Streghe Italia Fan Fiction

LA FINE DEL MONDO... OPPURE NO?


Riassuntino : Prue si organizza per assolvere al suo compito… seguito di “The dark ride”.

Fascia d’età : adatto a tutti.

Data : cominciato il 1° aprile 2001 alle 15.29 e finito il 16 aprile 2001 alle 2.40

Disclaimer : Si ricorda che tutti i diritti sono di proprietà del sito “Streghe Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il permesso degli autori e senza fini di lucro.


Non c’è motivo per cui sia contenta.
Appena due o tre ore fa Prue è uscita dalla vita mia e di Piper e, adesso che mi sono svegliata, ritrovo mia sorella, l’ultima persona con cui avevo un vero legame affettivo, morta al mio fianco. Lo so, era proprio ciò che voleva, ma questo non mi solleva per nulla, anzi mi fa sentire ancora peggio.
E questo biglietto…mi chiedo cosa ti passava per la testa quando l’hai scritto. ”tu devi vivere, se te la senti” ; come posso voler continuare a vivere dopo tutte le disgrazie che si sono abbattute su di me ? Prima Prue ed ora tu…
“Spero che la fine del mondo non arrivi” ; mi viene in mente una delle leggi di Murphy, il fisico più ottimista del mondo, la quale diceva “Se sembra facile è dura, se sembra difficile è fottutamente impossibile”. Ecco come considero la tua speranza sorellina, fottutamente impossibile.
“(spero) che tu abbia dei bei figli” ; a che scopo avere dei figli se questi, come del resto l’umanità intera, sono destinati a morire, e per colpa non di uno sconosciuto qualunque, ma della zia ? Perlomeno hai detto che mi merito di essere felice…
“Di a Leo che l’ho amato come non ho mai amato nessun altro” ; d’accordo, ma oltre a dirgli che lo amavi follemente dovrò anche dirgli che sei morta…mi ucciderà quando saprà che non ho nemmeno provato ad impedirtelo.
E’ proprio vero che parli del diavolo e ne spunta la coda. Vedo davanti a me la classica luce azzurrina, quella che anticipa l’arrivo del nostro angelo bianco…tragedia in vista.
Saprà già tutto o dovrò spiegarglielo io ? Spero vivamente che sia la prima possibilità quella vera, non reggerei a dovergli raccontare i disastrosi avvenimenti delle ultime ore.
“Salve ragazze, sono arrivato un po’ prima perché…” ma non finisce nemmeno la frase, il sorriso solare che riempiva il suo volto gli muore sulle labbra appena vede. Senza nemmeno considerarmi si precipita su Piper e tenta invano di risvegliarla prima di accorgersi del profondo taglio che ha sul petto.
Per i successivi dieci secondi Leo cade in catalessi, nessuna sollecitazione esterna sembra svegliarlo dalla trance, probabilmente sta tentando di autoconvincersi di essere nel suo soffice letto di nuvole e che quello che ha davanti a sé sia solo un incubo.
“Phoebe, cos’è successo ? Perché è…”, non trova il coraggio di finire la frase, poverino…
“Hai tempo a disposizione ? E’ una storia abbastanza lunga”.
Ci sediamo ; mentre io parlo lui non distoglie un istante lo sguardo dal corpo di mia sorella, e ad un certo punto comincia a cullarlo, grosse e amare sono le lacrime che solcano le sue guance cadendo rumorosamente a terra.
Nell’istante in cui finisco di spiegare si sentono i campanellini che servono a richiamarlo davanti a Loro, così mi stringe forte e se ne va piangendo come una fontanella.
E adesso ? Come se non bastasse tutto questo, dovrò anche inventarmi una scusa plausibile per la sua morte e per la sparizione di Prue…meno male che almeno a Morris potrò rivelare tutto, anche se non so quanto sarà contento di sentirlo.

Non è malaccio.
L’idea che avevo dell’Inferno è quanto di più lontano ci fosse dalla realtà dei fatti. Dai racconti della nonna e della mamma me lo immaginavo costituito da piccoli cunicoli, impregnato del pessimo odore di zolfo fuso, con laghi di lava e fuochi perenni.
Niente di più sbagliato.
Ammetto che non è paragonabile ad un appartamento nel centro di Manhattan, ma si difende egregiamente. Dovendo fare un confronto con una struttura terrestre, direi che assomiglia ad una base militare molto organizzata, le cui aree più riservate sono sorvegliate da soldati 24 ore su 24 e solo alcune personalità possono accedervi senza il permesso del gran capo. Le camerate degli ufficiali si trovano nell’ala est, ed è lì che io dormirò, mentre i soldati riposano in un’altra zona. Il cibo non è proprio il massimo e io, essendo abituata ai manicaretti della defunta Piper, sono di gusti difficili, ma confido che riuscirò a farci il callo in tempi ragionevoli.
Dei miei nuovi compagni non ho un giudizio del tutto buono : Klashtorn ha sempre il suo irresistibile charme, è gentile ed educato con me, mi fa sempre dei piccoli favori anche quando questo potrebbe procurargli dei guai con le alte sfere…forse è così servizievole, e così malvisto dagli altri, perché è l’unico che sa veramente chi sono, infatti il comando supremo ha deciso di non diffondere ancora la notizia e il mio arrivo è stato giustificato come un semplice aumento di personale. Riguardo ai rimanenti, beh…nessun entusiastico commento. Finora ho avuto contatti solo con alcuni dei personaggi che vivono qui, Zeldarath il necromante, Aethiss il druido e Hipnos l’assassino, elementi che fino ad una settimana fa avrei evitato come la peste…di questi solo Zeldarath è sufficientemente sopportabile, ed in rari momenti quasi simpatico, mentre gli altri due non li posso vedere, uno tutto preso dai suoi incantesimi arcani e per me incomprensibili…e dire che le mie esperienze degli ultimi due anni mi avevano convinto che ormai la magia non avesse più segreti per me…l’altro intento a crogiolarsi nell’autoesaltazione e nel distribuire per tutto il campo volantini che riportano fedelmente il riassunto di ogni suo lavoretto. Odio i palloni gonfiati e quelli che passano il tempo curvi sui libri. Se fossi un po’ più forte li sistemerei come dico io, entrambi ridotti ad una macchia sul muro del refettorio, ma tanto questo momento arriverà, prima o poi…
Ma non basta : infatti il mio arciere preferito…mi sto lentamente innamorando di quell’uomo, ormai è solo questione di tempo…mi ha fatto sapere che dovrò cominciare un durissimo addestramento all’uso di qualsiasi tipo di arma, non si è mai visto il comandante in capo di un esercito che non è nemmeno in grado di tenere in mano una spada. Mi aspetta una bella sgobbata.
E così comincia un nuovo giorno, il terzo da quando la mia vita ha preso la svolta che doveva prendere : sveglia alle cinque ora terrestre, piccola adunata nel piazzale antistante la caserma, colazione tutti insieme allegramente e poi mattinata dedicata agli allenamenti, c’è chi si impratichisce con gli incantesimi di evocazione e chi fa a gara coi commilitoni nel distruggere i manichini. Nel pomeriggio, dopo un “lauto” pasto, ancora sudore e sangue spesi per migliorarsi in ogni campo del combattimento e verso sera la riunione generale, vero e proprio momento di aggregazione in cui ci si scambiano consigli ed impressioni sulla giornata che volge al termine. All’alba successiva si ricomincia tutto daccapo. Ma presto questa routine verrà smossa, non appena il Gran Capo farà l’annuncio che darà l’inizio all’Apocalisse.
Uff, io odio la carne essiccata e sembra che qui non si mangi nient’altro…dovrò fare le mie rimostranze al cuoco, o ucciderlo e mettermi io ai fornelli, dipenderà dal mio umore in quel momento. Dopo essermi servita, Klash…sono già ai soprannomi, è fatta…mi fa cenno di sedermi vicino a lui ; trotterello tutta contenta e occupo la sedia accanto alla sua. Non mi lascia nemmeno il tempo di addentare la portata che si avvicina sornione e mi bisbiglia nell’orecchio : “Ho ricevuto dei nuovi ordini, mia cara Predestinata. Oggi comincia il tuo allenamento speciale e per adesso sei fortunata, sarò io il tuo istruttore”.
“Come per adesso ? Vuol dire che avrò ogni volta un maestro diverso ?”.
“Beh, io so solo tirare con l’arco, anche se sono il migliore, ma un comandante deve sapersi barcamenare un po’ in tutto…riceverai i rudimenti dell’arte necromantica di Rathma e i principi basilari dell’assassinio, saprai come controllare le potenti energie della natura e come sventrare i nemici con un solo e preciso colpo di spada, insieme a tante, tante altre belle cose. Dovrai dimenticarti di essere mai stata una strega e dovrai anche disimparare ad usare il tuo potere telecinetico, non sarà con quello che ci condurrai alla vittoria”.
Oh, che bella notizia, la strada verso il mio comando assoluto è cominciata.
Finito di mangiare quella innominabile schifezza, ci alziamo educatamente sotto gli occhi parecchio stupiti di tutti. Hipnos, facendosi portavoce dei compagni, ci chiede con una punta di malizia : “Possiamo noi mortali sapere dove vanno le vossignorie vostre ?”.
Klashtorn lo fulmina con un’occhiataccia e, mentre il suo viso si trasforma da una maschera contorta di rabbia a un ghigno sotto i baffi, risponde calmo : “No, non potete. Direttive che vengono da laggiù, roba top secret. Verrete aggiornati a tempo debito”. E ce ne andiamo lasciandoli con un palmo di naso, anche perché la regola vuole che ci si alzi da tavola tutti insieme.

