RIASSUNTO:
Seguito di "Il concerto" (2). Il
titolo è un po’ riduttivo…
DATA DI STESURA: Agosto 2003 / Ottobre 2003
VALUTAZIONE:
Adatto a tutti
DIRITTI:
Non
posseggo nessuno dei personaggi di Roswell, li sto solo prendendo un po’ in
prestito. Le canzoni che appaiono in questo racconto sono di proprietà dei
legittimi autori. Di mia invenzione, invece, i personaggi di Monica, Beth, Jim,
Rick (chitarrista), Zack (bassista), David (batterista), i ragazzi alla festa,
il nome della band e i nomi dei locali. Il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.
E-mail:
taniapan@tele2.it
NOTA DELL’AUTRICE:
Vorrei sapere cosa ne pensate, sia in negativo che in positivo;
potete scrivermi a
taniapan@tele2.it oppure lasciate un post nel forum del sito.
Ringrazio Elisa, Monica e Chiara per avermi incitato a continuare a scrivere e
tutte le persone che hanno voluto farmi sapere il loro parere. Grazie a tutti!
Una nuova settimana ricca di impegni era cominciata.
L’università era gremita di studenti che, come automi, procedevano verso le
loro classi, come spinti da una forza sconosciuta che continuava a mantenerli
in forma eretta.
Liz e Maria non erano certo in condizioni migliori. La lunga nottata del
concerto appena trascorsa si faceva già sentire e la giornata si prospettava
veramente lunga. Ci volle una vita prima che l’ora di pranzo arrivasse e
sembrava una vera benedizione per la maggior parte degli studenti che
affollavano la mensa.
Liz e Maria si incontrarono ad un tavolo nel parco universitario di fronte alla
mensa, al riparo dal caldo sole californiano:
“Quanto vorrei starmene sdraiata in spiaggia in questo momento!” fu la prima
cosa che Maria disse non appena ebbe appoggiato il vassoio sul tavolo.
“Io mi accontenterei del mio letto!” disse Liz, evidentemente stanca.
“E rinunciare a vedere tutti quei surfisti?”
“Con il sonno che mi ritrovo, sarei addormentata in meno di un minuto! Non
vedrei un surfista in tutti i modi se non nei miei sogni!”
“Beh, meglio che niente!” disse Maria con il suo solito sorrisino e cominciando
a mangiare. Liz non potè fare a meno che sorridere all’affermazione dell’amica
ed abbassando lo sguardo sul suo piatto, cominciò il suo pranzo.
Chiacchierarono qualche minuto della mattinata appena trascorsa quando a Liz
tornò in mente un particolare della sera precedente:
“Lo sai cosa ho visto ieri sera al Crazy?”
“A parte Max?“ scherzò l’amica
“Maria!!“ la pregò Liz
“Ok, ok!” disse in segno di resa “Cos‘hai visto?” chiese.
“Ho letto un avviso che diceva che stanno cercando del personale e stavo
pensando…” ma fu interrotta da Maria
“Fantastico! Potremmo andare a sentire quando usciamo di qui!”
“Proprio quello che stavo pensando!” aggiunse Liz.
Le due ragazze erano in perfetta sintonia, quel legame d’amicizia speciale che
condividevano si faceva sentire ogni volta che erano insieme. Mentre finivano
il pranzo, si misero d’accordo per il pomeriggio quando Liz si accorse che per
lei il tempo era scaduto:
“Allora siamo d’accordo! Ci vediamo a casa alle 4!”
“Certo, a dopo!” e mentre Liz rientrava nell‘ateneo, Maria venne raggiunta da
Max.
“Ecco il nostro cantante preferito!” lo accolse la ragazza sorridendo.
“Grazie!” disse lui fingendosi serio ed accennando un inchino prima di prendere
posto di fronte a lei, proprio dove prima stava Liz, continuò in tono
scherzoso: “Vorresti un autografo?”
“Stavo per chiedertelo!” rispose Maria allo scherzo. I due amici risero per un
momento e Maria riprese:
“Allora, cosa ti porta a questo tavolo?”
“Ho parlato con Michael ieri, appena tornati a casa, e mi ha detto che vorresti
fare il provino. Sei ancora di quell’idea?” chiese seriamente.
Maria non riusciva a crederci; Michael aveva già detto della sua intenzione a
Max e lui era lì chiaramente per mettersi d’accordo con lei.
“Certo che lo voglio fare!” affermò euforica, poi aggiunse: “Sempre che per voi
vada bene!” un piccolo dubbio si era infiltrato nella sua mente. Forse lui era
lì per dirle che avevano già scelto la cantante.
“In effetti sono venuto per chiederti quando potevamo vederci!”
Maria fece un sospiro di sollievo quando udì le parole di Max, i suoi dubbi
erano completamente svaniti “Quando vuoi, sempre che Liz…” e fu interrotta dal
ragazzo
“…non venga a sapere niente!”
“Esatto! Voglio farle una sorpresa e non sarebbe più una sorpresa se lei lo
venisse a sapere!”
“Giusto! Quindi… quando possiamo vederci?”
“Sei libero mercoledì?”
“Direi di sì! Facciamo alle tre a casa mia?”
“Max, ti dispiace se ci incontriamo in qualsiasi altro posto che non sia casa
tua? Liz dovrebbe rimanere all’università anche il pomeriggio per finire un
progetto con alcuni compagni, ma non vorrei che tornasse prima del solito e…”
“Allora, se ti va, possiamo incontrarci nel magazzino dove facciamo le prove!”
“Perfetto!”
Una volta accordati, i due ragazzi si alzarono dal tavolo, raccolsero le loro
cose e si avviarono verso l’entrata, mentre Liz, seduta a fianco della finestra
nell’aula della sua lezione al primo piano, aveva seguito tutta la scena. Il
ricordo di Max sul palco, la sera prima, tornò a tutta forza alla mente insieme
allo sguardo che aveva notato in lui non appena lei si era tolta la giacca. Le
guance si arrossarono immediatamente al pensiero degli occhi di Max su lei, in
quel modo, con quello sguardo… era di nuovo persa nel mondo di Max Evans.
Scuotendo la testa, cercò di prestare nuovamente attenzione alla lezione, ma il
pensiero, ora, era un altro: “Cosa si saranno detti lui e Maria?” e un mare di
possibilità si aprì nella mente di Liz e, senza quasi rendersene conto, si
ritrovò sulla via di casa.
Quando Liz entrò, Maria era già pronta per uscire. Non appena vide il suo
sguardo pieno di aspettative per l’incontro con il proprietario del Crazy, Liz
dimenticò per un attimo tutti i pensieri che le avevano assillato la mente
tutto il pomeriggio. Spinta dall’amica, Liz appoggiò i libri sul letto e si
cambiò in fretta. In meno di 15 minuti, le ragazze stavano già uscendo di casa,
dirette al Crazy Bar decise a trovarsi un’occupazione.
Arrivate davanti all’entrata del locale, si fermarono un attimo. Erano entrambe
agitate e dovevano cercare di calmarsi un po’. Quando si sentirono pronte,
Maria afferrò la maniglia della porta e lentamente l’aprì; allo stesso momento
afferrò la mano di Liz e la gliela strinse velocemente come per dirle che
sarebbe andato tutto bene. Liz ricambiò la stretta e seguì Maria all’interno
del locale.
“Ciao ragazze! Come state?” le accolse subito Monica.
“Bene e voi?” rispose Liz rivolta anche a Beth
“A dire il vero oggi siamo un po’ stanche! Dopo il concerto, ieri sera, invece
di andare a casa ci siamo incontrate con Zack, Rick e David e abbiamo fatto le
ore piccole!” rispose Beth sorridendo.
“Siamo stati in spiaggia e saremmo ancora là se fosse per noi!” continuò
Monica.
Le quattro ragazze continuarono a chiacchierare per qualche minuto, mentre la
tensione di Liz e Maria lentamente svaniva. Era piacevole parlare con quelle
due ragazze ed era chiaro come il sole che anche loro erano molto unite. Ma
quello, però, non era il momento di chiacchierare; loro erano andate lì per
cercare di avere un colloquio di lavoro e così, quando Monica chiese se avevano
bisogno di qualcosa, Liz rispose: “Beh, effettivamente c’è qualcosa di cui
avremmo bisogno.” e gli occhi si posarono sull’avviso che aveva visto la sera
prima. Beth seguì lo sguardo della ragazza e quando realizzò quello a cui Liz
si riferiva, fece un sorriso: “Mi stai dicendo che vorreste diventare nostre
colleghe?”
“Beh, se così si può dire… si! Vorremmo almeno provarci!” disse Maria
“Fantastico! Finalmente avremo due ragazze simpatiche dietro al bancone… oltre
a noi ovviamente!” disse Monica.
“Prima dovremmo essere assunte, non ti pare?” disse Liz; era contenta per la
reazione delle due ragazze, ma effettivamente non toccava a loro assumerle e
questa era la parte peggiore.
“Conoscendo Jim, vi assumerà subito!” affermò Beth con sicurezza.
“Già! Jim va pazzo per le ragazze carine come voi!” continuò Monica,
rafforzando l’affermazione di Beth.
Liz e Maria si guardarono negli occhi meravigliate. Monica e Beth parlavano con
una sicurezza tale che, a sentir loro, erano già assunte.
“Ve lo vado a chiamare, così potrete parlare!” si offrì Beth e sparì nel retro
del locale.
“Ci vorrà solo un minuto. Intanto vado a servire quel cliente.” disse Monica
guardando in direzione di una persona appena entrata.
Le due amiche, rimaste sole, continuarono a fissarsi negli occhi:
“Beh, speriamo almeno che non si metta a fare delle proposte indecenti!” disse
Maria cercando di sdrammatizzare la situazione.
“Se non altro potremmo fare concorrenza a Demi Moore!!” continuò Liz con lo
stesso tono di Maria scambiandosi un sorriso pieno di tensione, poi riprese:
“Speriamo che non si faccia avanti subito!” e fece cenno con la testa per
indicare che Beth e Jim stavano arrivando.
“Salve ragazze, io sono Jim!” disse il proprietario allungando la mano per
presentarsi, mentre Beth tornava al suo posto.
“Salve!” salutarono all’unisono le due amiche, alternandosi a stringere la mano
al ragazzo davanti a loro. Era un bel tipo, alto, moro, occhi azzurri, modi
gentili: il classico ragazzo per il quale era facile perdere la testa.
“Venite, andiamo a sederci là in fondo, così potremo parlare con più calma.” e
il ragazzo si diresse verso il fondo del locale, dove, per il momento, non
c’era nessuno.
“Lo sai? Non so se sarei in grado di dirgli di no!” disse Maria all’orecchio
dell’amica, riferendosi al discorso di poco prima.
“Maria!! Ora smettila!” le rispose Liz, cercando di trattenere la risata.
Entrambe le ragazze avevano visto Jim anche la sera prima, ma visto da vicino
era veramente un bel ragazzo.
Si sedettero al tavolo più lontano e Jim cominciò a fare qualche domanda per
conoscere le due ragazze che gli stavano di fronte: cosa facevano, dove
abitavano, i loro hobbies; le solite domande tanto per rompere il ghiaccio.
