LA FINE DEL MONDO... OPPURE NO?
Riassuntino : Prue si organizza per assolvere al suo compito… seguito di “The dark ride”.
Fascia d’età : adatto a tutti.
Data : cominciato il 1° aprile 2001 alle 15.29 e finito il 16 aprile 2001 alle 2.40Disclaimer
: Si ricorda che tutti i diritti sono di proprietà del sito “Streghe
Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono di proprietà
Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il
permesso degli autori e senza fini di lucro.
Non c’è motivo per cui sia contenta.
Appena due o tre ore fa Prue è uscita dalla vita mia e di Piper e, adesso che
mi sono svegliata, ritrovo mia sorella, l’ultima persona con cui avevo un vero
legame affettivo, morta al mio fianco. Lo so, era proprio ciò che voleva, ma
questo non mi solleva per nulla, anzi mi fa sentire ancora peggio.
E questo biglietto…mi chiedo cosa ti passava per la testa quando l’hai
scritto. ”tu devi vivere, se te la senti” ; come posso voler continuare a
vivere dopo tutte le disgrazie che si sono abbattute su di me ? Prima Prue ed
ora tu…
“Spero che la fine del mondo non arrivi” ; mi viene in mente una delle leggi
di Murphy, il fisico più ottimista del mondo, la quale diceva “Se sembra
facile è dura, se sembra difficile è fottutamente impossibile”. Ecco come
considero la tua speranza sorellina, fottutamente impossibile.
“(spero) che tu abbia dei bei figli” ; a che scopo avere dei figli se
questi, come del resto l’umanità intera, sono destinati a morire, e per colpa
non di uno sconosciuto qualunque, ma della zia ? Perlomeno hai detto che mi
merito di essere felice…
“Di a Leo che l’ho amato come non ho mai amato nessun altro” ;
d’accordo, ma oltre a dirgli che lo amavi follemente dovrò anche dirgli che
sei morta…mi ucciderà quando saprà che non ho nemmeno provato ad
impedirtelo.
E’ proprio vero che parli del diavolo e ne spunta la coda. Vedo davanti a me
la classica luce azzurrina, quella che anticipa l’arrivo del nostro angelo
bianco…tragedia in vista.
Saprà già tutto o dovrò spiegarglielo io ? Spero vivamente che sia la prima
possibilità quella vera, non reggerei a dovergli raccontare i disastrosi
avvenimenti delle ultime ore.
“Salve ragazze, sono arrivato un po’ prima perché…” ma non finisce
nemmeno la frase, il sorriso solare che riempiva il suo volto gli muore sulle
labbra appena vede. Senza nemmeno considerarmi si precipita su Piper e tenta
invano di risvegliarla prima di accorgersi del profondo taglio che ha sul petto.
Per i successivi dieci secondi Leo cade in catalessi, nessuna sollecitazione
esterna sembra svegliarlo dalla trance, probabilmente sta tentando di
autoconvincersi di essere nel suo soffice letto di nuvole e che quello che ha
davanti a sé sia solo un incubo.
“Phoebe, cos’è successo ? Perché è…”, non trova il coraggio di finire
la frase, poverino…
“Hai tempo a disposizione ? E’ una storia abbastanza lunga”.
Ci sediamo ; mentre io parlo lui non distoglie un istante lo sguardo dal corpo
di mia sorella, e ad un certo punto comincia a cullarlo, grosse e amare sono le
lacrime che solcano le sue guance cadendo rumorosamente a terra.
Nell’istante in cui finisco di spiegare si sentono i campanellini che servono
a richiamarlo davanti a Loro, così mi stringe forte e se ne va piangendo come
una fontanella.
E adesso ? Come se non bastasse tutto questo, dovrò anche inventarmi una scusa
plausibile per la sua morte e per la sparizione di Prue…meno male che almeno a
Morris potrò rivelare tutto, anche se non so quanto sarà contento di sentirlo.
Non è malaccio.
L’idea che avevo dell’Inferno è quanto di più lontano ci fosse dalla realtà
dei fatti. Dai racconti della nonna e della mamma me lo immaginavo costituito da
piccoli cunicoli, impregnato del pessimo odore di zolfo fuso, con laghi di lava
e fuochi perenni.
Niente di più sbagliato.
Ammetto che non è paragonabile ad un appartamento nel centro di Manhattan, ma
si difende egregiamente. Dovendo fare un confronto con una struttura terrestre,
direi che assomiglia ad una base militare molto organizzata, le cui aree più
riservate sono sorvegliate da soldati 24 ore su 24 e solo alcune personalità
possono accedervi senza il permesso del gran capo. Le camerate degli ufficiali
si trovano nell’ala est, ed è lì che io dormirò, mentre i soldati riposano
in un’altra zona. Il cibo non è proprio il massimo e io, essendo abituata ai
manicaretti della defunta Piper, sono di gusti difficili, ma confido che riuscirò
a farci il callo in tempi ragionevoli.
Dei miei nuovi compagni non ho un giudizio del tutto buono : Klashtorn ha sempre
il suo irresistibile charme, è gentile ed educato con me, mi fa sempre dei
piccoli favori anche quando questo potrebbe procurargli dei guai con le alte
sfere…forse è così servizievole, e così malvisto dagli altri, perché è
l’unico che sa veramente chi sono, infatti il comando supremo ha deciso di non
diffondere ancora la notizia e il mio arrivo è stato giustificato come un
semplice aumento di personale. Riguardo ai rimanenti, beh…nessun entusiastico
commento. Finora ho avuto contatti solo con alcuni dei personaggi che vivono
qui, Zeldarath il necromante, Aethiss il druido e Hipnos l’assassino, elementi
che fino ad una settimana fa avrei evitato come la peste…di questi solo
Zeldarath è sufficientemente sopportabile, ed in rari momenti quasi simpatico,
mentre gli altri due non li posso vedere, uno tutto preso dai suoi incantesimi
arcani e per me incomprensibili…e dire che le mie esperienze degli ultimi due
anni mi avevano convinto che ormai la magia non avesse più segreti per
me…l’altro intento a crogiolarsi nell’autoesaltazione e nel distribuire
per tutto il campo volantini che riportano fedelmente il riassunto di ogni suo
lavoretto. Odio i palloni gonfiati e quelli che passano il tempo curvi sui
libri. Se fossi un po’ più forte li sistemerei come dico io, entrambi ridotti
ad una macchia sul muro del refettorio, ma tanto questo momento arriverà, prima
o poi…
Ma non basta : infatti il mio arciere preferito…mi sto lentamente innamorando
di quell’uomo, ormai è solo questione di tempo…mi ha fatto sapere che dovrò
cominciare un durissimo addestramento all’uso di qualsiasi tipo di arma, non
si è mai visto il comandante in capo di un esercito che non è nemmeno in grado
di tenere in mano una spada. Mi aspetta una bella sgobbata.
E così comincia un nuovo giorno, il terzo da quando la mia vita ha preso la
svolta che doveva prendere : sveglia alle cinque ora terrestre, piccola adunata
nel piazzale antistante la caserma, colazione tutti insieme allegramente e poi
mattinata dedicata agli allenamenti, c’è chi si impratichisce con gli
incantesimi di evocazione e chi fa a gara coi commilitoni nel distruggere i
manichini. Nel pomeriggio, dopo un “lauto” pasto, ancora sudore e sangue
spesi per migliorarsi in ogni campo del combattimento e verso sera la riunione
generale, vero e proprio momento di aggregazione in cui ci si scambiano consigli
ed impressioni sulla giornata che volge al termine. All’alba successiva si
ricomincia tutto daccapo. Ma presto questa routine verrà smossa, non appena il
Gran Capo farà l’annuncio che darà l’inizio all’Apocalisse.
Uff, io odio la carne essiccata e sembra che qui non si mangi
nient’altro…dovrò fare le mie rimostranze al cuoco, o ucciderlo e mettermi
io ai fornelli, dipenderà dal mio umore in quel momento. Dopo essermi servita,
Klash…sono già ai soprannomi, è fatta…mi fa cenno di sedermi vicino a lui
; trotterello tutta contenta e occupo la sedia accanto alla sua. Non mi lascia
nemmeno il tempo di addentare la portata che si avvicina sornione e mi bisbiglia
nell’orecchio : “Ho ricevuto dei nuovi ordini, mia cara Predestinata. Oggi
comincia il tuo allenamento speciale e per adesso sei fortunata, sarò io il tuo
istruttore”.
“Come per adesso ? Vuol dire che avrò ogni volta un maestro diverso ?”.
“Beh, io so solo tirare con l’arco, anche se sono il migliore, ma un
comandante deve sapersi barcamenare un po’ in tutto…riceverai i rudimenti
dell’arte necromantica di Rathma e i principi basilari dell’assassinio,
saprai come controllare le potenti energie della natura e come sventrare i
nemici con un solo e preciso colpo di spada, insieme a tante, tante altre belle
cose. Dovrai dimenticarti di essere mai stata una strega e dovrai anche
disimparare ad usare il tuo potere telecinetico, non sarà con quello che ci
condurrai alla vittoria”.
Oh, che bella notizia, la strada verso il mio comando assoluto è cominciata.
Finito di mangiare quella innominabile schifezza, ci alziamo educatamente sotto
gli occhi parecchio stupiti di tutti. Hipnos, facendosi portavoce dei compagni,
ci chiede con una punta di malizia : “Possiamo noi mortali sapere dove vanno
le vossignorie vostre ?”.