Quella ragazza non mi piace per nulla.
E’ altezzosa, arrogante ed antipatica quanto basta per farmela odiare visceralmente. E poi non capisco, che ce ne facciamo di un’inutile femmina ? In 250 anni che vivo qui non ho mai visto una donna per questi pericolosi e tetri corridoi, perché lei deve fare eccezione non lo so. E il riferimento di Klash agli ordini che vengono direttamente dal capataz…mah, misteri della vita. In ogni caso giuro che alla fine le farò sputare tutta la sua superbia, ovviamente insieme ai denti.
Non posso lasciarli andare via così senza reagire e, contravvenendo alle leggi, mi alzo per seguirli. Zeldarath mi afferra per un braccio dicendomi : “Ma anche tu sei per caso impazzito, Hipnos ? Se ti beccano ad andartene dalla tavolata prima del tempo sarai nei guai”.
Bah, magari è talmente ingenuo da pensare che abbia paura di una sgridata : “Mollami, ho un impegno urgente da sbrigare”.
“E si può sapere, di grazia, in che cosa consisterebbe questo impegno ?”.
“Niente che ti riguardi. Ed ora lasciami andare il braccio, o nemmeno i tuoi adorati scheletri potranno riattaccartelo”.
Sa perfettamente di non avere speranze contro di me, il miglior assassino che l’Inferno abbia mai conosciuto, e allentando la presa si lascia sfuggire una frase piena di preoccupazione : “Non ho idea di cosa stia succedendo qui, ma sappi che lo dicevo per il tuo bene, amico”.
Quando ormai sono alla soglia della stanza urlo mentalmente : “Imbecille, pensi davvero che io ti sia amico ? Dovresti aver imparato che qui ognuno deve contare solo sulle proprie forze…”.
Ora devo inseguirli, ma non riesco a capire da che parte siano andati…poi, mentre sono appoggiato al muro per riflettere, mi viene il più classico dei colpi di genio e sfoderando un sorrisino malefico dico fra me e me : “Il piccolo cortile sul retro, sento che sono lì”. Sfruttando le mie innate doti striscio mimetizzato contro il muro fino a giungere all’uscita che da sulla minuscola piazzola, normalmente deserta perché troppo modesta per potersi allenare in modo serio ; loro sono lì, Klashtorn impugna il suo Barbiglio dell’Armageddon, lei invece un arco gotico comune che tenta disperatamente di tendere per tutta la sua lunghezza.
Interessante, davvero interessante…e così la nuova arrivata si fa dare lezioni private e segrete dal più bravo arciere infernale, nonché capitano della Reign in blood.
Ho la sensazione che questa mia scoperta mi tornerà utile in futuro, soprattutto quando la riferirò alle alte sfere.
“Non così Prue, devi sforzarti di più e tendere questo maledetto arco, ti avviso che non ho intenzione di perdere l’intero pomeriggio a vederti mentre ti rendi ridicola”.
Uhhhh, che maestro perfido…adesso lei si metterà a frignare come una mocciosa.
Ed invece, con non mio poco stupore, digrigna i suoi dolci incisivi emettendo i suoni tipici di un lupo affamato e bavoso, mette tutta la sua poca forza e finalmente porta a termine l’ardua missione. Sul volto dell’inflessibile insegnante si disegna uno sguardo decisamente meravigliato mentre osserva con gli occhi spalancati la sua allieva, una ragazzina di nemmeno 30 anni che dimostra la perseveranza e la tenacia degna solo dei più grandi.
Dovrò eliminarla prima che diventi scomoda…e come se bastasse non la posso sopportare, è un odio di quelli a pelle, sicuramente reciproco.
“Ed ora scocca”.
Esegue immediatamente ma la freccia, probabilmente indispettita dal tempo che ha impiegato per metterla in posizione, vola a grande distanza dal bersaglio, non facendo nemmeno finta di sfiorarlo. “O maledizione, ma che hai al posto delle mani, farina ?” sbotta nervoso Klash. Eheheheheheheheheh, le sta proprio bene a quella piccola arpia.
Ma ora è meglio che vada, non vorrei mai che si accorgessero di me…cammino veloce per il lungo corridoio quando, per puro caso, noto appeso al muro uno specchio : lasciando campo libero alla mia famigerata vanità, mi fermo per specchiarmi ed ammirarmi in tutta la mia prorompente bellezza. I miei occhi, neri come il mantello della Morte, assomigliano a due profondi pozzi che conducono le mie sfortunate vittime nell’oblìo eterno, mentre i miei lunghi capelli, rossi più del fuoco eterno, se ne stanno drizzati per aria sconfiggendo qualsiasi legge gravitazionale…e non uso il gel per tenerli così, è tutto naturale. Poi c’è quel delizioso neo marroncino sopra il labbro, che da quel tocco di classe non accessibile alla volgare massa. E le mie armi ? Una corazza in cuoio leggera, per farmi sgattaiolare silenzioso nell’oscurità più fitta senza far rumore, il mio pugnale preferito, quello con cui ho tolto la vita a migliaia di persone, ma soprattutto la mia sopraffina abilità, che mai è stata eguagliata e che mai sarà eguagliabile. In breve, sono bravo nel mio lavoro, sono bello, sono stimato dai miei compagni…a parte la giovane megera…cosa volere di più dalla vita ? Certo, una bella cassa di birra gratis fa sempre piacere… eh sì, ogni tanto alzo un po’ troppo il gomito e mi ritrovo a girare ubriaco per la caserma cantando a squarciagola canzoni stupide, ma famose e amate fra i mortali, come “Quel mazzolin di fiori” o “Bandiera gialla”.

Cavolo, quant’è difficile.
Per una come me, abituata a spostare le cose con un semplice gesto della mano, usare questi giganteschi e pesanti archi non sarà per nulla comodo.
Ma se davvero pensano che mi arrenda così presto si sbagliano, e di grosso.
Senza abbattermi chiedo a Klash di darmi un’altra freccia ; lui non mi pare molto convinto ma, vedendo la determinazione nei miei occhi mentre mi asciugo il sudore dalla fronte, acconsente e mi passa un altro dardo.
“Adesso vedrai” gli dico.
Di nuovo tendo l’arco, lo sforzo che sto compiendo non è indifferente, i muscoli delle mie braccia sono tesi al massimo, se dovessi rimanere troppo a lungo in questa posizione si spezzerebbero dalla fatica e anche i nervi hanno il loro bel da fare nel mantenere la postura adatta ; tuttavia devo stringere i denti e proseguire, non posso perdere la faccia già dalla prima lezione.
Cerco di prendere la mira, ma la vista mi si sta lentamente annebbiando, mi sento mancare, la testa mi pulsa forte, il sangue fa avanti ed indietro nel tentativo di porre fine alla tortura, le gambe si fanno molli e quasi cado per terra…no, no, non posso arrendermi. Raccogliendo le forze tento di rialzarmi e, pur con qualche difficoltà, sono di nuovo ritta come si deve. Finalmente inquadro, o almeno così credo, il bersaglio e lascio andare la freccia ; appena questa parte sibilando mi accascio a terra dalla fatica, sbattendo violentemente la testa. C’è qualcosa che non va, oltre a ritrovarmi stesa sul freddo selciato mi fa male dappertutto. I sensi mi vengono meno e penso di essermi tagliata da qualche parte, forse proprio la testa, perché la sento come se fosse appoggiata su una superficie liquida…tastando come posso con la mano scopro che è sangue. Mi sarò ferita quando ho toccato terra, leggera e lieve come una farfalla.
Approfitto del mio attuale stato per rilassarmi e cercare di riprendere fiato…tutt’ad un tratto un acuto dolore al fianco sinistro mi riporta alla realtà. Ahio, è veramente forte, devo essermi rotta un paio di costole, ma come ?
Con lo sguardo cerco il colpevole e lo trovo in Klashtorn, che si sta sfogando su di me, povera ragazza inferma e malmessa…arriva un altro calcione e la sofferenza aumenta, ben che sia andata le costole rotte salgono a quattro o cinque.
“Idiota, come fai a commettere scelleratezze del genere ? La seconda freccia è andata ancora più lontana della prima, e per fortuna che ce l’hai messa tutta, altrimenti nemmeno riuscivi a lanciarla” mi apostrofa con estrema gentilezza.
Non ho nemmeno la forza di rispondere. Lui, vedendomi distesa, stanca e sanguinante, si intenerisce, allunga una mano per farmi alzare e poi si scusa dello scatto d’ira.
“Non fa niente” balbetto un po’ incerta.
“Facciamo così : tu adesso ti prendi qualche giorno di riposo, ti fai curare queste brutte ferite e poi ricominciamo quando ti sentirai meglio, ok ?”.
“Perfetto” rispondo massaggiandomi il taglio sulla nuca…avrò una voragine enorme, sto perdendo un sacco di sangue. Non reggo più e svengo.

