Streghe Italia Fan Fiction

SVENTURE FUTURE 3


Breve riassunto: Seguito di "Sventure future 2": le tre sorelle vengono per caso richiamate in un futuro dove il mondo è sull'orlo del collasso a causa di un tiranno che controlla tutto. Vengono accolti da quattro guerrieri magici, che si rivelano…

Data di composizione: 4 Giugno 2001, ore 15: 38 - 12 Giugno 2001, ore 16: 10

Valutazione del contenuto: Adatto a tutti.

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro


Fine o inizio ? 

Phoebe piangeva disperata nella sua stanza, seduta sul bordo del suo letto a baldacchino. Si teneva il volto con le mani, con i gomiti sulle ginocchia e piangeva lacrime di tristezza profonda. Kanon entrò con un sorriso a centotrenta denti stampato in faccia. - Buonasera, madre mia. Come mai quelle lacrime sul tuo volto ? -
Phoebe si asciugò i segni scuri dell’umidità e gli si rivolse, ancora singhiozzando e facendo ancora fatica a parlare - Come puoi chiedermelo ? Come puoi sorridere dopo aver quasi completamente distrutto la tua famiglia ? -
- Perché sono allegro. -
- Sei allegro ?!?! Non sei un uomo. Tu sei un animale che non ha diritto di vivere! -
Phoebe cercò di ferirlo con un pugno, ma Kanon si tolse di mezzo con agilità e prontezza di riflessi. - Non ti agitare tanto, madre, altrimenti mi farai nascere male. -
- Sarebbe senza dubbio un miglioramento da come sei ora. -
- Non sprecare le tue energie producendoti in tecniche che ormai non ricordi più. Scommetto che non sei neanche in grado di formare un cubetto di ghiaccio. Ora mettiti a letto e dormi. Riposo assoluto e mangiare abbondante. Non tentare inutili scioperi della fame o della sete. Sapremo noi come farti mangiare. -
- Non esserne così sicuro, Kanon. Non sai di cosa sono capace. -
- Oh, sì. Ora scusami, ma devo andare. Ultimamente come Grande Consigliere di Fon ho parecchio lavoro. -
Phoebe cercò di aggredirlo alle spalle saltandogli addosso, ma la scossa temporale la sbatté indietro. - Non ci riprovare, madre. Altrimenti, no sopravviveremo né l’uno né l’altra. - Kanon chiuse la porta dietro di sé e a Phoebe non rimase che chiudersi di nuovo nel suo dolore. Strinse il pugno destro sempre più forte, concentrando le sue energie nel palmo chiuso. Sentì di nuovo il calore della sua anima concentrarsi e farla sentire bene. Aprì la mano e vi trovò un alone di umido. - Forse un cubetto di ghiaccio no, ma… - concentrò di nuovo le sue energie. Le esplose in un fascio di ghiaccio che brinò la parete. - Ma una bara per voi due sì… -

Si intrufolò furtivamente nei corridoi grigi della fortezza nella quale era rinchiusa, scelta dal Tiranno come suo quartier generale permanente. Phoebe afferrò la maniglia della stanza di Fon. Tirò un paio di volte e si accorse che era chiusa a chiave dall’interno. Vide attraverso il buco della serratura che la chiave era all’interno. - Non pensare che una porta chiusa a chiave mi possa fermare. Ghiacciò il blocco della serratura e della maniglia e lo tolse con fredda e calma decisione, facendo un silenzio di tomba durante tutta la procedura. Entrò nella stanza e vide il tiranno che dormiva profondamente. - Ora non farai soffrire più nessuno. Vorrei congelarti a viso aperto, ma ora come ora non mi interessa farti soffrire. Voglio solo vendicare le mie sorelle e i miei nipoti. - formò attorno al corpo del tiranno una bara glaciale, che avrebbe senza dubbio assiderato chiunque si fosse trovato al suo interno.
- E’ una bella intenzione, ma finché io avrò Fastball in mano mia, nessuno potrà mai uccidermi. -
Phoebe si girò di soprassalto, rimanendo di stucco davanti al tiranno che stava entrando dalla porta rotta, insieme a Kanon e a due guardie - Ma… Come hai fatto a sapere che volevo ucciderti nel sonno ? -
- Finché Fastball è in mano mia nessuno potrà mai neppure avvicinarsi a me. Rassegnati. Guardie. Portatela via. -
- Non vi avvicinate. - si divincolò dai due che volevano prenderla e si avventò come una belva ferite verso Fon. - Prendi sulla tua stessa pelle il ghiaccio che cinge il tuo cuore! -
Kanon si intromise tra di loro, bloccando la giovane strega prima che potesse nuocere troppo. - Non alzare la mano su di lui, madre. - le diede uno schiaffo e la fece cadere con la nuca sul pavimento. - Voi due. Prendetela. Non aspetteremo che partorisca a nove mesi. Interverremo noi con un cesareo e faremo crescere i due embrioni in vitro. Avanti, muovetevi. Portatela in infermeria. Opereremo stanotte stessa. Andate a prendere il dottor Dargon. Fatelo venire immediatamente. -
- Sissignore. Andiamo, soldato. Muoviamoci. -
I due uscirono ed andarono direttamente all’infermeria, distante parecchie centinaia di metri dalle stanze del Tiranno.