Klashtorn lo fulmina con un’occhiataccia e, mentre il suo viso si trasforma da
una maschera contorta di rabbia a un ghigno sotto i baffi, risponde calmo :
“No, non potete. Direttive che vengono da laggiù, roba top secret. Verrete
aggiornati a tempo debito”. E ce ne andiamo lasciandoli con un palmo di naso,
anche perché la regola vuole che ci si alzi da tavola tutti insieme.
Quella ragazza non mi piace per nulla.
E’ altezzosa, arrogante ed antipatica quanto basta per farmela odiare
visceralmente. E poi non capisco, che ce ne facciamo di un’inutile femmina ?
In 250 anni che vivo qui non ho mai visto una donna per questi pericolosi e
tetri corridoi, perché lei deve fare eccezione non lo so. E il riferimento di
Klash agli ordini che vengono direttamente dal capataz…mah, misteri della
vita. In ogni caso giuro che alla fine le farò sputare tutta la sua superbia,
ovviamente insieme ai denti.
Non posso lasciarli andare via così senza reagire e, contravvenendo alle leggi,
mi alzo per seguirli. Zeldarath mi afferra per un braccio dicendomi : “Ma
anche tu sei per caso impazzito, Hipnos ? Se ti beccano ad andartene dalla
tavolata prima del tempo sarai nei guai”.
Bah, magari è talmente ingenuo da pensare che abbia paura di una sgridata :
“Mollami, ho un impegno urgente da sbrigare”.
“E si può sapere, di grazia, in che cosa consisterebbe questo impegno ?”.
“Niente che ti riguardi. Ed ora lasciami andare il braccio, o nemmeno i tuoi
adorati scheletri potranno riattaccartelo”.
Sa perfettamente di non avere speranze contro di me, il miglior assassino che
l’Inferno abbia mai conosciuto, e allentando la presa si lascia sfuggire una
frase piena di preoccupazione : “Non ho idea di cosa stia succedendo qui, ma
sappi che lo dicevo per il tuo bene, amico”.
Quando ormai sono alla soglia della stanza urlo mentalmente : “Imbecille,
pensi davvero che io ti sia amico ? Dovresti aver imparato che qui ognuno deve
contare solo sulle proprie forze…”.
Ora devo inseguirli, ma non riesco a capire da che parte siano andati…poi,
mentre sono appoggiato al muro per riflettere, mi viene il più classico dei
colpi di genio e sfoderando un sorrisino malefico dico fra me e me : “Il
piccolo cortile sul retro, sento che sono lì”. Sfruttando le mie innate doti
striscio mimetizzato contro il muro fino a giungere all’uscita che da sulla
minuscola piazzola, normalmente deserta perché troppo modesta per potersi
allenare in modo serio ; loro sono lì, Klashtorn impugna il suo Barbiglio
dell’Armageddon, lei invece un arco gotico comune che tenta disperatamente di
tendere per tutta la sua lunghezza.
Interessante, davvero interessante…e così la nuova arrivata si fa dare
lezioni private e segrete dal più bravo arciere infernale, nonché capitano
della Reign in blood.
Ho la sensazione che questa mia scoperta mi tornerà utile in futuro,
soprattutto quando la riferirò alle alte sfere.
“Non così Prue, devi sforzarti di più e tendere questo maledetto arco, ti
avviso che non ho intenzione di perdere l’intero pomeriggio a vederti mentre
ti rendi ridicola”.
Uhhhh, che maestro perfido…adesso lei si metterà a frignare come una
mocciosa.
Ed invece, con non mio poco stupore, digrigna i suoi dolci incisivi emettendo i
suoni tipici di un lupo affamato e bavoso, mette tutta la sua poca forza e
finalmente porta a termine l’ardua missione. Sul volto dell’inflessibile
insegnante si disegna uno sguardo decisamente meravigliato mentre osserva con
gli occhi spalancati la sua allieva, una ragazzina di nemmeno 30 anni che
dimostra la perseveranza e la tenacia degna solo dei più grandi.
Dovrò eliminarla prima che diventi scomoda…e come se bastasse non la posso
sopportare, è un odio di quelli a pelle, sicuramente reciproco.
“Ed ora scocca”.
Esegue immediatamente ma la freccia, probabilmente indispettita dal tempo che ha
impiegato per metterla in posizione, vola a grande distanza dal bersaglio, non
facendo nemmeno finta di sfiorarlo. “O maledizione, ma che hai al posto delle
mani, farina ?” sbotta nervoso Klash. Eheheheheheheheheh, le sta proprio bene
a quella piccola arpia.
Ma ora è meglio che vada, non vorrei mai che si accorgessero di me…cammino
veloce per il lungo corridoio quando, per puro caso, noto appeso al muro uno
specchio : lasciando campo libero alla mia famigerata vanità, mi fermo per
specchiarmi ed ammirarmi in tutta la mia prorompente bellezza. I miei occhi,
neri come il mantello della Morte, assomigliano a due profondi pozzi che
conducono le mie sfortunate vittime nell’oblìo eterno, mentre i miei lunghi
capelli, rossi più del fuoco eterno, se ne stanno drizzati per aria
sconfiggendo qualsiasi legge gravitazionale…e non uso il gel per tenerli così,
è tutto naturale. Poi c’è quel delizioso neo marroncino sopra il labbro, che
da quel tocco di classe non accessibile alla volgare massa. E le mie armi ? Una
corazza in cuoio leggera, per farmi sgattaiolare silenzioso nell’oscurità più
fitta senza far rumore, il mio pugnale preferito, quello con cui ho tolto la
vita a migliaia di persone, ma soprattutto la mia sopraffina abilità, che mai
è stata eguagliata e che mai sarà eguagliabile. In breve, sono bravo nel mio
lavoro, sono bello, sono stimato dai miei compagni…a parte la giovane
megera…cosa volere di più dalla vita ? Certo, una bella cassa di birra gratis
fa sempre piacere… eh sì, ogni tanto alzo un po’ troppo il gomito e mi
ritrovo a girare ubriaco per la caserma cantando a squarciagola canzoni stupide,
ma famose e amate fra i mortali, come “Quel mazzolin di fiori” o “Bandiera
gialla”.
Cavolo, quant’è difficile.
Per una come me, abituata a spostare le cose con un semplice gesto della mano,
usare questi giganteschi e pesanti archi non sarà per nulla comodo.
Ma se davvero pensano che mi arrenda così presto si sbagliano, e di grosso.
Senza abbattermi chiedo a Klash di darmi un’altra freccia ; lui non mi pare
molto convinto ma, vedendo la determinazione nei miei occhi mentre mi asciugo il
sudore dalla fronte, acconsente e mi passa un altro dardo.
“Adesso vedrai” gli dico.
Di nuovo tendo l’arco, lo sforzo che sto compiendo non è indifferente, i
muscoli delle mie braccia sono tesi al massimo, se dovessi rimanere troppo a
lungo in questa posizione si spezzerebbero dalla fatica e anche i nervi hanno il
loro bel da fare nel mantenere la postura adatta ; tuttavia devo stringere i
denti e proseguire, non posso perdere la faccia già dalla prima lezione.
Cerco di prendere la mira, ma la vista mi si sta lentamente annebbiando, mi
sento mancare, la testa mi pulsa forte, il sangue fa avanti ed indietro nel
tentativo di porre fine alla tortura, le gambe si fanno molli e quasi cado per
terra…no, no, non posso arrendermi. Raccogliendo le forze tento di rialzarmi
e, pur con qualche difficoltà, sono di nuovo ritta come si deve. Finalmente
inquadro, o almeno così credo, il bersaglio e lascio andare la freccia ; appena
questa parte sibilando mi accascio a terra dalla fatica, sbattendo violentemente
la testa. C’è qualcosa che non va, oltre a ritrovarmi stesa sul freddo
selciato mi fa male dappertutto. I sensi mi vengono meno e penso di essermi
tagliata da qualche parte, forse proprio la testa, perché la sento come se
fosse appoggiata su una superficie liquida…tastando come posso con la mano
scopro che è sangue. Mi sarò ferita quando ho toccato terra, leggera e lieve
come una farfalla.
Approfitto del mio attuale stato per rilassarmi e cercare di riprendere
fiato…tutt’ad un tratto un acuto dolore al fianco sinistro mi riporta alla
realtà. Ahio, è veramente forte, devo essermi rotta un paio di costole, ma
come ?
Con lo sguardo cerco il colpevole e lo trovo in Klashtorn, che si sta sfogando
su di me, povera ragazza inferma e malmessa…arriva un altro calcione e la
sofferenza aumenta, ben che sia andata le costole rotte salgono a quattro o
cinque.
“Idiota, come fai a commettere scelleratezze del genere ? La seconda freccia
è andata ancora più lontana della prima, e per fortuna che ce l’hai messa
tutta, altrimenti nemmeno riuscivi a lanciarla” mi apostrofa con estrema
gentilezza.
Non ho nemmeno la forza di rispondere. Lui, vedendomi distesa, stanca e
sanguinante, si intenerisce, allunga una mano per farmi alzare e poi si scusa
dello scatto d’ira.
“Non fa niente” balbetto un po’ incerta.
“Facciamo così : tu adesso ti prendi
qualche giorno di riposo, ti fai curare queste brutte ferite e poi ricominciamo
quando ti sentirai meglio, ok ?”.
“Perfetto” rispondo massaggiandomi il taglio sulla nuca…avrò una voragine
enorme, sto perdendo un sacco di sangue. Non reggo più e svengo.
La burocrazia è stata sistemata.
