, prendendo sotto braccio Michael, si avviarono
verso casa.
Non appena si ritrovarono di fronte alla porta dell‘appartamento, Michael le
invitò ad entrare:
“Vi va di venire a prendere un caffè?” poi continuò sorridendo “Dalle vostre
facce vedo che ne avete ancora bisogno!” finì, prendendole ancora un po’ in
giro per l’accaduto della mattina.
“Divertente!” disse Maria con ironia “Ma un buon caffè lo accetto volentieri!”
ed appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo che stava aprendo la porta.
“Io arrivo subito.” disse Liz allontanandosi “Devo assolutamente riportare
questo libro a Jess! Arrivo tra un minuto!” e si allontanò lungo il corridoio.
“Ti aspettiamo in cucina!” disse Michael.
“Ok!” gridò Liz e bussò alla porta di Jess con il libro in mano.
Appena entrati, Michael e Maria trovarono Max seduto sul divano insieme ad
Isabel. Maria rimase un attimo perplessa, temendo subito il peggio per Liz, ma
quando Max fece le presentazioni, il volto della ragazza tornò sereno.
“Finalmente ti conosco, Maria!” disse Isabel sorridendo ed allungando la mano
per presentarsi.
“Piacere di conoscerti, Isabel! Non sapevo che Max avesse una sorella!” ammise
candidamente.
“Ma come, Max…” disse rivolgendosi al fratello con finta aria offesa “…non hai
parlato ai tuoi amici della tua splendida sorella?” disse prendendo in giro il
fratello, poi, rivolgendosi nuovamente a Maria disse: “E’ un classico! Max si
dimentica sempre di dire che ha una sorella. Ormai ci ho fatto l’abitudine!” e
rise vedendo Max leggermente in imbarazzo. Poi continuò:
“E così tu sei la ragazza che ha fatto perdere la testa al nostro caro Michael,
eh?” disse per mettere in imbarazzo anche l’amico.
“Così pare!” rispose sorridendo. Isabel le stava già simpatica; da quanto
poteva vedere, il modo di fare della ragazza era simile al suo.
Michael, nel frattempo, cominciava ad essere un po‘ in tensione. Non gli
piaceva essere messo in imbarazzo.
“Complimenti, Maria! Siete davvero una bella coppia insieme!” disse in tono
sincero ed il volto di Michael tornò a rilassarsi.
“Grazie, Isabel! Sei molto gentile!” ringraziò Maria.
“Non farci troppo l’abitudine, Maria!” intervenne Max “Non sempre è così
gentile!”
“Senti chi parla! Il Maestro di gentilezza!” disse Isabel rivolgendo uno
sguardo a Max che si mise a sghignazzare.
“Vado a preparare il caffè! Chi ne vuole?” chiese Michael per interrompere
quello che sapeva essere l’inizio di uno degli scontri tra i fratelli Evans.
Tutti aderirono e mentre Max ed Isabel si rimisero a sedere sul divano, Maria
seguì Michael in cucina, con l’intento di dargli una mano.
Una volta seduti, i fratelli Evans ritornarono seri. Nonostante la parentesi
simpatica di poco prima, Isabel stava raccontando al fratello il perché della
sua visita. Al contrario di Max, Isabel si sfogava spesso con lui, soprattutto
quando si sentiva molto a terra, ma la domenica l‘avevano trascorsa in
compagnia di Michael a ridere e a scherzare, la ragazza non se l’era sentita di
rattristare anche Michael con il suo racconto, certamente non dopo la bella
notizia che aveva ricevuto. Si era limitata a dire che Brad, il suo ragazzo,
aveva lasciato l’appartamento dove vivevano e che si sarebbe trattenuta da loro
per qualche giorno. D’altra parte, Max, aveva subito intuito che la sua
presenza era dovuta a qualcosa che l’aveva rattristata molto.
“E così Brad se n’è andato!?” chiese Max
“Già! Di nuovo! Non ne posso più! Credo che questa volta lo lascerò sul serio!”
rispose.
“E’ tanto che te lo dico, Isabel! Lui non fa per te! Tu meriti di meglio!”
“Lo so, Max, ma io lo amo!” disse disperata ed una lacrima le si formò negli
occhi.
“Vieni qui! Non piangere!” disse dolcemente ed abbracciò la sorella.
