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UNA SCELTA DIFFICILE (2)


Riassunto: Seguito di "Merah": Merah dovrà fare i conti con il suo passato e le sue vere origini. Ed è più legata a Max, Isabel e Michael di quanto pensa…

Valutazione: adatto a tutti

Data di composizione: 31/12/2000

Disclaimer: Io non possiedo i personaggi di "Roswell", appartengono al loro creatore e alla WB e sono usati senza autorizzazione. Il racconto è di proprietà del sito Roswell.it

La mia E-mail è miss.g@lycosmail.com


Erano rimasti lì, immobili, fissando il vuoto dove prima c'era il portale che li aveva trasportati in quel deserto.
" Vi prego, ditemi che non è vero…Merah, non siamo…"
"No, Maria. Lo siamo eccome. Ma vediamo il lato positivo…"
"Ah, perché, ce n'è uno?" la interruppe Isabel.
"…il mio popolo l'ha creato e di sicuro possono aiutarci a tornare a casa."
"Mio Dio, dov'è il mio olio di pino?"
"Che facciamo?" le domandò Max.
"Andiamocene da qui, e cerchiamo qualcuno. Questo pianeta non sarà certo deserto!"
"Io aspetterei il tramonto, Isabel, o perlomeno che il sole non sia più allo zenit. Ma se vuoi ustionarti uscendo sotto quel sole infuocato sono affari tuoi."
"Dove sta scritto che devi essere tu a comandare?"
"Ehi Isabel, che ne dici di darci un taglio?" le disse Megan "Merah ha detto che è in grado di tirarci fuori da questa piramide e relativo deserto, e dato che né io né te né nessun altro qui sa come fare, direi che è l'unica soluzione possibile."
Isabel sorrise forzatamente "D'accordo, Merah. Allora tiraci fuori da qui."
Quando la temperatura fuori cominciò a scendere, i ragazzi si decisero ad uscire dalla piramide. E cominciarono a camminare.
Merah cercò di ricordare se nei sogni che aveva catalogato assurdi ci fosse qualcosa di simile, ma non vedeva niente di noto in quella distesa di sabbia. Provò a concentrarsi, chiudendo gli occhi, cercando di ascoltare che cosa quel mondo aveva da dirle. E nell'oscurità sentì qualcosa che le era molto familiare. Sulle prime pensò di essersi sbagliata, ma cancellò subito i suoi dubbi: a due chilometri da dove si trovavano c'era l'oceano. Uno stretto, e poi la terraferma. E là, viveva la sua gente. Intorno alla piramide gemella.
Le nozioni che il padre le aveva fatto apprendere durante il sonno le stavano tornando alla mente. Sorrise. Ora sapeva esattamente dove andare.

Arrivati alla spiaggia, però, sorse un altro problema: come attraversare quel lembo d'oceano?
"Ragazzi, una domanda: sapete tutti nuotare, vero?"
"Sì, noi tre almeno stiamo a galla. E voi due?" chiese Max a Liz.
"Sì, anche noi sappiamo nuotare. Merah, immagino che per te, Megan e Ryan sia scontata questa domanda. A proposito, dove sono finiti?"
"Merah, vieni! Non t'immagini cosa c'è qua sotto!" gridò Meg, emergendo ad una decina di metri dalla costa.
"Ti raggiungo. Andiamo, è il momento di farci una bella nuotata" e senza aspettarli, corse in acqua a tuffarsi. Gli altri ragazzi sulla costa non la videro più riemergere fino a quando non raggiunse Megan, e anche Ryan che nel frattempo era emerso anche lui.
"Accidenti, che polmoni."
"Forza, è il nostro turno."
Raggiunti Meg, Ryan e Merah, balzò agli occhi che quello che per loro tre era una passeggiata, per gli altri sarebbe stato un po' più difficile.
"Quanto manca ancora?"
"Maria, siamo appena all'inizio. La terraferma non si vede ancora, dobbiamo nuotare."
"Merah, non ce la faranno. Guardali…"
Merah ricambiò l'occhiata scettica di Megan "Vero. Forza, io mi occupo di Liz e Maria, e intanto vado avanti. Voi occupatevi degli altri, va bene?"
Merah si avvicinò alle due ragazze "Ascoltatemi. Noi tre nuotiamo molto più velocemente sott'acqua, e quindi vi aiuteremo durante la traversata facendovi andare un po' più veloci. Liz, Maria, voi due venite con me. Appena sentite che vi manca l'aria, stringetemi la mano, e vi faccio risalire subito. È tutto chiaro?"
"E noi che facciamo nel frattempo?"
"Meg e Ryan vi aiuteranno. Non abbiate paura, non vi lasciamo certo qui!"
Disse alle due amiche di prendere una gran bella boccata d'aria, e poi s'immerse con loro. Megan aveva ragione, i fondali erano veramente incredibili! Lungo tutto lo stretto correva una barriera corallina che al confronto avrebbe fatto sfigurare la Grande Barriera Corallina australiana da quanto era piena di colori e pesci. Il sole filtrava nell'acqua dando un po' di luce a quello spettacolo naturale, e la ragazza cominciò a darsi della cretina: se Michael non l'avesse convinta, lei ora non starebbe nuotando in quell'oceano e non starebbe ammirando quella meraviglia. Sentì Maria stringerle convulsamente una mano, e Liz stringerle piano l'altra. Era ora di riemergere.
"Ahhh! Aria! Che bello…"
"Andiamo, Maria! Non siamo stati sotto per molto tempo!"
"Forse per te! Ma chi sei, una sirena?"
"Forse. Ma ti ho portato molto vicino alla terraferma" e indicò con la mano la spiaggia, ormai vicina.
"Prima neanche la potevamo scorgere…Cavolo, nuoti in fretta!" costatò Liz.
"Se vi sentite in grado di farcela da sole, vado a vedere se posso dare una mano a qualcun altro."
Le ragazze risposero di sì, e Merah tornò indietro a prendere Max.
"Allora sei rimasto tu."
"Speravo tornasse Ryan, ma lui l'aveva detto che eri un fulmine. Senza offesa Merah, ma non sembri tanto forte."
"Max, mi sono trainata Liz e Maria dall'altra parte e sono tornata subito indietro senza neanche avere il fiatone. Credimi, sono più forte di quanto sembro."
"Mi rimangio quanto ti ho detto prima!" disse Max appena mise piede sulla terraferma.
"Allora, ragazzi, tutto bene?"
"Sì, siamo fradici ma stiamo bene."
"Perfetto" e passandosi una mano addosso i suoi vestiti tornarono asciutti. Megan e Ryan fecero lo stesso.
"Merah, che ne dici di dare un'asciugata anche a noi? Sto cominciando ad aver freddo" le disse Isabel.
"Oh, scusa, pensavo fosse nelle vostre capacità. Rimedio subito" disse Merah, e i suoi due amici fecero altrettanto con Liz e Maria.
"Se non sbaglio, entro dieci minuti di cammino seguendo la costa dovremmo giungere alle prime case. Spero."
"Speri? Siamo messi bene…" sospirò Maria.

