RIASSUNTO:
Liz e Maria, stanche della vita nel dormitorio del campus universitario, sono
alla ricerca di un appartamento.
DATA DI STESURA: Novembre 2002 / Aprile 2003 (Lo
so, sono stata un po’ lunga, ma l’ispirazione viene e va….)
VALUTAZIONE: Adatto a tutti
DIRITTI: Tutti i diritti dei personaggi
appartengono alla WB e alla UPN fatta eccezione per i personaggi di Shelly
Widrow, Maggie, Tom Wender e Monica. Il racconto è di proprietà del sito
Roswell.It.
E-mail: potete scrivermi a
taniapan@libero.it oppure lasciate un
post nel forum del sito.
NOTA DELL’AUTRICE:
Ho voluto scrivere questa fanfiction non seguendo il percorso del telefilm
“Roswell”, ma ho pensato ai nostri amici trasportati in un altro contesto, di
cui gli alieni non fanno parte. Credo sia d’obbligo, a questo punto, qualche
piccolo chiarimento prima che procediate a leggere il racconto. Liz e Maria
sono amiche ma si sono conosciute all’università, mentre Max e Michael sono
amici fin dal liceo. Ho voluto giocare sui loro caratteri e, qualche volta, sui
loro aspetti fisici. Non voglio dilungarmi oltre…. spero vi piaccia. Buona
lettura.
Il sole di un nuovo giorno stava
sorgendo sulla città di Los Angeles e per Liz Parker era stata l’ennesima notte
passata a dividere il letto con Maria nella stanza di quest’ultima. Liz, una
bella ragazza dai capelli lunghi e scuri e gli occhi da cerbiatto, si era
ritrovata, per il secondo anno consecutivo, a dividere la stanza del dormitorio
dell’università con Shelly Widrow, una bella ragazza bionda ma insopportabile,
che aveva la brutta abitudine di invitare troppo spesso il suo fidanzato a
passare la notte con lei, lasciando Liz fuori dalla camera. Fortunamente Liz
aveva fatto amicizia con Maria De Luca, sua compagna di laboratorio nel corso
di biologia durante l’anno precedente, che viveva nello stesso dormitorio a
poche camere di distanza. Anche Maria, dotata di una bellissima chioma dorata e
due occhi di un verde brillante, aveva una compagna di stanza non troppo
socievole, ma se non altro non le era mai capitato di non sapere dove passare
la notte.
Liz e Maria si conoscevano da quasi due anni ed erano diventate subito buone
amiche, si potrebbe definire simpatia a prima pelle. Ormai bastava uno sguardo
per intendersi ed erano solite passare il loro tempo libero insieme ed
ultimamente dividevano anche lo stesso letto. Infatti, Shelly, aveva aumentato
le serate focose insieme a David, il suo fidanzato, e Liz era costretta a
chiedere aiuto a Maria, la quale, nonostante le rimostranze della sua compagna
di stanza, Maggie, ospitava Liz e, stringendosi, dividevano il letto di Maria.
Liz aveva discusso a lungo con Shelly ottenendo promesse che puntualmente non
venivano mantenute, ed era stanca di questa situazione, aveva bisogno di avere
almeno la sicurezza di un posto in cui dormire e Shelly la stava sfinendo.
Inoltre non riteneva giusto che anche Maria soffrisse per questa sua situazione
ed era ormai decisa a cercarsi un appartamento e dopo l’ennesima notte da
sfrattata, doveva fare in fretta. Stranamente non aveva ancora detto niente a
Maria di questa sua idea, ma l’avrebbe fatto non appena si fosse alzata. Voleva
chiederle se era disposta a condividere con lei questa esperienza. Inoltre, da
sola, non ce l’avrebbe mai fatta; gli affitti, a Los Angeles, erano molto più
cari della piccola cittadina del New Mexico da cui Liz proveniva e avrebbe
dovuto cercarsi anche un lavoro per non pesare troppo sulle spalle dei
genitori. Sapeva che non era possibile cambiare stanza, o sarebbe meglio dire
compagna di stanza, l’anno accademico era già iniziato e le possibilità erano
azzerate, quindi l’unica soluzione era proprio quella di cercarsi un
appartamento.
Erano le 6 di mattina quando Liz e Maria si svegliarono; non era facile passare
una notte tranquilla nel piccolo lettino singolo del dormitorio dividendolo con
un'altra persona e Liz si sentiva tremendamente in colpa. Non appena furono ben
sveglie, le due ragazze decisero di passare quell’ora che le separava dal suono
della sveglia nel letto e Liz approfittò di quel momento per esporre la sua
idea a Maria.
“Maria devo dirti una cosa!”
“Spara!”
Liz abbassò ancora di più il tono della voce, fino a sussurrare quanto bastava
perché Maria sentisse.
“Voglio cercarmi un appartamento. Non ce la faccio più ad andare avanti così e
in più ti sto trascinando insieme a me in questa situazione e non mi sembra
giusto.
“Sembra quasi che tu mi legga nel pensiero, sai? Avevo iniziato anch’io a
pensare di trasferirmi; Maggie non la sopporto più, ogni giorno che passa
diventa sempre più pesante vivere con lei.”
Passò un minuto di silenzio poi Maria riprese a parlare:
“Ti andrebbe l’idea di noi due insieme nello stesso appartamento?”
“Era proprio quello che volevo chiederti!”
“Lo sai? Inizio veramente a credere nella lettura del pensiero! Perché non
iniziamo la nostra ricerca già da oggi? Prima ce ne andiamo e meglio è.”
“Fantastico! Speravo che dicessi una cosa del genere. Credo che questa sarà una
bella giornata, le premesse sono buone.”
“Già! Lo credo anch’io.”
E le due ragazze iniziarono a ridacchiare sommessamente per non essere sentite
da Maggie che dormiva ancora.
Poco distante dall’edificio del campus, in uno dei tanti appartamenti occupati
dagli universitari, un’altra coppia di persone si accingeva ad iniziare la
propria giornata.
“Forza Max, alzati o farai tardi di nuovo!”
“Arrivo, arrivo… mi sto per alzare.”
La voce era sommessa, sia per il sonno che per la coperta che ancora ricopriva
il viso del ragazzo. Michael conosceva molto bene il suono che emetteva la voce
di Max quando la faccia era ancora un tutt’uno con la coperta ed appoggiando la
tazza di caffè caldo sul tavolo, si diresse verso la stanza del giovane. Si
avvicinò senza esitazione al letto e, con un gesto rapido, afferrò un’estremità
della coperta e la sollevò fino a che Max non fu del tutto esposto alla luce
che entrava dalla finestra.
“Dio Michael, odio quando fai così!” – disse irritato
“Lo so, ma è l’unico modo per farti alzare!” – ribattè sghignazzando
E così dicendo tornò in cucina per finire il caffè.
Michael Guerin era un bravo ragazzo, anche se l’apparenza ingannava. Era
studioso e diligente, ma era anche uno spirito libero; non gli piaceva essere
come tutti quei ragazzi che frequentavano il corso di legge insieme a lui, loro
vestivano come se fossero già degli avvocati affermati, mentre a lui piaceva
essere un po’ trasgressivo e quel piercing al sopracciglio destro lo
dimostrava. Ne andava fiero, lo aveva fatto insieme a Max il giorno del loro
diploma come gesto per consacrare la loro amicizia ed entrambe lo sfoggiavano
come una cosa preziosa che li legava anche in modo materiale. Michael era un
bel ragazzo, capelli castano-chiari corti che portava sparati in aria tenuti in
forma da una bella manciata di gel, ed un fisico che teneva sempre allenato
facendo basket insieme a Max.
“Allora Max, sei pronto?”
“Si, arrivo!” – disse scocciato guardandosi un’ultima volta allo specchio.
Max Evans era un bel ragazzo moro, coi capelli corti sempre un po’ scompigliati
e dagli occhi ambrati che avevano fatto innamorare una schiera incredibile di
ragazze. Misterioso e un po’ spavaldo, frequentava i corsi d’arte con buoni
risultati, ma a differenza di Michael, passava poco tempo sui libri e nessuno
si spiegava come ci riuscisse. Molto del tempo libero a sua disposizione, lo
impiegava a suonare la chitarra ed in alcuni giorni della settimana si riuniva
con altri quattro ragazzi per suonare in alcuni locali notturni.
Max bevve in fretta una tazza di caffè ed entrambe uscirono per affrontare una
nuova giornata all’università.
Le ore erano passate lentamente, ma finalmente giunse l’ora di pranzo. Liz e
Maria erano solite pranzare insieme e puntualmente, come ogni giorno, si
incontrarono nella mensa universitaria. Presero entrambe i vassoi e si
avviarono lungo il bancone per scegliere le pietanze offerte dal menù
giornaliero. Trovarono poi un posto a sedere vicino alle vetrate che davano sul
giardino interno del campus ed iniziarono a conversare.
“Allora, hai chiesto in giro se qualcuno sa se ci sono appartamenti diponibili
in zona?” - chiese Liz all’amica non appena furono sedute.
“Si, ma non ho avuto molta fortuna. E tu?”
“Idem. Ho chiesto a tutti quelli che conosco e non ho ottenuto niente.”