Il chirurgo entrò nella stanza e fu pronto ad operare. Era tutto pronto per operare Phoebe. - E’ tutto pronto, infermieri ? -
- Sì, dottore. -
- Perfetto. - disse , lavandosi le mani e poi infilandosi i guanti asettici. Girandosi verso Phoebe, notò che il lenzuolo sopra di lei non aveva il classico e indispensabile buco quadrato per la zona da operare - Che scherzi sono questi ? - alzando il lenzuolo vide inoltre che la donna era vestita - Perché è vestita ? - girandosi, si trovò puntata contro la fronte una pistola a tamburo. - Se fosse così gentile da prendere il posto di questa donna, le saremmo veramente grati. Si giri. -
- Ma chi… Chi siete ?… -
- Ho detto si giri. Non mi faccia parlare, che non ho più voce. -
- Ma è possibile che sei sempre così lento ? - l’altra persona che si era sostituita agli infermieri diede una botta in testa al medico, poi lo sostituì con Phoebe, ancora tramortita. - E’ così facile, cosa ci voleva ? Su, portiamola via. -
L’uomo si sporse con la testa fuori dalla porta per vedere se la strada fosse libera da presenza indesiderate. - Che fortuna. In giro non ci sono guardie. Via libera, possiamo andare. 
- Aiutami, pesa un quintale. -
- E dire che non sembra, a prima vista. - la sorresse, facendosi passare un braccio di lei dietro la testa e afferrandola per un fianco, ma tuttavia lasciando che i piedi strisciassero sul pavimento. La portarono fin dentro ad un ascensore e l’uomo pigiò il pulsante dell’ultimo piano del sotterraneo.