Quando notò che le due amiche erano più calme, Jim chiese se le due ragazze
avessero già esperienza nel campo:
“I miei genitori hanno un locale a Roswell e spesso davo una mano. Quindi, a
parte i cocktails, dovrei essere in grado di farcela!” rispose Liz
“Davvero? I tuoi hanno un locale?” chiese Jim interessato
“Si! Visto che Roswell è conosciuta per un presunto schianto di una navicella
spaziale, hanno pensato di chiamare il locale Crashdown Café e di farne un
locale sul tema degli alieni.” spiegò Liz
“Hanno centrato l’idea, mi pare!”
“Direi proprio di sì! Il locale è sempre affollato!”
“Mi piacerebbe visitarlo un giorno! E tu Maria? Qualche esperienza?” disse
rivolgendosi alla ragazza bionda.
“A parte aver fatto la commessa in un negozio di abbigliamento… no!” disse
Maria, ma sfoggiando il suo sorriso migliore aggiunse: “Ma sono bravissima ad
imparare in fretta!”
Jim sorrise all’affermazione: “Bene, questo è lo spirito che mi piace in una
persona!” e dopo aver guardato ancora una volta le due ragazze chiese: “Quando
potete cominciare?”
“Vuoi dire che siamo assunte?” chiese Maria incredula.
“Certo! Siete due ragazze molto carine e mi sembrate sveglie, proprio quello di
cui avevo bisogno!”
“Bene!” disse Liz altrettanto stupita, faticando a trovare la voce. “E per
quanto riguarda…” ma fu interrotta da Jim
“Che stupido!! Non abbiamo nemmeno parlato del vostro stipendio!”
I tre rimasero a sedere al tavolo ancora qualche minuto e Jim spiegò tutto
quello che le due nuove assunte avrebbero dovuto fare e si accordarono per la
paga.
Una volta finito, le due ragazze si trattennero al Crazy per un po’ e misero
subito al corrente le loro nuove colleghe. Monica e Beth accolsero la notizia
con entusiasmo; Maria e Liz avevano subito fatto una buona impressione su di
loro e il fatto che avrebbero lavorato insieme non poteva fare altro che
renderle felici.
Le due ragazze tornarono a casa entusiaste. Sembrava che tutto filasse per il
meglio: l’appartamento, lo studio ed ora anche il lavoro. Era tutto perfetto.
Finalmente potevano dire di essere indipendenti.
Rientrate a casa, le due ragazze poterono finalmente sfogarsi. Erano talmente
eccitate che non smettevano un secondo di parlare.
“Devo assolutamente dirlo a mia madre! Sono sicura che sarà entusiasta anche
lei!” disse Maria afferrando il telefono, e prima di iniziare a comporre il
numero riprese: “Non vedo l’ora di dirlo anche a Michael. Chissà che faccia
farà!”
“A proposito dei nostri vicini di casa…” cominciò Liz “… cosa ci faceva oggi
Max a pranzo con te?” finì, ricordandosi della scena al tavolo.
Maria fu presa in contropiede, non si aspettava di certo che l’amica l’avesse
vista al tavolo con Max, e cercando di sembrare credibile, rispose: “Beh, sai
com’è… mi ha vista lì da sola e… ed è venuto a fare due chiacchiere.” disse,
cominciando a comporre il numero per chiamare la madre.
“Due chiacchiere, eh? E cosa vi siete detti?” continuò Liz
“Abbiamo parlato di ieri sera, di quanto sono stati bravi a suonare e… Ciao
mamma, sono io… indovina?” mentre cercava una scusa da raccontare a Liz, Amy De
Luca rispose al telefono, togliendo la figlia da una situazione abbastanza
imbarazzante. Liz rimase per un attimo a guardare l’amica che, con entusiasmo,
raccontava alla madre quello che era appena successo. E cominciò a pensare ai
suoi genitori. Non li aveva nemmeno avvertiti che si era trasferita, che aveva
trovato casa ed ora anche un lavoro. Da questo lato invidiava Maria, lei aveva
un bellissimo rapporto con la madre, mentre la sua era sempre stata molto
protettiva. Troppo, a volte. Avrebbe voluto prendere il telefono e chiamarla,
dirle di come era felice in quel momento, ma sapeva benissimo quello che si
sarebbe sentita dire: che non era ancora il momento, che non era sicuro che
abitasse da sola, che il campus era il luogo ideale… ma lei voleva godersi
quella felicità, non era ancora pronta ad affrontare la discussione con i suoi
genitori. Sapeva che rimandando quel momento sarebbe stato peggio, ma ora non
avrebbe sopportato le critiche di sua madre. Guardò ancora un momento Maria,
che nel frattempo si era accomodata sul divano, poi si diresse in camera per
lasciarla da sola. Appoggiò la borsa, si tolse le scarpe e si stese sul letto.
Chiuse gli occhi per qualche minuto, come a volersi rilassare, cercando di non
pensare a niente, ma un’immagine le fece riaprire velocemente gli occhi.
L’immagine di un ragazzo moro, con un piercing al sopracciglio che la guardava
con desiderio. “Max” sospirò. Si stupì ancora una volta di come si era
ritrovata a pensare a lui, mentre il suo viso cominciava a riscaldarsi di un
leggero rossore. ‘Perché riesce a farmi questo? Come ci riesce?’ chiese tra sé
e sé. E rimase immobile sul letto, invasa da mille pensieri.
“Direi che mercoledì è il giorno perfetto!” disse Michael non appena Max lo
mise al corrente del provino di Maria. Poi continuò: “Sono curioso di sentirla
cantare!”
“Devo ammettere che sono curioso anch’io.” disse Max e sedendosi sul divano di
fianco all’amico riprese: “Pensa se fosse quella giusta!?”
“Sarebbe fantastico!”
“Già… anche perché io e i ragazzi siamo stanchi di questi provini.”
“Credevo vi facesse piacere vedere così tante ragazze!” scherzò Michael
“Beh, quella è l’unica parte piacevole…” ammise Max con un sorriso malizioso
“…ma sembra che le aspiranti cantanti non sappiano che quelle tre canzoni e
sinceramente non ne posso più!”
“Sono sicuro che Maria saprà stupirvi!” disse deciso Michael
“Non mi piace pronunciarmi su queste cose, lo sai. Mercoledì vedremo quello che
sa fare!”
La settimana si era preannunciata pesante e il martedì non tradì le
aspettative. Durante la pausa pranzo, Liz e Maria si ritrovarono a pensare alla
settimana successiva, quando avrebbero cominciato a lavorare al Crazy. Sarebbe
stata dura all’inizio, lo studio riempiva le loro giornate, ma le ragazze erano
comunque entusiaste. Tutto aveva il sapore dell’indipendenza.
Quando le lezioni finirono, Liz aspettò l’amica vicino al cancello d’entrata
dell’università per tornare a casa insieme, quando si sentì salutare da una
voce maschile:
“Ciao, Liz!”
La ragazza si voltò e si trovò di fronte un ragazzo biondo “Zack, ciao!” disse
sorridendo.
“Aspetti qualcuno?” chiese il giovane
“Si, sto aspettando Maria. E tu cosa ci fai da queste parti? Stai per caso
pensando di trasferirti qui?” chiese Liz con un sorriso scherzoso. Zack
studiava e viveva a Santa Monica, ed era strano vederlo da quelle parti, se non
per suonare insieme al gruppo.
“No, no, mi trovo bene dove sono!” sorrise Zack “Sto aspettando Max. Abbiamo
appuntamento qui!”
“Provate anche oggi?”
“Eh, si! dobbiamo essere al massimo se sabato vogliamo suonare al Krusha. Tu e
Maria ci sarete, non è vero?”
“Dipende da come ne usciremo dalla festa di venerdì!”
“Una festa? E dove?” chiese Zack incuriosito.
“Max non ve l’ha detto? Lui e Michael hanno organizzato una festa per darci il
benvenuto nel cosiddetto ‘mondo degli universitari indipendenti‘. Credevo
avesse invitato tutta la band.”
“No! Non ancora almeno!”
“Beh, allora vi invito io. Ci troviamo venerdì a casa di Max!”
“Perfetto! Una festa era proprio quello che ci voleva! Lo dirò anche agli altri
ragazzi!”
“Naturalmente! Siete tutti invitati!”
“E dimmi, Liz, ci sarà anche il tuo ragazzo?” Zack stava ovviamente sondando il
terreno. Liz gli piaceva; l’aveva colpito subito due sere prima al Crazy. Da
come aveva reagito Max alla sua presenza, era chiaro che la ragazza gli
interessava e non era sicuro di sapere a cosa andava incontro, quindi era
meglio procedere per gradi.
“Non ho il ragazzo!” rispose semplicemente lei.
“Un vero peccato!” disse lui con finta aria dispiaciuta. Aveva una piccola
speranza, ma doveva ancora sapere come la pensava Max a proposito di Liz.
Parlavano sempre di ragazze tra di loro, durante le prove della band, ed era
risaputo che Max aveva avuto una miriade di appuntamenti, ma di Liz non aveva
mai parlato. Neanche un accenno. Ma dopo la reazione di domenica sera, era
stato chiaro a tutti che Liz gli interessava. Ne aveva parlato con Rick e David
ed anche loro avevano avuto la stessa impressione. E poi quella frase sulla
musa ispiratrice… l’aveva lasciato un po’ stupito. In tutti i modi, finchè Max
continuava a non voler esprimere i suoi pensieri, Zack si sentiva libero di
poter sperare di uscire con Liz. In fin dei conti, i due non stavano insieme.
Max uscì di fretta dalla porta principale dell’università; si era trattenuto
più del solito in classe per parlare con l’insegnante di Storia dell’Arte ed
ora era in ritardo per l’appuntamento con Zack. Appena scese la gradinata
d’entrata, diresse lo sguardo verso il cancello per cercare di intravedere
l’amico e, quando lo vide parlare con Liz, si irrigidì di colpo. Le mani si
strinsero a pugno fino a che le nocche non divennero bianche. Liz era radiosa
come al solito: i capelli lucenti le scendevano morbidi sulle spalle lasciate
scoperte da un top e il suo sorriso era caldo come il sole che risplendeva in
cielo. Ma il vederla chiacchierare e sorridere con Zack lo infastidì. Tentò di
contenere le emozioni che provava in quel momento, si disse che non doveva
importargli nulla, che lei non contava nulla per lui e che quindi poteva
parlare con chiunque, ma continuava a mentire a sé stesso. E lo sapeva bene.
Rimase immobile qualche minuto, cercando di distogliere lo sguardo da quel viso
che continuava a vedere tutte le notti anche nel buio della sua camera. Doveva
recuperare il controllo di sé, il controllo delle sue emozioni. Quando si
rimise in cammino verso i due ragazzi, la sua espressione era tornata normale,
come se nulla di quello che aveva provato in quei pochi istanti, l’avesse mai
sfiorato. A volte Michael aveva ragione, avrebbe dovuto intraprendere la
carriera di attore.
“Ehi, Max!” lo salutò l’amico “Credevo ti fossi perso!” scherzò.