“Aspetta…” - disse Maria frugando nello zaino – “…ho preso il giornale degli
annunci universitari stamattina, vediamo se ci sono novità.”
“Io l’ho preso la settimana scorsa e non credo che le cose siano cambiate
molto, ma un’occhiata la possiamo sempre dare.”
Mentre finivano il loro pranzo, continuavano a sfogliare il giornale e si
soffermavano spesso a commentare gli annunci. Il tempo a loro disposizione era
quasi terminato e prima di lasciarsi, per terminare le lezioni, si diedero
appuntamento in camera di Maria per finire di leggere gli annunci. Si
lasciarono nel corridoio del primo piano, dove ognuna di loro prese una strada
diversa per raggiungere la rispettiva aula della lezione successiva.
Maria camminava senza prestare molta attenzione a dove metteva i piedi, aveva
ripreso a leggere il giornale e si era soffermata su di un annuncio che
sembrava interessante. Stava ancora leggendo quando all’improvviso si ritrovò
il giornale letteralmente spiaccicato in faccia mentre il suo corpo urtava un
altro corpo che sembrava roccia. I libri che teneva in mano le caddero a terra,
mentre sentiva due forti braccia afferrarla impedendole di cadere. Mentre
cercava di riprendersi una voce le disse: “Dovresti fare più attenzione, non ti
pare?” La voce era calda e il tono che quel ragazzo aveva usato non era
arrabbiato e nemmeno irritato. Alzò gli occhi e rimase stupita dalla visione di
un ragazzo con i capelli sparati in aria, un piercing al sopracciglio destro e
un sorriso meraviglioso. Impacciata come non mai, iniziò a scusarsi: “Mi
dispiace, ero così intenta a leggere che non ho proprio guardato dove stessi
andando.” Guardò nuovamente gli occhi del ragazzo e subito dopo si chinò per
raccogliere i libri sparsi sul pavimento, seguita subito dal giovane. “E dimmi,
cosa stavi leggendo di così interessante?” chiese il ragazzo, “Sto cercando un
appartamento e avevo trovato un annuncio che sembrava promettente… è per questo
che ero distratta!” rispose Maria arrossendo leggermente. “Interessante! E
andrai a viverci da sola?” continuò il ragazzo allungandole alcuni libri che
aveva raccolto ed aiutandola a rialzarsi. “Veramente no. Lo dividerò con
un’amica!” – “Beh! Quand’è così… se ti interessa, l’appartamento di fronte al
mio è libero; potrei sentire dal proprietario se è interessato ad affittarlo.”
– “Sarebbe fantastico!” esclamò Maria felicissima, facendo brillare ancora di
più i due occhi color smeraldo, sui quali il ragazzo si soffermò trattenendo il
fiato. Non solo c’era l’occasione dell’appartamento, ma c’era anche la
possibilità di stare molto vicina a quel ragazzo e l’idea era davvero
allettante, anche se non sapesse assolutamente chi fosse. “Facciamo così…”
riprese il giovane con fare risoluto e distogliendo per un attimo lo sguardo da
quegli occhi magnetici “…oggi pomeriggio contatto il proprietario e domani ti
faccio sapere.” – “E’ perfetto, mi faresti un grosso favore.” Disse Maria
entusiasta e lui riprese: “Ci vediamo domattina davanti all’ufficio della
segreteria alle 8.15, prima che comincino le lezioni, così ti dirò quello che
ho saputo” – “D’accordo, allora… ci vediamo domani.” Il ragazzo si era già
voltato per allontanarsi mentre Maria era rimasta immobile, incantata dalla
visione del giovane, quando improvvisamente il ragazzo rivolse nuovamente lo
sguardo a Maria allungandole la mano: “A proposito, io sono Michael Guerin” –
“Piacere, io sono Maria De Luca.” ed allungando a sua volta la mano, strinse
quella del ragazzo. Per Maria il tempo sembrò fermarsi e per un attimo si perse
nello sguardo di quel giovane, poi lui ritrasse la mano, sorrise un’ultima
volta e girandosi si allontanò lasciando Maria ancora senza fiato.
Come previsto, nel pomeriggio Liz e Maria si incontrarono nella camera di
quest’ultima. Appena entrata, Liz fu sommersa dal mare di parole di Maria. Era
ancora eccitata per quello che le era successo la mattina che non vedeva l’ora
di raccontarlo a Liz. E poi c’era anche la possibilità di aver trovato
l’appartamento che cercavano… certo, l’ipotesi che il problema della casa si
risolvesse nel giro di un giorno era molto improbabile, ma neanche impossibile
e Maria era molto ottimista, a dire il vero, lei era quasi sempre ottimista.
Parlò di Michael fino allo sfinimento e quando finalmente ebbe terminato le
parole per descriverlo, passò all’argomento che interessava ad entrambe:
“Mio Dio Maria, sarebbe fantastico!” disse Liz eccitata
“E’ proprio quello che ho detto anch’io!”
“Ma ci pensi… avremmo risolto tutti i nostri problemi, senza contare il fatto
che questo Michael… insomma… lui abita proprio di fronte all’appartamento in
questione e tu potresti vederlo quando vuoi!”
“E’ meglio che per il momento non ci pensi, altrimenti non concluderò più
nulla!”
“Beh è un po’ difficile non pensarci visto che domattina lo rivedrai!”
“Mmm… è verò anche questo… beh, comunque non ci rimane altro che aspettare;
potrebbe anche succedere che il proprietario non lo voglia affittare, oppure
che l’appartamento non ci piaccia.”
“Vedremo…, ma non so perché, ma qualcosa mi dice che andrà tutto bene!”
“Me lo auguro!”
“Te l’avevo detto che oggi sarebbe stata una bella giornata!”
“E avevi ragione!”
Giunto in casa, Michael trovò Max sul divano intento a suonare la sua chitarra:
“Ehi, come va?” chiese Max interrompendo la melodia a cui stava lavorando.
“Magnificamente!”
“Però! Non male per uno che ha appena finito una giornata di università e che
domani dovrà dare un esame! Avanti, dimmi che ti è successo!” disse capendo già
dallo sguardo dell’amico che era successo qualcosa di particolare.
“Ho conosciuto una ragazza!”
“Tutto qui?”
“Eh no, non è la solita ragazza…” e lasciò in sospeso la frase lasciando che
Max interpretasse il seguito.
“Spara… voglio sapere il resto!” disse Max ansioso; quando si parlava di
ragazze, lui e Michael erano sempre pronti a lasciar perdere quello che stavano
facendo.
E Michael si accomodò sul divano di fianco a Max e cominciò a raccontare mentre
l’altro prestava la massima attenzione.
L’indomani mattina, alle 8.00 in punto, Maria era già davanti all’ufficio della
segreteria, aveva una tale voglia di rivedere Michael che non si era resa conto
di essere in anticipo. Per ingannare il tempo, si era messa a leggere gli
annunci affissi alla bacheca, quando la voce calda di Michael la raggiunse da
dietro le sue spalle.
“Buongiorno.”
“Buongiorno.” – disse Maria girandosi di scatto e guardandolo negli occhi
“Ti porto buone notizie!”
“Davvero!” cominciò quasi incredula - “Dimmi, ti prego, non vedo l’ora di
sapere.”
“Dunque, ieri ho contattato il proprietario, Tom Wender, e mi ha detto che è
disposto ad affittare l’appartamento. Se volete potete venire già nel
pomeriggio per vederlo, basta che me lo facciate sapere in modo da mettermi
d’accordo con Tom.”
“Certo che veniamo! A che ora?” chiese Maria senza perdere tempo.
“Avete proprio fretta, eh?”
“Beh, a dire la verità sì.”
“E come mai? Problemi nel dormitorio?” chiese Michael con curiosità
“Proprio così!” rispose Maria non volendo approfondire l’argomento.
“D’accordo. Dunque, io ho l’ultima lezione alle 2 del pomeriggio. Pensate di
riuscire ad essere libere per le 4? Potremmo incontrarci al Crazy Bar.
“Direi di sì! Credo che anche Liz sia libera.”
“Perfetto! Comunque questo è il mio numero di telefono, nel caso ci fossero
problemi.”
“Ok, grazie, ma credo che ci vedremo all’ora stabilita.”
“Bene. Allora a più tardi.”
“ A dopo.”
E si lasciarono nel corridoio, ma mentre proseguiva per la sua strada, Michael
si girò indietro per guardare ancora una volta Maria. Dal canto suo, Maria si
sentì come osservata e la sua reazione fu quella di girarsi a sua volta
indietro, scorgendo Michael che la guardava. Si scambiarono un sorriso
imbarazzato, si rigirarono e proseguirono lungo il corridoio dell’università.
Durante il tragitto verso l’aula, Maria guardò intensamente quei numeri scritti
su quel foglietto di carta. Non riusciva a crederci, aveva il numero di
telefono di Michael e non aveva neanche dovuto chiederglielo. Era tutto così
irreale: aveva la possibilità di cominciare una nuova vita insieme a Liz e allo
stesso tempo aveva incontrato questo ragazzo che, per lei, era stupendo e tutto
nel giro di un giorno. Doveva assolutamente avvertire Liz, non sarebbe riuscita
ad aspettare fino all’ora di pranzo, doveva dirglielo subito e voleva avere la
conferma che per le 4 sarebbe stata libera. Corse fino al secondo piano dove
sapeva di trovare l’amica ed iniziò a cercarla lungo il corridoio, fino a che
non la scorse con alcuni compagni di corso. Si precipitò da lei correndo e
quando fu a pochi metri di distanza, Liz le rivolse lo sguardo. Bastò un solo
secondo e Liz si allontanò dagli amici per raggiungere Maria.