- Che cosa ?! E’ sparita ?! - sbraitò Kanon, appena appresa la notizia del rapimento avvenuto in infermeria.
- E’ così, capo. Non abbiamo più sue notizie, ed il chirurgo addetto alle operazioni è stato ritrovato svenuto dentro la sala operatoria, con un bozzo grosso come una collina sulla nuca. -
- Ma non è possibile. Perché non c’erano guardie nei corridoi ?! E’ un complesso impenetrabile, e addirittura una moribonda va e viene come se niente fosse ?!?! E’ impensabile!!! - ad ogni spruzzo di bile batteva il pugno contro il tavolo in legno di quercia
- Le guardie c’erano, solo che sono state tutte uccise a colpi di pistola. -
- Uccise tutte, hai detto ?! E non avete trovato tracce a proposito ? -
- No, signor Kanon. Nessuna minima traccia che riconduca a qualcuno. -
- Nessuna minima traccia… e allora da cosa sono state uccise ?!?! Dai fantasmi ?!?! Dimmelo, se lo sai!!! - scattò con violenza verso il capo delle guardie e lo prese per il colletto della giacca militare
- Non imbrattare i muri con la tua bile, Kanon. -
- Mi spieghi come faccio a non arrabbiarmi se sono circondato da una manica di incapaci che non sanno vigilare ? -
- Sei tale e quale a tuo padre. Quando ti arrabbi non capisci più nulla. - disse, con la voce intonata con una sottile vena di sarcasmo - Tuo padre era un grande condottiero, e non commise mai l’errore di perdere la calma in battaglia. Tranne quando fu ucciso la prima volta, è ovvio. Tu, vuoi continuare ad essere paragonato a lui in eterno a lui, o vuoi essere considerato migliore ? -
- No… - Kanon sembrava calmarsi - Ma adesso che mia madre è scomparsa cosa facciamo ? -
- Non badarci. Abbiamo perso una strega, che oltretutto non ha così grandi poteri come avevano quegli altri. Hai paura dei suoi ghiaccioli ? -
- Non la conosci. Ha molte risorse. -
- Può anche avere al completo i più grandi maghi e stregoni della storia, ma fino a quando io avrò Fastball in mano mia, nulla mi farà crollare. Comunque, non pensiamo a questi fatti di nulla importanza. Piuttosto, hai fatto in modo che tutti i miei gerarchi presenzino alla cerimonia della proclamazione della supremazia negli Stati Uniti ? -
- Sì, ci saranno tutti, dal primo generale fino all’ultimo imprenditore. Tutti staranno a guardarla in trionfo. -
- Perfetto, perfetto. Ti affido la protezione di Fastball, mentre sarò via. -- Non lo reputo sicuro, signore. -
- Cosa intendi dire ? -
- Se io non avessi fatto la spia, a quest’ora lei sarebbe chissà dove. Secondo me dovrebbe portarla con sé fin nel luogo dell’incoronazione. Se con lei vicina è realmente invulnerabile, allora non dovrebbe temere nulla, giusto ? -
- E’ un’ottima idea, Kanon. Domani sarai nominato primo fra i miei generali. Un uomo del tuo calibro, non può rimanere inosservato. Non sei d’accordo ? -
- Assolutamente, signor Fon. -
- E allora, a domani. -
- Sì. A domani… E domani si vedrà… -
E se ne andò da una porta secondaria, immerso in profonde riflessioni sulla giornata seguente.

- E’ strapieno, quest’oggi. Tutti sono venuti per esultare alla vittoria di Fon. - discuteva una delle guardie addette alla sicurezza, insieme ad un suo collega - Non ho mai visto tanta gente esaltare un solo uomo. Solo quando i Bergamo Lions hanno vinto il campionato del mondo di football americano a squadre. -
- Hai ragione. Ci avresti scommesso un dollaro, contro i San Diego ? -
- Assolutamente no. Chi avrebbe dato la vittoria ad una squadra italiana. Ci ho perso cinquanta dollari, maledizione. -
- Vi pagano per conversare fra di voi o per fare la guardia ? -
- Ci scusi, signor Kanon. -
- Hm. - mugugnò, abbassando leggermente la testa. - Continuate a vegliare, altrimenti vi uccideranno senza che ve ne accorgiate.
Kanon faceva da scorta a Fon, guardandosi attorno con l’aria circospetta di chi non è mai sicuro della fiducia del prossimo. Più precisamente, sembrava volesse scovare qualcuno in particolare, in grado di minare il trionfo di quel giorno. - Non vedo nessuno di sospetto in giro. Meglio così. -