Isabel si lasciò cullare dall’abbraccio del fratello; non era solito fare di
queste effusioni, soprattutto quando in casa erano presenti altre persone, e
per un attimo si abbandonò tra le sue braccia, trattenendo le lacrime.
Nel frattempo, Liz, era sulla via del ritorno ed arrivata davanti alla porta
dei vicini di casa, notò che Michael l’aveva lasciata socchiusa. Non ci pensò
molto, in fondo i ragazzi sapevano che ci avrebbe messo solo qualche minuto, e
così, senza indugiare oltre, aprì la porta senza pensare di bussare.
La scena che le si presentò davanti agli occhi la lasciò paralizzata. Max era
sul divano abbracciato ad una splendida ragazza bionda e lei rimase immobile
sulla porta, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
I due sembravano non averla nemmeno sentita entrare e per un momento, che a Liz
parve un’eternità, i due continuarono a tenersi stretti l’un l’altra, facendo
intuire che tra di loro c’era qualcosa di molto forte che li univa.
Isabel si accorse della presenza di qualcuno e, staccandosi dall’abbraccio del
fratello, la guardò per un momento con aria stupita; un secondo dopo, capì che
doveva essere una delle ragazze che abitava nel palazzo, probabilmente abituata
ad entrare in casa del fratello senza avvertire, come spesso capitava quando si
abitava in un palazzo abitato da studenti, e sorridendole la salutò.
Nel momento in cui Isabel si staccò dall’abbraccio e rivolse lo sguardo verso
la porta, Max, istintivamente, volse lo sguardo nella direzione in cui guardava
la sorella e, vedendo Liz davanti alla porta con aria sconvolta, si alzò
immediatamente in piedi. Il volto di Liz, oltre che sconvolto, era di una
tristezza tale che gli colpì il cuore e senza sapersi spiegare il perché, si
sentì immediatamente in colpa.
La voce della ragazza bionda la ridestò come da un lungo sonno. Liz la fissò
per un attimo, il suo volto e il tono che aveva usato per salutarla erano
gentili, ma quando Max si alzò in piedi con aria preoccupata, Liz si rese conto
di aver interrotto un momento molto intimo tra i due. Si maledisse per non
avere bussato a quella dannata porta, almeno si sarebbe evitata di vedere la
scena tra quei due. E in un secondo sentì il suo sangue ribollire di rabbia
verso Max e verso quella ragazza sconosciuta.
“Liz” sussurrò Max. Era consapevole che Liz aveva nuovamente frainteso le sue
azioni e questa volta non aveva intenzione di aspettare un giorno per chiarire
l’accaduto, ma la ragazza non gli lasciò spazio per dire altro.
“Scusate se vi ho interrotti!” disse in tono dispiaciuto ma deciso, ed abbassò
lo sguardo. Non voleva più vedere quegl’occhi ambrati e senza aggiungere altro,
si voltò e raggiunse la porta di fronte, la porta che le avrebbe permesso
finalmente di lasciare scendere le lacrime che, fino a quel momento, era
riuscita a trattenere.
“Liz!” gridò Max e le corse dietro. Questa volta seguì senza indugio il suo
istinto e il suo istinto gli stava dicendo di raggiungerla.
Isabel rimase a sedere sul divano, senza parole, a guardare la scena del
fratello che correva dietro a quella ragazza mora. Sul momento non riusciva
proprio a capire cosa fosse successo; per lei era normale abbracciare il
fratello. ‘Liz’ pensò, ‘questo è il suo nome, e a quanto pare Max tiene molto a
lei’, ma i suoi pensieri furono interrotti da Michael e Maria che, sentendo il
nome di Liz gridato da Max, accorsero in soggiorno per vedere cosa stesse
succedendo.
Isabel raccontò molto velocemente l’accaduto e l’impulso di Maria fu quello di
correre verso l’amica, ma la mano di Michael la fermò: “Lascia che si
chiariscano da soli, è meglio!”
“Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?” chiese Isabel, ora aveva
bisogno di qualche spiegazione per allacciare tutte le deduzioni che era
riuscita a fare in quei pochi minuti.
Max raggiunse la porta di casa delle ragazze, proprio un secondo prima che
potesse chiudersi, lasciandolo per sempre fuori dalla vita di Liz Parker. La
bloccò e, senza attendere oltre, entrò nell’appartamento della ragazza. Vide
Liz dirigersi in camera e, correndo più veloce che poteva, la raggiunse, le
afferrò un polso e la costrinse a girarsi verso di lui.