“Ehi!” disse di rimando Max, e i due si scambiarono il solito gesto di saluto.
Poi, rivolgendo velocemente lo sguardo alla ragazza, la salutò: “Ciao, Liz!”
Il suo sguardo l’accarezzò appena, ma fu sufficiente per farle sentire quella
strana sensazione che provava ogni volta che i loro sguardi si incontravano:
“Ciao!” rispose, mentre la tensione per la presenza del ragazzo aumentava. In
quel preciso istante, si ritrovò a pregare il cielo che Maria arrivasse subito.
“Liz mi ha detto che tu e Michael date una festa venerdì. Come mai non ne
sapevo niente?” chiese Zack fingendo di essere offeso.
“Te lo avrei detto oggi, se me ne avessi dato il tempo!” ribatté Max
“Non importa! Liz ha invitato tutta la band!” disse Zack con un largo sorriso.
Max rimase stupito, non si aspettava che Liz invitasse il suo gruppo. Certo era
nelle sue intenzioni invitarli, ma rimase comunque sorpreso.
“Immagino tu sia stato più contento di essere stato invitato da una delle
festeggiate!” disse, recuperando il suo solito sorriso e dando una rapida
occhiata alla ragazza alla sua destra.
“Beh, effettivamente fa tutt’un altro effetto!” continuò Zack, rivolgendo a sua
volta lo sguardo a Liz e sorridendole.
La ragazza ricambiò il sorriso di Zack e la cosa non passò inosservata agli
occhi di Max, che sentì nuovamente riaccendersi il fuoco della gelosia mentre
si perdeva nel sorriso timido di lei. Ma com’era possibile che una ragazza gli
provocasse così tante emozioni in una volta sola?
“Come mai sei ancora qui, Liz?” chiese Max. Doveva cercare di distrarsi e
soprattutto di distrarre lei dallo sguardo dell’amico.
“Sto aspettando Maria! Oggi abbiamo deciso che saremmo tornate a casa insieme!”
rispose lei, cercando di evitare lo sguardo del ragazzo e spostando il viso in
cerca dell’amica.
“E’ in ritardo!” constatò Max continuando ad osservarla. Gli piaceva quando lei
cercava di evitare di guardarlo negli occhi. Sapeva di metterla a disagio, ma
non poteva farci niente, gli piaceva da morire quando lei reagiva in quel modo.
“Dev’essere stata trattenuta!” ipotizzò Liz. ‘Ma dove diavolo sei, Maria!’
pensò tra sé e sé, quando finalmente la vide apparire sulla porta al fianco di
Michael. “Eccola!” disse, sentendosi finalmente sollevata.
“Vedo che ha trovato un bell’intrattenimento!” disse Zack con fare malizioso,
mentre guardava avvicinarsi i due ragazzi.
“Lo credo anch’io!” concordò Max, assumendo lo stesso tono di Zack, mentre
osservava la coppia. In quel momento, però, si sentì invidioso del suo migliore
amico. Michael era molto diverso da lui, nonostante la prima impressione
potesse ingannare. Era sicuramente più aperto e proprio per questo riusciva ad
andare d’accordo quasi con tutti. Certo, quasi… le eccezioni esistono sempre.
Grazie al suo carattere, per Michael era naturale trovarsi a chiacchierare
fianco a fianco alla ragazza che gli interessava. Già… che gli interessava.
Michael, al contrario di lui, gli aveva confidato l’interesse che nutriva per
Maria, se pur velatamente. Nonostante fosse diverso da lui, anche per Michael
non era semplice fare certe confidenze. In questo, in un certo senso, si
somigliavano.
“Ciao ragazzi! Non pensavo di trovare così tanta gente ad aspettarci!” disse
Maria con il suo solito fare scherzoso e sfoggiando un bellissimo sorriso.
“Veramente io stavo facendo compagnia a Liz! L’ho vista qui da sola e non
potevo non fermarmi. Sarebbe stato un gesto da cafone!” disse Zack. Max si
sforzò di non guardarlo per non fulminarlo con uno sguardo, e questo non sfuggì
all’occhio attento di Michael che alternò lo sguardo da Zack a Max e viceversa.
“Oh, bene! Almeno non mi sentirò in colpa per averla fatta aspettare!” disse
Maria sorridendo all’amica.
“E voi che ci fate qui?” chiese Michael rivolto ai due amici.
“Dovevo incontrarmi qui con Zack per andare alle prove, ricordi?” rispose Max
“Ah, è vero! Me ne ero già dimenticato!” disse Michael
“Che strano!” disse Zack in tono ironico, alludendo ovviamente al fatto che
l’amico si era incontrato con la ragazza bionda che gli stava di fianco, poi si
rivolse a Max: “Forza, Max, andiamo! Rebecca, ci starà già aspettando ed è
ansiosa di conoscerti!”
“Si, andiamo!” concordò Max e prima di allontanarsi dal resto del gruppo, diede
un’ultima occhiata a Liz, per cercare di intravedere se quelle ultime parole le
avessero provocato una qualche sorta di reazione.
Liz, nel sentire nominare il nome di una ragazza, si irrigidì, ma cercò con
tutte le sue forze di rimanere impassibile. Evitò lo sguardo di Max, sapeva che
se avesse ceduto ai suoi occhi ambrati, i suoi sforzi sarebbero crollati con
facilità e si rivolse all’amica: “Vado anch’io, Maria, altrimenti non finirò
mai questa ricerca!” disse pacatamente e salutando i tre ragazzi, si avviò
lungo il marciapiede.
Max aveva sperato di poterle guardare gli occhi e rimase deluso quando lei le
negò lo sguardo. Sapeva che quell’azione sarebbe stato il pensiero della
giornata. Nonostante Liz fosse una ragazza limpida, per lui rimaneva ancora un
mistero.
“Aspettami, Liz! Arrivo subito!” disse Maria vedendo che l’amica si
allontanava. Poi si rivolse a Max e a Zack: “Mi raccomando, prima di scegliere
Rebecca, aspettate almeno di avermi sentito cantare!”. Sorrise nel dirlo, aveva
capito che Rebecca li aspettava per il provino, ed era sicura che l’amica, al
contrario, pensasse fosse una ragazza interessata a Max. Poi, cominciando ad
allontanarsi, disse: “Ci vediamo domani!” alludendo al provino che avrebbe
fatto. Max e Michael sorrisero e rimasero un attimo a guardare le due amiche
che procedevano sulla strada di casa. “Sono curioso di sentirla cantare!”
affermò Zack, poi si rivolse a Max: “Certo che anche Liz farebbe la sua figura
sul palcoscenico!”
“Liz non è il tipo da esibirsi in pubblico!” disse serio Max.
“E credi che possa essere il tipo da uscire con me una sera?” chiese Zack,
tentando di vedere la reazione dell’amico.
“Dovresti chiederlo a lei, non ti pare?” rispose Max, rivolgendogli uno sguardo
raggelante. Avrebbe voluto gridargli in faccia che non doveva nemmeno
avvicinarsi a Liz, che si scordasse persino il suo nome, ma nel rispondere
all’amico, aveva contenuto il più possibile la rabbia e la gelosia che quella
domanda gli aveva provocato. Non poteva dire niente di quello che provava per
Liz, non doveva, ed ora più che mai si rendeva conto che, agendo così, le
possibilità di vederla al fianco di un altro ragazzo aumentavano
spaventosamente. Zack gliene aveva appena dato prova. Ma come poteva impedire a
Zack di uscire con Liz senza mettere in luce i suoi sentimenti? In più Zack era
uno dei suoi più cari amici, oltre che il bassista della band, non poteva
mettersi a litigare con lui. Non l’avrebbe sopportato… nessuno dei due
l’avrebbe sopportato. Ma la rabbia in corpo cresceva.
Lo sguardo che Max gli aveva rivolto aveva espresso l’esatto contrario di
quello che aveva detto a parole. Zack se n’era reso conto perfettamente. Quello
che Max aveva detto non corrispondeva, in realtà, a quello che Max pensava. E
la cosa gli dava fastidio. Max non mentiva mai, non faceva parte delle sue
regole. Lo considerava un vero amico, uno con cui divertirsi senza mai cadere
nel banale, una persona sincera, ma questo suo comportamento non gli andava
proprio giù. Sapeva che Max era un tipo molto orgoglioso, e lo accettava per
quello che era, ma negare il fatto che gli interessasse una ragazza era fuori
da ogni concetto di amicizia. Liz non doveva essere il motivo per cominciare a
mentirgli. Tra l’altro, non aveva mai fatto segreto con nessuno se una ragazza
gli interessava ed intendeva uscirci, perché cominciare proprio ora? Doveva
esserci qualcosa di più sotto, qualcosa che nemmeno Max Evans avrebbe pensato
gli potesse mai capitare. E Zack era deciso ad andare in fondo a questa storia.
Michael era rimasto in silenzio mentre guardava quello scambio di battute tra i
due amici, ed ora era preoccupato per la tensione che aleggiava nell’aria.
Conosceva bene Max, e conosceva altrettanto bene lo sguardo che aveva riservato
a Zack e sapeva che non portava nulla di buono. Sapeva anche che i due dovevano
chiarirsi, non voleva che litigassero, ma Max aveva bisogno di calmarsi: nello
stato in cui si trovava, probabilmente non avrebbe neanche aperto bocca,
avrebbe solamente alzato le mani e non voleva che le cose andassero in quella
direzione. Non avrebbe permesso che una bella amicizia fosse finita a quel
modo. Pensò rapidamente a qualcosa che avrebbe potuto far calmare Max, e la
scelta ricadde sulla musica. Per Max era normale distrarsi da ogni pensiero
suonando la sua chitarra; doveva riportare l’attenzione alle prove del gruppo e
alla ragazza che li aspettava per il provino.
“Forza ragazzi! Abbiamo delle prove da fare! E poi, vogliamo ancora far
aspettare quella ragazza?” disse amichevolmente mettendo le braccia sulle
spalle dei due e spingendoli a muovere un passo per andare verso il magazzino
dove si incontravano sempre per suonare.
I due ragazzi capirono le intenzioni di Michael e si lasciarono trascinare
dalla bontà del suo gesto. Zack cedette quasi immediatamente, mentre per Max fu
un po’ più dura. Era stato colpito nel vivo e nonostante non volesse discutere
con Zack, gli riusciva difficile togliersi dalla testa la domanda che il
ragazzo gli aveva rivolto poco prima.
Arrivarono al magazzino, entrarono e videro che Rick e David stavano già
provando alcuni accordi, mentre una ragazza dalla splendida capigliatura rossa
li aspettava seduta su di una sedia.
“Finalmente siete arrivati!! Ma dove diavolo vi eravate cacciati? Sono venti
minuti che vi aspettiamo!” li accolse Rick.
“Abbiamo avuto un contrattempo!” rispose Zack, evitando di addentrarsi nei
particolari.
“E questo contrattempo era mora o bionda?” rise David, sempre pronto alla
battuta.
“Entrambe!” disse Michael, scambiando un’occhiata con Zack e Max, che ancora
non si erano rivolti la parola. Sperava che, una volta iniziato a suonare,
tutto fosse tornato alla normalità… o quasi.