Darryl mi ha dato una mano con le scartoffie, i rapporti, i documenti ed ora è
tutto a posto : secondo la versione ufficiale, mentre io ero a lezione Prue, in
preda ad un attacco di follia, ha pugnalato a morte Piper dandosi poi alla
macchia. Ora è ricercata in tre stati dell’Unione con l’accusa di omicidio.
Mi dispiace per lei e per la memoria della mia cara sorellina defunta, ma non
eravamo dell’umore adatto per metterci a pensare ad una storia più
fantasiosa, questa è convincente quanto basta. Ci sono alcuni particolari che
non tornano, come ad esempio la presenza delle mie impronte sull’arma del
delitto o la prima ferita provocata dalla freccia, ma a questi dettagli ci
penserà il mio ispettore preferito.
Ora siamo seduti in cucina, io, lui e Leo, tentando di discutere su qualcosa, su
qualsiasi cosa che non mi ricordi gli avvenimenti delle ultime ore.
“Ripetimi ancora la storia” dice quasi sottovoce Morris.
Una sbuffata mi sfugge involontariamente, sarà la milionesima volta che gliene
parlo : “Ormai la dovresti sapere a memoria. Tre giorni fa spunta questo tipo,
un certo Klashtorn, che non so come convince Prue a seguirla con lui
all’Inferno. Io e Piper abbiamo tentato di opporci, ma lui è stato più
bravo, più intelligente e più furbo di noi e ce l’ha soffiata sotto il naso.
Dopo essere stata ferita da una freccia, Piper ha espresso il desiderio di farla
finita ed io mi ero ripromessa di seguirla nel Paradiso delle streghe, ma il
fato ha voluto diversamente ; infatti, mentre io dormivo, lei ha deciso di
chiudere il sipario e si è trafitta…il resto lo sai”.
“Ci credo che lo so, me lo sono inventato io” risponde con un debole e vacuo
tono sarcastico…non è proprio il caso di scherzarci sopra.
Leo c’è ma non si vede, è silenzioso, muto come un gargoyle di giorno, da
quanto si riesce a capire guardandolo ha stampato in testa il momento in cui
appariva davanti a me mentre reggevo il cadavere della donna che ama. Starà
soffrendo più di chiunque altro per ciò che è successo, e non solo per Piper,
anche se in questo momento ogni suo pensiero è rivolto a lei, ma in parte anche
per Prue, credo…
“E ora cosa conti di fare ?”.
“Non lo so…ho bisogno di tempo per pensarci, forse chiuderò anch’io con
questa farsa chiamata vita, forse no, adesso come adesso non ne ho la minima
idea”.
Uscendo dalla sua trance, il mio angelo bianco dice in modo piatto : “Dovrai
imparare a tirare avanti, ora che Piper…hai capito cosa intendo…e che Prue
se n’è andata. Sicuramente, ora che il Trio non esiste più, i demoni e gli
stregoni ne approfitteranno e accorreranno come api sul miele su di te,
l’ultima delle Halliwell rimasta al servizio del bene”.
Ma che discorsi fa ? Io sono qui a cercare di decidere se procedere sull’irta
e pericolosa strada della mia vita, pensando al fatto che le mie due sorelle mi
hanno abbandonato per motivi diversi, ed anche ricordandomi che l’Apocalisse
pende sulle teste di tutti noi, e lui dedica i suoi pensieri ai demoni ? Al
fatto che potrei rimanere uccisa in caso d’attacco ora che Prue e Piper non
sono più qui a proteggermi ? Ma dico, è impazzito ?
“Scusa Leo, ma non credi che abbia dei problemi più urgenti da risolvere ?”
gli chiedo cercando di non urtare la sua sensibilità.
Mi guarda un po’ storto, ma poi comprende dove voglio arrivare e ribatte :
“Sì, hai ragione, scusa. E’ che sto cercando di distrarmi da ciò che ho
visto…”.
Che mancanza di tatto che ho avuto, stava solo tentando in modo disperato di
dimenticarsi della morte della persona più importante della sua vita, come ho
potuto non accorgermene ? Mi alzo, copro il breve spazio che ci separa e gli do
un innocente bacio sulla fronte…Piper, non essere gelosa, non sto cercando di
rubartelo, voglio solo consolarlo. “Ti prego di perdonarmi, non volevo mancare
di rispetto verso il tuo dolore. Quando ti ho risposto non mi rendevo conto di
come stai adesso e di quanto ti manca la dolce e sensibile Piper, una persona
della quale mi sarei innamorata anch’io se fossi stata un uomo”.
Per un microsecondo sorride a questa mia battuta, ma subito l’ombra torna a
coprire il suo volto e i suoi stupendi occhi blu si incupiscono nuovamente.
“Phoebe, devi farmi un favore”.
“Dimmi, se posso…”.
“Ferma Prue, non permettere che porti la distruzione nel mondo. Oltre che
essere il tuo dovere principale, ricordati che devi farlo per Piper. Lei è
morta per colpa sua, ed io non permetterò che ciò rimanga impunito.
Promettimelo”.
“Leo…”.
“Promettilo, ti prego !”.
Non so che fare, dopo questa frase mi rendo conto che tutto l’affetto che Leo
provava per Prue ha messo le ali e l’ha abbandonato, gli unici sentimenti che
ancora lo legano a lei sono la rabbia e l’odio per ciò che ha indirettamente
causato…tuttavia lui sembra essersi dimenticato che Prue è pur sempre mia
sorella, non credo proprio che avrò il coraggio di affrontarla e, se
necessario, di ucciderla, sarebbe troppo da sopportare per una persona fragile e
sfortunata negli affetti come me.
“Mi dispiace Leo, ma non posso promettertelo” rispondo volgendo gli occhi al
pavimento, non ho il fegato di dirglielo guardandolo in faccia.
“Ma Phoebe…
“Credimi, fa quasi più male a te che a me, ma ora non me la sento proprio.
Però non prenderlo come un no definitivo, potrei anche cambiare idea” e non
resistendo più me ne vado. Dopo aver vagato un po’ per casa mi rintano in
camera mia, gettandomi sul letto.
Non so che fare, una cosa che mi capita più spesso del solito ultimamente. Da
una parte sono convinta che Prue vada fermata ad ogni costo, anche se dovessi
eliminarla nel farlo, ma dall’altro non ho il coraggio di porre fine alla vita
dell’ultima parente stretta a me rimasta. Ci dev’essere una qualche
maledizione che grava sulla famiglia Halliwell, altrimenti come si possono
spiegare tante disgrazie e tragedie una dietro l’altra ?
Rifletti Phoebe, rifletti : se decidi di rimanertene con le mani in mano, presto
o tardi la tua adorata sorellina metterà a ferro e fuoco questo mondo,
devastando, massacrando, seminando morte e panico…se invece dovessi optare per
la soluzione violenta della questione sarai obbligata ad uccidere con le tue
mani Prue, e sai quanto ti costerà farlo…per quanto spietata e terribile
possa essere diventata rimane pur sempre tua sorella, l’ultima sorella.
Come mi si può chiedere di commettere un’atrocità simile ? Lo so, è per
evitare che il mondo venga inghiottito dal terrore, ma nonostante sia
consapevole che va fatto non riesco a togliermi dalla testa la scena : Prue,
alla testa di uno sterminato esercito di soldati demoniaci, che marcia su San
Francisco…io, disperata per la scia di distruzione che semina al suo
passaggio, decido di fermarla, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia…la
raggiungo, la affronto e, mio malgrado, la uccido…e lì, di fronte ai suoi
tirapiedi, spaventati per la misera sconfitta del loro capo, mi chino pesta e
sanguinante sul suo corpo…dubito che ne uscirei completamente indenne…e mi
metto a piangere, un pianto assolutamente genuino, di puro e vero dolore, perché
sono stata obbligata a porre fine alla vita di mia sorella. Qualunque cosa
faccia sono destinata a soffrire : se lascio che Prue faccia quello che deve
fare rimarrò uccisa, e se intende mantenere la sua minaccia sarà lei stessa ad
ammazzarmi ; se invece intervengo, nel caso abbia la meglio, sfogherò la mia
immensa sofferenza sul cadavere freddo e senza pulsazioni dell’ultima persona
cui ho voluto bene. Tutto questo se dovessi decidere di non farla finita…e la
voglia è forte, più forte che mai…ma ora come ora non so nemmeno da che
parte sono girata, figurati se sarei in grado di fare una scelta così
impegnativa.
Perché la mia vita deve essere così difficile ?
“Perché sì” urlo contrariato.
Che cavolo vuole Hipnos ? Come ha osato spiarci ? E soprattutto, come posso
impedirgli di diffondere la notizia ?
“Perché sì ? Che risposta è ? Ti ho chiesto il motivo per cui alleni quella
ragazzina e tu mi rispondi in questo modo ? Sveglia Klashtorn, io non sono nato
ieri, lo sai, e non mi piace farmi prendere in giro”.
Questo maledetto bastardo ha già intuito qualcosa, ne sono sicuro…se siamo
fortunati starà pensando che la “ragazzina” voglia semplicemente
migliorarsi un po’, ma se, come penso, sospetta tutto ci mette in una brutta
situazione.
Quando mai ho avuto la pessima idea di andare a chiamarlo per scambiarci un paio
di colpi di prova…a parte che mi sta antipatico perché lo trovo borioso ed
egocentrico, mi sarei dovuto accorgere della sua presenza l’altro giorno.
Parlando di allenamenti era inevitabile che facesse parola di ciò che ha visto,
forse nemmeno voleva smascherarsi così presto, ma ormai la frittata è fatta.