“Liz, hai capito male!” tentò subito di spiegarsi. Nella sua vita non aveva mai
dato così tante spiegazioni come a Liz Parker nel giro di due giorni, nemmeno
ai suoi stessi genitori. Nonostante tutto risultasse ancora così strano e nuovo
per lui, il suo istinto gli diceva di andare avanti.
Liz tentava con tutte le forze di liberarsi dalla stretta del ragazzo, evitando
accuratamente il suo sguardo. Max manteneva salda la presa sul polso di Liz e,
nel tentativo di afferrare anche l’altro polso, la sospinse contro la parete
del corridoio che portava alle camere da letto.
“Quella ragazza…” continuò Max nella sua spiegazione, ma venne interrotto da
Liz.
“Non sono fatti che mi riguardano!” disse, cercando di mantenere il tono della
voce deciso e sostenuto, e tentando, con poco successo, di non far trasparire
la delusione dall’espressione del viso. Continuò poi in tono più calmo,
evitando nuovamente di guardarlo negli occhi: “Mi dispiace solo di avervi
disturbato!”. Si rese conto solo dopo aver parlato di quanto contrastanti
fossero le sue parole e le sue azioni. Non voleva sembrargli gelosa, ma da come
si era comportata, non vi era altra spiegazione. Lei era gelosa ed arrabbiata,
ed ora era consapevole che Max lo sapeva.
“Liz, non hai capito!” ripetè Max con più fermezza, ma venne interrotto
nuovamente da Liz.
“Non devi spiegarmi niente, Max! La tua vita privata non mi interessa!” disse
alterata e tentò nuovamente di liberarsi dalla stretta del ragazzo, ma senza
successo.
“E invece VOGLIO spiegarti, perché hai frainteso tutto! Quella ragazza è mia
sorella!” disse tutto d’un fiato, per il timore di essere interrotto nuovamente
da Liz e di non riuscire a spiegargli chi era la ragazza a cui l’aveva visto
abbracciato.
Liz, ancora intenta a cercare di liberarsi, si immobilizzò alle parole di Max e
lo guardò per la prima volta negli occhi con aria confusa e smarrita.
Max capì di avere, ora, tutta la sua attenzione e riprese a parlare con più
calma: “Stavo abbracciando mia sorella.”
In un secondo, Liz si sentì in balia ad un mix di sensazioni: imbarazzo,
incredulità e ancora rabbia. Imbarazzata perché, alle parole di Max, avrebbe
voluto sprofondare in una fossa piuttosto che guardarlo negli occhi; incredula
perché non sapeva se credergli del tutto, anche se lo sguardo del ragazzo
sembrava essere sincero; ed arrabbiata, perché il fatto di essere in trappola
contro una parete non le fece di certo dimenticare l‘indignazione che sentiva
per essere stata immobilizzata a quel modo.
Entrambi senza parole, rimasero a fissarsi per un momento negli occhi, con i
volti a poca distanza l‘uno dall‘altro. In quel preciso istante, Max, avrebbe
voluto dirle un milione di cose, eppure non riusciva nemmeno a respirare; il
profumo di Liz lo attirava talmente tanto che, lentamente, abbassò il viso e si
soffermò ancora un attimo, alternando lo sguardo tra gli occhi e la bocca della
ragazza.
Liz rimase immobile, con la rabbia nel cuore, ma allo stesso tempo, rapita
dallo sguardo intenso di lui ed accorgendosi del caldo respiro di Max sulle sue
labbra, Liz chiuse gli occhi.
Per Max fu come un invito e lentamente coprì la distanza che li separava,
appoggiando dolcemente le sue labbra su quelle di lei.
Liz spalancò gli occhi, per quanto avesse desiderato di essere baciata, non si
aspettava che lui esaudisse quel desiderio inespresso e la rabbia che ancora
provava, la fece agitare per cercare di allontanarlo da lei. Ma lui mantenne
salda la presa ai suoi polsi, sospingendola ancora di più contro la parete
mentre avvicinava di più il suo corpo a quello di Liz in modo che fosse in
grado di muoversi il meno possibile e per poter sentire il suo corpo caldo
contro il proprio. Desiderava così tanto quel bacio ed era convinto che anche
lei lo desiderasse quanto lui, nonostante continuasse a lottare. La lotta di
Liz, però, durò per poco; il sapore di lui si diffuse in tutto il suo essere e
lentamente si abbandonò al bacio. Un bacio tanto desiderato quanto inaspettato.