“Per fortuna che eravamo qui noi a tenere compagnia a quella bella ragazza
seduta lì davanti!” continuò David indicando Rebecca che se ne stava seduta a
seguire il discorso dei ragazzi.
“Scusaci, Rebecca!” disse Max avvicinandosi alla ragazza che nel vederlo scattò
in piedi. Aveva tanto sperato di poterlo conoscere, che ora che se lo trovava a
pochissima distanza le tremavano le gambe. Max allungò la mano e si presentò:
“Io sono Max e quelli sono Zack e Michael. Se ci concedi ancora qualche minuto,
il tempo per prepararci, potremo iniziare. Siamo tutti ansiosi di sentirti
cantare!” disse sorridendo, mentre la ragazza si stava lentamente sciogliendo
nel stringergli la mano e già si perdeva nei suoi occhi ambrati. Senza pensarci
un secondo di più, Max ritirò la mano e si diresse a prendere la sua chitarra
per attaccarla ai cavi, quando Rick gli si avvicinò: “Non mi dirai che hai già
fatto un’altra vittima, eh?” scherzò. “Che vuoi farci!?! Ormai ci ho fatto
l’abitudine!” scherzò di rimando Max. Quando anche Zack ebbe preso il suo
posto, Rick invitò Rebecca ad unirsi a loro, mentre Michael si sedeva sulla
sedia occupata, fino a poco prima, dalla ragazza e cominciarono a suonare le
canzoni che Rebecca aveva chiesto per il suo provino.
“Non posso crederci!“ sbottò Liz non appena entrata in casa. Non aveva nemmeno
appoggiato la borsa che già si stava sfogando.
“Ma di che parli?” chiese Maria presa alla sprovvista.
“Ma di Rebecca, no?”
“E chi sarebbe?” chiese Maria facendo finta di non capire. Per quanto si
sentisse in colpa di non aver ancora svelato nulla a Liz, si divertiva a vedere
la reazione dell’amica e già gustava il momento in cui le avrebbe detto che
anche Rebecca faceva parte di tutte quelle ragazze che si vedevano con i vicini
solo per un provino della band. Liz continuava a dire che Max non era il suo
tipo, ma le reazioni che aveva ogni volta, provavano l’esatto contrario.
“Quella che era ansiosa di conoscere Max!”
“Sarà ansiosa di conoscere Max tanto quanto lo era di conoscere Zack, Rick e
David! Lo sai, gli Extra sono la band più forte nei dintorni!”
“Perché continuo a sorprendermi e a prendermela se lui esce con qualcuna?”
chiese Liz più a sé stessa che all’amica.
“Perché ti piace!” rispose Maria con semplicità
“Ma non dovrebbe!” ribattè Liz con aria abbattuta
“Ma non puoi farci nulla!” continuò Maria, che avvicinatasi a Liz, le appoggiò
un braccio sulle spalle “C’est l’amour, amica mia! Ora cerca di non pensarci e
concentrati sulla tua ricerca. Non vorrai mica stressarmi anche questa sera
dicendomi che sei ancora indietro, vero?” finì scherzando, tentando di tirarla
su di morale.
“Ci mancava anche quella maledetta ricerca!” disse disperata “E’ meglio che mi
dia da fare!”. Abbracciò l’amica per ringraziarla del conforto e si diresse in
camera per tentare di studiare.
Le prove con Rebecca erano finite da alcuni minuti ed i ragazzi ringraziavano
sinceramente il cielo che tutto fosse finito e che la ragazza se ne fosse
andata. Un provino pessimo, mai sentito niente di peggiore.
Zack staccò il suo basso dai cavi e si diresse dove era seduto Michael per
recuperarne la custodia.
“Hai un paio di minuti, Zack? Vorrei parlarti” chiese Michael a bassa voce.
“Certo, Mich! Che c’è?”
“Vorrei parlarti di Max!”
“E’ per Liz, non è vero?”
“Beh, ad essere sincero,… sì!” ammise Michael
“Tu sai qualcosa? Voglio dire… a te Max deve aver detto qualcosa!”
“No! Non ancora almeno! Quando si parla di Liz, diventa taciturno e cambia
subito argomento!”
“Senti, Michael, tu sei mio amico, ed è per questo che sarò sincero. Liz mi
piace e fino a prova contraria, Max non ha espresso nessun parere su di lei.
Nessuno sa cosa provi veramente e questo non mi va giù!”
“Zack…” Michael tentò di intervenire, ma Zack lo interruppe
“Ti prego, Michael, fammi finire. Con Max ho parlato un miliardo di volte di
ragazze ed ogni volta che lui aveva la mira su qualcuna, l’ha sempre detto e
nessuno di noi si è mai messo di mezzo. Ma con Liz è diverso! Finchè lui non mi
dirà chiaramente le sue intenzioni, sono deciso ad avere la mia chance con Liz.
Non sopporto di dover intuire quello che lui pensa tentando di interpretare gli
sguardi. Deve essere più chiaro!”
Zack aveva tentato di mantenere basso il tono della voce nonostante si stesse
infervorando, ma il magazzino non era enorme, e loro non si trovavano che a
poca distanza dal resto del gruppo. Max non aveva seguito tutto il discorso, ma
era chiaro quello che era successo. Aveva capito cosa Michael aveva tentato di
fare, e gli era veramente grato. In quel preciso istante, si rese conto di
quanto Michael gli fosse amico; era riuscito a capire quello che provava senza
che lui gli dicesse nemmeno una parola. Ma ora toccava a lui. Non tutti erano
come Michael e non poteva pretendere che lo fossero. E cosa ancora peggiore,
Zack aveva ragione. Aveva maledettamente ragione! Non poteva pretendere che le
persone lo capissero con un solo sguardo.
Nonostante la rabbia e la gelosia continuassero a crescergli in corpo e
l’orgoglio continuasse a ripetergli che non doveva dire assolutamente niente,
era giunto il momento di fare chiarezza, di essere sinceri. E non solo con
Zack, ma anche con sé stesso. Era il momento di esporsi, di dire quello che
pensava, di confidarsi.
Zack e Michael stavano ancora parlando quando Max si intromise:
“Grazie Michael, ma Zack ha ragione!” disse. La sua voce era pacata e il tono
che aveva usato era privo di astio. Poi si rivolse al bassista: “Credo di non
essermi comportato come sempre, ho preteso che tu intuissi quello che pensavo.
Ora te lo chiedo senza fare troppi giri di parole: lascia stare Liz! Lei…” e si
interruppe, non riuscendo a continuare.
“Lei… cosa, Max?” lo spronò Zack seriamente.
“Lei…” ripetè Max, non riusciva ad andare oltre, mentre il pensiero andava al
viso di Liz.
“Max…” disse Michael vedendo l’amico perso nei suoi pensieri.
“Lei mi piace!” disse tutto d’un fiato.
Il silenzio scese nel magazzino. Nessuno, a quelle parole, riuscì a dire o a
fare qualcosa. Per un intero, lunghissimo minuto, il silenzio fu il solo
padrone della stanza. Sembrava incredibile. Zack e Michael non credevano alle
loro orecchie e così pure anche Rick e David, che avevano seguito tutto il
discorso dall’inizio. Max Evans non aveva mai dichiarato che una ragazza gli
piacesse. Che gli interessasse, sì; che ci volesse uscire, pure. Ma era la
prima volta che Max Evans diceva una cosa del genere.
“Vorrei che ne restassi fuori, Zack. Mi sembra di essere stato chiaro, questa
volta.” finì Max, interrompendo quel lungo minuto di silenzio. Poi si voltò,
prese la sua chitarra ed uscì dal magazzino, lasciando i quattro amici
attoniti.
Il giorno successivo sembrava non finire mai. Maria era impaziente e, come di
solito accade quando non vedi l‘ora per qualcosa, il tempo sembra non passare
mai. Finalmente oggi avrebbe potuto esibirsi per il suo provino ed insieme
all’eccitazione, nelle sue vene scorreva una goccia di paura emozionante. Ci
teneva a quel provino; per lei, questa, era una grande occasione. Le era sempre
piaciuto cantare, anche se non le era mai capitata l’occasione di farlo per un
vero pubblico. Ma la musica ce l’aveva nel sangue, faceva parte di lei fin da
quando era in grembo a sua madre.
Quando finalmente giunse l’ora dell’appuntamento, Maria stava già aspettando i
ragazzi davanti al magazzino da venti minuti. Non aveva resistito a rimanere in
casa e, non sapendo come passarsi il tempo, si era messa a gironzolare per
l’isolato fino a raggiungere, quasi senza accorgersene, il magazzino dove gli
Extra si incontravano per le prove.
“Maria!“ disse Rick giungendo alle spalle della ragazza insieme ai compagni
“Sei puntualissima!” notò controllando l’orologio. Era la prima volta che gli
capitava di vedere una ragazza all’orario stabilito, e ricontrollò l’orologio
con scrupolo.
“Mica tutte le fanciulle sono in ritardo!” disse lei con tono scherzoso.
“Questa ragazza mi piace!” affermò David “Sono sicuro che sa anche cantare come
si deve!”
“E come fai a dirlo?” chiese Zack, continuando nello stesso tono amichevole
“Dalla puntualità di una ragazza si capiscono molte cose!” rispose David in
tono filosofico.
“Questo ragazzo mi piace!” Questa volta fu Maria a parlare, che facendo il
verso a David, ricambiò lo scherzo.
“Forza! E’ ora di sentirti cantare!” disse Michael avvicinandosi a lei con un
sorriso.
“Questo sì che è parlare!” convenì Maria e seguì i cinque ragazzi all’interno
del magazzino.
Mentre i musicisti sistemavano i loro strumenti, Maria chiese a Max di poter
usare la sua chitarra acustica. Nonostante lo smarrimento iniziale, Max accettò
di buon grado la richiesta della ragazza. Non si aspettava che sapesse anche
suonare; quando si erano messi d’accordo per il provino, lei non ne aveva fatto
parola, ma la cosa non gli dispiaceva affatto.
Nel vedere Max porgere la chitarra a Maria, Rick si rivolse a Michael che gli
stava di fianco: “Pensavo dovessimo suonare noi per lei!” disse meravigliato.
“E’ una ragazza piena di sorprese!” affermò Michael, continuando ad osservarla
con un sorriso sognante.