La ragazza non sbagliava, e ben presto si trovarono nei dintorni di un'enorme foresta di palme e delle prime case. Erano tutte basse, bianche, e assomigliavano a delle montagnette di pan di zucchero. Da una di queste uscirono un bambino e una bambina, con quello che sembrava un aquilone, e quando videro gli otto ragazzi si fermarono di colpo.
"Non spaventatevi, siamo amici" li rassicurò Merah nella lingua aliena.
"Non vi abbiamo mai visto qui. Da dove venite? " chiese il bambino.
Merah indicò il mare e rispose che loro venivano dalla piramide.
I bambini si guardarono tra loro con un'espressione strana e cominciarono a correre verso le altre case. Le uniche loro parole che Merah riuscì ad afferrare furono sono arrivati, e due nomi, Jana e Laerit.

Proseguendo la strada arrivarono nel centro del villaggio, esattamente di fronte ad un'altra piramide. Da là uscirono i due bambini, portando con loro una donna alta e con i capelli rossi. Jana.
"Piano, non correte! Ma cosa c'è di tanto importante?"
Quando i bambini indicarono il gruppetto di ragazzi Jana comprese.
"Benvenuti, ragazzi. Io sono Jana."
"Parli bene la nostra lingua."
"Sono portata allo studio. Io ero…"
"Eri sulla navetta che si è schiantata. Tu, mia madre e mia sorella siete ritornati qua in seguito, ma non siete riuscite a tornare indietro da mio padre…e da me."
"Allora tu sei Merah. Santo cielo, quanto assomigli a tuo padre."
"Lo dicono tutti. Loro sono Megan e Ryan, e gli altri sono dei nostri amici capitati qui per caso."
"Andiamo, Merah, so che c'è una domanda che vuoi farmi, quindi…"
"D'accordo. Li puoi aiutare?"
Jana la guardò negli occhi "No. Ma tua madre di sicuro sì. Solo che al momento non è qui, è nell'altro emisfero e ritornerà tra una settimana."
"Che cosa? Noi siamo bloccati qui, in pratica?"
"In pratica, credo proprio di sì. Ma una settimana passa in fretta, vedrete."

Jana li aveva condotti a casa sua, e i ragazzi crollarono non appena videro qualcosa di vagamente somigliante a un letto. Merah no. Aveva bisogno di schiarirsi le idee, e solo una passeggiata sulla spiaggia poteva farla stare meglio.
Il posto era splendido, le tre lune diffondevano una luce argentata che dava bellissimi riflessi sul mare, e avvolgeva il pianeta in un'atmosfera irreale.
Trovato uno scoglio, Merah si sedette e cominciò a pensare. Quanto tempo era passato da quando lei, Ryan e Megan si erano incontrati. Quattro anni dopo il loro rocambolesco arrivo si erano ritrovati quasi per caso, e anche se non sapevano chi fossero o da dove venissero avevano compreso che erano legati e che niente li avrebbe potuti dividere. Poi la scoperta di quegli strani poteri, la capacità di nuotare senza quasi mai riemergere a respirare, i sogni che lei faceva su quel deserto, le piramidi e quelle strane iscrizioni…non ci avevano messo molto a fare due più due. Si erano sempre sentiti come degli estranei tra la gente, e quando avevano trovato il padre di Merah i sospetti erano diventati certezze. Poi l'incidente, la morte di suo padre, Linda Merteuil che li aveva praticamente costretti ad una separazione forzata…e Roswell.
Mai aveva pensato di rivedere così presto i suoi amici, e anche di incontrare altri alieni: Max, Isabel, e Michael. Soprattutto Michael. Con lui aveva l'impressione di non poter mentire, di dover sembrare a tutti i costi forte; non poteva saperlo, ma anche Michael la pensava allo stesso modo.
Sentì un rumore e si distolse subito dai suoi pensieri. A qualche passo da lei c'era una ragazza, ad occhio e croce di vent'anni, che la guardava come se la conoscesse. E quando Merah la guardò negli occhi, che erano dello stesso strano colore dei suoi, si rese conto di conoscerla anche lei.
"Ciao Merah."
"Ciao Shauri"