“Maria che c’è? Hai visto Michael? Che ti ha detto?” – chiese ansiosa
“E’ tutto ok! Oggi pomeriggio alle 4 ci vediamo per andare a vedere
l’appartamento.”
“Non ci posso credere! Non mi stai prendendo in giro, vero?” disse incredula
“Oh no, te lo posso assicurare. Dimmi, sei libera alle 4, giusto?”
“Sì, oggi finisco alle 3.”
“Perfetto! Allora ci vediamo a pranzo.”
“Ok, a dopo.”
“A dopo.”
Le due ragazze non riuscirono a prestare la loro solita attenzione alle
lezioni, erano così eccitate dall’idea di andare a vedere l’appartamento che
non riuscirono a pensare ad altro. Finalmente, all’ora di pranzo, si
incontrarono e riuscirono un po’ a sfogare quell’eccitazione che attanagliava i
loro stomaci fin dalla mattina.
“Allora, dove ci vediamo con Michael?”
“Al Crazy Bar.”
“Perfetto! Non vedo l’ora di vedere l’appartamento. Non faccio altro che
pensarci ed immaginarlo.”
“A chi lo dici!”
Nel giardino del campus, nel frattempo, Max e Michael stavano chiacchierando
mentre finivano i loro sandwich.
“Allora, hai detto a quella ragazza… a Maria… dell’appartamento?”
“Certo, l’ho vista stamattina.”
“Beh? E allora… cosa ha detto?”
“Oggi pomeriggio verranno a vederlo. Ho promesso che le accompagnerò.”
“Aspetta un secondo, ho capito bene? Hai detto VERRANNO e LE ACCOMPAGNERO’? Non
mi avevi detto che erano 2 le ragazze.” Ora anche Max iniziava ad interessarsi
all’argomento.
“L’ho dimenticato!” disse sminuendo la cosa
“Ah, è così!” – non credendo del tutto alle parole dell’amico - “E dimmi, com’è
l’amica di Maria?”
“Non ne ho idea, non l’ho mai vista. So solo che si chiama Liz.”
“Ho capito” – disse con tono rassegnato – “Sarà la solita ragazza bruttina ma
simpatica.”
“Non lo so proprio, ma se è bella quanto Maria… beh, allora amico preparati a
perdere la testa!” e strizzò l’occhio.
“Non ho mai perso la testa per nessuna, perché dovrei cominciare proprio ora!?”
“Perché c’è sempre una prima volta!”
Qualche ora più tardi, Liz e Maria si trovavano al Crazy Bar. Mancava mezz’ora
all’appuntamento e le due amiche si erano sedute per prendere un caffè.
“Spero che arrivi in orario, non sto più nella pelle!” disse Liz sempre più
ansiosa, l’attesa la stava uccidendo.
“Ehi, calmati! Pensa a me… oltre che per l’appartamento sono anche nervosa
perché rivedrò Michael.”
“Non mi dirai davvero che hai già perso completamente la testa per lui?!?!”
disse alzando un sopracciglio.
“Beh, non completamente…”
“Maria!” la risprese
“Non posso farci niente! Lui è così… è così…”
“…fantastico, stupendo, atletico… posso continuare se vuoi!” disse Liz
scherzando
“Non prendermi in giro!”
“Non lo sto facendo, è solo che ormai ho imparato a memoria la sequenza di
aggettivi che hai usato per descrivermelo. Sai una cosa? Sono proprio curiosa
di vederlo. Deve essere davvero bello per farti reagire in questo modo.”
“E lo è!”
“Presto potrò giudicare da me!”
Le due ragazze risero e continuarono a bere il loro caffè. Erano passati 15
minuti da quando si erano sedute e il campanello della porta del locale suonò
nuovamente per avvertire che un nuovo cliente era entrato. Maria guardò di
nuovo oltre le spalle di Liz e vedendo finalmente il viso di Michael, gli fece
cenno di raggiungerle al tavolo.
“E’ lui, è arrivato” – disse sottovoce, alternando lo sguardo tra Michael e Liz
“Fantastico! E’ anche in anticipo!” – notò sorridendo l’amica
Michael notò subito Maria che, sorridendo, gli faceva cenno di avvicinarsi a
loro, e così, facendosi largo tra i clienti, raggiunse il tavolo delle ragazze.
“Ciao!” salutò Michael
“Ciao! Siediti. Vuoi un caffe?”
“No, grazie!”
Michael si sedette di fianco a Maria e sorridendo a Liz gli porse la mano.
“Ciao, io sono Michael!”
“Piacere di conoscerti. Io sono Liz.”
Michael guardò bene il viso di Liz e rimase stupito. Non aveva voluto
ammetterlo davanti a Max, ma anche lui si aspettava una ragazza “bruttina, ma
simpatica”, come le definiva Max, e invece dovette ricredersi. “Max rimarrà
esterrefatto!” pensò tra sé e sé, e gli venne da sorridere al pensiero della
faccia che avrebbe fatto Max non appena avesse visto Liz.
Conversarono poco, il tempo necessario perché le ragazze finissero il caffè, e
poi finalmente si diressero a casa di Michael.
“Non è molto lontano da qui. La posizione è ottima, in un quarto d’ora si è
all’università e l’affitto è abbastanza buono.” disse il ragazzo facendo
strada.
“Maria, penso che dovremmo trovarci un lavoro, non credi?” disse Liz
“Sì! Conoscendo le nostre finanze sarà il caso di darci da fare.”
“Conosco un sacco di posti dove gli studenti lavorano per guadagnare qualche
soldo. Se avete bisogno, posso darvi una mano.” offrì Michael
“Bene! E che posti sono?” chiese Liz interessata
“Più che altro sono pub. Cercano spesso delle cameriere; se vi interessa posso
accompagnarvi.”
“Direi che è perfetto! Tu che dici Maria?”
“Anche per me va bene, ma per il momento non vedo l’ora di vedere
l’appartamento.”
“Siamo arrivati! Io abito qui!” disse Michael allungando la mano per mostrare
l’edificio.
Le ragazze guardarono il palazzo davanti a loro. Non era nuovo e neanche di
lusso, visto dall’esterno, ma Michael aveva detto che gli appartamenti erano
stati sistemati qualche anno prima e che erano sempre stati tenuti in ottimo
stato. Liz e Maria si guardarono negli occhi, l’emozione era tanta che si
presero per mano per sostenersi a vicenda. “Venite, vi faccio strada.” continuò
Michael.
Entrarono, presero l’ascensore e arrivati al terzo piano continuarono a seguire
Michael. “Bene, ci siamo. Questo è l’appartamento libero, mentre quello di
fronte è dove abitiamo io e Max. Tom ci aspetta in casa.” Michael prese le
chiavi di casa dalla tasca dei jeans, aprì la porta e mentre le due amiche
entravano, dalla cucina si sentirono delle risate.
“Max, sono tornato!”
“Hei, Michael! Siamo in cucina!“ gridò di rimando Max.
Michael fece cenno alle ragazze di seguirlo ed insieme entrarono in cucina. Max
e Tom Wender stavano ridendo di gusto davanti ad una tazza di caffè e Max aveva
in grembo la sua chitarra. I due smisero di ridere ed insieme guardarono
Michael e le due nuove arrivate. Tom si alzò in piedi per salutare Michael e
dopo un veloce abbraccio si rivolse alle due ragazze, mentre Max non riusciva
ancora a credere ai suoi occhi. Intuì subito quale delle due ragazze fosse
Maria, Michael l’aveva descritta talmente bene che era impossibile sbagliarsi,
e il suo sguardo si fissò su Liz. Michael notò l’espressione dell’amico,
sorrise, gli si avvicinò e sottovoce gli disse in tono vittorioso: “Che ti
avevo detto, eh?”
“Salve ragazze, sono Tom Wender.” – disse il ragazzo allungando la mano.
“Salve, io sono Maria De Luca.” – e strinse la mano del ragazzo rilasciandola
quasi subito
“Ed io sono Liz Parker.” – disse stringendo anche lei la mano del giovane.
“Allora, Michael mi ha detto che siete interessate all’appartamento.”
“Già, è così!” rispose Liz
“Perfetto! Prendo le chiavi e andremo subito a dargli un’occhiata.”
“D’accordo.” disse Maria entusiasta
Tom si allontanò verso il soggiorno e Michael si apprestò a fare le
presentazioni: “Ragazze questo è Max Evans. Dividiamo l’appartamento da quasi
un anno, ma ci conosciamo dal liceo.” poi si rivolse a Max: “Max, queste sono
Maria e Liz.” indicando rispettivamente le ragazze. Max, che nel frattempo
aveva distolto lo sguardo da Liz, si alzò in piedi ed allungò la mano verso
Maria e subito dopo verso Liz. Le loro mani rimasero unite per alcuni secondi,
ma per entrambe sembrò un eternità. Max pensò di non avere mai visto una
ragazza così bella in vita sua, mentre Liz si era persa in quegli occhi ambrati
che già in passato avevano mietuto vittime. “Bene, ragazze. Possiamo andare.”
la voce di Tom Wender interruppe quel momento e l’emozione provata fino a poco
prima, tornò ad attanagliare lo stomaco delle due ragazze. Liz e Max distolsero
lo sguardo l’una dall’altro e staccarono le mani, mentre Maria metteva una mano
sulla spalla dell’amica sospingendola leggermente verso la porta d’ingresso.