Quando tutto fu pronto, Maria posizionò uno sgabello davanti al microfono e
quando vide che tutti i componenti della band avevano preso posto davanti a
lei, disse: “Vorrei suonare ‘One more chance’ di Madonna. So che è una canzone
molto lenta e non recente, ma a me piace molto.” I ragazzi annuirono e Maria
cominciò a suonare:
I turned around too late to see the fallen star
I fell asleep and never saw the sun go down
I took your love for granted
Thought luck was always on my side
I turned around too late and you were gone
So give me one more chance
Darlin' if you care for me
Let me win your love
'Cause you were always there for me
If you care for me,
Be there for me
I like to play the queen of hearts and never thought I'd lose
I rolled the dice but never showed my hand
I planned it out so perfectly,
So you'd never leave a girl like me
I was a fool, but now I understand
So give me one more chance
Darlin' if you care for me
Let me win your love
'Cause you were always there for me
If you care for me,
Be there for me
Here is the law of the land
You play with fire and you'll get burned
Here is the lesson I've learned
That you don't know what you've got til it's gone
So give me one more chance
Darlin' if you care for me
Let me win your love
'Cause you were always there for me
Gimme one more chance
Tell me that it's not too late
Let me win your love
Darlin' please don't hesitate
If you care for me,
Be there for me
Give me one more chance
Mentre Maria cantava, nessuno dei ragazzi osava dire una sola parola. I
commenti erano superflui. La voce di Maria era perfetta, melodiosa; era
riuscita ad adattare quella canzone alla sua voce in un modo perfetto.
Quando terminò di suonare le ultime note, i ragazzi rimasero per un momento a
guardarla, fino a quando Michael non interruppe il silenzio con un applauso,
seguito a ruota dal resto del gruppo.
Maria, nel vedere i ragazzi che si alzavano ad uno ad uno applaudendola,
arrossì ed una lacrima di emozione apparve negli occhi. Michael si avvicinò a
lei e senza esitazione l’abbracciò, avvicinò le labbra all’orecchio e le
sussurro: “Sei stata semplicemente fantastica!” e si sciolse dall’abbraccio per
permettere agli altri ragazzi di farle i complimenti. Maria era rimasta
sorpresa dalle parole del ragazzo; nessuno le aveva mai detto niente di più
bello con tanto sentimento ed un’altra lacrima si formò nei suoi begl’occhi. La
band al completo si complimentò con lei, finalmente avevano trovato la cantante
che faceva al caso loro. Nessuno aveva ancora detto una sola parola, era
bastato uno scambio di sguardi tra di loro per capire che Maria era la loro
cantante, l’elemento mancante del loro gruppo.
Quando gli animi si furono un po’ calmati, Max chiese a Maria di suonare
qualcos’altro, quello che più le piaceva. Era rimasto talmente impressionato
dalla splendida voce della ragazza, che voleva assolutamente che cantasse
ancora. Alle parole di Max, anche gli altri ragazzi si unirono alla richiesta e
Maria non potè fare altro che annuire. Si risistemò la chitarra e ricominciò a
suonare. (Eternal Flame delle Bangles)
Close your eyes, give me your hand, darling
Do you feel my heart beating
Do you understand
Do you feel the same
Am I only dreaming
Is this burning an eternal flame
Maria aveva appena terminato la prima strofa, quando David, alle sue spalle,
cominciò a seguirla con la batteria. Dopo pochi secondi, anche il resto del
gruppo iniziò a suonare con lei. Maria rimase sorpresa, ma riprese a cantare,
continuando a guardare Michael rimasto davanti a lei.
I believe it's meant to be, darling
I watch you when you are sleeping
You belong with me
Do you feel the same
Am I only dreaming
Or is this burning an eternal flame
Say my name sun shines through the rain
A whole life so lonely
And then you come and ease the pain
I don't want to lose this feeling.
Close your eyes, give me your hand, darling
Do you feel my heart beating
Do you understand
Do you feel the same
Am I only dreaming
Is this burning an eternal flame
Rimasero a lungo all’interno del magazzino, suonando e cantando un vasto
repertorio di canzoni. Maria ce l’aveva fatta. Era letteralmente al settimo
cielo e non vedeva l’ora di dirlo a Liz. Ma forse era ancora troppo presto. La
sorpresa sarebbe stata ancora più grande se l’amica l’avesse vista salire sul
palco sabato sera al Krusha.
Arrivata a casa, Maria notò con sollievo che Liz era ancora fuori, non avrebbe
saputo cosa raccontarle per giustificare la sua assenza. Sarebbe stata dura,
questa volta, mentirle, ma aveva intenzione di dirle tutto solo sabato sera. Si
chiedeva come avrebbe resistito dal non raccontarle di quella giornata
fantastica. Il suo corpo tremava ancora per l’emozione ed era veramente
un’impresa ardua camuffare il suo stato d’animo. Poi si soffermò a pensare
all’abbraccio di Michael. Le sue braccia forti l’avevano stretta con una
dolcezza tale da farla sciogliere. E quelle parole sussurrate all’orecchio… al
solo pensiero si emozionò nuovamente e con la testa immersa nel mondo di
Michael Guerin, si mise a preparare la cena.
“Fantastica! Non mi stancherò mai di dire che Maria è fantastica!!” continuava
a ripetere David.
“Ve l’avevo detto!” disse Michael con fare orgoglioso
“Si, ma tu intendevi in un altro senso!” lo prese in giro Rick
“Siete i soliti maliziosi!” si difese Michael
“Ah, davvero? E cosa intendevi dire, allora?” continuò Zack
“Fossi in te, Michael, lascerei perdere!” si intromise Max “Lo sai meglio di
tutti noi che non ti riferivi di certo alla voce di Maria!” continuò con tono
malizioso
“Ti ci metti anche tu?” chiese Michael “E io che ti ritenevo un amico!”
“E’ proprio perché sono tuo amico che ti dico di lasciar stare!” disse Max con
un sorrisino sulle labbra e, raccogliendo la chitarra acustica che aveva
prestato a Maria, si avviò verso l’uscita. “Ci vediamo a casa!” disse, e lasciò
che la porta si chiudesse dietro di sé.
I due giorni che seguirono furono, tutto sommato, abbastanza tranquilli. Maria
non sapeva ancora come spiegarselo, ma era riuscita, in un modo o nell’altro,
ad evitare di parlare del suo provino con Liz. Inoltre, approfittando del fatto
che Liz si tratteneva qualche ora in più all’università per svolgere la
ricerca, era riuscita ad andare alle prove senza dover mentire ulteriormente.
Ormai mancava veramente poco, ancora un giorno e poi, finalmente, avrebbe
potuto raccontarle tutto quello che le aveva nascosto, e il solo pensiero la
elettrizzava.
Intanto, in casa di Max e Michael, fremevano i preparativi per la festa. Maria
aveva provato varie volte di entrare, con delle scuse banali, nell’appartamento
dei due ragazzi, ma l’ingresso le era sempre stato negato, e la curiosità
cresceva di giorno in giorno. Liz, al contrario dell’amica, non si era mai
presentata alla porta dei vicini, ma la curiosità aveva effetto anche su di
lei, e si chiedeva che cosa stessero preparando quei due; li aveva sorpresi
davanti alla porta con degli scatoloni, e alla sua vista si erano sbrigati ad
entrare in casa e a chiudersi la porta dietro le spalle. “Chissà cosa c’era
dentro a quelle scatole?” si era chiesta, ma l’avrebbe scoperto presto… ormai
era veramente questione di ore.
“Max, hai finito?” disse Michael esasperato. Guardava l’amico lavorare
lentamente sulla scala, mentre lui, arrampicato su di un’altra scala dall’altra
parte della stanza, teneva fermo un capo dello striscione che Max stava
tentando di fissare.
“Questo striscione non ne vuole proprio sapere di rimanere appeso!” rispose Max
altrettanto esasperato.
“Max, muoviti! Mi si stanno atrofizzando le braccia!” continuò Michael.
“Ecco! Ho finito!” disse trionfante
“Era ora!” sospirò Michael, “Passami il nastro adesivo.”
Con un lancio mirato, Max passò il rotolo all’amico, che l’afferrò al primo
colpo con una sola mano. Una volta finito, i due si posizionarono al centro
della stanza e rimirarono il loro lavoro. Il divano e la poltrona erano stati
posizionati in un lato della stanza per lasciare libero il soggiorno; il
soffitto era pieno di striscioni colorati e palloncini e al centro capeggiava
un altro striscione con la scritta “Welcome” a caratteri cubitali. Il tavolo
della cucina era stato portato in un angolo del soggiorno ed era stato
apparecchiato con bevande e stuzzichini vari. Erano riusciti a trovare delle
lampade che avevano sparso per l’appartamento per cercare di creare
un’atmosfera più soffusa. Tutto era perfetto; ora mancavano solo gli ospiti e
le festeggiate.
“Liz, sei pronta?” chiese Maria entrando in camera dell’amica. “Rischiamo di
fare tardi e… wow!!” esclamò non appena la vide “Hai proprio intenzione di
farlo morire quel ragazzo, eh?”
Liz era splendida, indossava un abito di cotone color rosa che le faceva
risaltare il bel colorito della pelle e si sposava benissimo al colore dei suoi
capelli, lasciati sciolti sulle spalle nude; un trucco leggerissimo le faceva
risaltare gli occhi scuri e un tocco di lucidalabbra rifiniva la bocca. Le
scarpe allacciate alla caviglia sottile, slanciavano le gambe lasciate scoperte
dalla gonna corta. Un mix esplosivo di bellezza naturale e sensualità.
“Si, Maria, sono pronta!” esclamò la ragazza sorridente “Certo che anche tu non
scherzi; Michael stasera dovrà tenerti d‘occhio!” disse una volta vista
l’amica.
Maria aveva deciso di indossare un abito attillato color porpora che metteva in
risalto le sue forme e lasciava scoperte le gambe slanciate. Il colore
dell’abito faceva brillare ancora di più la pelle chiara e morbida della
ragazza, il viso era leggermente truccato e i capelli erano raccolti in
un’acconciatura semplice ma d’effetto.
“L’ho fatto apposta!” disse Maria con un largo sorriso “Voglio vederlo cadere
ai miei piedi!” disse sognante
“Vestita così avrà a mala pena il tempo di aprirti la porta e sarà già steso!”
disse Liz ridendo, pensando all’espressione che avrebbe fatto Michael vedendo
Maria.
“E’ proprio quello che mi auguro, altrimenti non mi sarei impegnata tanto a
vestirmi!” disse con un sorriso malizioso, poi continuò: “Beh, se sei pronta,
direi che possiamo andare a goderci la nostra festa.”
“Certamente! Che la serata abbia inizio!” disse Liz e, presa l’amica sotto
braccio, si avviarono alla porta.
Gli invitati erano già tutti presenti, mancavano solo le due festeggiate.
“Ma cosa staranno facendo?” disse Michael. Era impaziente di vedere Maria. Per
tutto il giorno si era immaginato di vederla entrare dalla porta con un vestito
mozzafiato e quando il pensiero tornò prepotentemente alla mente, le ginocchia
cominciarono a cedere.
“Saranno qui a minuti!” disse Max, ostentando una calma che non aveva. Capiva
benissimo cosa stesse provando Michael, lui stesso era in preda alla stessa
emozione, ma il suo maledettissimo orgoglio continuava ad avere la meglio.
“Tu non sei impaziente di vedere Liz?” quella domanda diretta aveva colto di
sorpresa sia Michael, che così dicendo aveva lasciato trasparire tutta la sua
emozione, sia Max perché il suo sguardo fu più eloquente di qualsiasi parola. I
due continuarono a guardarsi negli occhi per un istante quando il campanello di
casa suonò. Senza che nessuno dei due dicesse una sola parola, si avviarono
entrambe verso la porta e, quando Max aprì, si trovarono davanti le due vicine
di case più belle che avessero mai pensato di vedere.