La burocrazia è stata sistemata.
Darryl mi ha dato una mano con le scartoffie, i rapporti, i documenti ed ora è tutto a posto : secondo la versione ufficiale, mentre io ero a lezione Prue, in preda ad un attacco di follia, ha pugnalato a morte Piper dandosi poi alla macchia. Ora è ricercata in tre stati dell’Unione con l’accusa di omicidio. Mi dispiace per lei e per la memoria della mia cara sorellina defunta, ma non eravamo dell’umore adatto per metterci a pensare ad una storia più fantasiosa, questa è convincente quanto basta. Ci sono alcuni particolari che non tornano, come ad esempio la presenza delle mie impronte sull’arma del delitto o la prima ferita provocata dalla freccia, ma a questi dettagli ci penserà il mio ispettore preferito.
Ora siamo seduti in cucina, io, lui e Leo, tentando di discutere su qualcosa, su qualsiasi cosa che non mi ricordi gli avvenimenti delle ultime ore.
“Ripetimi ancora la storia” dice quasi sottovoce Morris.
Una sbuffata mi sfugge involontariamente, sarà la milionesima volta che gliene parlo : “Ormai la dovresti sapere a memoria. Tre giorni fa spunta questo tipo, un certo Klashtorn, che non so come convince Prue a seguirla con lui all’Inferno. Io e Piper abbiamo tentato di opporci, ma lui è stato più bravo, più intelligente e più furbo di noi e ce l’ha soffiata sotto il naso. Dopo essere stata ferita da una freccia, Piper ha espresso il desiderio di farla finita ed io mi ero ripromessa di seguirla nel Paradiso delle streghe, ma il fato ha voluto diversamente ; infatti, mentre io dormivo, lei ha deciso di chiudere il sipario e si è trafitta…il resto lo sai”.
“Ci credo che lo so, me lo sono inventato io” risponde con un debole e vacuo tono sarcastico…non è proprio il caso di scherzarci sopra.
Leo c’è ma non si vede, è silenzioso, muto come un gargoyle di giorno, da quanto si riesce a capire guardandolo ha stampato in testa il momento in cui appariva davanti a me mentre reggevo il cadavere della donna che ama. Starà soffrendo più di chiunque altro per ciò che è successo, e non solo per Piper, anche se in questo momento ogni suo pensiero è rivolto a lei, ma in parte anche per Prue, credo…
“E ora cosa conti di fare ?”.
“Non lo so…ho bisogno di tempo per pensarci, forse chiuderò anch’io con questa farsa chiamata vita, forse no, adesso come adesso non ne ho la minima idea”.
Uscendo dalla sua trance, il mio angelo bianco dice in modo piatto : “Dovrai imparare a tirare avanti, ora che Piper…hai capito cosa intendo…e che Prue se n’è andata. Sicuramente, ora che il Trio non esiste più, i demoni e gli stregoni ne approfitteranno e accorreranno come api sul miele su di te, l’ultima delle Halliwell rimasta al servizio del bene”.
Ma che discorsi fa ? Io sono qui a cercare di decidere se procedere sull’irta e pericolosa strada della mia vita, pensando al fatto che le mie due sorelle mi hanno abbandonato per motivi diversi, ed anche ricordandomi che l’Apocalisse pende sulle teste di tutti noi, e lui dedica i suoi pensieri ai demoni ? Al fatto che potrei rimanere uccisa in caso d’attacco ora che Prue e Piper non sono più qui a proteggermi ? Ma dico, è impazzito ?
“Scusa Leo, ma non credi che abbia dei problemi più urgenti da risolvere ?” gli chiedo cercando di non urtare la sua sensibilità.
Mi guarda un po’ storto, ma poi comprende dove voglio arrivare e ribatte : “Sì, hai ragione, scusa. E’ che sto cercando di distrarmi da ciò che ho visto…”.
Che mancanza di tatto che ho avuto, stava solo tentando in modo disperato di dimenticarsi della morte della persona più importante della sua vita, come ho potuto non accorgermene ? Mi alzo, copro il breve spazio che ci separa e gli do un innocente bacio sulla fronte…Piper, non essere gelosa, non sto cercando di rubartelo, voglio solo consolarlo. “Ti prego di perdonarmi, non volevo mancare di rispetto verso il tuo dolore. Quando ti ho risposto non mi rendevo conto di come stai adesso e di quanto ti manca la dolce e sensibile Piper, una persona della quale mi sarei innamorata anch’io se fossi stata un uomo”.
Per un microsecondo sorride a questa mia battuta, ma subito l’ombra torna a coprire il suo volto e i suoi stupendi occhi blu si incupiscono nuovamente.
“Phoebe, devi farmi un favore”.
“Dimmi, se posso…”.
“Ferma Prue, non permettere che porti la distruzione nel mondo. Oltre che essere il tuo dovere principale, ricordati che devi farlo per Piper. Lei è morta per colpa sua, ed io non permetterò che ciò rimanga impunito. Promettimelo”.
“Leo…”.
“Promettilo, ti prego !”.
Non so che fare, dopo questa frase mi rendo conto che tutto l’affetto che Leo provava per Prue ha messo le ali e l’ha abbandonato, gli unici sentimenti che ancora lo legano a lei sono la rabbia e l’odio per ciò che ha indirettamente causato…tuttavia lui sembra essersi dimenticato che Prue è pur sempre mia sorella, non credo proprio che avrò il coraggio di affrontarla e, se necessario, di ucciderla, sarebbe troppo da sopportare per una persona fragile e sfortunata negli affetti come me.
“Mi dispiace Leo, ma non posso promettertelo” rispondo volgendo gli occhi al pavimento, non ho il fegato di dirglielo guardandolo in faccia.
“Ma Phoebe…
“Credimi, fa quasi più male a te che a me, ma ora non me la sento proprio. Però non prenderlo come un no definitivo, potrei anche cambiare idea” e non resistendo più me ne vado. Dopo aver vagato un po’ per casa mi rintano in camera mia, gettandomi sul letto.
Non so che fare, una cosa che mi capita più spesso del solito ultimamente. Da una parte sono convinta che Prue vada fermata ad ogni costo, anche se dovessi eliminarla nel farlo, ma dall’altro non ho il coraggio di porre fine alla vita dell’ultima parente stretta a me rimasta. Ci dev’essere una qualche maledizione che grava sulla famiglia Halliwell, altrimenti come si possono spiegare tante disgrazie e tragedie una dietro l’altra ?
Rifletti Phoebe, rifletti : se decidi di rimanertene con le mani in mano, presto o tardi la tua adorata sorellina metterà a ferro e fuoco questo mondo, devastando, massacrando, seminando morte e panico…se invece dovessi optare per la soluzione violenta della questione sarai obbligata ad uccidere con le tue mani Prue, e sai quanto ti costerà farlo…per quanto spietata e terribile possa essere diventata rimane pur sempre tua sorella, l’ultima sorella.
Come mi si può chiedere di commettere un’atrocità simile ? Lo so, è per evitare che il mondo venga inghiottito dal terrore, ma nonostante sia consapevole che va fatto non riesco a togliermi dalla testa la scena : Prue, alla testa di uno sterminato esercito di soldati demoniaci, che marcia su San Francisco…io, disperata per la scia di distruzione che semina al suo passaggio, decido di fermarla, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia…la raggiungo, la affronto e, mio malgrado, la uccido…e lì, di fronte ai suoi tirapiedi, spaventati per la misera sconfitta del loro capo, mi chino pesta e sanguinante sul suo corpo…dubito che ne uscirei completamente indenne…e mi metto a piangere, un pianto assolutamente genuino, di puro e vero dolore, perché sono stata obbligata a porre fine alla vita di mia sorella. Qualunque cosa faccia sono destinata a soffrire : se lascio che Prue faccia quello che deve fare rimarrò uccisa, e se intende mantenere la sua minaccia sarà lei stessa ad ammazzarmi ; se invece intervengo, nel caso abbia la meglio, sfogherò la mia immensa sofferenza sul cadavere freddo e senza pulsazioni dell’ultima persona cui ho voluto bene. Tutto questo se dovessi decidere di non farla finita…e la voglia è forte, più forte che mai…ma ora come ora non so nemmeno da che parte sono girata, figurati se sarei in grado di fare una scelta così impegnativa.
Perché la mia vita deve essere così difficile ?
“Perché sì” urlo contrariato.
Che cavolo vuole Hipnos ? Come ha osato spiarci ? E soprattutto, come posso impedirgli di diffondere la notizia ?
“Perché sì ? Che risposta è ? Ti ho chiesto il motivo per cui alleni quella ragazzina e tu mi rispondi in questo modo ? Sveglia Klashtorn, io non sono nato ieri, lo sai, e non mi piace farmi prendere in giro”.
Questo maledetto bastardo ha già intuito qualcosa, ne sono sicuro…se siamo fortunati starà pensando che la “ragazzina” voglia semplicemente migliorarsi un po’, ma se, come penso, sospetta tutto ci mette in una brutta situazione.
Quando mai ho avuto la pessima idea di andare a chiamarlo per scambiarci un paio di colpi di prova…a parte che mi sta antipatico perché lo trovo borioso ed egocentrico, mi sarei dovuto accorgere della sua presenza l’altro giorno. Parlando di allenamenti era inevitabile che facesse parola di ciò che ha visto, forse nemmeno voleva smascherarsi così presto, ma ormai la frittata è fatta.
“Non sono cose che ti riguardano…ed ora vedi di cambiare aria, la tua sola presenza mi infastidisce”.
Al sentire questa frase il suo volto assume l’atteggiamento più provocatorio che potesse escogitare, il sorrisetto malizioso che si stampa sulla sua faccia è il peggiore che abbia mai visto, mi viene proprio voglia di prenderlo a pugni. “Eccome se sono cose che mi riguardano. Fissami nelle palle degli occhi, Klashtorn, e dimmi che quello che vi ho visto fare non era niente di illegale o di sovversivo” dice deciso.
Non va bene, mi sta mettendo in agitazione ed odio trovarmi in queste scomode situazioni ; sotto pressione do' il peggio di me, a volte mi lascio andare a scatti nervosi assolutamente ingiustificabili in un secondo momento, altre volte invece cado nel panico più completo e non riesco nemmeno a formulare un periodo di senso compiuto. Devo sbarazzarmi della sua presenza il prima possibile.
Nel frattempo, richiamata dai nostri strepiti, una piccola folla si è radunata nel corridoio dove sta avvenendo questo nostro diverbio…pure questo, la mia natura fondamentalmente timida non vuole avere gli occhi del mondo su di sé.
Raccolgo tutto il mio coraggio prima che faccia le valigie abbandonandomi in un pasticcio più grosso di me, i nostri sguardi si incrociano per poi uncinarsi e sparo secco : “Io e Prue non stavamo facendo nulla di male, era un semplice allenamento di prova. La ragazza ha espresso il desiderio di imparare ad usare l’arco e siccome si è rivolta a me ritenevo scortese il declinare una così gentile richiesta”. Nelle mie intenzioni avrei dovuto dirlo tutto d’un fiato, ma la troppa ansia mi ha fatto fare delle lunghe pause che possono dare voce a certi malevoli dubbi.
Il suo sorriso non accenna ad andarsene mentre dice : “D’accordo Klash, per ora posso ritenermi soddisfatto. Ma sappi che d’ora in poi vi tampinerò, e se dovessi venire a conoscenza di qualcos’altro di compromettente affidatevi a qualche santino, l’ira del capo è terribile e non esiterà ad abbattersi su di voi riducendovi a pezzetti”. Poi si volta, superiore come sempre, e se ne va.
Tento di convincere il pubblico a togliere il disturbo : “Cosa avete da guardare ? Lo spettacolo è finito”. Per mia fortuna sono sufficientemente persuasivo e dopo qualche minuto sono da solo.
La situazione non è ancora critica, ma potrebbe precipitare ; non mi preoccupano le sue vuote minacce, gli ordini di allenare la Predestinata vengono da più in alto di quanto lui si possa immaginare, è la segretezza che mi spaventa. Le istruzioni erano chiare, il tutto doveva svolgersi nell’ombra più riservata e nessuno, me escluso, doveva sapere nulla in merito a questa faccenda prima del tempo.
Mi sento frustrato ed impotente, non so che fare…per sfogarmi dò un pugnone sul muro, incrinandolo, e comincio a frignare come un bambino, sono sinceramente convinto che la missione affidatami debba andare in porto e ci sto mettendo tutto me stesso per la sua buona riuscita, così come Prue che si sta sforzando oltre le proprie reali possibilità pur di essere degna del compito che la attende…eppure il piano rischia di andare a monte per colpa dell’invidia di un mio compagno d’armi, uno con cui dovrei combattere fianco a fianco per la causa del Male.
Maledizione, maledizione !
“Calmati Klashtorn, ci penso io”. Una calda voce dietro di me ed una mano sulla mia spalla.
Mi volto e c’è Prue a tentare di consolarmi : guarda come l’ho conciata, due giorni che è in completa inattività ed ancora porta su di sé i segni del mio addestramento, la testa fasciata, il fianco su cui sono evidenti i segni dei miei violenti calci, i vestiti completamente inzuppati di sangue. Buffa la vita, dovrebbe essere lei ad avere delle crisi di autostima con me vicino ad incoraggiarla, ed invece è il contrario.
“Ehi, cosa ci fai alzata ? Dovresti essere a letto, non sei ancora guarita” esclamo, la preoccupazione evidente nella mia voce.
“Calmati, sto bene. Siccome tu mi sembri un po’ in crisi, darò io una sistemata a quel bulletto di Hipnos, stai tranquillo”.
“Cosa ? Ma sei pazza ? Quello è capace di farti a fette ed appendere i tuoi brandelli nella camerata come trofeo”.
Scuote la testa ridacchiando, mi passa una mano sulla guancia e dice : “Oh povero Klash, se piangi ti si rovina la pelle delicata. Guardami, sono la Predestinata, secondo te posso permettermi di crepare adesso ?”. E’ determinata e decisa come mai l’ho vista in questi ultimi cinque giorni. Non mi pare abbia la benché minima intenzione di desistere e non vedo come potrei convincerla a lasciare perdere…insomma, sta andando incontro ad una morte lenta e dolorosa ed io non credo di poterglielo impedire…bella storia.
“Prue, promettimi che almeno farai attenzione, non possiamo perderti proprio adesso. Se vedi che è troppo forte per te lascia perdere e abbandona lo scontro”.
Senza neanche rispondermi mi dà le spalle e se ne va…zoppica in modo evidente e ciò non fa che spaventarmi ulteriormente.
E’ finita.