Ed ora nessuno dei due aveva la forza di allontanarsi, nonostante la mancanza
di ossigeno cominciasse a farsi sentire. Inconsapevolmente, Max cominciò ad
allentare la presa sui polsi di Liz. Si stava perdendo in lei completamente e
stava per stringerla tra le sue braccia quando, all’improvviso, fu costretto a
tornare alla realtà.
Con l’ultima risorsa di forza rimasta e l‘ultimo barlume di lucidità in mente,
Liz riuscì a liberarsi dalla stretta di Max e ad allontanarlo da sé. Non poteva
essere trattata così, non da lui che probabilmente era abituato che le ragazze
gli cascassero ai piedi. Lei non lo avrebbe fatto, non si sarebbe lasciata
fregare in quel modo, con un bacio, anche se era stato il migliore che avesse
mai ricevuto. Con una spinta allontanò Max che, preso alla sprovvista,
indietreggiò barcollando e la guardò con aria interrogativa, confusa. Sapeva
che anche lei aveva desiderato quel bacio e sapeva che le era piaciuto dal modo
in cui aveva contraccambiato, anche se, all’inizio, aveva lottato contro di
lui; ma quando incontrò il suo sguardo, capì di averla offesa e il senso di
colpa tornò a farsi sentire con tutta la sua forza.
“Ricordati, Max Evans, io non sono una di quelle ragazze che sei abituato a
portarti a letto. Non puoi trattarmi come una di loro! Mettitelo bene in
testa!” Il tono di voce, questa volta, non tradì il suo sguardo. Max rimase ad
osservarla in silenzio: era offesa, indignata, arrabbiata ed aveva ragione. Lei
non era per niente come le altre ragazze, ed aveva avuto modo di capirlo bene.
Stava per dire qualcosa, quando Liz interruppe la sua frase sul nascere:
“Vattene! Esci di qui!” Max tentò ancora una volta di parlare, ma Liz
intervenne ancora prima che aprisse bocca: “Subito!” disse imperativamente.
Max la guardò ancora per un attimo, poi, mestamente, si voltò e cominciò a
percorrere il tragitto verso la porta dell’appartamento. Nonostante sapesse che
Liz non l’avrebbe mai fatto, per tutto il percorso sperò che la ragazza lo
fermasse, lo chiamasse e… Impossibile! Il volto di Liz non era mai stato così
cupo da quando l’aveva conosciuta. L’aveva vista imbronciata, triste, confusa,
ma mai con quello sguardo negli occhi. L’aveva offesa e intrappolata contro una
parete e Liz non gliel’avrebbe mai perdonato. Non si era mai comportato in quel
modo, non aveva mai costretto una ragazza a baciarlo. Proprio così: costretta!!
L’aveva COSTRETTA a baciarlo. Eppure… eppure quando aveva cercato di
approfondire il bacio, lei non si era tirata indietro; nonostante avesse
lottato fino a qualche secondo prima, non aveva cercato di allontanarlo
nuovamente. Si soffermò a pensare al suo sapore e si passò la lingua sulle
labbra per riassaporarlo; era ancora lì, fresco ed intenso e il desiderio di
baciarla di nuovo si fece più forte.
Era così immerso nei suoi pensieri, che non si accorse nemmeno di aver
raggiunto la sua stanza fino a quando non chiuse la porta. Non aveva sentito
gli amici e la sorella chiamarlo, non li aveva nemmeno visti. L’unico suono che
rimbombava nella sua testa era la voce di Liz che gli diceva, quasi in lacrime
e piena di indignazione, di andarsene e non solo dalla sua casa, ma anche dalla
sua vita. Non lo aveva espresso a parole, ma Max aveva capito comunque. Non era
stato necessario dirlo.
Si lasciò cadere sul letto, sprofondando la faccia nel cuscino e per la prima
volta in vita sua pianse, pianse per una ragazza. Pianse per Liz Parker.