- Tutto pronto, Kanon ? -
- Sissignore. Nulla di strano anche fra il pubblico. La cerimonia può avere inizio, mio signore. -
- Bene. - procedettero tutti a passo lento fino ad un altare montato al centro dello stadio. Un cerimoniere lo stava aspettando per iniziare la cerimonia di proclamazione. Il tiranno avanzava con in mano Fastball, con incedere lento e solenne.
- Sono pronto a diventare il padrone di tutto. -
- Un attimo, signore. Prima dovrebbe dare in mano a qualcuno quella sfera. -
- Rinunziarvi ? Giammai, ve lo potete scordare. -
- Avanti, signor Fon. In mano mia sarà al sicuro. -
- E va bene, Kanon. Mi fido di te. -
- Con l’autorità conferitami da Dio, il tuo nome ora sarà nella storia. - intanto che il cerimoniere procedeva con la sua nenia, Kanon si guardava in giro, sudando anche se la temperatura era nettamente sotto lo zero. - Io …-
Tutto il pubblico tratteneva il respiro, aspettando che il suo beniamino raggiungesse l’apice di una fama di carogna e assassino, ma questo era un effetto di Fastball, dotata di immensi poteri ipnotici, ma del tutto inutili contro le streghe e gli stregoni buoni. Prima di finire il discorso, il misterioso cerimoniere barbuto sorrise al tiranno. - …ti condanno a morte. - vibrò un tremendo pugno in testa al nemico inginocchiato, facendogli perdere i sensi - Xeni! Andiamocene, presto. -
- Ti seguo, Moloc. -
- Ragazze, via di qui! Rapido, rapido! -
- Eccoci! - le altre si levarono i travestimenti da guardie e corsero via, divincolandosi fra gli agenti della sicurezza
Il capo delle guardie fu preso in contropiede, ma diede sempre al volo l’ordine di sparare a vista. - Non pensare sia facile. Scudo. -
- Usa il potere muovendoti, altrimenti è inutile. - gli rammentò Piper
- D’accordo, mamma. - presto, persino alcuni spettatori invasero il campo per riprendere la sfera sottratta. Si accalcarono principalmente sul portatore, Moloc. Braccato, non seppe cosa fare, ora che era circondato. Il suo potere era fuorigioco, poiché l’avrebbe utilizzato su degli innocenti, solamente plagiati dalla diabolica palla. < Ora che faccio ? E chi si muove da qui ? Mi stanno tutti addosso, non riesco ad andare da nessuna parte… >
Xeni gli passò vicino, prendendo a spallate chiunque fosse in mezzo - Levatevi di torno! Moloc, passami la sfera! -
- Pronti. Tieni. -
- Bello scambio, ragazzo. - Xeni corse via come il vento, ma presto anche lui fu braccato - Sono nelle pesti… - con la coda dell’occhio scorse Prue che lo stava raggiungendo velocemente - Tieni, zia. - le strizzò l’occhio effettuando lo scambio. Schizzarono in direzioni diverse. Tutti si diressero verso Prue, quasi lasciando perdere Xeni. Prue, a differenza degli altri due, fu subito presa. Cadde bocconi a terra. La folla volle rovesciarla per strapparle di mano la sfera, imprecando ed inveendo contro di lei. Ad un certo punto Prue si girò da sola, stringendo le braccia a croce sul petto. In molti le presero le mani e strapparono con violenza per fargliele allargare. Lei, con un sorrisetto, aprì direttamente le braccia, sbattendo da una parte il nugolo di invasati che la circondava - Mi dispiace, niente sfera. -
Tutti rimasero di sasso, vedendo che non era Prue ad avere la sfera. Pensarono che l’avesse fatta sparire con un qualche sortilegio. - Tirala fuori o ti squartiamo, strega. -
- Mi dispiace, ma non ce l’ho io. -
- Lei e Kanon non si sono realmente scambiati la sfera. Prendetelo! E prendete anche lei! -
- Sì, aspetta e spera. Teletrasporto! - sparì come d’incanto, dopo che la sua immagine divenne sfocata non fu più in mezzo alla folla
- Ma dove è finita ? -