Ma chi me l’ha fatto fare ?
Ho detto a Klashtorn che mi sarei occupata di quello smargiasso, ma ora tutta la mia tracotanza è svanita come neve al sole, evaporata, eclissata, non ce n’è più traccia. E poi chi voglio prendere in giro ? Sono ancora mezza morta dopo quell’allenamento distruttivo, e probabilmente nemmeno in piena forma potrei tenere testa al miglior assassino del creato.
E’ incredibile la mia predisposizione a cacciarmi nei guai da sola.
Lo raggiungo dopo aver vagato per un po’ nei bui corridoi pallidamente illuminati da deboli torce, è appoggiato al muro e sta discutendo amabilmente con qualcuno che non conosco…quest’ultimo è vestito di una imponente armatura d’acciaio temprato ed il suo volto è coperto da un gigantesco elmo che non riuscirei a sollevare nemmeno fra mille anni.
Si accorge immediatamente della mia presenza, ma non accenna a smettere di parlare.
Per attirare la sua attenzione mi improvviso clown, saltello avanti ed indietro, fischio, schiocco le dita ma niente, non si smuove…bella considerazione che ha di me. Oh beh, poco importa, tanto entro dieci minuti uno di noi due…quasi sicuramente io…sarà un cadavere putrescente buttato per terra.
Mi sono rotta di essere presa in giro, mi sta facendo incavolare parecchio, così agito il braccio e lo spedisco lontano di qualche metro, il tutto sotto lo sguardo incredulo del suo interlocutore. Rialzandosi con agilità dice : “Scusa Skandal, ma ora ho da fare. Proseguiremo più tardi, ok ?”.
Forse intimorito dalla mia dimostrazione di forza, l’altro risponde : “Ok, ti aspetto nel piazzale” e toglie il disturbo capendo subito che si sta per scatenare una vera e propria battaglia.
“Molto bene streghetta, adesso dimmi che vuoi da me, e fai in fretta, odio essere interrotto mentre parlo di guerra con un amico”.
Tsk, hai anche il coraggio di chiedermi cosa voglio da te…risposta semplice, ti voglio morto, non ti lascerò buttare al vento tutta la fatica che io e Klashtorn abbiamo messo, e metteremo, negli allenamenti. D’accordo, finirò per farmi ammazzare, ma almeno so di averci provato.
“Beh, vediamo se trovo le parole adatte…oh sì, ecco. Devi finirla di metterci i bastoni fra le ruote, Hipnos, mi hai veramente stufato. Adesso ti do' un ultimatum : o ti levi dalle scatole e ci lasci lavorare in pace o ti farò pentire di avermi preso in antipatia, capito ?”, il tono della mia voce è quanto di più minaccioso riesco a produrre. Ciononostante la sua reazione è di menefreghismo più che di paura, e se devo essere sincera me lo aspettavo, anche perché la mia dichiarazione avrebbe forse spaventato un maialino con le ali, di sicuro non lui. “Tu vieni a dettare le regole a me ? Sei sicura di stare bene ? Vedi di sparire prima che decida di farti male sul serio”.
Ahahahahah, forse non ha capito bene, sono disposta a rimanerci secca pur di eliminarlo.
“Se la metti su questo piano…” e strizzando velocemente gli occhi lo mando lungo e disteso per terra ; di nuovo si rimette in piedi, più scocciato che ferito, scuote la testa ed estrae un coltello. “D’accordo piccola, l’hai voluto tu”.
Mi resta ancora poco da vivere…
Assumo una posizione difensiva ma lui, con uno scatto degno di una pantera, mi è immediatamente addosso e brandisce pericolosamente la sua arma nel tentativo di scuoiarmi. Non riesco a trovare l’attimo giusto per contrattaccare, sono troppo impegnata nell’evitare le sue rasoiate. Mi fa indietreggiare di parecchi centimetri, poi cambia tattica e mi assesta un calcio dritto nella bocca dello stomaco facendomi piegare su me stessa. Boccheggio senza trattenere un gemito di dolore, come prevedevo è troppo forte per me.
“Direi che siamo già giunti alla conclusione” afferma compiaciuto.
Un istante e il pugnale non è più dov’era prima, me lo ritrovo nel fianco destro, ben piantato in profondità ; protendendosi verso di me, e sempre reggendo l’impugnatura, ridacchia come un malato d’isteria, convinto di avermi già sconfitta. Ehi, ecco la soluzione.
“Devo usare ancora il mio potere” borbotto insoddisfatta, Klashtorn mi aveva detto che avrei dovuto smettere di servirmene…vabbè, è una questione di vita o di morte, non ho scelta.
“E tu saresti il migliore ? Ridicolo” esclamo. Lui mi guarda in modo strano, cercando di capire dove voglio arrivare, e si perde un po’ ; approfitto di questa sua distrazione per levarmelo di dosso facendogli fare un volo gratis…dovrebbe essermi riconoscente, non gli faccio neanche pagare il biglietto…senza perdere tempo mi estraggo il coltello, la cui lama è interamente ricoperta di sangue, del mio sangue, e mi getto come una bestia impazzita sul mio aggressore, ancora intontito dalla botta. Tuttavia devo aver sbagliato i calcoli perché reagisce con un’invidiabile prontezza di riflessi, si inginocchia evitando un mio rapido fendente e mi rifila un pugno, ancora nello stomaco…è proprio fissato.
Barcollo all’indietro, e stavolta e lui a catapultarsi su di me facendomi rotolare all’indietro ; sicuramente vuole recuperare la sua arma, senza la quale si sente sperduto. Cerca di strapparmela di mano, ma la mia presa è sufficientemente stretta da impedirglielo…è ora di concludere il tutto, non reggerei ancora per molto, lo squarcio sul fianco è molto grosso e se non mi faccio curare subito rischio di morire dissanguata. O lo ammazzo o ci rimango, c’è poca scelta.
“Molto bene” mormoro fra i respiri affannosi. Riesco con un calcio a colpirlo nel suo “tesoro di famiglia”…in amore ed in guerra tutto è permesso, lo dice il proverbio…e lo allontano quanto basta per riprendere fiato. Mi rialzo a fatica, mentre lui è già in piedi da un pezzo…ma cos’è, immortale ?
“Sei davvero brava, ti avevo sottovalutato. Ma non sei al mio livello, se solo mi impegnassi un po’ di più riuscirei a sbarazzarmi di te con una mano dietro alla schiena e gli occhi bendati”. Una fiamma di rabbia sale veloce nel mio petto, ma chi diavolo si crede di essere ? Io sono la Predestinata, non ci dovrebbe essere nessuno in grado di tenermi testa, in fondo devo o no distruggere il mondo ? Se non riesco a battere questo sbruffone come posso assolvere al mio compito ?
“Sei fortunata che oggi non sono in vena di azzuffarmi, per adesso ti faccio dono della vita. Quando sarai più forte potrai riprovarci, nel frattempo curami il pugnale” e così dicendo si volta e fa per andarsene. No, non posso lasciarlo andare dopo avermi umiliata e pestata in questo modo. Lui fa dono della vita a me ? Fra qualche istante si rimangerà queste parole, insieme alla lingua.
E’ quasi in fondo al corridoio quando faccio ciò che avrei dovuto fare già prima : apro a palmo la mano che tiene il coltello e, usando ancora il mio potere, glielo scaglio contro. Non si accorge di nulla mentre il proiettile, silenzioso e letale come il vento del nord, vola verso il suo bersaglio. Gli entra nella schiena, perforando con facilità la protezione dell’armatura di cuoio. Un sommesso lamento e Hipnos, il più grande assassino che l’Inferno abbia mai conosciuto, stramazza a terra morto.
“Come si suol dire…vince il migliore” esclamo sorridendo perfidamente.
Ma non ho ancora finito con lui…