Liz e Maria seguirono Tom, mentre Max era rimasto ancora in piedi, immobile di
fianco a Michael, che non perse l’occasione per imbeccarlo: “Hei amico,
riprenditi!” – disse in tono canzonatorio – “Pensi di venire con noi o di
rimanere qui impalato?”
Max si riprese cercando di sembrare normale, insensibile alla bellezza
femminile come era suo solito apparire, come se nulla fosse successo, guardò
l’amico e rispose: “Andiamo!”
Il tragitto fino all’appartamento di fronte era breve, ma Max non riusciva a
togliersi dalla mente il viso di Liz.
Mentre aspettava che Tom aprisse la porta dell’appartamento da visitare, Liz si
voltò indietro cercando, inconsciamente, gli occhi di Max. Quegl’occhi
l’avevano stregata e quando rivide il volto del ragazzo si sentì arrossire e
tornò a guardare Tom ancora intento ad aprire le due serrature che chiudevano
la porta. Finalmente Tom sbloccò le serrature ed aprì la porta e con tono
amichevole disse: “Ecco ragazze, benvenute nella vostra probabile futura casa!”
e si fece da parte per lasciare entrare le ragazze. Mentre Tom apriva le
finestre, Liz e Maria continuavano a guardarsi attorno: il soggiorno era
davvero carino e ben arredato; mancava solo il loro tocco di originalità che lo
avrebbe reso davvero fantastico. Wender le guidò attraverso le varie stanze: la
cucina era ben illuminata e corredata di ogni comfort moderno e divisa dal
soggiorno da un muretto; non era molto grande, ma per loro era perfetta.
C’erano poi le due camere da letto. Liz e Maria credevano che avrebbero diviso
la stessa camera e quando, invece, realizzarono che ognuna avrebbe avuto la
propria stanza, rimasero esterrefatte. Mancava ancora il bagno, ed anche lì
ebbero una sorpresa: era dotato sia di doccia che di vasca da bagno; era strano
ci fossero entrambe, ma questo rendeva l’appartamento ancora più bello di
quanto non lo fosse già. Mancava all’appello solo il ripostiglio, ma le ragazze
non gli prestarono molta attenzione.
“Allora, cosa ve ne pare?” chiese Tom
“E’ fantastico! Liz che ne dici?”
“Mi piace tantissimo!”
“Pensate di trasferirvi allora?”
Le due ragazze si scambiarono una rapida occhiata e all’unisono risposero di
si.
“Bene. Allora possiamo firmare il contratto! Non mi era mai capitato di
concludere un affare così in fretta!” concluse sorridendo.
I tre si sedettero in cucina, seguiti da Max e da Michael che rimasero in piedi
alle spalle di Tom. Liz era talmente emozionata che non gli prestò attenzione,
ma Max non smetteva di fissarla. Non gli era mai capitato di fissare una
ragazza così intensamente, anzi, solitamente succedeva il contrario, e la cosa
lo infastidiva oltre che a stupirlo, ma nonostante tutto non riusciva a non
guardarla. Max era il classico rubacuori, aveva fatto innamorare di sé molte
ragazze senza, tuttavia, innamorarsene a sua volta e non riusciva a capire il
perché non riuscisse a distogliere lo sguardo da Liz.
“Ok ragazze, queste sono le chiavi del vostro nuovo appartamento!”
La voce di Tom risvegliò Max dai suoi pensieri: “Io devo andare!” disse
frettolosamente, non sopportava più di rimanere lì ancora a fissare Liz, ma
prima di uscire sorrise e disse: “Benvenute nella nostra piccola comunità di
universitari indipendenti!” Le ragazze lo ringraziarono e Liz si ritrovò,
ancora una volta, ad arrossire nell’incontrare, per un istante, gli occhi di
Max. Non capiva la sua reazione, ma non riusciva a controllarla. L’aveva
guardato negli occhi solo due volte ed entrambe le volte era arrossita. E il
suo sorriso… “Basta Liz! Smettila! Non è neanche il tuo tipo!” pensò, cercando
di recuperare il controllo delle sue reazioni.
“Devo andare anch’io! Ho un altro appuntamento! Ci vediamo!” e così dicendo,
Tom raggiunse Max alla porta ed entrambe uscirono.
“Beh! Benvenute alle nuove vicine di casa!” disse Michael contento – “Grazie!”
risposero all’unisono le due amiche. Non riuscivano a smettere di sorridere, il
pensiero che presto avrebbero lasciato il dormitorio, e soprattutto le compagne
di stanza, le rendeva felici e il loro sorriso aveva contagiato anche Michael.
L’idea che due belle ragazze, e soprattutto Maria, abitassero così vicino a lui
lo metteva di buon umore. “Credo proprio che vi meritiate una bella festa di
benvenuto! Che ne dite?” Le ragazze si guardarono per un istante e Maria
rispose: “E’ davvero una bella idea!” – “Allora è deciso! Non vi preoccupate,
penso io a tutto!” – “D’accordo, grazie!” disse ancora Maria che non smetteva
di guardarlo. “Grazie Michael e non solo per la festa!” intervenne Liz, “Ma io
non ho fatto niente!” – “Se non era per te, non avremmo trovato questo
appartamento, quindi… grazie!” – “Diciamo che se una certa persona non mi fosse
venuta addosso l’altra mattina…” – “Allora grazie anche a Maria!” e abbracciò
l’amica.
Tornate alla realtà del dormitorio, le due amiche si ritrovarono in camera di
Liz, approfittando dell’assenza di Shelly. Si sedettero sul letto di Liz e
nessuna delle due riusciva a smettere di sorridere.
“Non vedo l’ora di trasferirmi! Credo che stasera comincierò a fare le
valigie!” disse Liz entusiasta come non mai.
“Potremmo trasferirci già da domani, in fondo, una volta fatte le valigie, non
abbiamo altro da portare con noi.”
“Fantastico!” e dopo un attimo di silenzio riprese: “Ma… Maria non sarebbe
meglio fare una bella pulizia prima di trasferirci?”
“Beh, effettivamente… Sei libera domani pomeriggio?” chiese senza indugiare.
“Si!” fu la risposta immediata di Liz.
“Bene, allora domani lo dedicheremo alle pulizie e Venerdì potremo stabilirci
definitivamente in casa nostra!”
“Che strano effetto dire “casa nostra”! Sono così emozionata!”
“Anch’io e non solo per l’appartamento…!”
“Michael!… Non te l’ho ancora detto, ma è davvero carino!” disse strizzando
l’occhio.
“Carino?? Io direi che è meraviglioso! Certo che anche Max…”
Nell’emozione del momento, Liz aveva completamente dimenticato la reazione che
Max le aveva causato, ma solo a sentire il suo nome riapparve quella strana
sensazione nello stomaco. Ne era sicura, Max non era per niente il suo tipo, ma
nonostante tutto ne era rimasta colpita. Era così diverso da tutti i ragazzi
con cui era uscita e quel suo sguardo, oltre ad attrarla molto, la inquietava.
Sapeva che quel tipo di ragazzo era pericoloso, il classico tipo che ti seduce
e ti abbandona e in quel preciso istante decise di lasciarlo perdere.
“Sì, non è niente male.” disse cercando di sminuire la cosa.
“Non è niente male?!?! Non riesci a dire nient’altro?” chiese Maria stupita.
“E’ un ragazzo come tanti.” continuò Liz.
“Uno come tanti che, però, ti ha fatto arrossire!” disse con un risolino sulle
labbra.
“Io… non sono arrossita!” negò Liz.
“Andiamo Liz, stai parlando con me, con Maria! Ti ho vista arrossire, non
negare! E ho visto anche come ti fissava lui!”
“Si, come no!” cominciò con fare disincantato, ma quell’affermazione le fece
riaffiorare un certo interesse e Maria lo sapeva benissimo.
“Ha continuato a fissarti per tutto il tempo che abbiamo parlato con Tom ed
anche Michael se n’è accorto” Maria sapeva che rincarando la dose le avrebbe
strappato qualche parola in più.
“Non ci ho fatto caso, ero così emozionata per l’appartamento che non l’ho
proprio notato” disse lei sinceramente e poi riprese: “Ma davvero lui…”
“Allora ti interessa!?” Maria era riuscita nel suo intento, sapeva che Liz non
riusciva a tenerle nascosto niente.
“No!” cominciò risolutamente, ma la sua risolutezza svanì presto: “Non lo so.
Lui è… è…”
“Bello? Interessante? Accattivante con il suo piercing al sopracciglio?
“Si, ma è anche misterioso e inquietante.”
“Non capisco quale sia il problema, devi solo conoscerlo meglio.”