Shauri sorrise alla sorella minore e si sedette accanto a lei "Ho notato la tua faccia quando mi hai visto. Ho pensato che non ricordassi."
"Ricordo eccome, invece! Sei stata la prima persona a fare quattro passi nel mio inconscio. Non mi hai fatto dormire per una settimana, lo sai?"
"Scusa. Però ammettilo, eri curiosa di conoscermi."
"Ho saputo solo da poco che la mia famiglia era viva ed era tornata a casa. Io ti ho sognato, anzi tu ti sei intrufolata nei miei sogni, più o meno due anni fa e avevo liquidato l'esperienza come uno dei tanti sogni strampalati che facevo su certe piramidi, un certo sistema a tre nel cielo, e costellazioni che non avevo mai visto prima. In seguito ho passato una notte insonne e cinque tazze di caffè a ripensare a tutto e allora ho collegato la tua apparizione con quello che avevo scoperto."
"Sorellina, devo dirti un paio di cose riguardo la mamma."
"Lo so già, è in viaggio nell'altro emisfero e tornerà fra una settimana."
"Veramente…no. Si è chiusa in casa appena ha saputo del vostro arrivo, cercando di trovare un minimo di calma e di autocontrollo. Sempre stata un po' troppo emotiva, nostra madre."
"Ma Jana ha detto…"
"Jana ha detto quello che nostra madre l'ha supplicata di dire."
"Beh, allora io e mamma abbiamo già qualcosa in comune."
"L'essere emotive?"
"No. L'essere terrorizzate!"
"Ti ho visto quando sei arrivata. Non dire balle."
"Sono solo brava a nascondere le mie emozioni. Tutto qui."
"Ti chiamano ancora Principessa di Ghiaccio?"
"No, il soprannome è rimasto a Los Angeles. Ma da un po' di tempo ai miei nuovi compagni…"
"Domani trascino nostra madre fuori di casa, te lo prometto. Pensi di farcela?"
"Sopravviverò. Ora torno da Jana, sto per stramazzare a terra da quanto sono stanca" e salutata la sorella tornò dai suoi amici.

Il mattino dopo Jana, alludendo oscuri motivi che i ragazzi non compresero appieno, li convinse ad indossare vestiti alla foggia di Kriedos, che ad un primo esame sembravano un incrocio tra gli abiti degli antichi egizi e quelli indiani.
"Perché dobbiamo metterci questi vestiti?"
"L'hai sentita Jana, Michael. Con questi forse non moriremo di caldo entro le prossime due ore, e hanno di buono che ci faranno passare inosservati."
"Max, non abbiamo bisogno di passare inosservati qui. Nessuno ci cerca."
"Questo lo dici tu" ribatté Isabel
"Isabel ha ragione, Michael. È l'occasione perfetta per fare qualche domanda senza dare nell'occhio."
D'accordo, cercherò di comportarmi bene e mi metterò questi strani vestiti. Devono anche piacermi?"
"No, quello è un optional" scherzò Merah scendendo le scale, vestita di azzurro cupo dalla testa ai piedi. Colore che, come le disse Michael dopo, le stava benissimo.
"Dove sono gli altri?"
"Sono usciti un attimo con Jana, e torneranno fra qualche minuto. Poi andremo alla piramide."
Non aveva quasi finito di parlare, che sentirono la porta aprirsi e Liz entrare nel soggiorno. Anche lei era abbigliata come gli abitanti del pianeta, e se era possibile, agli occhi di Max era diventata ancora più bella.
"Jana ci aspetta fuori. Alla piramide dovrebbe esserci tua sorella, e magari lei ci può aiutare" disse Liz "Speriamo bene."

Durante il cammino, Jana parlò ai ragazzi del pianeta, dicendo loro quanto era distante e dove si trovava rispetto alla Terra "Comunque è Shauri l'astronoma, se avete domande di questo tipo chiedetele a lei. Allora Merah, sei curiosa di conoscere tua sorella?"
Merah disse di sì, ma se la rideva sotto i baffi. Se Jana avesse saputo la verità…
"In pratica, questo pianeta è tutto mare, spiagge e palme. Non sarà molto, ma in compenso non abbiamo guerre, e il popolo adora la nostra regina."
"Avete fatto molti viaggi nel cosmo?"
"So cosa stai pensando Max. Com'è possibile che un popolo che viva ancora così viaggi tra le stelle? La risposta è semplice, e va cercata nella nostra storia. C'è stato un periodo in cui il nostro pianeta ha rischiato di diventare come una di quelle megalopoli che si vedono spesso in quei film apocalittici terrestri, in mano alle macchine e ai computer. Ci abbiamo messo parecchio, ma alla fine ci siamo ripresi e abbiamo trovato un equilibrio stabile tra natura e tecnologia."
"Forse un giorno succederà anche sulla Terra."
"Chi può dirlo, Liz, magari succederà proprio grazie a te."
Arrivati in prossimità della piramide, notarono una signora vestita di rosso che li stava aspettando.
"Merah, l'hai vista quella donna? Non ha smesso un secondo di fissarti" sussurrò Max a Merah.
La ragazza sorrise "C'è riuscita…" e senza dare spiegazioni cominciò a camminare verso di lei.
Quando le arrivò vicino, si accorse che anche Laerit stava sorridendo "Non avrei mai pensato di avere l'occasione di vederti di nuovo."
"Neanch'io. Come stai?"
"Cerco di stare calma. E tu?"
"Ci tento. Oddio, ho sognato questo momento da sempre e ora non so cosa dire!"
Sua madre rise al commento, e la ragazza non capiva perché aveva tanta paura di abbracciare Laerit e dirle che era felice di essere con lei. Basta, doveva rompere il ghiaccio.
"Oh, al diavolo…" si disse Merah e abbracciò sua madre per la prima volta. Finalmente era a casa.

Intanto gli altri osservavano la scena. Jana era un tantino arrabbiata con l'amica: mai una volta che Laerit facesse quello che diceva!
"Non ti arrabbiare, è colpa mia."
"E tu da dove sbuchi fuori, Shauri?"
"Ho accompagnato io la mamma."
"E così tu sei la sorella di Merah. Piacere di conoscerti, noi siamo…"
"…Liz, Maria, Isabel, Max e Michael e venite dalla Terra."
"E tu come…?"
"Telepatia" rispose Shauri sorridendo. Rivolgendosi poi sotto voce a Isabel "Tu, tuo fratello e Michael che fate qui?"
"Non hai sentito tutta la storia? Il portale stava facendo collassare tutto il soffitto della costruzione dove eravamo, e oltrepassarlo era l'unica soluzione."
"La mia domanda è sempre la stessa. Che ci fate voi tre qui?"
Prima che Shauri potesse spiegarsi meglio, Merah e Laerit raggiunsero gli altri e li portarono all'interno della piramide.
"Ora bisogna scendere un po', quelli che volendo possiamo chiamare uffici governativi sono nei sotterranei della piramide, insieme ai vari laboratori di ricerca. Comando ancora quel settore, quindi penso proprio di potervi aiutare."