“Non sono cose che ti riguardano…ed ora vedi di cambiare aria, la tua sola
presenza mi infastidisce”.
Al sentire questa frase il suo volto assume l’atteggiamento più provocatorio
che potesse escogitare, il sorrisetto malizioso che si stampa sulla sua faccia
è il peggiore che abbia mai visto, mi viene proprio voglia di prenderlo a
pugni. “Eccome se sono cose che mi riguardano. Fissami nelle palle degli
occhi, Klashtorn, e dimmi che quello che vi ho visto fare non era niente di
illegale o di sovversivo” dice deciso.
Non va bene, mi sta mettendo in agitazione ed odio trovarmi in queste scomode
situazioni ; sotto pressione do' il peggio di me, a volte mi lascio andare a
scatti nervosi assolutamente ingiustificabili in un secondo momento, altre volte
invece cado nel panico più completo e non riesco nemmeno a formulare un periodo
di senso compiuto. Devo sbarazzarmi della sua presenza il prima possibile.
Nel frattempo, richiamata dai nostri strepiti, una piccola folla si è radunata
nel corridoio dove sta avvenendo questo nostro diverbio…pure questo, la mia
natura fondamentalmente timida non vuole avere gli occhi del mondo su di sé.
Raccolgo tutto il mio coraggio prima che faccia le valigie abbandonandomi in un
pasticcio più grosso di me, i nostri sguardi si incrociano per poi uncinarsi e
sparo secco : “Io e Prue non stavamo facendo nulla di male, era un semplice
allenamento di prova. La ragazza ha espresso il desiderio di imparare ad usare
l’arco e siccome si è rivolta a me ritenevo scortese il declinare una così
gentile richiesta”. Nelle mie intenzioni avrei dovuto dirlo tutto d’un
fiato, ma la troppa ansia mi ha fatto fare delle lunghe pause che possono dare
voce a certi malevoli dubbi.
Il suo sorriso non accenna ad andarsene mentre dice : “D’accordo Klash, per
ora posso ritenermi soddisfatto. Ma sappi che d’ora in poi vi tampinerò, e se
dovessi venire a conoscenza di qualcos’altro di compromettente affidatevi a
qualche santino, l’ira del capo è terribile e non esiterà ad abbattersi su
di voi riducendovi a pezzetti”. Poi si volta, superiore come sempre, e se ne
va.
Tento di convincere il pubblico a togliere il disturbo : “Cosa avete da
guardare ? Lo spettacolo è finito”. Per mia fortuna sono sufficientemente
persuasivo e dopo qualche minuto sono da solo.
La situazione non è ancora critica, ma
potrebbe precipitare ; non mi preoccupano le sue vuote minacce, gli ordini di
allenare la Predestinata vengono da più in alto di quanto lui si possa
immaginare, è la segretezza che mi spaventa. Le istruzioni erano chiare, il
tutto doveva svolgersi nell’ombra più riservata e nessuno, me escluso, doveva
sapere nulla in merito a questa faccenda prima del tempo.
Mi sento frustrato ed impotente, non so che fare…per sfogarmi dò un pugnone
sul muro, incrinandolo, e comincio a frignare come un bambino, sono sinceramente
convinto che la missione affidatami debba andare in porto e ci sto mettendo
tutto me stesso per la sua buona riuscita, così come Prue che si sta sforzando
oltre le proprie reali possibilità pur di essere degna del compito che la
attende…eppure il piano rischia di andare a monte per colpa dell’invidia di
un mio compagno d’armi, uno con cui dovrei combattere fianco a fianco per la
causa del Male.
Maledizione, maledizione !
“Calmati Klashtorn, ci penso io”. Una calda voce dietro di me ed una mano
sulla mia spalla.
Mi volto e c’è Prue a tentare di consolarmi : guarda come l’ho conciata,
due giorni che è in completa inattività ed ancora porta su di sé i segni del
mio addestramento, la testa fasciata, il fianco su cui sono evidenti i segni dei
miei violenti calci, i vestiti completamente inzuppati di sangue. Buffa la vita,
dovrebbe essere lei ad avere delle crisi di autostima con me vicino ad
incoraggiarla, ed invece è il contrario.
“Ehi, cosa ci fai alzata ? Dovresti essere a letto, non sei ancora guarita”
esclamo, la preoccupazione evidente nella mia voce.
“Calmati, sto bene. Siccome tu mi sembri un po’ in crisi, darò io una
sistemata a quel bulletto di Hipnos, stai tranquillo”.
“Cosa ? Ma sei pazza ? Quello è capace di farti a fette ed appendere i tuoi
brandelli nella camerata come trofeo”.
Scuote la testa ridacchiando, mi passa una mano sulla guancia e dice : “Oh
povero Klash, se piangi ti si rovina la pelle delicata. Guardami, sono la
Predestinata, secondo te posso permettermi di crepare adesso ?”. E’
determinata e decisa come mai l’ho vista in questi ultimi cinque giorni. Non
mi pare abbia la benché minima intenzione di desistere e non vedo come potrei
convincerla a lasciare perdere…insomma, sta andando incontro ad una morte
lenta e dolorosa ed io non credo di poterglielo impedire…bella storia.
“Prue, promettimi che almeno farai attenzione, non possiamo perderti proprio
adesso. Se vedi che è troppo forte per te lascia perdere e abbandona lo
scontro”.
Senza neanche rispondermi mi dà le spalle e se ne va…zoppica in modo evidente
e ciò non fa che spaventarmi ulteriormente.
E’ finita.
Ma chi me l’ha fatto fare ?
Ho detto a Klashtorn che mi sarei occupata di quello smargiasso, ma ora tutta la
mia tracotanza è svanita come neve al sole, evaporata, eclissata, non ce n’è
più traccia. E poi chi voglio prendere in giro ? Sono ancora mezza morta dopo
quell’allenamento distruttivo, e probabilmente nemmeno in piena forma potrei
tenere testa al miglior assassino del creato.
E’ incredibile la mia predisposizione a cacciarmi nei guai da sola.
Lo raggiungo dopo aver vagato per un po’ nei bui corridoi pallidamente
illuminati da deboli torce, è appoggiato al muro e sta discutendo amabilmente
con qualcuno che non conosco…quest’ultimo è vestito di una imponente
armatura d’acciaio temprato ed il suo volto è coperto da un gigantesco elmo
che non riuscirei a sollevare nemmeno fra mille anni.
Si accorge immediatamente della mia presenza, ma non accenna a smettere di
parlare.
Per attirare la sua attenzione mi improvviso clown, saltello avanti ed indietro,
fischio, schiocco le dita ma niente, non si smuove…bella considerazione che ha
di me. Oh beh, poco importa, tanto entro dieci minuti uno di noi due…quasi
sicuramente io…sarà un cadavere putrescente buttato per terra.
Mi sono rotta di essere presa in giro, mi sta facendo incavolare parecchio, così
agito il braccio e lo spedisco lontano di qualche metro, il tutto sotto lo
sguardo incredulo del suo interlocutore. Rialzandosi con agilità dice :
“Scusa Skandal, ma ora ho da fare. Proseguiremo più tardi, ok ?”.
Forse intimorito dalla mia dimostrazione di forza, l’altro risponde : “Ok,
ti aspetto nel piazzale” e toglie il disturbo capendo subito che si sta per
scatenare una vera e propria battaglia.
“Molto bene streghetta, adesso dimmi che vuoi da me, e fai in fretta, odio
essere interrotto mentre parlo di guerra con un amico”.
Tsk, hai anche il coraggio di chiedermi cosa voglio da te…risposta semplice,
ti voglio morto, non ti lascerò buttare al vento tutta la fatica che io e
Klashtorn abbiamo messo, e metteremo, negli allenamenti. D’accordo, finirò
per farmi ammazzare, ma almeno so di averci provato.
“Beh, vediamo se trovo le parole adatte…oh sì, ecco. Devi finirla di
metterci i bastoni fra le ruote, Hipnos, mi hai veramente stufato. Adesso ti do'
un ultimatum : o ti levi dalle scatole e ci lasci lavorare in pace o ti farò
pentire di avermi preso in antipatia, capito ?”, il tono della mia voce è
quanto di più minaccioso riesco a produrre. Ciononostante la sua reazione è di
menefreghismo più che di paura, e se devo essere sincera me lo aspettavo, anche
perché la mia dichiarazione avrebbe forse spaventato un maialino con le ali, di
sicuro non lui. “Tu vieni a dettare le regole a me ? Sei sicura di stare bene
? Vedi di sparire prima che decida di farti male sul serio”.
Ahahahahah, forse non ha capito bene, sono disposta a rimanerci secca pur di
eliminarlo.
“Se la metti su questo piano…” e strizzando velocemente gli occhi lo mando
lungo e disteso per terra ; di nuovo si rimette in piedi, più scocciato che
ferito, scuote la testa ed estrae un coltello. “D’accordo piccola, l’hai
voluto tu”.
Mi resta ancora poco da vivere…
Assumo una posizione difensiva ma lui, con uno scatto degno di una pantera, mi
è immediatamente addosso e brandisce pericolosamente la sua arma nel tentativo
di scuoiarmi. Non riesco a trovare l’attimo giusto per contrattaccare, sono
troppo impegnata nell’evitare le sue rasoiate. Mi fa indietreggiare di
parecchi centimetri, poi cambia tattica e mi assesta un calcio dritto nella
bocca dello stomaco facendomi piegare su me stessa. Boccheggio senza trattenere
un gemito di dolore, come prevedevo è troppo forte per me.
“Direi che siamo già giunti alla conclusione” afferma compiaciuto.