Quanto ci mette ?
Sono a dir poco preoccupato, ormai è quasi mezz’ora che è andata a provocare Hipnos, e il 99% delle volte provocare Hipnos significa morte certa.
Poi, nel silenzio che avvolge la camerata, si ode un rumore ritmico, come di un rubinetto che perde…solo che qui non ci sono rubinetti, ci si lava nelle tinozze come nel Medioevo.
Plic, plic, plic.
Mi precipito fuori dalla stanza, ho una pessima sensazione...e quando mai mi sono sbagliato : Prue, conciata in un modo penoso, con un buco enorme nel fianco da cui cadono decine di gocce di sangue, regge in mano qualcosa, non riesco a capire bene cosa perché il fuoco delle torce non lo illumina abbastanza.
“Occavolo, come stai ? Fai vedere la ferita”.
“Ferita, come se ci fosse solo quella. Mi sento lo stomaco in fiamme, quel vigliacco di Hipnos mi ha ripetutamente usata come un sacco di sabbia. Ma ha avuto ciò che si meritava”.
Cosa ? L’ha fatto fuori ? Non ci credo, si sta prendendo gioco di me.
“Non puoi averlo ucciso. Non che non mi avrebbe fatto piacere, ma è inconcepibile che si sia fatto ammazzare da te, con tutto il rispetto”.
“Ah no ?” replica stizzita “E questa cos’è allora, una scultura fatta col pongo ?”. Mi mostra il misterioso oggetto in piena luce e un misto di ribrezzo, soddisfazione e meraviglia riempie il mio volto : è la testa del nostro comune amico, orrendamente mutilata e sfregiata.
Beh, che dire ? L’allieva supera il maestro…
Senza nascondere un sorrisetto di allegria le chiedo : “E adesso ? Come conti di spiegare quello ?” ed indico il macabro trofeo.
“Questo ? Oh, abbiamo avuto un piccolo diverbio e l’ho ammazzato, semplice”.
Sarà anche diventata crudele finché vuoi, ma un po’ stupida lo è ancora.
“Non puoi andare a dire in giro che hai ucciso Hipnos, ti ritroveresti addosso l’intera armata infernale desiderosa di farti la pelle. Non chiedermi come fosse possibile, ma era benvoluto e stava simpatico a molti”.
Sta per ribattere quando, a causa della profonda ferita, si appoggia al muro senza riuscire a rimanere in equilibrio : “Se non ti dispiace ci penseremo in un altro momento, ok ?”, la voce scossa dalla debolezza.
Di nuovo il mio surrogato di istinto paterno ha la meglio, me la carico a spalle e la riconduco a letto, avrà bisogno di molto riposo e di cure amorevoli per rimettersi al meglio.