“Come può avermi trattata a quel modo?” disse Liz in preda ad una rabbia mai
provata in vita sua. Parlava ad alta voce, come se si rivolgesse a qualcuno,
mentre raggiungeva, a passi decisi, la sua stanza. “Come può averlo fatto?”
gridò ancora. Solo due sere prima era stato così carino e gentile che gli aveva
perfino confidato di non aver detto nulla dell’appartamento e del lavoro con i
genitori e ora… Ora si ritrovava a girare senza meta nella sua stanza, e a
maledire il giorno che l’aveva incontrato. “Lo sapevi, Liz, che non dovevi
avvicinarti a lui, ma tu nooo, dovevi per forza farti del male!” si rimproverò
nuovamente. E mentre continuava a girare intorno alla stanza furiosa, una
lacrima le scese lungo la guancia e dopo quella, ne seguirono altre. Liz si
accasciò sul letto e pianse. Pianse per Max Evans, per avergli permesso di
trattarla a quel modo, per aver contraccambiato quel bacio meraviglioso e per
averlo cacciato fuori di casa. Era furiosa con lui, ma allo stesso tempo
sentiva di essergli ormai legata come non si era sentita con nessun altro. Max
Evans le aveva rubato il cuore e nonostante quello che era appena accaduto, non
riusciva a pensare ad altri che a lui.
Isabel, rimase scioccata nel vedere il fratello in quello stato; mai, in tutta
la sua esistenza, l’aveva visto così distrutto. Era incredula, ma nonostante
ciò, lo raggiunse in camera senza indugiare oltre.
Maria pensò immediatamente all’amica. Se Max era ridotto a quel modo, non osava
pensare a come fosse ridotta Liz. Scambiò un veloce sguardo con Michael, che
intuendo l’intenzione della ragazza, non si oppose. Senza dire una parola,
Maria uscì dall’appartamento dei ragazzi lasciando Michael, attonito, in mezzo
alla stanza.
“Max!” lo chiamò Isabel appena entrata nella stanza e richiudendo la porta
dietro di sé. “Max, cos’è successo?” chiese preoccupata.
Il ragazzo non proferì parola e trattenne le lacrime fino a che un sommesso
singhiozzo non gli sfuggì dalle labbra e le lacrime tornarono a scendere
copiose dagli occhi. Il volto era ancora avvolto nel cuscino, ma Isabel capì
dai movimenti del corpo che Max stava piangendo. Cosa mai era potuto succedere
per farlo piangere? Isabel non sapeva come comportarsi, non le era mai capitato
di confortare suo fratello. Era sempre stato lui a farlo, anche se a modo suo.
Si sedette sul letto accanto a lui e gli appoggiò una mano sulla schiena. Max
si irrigidì di colpo, e in quel preciso istante si sentì indifeso. Isabel era
lì con lui, lo stava guardando piangere, ma in quel momento non gli importava
nulla. Il dolore che gli lacerava il cuore era troppo grande per pensare ad una
sciocchezza del genere.
“Max, ti prego, calmati! Raccontami cosa è successo e vedrai che troveremo una
soluzione!” ritentò Isabel, mantenendo il tono di voce il più pacato possibile.
Come in preda all’ira, Max alzò velocemente il viso dal cuscino e rivolto alla
sorella, urlò: “Non lo capisci? Ormai non c’è più soluzione per quello che ho
fatto!” ed altrettanto velocemente, riabbassò il viso e nuove lacrime bagnarono
il cuscino già umido.
Isabel era impressionata. Il fratello era letteralmente disperato. Non sapeva
proprio come comportarsi, aveva quasi paura a parlargli nuovamente, ma allo
stesso tempo non se la sentiva di lasciarlo in quello stato.
“Ti prego, Max. Prova a spiegarmi cosa è successo e sono sicura che…” ma fu
interrotta dal fratello che, poggiate le mani sul materasso, si alzò, si girò
verso la sorella e disse: “Vuoi proprio sapere cosa ho fatto?” chiese quasi con
aria di sfida e senza attendere la sua risposta, rispose alla sua stessa
domanda: “Ho afferrato Liz, l’ho spinta contro una parete e l’ho costretta a
baciarmi! Ecco cosa ho fatto!” Il silenzio riecheggiò nella stanza. Isabel non
si aspettava quella reazione dal fratello e, vedendo quanto stava soffrendo,
rimase senza parole. Max abbassò lo sguardo e, mentre la lacrima successiva era
pronta per bagnargli la guancia, ruppe il silenzio: “Mi sento come se l’avessi
violentata!” disse senza urlare, la voce piena di sensi di colpa. Quel bacio
gli era piaciuto da morire, ma ora che aveva pensato a tutta la scena, si sentì
un verme. Come aveva potuto, lui, costringere Liz a fare qualcosa che non
voleva? Si, certo, lei aveva contraccambiato il bacio, ma la colpa per la sua
azione si stava facendo sentire con tutto il suo peso.