Un istante e il pugnale non è più dov’era prima, me lo ritrovo nel fianco
destro, ben piantato in profondità ; protendendosi verso di me, e sempre
reggendo l’impugnatura, ridacchia come un malato d’isteria, convinto di
avermi già sconfitta. Ehi, ecco la soluzione.
“Devo usare ancora il mio potere” borbotto insoddisfatta, Klashtorn mi aveva
detto che avrei dovuto smettere di servirmene…vabbè, è una questione di vita
o di morte, non ho scelta.
“E tu saresti il migliore ? Ridicolo” esclamo. Lui mi guarda in modo strano,
cercando di capire dove voglio arrivare, e si perde un po’ ; approfitto di
questa sua distrazione per levarmelo di dosso facendogli fare un volo
gratis…dovrebbe essermi riconoscente, non gli faccio neanche pagare il
biglietto…senza perdere tempo mi estraggo il coltello, la cui lama è
interamente ricoperta di sangue, del mio sangue, e mi getto come una bestia
impazzita sul mio aggressore, ancora intontito dalla botta. Tuttavia devo aver
sbagliato i calcoli perché reagisce con un’invidiabile prontezza di riflessi,
si inginocchia evitando un mio rapido fendente e mi rifila un pugno, ancora
nello stomaco…è proprio fissato.
Barcollo all’indietro, e stavolta e lui a catapultarsi su di me facendomi
rotolare all’indietro ; sicuramente vuole recuperare la sua arma, senza la
quale si sente sperduto. Cerca di strapparmela di mano, ma la mia presa è
sufficientemente stretta da impedirglielo…è ora di concludere il tutto, non
reggerei ancora per molto, lo squarcio sul fianco è molto grosso e se non mi
faccio curare subito rischio di morire dissanguata. O lo ammazzo o ci rimango,
c’è poca scelta.
“Molto bene” mormoro fra i respiri affannosi. Riesco con un calcio a
colpirlo nel suo “tesoro di famiglia”…in amore ed in guerra tutto è
permesso, lo dice il proverbio…e lo allontano quanto basta per riprendere
fiato. Mi rialzo a fatica, mentre lui è già in piedi da un pezzo…ma cos’è,
immortale ?
“Sei davvero brava, ti avevo sottovalutato. Ma non sei al mio livello, se solo
mi impegnassi un po’ di più riuscirei a sbarazzarmi di te con una mano dietro
alla schiena e gli occhi bendati”. Una fiamma di rabbia sale veloce nel mio
petto, ma chi diavolo si crede di essere ? Io sono la Predestinata, non ci
dovrebbe essere nessuno in grado di tenermi testa, in fondo devo o no
distruggere il mondo ? Se non riesco a battere questo sbruffone come posso
assolvere al mio compito ?
“Sei fortunata che oggi non sono in vena di azzuffarmi, per adesso ti faccio
dono della vita. Quando sarai più forte potrai riprovarci, nel frattempo curami
il pugnale” e così dicendo si volta e fa per andarsene. No, non posso
lasciarlo andare dopo avermi umiliata e pestata in questo modo. Lui fa dono
della vita a me ? Fra qualche istante si rimangerà queste parole, insieme alla
lingua.
E’ quasi in fondo al corridoio quando faccio ciò che avrei dovuto fare già
prima : apro a palmo la mano che tiene il coltello e, usando ancora il mio
potere, glielo scaglio contro. Non si accorge di nulla mentre il proiettile,
silenzioso e letale come il vento del nord, vola verso il suo bersaglio. Gli
entra nella schiena, perforando con facilità la protezione dell’armatura di
cuoio. Un sommesso lamento e Hipnos, il più grande assassino che l’Inferno
abbia mai conosciuto, stramazza a terra morto.
“Come si suol dire…vince il migliore” esclamo sorridendo perfidamente.
Ma non ho ancora finito con lui…
Quanto ci mette ?
Sono a dir poco preoccupato, ormai è quasi mezz’ora che è andata a provocare
Hipnos, e il 99% delle volte provocare Hipnos significa morte certa.
Poi, nel silenzio che avvolge la camerata, si ode un rumore ritmico, come di un
rubinetto che perde…solo che qui non ci sono rubinetti, ci si lava nelle
tinozze come nel Medioevo.
Plic,
plic, plic.
Mi precipito fuori dalla stanza, ho
una pessima sensazione...e quando mai mi sono sbagliato : Prue, conciata in un
modo penoso, con un buco enorme nel fianco da cui cadono decine di gocce di
sangue, regge in mano qualcosa, non riesco a capire bene cosa perché il fuoco
delle torce non lo illumina abbastanza.
“Occavolo, come stai ? Fai vedere la ferita”.
“Ferita, come se ci fosse solo quella. Mi sento lo stomaco in fiamme, quel
vigliacco di Hipnos mi ha ripetutamente usata come un sacco di sabbia. Ma ha
avuto ciò che si meritava”.
Cosa ? L’ha fatto fuori ? Non ci credo, si sta prendendo gioco di me.
“Non puoi averlo ucciso. Non che non mi avrebbe fatto piacere, ma è
inconcepibile che si sia fatto ammazzare da te, con tutto il rispetto”.
“Ah no ?” replica stizzita “E questa cos’è allora, una scultura fatta
col pongo ?”. Mi mostra il misterioso oggetto in piena luce e un misto di
ribrezzo, soddisfazione e meraviglia riempie il mio volto : è la testa del
nostro comune amico, orrendamente mutilata e sfregiata.
Beh, che dire ? L’allieva supera il maestro…
Senza nascondere un sorrisetto di allegria le chiedo : “E adesso ? Come conti
di spiegare quello ?” ed indico il macabro trofeo.
“Questo ? Oh, abbiamo avuto un piccolo diverbio e l’ho ammazzato,
semplice”.
Sarà anche diventata crudele finché vuoi, ma un po’ stupida lo è ancora.
“Non puoi andare a dire in giro che hai ucciso Hipnos, ti ritroveresti addosso
l’intera armata infernale desiderosa di farti la pelle. Non chiedermi come
fosse possibile, ma era benvoluto e stava simpatico a molti”.
Sta per ribattere quando, a causa della profonda ferita, si appoggia al muro
senza riuscire a rimanere in equilibrio : “Se non ti dispiace ci penseremo in
un altro momento, ok ?”, la voce scossa dalla debolezza.
Di nuovo il mio surrogato di istinto paterno ha la meglio, me la carico a spalle
e la riconduco a letto, avrà bisogno di molto riposo e di cure amorevoli per
rimettersi al meglio.
Devo ammettere che mi ha stupito.
Ormai, dopo due e rotti anni da strega dovrei essere abituata a tutto, ma c’è
ancora qualcosa che mi lascia a bocca aperta.
In questo caso, si tratta di Piper…già, io sono nel corridoio che dà sulle
camere, mi stavo dirigendo nella mia stanza quando è apparsa : senza luce,
senza effetti coreografici d’impatto, semplicemente la sua dolce figura si è
disegnata dal nulla. E adesso è qui davanti a me, che a stento trattengo le
lacrime.
“Piper…non sai quanto sono felice di rivederti. Sei morta da soli cinque
giorni, ma a me sono sembrati millenni”. Il mio cuore, per la prima volta da
quasi una settimana, si sente di nuovo vivo e pulsante, è una sensazione che
vorrei non finisse mai.
Sorridendomi risponde : “Eh già. Oltre a doverti ringraziare ancora per
quello che hai fatto, e per aver esaudito una mia richiesta così grave…”.
“Ehi, ehi. Hai fatto tutto tu” dico scherzando.
“Sì, ho fatto io ma so che, se ce ne fosse stato bisogno, tu eri lì, accanto
a me, pronta a soddisfare i miei più egoistici bisogni”.
“Te l’ho già detto, a che servono le sorelle sennò ?”.
Ridiamo insieme, ma dopo qualche istante diventa seria e prosegue col discorso
interrotto prima : “Dicevo, sono qui sì spinta dal desiderio di rivederti, ma
anche perché so cosa stai passando, da lassù si gode un’ottima vista
d’insieme e gli spiriti sanno leggere i pensieri e l’anima dei vivi”.
Ah, adesso c’è anche il servizio di mind-reading incluso nel
trapasso…interessante a sapersi.
Con fare inquisitivo le chiedo : “E cosa hai letto in me di così
compromettente ?”.
Sfodera il suo miglior sguardo cattivello mentre mi rimprovera : “Phoebe, non
si scherza su queste cose. Mi rendo perfettamente conto di ciò che stai
passando, la tentazione di suicidarti, il folle dolore per l’assenza mia e di
Prue, la completa mancanza di aiuto esterno nonostante i tentativi di Darryl e
Leo di assisterti…insomma, capisco quanto stai male”.
Potrebbe darmi delle lezioni di psicologia, non ha sbagliato assolutamente nulla
nella sua analisi. Ha ragione, quest’ultimo è stato il peggior periodo della
mia vita, mi sono sentita e mi sento sola, sperduta, inutile, con un enorme
fardello di dolore, sofferenza, malinconia che giorno dopo giorno si fa sempre
più pesante e vuole schiacciarmi sotto di sé.
“Che tristezza, non posso nemmeno più provare a mentirti” esclamo facendo
finta di rimanerci male.
“Dai, non è il caso di battutine sarcastiche. Io sono qui…e fra parentesi
nessuno di Loro sa di questa mia piccola fuga…perché devo assolutamente dirti
una cosa”.
Oh no, di solito questo tipo di frase preannuncia una cattiva notizia, e adesso
come adesso non ne ho proprio bisogno, di un’altra cattiva notizia.