Se qualcuno di loro aveva dei dubbi su quello che Jana aveva detto, questi svanirono subito alla vista del laboratorio che comandava Laerit. Liz lo guardava con ammirazione, e quando la madre di Merah le domandò se voleva aiutarla per il tempo che sarebbe rimasta là, Merah pensò che sarebbe svenuta ma l'altra accettò subito. E Max si offrì volontario per aiutare la sua ragazza. Gli assistenti, dal canto loro, erano felici. Col lavoro che c'era da fare più si era e meglio era!
Merah e gli altri invece avevano seguito Jana, che improvvisandosi cicerone mostrò loro quanto i sotterranei contenevano: una specie di dipartimento della Difesa, settori di ricerca e sviluppo, e un sacco di persone che si muovevano da una parte all'altra con una fretta incredibile!
"Mio dio, che confusione!" notò Megan.
"Lo so, ma credimi di solito è anche peggio. È meglio che torniamo in superficie ora, altrimenti rischiamo di finire calpestati da questa folla!"

Appena usciti dalla piramide, un ufficiale chiese a Jana di tornare di sotto e lei, agguantata Shauri che stava tentando di filarsela di soppiatto, domandò alla ragazza di rimanere con loro onde evitare problemi e così. la ragazza li portò da una sua amica, che era curiosa di vedere i famosi "viaggiatori".
"Ciao Shauri. Cosa combini in giro, non dovresti essere tappata in casa a studiare come fai più o meno da tutta la vita?"
"Non mi stuzzicare, Leah, non è giornata. Loro sono Michael, Maria, Isabel, e vengono dalla Terra. Gli altri tre sono Merah, mia sorella, Ryan e Megan, il nipote e la figlia di Jana."
"Felice di conoscervi ragazzi. Io sono Leah, e sto per diventare un ufficiale. Tempo una settimana e viaggerò nello spazio…non vedo l'ora."
"Piantala di vantarti. Mi fai una rabbia…" le rispose Shauri.
"Beh, vuoi lasciare il tuo lavoro in mano a qualche ragazzo che non sa dove mettere le mani? Ci servi troppo a terra" ironizzò la ragazza.
"Sai sempre come risollevarmi il morale, Leah. Grazie di cuore."
"Sempre un piacere. Ma quello che vorrei fare adesso è una chiacchierata con voi."
"Con noi?"
"Mi interessano le usanze dei vari popoli del cosmo, e questa è un 'occasione che coglierò al volo."
Praticamente sequestrò Michael, Maria, Ryan e Megan per tre ore circa. Merah era stata tanto furba da svignarsela subito per andare sulla spiaggia, e Shauri aveva preso in disparte Isabel per finire quel discorso.
"Credo che noi due abbiamo qualcosa in sospeso. Allora, tu, tuo fratello e il vostro amico Michael da dove venite?"
"Che domanda stupida. Dalla Terra, da dove se no?"
"Se tu sei una vera terrestre, io sono la regina di questo pianeta!"
"Che vuoi sapere?"
"Quello che sai."

Appena Max ritornò dal laboratorio, Isabel gli parlò a proposito di qualcosa di molto importante e insieme andarono a prendere Michael da Leah.
"Qualunque cosa mi dobbiate dire o fare grazie di cuore per avermi strappato a quella matta. Cavolo, ha fatto domande per tre ore di fila…"
"Michael, ascolta. Ricordi che Shauri ci ha squadrato in modo strano da subito? Bene, lei lo sa."
"Sa cosa?"
"Sa che non siamo terrestri."
"E come lo ha capito? Nessuno glielo può aver detto" continuò Max.
"Lo sa e basta. Ma non è quello che mi ha fatto paura" e tirò fuori un medaglione da una delle pieghe del mantello. Identico a quello che Isabel aveva trovato a Marathon, nella cupola geodetica. Solo il colore era diverso.
"E questo da dove diavolo salta fuori?!"
"Shh, Michael, parla piano, vuoi farti sentire da tutti? Shauri mi ha detto di andare da lei al tramonto, ovvero tra poche ore, e ci darà le spiegazioni che vogliamo."
"Spero per lei che sia convincente."

Megan, scappata dalle grinfie dell'amica di Shauri, era andata a ripescare Merah alla spiaggia. La trovò che era appena uscita dall'acqua.
"Ciao. Grazie per l'aiuto, Leah ha fatto e detto tante cose che se non me ne andavo l'avrei strangolata!"
"Allora vorrà dire che ti farò un seminario privato sulla nobile arte della fuga. Forza Neri, facciamo due passi."
"Neri? È un secolo che né tu né mio cugino mi chiamate così…cioè, con il mio vero nome."
"Mentre voi avete sempre continuato a chiamarmi con il mio."
"Margaret e Merah sono abbastanza simili, e si può benissimo far passare il tuo nome per un nomignolo familiare, ma tra Megan e Neri, e Ryan e Kefla ce ne corre!"
"Vero."
"Ti ricordi quando eravamo piccole? I nostri genitori adottivi devono essere impazziti nel tentativo di capire cosa significassero quei nomi."
"Già, e poi abbiamo capito che era meglio non contrariarli ed essere semplicemente Margaret, Megan e Ryan. Rimane però un bel mistero come mai sapessimo questo ma nient'altro della nostra famiglia."
"Forse volevano farci capire sin dall'inizio di essere strani, Neri."
"Forse…ma è una domandina a cui voglio subito una risposta. Dove sono le donne delle nostre famiglie?"
"Mia madre vede più spesso Liz e Max di me, ultimamente non escono molto dal laboratorio. Tua madre è occupata a comandare a destra e a manca all'ospedale, e Shauri sarà al dipartimento di astronomia, l'unico che non è sottoterra."
"Io vado da mia madre. Ti scoccia molto andarlo a chiedere anche a tua sorella?"
"D'accordo, vado."