Conoscendolo bene, Isabel sapeva che Max aveva avuto una miriade di ragazze, ma
non era di certo un tipo violento, non si sarebbe mai permesso di fare qualcosa
ad una ragazza contro la sua volontà e poteva capire quello che stava passando.
Anche se si trattava solo di un bacio, riusciva ad immaginare come Max potesse
sentirsi.
“Max, non so come si siano svolte le cose e non pretendo che tu me le stia a
raccontare, ma credo che tu non abbia agito con cattive intenzioni. Ora, però,
devi scusarti con lei.”
Max la guardò incredulo, non per quello che stava dicendo, ma sapendo che ormai
Liz era irraggiungibile per lui; non riusciva ad immaginarsi mentre parlava
nuovamente con lei.
“Devi farlo per lei, in primo luogo, ed anche per te!” continuò la sorella “Non
posso pensare di continuare a vederti in questo stato! Le devi delle scuse e
finalmente potrai pensare di scusare te stesso!”.
“Isabel, tu non capisci! Dopo quello che ho fatto, Liz non vorrà più vedermi!”
“Allora scrivile, inventati qualsiasi cosa, ma devi farlo! Non lasciare nulla
di intentato!” cercò di spronarlo.
Max continuò a guardare la sorella. Isabel aveva ragione, prima di tutto doveva
scusarsi con Liz, non sapeva ancora come avrebbe fatto, ma avrebbe sicuramente
tentato. Non era per niente sicuro dell’esito, e non sapeva nemmeno se sarebbe
riuscito a farlo di persona, ma non poteva lasciarsi sfuggire quest’ultima
chance. Non poteva permetterselo.
Isabel vide che il fratello era immerso nelle sue considerazioni; nonostante
continuasse a fissarla negli occhi, il suo sguardo era assente, incentrato su
altri pensieri. Si avvicinò a lui e quando il suo sguardo tornò vivo,
l’abbracciò con tutto l’amore che provava e Max, per la prima volta nella sua
vita, si lasciò confortare dall’affetto della sorella.
Appena entrata in casa, Maria si diresse immediatamente nella camera
dell’amica, dove la trovò stesa sul letto in lacrime. Il suo viso si fece
ancora più preoccupato e, senza aspettare oltre, corse ad abbracciarla. Liz,
non appena sentì Maria avvicinarsi, si alzò a sedere sul letto, e si lasciò
coccolare dalla ragazza.
“Non piangere, Liz! Cerca di calmarti!” le disse dolcemente l’amica, mentre i
singhiozzi di Liz aumentavano.
“Shhh, ti prego Liz, cerca di calmarti!” continuò Maria accarezzandole la
schiena.
Le parole e l’affetto dell’amica sembravano funzionare e Liz, pian piano,
attenuò il pianto.
“Cosa è successo, Liz?”
“Lui… lui…” e le lacrime le inumidirono nuovamente gli occhi, ma tentando di
resistere, Liz raccontò l’accaduto: “L’ho visto abbracciato ad una ragazza,
quando sono entrata in casa e non ho saputo resistere all’impulso di scappare
via. Lui mi ha inseguita e, quando mi ha raggiunta, mi ha detto che quella
ragazza è sua sorella.”
“Isabel!” disse Maria, ripensando alla ragazza
“Lui mi ha detto che stava abbracciando sua sorella e io mi sono sentita così
stupida, Maria, che avrei voluto sprofondare!”
“E poi? Cos’è successo da sconvolgerti così?” chiese ancora
“E’ successo che quel… quel… LUI… mi ha spinta contro la parete del corridoio
e…”
“E…?” la incitò Maria, pensando già al peggio, mentre la rabbia cominciava a
ribollirle nel sangue.
“E mi ha baciata!” terminò Liz indignata.
Maria tirò un sospiro di sollievo; aveva già pensato sicuramente ad una cosa
molto peggiore ed era già sul piede di guerra. La guardò leggermente stupita e
con fare indagatore le chiese: “Tutto qui?”