“Sono tutta orecchie”, spero che non sia niente di brutto.
Prima di cominciare a parlare si avvicina e mi abbraccia, o almeno ci
prova…deve essersi dimenticata che ha la consistenza di una nuvola di gas. “Ops”.
“Io aspetto”.
“Già, scusa. Ti avviso, quello che sto per comunicarti non deve farti sentire
in dovere di farlo, è una decisione tua”.
“Ok, se solo sapessi cosa vuoi…”, comincio ad innervosirmi, se voleva
mettermi in ansia ci sta riuscendo benissimo.
“Vivi Phoebe, devi vivere per fermare Prue. Io sono stata debole e ho scelto
la via più comoda per fuggire dalle avversità, ma tu sei l’ultima speranza
del mondo, sei l’unica persona che può evitare la catastrofe. Capisco che
possa vedere la vita come un semplice susseguirsi di dolori, specialmente in un
momento come questo, ma ricordati che questo non è vero, e tu lo sai. E’ solo
che adesso, dopo tutti gli ultimi fatti negativi, vedi il mondo indossando un
paio di occhiali scuri, che ti impediscono di scorgere con chiarezza ciò che
ancora di buono c’è in te e in chi ti circonda. E poi non è giusto che anche
tu debba raggiungerci in Paradiso, per te è troppo presto. A dirla tutta era
troppo presto anche per me, ma ho deciso diversamente…non ripetere il mio
stesso errore. Non che lì si stia male, anzi, ma hai ancora qualcosa da fare
qui prima di venire con noi in mezzo alle nuvole. So a cosa stai pensando, ti
stai ripetendo ossessivamente che non puoi fronteggiare Prue, che non ne hai il
coraggio…beh, io ti dico che invece di coraggio per farlo ne hai, eccome. Ti
senti bloccata dal fatto che Prue è tua sorella, ma devi rimuovere questo
impedimento dal tuo cervello, la Prue Halliwell che conoscevamo non c’è più,
è sparita…mi dispiace essere così cruda, ma è necessaria una terapia
d’urto per smuoverti del tutto. Ho finito…puff puff, mi è venuto il
fiatone, a quanto pare noi entità extracorporee si fa fatica a parlare
troppo”. Tutto questo discorso lo butta fuori in un colpo solo, le viene dal
profondo, si capisce immediatamente.
Così mia sorella è scesa dall’Empireo, in cui si è autospedita tramite
pugnalata, per darmi uno spassionato consiglio, che in realtà dentro di me
sapevo già…ora che comincio a vedere le cose in modo più razionale ed
oggettivo, mi rendo conto che non posso morire adesso, oltre ad essere un atto
di codardia significherebbe condannare la Terra alla distruzione assoluta. Non
è la prima volta che affronto delle perdite affettive così importanti, è già
successo con la mamma, anche se non ho molti ricordi di quei tristi giorni, e
con la nonna, eppure sono riuscita ad arrivare fin qui…e per cosa, per
fermarmi ora ? No, è fuori discussione. E’ vero, all’epoca ho avuto il
supporto suo e di Prue per venirne fuori mentre ora loro due non sono più al
mio fianco, ma questa non deve essere una scusa per mollare.
Come al solito Piper ha ragione, e anche se dice che questo suo discorso non
deve condizionarmi è inevitabile che lo faccia, un po’ perché è stata lei
ad avermelo detto…se si fosse trattato di Prue o di una qualsiasi altra
persona avrei avuto i miei dubbi, ma con lei no…ed un po’ perché glielo
devo, mi ha salvato la pelle, tirato su di morale, reso felice troppe volte per
meritarsi uno sgarbo del genere.
La fisso negli occhi, la determinazione invade tutto il mio corpo, sento che in
me cresce la volontà di sopravvivenza e di vittoria : “Piper, il tuo discorso
mi ha aperto gli occhi. Tutto ciò che hai detto è assolutamente vero. Farò
come vuoi tu”.
Vedo il suo volto semitrasparente illuminarsi di gioia al sentire queste parole
mentre una singola lacrimuccia solca la sua guancia di spettro. “Non sai
quanto mi rendi contenta, Phoebe. So che non mi…anzi, che non ci deluderai.
Anche la mamma e la nonna fanno il tifo per te, e sanno quanto me che sei
perfettamente in grado di salvare l’umanità dal cataclisma. Ancora grazie”.
“No, grazie a te, se dovessi riuscire nella mia disperata impresa sarà solo
merito tuo. Io sarò l’esecutrice materiale, ma a te dovranno essere
intitolate le poesie di ringraziamento”.
“Oh” dice rabbuiandosi un po’ “anche da morta riesci a prendermi in
giro” con un tono a metà tra il triste e l’euforico, mentre si asciuga il
pianto.
Ci guardiamo estasiate per qualche minuto, mi chiedo come abbia fatto a
resistere senza il suo volto solare ad illuminare le mie giornate e tutta la mia
vita…beh, sarà un fattore genetico delle Halliwell, l’imparare a sopportare
le tragedie che sono così frequenti quando si porta questo cognome.
Si avvicina fluttuando e di nuovo tenta di buttare le sue braccia intorno alle
mie spalle…il morire la deve aver rincretinita un po’…ehi, ma aspetta,
stavolta il contatto c’è, dev’essere un miracolo. Quanto tempo che non
assaporavo il suo caldo abbraccio, un altro ricordo che riemerge prepotentemente
da un passato che credevo dimenticato, e che dovrò cancellare se non voglio
soffrire più del dovuto. Sigh, solo a pensare che dovrò rinunciarci mi si
stringe il cuore.
“Piper, non andartene, non abbandonarmi ancora” la imploro, sono ad un passo
dalla crisi di pianto.
Accarezzandomi gentilmente i capelli mi dice sconsolata : “Phoebe, mi
dispiace, ma non posso rimanere. Devo pagare le conseguenze del mio insano
gesto, se non mi fossi suicidata come una stupida adesso potrei accontentarti,
ma purtroppo questo non è possibile. Perdonami”.
“Sì, certo, non dovevo” dico sottovoce dopo aver rotto l’abbraccio, non
vorrei rimanerci troppo a lungo per poi pentirmene.
Intuendo ciò mi che passa per la testa sussurra nel mio orecchio : “Ora è
meglio che vada, non vorrei vederti piangere per colpa mia”. Detto ciò si
allontana un po’ e svanisce così come era arrivata, tranquillamente,
lasciando dietro di sé una sensazione di pace eterna.
So già che se ne andrà appena sarò faccia a faccia con Prue…
Ma…ma cos’è quello ? Dove prima c’era lei ora galleggia un globo di
energia dorata. Uhm, qui gatta ci cova…mi avvicino con cautela e provo ad
immergerci una mano ; immediatamente l’energia confluisce dentro di me,
rendendomi subito cosciente del fatto che il mio potere complessivo è
aumentato, e di parecchio anche. Non ci capisco granché, ma ne sono contenta,
eccome se lo sono !
“Piaciuto il regalo ? Consideralo come un presente d’addio”…una voce
dall’alto, la voce di Piper.
“Ommioddio, mi hai fatto prendere un colpo. Che cos’era ?” chiedo
rivolgendomi al soffitto.
“Niente di più semplice. Era il mio potere, ed ora è il tuo. Fanne buon uso
sorellina”.
Stavolta non mi trattengo e le lacrime scendono libere, per la seconda volta
nell’arco di due minuti mi sento scoppiare dalla gioia, ho appena acquisito un
potere attivo, e non un potere qualunque, ma quello lasciatomi in eredità da
mia sorella.
Grazie, grazie di tutto…ora so che non mi lascerai mai. Ti voglio bene, con
tutta me stessa.
Sono passati quattro mesi.
La Predestinata ha fatto passi da gigante, ora sa tirare con l’arco quasi come
me, riesce a maneggiare con discreta bravura le armi più comuni, dai comodi
pugnali alle ingombranti asce ad una mano, è in grado di evocare i più diversi
tipi di non-morto, è padrona assoluta del fuoco e si è incattivita
ulteriormente, cosa che non fa mai male. Il tutto sputando sangue e sudore,
senza mai arrendersi, senza mai lamentarsi, senza mai far pesare la propria
sofferenza sulle spalle degli allenatori che si sono succeduti come suoi
mentori.
Ed ora è il momento dell’ultima prova. Dovrà affrontare in un duello
all’ultimo sangue uno dei nostri guerrieri, addestrato fin dalla sua nascita
all’arte del combattimento, e dimostrarsi degna del comando supremo
uccidendolo, o morendo nel tentativo…originariamente doveva esserci Hipnos
come suo avversario, ma dopo gli ormai notissimi avvenimenti si è dovuto
ripiegare su una seconda scelta, Requiem, che comunque sarà un nemico di tutto
rispetto. A proposito del caaaaaaro Hipnos, ci siamo dovuti arrampicare sugli
specchi per discolparci della sua meritata morte ; quando ci è stato chiesto se
fossimo per caso coinvolti, dato che girava voce degli attriti intercorsi fra
lui e Prue, abbiamo dato libertà più completa alla nostra fantasia nel
tentativo di distogliere da noi qualsiasi sospetto, legittimo o meno. Per
fortuna siamo stati creduti e le indagini per appurare le cause del decesso sono
ancora in corso…anche l’arma non è mai stata trovata, lei l’ha tenuta
tutto questo tempo come una reliquia, chiusa in una scatola d’argento.