Devo ammettere che mi ha stupito.
Ormai, dopo due e rotti anni da strega dovrei essere abituata a tutto, ma c’è ancora qualcosa che mi lascia a bocca aperta.
In questo caso, si tratta di Piper…già, io sono nel corridoio che dà sulle camere, mi stavo dirigendo nella mia stanza quando è apparsa : senza luce, senza effetti coreografici d’impatto, semplicemente la sua dolce figura si è disegnata dal nulla. E adesso è qui davanti a me, che a stento trattengo le lacrime.
“Piper…non sai quanto sono felice di rivederti. Sei morta da soli cinque giorni, ma a me sono sembrati millenni”. Il mio cuore, per la prima volta da quasi una settimana, si sente di nuovo vivo e pulsante, è una sensazione che vorrei non finisse mai.
Sorridendomi risponde : “Eh già. Oltre a doverti ringraziare ancora per quello che hai fatto, e per aver esaudito una mia richiesta così grave…”.
“Ehi, ehi. Hai fatto tutto tu” dico scherzando.
“Sì, ho fatto io ma so che, se ce ne fosse stato bisogno, tu eri lì, accanto a me, pronta a soddisfare i miei più egoistici bisogni”.
“Te l’ho già detto, a che servono le sorelle sennò ?”.
Ridiamo insieme, ma dopo qualche istante diventa seria e prosegue col discorso interrotto prima : “Dicevo, sono qui sì spinta dal desiderio di rivederti, ma anche perché so cosa stai passando, da lassù si gode un’ottima vista d’insieme e gli spiriti sanno leggere i pensieri e l’anima dei vivi”.
Ah, adesso c’è anche il servizio di mind-reading incluso nel trapasso…interessante a sapersi.
Con fare inquisitivo le chiedo : “E cosa hai letto in me di così compromettente ?”.
Sfodera il suo miglior sguardo cattivello mentre mi rimprovera : “Phoebe, non si scherza su queste cose. Mi rendo perfettamente conto di ciò che stai passando, la tentazione di suicidarti, il folle dolore per l’assenza mia e di Prue, la completa mancanza di aiuto esterno nonostante i tentativi di Darryl e Leo di assisterti…insomma, capisco quanto stai male”.
Potrebbe darmi delle lezioni di psicologia, non ha sbagliato assolutamente nulla nella sua analisi. Ha ragione, quest’ultimo è stato il peggior periodo della mia vita, mi sono sentita e mi sento sola, sperduta, inutile, con un enorme fardello di dolore, sofferenza, malinconia che giorno dopo giorno si fa sempre più pesante e vuole schiacciarmi sotto di sé.
“Che tristezza, non posso nemmeno più provare a mentirti” esclamo facendo finta di rimanerci male.
“Dai, non è il caso di battutine sarcastiche. Io sono qui…e fra parentesi nessuno di Loro sa di questa mia piccola fuga…perché devo assolutamente dirti una cosa”.
Oh no, di solito questo tipo di frase preannuncia una cattiva notizia, e adesso come adesso non ne ho proprio bisogno, di un’altra cattiva notizia.
“Sono tutta orecchie”, spero che non sia niente di brutto.
Prima di cominciare a parlare si avvicina e mi abbraccia, o almeno ci prova…deve essersi dimenticata che ha la consistenza di una nuvola di gas. “Ops”.
“Io aspetto”.
“Già, scusa. Ti avviso, quello che sto per comunicarti non deve farti sentire in dovere di farlo, è una decisione tua”.
“Ok, se solo sapessi cosa vuoi…”, comincio ad innervosirmi, se voleva mettermi in ansia ci sta riuscendo benissimo.
“Vivi Phoebe, devi vivere per fermare Prue. Io sono stata debole e ho scelto la via più comoda per fuggire dalle avversità, ma tu sei l’ultima speranza del mondo, sei l’unica persona che può evitare la catastrofe. Capisco che possa vedere la vita come un semplice susseguirsi di dolori, specialmente in un momento come questo, ma ricordati che questo non è vero, e tu lo sai. E’ solo che adesso, dopo tutti gli ultimi fatti negativi, vedi il mondo indossando un paio di occhiali scuri, che ti impediscono di scorgere con chiarezza ciò che ancora di buono c’è in te e in chi ti circonda. E poi non è giusto che anche tu debba raggiungerci in Paradiso, per te è troppo presto. A dirla tutta era troppo presto anche per me, ma ho deciso diversamente…non ripetere il mio stesso errore. Non che lì si stia male, anzi, ma hai ancora qualcosa da fare qui prima di venire con noi in mezzo alle nuvole. So a cosa stai pensando, ti stai ripetendo ossessivamente che non puoi fronteggiare Prue, che non ne hai il coraggio…beh, io ti dico che invece di coraggio per farlo ne hai, eccome. Ti senti bloccata dal fatto che Prue è tua sorella, ma devi rimuovere questo impedimento dal tuo cervello, la Prue Halliwell che conoscevamo non c’è più, è sparita…mi dispiace essere così cruda, ma è necessaria una terapia d’urto per smuoverti del tutto. Ho finito…puff puff, mi è venuto il fiatone, a quanto pare noi entità extracorporee si fa fatica a parlare troppo”. Tutto questo discorso lo butta fuori in un colpo solo, le viene dal profondo, si capisce immediatamente.
Così mia sorella è scesa dall’Empireo, in cui si è autospedita tramite pugnalata, per darmi uno spassionato consiglio, che in realtà dentro di me sapevo già…ora che comincio a vedere le cose in modo più razionale ed oggettivo, mi rendo conto che non posso morire adesso, oltre ad essere un atto di codardia significherebbe condannare la Terra alla distruzione assoluta. Non è la prima volta che affronto delle perdite affettive così importanti, è già successo con la mamma, anche se non ho molti ricordi di quei tristi giorni, e con la nonna, eppure sono riuscita ad arrivare fin qui…e per cosa, per fermarmi ora ? No, è fuori discussione. E’ vero, all’epoca ho avuto il supporto suo e di Prue per venirne fuori mentre ora loro due non sono più al mio fianco, ma questa non deve essere una scusa per mollare.
Come al solito Piper ha ragione, e anche se dice che questo suo discorso non deve condizionarmi è inevitabile che lo faccia, un po’ perché è stata lei ad avermelo detto…se si fosse trattato di Prue o di una qualsiasi altra persona avrei avuto i miei dubbi, ma con lei no…ed un po’ perché glielo devo, mi ha salvato la pelle, tirato su di morale, reso felice troppe volte per meritarsi uno sgarbo del genere.
La fisso negli occhi, la determinazione invade tutto il mio corpo, sento che in me cresce la volontà di sopravvivenza e di vittoria : “Piper, il tuo discorso mi ha aperto gli occhi. Tutto ciò che hai detto è assolutamente vero. Farò come vuoi tu”.
Vedo il suo volto semitrasparente illuminarsi di gioia al sentire queste parole mentre una singola lacrimuccia solca la sua guancia di spettro. “Non sai quanto mi rendi contenta, Phoebe. So che non mi…anzi, che non ci deluderai. Anche la mamma e la nonna fanno il tifo per te, e sanno quanto me che sei perfettamente in grado di salvare l’umanità dal cataclisma. Ancora grazie”.
“No, grazie a te, se dovessi riuscire nella mia disperata impresa sarà solo merito tuo. Io sarò l’esecutrice materiale, ma a te dovranno essere intitolate le poesie di ringraziamento”.
“Oh” dice rabbuiandosi un po’ “anche da morta riesci a prendermi in giro” con un tono a metà tra il triste e l’euforico, mentre si asciuga il pianto.
Ci guardiamo estasiate per qualche minuto, mi chiedo come abbia fatto a resistere senza il suo volto solare ad illuminare le mie giornate e tutta la mia vita…beh, sarà un fattore genetico delle Halliwell, l’imparare a sopportare le tragedie che sono così frequenti quando si porta questo cognome.
Si avvicina fluttuando e di nuovo tenta di buttare le sue braccia intorno alle mie spalle…il morire la deve aver rincretinita un po’…ehi, ma aspetta, stavolta il contatto c’è, dev’essere un miracolo. Quanto tempo che non assaporavo il suo caldo abbraccio, un altro ricordo che riemerge prepotentemente da un passato che credevo dimenticato, e che dovrò cancellare se non voglio soffrire più del dovuto. Sigh, solo a pensare che dovrò rinunciarci mi si stringe il cuore.
“Piper, non andartene, non abbandonarmi ancora” la imploro, sono ad un passo dalla crisi di pianto.
Accarezzandomi gentilmente i capelli mi dice sconsolata : “Phoebe, mi dispiace, ma non posso rimanere. Devo pagare le conseguenze del mio insano gesto, se non mi fossi suicidata come una stupida adesso potrei accontentarti, ma purtroppo questo non è possibile. Perdonami”.
“Sì, certo, non dovevo” dico sottovoce dopo aver rotto l’abbraccio, non vorrei rimanerci troppo a lungo per poi pentirmene.
Intuendo ciò mi che passa per la testa sussurra nel mio orecchio : “Ora è meglio che vada, non vorrei vederti piangere per colpa mia”. Detto ciò si allontana un po’ e svanisce così come era arrivata, tranquillamente, lasciando dietro di sé una sensazione di pace eterna.
So già che se ne andrà appena sarò faccia a faccia con Prue…
Ma…ma cos’è quello ? Dove prima c’era lei ora galleggia un globo di energia dorata. Uhm, qui gatta ci cova…mi avvicino con cautela e provo ad immergerci una mano ; immediatamente l’energia confluisce dentro di me, rendendomi subito cosciente del fatto che il mio potere complessivo è aumentato, e di parecchio anche. Non ci capisco granché, ma ne sono contenta, eccome se lo sono !
“Piaciuto il regalo ? Consideralo come un presente d’addio”…una voce dall’alto, la voce di Piper.
“Ommioddio, mi hai fatto prendere un colpo. Che cos’era ?” chiedo rivolgendomi al soffitto.
“Niente di più semplice. Era il mio potere, ed ora è il tuo. Fanne buon uso sorellina”.
Stavolta non mi trattengo e le lacrime scendono libere, per la seconda volta nell’arco di due minuti mi sento scoppiare dalla gioia, ho appena acquisito un potere attivo, e non un potere qualunque, ma quello lasciatomi in eredità da mia sorella.
Grazie, grazie di tutto…ora so che non mi lascerai mai. Ti voglio bene, con tutta me stessa.
 