Intanto il sole era tramontato, e Michael, Max e Isabel avevano raggiunto Shauri all'Osservatorio.
La ragazza era al telescopio, e non si era accorta del loro arrivo, presa com'era dal dettare coordinate al suo assistente.
"Allora…declinazione 7 gradi…e arriverà al perigeo tra…vediamo un po'…due ore e ventidue minuti. Forza, ce l'ho. Comincia a registrare!"
"Che spettacolo, Shauri."
"Già. La cometa di Lalande. Passa una volta ogni mille anni, e tra due ore la potremo toccare con un dito! Va pure a casa, rimango io al telescopio stanotte."
"Che fortuna avere una stacanovista come te qui."
L'uomo stava per uscire quando notò i ragazzi, e avvertì Shauri che aveva visite.
"Ciao ragazzi. Vi stavo aspettando."

"Niente cerimonie. Che cosa sai?"
"D'accordo Michael, arrivo subito al punto. Il medaglione dorato che ho dato a Isabel apparteneva a mia nonna Lilandra. Aveva più o meno la vostra età quando cominciò a viaggiare tra le stelle, e prima di morire mi raccontò di un viaggio che aveva fatto. Era andata in un pianeta, dalle parti di una costellazione a forma di "V", ed era rimasta a viverci per tanti anni. Grazie alle conoscenze dei loro abitanti è riuscita a evitare che il nostro pianeta andasse a rotoli."
"Scusa, ma Laerit?"
"Ci sto arrivando Max. come vi dicevo, è rimasta degli anni su quel pianeta, il vostro pianeta, ma un bel giorno è ritornata spaventata a morte e con il medaglione al collo. Era scoppiata una guerra e i suoi amici, che appartenevano alla famiglia reale, erano stati uccisi. Appena tornata voleva già ripartire con degli uomini del nostro esercito, ma tutti le dissero di rinunciare perché non era il caso di attirarsi la vendetta dei ribelli. Avevamo ancora molti problemi.
Nonna dovette rassegnarsi, e qualche mese dopo si accorse di aspettare un bambino. Mia madre."
"Laerit?"
"Sì. In un certo senso io e lei lo abbiamo sempre saputo. Nessuno qui ha la capacità di camminare nell'inconscio o di guarire le ferite toccandole, solo noi due e forse anche Merah."
"Lei lo sa che…"
"…che la sua famiglia non è proprio di queste parti? No."
"Adesso lo so, Shauri."

"Ciao Merah…che fai qui?"
"Risparmiami la commedia. Che aspettavi a dirmi l'ultimo segreto di famiglia?"
"Non sapevo come avresti reagito."
"E così l'hai detto a loro prima che a me. Dopotutto, sono solo tua sorella minore…" e uscì di corsa.
Michael le andò dietro, ma Merah sapeva correre molto veloce e non riuscì a raggiungerla. Facendo un ultimo tentativo, con un'abile mossa degna di un giocatore di football la fece cadere.
"Lasciami andare Michael!"
"Sognatelo! Prima ti devi calmare e ascoltarmi!"
"No!
"E invece mi stai a sentire! Si può sapere perché reagisci così?"
"Perché? Ero riuscita a farmi una vita quasi normale a LA, e ho dovuto mollare tutto per colpa di quella maledetta preside. Arrivo a Roswell, finalmente trovo la mia famiglia e magari un po' di pace e adesso questa novità. E mi chiedi anche perché reagisco così?."
"E cos'è cambiato esattamente? Fa un respiro profondo, guarda la situazione da un punto di vista oggettivo, e dimmelo."
Merah non rispose, e Michael prontamente cominciò a dirle che non era cambiato niente, sua madre e sua sorella erano ancora uguali a prima, e che anche lei non era cambiata di una virgola. Dopotutto era venuta qui per sapere la verità sulle sue origini, e non aveva ottenuto niente di diverso da quello. "Sbaglio, forse?"
"Per quanto odi ammetterlo…hai pienamente ragione Michael."
"Ti avrei strangolato seduta stante se mi avessi risposto qualcosa di diverso."
"Sì, però ammettilo…questa non te l'aspettavi proprio, eh?"
"Verissimo, Merah."
"Sinceramente, mi sono comportata da stupida?"
"No" rispose lui mettendole un braccio intorno alle spalle e riportandola a casa "Solo da persona poco ragionevole e completamente irrazionale. Praticamente come al solito."