Tutto è pronto : gli adepti infernali, partendo dal Grande Capo fino a giungere
al più umile dei soldati, sono radunati nel piazzale degli allenamenti che è
stato adibito ad area di lotta. Nessuno, a parte il sottoscritto e chi comanda,
è a conoscenza del perché di questa organizzazione in pompa magna, ma presto
lo sapranno. Noi poveri sfigati siamo stati confinati su delle tribune erette
all’ultimo momento, mentre il nostro Signore e la sua piccola corte dei
miracoli occupano il podio d’onore…nessuno ha potuto fare a meno di notare,
a lato della zona di combattimento, una gabbia coperta da un velo viola. Ancora
una volta sono l’unico a sapere cosa si nasconde là sotto…è bello avere
tutti questi piccoli privilegi.
E’ ora. I due contendenti si sono posti ai due lati del campo di gioco
circolare, i loro occhi uncinati a scambiarsi gelidi sguardi. Di fronte ad
entrambi c’è un tavolo pieno d’armi, partendo dal più tascabile dei
coltelli, passando per daghe, spade ad una e a due mani, fino a giungere a delle
enormi ascie, che fra di noi solo in pochi saprebbero maneggiare con efficacia.
Vi sono anche un paio d’archi ed armi più rozze, come bastoni chiodati e
fionde, e pure verghe necromantiche e scettri del potere. Una piccola armeria a
disposizione dei giocatori.
“Bene. Adesso potete prendere quante armi volete, e date il meglio di voi
stessi” tuona Lui, con la Sua solita voce tenebrosa. Requiem afferra due
spade, reggendone una per mano, mentre Prue, a sorpresa, si limita a rimanere
con le braccia conserte.
“Niente armi ? Così sarà troppo facile ucciderti” la prende in giro il suo
avversario.
“Invece di cianciare fatti sotto e vediamo quanto sei forte…ah, già il
fatto che usi due spade invece di una sola dimostra quanto sei coraggioso”.
“Ti farò pentire di esserti presa gioco di me” urla rabbioso scagliandosi
contro di lei…a vedere questa scena dovrei preoccuparmi, non accenna nessuna
reazione, eppure a livello inconscio sono sicuro che riuscirà a contenere il
suo veemente attacco senza danni.
E così è.
Muovendo le mani in circolo la ex-strega crea una specie di lancia luminosa…la
riconosco, quella è una lancia d’ossa, uno degli incantesimi base dei seguaci
di Rathma, il dio dei necromanti…ottimo, sento che non avrà problemi a
sistemarlo.
Il colpo parte e il povero malcapitato, immerso nella furia della corsa, fa
appena in tempo a scostarsi quel tanto che basta per non prenderlo in pieno,
senza però riuscire ad impedire di essere danneggiato alla spalla sinistra.
Immediatamente si ferma, tenendosi la piccola ferita, e ringhia come un cane
rabbioso verso di lei che non si è mossa da mezzo centimetro da dove si
trovava.
“Beh, tutto qui prode Requiem ? Pensavo che avrei faticato molto di più”
dice senza emozione, quasi annoiata…è fatta, so già che è solo questione di
tempo.
“Va bene, vediamo di sbrigare la pratica in fretta”…uno, due, tre
schiocchi di dita e dal terreno emergono altrettanti scheletri. “Archaon e
Inquisitor, bloccate le braccia di questo buffone. Tu Thufir, occupati delle
gambe”. Da bravi servitori senza
cervello obbediscono agli ordini della loro padrona e nel giro di un paio di
secondi Requiem è completamente immobilizato sul posto, nonostante la sua non
indifferente massa muscolare non riesce a liberarsi dalla presa multipla. Si
vede con chiarezza che l’ira cresce esponenzialmente in lui, se solo potesse
muoversi tenterebbe di renderle un milione di volte l’umiliazione che gli sta
infliggendo.
“Bene bene, cosa abbiamo qui ? Un fesso che non riesce a fare neanche un
passo…anche se non mi sono divertita come quando ho sistemato Hipnos questo si
è rivelato un interessante allenamento, posso dirmi soddisfatta di me stessa.
Ed ora, come posso ucciderti ?”.
Oh no, ha parlato di Hipnos e di ciò che è successo…maledizione, perché non
tiene a freno quella sua linguaccia biforcuta ? Mesi e mesi di lavoro rischiano
di essere buttati nel cestino della spazzatura.
“Ok, ho trovato”. Estende entrambe le braccia, poi incrocia le dita medie a
formare una croce ; compare dal nulla un minuscolo puntino d’energia, che va
pian piano ingrossandosi fino ad assumere l’aspetto di una minacciosa palla di
fuoco.
“Assaggiala e vediamo se riesci a rimanere vivo” sibila cattiva…rilascia
il colpo e gode nel vedere il suo nemico che, urlando disperato, brucia come un
falò, insieme ai propri rianimati che non reggono l’altissima temperatura
sviluppatasi.
Quando l’effetto è finito Requiem, rimasto in piedi, respira affannosamente,
è ancora vivo ma completamente svuotato di ogni forza, il suo corpo è
ricoperto di ustioni gravissime, basterebbe toccarlo con la punta di un dito per
vederlo andare a pezzi. Ma il suo sadismo non è ancora
soddisfatto…rivolgendosi verso di me urla : “Klashtorn, mi impresteresti per
dieci minuti il tuo arco ? Giuro che non te lo rovino”.
Tutti si voltano nella mia direzione aspettando una risposta. Non dovrei
darglielo, non mi fido, e poi ci sono troppo affezionato…ma poi mi ricordo che
lei è la mia allieva, che abbiamo superato mille difficoltà insieme, a partire
dal caso Hipnos fino a giungere agli ultimissimi allenamenti dell’altro
giorno. Non posso rifiutarmi.
Togliendomelo di dosso glielo lancio : “Fai attenzione, ti prego. Sai quanto
tengo a quell’arco”.
“Tranquillo” risponde facendomi l’occhiolino…e se avesse una cotta per
me ? Ma io la considero solo la mia figlioccia, niente di più. E poi sono
troppo vecchio per lei.
Si allontana, addirittura esce dal cerchio che delimita la loro zona di
combattimento, alla fine si ferma a una quindicina di metri dal bersaglio.
“Bene Requiem, dì addio alla vita, la tua sta per finire” ruggisce con
tutta la sua forza.
Incoccia la freccia, prende la mira e…zack, il dardo vola verso il suo
obiettivo centrandolo in pieno : trapassa la zona in mezzo agli occhi, uno
zampillo di sangue esce rapido dal corpo bruciato e poi più nulla. Il cadavere
cade come un sacco.
Ha vinto, ce l’ha fatta…per la prima volta in 600 anni mi commuovo per
qualcuno che non sono io, e il mio orgoglio, che finora avevo riservato per le
mie imprese, ora arde per qualcun altro, arde nel vederla restituirmi il
Barbiglio e dirigersi decisa e felice verso il palco a ritirare il premio che le
spetta di diritto. Sto piangendo troppo ultimamente, devo darmi una regolata o
cominceranno a soprannimarmi “Klashtorn il frignone”. Eppure non mi sento
tranquillo per colpa della storia di Hipnos…nell’euforia della lotta se l’è
lasciato sfuggire e ciò potrebbe costarle carissimo.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso mentre si accomoda a fianco del
Supremo, circondata dalle più alte autorità che si complimentano per
l’eccellente dimostrazione di abilità.
“Ed ora ho un annuncio importantissimo da fare” dice il nostro Signore.
Immediatamente ogni brusìo cessa, mentre Lui si schiarisce al meglio la
voce…io, sapendo già cosa deve dire, non dovrei essere emozionato, tuttavia
mi sento teso e compiaciuto, in fondo se ora lei è lì lo deve, almeno in
parte, a me.
“Molto bene, miei fedeli sudditi. La signorina che è seduta vicino a me, e
che vorrei si alzasse, ha appena superato la sua prova del fuoco meritandosi una
promozione”. Nonostante i richiami all’ordine alcuni cominciano a
parlottare, sono molto stupiti da quello che è appena stato detto…e questo
non è ancora niente.
“Dunque, è ora che sappiate. Lei è arrivata qui da noi per ricevere ciò che
era stato stabilito nel suo destino. Infatti una delle antiche profezie
dell’arcivescovo Nepenthe…e tutti voi sapete quanta verità ha predetto
quell’uomo…diceva che una strega sarebbe stata incaricata dalle stelle di
condurci alla vittoria. Ebbene, quella strega è adesso al mio fianco”.
Ci sono alcuni attimi di silenzio, poi esplode un urlo generale, di gioia e di
rabbia…finalmente tutti sono a conoscenza della realtà dei fatti.
“Ma non è tutto, signori. Infatti, in occasione di un così fausto
avvenimento, ho deciso di procedere ad un’amnistia speciale. Sollevate il
telone che copre la gabbia”.
Alcuni inservienti obbediscono solerti e la meraviglia si impossessa di tutti i
presenti : nella gabbia, incatenato come un’animale, c’è Tourach Minion, un
guerriero leggendario, colui che ha riportato innumerevoli vittorie sulle forze
del Bene e che è stato imprigionato per una piccola disattenzione durante un
rapporto. Dopo tanto, tanto tempo sarà di nuovo libero di servire la nostra
causa, e come lo fa lui non lo fa nessuno. Lo so, sembra una pubblicità, ma è
anche la pura e semplice verità.
“Liberatelo” giunge secco l’ordine.