“Vedi Maria, mi ha dato l’impressione del classico ragazzo che ti seduce e ti
abbandona una volta raggiunto il suo scopo, e tu sai bene di quale scopo sto
parlando.”
“Beh, se è per questo anche Michael non ha l’aria dell’angioletto… ma potresti
anche sbagliarti, non ci hai pensato?”
“Lo sai che per me la prima impressione è importante e, per quello che ne so,
bisogna stare lontane da Max Evans.
“Quindi hai deciso di ignorarlo?” disse alzando le sopracciglia: “Sempre finchè
sarai in grado di farlo.” continuò con il suo solito sorrisino.
“Lo ignorerò Maria, ci rivolgeremo la parola solo quando strettamente
necessario!”
“Come vuoi, ma se vuoi sapere come la penso, tu, ragazza mia, hai fatto colpo!”
Nel frattempo, nel loro appartamento, tra Max e Michael si stava svolgendo una
chiacchierata più o meno simile.
“Avevi ragione su Maria, è uno schianto!”
“Lo sai che il mio occhio non sbaglia mai!” disse con fare da sapiente “E che
mi dici di Liz?”
“Si, è carina. Troppo seriosa per i miei gusti, ma carina!” disse cercando di
non dargli molta importanza.
“Strano, credevo non avessi occhi che per lei! Eri uno spasso amico!” lo
canzonò
“Ma che dici?”
“Ma se non hai fatto altro che fissarla! Fratello, non prendermi in giro!
“Non l’ho fissata!”
“Certo che la faccia tosta non ti manca! Ora neghi anche l’evidenza!
“Ok… l’ho guardata, ci siamo presentati e l’ho guardata… e con questo?
“Senti Max, se vuoi mentire a me mi sta bene, ma, per favore, non mentire a te
stesso.”
Seguì un momento di silenzio nel quale i due continuarono a guardarsi negli
occhi. Max cominciava a temere che l’amico avesse ragione, ma non l’avrebbe mai
ammesso nemmeno sotto tortura, lui non era il tipo che si lasciava andare a
certe confidenze, a meno che non riguardasse una nuova conquista. Lui non si
era mai innamorato e il pensiero che Liz fosse una ragazza diversa dalle altre,
che aveva catturato la sua attenzione quando nessuna era riuscita a farlo, lo
spaventava.
“Senti Michael, Liz non è per niente il mio tipo. Lei è la classica ragazza per
bene, che obbedisce ai suoi genitori, che pensa solo allo studio e
nell’eventualità che esca con dei ragazzi, esce con quegli stupidi ragazzi ben
vestiti, non certo con uno che ha un piercing nel sopracciglio!”
“Però!… per non averla quasi notata, come vuoi farmi intendere, ne hai fatto un
quadro ben preciso!”
“E’ solo una prima sensazione, e tu sai che raramente mi sbaglio! Quella cerca
solo di finire gli studi e di trovarsi un ragazzo, come lei, per bene!”
“Certo che a vederti non si direbbe che sei un bravo ragazzo!”
“Che fai, mi sfotti? Come se tu fossi il classico bravo ragazzo!” Max
cominciava ad odiare quello scambio di parole e parlò con un tono un po’
alterato.
“Hei, non scaldarti! Stavo scherzando! E comunque, secondo me, hai fatto
colpo!”
“Non mi importa!”
“Certo, come vuoi! Voglio proprio vedere come andrà a finire!”
“Staremo a vedere!”
Il pomeriggio seguente Liz e Maria erano pronte per andare nel loro nuovo
appartamento per fare pulizia. La giornata era stata lunga, sembrava non finire
mai, ma finalmente ora potevano dedicarsi completamente alla loro nuova casa.
Si erano fermate per comprare il necessario ed ora si stavano dirigendo alla
loro nuova dimora.
“L’hai già detto a tua madre dell’appartamento?” chiese Liz appena uscite dal
negozio.
“Si.” rispose semplicemente Maria.
“E come l’ha presa?”
“Beh, sul momento non era molto entusiasta, ha paura che finiremo col trovarci
la casa piena di uomini, sai com‘è mia madre.“ ed alzò gli occhi a cielo in
un‘espressione rassegnata. “Ma più le parlavo e più lei cambiava opinione, lo
sai quando voglio so essere molto convincente!” disse col suo sorrisino
malizioso.
“Lo so, lo so!” ribattè Liz ridacchiando.
“Insomma, alla fine, era contenta. Pensa che questa esperienza ci sarà utile e
ci farà crescere.”
“Adoro sempre di più tua madre!”
“E tu? Cos’hanno detto i tuoi?
“Non lo sanno ancora!”
“Elizabeth Parker, tu mi stupisci!” disse rivolgendo all’amica uno sguardo di
stupore “Non è da te nascondere le cose importanti ai tuoi genitori!”
“Lo so, ma ho pensato di dirglielo solo a cose fatte, quando noi ci saremo già
trasferite e tutto filerà liscio. So già cosa dirà mia madre, mi sembra già di
sentirla e voglio ritardare quel momento il più possibile.”
“Liz…”
“Lo so che è sbagliato, ma per me è più difficile dire certe cose a mia madre.
Lei è sempre così protettiva… Pensa se le dicessi ora, in questo preciso
istante, che ho affittato un appartamento insieme a te! Sai cosa farebbe? Si
precipiterebbe qui e mi riporterebbe al campus e, se potesse, mi legherebbe là
e potrei giurarci che riserverebbe anche a te lo stesso trattamento, ormai ti
considera come una figlia.
“Liz, stai esagerando! Tua madre ti vuole bene e si preoccupa solo che non ti
succeda niente!”
“E’ per questo che voglio dirglielo quando tutto sarà a posto. Deve capire che
so cavarmela da sola e se dovesse capitare da queste parti potrebbe vedere che
sono capace di badare a me stessa.”
“Beh, conoscendo tua madre, ti posso capire. Vorrà dire che se mi capiterà di
rispondere al tuo telefono farò finta di essere nella tua vecchia camera del
dormitorio, fino a che non gli avrai detto tutto.”
“Grazie Maria! Sapevo che avresti capito! Posso sempre contare su di te!”
“Figurati! Ma ricordati che mi devi un favore!
“Ok!” e ridendo continuarono per la loro strada.
Arrivate davanti all’edificio, salirono gli scalini che le separavano dalla
porta d‘accesso al palazzo, entrarono nell’ascensore e si diressero al terzo
piano. Arrivarono davanti alla porta del loro appartamento ed una volta
entrate, appoggiarono tutto quello che avevano in mano. Liz si era portata
anche una radio, piccola, ma funzionante, e l’accese subito. Le note della
musica cominciarono a riempire tutte le stanze della casa e le due ragazze si
guardarono compiaciute e si lasciarono sfuggire una risata.
Dall’appartamento di fronte non erano sfuggiti i nuovi rumori provenienti dal
corridoio e subito, Max e Michael, si affacciarono alla porta. Le due amiche
avevano ancora la porta aperta e i due ragazzi le poterono vedere mettersi
all’opera. Con uno sguardo divertito, Max si affacciò lentamente alla porta
delle nuove vicine appoggiandosi allo stipite con la spalla, seguito da
Michael. Il suo sguardo andò direttamente a Liz. Era incantevole anche con i
capelli raccolti alla meglio sulla testa mentre si accingeva ad iniziare le
pulizie. Cancellò immediatamente quel pensiero, cercò di non guardarla e disse
qualcosa per far notare la loro presenza: “Non credevo che le prime cose che
avreste portato qui fossero delle scope e delle spugne!” Le ragazze si girarono
di scatto nella direzione da cui era provenuta la voce. Liz arrossì ancora una
volta e instintivamente si tolse il fermaglio dai capelli senza neanche sapere
il perché, mentre Maria guardava Max e si rivolse direttamente a lui:
“Hei, ci hai spaventate!” disse mettendosi una mano sul cuore, come a volerlo
calmare.
“Avrei bussato, ma la porta era aperta.” continuò Max sorridendo.
“Dai, entrate!” disse Maria sorridendo a sua volta ai nuovi arrivati.
“Non vorrete mica metterci al lavoro, vero?” chiese in tono scherzoso Michael.
“Beh, da fare ce ne sarebbe anche per voi.” rispose Liz sempre in tono
scherzoso.
“No grazie, questa volta passo la mano.” disse Max tirandosi subito indietro.
“Io ti seguo!” confermò Michael.
“Ci avrei giurato!” disse Liz e cominciò a ridere contagiando anche gli altri.
Gli sguardi di Max e Liz si incontrarono, ma Liz volse gli occhi verso Maria
perché sentiva che sarebbe arrossita di nuovo e non voleva. Max smise di ridere
e decise di andarsene: “Beh ragazze, buon lavoro!” disse prima di uscire -
“Grazie” la risposta uscì all’unisono dalle bocche delle ragazze e Michael,
dopo aver salutato, seguì l’amico. Rimaste sole, Maria chiuse la porta e si
rivolse all’amica.
“Ma bene, questa volta ti sei addirittura sciolta i capelli per lui, senza
contare il fatto che le guance si sono arrossate di nuovo. Ma non avevi detto
di volerlo ignorare?” comiciò a stuzzicare l’amica.