A casa Merah trovò sua madre, e dalla faccia che aveva Shauri le aveva detto tutto.
"Mi dispiace…"
"E di cosa? La scema sono io. Ho fatto una scenata per niente."
"Le scenate sono molto comuni nelle donne della nostra famiglia. Credo di aver reagito alla tua stessa maniera quando mia madre me l'ha detto."
"Cioè correndo via in preda a una piccola crisi isterica?"
"Sì. Dopo essermi ripresa dalla notizia, beninteso. Scoprire da un giorno all'altro che quello che pensavi essere tuo padre in realtà non lo era non è una passeggiata…"
"Oh santo cielo."
"L'hai detto. Non l'ho perdonata per avermelo tenuto nascosto, però quando ho scoperto quei poteri…insomma, è stato come se avessi in parte conosciuto mio padre. E la mia rabbia se n'è andata."
"Lo sapevi che Michael, Isabel e Max vengono da quel pianeta?"
"Shauri me l'ha detto appena ha sentito che quei tre avevano poteri simili ai nostri. E forse anche ai tuoi."
"Forse. Però ce l'avevo l'impressione che qualcosa mi legasse a loro tre."
"A tutti e tre o a uno in particolare?"
"Che c'è, vuoi spettegolare?"
"Sono tua madre, e ti conosco solo da un paio di giorni. Certo che voglio spettegolare! Che mi dici di Michael?"
"Dico che siamo amici. E basta!"
"E io non ti credo."
"E allora ti dico che sono affari tuoi."
"Lui non è dello stesso avviso."
"Lui sta con Maria, e Maria è mia amica. Farle uno scherzo del genere è l'ultima cosa che voglio. E tu mamma?"
"Non mi puoi fare certe domande."
"Sono tua figlia, e ti conosco solo da un paio di giorni. Voglio sapere tutto. Altrimenti chiedo a Jana e Shauri!"
"Non oseresti…"
"Tu credi?"
"Se la smetto di farti domande su Michael, tu la pianti di indagare sulla vita privata di tua madre?"
"OK. Ora però me ne vado a letto. Buonanotte."
"Buonanotte."
Arrivata a metà delle scale, Merah si voltò indietro sorridente "Ah, mamma? Sapevo l'avresti detto."
"E io sapevo avresti accettato subito" le rispose lei con la stessa espressione.

La mattina dopo Shauri venne a prendere la sorella, e insieme a Neri e Kefla andarono al laboratorio per disseppellire Max e Liz. Dalla porta si intravedeva il portale quasi terminato, e Merah benedisse in cuor suo gli uomini agli ordini di sua madre. Forse quando l'avrebbe detto a Isabel finalmente sarebbe stata contenta!
"Merah, vedi i tuoi amici? Dovrebbero essere qui."
"Aspetta un attimo…" disse l'altra avvicinandosi alla porta. Beccati! Liz e Max erano seduti contro il muro, stavano parlando. Poi Max si era chinato su Liz e le aveva dato un bacio.
"Complimenti ragazzi…era ora" sussurrò.
"Hai detto qualcosa sorellina?"
"Chi? Io? No, assolutamente. Forza, andiamo" e trascinò via gli altri.

Raggiunsero gli altri a casa di Jana. Merah e i suoi amici prima di entrare guardarono dalla finestra cosa stava succedendo: C'erano Maria e Isabel che stavano ridendo insieme, e Michael con una faccia…
"Dalla reazione che ha, direi che gli hai detto chi comanda qui mamma!" esclamò Neri entrando in casa per prima.
"Dopo aver sentito le idee che aveva questo ragazzo mi è sembrato il minimo" borbottò Jana, un pelino contrariata. Per la seconda volta aveva espresso il suo disappunto nel trovarsi in compagnia di tre donne, e Maria non ce l'aveva fatta a stare zitta. Stavolta anche Isabel le aveva dato una mano, e Jana sorridendo aveva fatto notare a Michael chi comandava in casa, e sull'intero pianeta:  loro.
"Improvvisamente questo pianeta comincia a piacermi…" disse Maria a Isabel, che forse per la prima volta in vita sua si trovò pienamente d'accordo con lei.

Michael quella sera passò a trovare Merah per vedere come stava. La casa però era deserta.
"C'è nessuno in casa?"
"Prova a guardare sul tetto, genio!" gli rispose Merah. Michael guardò in alto e trovò l'amica che guardava il cielo distesa sul tetto della sua casa.
"Questa non me la immaginavo proprio di te."
"Con le cose che non sai di me ci si può scrivere un libro."
Michael entrò in casa e in cinque minuti si ritrovò a fianco della ragazza "Bel panorama."
"Ottimo per pensare, non credi?"
"Sì. Sai se ci sono novità? Isabel continua a scalpitare per tornare a casa."
"Falle una camomilla e dille di non preoccuparsi. Domani a quest'ora saremo a casa."
"Scherzi?"
"Non scherzo su cose tanto serie."
"Merah, parlavo del verbo che hai usato. Saremo."
"Volevo dire sarete. Lapsus linguae. A proposito, che hai fatto, ti sei tagliato?" gli chiese lei prendendogli la mano per osservarla meglio.
"Ho avuto un incontro ravvicinato con la scogliera mentre facevo una nuotata con gli altri."
"Ci penso io" e mise la sua mano sopra la sua per guarirlo.
"Merah? Sei in casa?" urlò Neri da sotto "Dobbiamo andare da tua madre. Sbrigati!"
"Arrivo. Scusa Michael, il lavoro chiama…" e scivolando giù dal tetto andò dall'amica e corsero via.
Michael le fece un cenno di saluto con la mano guarita, poi si accorse di qualcosa di strano e la osservò meglio. Dove Merah aveva appoggiato la mano era rimasta un'impronta argentata.