Appena è fuori dalla prigione si avvicina con estrema calma al palco e si
inginocchia di fronte a Lui…si comporta come se non avesse mai passato gli
ultimi 250 anni della propria vita rinchiuso nei più oscuri e profondi
sotterranei delle cave infernali. C’era nell’assalto della fortezza in
Messico, me lo ricordo come se fosse ieri : lui, ovviamente in prima linea, che
con la sua Messerschmidt’s Reaver falcidiava i nemici come se stesse passando
il tosaerba nel prato pieno di erbacce, io a fargli da supporto con le mie
micidiali frecce…eravamo una grande coppia e ci legava una sincera amicizia,
ma chissà ora quant’è cambiato. Naturalmente era lui il comandante della
Reign in blood, io ero il suo vice, ma quando venne buttato nelle segrete
ottenni un insperato ed immeritato…il migliore rimane sempre lui…salto nella
scala gerarchica della legione.
“Questo è il tuo nuovo luogotente, mia cara Prue. Il suo nome è Tourach
Minion, ed è stato il più grande guerriero infernale dell’ultimo millennio.
Abbiamo avuto un piccolo diverbio e l’ho fatto rinchiudere, ma dopo la tua
superba manifestazione di forza ho deciso di condonargli la pena. Sarà sempre a
tua disposizione, è leale e fidato, nonché imbattibile”.
Silenzio.
“Tourach, lei è Prue Halliwell, ma d’ora in poi dovrai rivolgerti a lei
come ti sei rivolto a me negli ultimi 800 anni. Dovrai seguirla senza mai
chiederti il perché dei suoi ordini, ti limiterai ad obbedire come hai sempre
fatto. Confido molto in te, so che non mi deluderai”.
“Ma…e voi mio Signore ? Se lasciate a lei il comando cosa ne sarà di voi
?” si leva una voce dalle tribune…effettivamente non ci avevo ancora
pensato, ero troppo su di giri per chiedermi che fine avrebbe fatto.
“Io ? Oh, penso che mi ritirerò a vita privata. Oppure, ma questo succederà
solo se tu sarai d’accordo, il passaggio definitivo della carica dovrà
avvenire tramite la mia morte, e dovrai essere tu a togliermi la vita, la
tradizione vuole così”.
Che tradizione può essere tanto ottusa e barbara da prevedere un cerimoniale
così idiota per la consegna dei poteri di comandante supremo ? Bah, ci sono
certi aspetti del nostro modo di vivere che ancora non ho del tutto assimilato.
Tutti gli sguardi si concentrano su Prue mentre sta meditando sul da farsi…poi
dice, mangiandosi quasi le parole : “D’accordo, ho deciso. Rispetterò gli
usi e Vi darò una morte degna”.
Un “oooooooooooh” corale si alza un po’ dappertutto nel sentire queste
parole.
Ponendosi a qualche metro dal Supremo, mette di fronte al proprio volto le mani
formando con le dita un triangolo, poi comincia a recitare una formula arcana in
una lingua che non avevo mai sentito prima : “Kadesh zorias beragor homat”.
Il corpo del nostro Signore comincia a tremare come una fogliolina scossa dal
vento autunnale, poi crolla a terra senza vita. “E’ una formula insegnatami
da Zeldarath, serve a dare una morte non dolorosa”. Gli applausi scrosciano
tutt’intorno a lei che, imbarazzata, cerca di calmare la folla festante.
E’ la sua apoteosi, ed in parte anche la mia…
“Sono io il nuovo comandante supremo e vi giuro, dovessi morire, che vi porterò
alla conquista e alla devastazione” urla più forte che può.
Ormai sono quasi cinque mesi che Prue se n’è
andata e che Piper è morta ed io, nonostante tutto, sono ancora qui. Ho
eliminato ben tre demoni che hanno tentato di riunirmi col resto della mia
famiglia, e ne ho approfittato anche per imparare a padroneggiare al meglio il
potere della stasi temporale, l’unica cosa che Piper mi ha lasciato…se si
escludono tonnellate di fotografie che fanno un sacco di polvere ; quando le
guardo mi sento così sconvolta che mi viene voglia di bruciarle, vedere
com’era felice la mia vita fino a poco tempo fa e paragonarla al disastro di
oggi mi distrugge.
Accidenti, sono in ritardo, devo sbrigarmi o perderò il pullman per
l’università…purtroppo non so dove diavolo siano finite le chiavi della
jeep di Piper, e siccome l’auto è intestata a lei non posso toccarla, infatti
in tutto questo tempo è rimasta a fare muffa nel vialetto di casa.
Cammino a passo spedito quando un motivetto, proveniente da non so dove, cattura
la mia attenzione.
I´m
the suicider dying every night and day
killing me is not enough to make me go away
I´m
the suicider seeking for the end of life
killing
me is not enough to cease the flame inside
(The
suicider – Sentenced)
Eheheheheheheh, ma cosa succede ? Questa canzone
sembra calzare perfettamente alla mia situazione, ormai ho raggiunto una tale
determinazione nel vivere, senza cedere alla voglia di farla finita, che mi pare
sia stata scritta pensando al mio stato. Se fosse dipeso solo da me mi sarei
suicidata qualche ora dopo Piper, ma il mio dovere di strega e la consapevolezza
di essere l’unica persona sulla Terra ad avere una minima possibilità di
fermare Prue ed impedirle di devastare tutto il devastabile mi hanno convinta a
rimanere. E se anche dovessi morire la mia volontà di preservare il mondo così
come lo conosco mi sopravvivrebbe.
Oh, basta pensarci, oggi ho una lezione pesantissima e se mi evito di pensare a
cose così catastrofiche mi faccio solo un piacere. Ecco il pullman…lo
rincorro, sta partendo senza di me. Quando ormai l’ho afferrato mi fermo e
guardo, come ipnotizzata, l’orizzonte. Davanti alle montagne vedo una specie
di nube nera che avanza minacciosa.
Eccola.
Così il momento è giunto, fra pochi istanti sarò di fronte a mia sorella ed
alla sua orda di barbari distruttori, desiderosi solo di uccidere, saccheggiare,
massacrare, schiavizzare. Dei bei tipi, senza dubbio.
Mentre il panico si impossessa dei passanti e degli automobilisti, io mi metto
in mezzo alla strada, come una sorta di ultimo baluardo della luce contro
l’oscurità dilagante.
Finalmente mi giunge davanti, seguita da una massa pressochè infinita di
persone, un cenno della sua mano e tutti si fermano…fisicamente non è
cambiata molto, se si eccettuano i suoi capelli che ora sono tagliati
cortissimi. Per il resto è diversa, molto diversa…inanzitutto i vestiti, che
ovviamente sono quelli di un guerriero di una qualche tribù germanica,
un’armatura in cuoio e degli stivali anch’essi di cuoio. Impugna nella
destra una lunga spada, mentre la sinistra regge uno scudo molto grande e
decisamente ammaccato. L’elmo, al contrario di quanto mi aspettavo, non ha le
corna, ma è un semplice elmo che però non le copre il volto. E a proposito di
volto…già lo sapevo, ma mi fa soffrire vedere che i tratti non sono più
quelli di una volta, la bocca che era abituata a sorridere praticamente sempre
è ora contratta in uno spasmo di odio, gli occhi non riportano niente
dell’antico luccichio e sono sbiaditi, le guancie sono scavate da tagli e
piccole ferite che conferiscono durezza al tutto.
Insomma, è Prue ma nello stesso tempo non è lei.
“Ciao Phoebe” mi dice stringendo i denti…maledizione, che male mi fa
sentirla parlare così.
“Che c’è comandante ? Qualche problema ?” si sente una voce provenire dal
mucchione, e da quest’ultimo esce…ehi, è il tizio che ce l’ha portata via
! Dovesse essere l’ultima cosa che farò in vita mia ti ucciderò, questa è
una promessa.
“Non la riconosci Klashtorn ?” ghigna lei “E’ mia sorella, la piccola
frignante”.
“Oh, certo che la riconosco, ha perfettamente ragione”.
“Ti ho già detto di non darmi del lei, non lo sopporto”.
“Sì sì, scusami. Dimmi, vuoi che la uccidiamo così abbiamo di nuovo campo
libero ?”.
Grattandosi il mento risponde : “Uhm…lasciamici pensare”.
Io aspetto, non ho fretta…
“No, non ancora almeno”.
Proprio quello che volevo…rapida come un fulmine alzo le mani bloccandoli
tutti. So già cosa state pensando, ma dovete sapere che mi sono allenata fino
alla sfinimento per imparare a controllarlo così bene. Con mio grande
dispiacere anche Prue si immobilizza, è proprio il segno che non è più
recuperabile, neanche marginalmente.
Con un nervoso cenno del dito la sblocco e lei, notando che tutti i suoi sgherri
assomigliano alle belle statuine del museo delle cere di Madame Trusseaud dice
meravigliata : “Ah, quindi la mia dolce sorellina ha un nuovo potere.
Interessante. E per quanto puoi tenerli bloccati ?”.
“Perché dovrei dirtelo ?”.
“Avanti, non essere riottosa. In fondo rimango sempre la tua sorella
maggiore”.
“Taci ! Tu non sei la Prue che conoscevo, lei è morta cinque mesi fa quando
quel Klag, Klosh, Klun…non mi ricordo come si chiama l’ha portata via da
noi. Lo sai almeno che Piper si è suicidata ?” mi sfogo piangendo.
“Certo che lo so, cosa credi ? Che da là sotto non si veda nulla ?”.
“Va bene Prue, l’hai voluto tu” la sfido energica.
“Vuoi combattere Phoebe ?”.
“Ho altre alternative ?”.
“No, non ne hai…”.
Scritto da Kaos