“Il fermaglio era lento e mi stava per cadere…” ma fu interrotta da Maria
“Si, si… come vuoi Liz” disse mentre rideva, poi continuò: “Quel ragazzo ti
piace, è inutile che continui a negarlo!”
“Oh Maria, ne abbiamo già parlato!” disse quasi spazientita “Max Evans è bello
e pericoloso ed è meglio stargli alla larga.”
“Io non riesco proprio a capirti! Stai cercando di reprimere delle emozioni e
delle sensazioni che, per quanto ti possano far paura, dovresti affrontare e
non sfuggire. Devi cercare di viverle.”
“Ma non è facile!”
“Certo che non lo è, ma dovresti provarci! Max ti attira proprio perché non è
il solito ragazzo con cui sei abituata ad uscire e ho capito che la cosa ti fa
paura, ma almeno cerca di conoscerlo meglio.”
“Devo rifletterci sopra!”
“Ok, potrai farlo mentre puliamo. Forza, altrimenti non finiremo mai.”
Tornato in camera sua, Max prese in mano la sua chitarra, si sedette nella
poltrona ed iniziò a suonare una melodia. Il viso di Liz gli tornò subito alla
mente insieme alla sua risata, così limpida e vera. Risuonava nella sua testa
come una musica e non riusciva a pensare ad altro. E ancora il rossore sulle
sue gote candide mentre i loro occhi si incontravano. Altre ragazze erano
arrossite per lui, ma lei… D’un tratto buttò la chitarra sul letto, si alzò
impetuosamente dalla poltrona su cui si era seduto e tirò un pugno contro il
muro. Che cosa gli stava succedendo? Nessuna ragazza lo aveva mai assillato in
quella maniera e la cosa che lo infastidiva di più, era che la conosceva solo
da un giorno e già riempiva quasi tutti i suoi pensieri. Non era possibile, si
sentiva impotente di fronte alla sua incapacità di pensare ad altro e questo lo
faceva arrabbiare. Lui non aveva mai perso la testa per una ragazza e non
voleva certo cominciare proprio ora. I suoi pensieri furono interrotti dalla
voce di Michael: “Max, cos’è stato quel rumore?” chiese entrando in camera. Max
si sedette sul letto: “Niente! Non è stato niente!” rispose evitando lo sguardo
dell’amico “Faccio una doccia ed esco, ho le prove con il gruppo.” Passò di
fianco all’amico e si avviò verso il bagno sempre evitando il suo sguardo. “Eh,
vecchio mio, quella Liz ha uno strano effetto su di te!” mormorò tra sé e sé
Michael e tornò sui libri in camera sua.
Erano passate le otto di sera e finalmente Liz e Maria si guardarono in faccia
soddisfatte. Avevano lavorato per il tutto il giorno e i muscoli erano
indolenziti.
“Caspita, non credevo che pulire fosse una fatica del genere!” disse Maria
lasciandosi cadere sul divano in soggiorno.
“Già! Ma abbiamo fatto proprio un bel lavoro. Mi sento già a casa mia!
“Anche per me è lo stesso! Forza, andiamo a mangiare un boccone, sento che sto
per svenire dalla fame.”
Stavano per uscire dall’appartamento quando si sentì bussare alla porta. Maria
andò ad aprire e si ritrovò a guardare lo splendido sorriso di Michael.
“Allora, cenerentole, avete finito?” e mettendosi una mano davanti agli occhi
continuò a scherzare: “Hei, mi servono gli occhiali da sole, qui è tutto troppo
splendente!”
“Forza, entra ed ammira il nostro lavoro!” disse Maria orgogliosa.
Michael entrò e salutò Liz che ancora sorrideva per lo scherzo del ragazzo:
“Ero venuto a chiedervi se avevate voglia di farmi compagnia a cena.”
“Stavamo proprio per andare a mangiare un boccone! Ti facciamo compagnia
volentieri, vero Maria?”
“Certo! Prendo la borsa e possiamo andare! Ma Max dov’è finito?” aggiunse dando
una veloce occhiata a Liz che trattenne il fiato in attesa della risposta del
ragazzo.
“E’ alle prove con il suo gruppo. Non credo che riesca a raggiungerci!”
“Peccato!” disse Maria guardando sempre Liz la quale, nel frattempo, aveva
ripreso a respirare “Sarà per la prossima volta, dove ci porti?”
“Al Crazy fanno delle ottime pizze!”
“Ho proprio voglia di una buona pizza! Andiamo?” e così dicendo, Liz aprì la
porta e si avviò lungo il corridoio seguita dai due giovani.
Arrivati al locale, Michael si appoggiò al bancone: “Hei Monica, hai un tavolo
per noi tre?” chiese alla ragazza che in quel momento stava servendo un altro
cliente. Sentendosi chiamare, Monica, una bella ragazza mora di origini
italiane, si avvicinò subito al ragazzo con un sorriso gentile. Monica ormai
conosceva bene sia Michael che Max, uscivano spesso insieme ad altri amici
comuni e i due ragazzi si fermavano ogni giorno per prendere un caffè e fare
due chiacchere con lei. “Certo, in fondo vicino alla vetrata!” disse mostrando
con un dito il tavolo - “Grazie!” disse Michael, e si avviò verso la direzione
indicata dalla ragazza seguito da Liz e Maria. I tre ragazzi si sedettero e
dopo alcuni minuti, Monica si avvicinò al loro tavolo per prendere le
ordinazioni.
“Monica, ti voglio presentare le mie nuove vicine di casa. Lei è Maria…”
indicandola con un cenno della mano “…e questa è Liz” spostando la mano verso
quest’ultima per presentarla.
“Mi fa piacere conoscervi ragazze!” disse Monica con un sorriso ed allungando
la mano per stringere quelle delle due amiche. “Come vi trovate ad abitare
vicino a due ragazzacci come Max e Michael?” chiese scherzando.
“Non ci fate caso!!!” disse Michael con voce imbarazzata
“No, no, lascia pure che vada avanti almeno sappiamo quello che ci aspetta!”
disse Maria cogliendo al volo lo scherzo di Monica.
“Già, facciamola parlare, visto che ancora non abitiamo lì siamo ancora in
tempo a scappare!” continuò Liz mettendo ancora più in imbarazzo Michael.
“E fareste bene se non volete ritrovarvi il corridoio pieno di fanciulle
disperate in cerca di questi due bei dongiovanni!” Monica rincarò la dose,
sapendo bene qual’era il punto debole di Michael quando si trovava in mezzo al
gentil sesso.
“Monica, ma che dici?” cercò di difendersi.
Liz guardò Maria con il suo sguardo che significava: Che ti avevo detto? E
l’amica, parlandole sempre con gli occhi, disse: Vediamo come va a finire!
“Vabbè, ho un po’ esagerato!” disse Monica sorridendo sinceramente
“Solo un po’? Se avessi il corridoio pieno di fanciulle disperate, come le
chiami tu, in cerca di me non sarei più qui!!” continuò a difendersi il
ragazzo.
“Ragazze, non vi preoccupate. Sono due bravi ragazzi, anche se dall’aspetto si
direbbe tutt’altro!” A Monica piaceva da morire mettere in imbarazzo Michael,
ed ogni occasione era buona per lei. Gli piaceva scherzare, il suo carattere
era gioviale e riusciva a metterti a tuo agio con un semplice sorriso.
“Allora mi vuoi proprio male?!?!” l’accusò Michael, pur sapendo che non parlava
seriamente.
“Rilassati, stavo solo scherzando! No, seriamente, sono due bravi ragazzi, ve
lo posso assicurare.” disse finalmente Monica in tono serio.
“C’è da stare tranquilli allora?” chiese Maria con finta aria preoccupata.
“Si, ormai li conosco da un paio d’anni. Potete fidarvi!” rispose Monica.
“Beh, se è così… possiamo stare tranquillamente qui a cena con te!” disse Liz e
rise contagiando anche Maria e Monica e lasciando Michael attonito.
“Allora, vogliamo ordinare?” disse Michael per allontanare l’attenzione da lui.
“Certamente!” rispose Maria.
E lessero velocemente il menù passando, poi, l’ordinazione a Monica.
Mangiarono e chiacchierarono amichevolmente per tutta la durata della cena. Liz
si era tranquillizzata quando non aveva visto arrivare Max, e si stava godendo
appieno la compagnia di Maria e del loro nuovo amico. Com’era diverso Michael
da Max, aperto e gentile anche nell‘aspetto. Max, invece, le sembrava serio e
misterioso. Però il dubbio le rimaneva, e la sua mente cominciava a pensare,
estraneandola da tutto quello che aveva attorno: “Diceva sul serio, Monica,
riguardo alla faccenda dei dongiovanni, o era davvero tutto solo uno scherzo?