Sono passati quattro mesi.
La Predestinata ha fatto passi da gigante, ora sa tirare con l’arco quasi come me, riesce a maneggiare con discreta bravura le armi più comuni, dai comodi pugnali alle ingombranti asce ad una mano, è in grado di evocare i più diversi tipi di non-morto, è padrona assoluta del fuoco e si è incattivita ulteriormente, cosa che non fa mai male. Il tutto sputando sangue e sudore, senza mai arrendersi, senza mai lamentarsi, senza mai far pesare la propria sofferenza sulle spalle degli allenatori che si sono succeduti come suoi mentori.
Ed ora è il momento dell’ultima prova. Dovrà affrontare in un duello all’ultimo sangue uno dei nostri guerrieri, addestrato fin dalla sua nascita all’arte del combattimento, e dimostrarsi degna del comando supremo uccidendolo, o morendo nel tentativo…originariamente doveva esserci Hipnos come suo avversario, ma dopo gli ormai notissimi avvenimenti si è dovuto ripiegare su una seconda scelta, Requiem, che comunque sarà un nemico di tutto rispetto. A proposito del caaaaaaro Hipnos, ci siamo dovuti arrampicare sugli specchi per discolparci della sua meritata morte ; quando ci è stato chiesto se fossimo per caso coinvolti, dato che girava voce degli attriti intercorsi fra lui e Prue, abbiamo dato libertà più completa alla nostra fantasia nel tentativo di distogliere da noi qualsiasi sospetto, legittimo o meno. Per fortuna siamo stati creduti e le indagini per appurare le cause del decesso sono ancora in corso…anche l’arma non è mai stata trovata, lei l’ha tenuta tutto questo tempo come una reliquia, chiusa in una scatola d’argento.
Tutto è pronto : gli adepti infernali, partendo dal Grande Capo fino a giungere al più umile dei soldati, sono radunati nel piazzale degli allenamenti che è stato adibito ad area di lotta. Nessuno, a parte il sottoscritto e chi comanda, è a conoscenza del perché di questa organizzazione in pompa magna, ma presto lo sapranno. Noi poveri sfigati siamo stati confinati su delle tribune erette all’ultimo momento, mentre il nostro Signore e la sua piccola corte dei miracoli occupano il podio d’onore…nessuno ha potuto fare a meno di notare, a lato della zona di combattimento, una gabbia coperta da un velo viola. Ancora una volta sono l’unico a sapere cosa si nasconde là sotto…è bello avere tutti questi piccoli privilegi.
E’ ora. I due contendenti si sono posti ai due lati del campo di gioco circolare, i loro occhi uncinati a scambiarsi gelidi sguardi. Di fronte ad entrambi c’è un tavolo pieno d’armi, partendo dal più tascabile dei coltelli, passando per daghe, spade ad una e a due mani, fino a giungere a delle enormi ascie, che fra di noi solo in pochi saprebbero maneggiare con efficacia. Vi sono anche un paio d’archi ed armi più rozze, come bastoni chiodati e fionde, e pure verghe necromantiche e scettri del potere. Una piccola armeria a disposizione dei giocatori.
“Bene. Adesso potete prendere quante armi volete, e date il meglio di voi stessi” tuona Lui, con la Sua solita voce tenebrosa. Requiem afferra due spade, reggendone una per mano, mentre Prue, a sorpresa, si limita a rimanere con le braccia conserte.
“Niente armi ? Così sarà troppo facile ucciderti” la prende in giro il suo avversario.
“Invece di cianciare fatti sotto e vediamo quanto sei forte…ah, già il fatto che usi due spade invece di una sola dimostra quanto sei coraggioso”.
“Ti farò pentire di esserti presa gioco di me” urla rabbioso scagliandosi contro di lei…a vedere questa scena dovrei preoccuparmi, non accenna nessuna reazione, eppure a livello inconscio sono sicuro che riuscirà a contenere il suo veemente attacco senza danni.
E così è.
Muovendo le mani in circolo la ex-strega crea una specie di lancia luminosa…la riconosco, quella è una lancia d’ossa, uno degli incantesimi base dei seguaci di Rathma, il dio dei necromanti…ottimo, sento che non avrà problemi a sistemarlo.
Il colpo parte e il povero malcapitato, immerso nella furia della corsa, fa appena in tempo a scostarsi quel tanto che basta per non prenderlo in pieno, senza però riuscire ad impedire di essere danneggiato alla spalla sinistra. Immediatamente si ferma, tenendosi la piccola ferita, e ringhia come un cane rabbioso verso di lei che non si è mossa da mezzo centimetro da dove si trovava.
“Beh, tutto qui prode Requiem ? Pensavo che avrei faticato molto di più” dice senza emozione, quasi annoiata…è fatta, so già che è solo questione di tempo.
“Va bene, vediamo di sbrigare la pratica in fretta”…uno, due, tre schiocchi di dita e dal terreno emergono altrettanti scheletri. “Archaon e Inquisitor, bloccate le braccia di questo buffone. Tu Thufir, occupati delle gambe”.  Da bravi servitori senza cervello obbediscono agli ordini della loro padrona e nel giro di un paio di secondi Requiem è completamente immobilizato sul posto, nonostante la sua non indifferente massa muscolare non riesce a liberarsi dalla presa multipla. Si vede con chiarezza che l’ira cresce esponenzialmente in lui, se solo potesse muoversi tenterebbe di renderle un milione di volte l’umiliazione che gli sta infliggendo.
“Bene bene, cosa abbiamo qui ? Un fesso che non riesce a fare neanche un passo…anche se non mi sono divertita come quando ho sistemato Hipnos questo si è rivelato un interessante allenamento, posso dirmi soddisfatta di me stessa. Ed ora, come posso ucciderti ?”.
Oh no, ha parlato di Hipnos e di ciò che è successo…maledizione, perché non tiene a freno quella sua linguaccia biforcuta ? Mesi e mesi di lavoro rischiano di essere buttati nel cestino della spazzatura.
“Ok, ho trovato”. Estende entrambe le braccia, poi incrocia le dita medie a formare una croce ; compare dal nulla un minuscolo puntino d’energia, che va pian piano ingrossandosi fino ad assumere l’aspetto di una minacciosa palla di fuoco.
“Assaggiala e vediamo se riesci a rimanere vivo” sibila cattiva…rilascia il colpo e gode nel vedere il suo nemico che, urlando disperato, brucia come un falò, insieme ai propri rianimati che non reggono l’altissima temperatura sviluppatasi.
Quando l’effetto è finito Requiem, rimasto in piedi, respira affannosamente, è ancora vivo ma completamente svuotato di ogni forza, il suo corpo è ricoperto di ustioni gravissime, basterebbe toccarlo con la punta di un dito per vederlo andare a pezzi. Ma il suo sadismo non è ancora soddisfatto…rivolgendosi verso di me urla : “Klashtorn, mi impresteresti per dieci minuti il tuo arco ? Giuro che non te lo rovino”.
Tutti si voltano nella mia direzione aspettando una risposta. Non dovrei darglielo, non mi fido, e poi ci sono troppo affezionato…ma poi mi ricordo che lei è la mia allieva, che abbiamo superato mille difficoltà insieme, a partire dal caso Hipnos fino a giungere agli ultimissimi allenamenti dell’altro giorno. Non posso rifiutarmi.
Togliendomelo di dosso glielo lancio : “Fai attenzione, ti prego. Sai quanto tengo a quell’arco”.
“Tranquillo” risponde facendomi l’occhiolino…e se avesse una cotta per me ? Ma io la considero solo la mia figlioccia, niente di più. E poi sono troppo vecchio per lei.
Si allontana, addirittura esce dal cerchio che delimita la loro zona di combattimento, alla fine si ferma a una quindicina di metri dal bersaglio. “Bene Requiem, dì addio alla vita, la tua sta per finire” ruggisce con tutta la sua forza.
Incoccia la freccia, prende la mira e…zack, il dardo vola verso il suo obiettivo centrandolo in pieno : trapassa la zona in mezzo agli occhi, uno zampillo di sangue esce rapido dal corpo bruciato e poi più nulla. Il cadavere cade come un sacco.
Ha vinto, ce l’ha fatta…per la prima volta in 600 anni mi commuovo per qualcuno che non sono io, e il mio orgoglio, che finora avevo riservato per le mie imprese, ora arde per qualcun altro, arde nel vederla restituirmi il Barbiglio e dirigersi decisa e felice verso il palco a ritirare il premio che le spetta di diritto. Sto piangendo troppo ultimamente, devo darmi una regolata o cominceranno a soprannimarmi “Klashtorn il frignone”. Eppure non mi sento tranquillo per colpa della storia di Hipnos…nell’euforia della lotta se l’è lasciato sfuggire e ciò potrebbe costarle carissimo.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso mentre si accomoda a fianco del Supremo, circondata dalle più alte autorità che si complimentano per l’eccellente dimostrazione di abilità.
“Ed ora ho un annuncio importantissimo da fare” dice il nostro Signore. Immediatamente ogni brusìo cessa, mentre Lui si schiarisce al meglio la voce…io, sapendo già cosa deve dire, non dovrei essere emozionato, tuttavia mi sento teso e compiaciuto, in fondo se ora lei è lì lo deve, almeno in parte, a me.
“Molto bene, miei fedeli sudditi. La signorina che è seduta vicino a me, e che vorrei si alzasse, ha appena superato la sua prova del fuoco meritandosi una promozione”. Nonostante i richiami all’ordine alcuni cominciano a parlottare, sono molto stupiti da quello che è appena stato detto…e questo non è ancora niente.
“Dunque, è ora che sappiate. Lei è arrivata qui da noi per ricevere ciò che era stato stabilito nel suo destino. Infatti una delle antiche profezie dell’arcivescovo Nepenthe…e tutti voi sapete quanta verità ha predetto quell’uomo…diceva che una strega sarebbe stata incaricata dalle stelle di condurci alla vittoria. Ebbene, quella strega è adesso al mio fianco”.
Ci sono alcuni attimi di silenzio, poi esplode un urlo generale, di gioia e di rabbia…finalmente tutti sono a conoscenza della realtà dei fatti.
“Ma non è tutto, signori. Infatti, in occasione di un così fausto avvenimento, ho deciso di procedere ad un’amnistia speciale. Sollevate il telone che copre la gabbia”.
Alcuni inservienti obbediscono solerti e la meraviglia si impossessa di tutti i presenti : nella gabbia, incatenato come un’animale, c’è Tourach Minion, un guerriero leggendario, colui che ha riportato innumerevoli vittorie sulle forze del Bene e che è stato imprigionato per una piccola disattenzione durante un rapporto. Dopo tanto, tanto tempo sarà di nuovo libero di servire la nostra causa, e come lo fa lui non lo fa nessuno. Lo so, sembra una pubblicità, ma è anche la pura e semplice verità.
“Liberatelo” giunge secco l’ordine.
Appena è fuori dalla prigione si avvicina con estrema calma al palco e si inginocchia di fronte a Lui…si comporta come se non avesse mai passato gli ultimi 250 anni della propria vita rinchiuso nei più oscuri e profondi sotterranei delle cave infernali. C’era nell’assalto della fortezza in Messico, me lo ricordo come se fosse ieri : lui, ovviamente in prima linea, che con la sua Messerschmidt’s Reaver falcidiava i nemici come se stesse passando il tosaerba nel prato pieno di erbacce, io a fargli da supporto con le mie micidiali frecce…eravamo una grande coppia e ci legava una sincera amicizia, ma chissà ora quant’è cambiato. Naturalmente era lui il comandante della Reign in blood, io ero il suo vice, ma quando venne buttato nelle segrete ottenni un insperato ed immeritato…il migliore rimane sempre lui…salto nella scala gerarchica della legione.
“Questo è il tuo nuovo luogotente, mia cara Prue. Il suo nome è Tourach Minion, ed è stato il più grande guerriero infernale dell’ultimo millennio. Abbiamo avuto un piccolo diverbio e l’ho fatto rinchiudere, ma dopo la tua superba manifestazione di forza ho deciso di condonargli la pena. Sarà sempre a tua disposizione, è leale e fidato, nonché imbattibile”.
Silenzio.
“Tourach, lei è Prue Halliwell, ma d’ora in poi dovrai rivolgerti a lei come ti sei rivolto a me negli ultimi 800 anni. Dovrai seguirla senza mai chiederti il perché dei suoi ordini, ti limiterai ad obbedire come hai sempre fatto. Confido molto in te, so che non mi deluderai”.
“Ma…e voi mio Signore ? Se lasciate a lei il comando cosa ne sarà di voi ?” si leva una voce dalle tribune…effettivamente non ci avevo ancora pensato, ero troppo su di giri per chiedermi che fine avrebbe fatto.
“Io ? Oh, penso che mi ritirerò a vita privata. Oppure, ma questo succederà solo se tu sarai d’accordo, il passaggio definitivo della carica dovrà avvenire tramite la mia morte, e dovrai essere tu a togliermi la vita, la tradizione vuole così”.
Che tradizione può essere tanto ottusa e barbara da prevedere un cerimoniale così idiota per la consegna dei poteri di comandante supremo ? Bah, ci sono certi aspetti del nostro modo di vivere che ancora non ho del tutto assimilato.
Tutti gli sguardi si concentrano su Prue mentre sta meditando sul da farsi…poi dice, mangiandosi quasi le parole : “D’accordo, ho deciso. Rispetterò gli usi e Vi darò una morte degna”.
Un “oooooooooooh” corale si alza un po’ dappertutto nel sentire queste parole.
Ponendosi a qualche metro dal Supremo, mette di fronte al proprio volto le mani formando con le dita un triangolo, poi comincia a recitare una formula arcana in una lingua che non avevo mai sentito prima : “Kadesh zorias beragor homat”. Il corpo del nostro Signore comincia a tremare come una fogliolina scossa dal vento autunnale, poi crolla a terra senza vita. “E’ una formula insegnatami da Zeldarath, serve a dare una morte non dolorosa”. Gli applausi scrosciano tutt’intorno a lei che, imbarazzata, cerca di calmare la folla festante.
E’ la sua apoteosi, ed in parte anche la mia…
“Sono io il nuovo comandante supremo e vi giuro, dovessi morire, che vi porterò alla conquista e alla devastazione” urla più forte che può.