Le espressioni dei due ragazzi erano davvero impagabili; Liz pensò che non
avrebbe mai dimenticato le loro facce, mentre i loro occhi le squadravano da
capo a piedi. Le due ragazze si scambiarono un veloce sguardo di intesa e,
trattenendo una risata, Maria disse: “Pensate di farci entrare, o di lasciarci
qui fuori?”
Nel sentire la voce di Maria, i due ragazzi si ripresero e, spostandosi per
lasciare spazio alle due ragazze, Michael rispose: “Prego, benvenute alla
vostra festa!”
“Grazie!” dissero all’unisono le due amiche, mentre varcavano l‘entrata.
Mentre la porta alle loro spalle veniva chiusa, le ragazze diedero uno sguardo
all’appartamento pieno di gente ed entrambe rimasero stupite nel vedere con
quanto impegno i due ragazzi avevano addobbato il soggiorno.
“Ragazzi è fantastico!” disse Maria con entusiasmo “Ora capisco il perché non
mi avete mai fatto entrare in casa in questi giorni!” e con uno slancio
naturale si avvicinò a Michael, si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio
sulla guancia, lasciando un Michael completamente incantato.
“E’ vero! E’ tutto stupendo! Grazie ragazzi, siete stati magnifici!” continuò
Liz, prendendo l’iniziativa di rivolgere il suo sguardo direttamente agli occhi
ambrati che le stavano di fianco, e riprese: “Immagino che abbiate lavorato
tantissimo!”
Max rimase sorpreso quando Liz lo guardò negli occhi e si perse per un attimo
nel suo sguardo stupendo, e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi rispose:
“Beh, effettivamente abbiamo avuto il nostro bel da fare con gli striscioni!” e
continuando a guardarla negli occhi riprese: “Sono contento che vi piaccia!”
“Ci piace eccome!” disse Maria, che interrompendo lo scambio di sguardi, diede
un bacio sulla guancia di Max, lasciandolo sorpreso per la seconda volta nel
giro di pochi secondi.
“Ecco le nostre festeggiate!” le accolse Jess, il ragazzo che abitava in fondo
al corridoio. “Mancavate solo voi!” e si avvicinò per salutarle. “Wow, ragazze,
siete stupende stasera… non che non lo siate sempre, ma stasera… wow!” esclamò.
Michael osservò il modo in cui Jess guardava le due ragazze e un moto di rabbia
si fece avanti, ma cercò di controllarsi. Poi rivolse lo sguardo a Max e notò
che anche lui non stava reagendo bene all’insistente osservazione di Jess.
Un po’ alla volta tutti gli invitati salutarono Maria e Liz, trattenendosi a
chiacchierare con loro qualche minuto, mentre la musica incalzava ed invitava a
ballare.
“Che ne dici di avvicinarci al tavolo degli stuzzichini? Io ho una certa fame!”
disse Maria.
“Stavo per proporti la stessa cosa!” rispose Liz e si avviarono verso l’angolo
dell’appartamento dov’era stato sistemato il tavolo della cucina.
Avevano cominciato a mangiare un sandwich quando i componenti della band di Max
fecero la loro entrata. Si salutarono con un gesto della mano non appena si
videro, ma mentre Rick e David continuarono a parlare con alcune ragazze, Zack
si allontanò per raggiungere le due amiche, cosa che non sfuggì all’occhio
vigile di Max. Dopo il chiarimento che i due avevano avuto, Max sapeva di
potersi fidare dell’amico, ma non poteva fare a meno di seguire con lo sguardo
quella splendida creatura che si aggirava per casa sua. D’altra parte, Zack,
conosceva Liz e non poteva di certo evitarla per tutta la sera solo per
compiacerlo, quindi si limitò a seguire la scena da lontano.
Zack, dal canto suo, era consapevole dello sguardo di Max, lo sentiva su di sé
pur non vedendolo, ma che figura avrebbe fatto non salutando le festeggiate?
Era normale che avesse scambiato due parole con Liz, quindi, senza pensarci
molto, si avvicinò alle due amiche:
“Ciao, ragazze! Bella festa, eh?”
“Ciao Zack!” lo accolse Liz con un sorriso smagliante, particolare che Max
notò.
“Ciao!” lo salutò Maria sorridendo.
“Si sono dati da fare quei due, eh? Non credevo fossero capaci di addobbare
così il loro appartamento!” notò guardando il soffitto.
“Già! E hanno fatto tutto di nascosto!” disse Liz
“Ci hanno fatto proprio una bella sorpresa! Devo ammettere che non avrei mai
pensato ad una cosa così carina!” aggiunse Maria.
“Sono riusciti a stupirci!” disse Liz rivolgendo uno sguardo nel posto in cui
sapeva di trovare Max, e rimase stupita nel sorprenderlo a guardarla.
Max stava chiacchierando con Nicole, una delle ragazze che abitava di fianco
all’appartamento di Liz e Maria, ma non aveva mai tolto gli occhi da Liz. Ma fu
lui, questa volta, a distogliere lo sguardo non appena Liz lo guardò. Il quel
momento si sentì un ragazzino alla sua prima cotta… cavolo, quella ragazza lo
faceva sentire uno stupido, a volte. E pensandoci bene, forse questa era la sua
prima vera cotta, se così si poteva chiamare quella strana sensazione che Liz
gli provocava. No, quella non era un’infatuazione adolescenziale… era qualcosa
di più, molto di più. Cercando di essere il più naturale possibile, cercò di
concentrarsi su quello che Nicole stava dicendo, la ragazza continuava a
parlare cercando di attirare la sua attenzione senza molto successo. Ma mentre
il suo sguardo era su Nicole, la sua mente era esattamente dall’altra parte
della stanza, ad una brunetta mozzafiato che parlava amichevolmente con Zack e
in quel preciso istante si trovò ad invidiare l’amico.
Dopo qualche minuto, Maria lasciò Liz e Zack da soli per andare a parlare con
Cindy e Julie, le ragazze che dividevano l’appartamento con Nicole, mentre
l’altrettanto occhio vigile di Michael notava tutti i suoi spostamenti.
Senza neanche rendersene conto, Liz rimase a parlare con Zack per oltre un’ora.
Quel ragazzo le era simpatico e la sua compagnia era gradevole. Ma nonostante
si trovasse bene con Zack, la strana sensazione che aveva provato quando aveva
scoperto Max a fissarla, non era passata. Anzi, era rimasta presente per tutto
il tempo, ma ogni volta che aveva rivolto lo sguardo al ragazzo, lui non la
stava osservando e non capiva il perché quella sensazione non sparisse.
Max, dopo essere stato colto di sorpresa la prima volta, era diventato più
attento. Ogni volta che Liz aveva accennato a voltarsi nella sua direzione, era
sempre riuscito a non farsi sorprendere ed ogni volta si complimentava con sé
stesso.
Si sentiva sempre di più un adolescente timido e goffo, che continua a guardare
da lontano la ragazza che gli piace, cercando di non farsi cogliere in
flagrante mentre la osserva. Tutto questo era stupido, si ripeteva, ma non
riusciva a fare diversamente. In fondo, quel gioco di sguardi, gli piaceva e
voleva goderselo finchè ne aveva l’opportunità.
D’un tratto la musica smise di colpo. Tutti i ragazzi si guardarono per un
momento disorientati e poi videro Michael cambiare il cd e le note di “Iris”
dei Goo Goo Dolls cominciarono ad inondare la stanza. Le coppie cominciarono a
formarsi e a danzare nel centro del soggiorno, mentre Michael raggiunse
finalmente Maria, le prese dolcemente una mano e silenziosamente le chiese di
ballare. La ragazza, senza dire una parola, accettò l’invito e mettendo le
braccia al collo al ragazzo cominciarono a muoversi lentamente al ritmo della
musica.
Zack non ebbe il coraggio di chiedere a Liz di ballare, nonostante
l’espressione del viso di Liz gli fece capire che se lo aspettava. Invece, si
girò per incontrare lo sguardo di Max e, come in un accordo silenzioso, Max
cominciò a farsi avanti, mentre Zack si scusò con Liz e prese la direzione
della toilette. Un gesto non molto galante, pensò, ma non poteva tradire
l’amicizia che lo legava a Max, soprattutto dopo la sua confessione al
magazzino.
Liz rimase sorpresa e delusa dal ragazzo, ma fu ancora molto più stupita di
vedere Max davanti a lei. Non le aveva rivolto la parola per tutta la serata e
ora era lì, davanti a lei, con un sorriso disarmante e vagamente timido, il che
non faceva parte di Max Evans.
“Ti va di ballare?” le chiese in un sussurro, mentre allungava la mano. Il suo
cuore batteva fortissimo, credeva che gli sarebbe scoppiato da un momento
all’altro. Non era una cosa normale per lui, anzi… tutt’altro. Non gli era mai
capitato in vita sua.
Liz era a dir poco stupefatta. ‘Questo non è Max Evans, il rubacuori!’ pensò
‘Io questo ragazzo non lo conosco per niente!’ - “Sì” rispose prima di essere
in grado di pensare a qualsiasi altra cosa, ed allungò la mano per incontrare
la sua.
Era la prima volta che si toccavano, a parte quella mattina in cucina mentre
Max prendeva le tazze di caffè dalle mani di Liz. La mano di lui era calda ed
avvolgeva completamente la sua, come se quella di Liz fosse stata fatta apposta
per essere contenuta in quella di Max. Raggiunsero il centro della stanza e Max
lasciò la mano di Liz per appoggiare le sue sui fianchi di lei, mentre Liz le
appoggiava sulle spalle di Max.
Liz sentì le ginocchia cedere, era una sensazione fantastica sentire le mani di
Max su di lei. Il tocco era delicato, ma deciso allo stesso tempo; non si era
mai sentita così prima d’ora. Aveva ballato con tanti ragazzi in vita sua, ma
nessuno le aveva mai fatto provare una sensazione così incredibile. Alzò per un
attimo lo sguardo e vide la bocca di lui e poca distanza. Sembrava così morbida
che si ritrovò a chiedersi come sarebbe stato sentire le labbra di Max Evans
sulle sue. Alzò ancora lo sguardo per incontrare i suoi occhi ambrati che non
l’avevano mai persa di vista. Il suo sguardo era così profondo… sembrava che
fosse in grado di leggere i suoi pensieri solo guardandola negli occhi e
l’imbarazzo per quello che aveva appena pensato le fece arrossare le guance e
fu costretta a riabbassare gli occhi.
Max sorrise leggermente quando Liz lo guardò negli occhi. Era fantastico
poterli vedere così da vicino. Quando lei abbassò velocemente lo sguardo, notò
il rossore sulle guance di lei e lo stimolo di stringerla fra le sue braccia
divenne quasi insostenibile. Lo stesso stimolo l’aveva provato subito, appena
aveva appoggiato le sue mani sui suoi fianchi, ma ora, dopo averla vista
arrossire in quel modo, gli riusciva difficile continuare a tenere la mani
ferme. Il suo corpo era morbido e lo sentiva muoversi sotto le sue dita.
Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a sé, ma non poteva. Probabilmente si
sarebbe districata dal suo abbraccio e allontanata. In più, il profumo di Liz
era stimolante. L’essenza del suo corpo mista alle gocce di profumo sul collo
era un mix esplosivo di sensualità e dolcezza. Non aveva mai fatto caso al
profumo di una ragazza, ma Liz era fantastica anche per questo. Il suo profumo
era invitante e allo stesso tempo una tortura. Liz Parker era una dolce,
splendida tortura.
Le note della canzone dei Goo Goo Dolls svanirono per essere sostituite da
un’altra splendida canzone, “Just be a woman” di Lenny Kravitz. Max strinse
leggermente la presa su Liz per avvicinarla di più a sé, temendo la reazione
della ragazza. Rimase sorpreso, invece, quando Liz non cercò di divincolarsi
dalla presa, anzi, accompagnò il suo gesto con il movimento del corpo.
Il sentire il corpo di Liz muoversi tra le sue mani, gli provocò pensieri molto
più azzardati che cercò subito di scacciare dalla sua mente. Ma sapeva che
quello sarebbe stato il pensiero della notte.
Liz lasciò che Max l’avvicinasse di più a lui. Era una sensazione bellissima
trovarsi tra le sue braccia. Con un movimento naturale, gli accarezzò
leggermente le spalle e portò le braccia intorno al collo di Max, avvicinandosi
ancora di più a lui.
Max rimase ancora una volta sorpreso, il profumo di lei era inebriante e le
braccia attorno al suo collo gli fecero abbassare leggermente la testa, fin
quasi a sfiorarle l’orecchio. E non riuscì più a trattenersi. Lasciò scivolare
una mano sulla schiena della ragazza, prima lentamente per valutare la sua
reazione, poi sempre in modo più deciso, fino a quando la sua mano non si
ritrovò al centro della schiena di lei.
Poteva sentire la sua pelle attraverso l’abito di cotone che indossava ed il
pensiero andò automaticamente a come sarebbe stato poterle accarezzare la
schiena senza la barriera dell’abito. Un altro pensiero che lo avrebbe
assillato quella notte.
Liz sentiva il respiro di Max sul collo e fu una sensazione che le provocò
brividi di piacere in tutto il corpo. Poi sentì la sua mano muoversi, sul primo
momento insicura, poi con un movimento più deciso, fino a posizionarsi sulla
sua schiena. Max Evans la stava praticamente abbracciando e lei ricambiava.
Continuavano a muoversi lentamente al ritmo della musica, ma il loro era un
vero e proprio abbraccio.
Zack aveva assistito a tutta la scena nascosto in un angolo del soggiorno.
Provava un senso di pura invidia nei confronti di Max, avrebbe potuto esserci
lui al posto suo e questo gli fece ribollire il sangue. Ma l’espressione del
viso di Max la diceva lunga sul fatto di quanto l’amico fosse preso da quella
ragazza. Non l’aveva mai visto con quel sorriso di soddisfazione e contentezza
stampato in faccia, come se fosse riuscito a raggiungere un grande traguardo.
In quel preciso istante si rese conto che il Max Evans che aveva conosciuto
sino ad ora stava cambiando o, perlomeno, era venuta fuori una parte nascosta
di lui, che non aveva mai fatto vedere a nessuno, e capì quanto tenesse a Liz.
La sua invidia cominciò a placarsi e ricordò le parole che gli aveva detto
pochi giorni prima al magazzino; Max non si era mai esposto così tanto per una
ragazza, anzi, a dire la verità, sembrava che ci provasse gusto ad avvicinarle,
farle innamorare per poi abbandonarle. Gli aveva chiesto di essere onesto e lui
lo era stato; gli aveva chiesto di non farsi avanti con Liz… forse, questa
volta, ne era valsa la pena farsi da parte, nonostante il suo orgoglio maschile
fosse stato ferito.
Michael e Maria avevano dato qualche occhiata furtiva alla scena, ma erano
troppo presi l’uno dall’altra per poter notare ogni piccolo movimento. Quando
li videro così uniti, Michael non potè fare a meno di lasciarsi scappare un
commento sottovoce, pensando di non essere sentito da Maria:
“Era ora Max!”
“Credo anch’io che fosse ora che quei due si avvicinassero!” disse Maria,
sorprendendo il ragazzo.
I loro sguardi si incontrarono nuovamente, si sorrisero e Maria appoggiò una
guancia sulla spalla di lui… erano di nuovo persi l’una nell’altro.
La canzone finì e seguì un attimo di puro silenzio che lasciò tutte le coppie
al centro della stanza a guardarsi intorno:
“E’ ora di ricominciare a ballare!!” urlò un ragazzo mentre faceva ripartire il
lettore cd e le note della chitarra di “Are you gonna go my way” di Lenny
Kravitz riempirono l’appartamento, e le persone che fino a quel momento erano
rimaste ai lati della stanza, riempirono nuovamente il centro del soggiorno
ballando freneticamente.
Max prese la mano di Liz e la trascinò fuori dalla mischia, riportandola al
tavolo delle vivande.
“Hai sete?” le chiese, il suo tono era vagamente premuroso
“Prenderò un succo alla fragola” rispose Liz evitando, nuovamente, di guardarlo
negli occhi.
Max prese un bicchiere pulito, versò il contenuto di una bottiglietta e lo
porse alla ragazza che ringraziò, poi si servì un bicchiere di punch e cominciò
a sorseggiarlo.
Tra i due scese il silenzio nonostante la musica risuonasse nelle loro
orecchie. Max si sentiva impacciato come non mai, l’aveva stretta tra le
braccia fino a pochi istanti prima ed ora non sapeva come cominciare un
discorso. Fosse stato per lui le parole sarebbero state superflue, l’avrebbe
solamente baciata, ma Liz faceva parte di un’altra categoria di ragazze e non
poteva rischiare di perderla proprio ora.
Liz, dal canto suo, si sentiva imbarazzata. Ogni volta che riusciva a guardarlo
i suoi occhi si fermavano su quelle labbra morbide ed arrossiva al solo
pensiero di averle avute a così poca distanza.
Max non riusciva più a sopportare quella mancanza di parole tra di loro e
pensando velocemente, disse la prima cosa che gli venne in mente:
“Allora… di cosa avete parlato tu e Zack? Sembravate molto in sintonia!”
“Beh, abbiamo parlato di varie cose: dell’università, del vostro gruppo, dei
miei hobbies…” e lasciò la frase incompleta, lasciando intendere che quelli non
erano stati gli unici argomenti trattati.
“Però!” esclamò “Ti conosce meglio lui che abita a Santa Monica che io che ti
abito di fronte!” disse Max cercando di scherzarci sopra, ma la cosa gli
bruciava da morire, e quella piccola sfumatura di gelosia non passò inosservata
a Liz che la infastidì:
“Beh, del resto tu sei impegnato con un sacco di ragazze ogni giorno, quindi è
normale che non abbiamo avuto il tempo di parlare!” disse cercando di non
rimarcare molto il fatto che la cosa le desse fastidio, ma si pentì subito per
quello che aveva detto; aveva lasciato intendere che tutto quel via vai di
ragazze da quell’appartamento le avesse dato fastidio e non voleva apparire
gelosa ai suoi occhi. E poi, così, era come se gli avesse detto che lo
osservava continuamente e non voleva che lui pensasse di aver fatto breccia nel
suo cuore. Anche Liz aveva un orgoglio da difendere.
Max capì immediatamente a cosa si riferiva Liz e maledì sé stesso per aver
aperto bocca… sarebbe stato meglio continuare a guardarla senza dire una
parola. In più non poteva nemmeno darle una spiegazione o la sorpresa di Maria
sarebbe andata a monte, ed era sicuro che la ragazza gliela avrebbe fatta
pagare, su questo Maria, era stata anche fin troppo chiara.
“Ma io…” tentò di dire, ma fu interrotto da Liz
“Scusami!” disse la ragazza, “Tu hai la tua vita e non è giusto che io mi
intrometta!”
“Liz, non è come credi!” tentò ancora di spiegarsi. Aveva capito a cosa stava
pensando Liz e avrebbe voluto dirle tutto. Dio, voleva assolutamente spiegarle,
ma non poteva e notò che lo sguardo imbarazzato di Liz si era trasformato in
uno sguardo triste. Avrebbe voluto dirle dei provini, ma sapeva che, per la
foga di spiegarsi, sarebbe finito col raccontarle di Maria e non poteva. Stava
per ritentare quando Liz lo interruppe nuovamente:
“Non devi giustificarti, Max!” il suo tono era pacato “Mi dispiace se ti ho
fatto credere di volerti giudicare!” gli disse, sforzandosi di sorridere. “Ora
scusami, vado un attimo alla toilette!” ed accompagnò le parole appoggiando il
bicchiere quasi pieno sul tavolo e si allontanò.
Max rimase impietrito mentre guardava la ragazza allontanarsi sempre di più da
lui. Uno scatto d’ira lo portò a sbattere la mano sul tavolo e la pila dei
bicchieri di carta si rovesciò. ‘In che razza di guaio mi sono andato a
cacciare? Ma perché non ho tenuto la bocca chiusa?” pensò e sentì una mano
appoggiarsi sulla sua spalla.
“Non ti preoccupare, domani si sistemerà tutto!” disse Michael che aveva
assistito al dialogo. Max era talmente preso da Liz e da quello che stava
succedendo che non si era minimamente accorto che l’amico era alle sue spalle
per prendere qualcosa da bere per lui e per Maria.
Si girò di scatto e si ritrovò a guardare il suo migliore amico che riprese a
parlare, cercando di infondergli di nuovo la speranza: “Domani sera ci rideremo
tutti quanti sopra!”. Max accennò ad un sorriso e, quando Michael si allontanò
per raggiungere Maria, un altro pensiero si affacciò alla mente: ‘Sempre che
Liz ci sia domani sera!”
Appena arrivata in bagno, Liz appoggiò le mani al lavandino, si guardò allo
specchio e rivisse mentalmente quegli ultimi minuti, dal ballo lento
abbracciata a lui fino ad arrivare al momento in cui gli aveva detto quelle
cose. ‘Ma cosa mi è venuto in mente, si può sapere? Lui stava cercando solo di
fare conversazione, e io che faccio? Vado completamente nel pallone e mi metto
a fare la gelosa!!’ Era arrabbiata con sé stessa, ma in quel momento non aveva
saputo resistere e gli aveva detto esattamente quello che pensava. Ma chi era
lui per permettersi di fargli notare che aveva passato molto più tempo con Zack
che con lui, mentre lui se la spassava con tutte quelle ragazze? I suoi stati
d’animo erano contrastanti, da un lato era contenta di averglielo fatto notare,
ma dall’altro gli dispiaceva di essersi intromessa così nella sua vita ed era
arrabbiata con sé stessa perché l‘aveva giudicato. Lui era libero di fare ciò
che voleva così come lo era lei. Ma allora perché stava soffrendo? Per quello
che gli aveva detto o per il pensiero di quelle ragazze nel suo appartamento?