Xeni intanto era riuscito ad arrivare, con Fastball in mano, nei corridoi per uscire dallo stadio. Nel gruppo mancavano solo Phoebe e Prue. Quest’ultima gli si presentò davanti come d’incanto, e non appena fu in grado di distinguere le immagini, corse via con gli altri.
- Lieto di vedere che il mio teletrasporto funzioni. -
- Ti devo ringraziare per questo nuovo potere. Ma se ti rendo la pietra svanirà ? -
- No, te lo puoi tenere. Ormai hai una copia del tuo potere, come un file copiato da una directory e salvato in un’altra. -
- Grazie mille, allora. Se esco viva da qui, non arriverò mai più in ritardo agli appuntamenti. -
- Meglio accelerare. Ce li abbiamo dietro. - considerò LeAnn sbirciando dietro di sé
- Io sono già al massimo. Avanti, energia al massimo. Concentratevi e poi uniamo le mani. -
La cosa era facile a farsi con le parole. Il fatto che la corsa li stava impegnando, rendeva assai arduo il concentrarsi. Tuttavia, tutti ci riuscirono e unirono le loro mani, formando un’unica scia di energia. - Siamo pronti ? Teletrasporto! -
Prima che si potessero teletrasportare, LeAnn scivolò per su di una chiazza umida e cadde a terra, perdendo la presa da sua sorella Freya. - Sorellina! -
- LeAnn! - Freya mollò la presa sulla mano di Piper e andò in soccorso alla sorella.
- Freya! Dove stai andando ? Fermati! - il teletrasporto riuscì alla perfezione e la maggior parte del gruppo sparì. Solo le due figlie di Prue rimasero dov’erano. Freya rimise in piedi la sorella minore e ripresero a correre, anche se il drappello era ad una distanza inferiore ai cinque metri. - Corri, LeAnn. Anche se mi sparano alla schiena, ci salveremo comunque. Muoviamoci, presto! -
- Ferme! - gridava la folla indiavolata, presa dal desiderio folle di linciarle - Ferme o apriamo il fuoco. - davanti alla persistenza delle due, quello che sembrava il capo fece bloccare i civili. Approfittando del corridoio lungo nel quale erano entrati fece disporre i suoi uomini in due diverse file, una accosciata e l’alta in piedi, in modo da avere una maggiore possibilità di prenderne almeno una. - Pronti. Puntate. Fuoco! - si mise a sparare anche lui, mirando alla schiena di Freya. Sebbene fosse colpita dalle pallottole un’infinità di volte e avesse la veste bucherellata come un colino da tè, continuava a procedere.
- Non passerai, donna. - mirò alle gambe ed esplose il colpo. Freya cadde a terra, colpita al polpaccio destro. LeAnn tornò indietro per aiutarla, anche se Freya la respingeva - Salvati, continua a correre. -
- No, io non ti lascio. -
- Na abbiamo colpita una. Andiamo. - le guardie e la folla si mossero quasi nello stesso istante per andare incontro alla coppia.
- Voi non prenderete mia sorella. - LeAnn espresse una violenza inaudita, per difendere la sorella - Se davvero ci volete, dovrete perlomeno tramortirmi. - continuava a mandare al tappeto i loro aggressori esclusivamente con il destro, lasciando che l’altro fungesse solo ed esclusivamente da difesa. Uno dei cecchini del gruppo delle guardie rimase in mezzo al pubblico e anche se la giovane strega si continuava a muovere, le sparò un preciso colpo al petto, infilzando una freccia soporifera nelle sue carni. La vittima ebbe il tempo solo di fare un paio di passi, barcollante come un’ubriaca, per poi svenire sul pavimento. La sorelle cercò di raggiungerla strisciando, ma poté solo toccarle la mano, per poi stringerla con calore. - Grazie, LeAnn. - poi svenne anche lei, a causa del dolore della ferita.

Riapparimmo dentro la stanza del sotterraneo, cadendo a terra dopo aver frenato bruscamente la nostra corsa. Prue si guardò intorno agitata, non vedendo le sue due figlie. - Ho visto scivolare LeAnn e Freya che cercava di aiutarla. - le disse Piper, quella che stava tenendo per mano Freya - E’ successo poco prima che ci trasportassimo qui. -
- Devo andare a salvarle. -
- Non fare gesti affrettati, zia. Ragiona. - ma prima che Lex potesse finire di parlare, Prue sparì, lasciando della sua presenza solo un veloce ‘zip’, rumore tipico del trasferimento.
- La fretta nel prendere le decisioni è una caratteristica di famiglia. - Xeni guardò Fastball con un’aria malinconica, poi se ne andò, lasciando la sfera nelle mie mani. - Dove stai andando, Xeni ? Xeni! -
Uscì dalla porta senza dire una parola, curandosi di chiudere silenziosamente la porta dietro le spalle. - Quell’uomo è incorreggibile… Cosa facciamo adesso ? Prue potrebbe essere in pericolo, ma noi dobbiamo anche proteggere Fastball, in modo che non venga ritrovata dagli uomini di Fon. La botta che gli ho dato non servirà certo a tenerlo fuori combattimento a lungo. Dobbiamo trovare un piano in fretta. Senza Freya però fare certe cose è molto più difficile… - la situazione mi stava deprimendo alquanto. Fare piani articolati non era una cosa di mia competenza. Io avevo finora fatto solo da rifinitore, da pedina, non da scacchista, ruolo prenotato da Freya e Xeni.
- Coraggio, figlio mio. So che ce la potremo fare. Troveremo un piano alla svelta. - mi disse Piper, passandomi una mano fra i capelli (sottolineerei difficilmente, data la differenza di altitudine, e sottolineo anche altitudine…). Era una bella sensazione, però. Sentire di nuovo quel gesto dopo tanto tempo. Era come se dentro di me ci fossero solo certezze, nessuna indecisione o paura. Un tocco caldo, amichevole e rilassante. - Grazie. - le dissi, con un lieve groppo alla gola. - Bene. Calmiamoci e pensiamo. Credo forse di avere l’idea giusta… -