Ormai sono quasi cinque mesi che Prue se n’è andata e che Piper è morta ed io, nonostante tutto, sono ancora qui. Ho eliminato ben tre demoni che hanno tentato di riunirmi col resto della mia famiglia, e ne ho approfittato anche per imparare a padroneggiare al meglio il potere della stasi temporale, l’unica cosa che Piper mi ha lasciato…se si escludono tonnellate di fotografie che fanno un sacco di polvere ; quando le guardo mi sento così sconvolta che mi viene voglia di bruciarle, vedere com’era felice la mia vita fino a poco tempo fa e paragonarla al disastro di oggi mi distrugge.
Accidenti, sono in ritardo, devo sbrigarmi o perderò il pullman per l’università…purtroppo non so dove diavolo siano finite le chiavi della jeep di Piper, e siccome l’auto è intestata a lei non posso toccarla, infatti in tutto questo tempo è rimasta a fare muffa nel vialetto di casa.
Cammino a passo spedito quando un motivetto, proveniente da non so dove, cattura la mia attenzione.

I´m the suicider dying every night and day
killing me is not enough to make me go away
I´m the suicider seeking for the end of life
killing me is not enough to cease the flame inside
(The suicider – Sentenced)

Eheheheheheheh, ma cosa succede ? Questa canzone sembra calzare perfettamente alla mia situazione, ormai ho raggiunto una tale determinazione nel vivere, senza cedere alla voglia di farla finita, che mi pare sia stata scritta pensando al mio stato. Se fosse dipeso solo da me mi sarei suicidata qualche ora dopo Piper, ma il mio dovere di strega e la consapevolezza di essere l’unica persona sulla Terra ad avere una minima possibilità di fermare Prue ed impedirle di devastare tutto il devastabile mi hanno convinta a rimanere. E se anche dovessi morire la mia volontà di preservare il mondo così come lo conosco mi sopravvivrebbe.
Oh, basta pensarci, oggi ho una lezione pesantissima e se mi evito di pensare a cose così catastrofiche mi faccio solo un piacere. Ecco il pullman…lo rincorro, sta partendo senza di me. Quando ormai l’ho afferrato mi fermo e guardo, come ipnotizzata, l’orizzonte. Davanti alle montagne vedo una specie di nube nera che avanza minacciosa.
Eccola.
Così il momento è giunto, fra pochi istanti sarò di fronte a mia sorella ed alla sua orda di barbari distruttori, desiderosi solo di uccidere, saccheggiare, massacrare, schiavizzare. Dei bei tipi, senza dubbio.
Mentre il panico si impossessa dei passanti e degli automobilisti, io mi metto in mezzo alla strada, come una sorta di ultimo baluardo della luce contro l’oscurità dilagante.
Finalmente mi giunge davanti, seguita da una massa pressochè infinita di persone, un cenno della sua mano e tutti si fermano…fisicamente non è cambiata molto, se si eccettuano i suoi capelli che ora sono tagliati cortissimi. Per il resto è diversa, molto diversa…inanzitutto i vestiti, che ovviamente sono quelli di un guerriero di una qualche tribù germanica, un’armatura in cuoio e degli stivali anch’essi di cuoio. Impugna nella destra una lunga spada, mentre la sinistra regge uno scudo molto grande e decisamente ammaccato. L’elmo, al contrario di quanto mi aspettavo, non ha le corna, ma è un semplice elmo che però non le copre il volto. E a proposito di volto…già lo sapevo, ma mi fa soffrire vedere che i tratti non sono più quelli di una volta, la bocca che era abituata a sorridere praticamente sempre è ora contratta in uno spasmo di odio, gli occhi non riportano niente dell’antico luccichio e sono sbiaditi, le guancie sono scavate da tagli e piccole ferite che conferiscono durezza al tutto.
Insomma, è Prue ma nello stesso tempo non è lei.
“Ciao Phoebe” mi dice stringendo i denti…maledizione, che male mi fa sentirla parlare così.
“Che c’è comandante ? Qualche problema ?” si sente una voce provenire dal mucchione, e da quest’ultimo esce…ehi, è il tizio che ce l’ha portata via ! Dovesse essere l’ultima cosa che farò in vita mia ti ucciderò, questa è una promessa.
“Non la riconosci Klashtorn ?” ghigna lei “E’ mia sorella, la piccola frignante”.
“Oh, certo che la riconosco, ha perfettamente ragione”.
“Ti ho già detto di non darmi del lei, non lo sopporto”.
“Sì sì, scusami. Dimmi, vuoi che la uccidiamo così abbiamo di nuovo campo libero ?”.
Grattandosi il mento risponde : “Uhm…lasciamici pensare”.
Io aspetto, non ho fretta…
“No, non ancora almeno”.
Proprio quello che volevo…rapida come un fulmine alzo le mani bloccandoli tutti. So già cosa state pensando, ma dovete sapere che mi sono allenata fino alla sfinimento per imparare a controllarlo così bene. Con mio grande dispiacere anche Prue si immobilizza, è proprio il segno che non è più recuperabile, neanche marginalmente.
Con un nervoso cenno del dito la sblocco e lei, notando che tutti i suoi sgherri assomigliano alle belle statuine del museo delle cere di Madame Trusseaud dice meravigliata : “Ah, quindi la mia dolce sorellina ha un nuovo potere. Interessante. E per quanto puoi tenerli bloccati ?”.
“Perché dovrei dirtelo ?”.
“Avanti, non essere riottosa. In fondo rimango sempre la tua sorella maggiore”.
“Taci ! Tu non sei la Prue che conoscevo, lei è morta cinque mesi fa quando quel Klag, Klosh, Klun…non mi ricordo come si chiama l’ha portata via da noi. Lo sai almeno che Piper si è suicidata ?” mi sfogo piangendo.
“Certo che lo so, cosa credi ? Che da là sotto non si veda nulla ?”.
“Va bene Prue, l’hai voluto tu” la sfido energica.
“Vuoi combattere Phoebe ?”.
“Ho altre alternative ?”.
“No, non ne hai…”.

 
Scritto da Kaos


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