Forse ha esagerato con la storia delle fanciulle disperate, ma l’aria di
dongiovanni, questi due, ce l’hanno davvero!” Sporadicamente seguiva la
conversazione tra Michael e Maria e intanto pensava: “Quei due vanno d’amore e
d’accordo, ma non mi meraviglio, con Michael sembra più semplice parlare; certo
che con Max non ho scambiato molte parole, ma…” i suoi pensieri furono
interrotti da Michael che si alzava in piedi e che faceva cenno a qualcuno di
unirsi a loro. Istintivamente Liz si girò indietro per vedere a chi si stesse
rivolgendo Michael, e rimase letteralmente spiazzata quando vide il viso di
Max. Sentì il rossore salirgli sulle guance, ma riuscì, questa volta,
nell’intento di tenere sotto controllo quella che, secondo lei, era una
spiacevole reazione. Si odiò nuovamente ed odiò anche Max Evans che la faceva
sentire in quel modo. Iniziò a sperare che si trattenesse poco, non sapeva per
quanto tempo sarebbe stata in grado di tenere a freno quel rossore, ma mentre
pensava, Max arrivò al tavolo e prese posto proprio di fronte a lei,
naturalmente di fianco a Michael. “La fortuna non mi assiste proprio stasera!”
pensò prima di allargare le labbra per sorridere timidamente al nuovo arrivato,
mentre sentiva la mano di Maria raggiungere la sua gamba come per chiederle
tacitamente se tutto fosse ok. Liz rivolse uno sguardo all’amica per
rassicurarla. Era grata a Maria per capirla così immediatamente, tra loro si
era instaurato subito quel tipo di rapporto, quel parlarsi senza nemmeno dire
una parola. Non le era mai capitato con nessuna delle sue amiche a Roswell,
dove era cresciuta, mentre con Maria era stato tutto così semplice. Quella
ragazza della Florida era speciale, lo sapeva, e si riteneva fortunata ad
averla incontrata.
“Credevo non venissi stasera, avevi detto che avresti fatto tardi!” disse
Michael.
“Lo credevo anch‘io, ma le prove sono andate meglio del previsto, e così ci
siamo concessi un po’ di libertà!” spiegò Max.
E di nuovo Liz ricomiciò a parlare a sé stessa: “Ti pareva? Non potevano
andarsi a bere una birra tutti insieme, possibilmente all’altro capo della
città?”
“Che musica suonate?” chiese Maria interessata all‘argomento.
“Musica per far impazzire quante più ragazze possono!” fu la risposta nella
testa di Liz che si meravigliava da sola di riuscire anche solo a pensare certe
cose così <cattive>.
“Veramente un po’ di tutto! Non abbiamo un genere in particolare, suoniamo solo
quello che ci piace!” fu invece la risposta di Max, che intenzionalmente teneva
i suoi occhi lontano da Liz e quest’ultima si comportava nella stessa maniera.
“Credo che verremo a sentirvi una di queste sere!”
“VERREMO?!?! No, ma dico, Maria cosa ti è preso? Non ho nessuna intenzione di
andare a vedere Max Evans che suona la chitarra insieme ai suoi amichetti!” Liz
continuava a parlare con sé stessa cercando tutti i modi di non farsi piacere
Max, di renderselo antipatico, ma l’espressione del suo viso non celò,
comunque, una certa sorpresa all’affermazione dell’amica, che riprese: “Ci
andremo, vero Liz?” - “Ma cosa sta succedendo???” chiese a sé stessa Liz e poi,
guardando l’amica rispose: “Certo, sempre che a Max faccia piacere!”.
Ma come aveva potuto dire una cosa del genere? Se faceva piacere a Max?? Lei
sarebbe andata ovunque le pareva, non doveva di certo chiedere se a Max faceva
piacere!! La sua testa stava scoppiando, era come se all’interno si fossero
materializzati un piccolo diavolo e un piccolo angelo. Il diavoletto le faceva
pensare certe cose, mentre l’angioletto, fortunamente, gliene faceva dire
altre, e la testa cominciava a farle male.
“Mi farebbe molto piacere!” iniziò Max, questa volta rivolgendo lo sguardo
direttamente a Liz, che non riuscì a non contraccambiare mantenendo, però,
candide le sue guance. E Max continuò: “Ci fa sempre piacere avere il parere di
qualcuno che ci sente suonare per la prima volta!” e le sorrise. Un sorriso
sincero.
Il diavoletto nella testa di Liz stava per cominciare a parlare di nuovo, ma
lei fu pronta e lo respinse cercando di metterlo nei meandri più reconditi
della sua mente. Max aveva parlato con un tono sincero, come se gli
interessasse davvero avere un loro parere, come se avesse parlato l’artista e
non Max Evans il rubacuori. E quel sorriso… Liz sorrise a sua volta, come
lasciandosi trasportare dal contagio di quel sorriso. I suoi denti erano
bianchissimi, le sue labbra piene e dovevano essere sicuramente soffici, ma
ecco che il diavoletto si rifece avanti nella sua testa “Chissà quante labbra
ha baciato quella bocca così invitante!” risvegliando in Liz un acuto mal di
testa.
“Verremo di sicuro!” disse Maria e poi si rivolse a Liz, notando l’espressione
stanca dell’amica: “Liz, è tutto ok?”
“Ho un terribile mal di testa! Sarà la stanchezza!” disse sorridendo
leggermente e continuò: “Sarà meglio che torni al dormitorio, sempre che Shelly
non abbia di nuovo invitato il suo ragazzo!”
“Vengo con te! Ormai si è fatto tardi, e nel caso tu non sappia dove dormire,
saprai dove passare la notte.” disse Maria prendendo la sua borsa.
“Vuoi dire che la tua compagna di stanza ha l’abitudine di chiamare il suo
ragazzo in camera vostra e ti lascia fuori a dormire?” chiese Max stupito.
“Già! Tutto è cominciato verso la fine dell’anno scorso. Quest’anno devo
ancora, praticamente, passare una notte nel mio letto!” rispose Liz con tono
affranto.
“E dove hai dormito fino ad ora?” chiese Michael, quasi indignato.
“Da Maria! Per fortuna c’era lei, altrimenti…” rispose Liz scambiando
un’occhiata all’amica.
“Ora capisco perché avete così fretta di trasferirvi!” disse Michael, che
finalmente aveva la situazione chiara. Non aveva mai capito bene perché quelle
due ragazze volessero letteralmente scappare dal dormitorio; quando c’era stato
lui, l’anno prima, non aveva mai avuto problemi, ma ora questo rendeva la
situazione molto esplicita.
“Bella compagna di stanza, ti sei ritrovata!” disse Max in tono sarcastico, poi
tornò a guardarla negli occhi “Mi dispiace molto per quello che hai dovuto
passare, ma ora non dovrai più preoccupartene, avete una casa vostra!”. Il suo
tono era così sincero che Liz stentò a credere che fosse stato davvero lui a
parlare. Perché si ostinava a pensare che Max Evans fosse un vero e proprio
cafone? Non le avrebbe di certo detto quelle cose in quel modo, con un velo di
tristezza nei suoi occhi, se non le avesse pensate davvero. O poteva farlo? Era
davvero così bravo a recitare? E perché avrebbe dovuto dirle quelle parole? La
sua testa stava letteralmente scoppiando, non ce la faceva più, doveva
assolutamente smettere di pensare.
“Sì, siamo state fortunate! Non è da tutti trovare casa in un giorno!” riuscì
comunque a dire, il suo sguardo ancora fisso su di lui. Distolse poi lo
sguardo, prese la borsa e si rivolse ai due ragazzi: “Ci vediamo domani!
Scusate se vado via così, ma la testa mi scoppia davvero!”
“Ok, ragazze! A domani! E se avete bisogno di una mano a portare la vostra roba
non avete che da chiedere!” disse Michael alzandosi anche lui in piedi.
“Grazie Michael, ma credo che ce la faremo anche da sole!” disse Maria che
aveva già raggiunto Liz in piedi di fianco al tavolo dove erano sedute poco
prima.
“A domani, allora!” disse Max, già pensando che quella splendida tortura di Liz
Parker sarebbe stata la sua nuova vicina di casa.
Le lezioni del giorno successivo sembravano ancora più lunghe di quelle del
giorno precedente; Liz non ce la faceva più e pensava solo alle cose che ancora
doveva mettere in valigia. Fortunatamente era venerdì e l’aspettavano due
giorni di riposo nella sua nuova casa. “Casa nostra!” ripetè mentalmente, che
strano effetto faceva dirlo. Era solita pensare a casa sua riferendosi alla
casa dei suoi genitori, ma ora aveva davvero una casa sua, anche se in affitto.
Era felicissima di condividere questa esperienza con Maria, adorava quella
ragazza e sapeva che tutto sarebbe andato bene. Aveva fiducia in lei e Maria
contraccambiava. Non riusciva a pensare ad un’altra persona con cui avrebbe
potuto condividere una casa se non Maria. Si mosse lentamente sulla sedia
dell’aula, cercando una posizione migliore senza mai staccare gli occhi
dall’insegnante, che con la sua voce stridula, continuava a spiegare la
lezione. Sbadigliò annoiata, ma anche perché aveva passato molte ore della
notte a fare le valigie. Shelly non si era presentata in stanza, grazie al
cielo, e lei aveva potuto fare quello che voleva, almeno per l’ultima volta.