“Perché? Non è sufficiente? Mi ha costretto a baciarlo e secondo te non è
abbastanza?” chiese Liz che sentiva la rabbia tornare prepotentemente a
scorrergli nelle vene.
“No, Liz!” si difese subito Maria: “Non intendevo dire che… Quello che voglio
dire, Liz, è che pensavo avesse tentato di violentarti! Ti ho vista così
sconvolta, che ho subito pensato al peggio! Cerca di capirmi, non sto dicendo
che ha agito bene, ma il vederti in questo stato mi ha fatto pensare che…
insomma…”
“No, ma cosa dici? Lui non l‘avrebbe mai…” e si interruppe, capendo che stava
difendendo Max.
Maria rimase interdetta; a quel punto non sapeva più cosa pensare.
“Fammi capire una cosa Liz…” disse dopo un attimo di silenzio “… Te la sei
presa tanto perché ti ha baciata o perché c’è qualcos’altro sotto?”
La domanda di Maria era più che legittima. Lei stessa non sapeva ancora bene
cosa pensare. Era più arrabbiata perché Max l’aveva baciata, o c’era veramente
qualcos’altro che non riusciva o non voleva ammettere?
“Io… non lo so Maria!” rispose avvilita
“Prova a non pensare! Dimmi solamente quello che ti passa ora per la testa!”
Liz rimase un attimo in silenzio a guardare l’amica, che pazientemente
aspettava che lei si sfogasse.
“Sono arrabbiata perché… perché ho desiderato da morire quel bacio e non volevo
che succedesse in quel modo. Sono arrabbiata perché mi sono sentita in trappola
contro quella parete. Sono arrabbiata perché quel bacio è stato il migliore che
avessi mai ricevuto in vita mia e sono arrabbiata perché mi sono innamorata di
Max Evans. Sono arrabbiata con me stessa, Maria! E sono ancora più arrabbiata
per averlo cacciato fuori di casa, quando avrei voluto abbracciarlo e non
lasciarlo uscire.”
Liz parlò tutto d’un fiato; lasciò che la mente ed il cuore si liberassero,
finalmente, da un fardello che cominciava a pesare troppo.
Maria la guardava incredula; la Liz che le stava di fronte sembrava una persona
totalmente diversa da quella che conosceva. Da quando aveva incontrato Max era
stato come se si fosse, in un certo senso, sdoppiata: il suo modo di agire e le
sue parole non erano per niente in linea, sempre contraddittori. Poteva, la sua
ostinazione verso Max Evans, averla portata fino a tanto? E perché, poi, si era
ostinata così tenacemente contro di lui? Probabilmente queste erano domande a
cui non avrebbe mai avuto risposta, o forse la risposta era talmente facile
che, fino a quel momento, le era sempre sfuggita. In quel preciso istante,
Maria, ebbe chiara tutta la situazione. Liz aveva una paura folle di
innamorarsi di Max e probabilmente, il fatto di averlo ammesso a sé stessa,
prima che con lei pochi secondi prima, aveva accresciuto questa sua paura. Lui
era veramente lontano anni luce dai ragazzi che Liz era solita frequentare e
proprio quella sua diversità l’aveva attirata tanto da impaurirla.
“Da quanto ti tenevi tutto dentro?” chiese Maria per rompere quel silenzio che
era calato nella stanza.
“Da sempre… credo!” a Liz fu chiaro che Maria l’aveva compresa fin nel
profondo. Era sempre così. Maria riusciva sempre a capirla nonostante lei, a
volte, fosse così tremendamente complicata.
“Vieni qui!” disse riavvicinandosi alla ragazza ed accogliendola nel suo
abbraccio “Non devi essere arrabbiata con te stessa. Hai avuto una reazione
strana verso l’amore, questo è vero, ma vedrai che si risolverà tutto!”
“Non credo Maria! Non credo che, dopo oggi, Max voglia parlarmi di nuovo, non
dopo averlo trattato a quel modo! E io stessa non sono pronta ad affrontarlo.”
“Forse non sarà subito, ma sono altrettanto sicura che non potrete starvi
lontano per molto!”
Nonostante il peso della tristezza che stava provando fosse ancora presente,
Liz si sentì più sollevata ora che si era finalmente aperta con l’amica. Maria
continuò a stringerla a sé, rimanendo in silenzio, fino a che il peso del corpo
di Liz non si accentuò. Capì che doveva essersi addormentata e, facendo
attenzione a non svegliarla, le appoggiò dolcemente la testa sul cuscino ed
uscì dalla stanza.