- Eccomi qua… Soli… dopo tanto tempo. Non avrei voluto fare ciò che ho fatto. Ma era inevitabile. Un piano pensato nei minimi dettagli, che però mi ha fatto riflettere sulla sua legittimità. Anche perché ci sei andata di mezzo… L’importante è che tu sia qui, viva. Mi chiedo se sarai capace di perdonarmi, una volta che saprai la storia come veramente è andata. Non è stato possibile attuare il piano nella tua epoca, dato che sarai purtroppo tu la causa della creazione di Fastball. Per far tornare in vita il tuo amato Saga. Che Dio ci assista. Andrò a recuperare Freya e LeAnn… Tu pensa solo a riprenderti. E scusa ancora per il bernoccolo… - Xeni se ne andò, sempre avvolto nella sua aria misteriosa, come se fosse una fotocopia del padre.

La rinascita

- Mi dispiace dirglielo, signore, ma sono spariti i cinque terzi del gruppo. -
- Lo diceva Kanon, che di voi non ci si può fidare. - replicò il tiranno, sprofondato nella sua poltrona di quercia con imbottiture in velluto rosso. Aveva una borsa del ghiaccio sulla testa per calmare il dolore del colpo ricevuto da Moloc - Dove sono adesso gli ostaggi ? -
- Li abbiamo portati nelle celle di isolamento, separate l'una dall'altra. -
- L'una dall'altra ? Non avete preso l'avanzo di galera che mi ha sfondato la testa ? -
- Non ancora. Stiamo facendo una tracci del segnale lasciato da Fastball al fine di rintracciarli. -
- Bene - disse Fon, girando la poltrona in modo da dare le spalle al suo sottoposto - Quando rintracciate il luogo del segnale, partite immediatamente e mandate qualcuno ad avvertirmi. Non disturbatemi fino ad allora. -
- Ricevuto. - il soldato se ne andò lentamente, lasciando da solo Fon. Dopo essere rimasto pensieroso per alcuni minuti, si alzò e andò a far visita alle prigioniere, nel terzo piano interrato Iniziò da Prue, la quale giaceva rannicchiata sulla sua branda, rivolgendo la faccia al muro - Tu sei una di quelli che hanno fatto il colpo, vero ? -
Prue non lo degnò di una risposta. Fon rifece la sua domanda - Sei una di quelli che hanno fatto il colpo ? Rispondi! - ancora, Prue rimase zitta. Fon non riuscì a capire se fosse sveglia o se stesse dormendo, quindi proseguì il giro.

- Ce la faremo a tornare indietro ? -
- Non lo so, piccola mia. Io lo spero davvero. Non piace anche a me stare qui. - LeAnn trasalì, sentendo che la porta veniva smossa, e sua madre sparì, dissolvendosi. La giovane rimase sola nella cella. Diede uno sguardo verso lo spioncino aperto, e vide Fon che la stava osservando - Con chi stavi parlando, tu ? -
- La botta ti ha fatto uscire di testa, per caso ? Con chi vuoi che stessi parlando ? -
- Attenta, anche se sei lì dentro io non ci metto né uno né due a venire lì e prenderti a pugni. -
- No, no. Stai pure lì. - allontanò la mano di scatto e lanciò Fon contro il muro opposto alla porta di ferro della cella. - Come vedi, io riesco a passare anche dalle sbarre. AHAHAH!!!… - Fon richiuse lo spioncino con violenza, e se ne andò contrariato in direzione della cella di Freya.