Per un motivo o per un altro, si ritrovarono tutti nel laboratorio quella notte, giusto in tempo per assistere al collaudo del portale.
Nonostante le proteste di Laerit, i ragazzi insistettero per fare loro il viaggio di collaudo. Sulla Terra.
"Accidenti quanta fretta! Guardate che questo è rimasto inattivo da almeno 17 anni, dovete concedergli un viaggio di prova…a meno che non vogliate perdervi nello spazio."
"Piantala mamma, non spaventarli. E voi non datele retta. Le piace scherzare."
"Scusate. Però se siete decisi a farlo credo che niente che io possa fare o dire ve lo impedirà. Vi sta bene fare la prova fra un paio d'ore, giusto per darci il tempo di fare un ultimo controllo?"
I ragazzi risposero di sì, e Laerit lasciò l'incarico a Merah e Liz. Terminati i controlli, Liz con mano tremante inserì i codici che Merah le dettava dentro la macchina che aveva contribuito a ricreare "Anche se ho sbirciato i progetti e ho aiutato ad assemblarla, non posso fare a meno di chiedermi ancora come funziona."
"Meglio non saperlo. Sarà più divertente per te partire da zero per crearlo, quando sarai diventata una famosa scienziata..."
"Piantala di prendermi in giro!"
"OK, per me è a posto. Se siete ancora dello stesso parere, è meglio muoversi ragazzi!"
Ora il portale emetteva di nuovo quella luce bluastra, ma questa volta non ne avevano paura, anzi l'aspettavano con molta ansia. Liz, trascinata da Maria, fu la prima a passare, seguita da Max e Isabel. Ora era il turno di Michael.
"Non era un lapsus linguae, Michael."
Il ragazzo si voltò indietro, e vide Merah con i suoi amici e Shauri. Vestiti alla foggia terrestre.
"E voi che fate qui?"
"Non siamo venute a salutarvi, questo è sicuro."
"Merah, che vuoi fare?"
"Ricordi quello che ti ho detto quella volta prima di partire Michael?"
Il ragazzo sorrise  "Sei pazza."
"Ehi, non rubarmi le battute, Michael!" si intromise Neri. Rivolgendosi a Shauri e a gli altri chiese poi se Laerit e Jana lo sapevano, che tornavano sulla Terra.
"Sì che lo sanno. Ma facciamo in fretta lo stesso, OK?"
Le ragazze stavano per varcare per ultime il portale quando una donna anziana, e dall'aria un po' arrabbiata, arrivò alle loro spalle e tuonò " Principessa Shauri, Principessa Merah, dove pensate di…?"
L'avrebbero sentita se Laerit non fosse arrivata e le avesse tappato la bocca "Sta zitta, Sariba. Ti sentiranno."
"È proprio quello che voglio. Le sue figlie non possono andarsene ora. Ci sono troppe cose da sapere, e molto da fare."
"Sì, tanto da fare…tranne avere la propria vita."
"Ma vostra Maestà!"
"Sariba, ho vissuto tutta la vita a palazzo con la sensazione che prima o poi il protocollo mi avrebbe strangolato. Lo stesso protocollo che mi ha inchiodato qui invece di lasciarmi tornare a cercare mia figlia. Quel periodo sulla Terra, nonostante tutto, è stata la cosa migliore che potesse capitarmi. Perché vuoi impedirmi di lasciare a Shauri e Merah un minimo di libertà?"
"Credo di capire. Ma gli altri? Shauri ha detto…"
"Neanche Shauri sa tutta la storia. L'unica che poteva rispondere era mia madre Lilandra, ma non c'è più da molto tempo. "
"Perché allora non ha detto loro quello che sa? Sono alla disperata ricerca del loro passato, e di quanto è successo su Antar."
"Non era destino che lo facessi io. Ad ogni modo, quel giorno non è lontano."
"Sembrate molto sicura di questo. Perché?"
Laerit avanzò verso il portale disattivandolo con una mano "Perché c'è chi lo farà. Nasedo sta tornando…" sussurrò.
"Avete detto qualcosa?"
"No, Sariba. Forza, torniamo indietro."

Tutto sommato, ai ragazzi non era andata male la fase successiva al ritorno, ovvero l'affrontare le rispettive famiglie, se l'erano cavata con una settimana di punizione. L'unica cosa strana che notarono i loro genitori era che l'accettarono senza neanche fare una piega, anzi sembravano quasi felici. Beh, quando si torna dall'altro capo della galassia dopo aver passato dei giorni senza sapere se saresti tornato a casa o no, tutto sembra bello…
Qualche giorno più tardi Merah, manipolando il pensiero dei genitori di Max e Isabel, fece in modo che la lasciassero andare a vivere con Shauri, che nel frattempo aveva trovato casa a Roswell, ed aveva trovato lavoro come insegnante di Geografia Astronomica.
Quando Megan passò a prendere Merah la mattina seguente al suo trasloco a momenti rimase secca dalla sorpresa: la sua tranquilla e posata amica aveva deciso di cambiare look…in maniera più o meno radicale.
"Per i nostri antichi padri, Merah! Ma cosa hai fatto?"
"Neri, calmati. Neanche mi fossi rapata a zero. Mi ero stufata di com'ero, volevo essere…non so, diversa."
"Tesoro, io sono matta e ho il diritto di fare quello che voglio, tu nella nostra amicizia sei quella che dovrebbe tentare di frenarmi. Sai, fare la parte di quella con il sale in zucca."
In quel mentre dalla macchina scese anche Ryan, domandando alla cugina perché ci mettessero tanto.
"Cugino, guarda. Non hai niente da dirle?"
"Oh, si. Certo che ho qualcosa da dirle. Wow, che schianto! Ma cosa aspettavi a farlo prima?"
"Ehhh? Kefla ma che dici?"
"E se vogliamo essere precisi…con quel vestitino e la tua nuova pettinatura farai girare la testa a mezza Roswell High. Hai già fatto una vittima…aahh, sto per avere un infarto!" e fece finta di cadere a terra contorcendosi dal dolore.
Merah scoppiò a ridere, e l'amica alla fine capitolò  e rise a crepapelle di quello che il cugino stava facendo.

Valenti si era messo all'inseguimento di quella maledetta ragazza: troppe volte quella ciclista in mountain bike le era sfrecciata davanti, e non ne avrebbe sopportata una di più. La ragazza sorrise tra sé, mentre sentiva la macchina dello sceriffo che la inseguiva. Adorava fagli saltare i nervi!
"Si fermi, signorina Bates! Rallenti!"
"Agli ordini signor Sceriffo" disse lei, facendo fare una brusca frenata alla bicicletta, e togliendosi occhiali e casco.
Lo sceriffo quando vide la ragazza si aspettava occhi di un colore strano, ma non una testa piena di ricci. Oh mio Dio, Margaret e Sharon Bates avevano la stessa passione!
"Salve Sceriffo Valenti. Qualcosa non va?"
"Buongiorno signorina Bates. Pensavo di aver a che fare con sua sorella Margaret, di solito è lei che infrange i limiti di velocità con quell'affare."
"Ah. Sa com'è, ero abituata a farmi una decina di vasche la mattina, quando stavo a Londra da mia zia, ora devo trovare un'altra maniera di scaricare lo stress."
"Ed è così che scarica lo stress?"
"Cosa vuole fare, Sceriffo? Levarmi la bicicletta? Oh, non credo sia soggetta a sequestro. Mi dispiace."
"Vada più piano, Sharon" le disse Valenti rimettendosi gli occhiali da sole e tornando alla sua macchina.
Quando se ne fu andato, Sharon gli rispose "Sì, nei tuoi sogni!"
Tornata a casa, andò a prepararsi e a prendere al volo i libri di scuola. Non poteva far tardi il primo giorno.