Era così confusa che nemmeno lei sapeva darsi una risposta. Si appoggiò alla
parete e rimase lì, immobile, a pensare costantemente a cosa avrebbe potuto
dire o fare, al tono di voce che Max aveva usato nel dirle che Zack la
conosceva meglio… esaminò ogni singolo istante mentre il tempo trascorreva. Si
rese conto di essersi trattenuta a lungo in bagno quando sentì bussare alla
porta. “Arrivo subito!” disse ad alta voce e prendendo una manciata di sapone
si lavò le mani, si asciugò, si diede una sistemata ai capelli ed uscì
finalmente dal bagno.
Non appena riapparve nel soggiorno, vide subito Max appoggiato al tavolo delle
vivande che stava scambiando due chiacchiere con Jess.
Max non aveva perso di vista il corridoio in cui era scomparsa la ragazza e,
non appena la rivide, si drizzò in piedi. Il viso della ragazza non era rigato
da lacrime e la cosa lo fece stare meglio. Si sarebbe maledetto ancora di più
se l’avesse fatta piangere. Si sforzò di rivolgerle un sorriso tranquillo e lei
ricambiò. Avrebbe voluto mollare l’amico per andare da lei, ma Liz distolse lo
sguardo da lui cercando di intravedere Maria. Stava per dirigersi dall’amica
quando fu fermata da David:
“Finalmente riesco a salutarti come si deve!” le disse il ragazzo sfoggiando un
sorriso smagliante. Il suo colorito scuro faceva risaltare ancora di più i
denti bianchissimi.
Liz ricambiò il sorriso, David aveva sempre un’aria serena e quel suo sorriso
le infuse di nuovo un po’ di buonumore.
“Beh, ho notato che hai parecchie ammiratrici in questa stanza; hai avuto a
malapena il tempo di bere una birra!” scherzò subito.
“Eh, sai…” disse mestamente “E’ il prezzo che si deve pagare quando si ha
successo!” e guardò Liz con aria seria.
Liz, vedendo quello sguardo, non potè fare a meno di ridere e David la seguì, e
quando si fu un po’ calmata gli disse: “Credo che dovrai farci l’abitudine!”
“Temo che tu abbia ragione!” ed entrambe ripresero a ridere.
Max si sentì sollevato nel vederla sorridere, e si arrabbiò ancora più con sé
stesso perché era stata lui la causa della sua tristezza. Sperava ardentemente
che tutto si sarebbe chiarito la sera successiva.
La serata stava volgendo al termine e molti degli invitati avevano lasciato la
festa. Max non aveva più avuto il coraggio di avvicinarsi a Liz, ma l’aveva
tenuta costantemente d’occhio. Aveva notato ogni suo sorriso, ogni sua risata e
avrebbe dato qualsiasi cosa per essere stato lui a farla sorridere. Ma non era
stato così e si accontentò di rubare quelle immagini di nascosto.
Liz, dal canto suo, aveva evitato meticolosamente di guardarlo, ma la solita
sensazione che le attanagliava lo stomaco non era mai svanita. Ora sapeva
cos’era… lui la guardava. Aveva collegato quella sensazione allo sguardo di Max
nel momento in cui aveva guardato i suoi occhi mentre ballavano. Aveva dovuto
controllare il battito del suo cuore per paura che Max potesse sentirlo. Ma ora
la stanza era pressoché vuota ed era veramente difficile non guardarlo.
Gli ultimi invitati lasciarono l’appartamento, segno che oramai la serata era
definitivamente conclusa. Rick, rimasto assieme agli altri componenti del
gruppo, spense lo stereo e tutti i ragazzi si incontrarono nel centro del
soggiorno.
“Una gran bella festa, ragazzi!” disse David complimentandosi con i padroni di
casa.
“E’ stata davvero una bella serata!” confermò Rick
“E domani sera si replica!” disse Zack “Sono sicuro che faremo scintille al
Krusha!”
“Proprio così, amico!” disse David alzando la mano verso l’amico per battere un
cinque.
“Voi ci sarete, vero, domani sera?” disse Rick rivolto alle due ragazze, e come
d‘accordo con Maria, cercando si sembrare casuale.
A quella domanda, Max si irrigì istantaneamente. Era giunto il momento di
sapere se Liz sarebbe stata presente al concerto della sera successiva e
poterle finalmente spiegare quello che lei aveva chiaramente frainteso.
“Certo che ci saremo! Non potremo mai perderci una serata del genere, vero
Liz?” Maria incalzò subito l’amica.
Liz rimase in silenzio per una frazione di secondo e volse istintivamente lo
sguardo verso Max, che aveva un’aria di attesa. Era come se la stesse pregando
con gli occhi, lui voleva che lei andasse e come stregata da quello sguardo
rispose: “Certo!” e, volgendo lo sguardo a Rick, sorrise.
A quella semplice parola, Max si rilassò. Aveva temuto che Liz non volesse
andare e tutti i loro piani sarebbero falliti miseramente.
“Fantastico! Allora ci vediamo domani sera!” disse Zack, che subito dopo
afferrò la giacca e la indossò. “Sarà meglio andare ragazzi!” e dicendo così,
si avviò alla porta. Rick e David salutarono Max e Michael nel loro solito
modo, poi si avvicinarono alle due ragazze e, salutandole, diedero loro un
bacio sulla guancia.
Dopo che i tre furono usciti, Liz guardò l’orologio che portava al polso, e
vedendo che erano passate le quattro di mattina, sgranò gli occhi e disse: “Non
pensavo che avessimo fatto così tardi!”
“Così presto, vorrai dire, visto l’orario!” scherzò Maria
“Sì, in effetti… forse è giunta l’ora anche per noi di andare. Cosa ne dici?”
“A meno che tu non mi voglia vedere sdraiata sul quel divano… sì, forse è
meglio andare!” sorrise adocchiando il divano, poi riprese rivolta ai due
ragazzi: “Domani verremo a darvi una mano a ripulire tutto questo caos; almeno
questo ve lo dobbiamo!”
“Meno male!” disse Michael sollevato “Temevo ci avreste lasciato lavorare come
matti anche per ripulire” scherzò.
“Beh, ad essere sincere il pensiero ci era passato per la testa, ma non siamo
così cattive!” disse Liz scherzando, poi riprese: “Grazie di tutto, ragazzi. E’
stata davvero una bella festa.”
“Siete stati fantastici!” disse Maria “Ma ora è proprio il momento di darvi la
buona notte” e si avvicinò a Michael lasciando sulla sua guancia un tenero e
leggero bacio.
“Buona notte!” ricambiò il ragazzo e si trattenne dall’abbracciarla; era sicuro
che, se l’avesse fatto, non l’avrebbe lasciata andare.
Max e Liz si scambiarono uno sguardo ed il pensiero di scambiarsi anche un
bacio sfiorò la mente di entrambe, ma nessuno dei due si mosse.
“Buona notte.” disse Liz guardandolo negli occhi
“Notte, Liz” ricambiò Max ed entrambe le ragazze uscirono dall’appartamento.
Arrivata nella sua stanza, Liz cominciò a svestirsi e subito venne raggiunta
dall’amica.
“Allora?” disse Maria, mentre si sedeva sul letto
“Allora… cosa?” chiese Liz
“Dai, mi hai capito benissimo!”
Liz aveva capito subito cosa volesse sapere Maria, ma non voleva toccare
l’argomento, almeno per il momento e fece finta di non capire sperando che
l’amica intuisse il suo pensiero.
Ma Maria voleva sapere, non voleva aspettare fino al giorno dopo, e continuò
nel suo interrogatorio: “Com’è stato ballare con Max Evans?” chiese
maliziosamente.
“Non ora, Maria, ti prego. Sono stanca, devo struccarmi e ho solo voglia di
andare a letto!” disse esausta
“Oh, su, non lasciarmi andare a dormire con questa curiosità!” la pregò Maria e
le fece gli occhioni dolci.
“Ma non possiamo proprio parlarne domani?” chiese Liz speranzosa
“E’ già domani!” disse puntando la sveglia sul comodino “Ti prego, solo qualche
parola per placare l’animo curioso della tua migliore amica!” la supplicò di
nuovo.
Liz non seppe resistere e sorrise. Maria riusciva sempre ad avere la meglio.
“E’ stato… è stato… Fantastico!” si limitò a dire. Nonostante quello che era
successo dopo il ballo, ballare con lui era davvero stato magnifico.
“Tutto qui? E poi?”
“Questa è la versione breve, dopo che mi avrai fatto riposare a dovere,
prometto che ti racconterò la versione dettagliata!” disse e si tolse l’abito,
lasciandolo cadere ai suoi piedi.
“Non vale… non si fa mica così!” disse Maria avvilita. Sperava di poterne
sapere di più. E poi, dopo il ballo, l’aveva vista parlare con Max ed
allontanarsi da lui per poi non parlargli per il resto della serata e quindi
voleva sapere cosa fosse successo.
“Ah, ah!” disse facendo ’no’ con l’indice “Hai detto ‘qualche parola’ e io ti
ho accontentata, quindi ora lasciami andare a dormire e domani ti racconterò il
resto.”
“Ma…” tentò ancora Maria, ma fu interrotta dall’amica
“Mantieni la parola, Maria! E poi, se non sbaglio, anche tu domani devi
raccontarmi un po’ di cose!”
“Beh, effettivamente… sì, devo proprio raccontarti parecchie cose, domani!”
enfatizzando la parola ‘parecchio’ e si alzò dal letto per raggiungere la porta
della camera; poi si rigirò verso l’amica e continuò: “Domani rimarrai
strabiliata da quello che ti dirò, quindi, ragazza mia, tieniti forte, domani
sarà un giorno pieno di emozioni!” e prima di uscire definitivamente aggiunse:
“Soprattutto domani sera!” ed uscì dalla stanza lasciando Liz stupita e a
chiedersi a cosa stesse riferendosi l’amica.
Michael aveva già spento la luce della sua camera e se ne stava sdraiato a
guardare il soffitto illuminato dalla luce di una insegna al neon di fronte
alla sua camera, quando una voce lo colse di sorpresa:
“Ti è mai capitato di avere l’impulso di abbracciare una ragazza per non
lasciarla più andare via da te?”
La domanda lo raggiunse come un fulmine a ciel sereno e, sollevandosi a sedere
sul letto, fu sorpreso di trovare Max appoggiato alla porta di camera sua.
Guardò la figura dell’amico rimasta in penombra, tentando di immaginarsi la sua
espressione. La sua voce era bassa, e il suo tono era imbarazzato. Sapeva
com’era fatto Max e sapeva quanto gli era costato fargli quella domanda, quindi
si limitò a rispondere: “Questa sera l’ho provato per la prima volta!” disse
sinceramente.
Max si lasciò scappare un sospiro sommesso, e rimase ancora un po’ sulla porta
a fissare l’amico. Poi, dal silenzio più completo, riprese: “Perché sta
capitando proprio a me?” chiese. La sua voce era roca ed esprimeva tutti i suoi
pensieri, le sue paure.
“Perché è lei!” rispose semplicemente Michael “Perché è Liz Parker!”
Continua…
Scritta
da Taty |