La figlia maggiore di Prue era assorta in meditazione, spargendo un'anima calda tutt'intorno. Fon la vide, ma non se ne preoccupò e la chiamò, deconcentrandola. Freya rispose malissimo, ingiuriando pesantemente chi gli stava davanti. - Non farlo mai più, altrimenti quando vengo fuori vengo lì e ti concio per le feste. -
- Mi piacerebbe sapere come farai. E come faranno gli altri, senza più la loro esperta nel campo delle nuove tecnologie e la loro stratega migliore. -
- Non sono cose che ti devono preoccupare. E ora vattene, prima di interrompere per un'altra volta la mia meditazione. -
- E se non volessi andarmene ? -
Freya si alzò da dove si era accovacciata e, zoppicando a causa del colpo di fucile ricevuto, si avvicinò a Fon. Lo prese per il bavero della giacca e se lo avvicinò, picchiandogli la faccia contro le sbarre dello spioncino. - E bravo. Hai visto giusto, dicendo che ero la stratega del gruppo. Mentre noto che tu non hai provveduto a fare in modo di conoscere i nostri poteri. Scambio. -
Non ho nominato prima i loro poteri, per esigenze di scrittura, ma ora penso che lo abbiate capito. Freya, ad esempio, riesce a scambiarsi di posto con chiunque tocchi, e se vuole assumerne le sembianze e i ricordi. In questo modo, Freya diventò Fon, imitando la sua personalità. - Non credo che starai male, in fondo c'è anche una coperta. -
- Non puoi lasciarmi qui. Guardie! Guardie! Prendetela! -
Due militari armati di fucile a ripetizione modello M-16 accorsero dall'anticamera, sentendo la voce del loro capo chiamarli. Rimasero spaesati nel vedere che di Fon ce n'erano due. Uno chiese - Ma cosa sta succedendo ? -
- Oh, non badategli. Ha solo preso le mie sembianze per farvi cadere in errore. Adesso liberate le altre e scortatele fin nella stanza dei bottoni. Le voglio interrogare di persona. Tu, prendi quella più anziana, e tu invece quell'altra. -
- Sì, capo. -
La prima guardia aprì la porta della cella di LeAnn, dicendole di brutto - Ehi, tu, vieni fuori. Il capo vuole vederti. No, che fai ? - sparì dentro la porta. 
Anche la seconda guardia subì lo stesso trattamento. Prue uscì fuori, chiudendo la porta a chiave, dopo aver spogliato la guardia e aver preso i suoi abiti.
- Non stai bene, conciata in quel modo. Lo sai, Freya ? -
- Non rigirare il coltello nella piaga. Pensiamo ad andarcene. -
- Concordo, sorellina. -
E se ne andarono. Nell'andare, trovarono anche moloc, che da solo aveva intenzione di salvarle, facendo affidamento solo sui suoi due poteri: Scudo e Teletrasporto. ci rimase un po' male, ma non ci badò più di tanto, siccome vedeva che ormai la famiglia si era riunita.