"Buongiorno a tutti, sono Sharon Bates. La vostra nuova insegnante di Geografia Astronomica. La vostra Preside ha voluto darmi la possibilità di istituire questo corso, e sono felice di vedere che a molti interessano le stelle. Sono sicura che lavoreremo bene insieme."
La classe la guardava con aria perplessa, e nell'aula regnava sovrano il silenzio.
"Cominciamo bene…" sussurrò mentre si sedeva in cattedra.
Al termine dell'ora di lezione, Shauri venne avvicinata dalla preside Merteuil.
"Salve Miss Bates. Non ho ancora avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lei."
"Per favore, preside Merteuil, mi chiami Sharon. Miss Bates mi fa sembrare una zitella, e…"
Shauri a quel punto voleva sprofondare. La preside insisteva parecchio sull'essere chiamata Miss, e ora le aveva appena dato della zitella…Oh Dio, da come la guardava ora ,era nei guai.
"Certo non riferito a lei, beninteso!"
"Ma certamente. Da quanto ho letto nella sua scheda della sua famiglia qui è rimasta solo una sorella."
"Ho altri parenti, ma…vivono ad anni-luce di distanza."
"Mi dica, spero di sbagliarmi, ma per caso sua sorella è Margaret Bates?"
"Sì. La conosce?"
"Di persona e di fama. A Hemery si vociferava fosse un'hacker, come i suoi amici Megan e Ryan McBride. Ma come può una ragazza a modo come lei essere imparentata con un tale elemento di disturbo?"
In quel momento arrivò Valenti "Salve Preside Merteuil, signorina Bates. Linda, le devo parlare."
"A proposito di…"
"A proposito di una multa non pagata, e dei successivi avvisi di pagamento non rispettati. Mi dispiace, le devo sequestrare la macchina."
Lo sceriffo, nonostante le proteste della Merteuil, cominciò a spiegare che risultava dal computer, e che nel suo ufficio nessuno sbagliava mai il lavoro d'immissione dati. Pretese le chiavi dell'auto, e durante il tragitto lungo il corridoio ci fu la comicissima scena dell'inflessibile preside di ferro Linda Merteuil pregare e supplicare Valenti di non portarle via l'auto.
Shauri si mise a ridere, e i ragazzi appena la videro la raggiunsero.
"Che scena impagabile!"
"Concordo. Merah, sicura di non aver esagerato?" le chiese Kefla.
"Io? E cosa centro?"
"Scusa, ma non sei stata tu?" continuò Neri.
"No, io non incasino più un computer da quella famosa volta…" poi guardò la sorella che stava sogghignando "No, non ci credo. Sei stata tu, Shauri?"
"Difficile da credere? Che vuoi farci, certi talenti sono di famiglia."

"Ciao ragazzi" disse Max avvicinandosi con gli altri "Che succede di tanto divertente?"
"Niente di speciale, solo una piccola vendetta che le sorelle Bates si sono prese su quella perfida maestrina. Michael, che faccia. Non hai dormito stanotte?"
"Ah già, a voi tre non l'avevo detto. Ora non vivo più con mio padre, abito da solo."
"Cavolo, che notizia! Che aspettavi a dirmelo, il giorno del giudizio?" gli rispose Merah un po' arrabbiata.
"Beh, ora lo sai, quindi chiudi il becco. Ma stanotte…ora ho un paio di vicine, due sorelle da quel che ho capito. Hanno cominciato a sistemare casa dopo cena, e sono andate avanti tutta la notte, ascoltando complessi metallari! Se questo è l'inizio, non oso immaginare il resto."
Merah a momenti gli scoppiò a ridere in faccia, e allora Isabel le domandò cosa ci fosse di tanto divertente nell'ascoltare le disgrazie altrui.
"Niente Isabel, è solo che…Michael, per caso tu abiti nell'appartamento 22 in M Street?"
"Sì, ma tu come lo sai? Oh no…non dirmi che…"
"Scusa, io e Shauri cercheremo di andarci piano con l'heavy metal, ma volevamo finire entro l'alba e ci dovevamo tenere sveglie in qualche modo..."

La campanella suonò, segno che anche per quel giorno le lezioni dovevano riprendere. Tutti corsero in classe meno Merah e Michael. Lui continuava a fissarla, e alla fine lei ridendo gli chiese cosa ci fosse.
"Sono uscita con i bigodini in testa per caso?"
"Mi chiedevo solo cosa ti poteva aver spinto a fare una cosa del genere."
"L'aver fatto un po' di chiarezza nella mia vita e il vivere con una sorella maggiore un tantino pazza dovrebbe essere la risposta che stavi cercando, mio caro."
"E questo sarcasmo da dove lo hai tirato fuori? Non è da te. Litigato con la sorellina?"
"Va al diavolo."
"E io che ti volevo chiedere se volevi venire al concerto di sabato prossimo. D'accordo, non ti interessa, lo chiederò a Isabel."
"Che razza di…Santo cielo, non ho neanche un termine per definirti!"
"Io sì. Sei una grandissima rompiscatole, peggio di Maria!"
"Se io sono come Maria, tu sei peggio di Shauri e Neri messe insieme!"
"Passo a prenderti alle sette?"
"Fa tardi e ti uccido" gli rispose lei sorridendo e correndo in classe.

Scritta da Ilaria


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