Maria tornò da Michael per assicurarsi che tutto fosse a posto. Quando entrò in
casa, lo trovò a sedere sul divano con Isabel che gli stava raccontando
l‘accaduto. Anche il ragazzo era rimasto stravolto. Non riusciva a credere a
quello che era successo, ma era sicuro che Max avesse agito in buona fede;
probabilmente doveva aver pensato che Liz volesse che la baciasse, altrimenti
non l’avrebbe mai fatto.
“Come sta Max?” chiese subito Maria. L’aveva visto talmente distrutto che non
poteva non interessarsi al suo stato. ‘Probabilmente anche lui si starà
maledicendo per aver agito in quel modo!’ aveva pensato mentre lasciava l’amica
addormentata sul letto di camera sua.
“Non bene!” si limitò a rispondere Isabel.
“E Liz?” chiese Michael
“Un po’ meglio!”
“Mi sento così in colpa!” disse Isabel con aria frustrata “Avrei potuto subito
presentarmi dicendole che sono la sorella!”
“Ma che dici?” dissero in coro gli altri due ragazzi e Maria lasciò che Michael
continuasse il discorso.
“Tu non hai nessuna colpa, Isabel! E‘ stato un malinteso! Vedrai che si
risolverà tutto.” disse cercando di farla stare meglio.
“Michael ha ragione!” affermò Maria, “Come potevi sapere che Liz sarebbe
entrata mentre abbracciavi tuo fratello?”
“Ma ora Liz lo sa? Voglio dire… sa chi sono ora, vero?” chiese ancora Isabel
“Si, lo sa!” la tranquillizzò Maria: “Mi ha confessato che, quando Max glielo
ha detto, avrebbe voluto sprofondare per l’imbarazzo!”
I tre ragazzi rimasero un attimo in silenzio e Michael, cercando di alleviare
un po’ il malumore, si propose di preparare un thè. Le ragazze accolsero la
proposta e si sedettero sul divano, mentre Michael si diresse in cucina.
Rimaste sole, Isabel trovò finalmente il coraggio di fare una domanda alla
ragazza che le stava di fianco:
“Posso chiederti una cosa, Maria?” chiese con cautela
“Certamente!” rispose
“Cosa prova Liz nei confronti di Max?”
“Lo ama!” rispose semplicemente
Dopo un attimo di silenzio, fu il turno di Maria:
“E Max? Cosa prova per Liz?”
“Non lo ammetterà mai con me, con te o con Michael, ma credo che anche lui la
ami!”
“E’ strano, non trovi?” chiese Maria
“Cosa?” chiese Isabel un attimo smarrita
“Come due persone che si amino non riescano a trovare il modo di dirselo o per
lo meno di farlo intuire all’altro! Da quando Liz ha conosciuto Max è cambiata.
Credo le sia piaciuto fin dal primo momento che l’ha visto ma… Max è così
diverso da tutti quelli con cui è uscita che ha avuto paura di avvicinarlo.”
“Credo che il problema di Max sia la stessa cosa. La paura. Da quanto ne so,
non si è mai innamorato e quando ti capita per la prima volta non sai mai come
comportarti!”
“E ora? Come dovremo comportarci noi?” chiese Maria insicura sul da farsi.
Fosse stato per lei, sarebbe corsa in camera di Max per dirgli che Liz ce
l’aveva più con sé stessa che con lui, ma si rese conto che non spettava a lei.
Non poteva intromettersi in quel modo nella vita di due persone, anche se le
sue intenzioni erano più che buone. L’esperienza le aveva insegnato che, in
alcuni casi, era meglio restare a guardare e se proprio non succedeva niente,
solo allora era il caso di dare una spinta alle cose.
“Credo che dovremo aspettare un po’. Max è convinto che Liz non voglia più
vederlo e credo che Liz non se la senta di affrontarlo proprio ora. Forse
dovremo far passare qualche giorno e vedere cosa succede!”
“Sono d’accordo! Ma giuro che se quei due non trovano un modo per chiarirsi…”
disse lasciando poi la frase in sospeso facendo comunque intuire le sue
intenzioni.
“A quel punto, credo che avrai un’alleata!”
Continua…
Scritta
da Taty |