- Come sarebbe a dire che non c'è più ? -
- Non lo vediamo da quando è andato ti ha dato in mano Fastball. - rispose Lex, strettasi nelle spalle
- Penso che possa essere andato a sistemare di persona Fon, senza farci andare di mezzo. -
- Diamine. Che sconsideratezza! E come facciamo adesso ? Dove si sarà cacciato ? -
- Ma che diavolo di bisogno ci sarà stato di tanto urgente ? Abbiamo Fastball, Fon è in galera senza possibilità di farsi sentire dalle sue guardie, stiamo tutti bene. Che bisogno aveva di andare in giro a fare casino ? Proprio non lo capisco. -
- Ragazzi. Ragazzi. - esclamò Piper, tornando dall'infermeria, nella quale si era recata a far visita a Phoebe, ancora addormentata - Guardate cos'ho trovato nella mano di Phoebe. -
Lex prese il foglietto che Piper reggeva in mano e iniziò a leggerlo - "Eccoci qui. Mi dispiace di non poter vedere il vostro ed il nostro trionfo, ma ho deciso di saldare i conti con Fon da solo. Non ve ne abbiate a male, ma ringraziatemi. Esprimete il vostro desiderio e fatela finita con questa storia." -
- Oh, misericordia. ha scritto nient'altro ? - commentai
- Aspetta un attimo. - mia sorella girò il biglietto e scovò una scritta in piccolo, sempre scritta da Xeni - C'è dell'altro. "Postscriptum: Andatevene prima che l'orologio dell'infermeria segni le venti e quarantacinque. Sarà l'ora in cui mi farò saltare in aria con Fon e tutto lo stabile. Spero di rivedervi. Spiegate a mia madre com'è andata la faccenda non appena si sarà svegliata. E' firmato Xeni." - Lex sbarrò gli occhi e incitò tutti a correre in infermeria. Nella foga, lasciò cadere il biglietto, lasciando la presa nell'istante stesso in cui si voltò per prendere la porta e uscire.
Lex ed io prendemmo in braccio Phoebe, mentre Prue si occupò di trasportare via le altre. Con un po' di rammarico per Xeni, ma senza ulteriori rimpianti, portai via tutti dall'edificio, dopo essermi messo d'accordo con Prue sul luogo dell'appuntamento. Giusto quando mancavano ancora due minuti alle venti e quarantacinque.
In quel momento, Xeni si stava dirigendo verso la cella dove Freya aveva rinchiuso Fon. Xeni cercò bene la cella e guardò al suo interno, dove vide il Tiranno seduto sulla branda spoglia e sfatta. - Xeni. Sei tornato per tirarmi fuori di qui ? - gli chiese speranzoso
- A onor del vero - disse solenne Xeni, aprendo la porta di metallo della cella - Sono venuto qui per un'altra ragione. -
- Di cosa si tratta ? -
- Nulla di importante. Soltanto la tua testa. -
- La… la mia testa ? - trasalì impaurito Fon - Cosa intendi dire ? -
- Senza Fastball non hai più nulla che difenda la tua inutile carcassa. - considerò, chiudendo a chiave, sporgendo il braccio dallo spioncino e infine buttando lontano la chiave - E per quello che mi hai fatto fare contro i miei compagni di lotta, i miei amici, mia madre e mio padre, ti condanno alla pena capitale, che sarà eseguita con la modalità riservata alle streghe: il rogo. - i suoi occhi senza pietà si chiusero, pregando in un silenzioso "mea culpa", prima di lasciare il mondo. A dire la verità, me lo sarei aspettato, sapendo che era il figlio di un tale padre…

Grazie a tutti di tutto e arrivederci

- Adesso mi dovete spiegare come avete fatto a salvarvi da quel rogo. - chiese Phoebe sorridendo
- Semplice - le ho risposto io, dopo aver bevuto un goccio del mio solito bitter - Il giorno in cui ci hanno ucciso, io avevo preso dall'interno della mia cintura un pezzo di Arenaria Bianca che porto sempre con me. L'Arenaria Bianca ha la caratteristica di memorizzare gli incantesimi e i poteri, e poi di trasferirli ad un altro essere animale. Così ho fatto io con Prue. Grazie alla sua forza di volontà, ha acquisito il potere e così abbiamo raddoppiato l'efficacia del teletrasporto. Il tutto all'ultimo istante utile. Devo dire che però ce la siamo vista brutta. Sembrava che le fiamme stessero per raggiungerci. Se ci penso… - ho sbuffato, asciugandomi il sudore freddo che mi si era formato sulla nuca.
- Grazie a lui - si è intromessa Prue - ora ho un nuovo potere. -
- Beata te. - ha commentato Piper, servendo da bere ad un avventore.
Dopo quella serata di divertimento ci siamo rimessi in viaggio verso la nostra epoca, sicuri che la storia sarebbe scorsa meglio di quello che abbiamo visto noi.
Prima di finire, ho consegnato a mia madre due pezzi di Arenaria Bianca, dicendole che le avrebbero fatto comodo dopo aver pronunciata la frase magica - Prendo il tuo potere. Che la tua magia in me possa giacere. -
Tanto per la cronaca: per far passare la magia nella pietra basta cambiare che dà e chi riceve, ovvero - Prendi il mio potere. Che la mia magia in te possa giacere. -

 
Scritto da MoonWalker


Torna all'indice della Fan Fiction

Torna a Streghe Italia