Non le aveva detto niente della sua decisione, l’avrebbe lasciata senza neanche
degnarla di un saluto, era inutile sprecare fiato a salutare una persona che
non aveva fatto altro che rovinare le sue nottate e quelle di Maria. Finalmente
anche l’ultima lezione ebbe termine. Liz prese i suoi libri e si precipitò in
mensa per incontrarsi con Maria. Nel tragitto si ritrovò ad osservare la
schiena di un ragazzo che, con una mano appoggiata al muro, flirtava con una
ragazza molto carina. Non riusciva a capire il perché, ma quella figura le
risultava conosciuta, ma non essendo al massimo della forma a causa della
nottata quasi completamente insonne, non riusciva a dare un viso e un nome a
quella persona. Proseguendo verso la mensa, guardò con la coda dell’occhio il
ragazzo, presa ormai dalla curiosità. Il primo particolare che notò
immediatamente, non appena ebbe fatto qualche passo in più, fu il luccicchio di
un piercing sopra il sopracciglio destro e subitò capì a chi apparteneva quel
corpo. Max Evans stava flirtando sfacciatamente in uno dei corridoi
dell’università con una ragazza castana, molto attraente, del primo anno. Ne
rimase colpita e sentì il cuore perdere un battito. La cosa era pazzesca oltre
che assurda, Liz se ne rendeva benissimo conto, lei non aveva nulla a che
vedere con Max, quindi non doveva sentirsi in quel modo. Max, dal canto suo, si
sentì come osservato, nonostante Liz non si fosse fermata. Si girò di scatto e
la vide. I suoi lunghi capelli color cioccolato fluttuavano in aria ad ogni
passo che faceva e si ritrovò a guardarle il fondoschiena che ondeggiava in
modo invitante. Continuò a guardarla allontanarsi senza rendersi conto che la
ragazza accanto a lui continuava a chiamarlo, fino a quando la giovane non gli
diede una spinta allontanandosi a sua volta, indignata. Max non fece nulla per
trattenerla, la guardò allontanarsi senza dire una parola; il fatto è che non
la vedeva neanche, nella sua mente c’era ancora l’immagine di Liz che si
allontanava verso la mensa.
Arrivata a destinazione, Liz trovò Maria già seduta ad un tavolo; si avvicinò,
appoggiò la borsa ed i libri e andò a prendere il vassoio per il pasto. Quando
tornò al tavolo, raccontò all’amica quanto aveva visto, ma Maria cercò di
metterla sul ridere:
“E allora? Che c’è di strano? Sappiamo entrambe che non è gay!”
“Lo so, lo so… era solo così… per parlare!”
“Ti ha dato fastidio?”
“No, perché avrebbe dovuto?” ribattè prontamente
“Così… dicevo solo per parlare!”
Le due ragazze continuarono a mangiare e a fare i piani per il pomeriggio.
Ormai solo poche ore le separavano dal trasloco e il pensiero di Max Evans andò
in secondo piano, fino a quando Maria non lo vide attraversare la stanza con
una ragazza, il suo braccio sulle spalle di lei.
“E’ lei la ragazza?” chiese curiosa, ma più curiosa nel vedere di persona la
reazione di Liz, che si girò nella direzione indicata da Maria e, sgrandando
gli occhi, tornò a fissarla.
“No, quella è bionda, l’altra era castana!”
Maria rimase meravigliata, forse Liz non aveva torto riguardo al dongiovanni,
ma per un’ottimista come Maria, le possibilità erano comunque tante.
“Lo sapevo…” riprese Liz “… lo sapevo che Max Evans era un dongiovanni, ma tu
nooo… non ci credevi!”
“Andiamo Liz, per quanto ne sappiamo può essere una sua amica!”
“Ma certo, continua pure a difenderlo!” disse infastidita
“Lo sai cosa penso?”
“Cosa”
“Beh, cara amica, mi devo ripetere… Max Evans ti piace, anche se non lo
ammetterai mai, e vederlo con un’altra ti da un fastidio da morire!”
“Oh Maria, smettila con questa storia! Ho altre cose a cui pensare!”
“Certo Liz, come vuoi!”
Liz sapeva che quando Maria le diceva quella frase, non era assolutamente
convinta di quello che le aveva detto, e in un certo senso le dava anche
fastidio perché la costringeva a guardarsi dentro, e il tarlo del dubbio si
insinuava subito nella sua mente. Ma ora non aveva voglia di pensare a Max
Evans, la cosa più importante che le stava a cuore in questo momento, era solo
la loro nuova abitazione. Non voleva assolutamente pensare ad altro, ma la
fortuna non era dalla sua parte, ovviamente…
Max si avvicinò al loro tavolo con il vassoio in mano e prima di salutare le
due amiche, salutò la ragazza bionda che l’aveva accompagnato in mensa:
“Allora ci vediamo da me più tardi!”
“Certo! Alle quattro in punto!” e la ragazza, dopo aver dato uno sguardo a Liz
e Maria, si allontanò.
Liz scambiò uno sguardo con Maria che, divertita, si mise la mano davanti alla
bocca per nascondere il sorriso. Nessuna delle due si sarebbe aspettata che Max
si sarebbe avvicinato a loro ed era davvero divertente vedere sulla faccia di
Liz quell’espressione stupita.
“Ciao, ragazze! Come va? Posso sedermi con voi?”
Maria si spostò lateralmente per lasciare posto a Max “Certo, siedi pure!” e
intanto continuava divertita a guardare la faccia allibita di Liz.
“Allora Liz,è passato il mal di testa?” chiese Max fissandola negli occhi.
Liz si riprese dallo stordimento del momento e, tornando a guardare il suo
piatto ancora pieno per evitare lo sguardo di Max, rispose: “Ehm… sì, grazie.
Avevo solo bisogno di dormire!”
“Allora non c’era il fidanzato della tua compagna di stanza stanotte!?!”
“A dire il vero, non c’era nemmeno lei!” rispose, continuando a guardare
distrattamente il piatto ed inforcando un boccone.
“Direi che sei stata fortunata stavolta. Almeno l’ultima notte l’hai passata
tranquillamente!” Lui continuava a fissarla, avrebbe voluto rincontrare gli
occhi di lei, per vedere se sarebbe arrossita di nuovo, ma notò che lo stava
evitando di proposito. E sorrise mentalmente. Gli piaceva quando le ragazze si
innervosivano davanti a lui, e lei stava evitando di proposito il suo sguardo e
questa era, per lui, una sfida. Una sfida che doveva vincere.
“Direi di sì!” rispose Liz “ma sarei stata più fortunata se tu non ti fossi
fermato qui!” finì la frase solo nella sua mente.
“Avete tutto pronto per il trasloco?” continuò lui chiacchierando affabilmente
e cominciando a mangiare.
“Mancano le ultime cose, ma siamo pronte!” rispose Maria.
“Bene, io e Michael siamo ansiosi di avervi come vicine di casa!” Michael era
davvero ansioso; aveva messo gli occhi su Maria ed era convinto a conquistarla,
ma Max era anche preoccupato. Dentro di lui continuava questo conflitto verso
la sua nuova vicina di casa; sapeva che non sarebbe più stato come prima, lei
sarebbe sempre stata dall‘altra parte del corridoio e solo il pensiero, per
lui, era una distrazione. Anche se riluttante, cominciava ad ammettere a sé
stesso che Liz era diversa dalle altre ragazze, e se da una parte la cosa lo
attirava, dall’altra gli faceva paura. Innamorarsi era la sua paura.
“Anche noi siamo ansiose di trasferirci, e finalmente stasera passeremo la
nostra prima notte nella nostra nuova casa!” disse Maria sorridendo. L’aver
sentito il nome di Michael, le fece dimenticare ogni cosa, tranne l’ansia di
andare a vivere finalmente da sola con la sua cara amica, non trascurando il
fatto che i vicini di casa non erano per niente male.
Continuarono a mangiare e mentre Maria e Max chiaccheravano, Liz si limitava ad
ascoltarli intervenendo di tanto in tanto. Quando lui era rivolto verso Maria,
lei lo guardava e non poteva fare a meno di rivedere la scena del corridoio. E
pensò che forse Maria aveva ragione, Max non le era del tutto indifferente.
Quando anche l’ultima lezione terminò, Liz e Maria corsero nelle loro camere;
Liz sapeva che Shelly era in biblioteca come ogni venerdì, quindi entrò
tranquillamente nella stanza, raccolse le ultime cose ed aspettò Maria nel
corridoio. Non dovette aspettare molto; raccolsero le valigie e si avviarono
verso l’ascensore. Una volta entrate, diedero un ultimo sguardo al dormitorio,
poi spinsero il pulsante che le avrebbe portate al pian terreno e, finalmente,
verso una nuova vita.
Chiamarono un taxi e, quando ebbero caricato tutto, salirono nel sedile
posteriore e diedero all’autista l’indirizzo. La corsa fu abbastanza breve; il
taxi si fermò proprio sotto l’edificio, l’autista aiutò le due ragazze a
scaricare i bagagli e ripartì.
Ed ora eccole lì, davanti a quell’edificio che sarebbe diventato la loro nuova
dimora. Si guardono negli occhi prima di salire gli scalini, uno sguardo felice
ed eccitato. Per loro sarebbe stata un’esperienza indimenticabile, di questo ne
erano più che convinte, ed erano pronte ad affrontare qualsiasi cosa. Finchè
sarebbero state insieme, sapevano che tutto sarebbe andato bene. Questa, per
loro, era una nuova conquista… di libertà.
Continua…
Scritta
da Taty |