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MONDO PARALLELO (1)


Riassunto: Sono passati oramai molti anni da quando Max e gli altri venivano attaccati dai nemici, ora si sono fatti tutti una famiglia, ed i loro figli vivono l'adolescenza che loro non hanno avuto. Kivar è morto, ma una nuova battaglia è alle porte.

Data di composizione: 09/06/2002 - 12/07/2002

Valutazione contenuto racconto: adatto a tutti

E-mail: veliva.vale@libero.it

Disclaimer: tutti i diritti dei personaggi del racconto appartengono all WB, tranne Chris, Crystel, Nikki, Kathleen, Andrew, Nin, Laos, Rebecca, Klay, Lein, Leandra. Il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.


PERSONAGGI

Liz Parker Evans: terrestre, vive a Roswell, New Messico assieme al marito Max Evans, ha un figlio Chris di 17 anni e una figlia Crystel di 18 anni. Insegna chimica alla Roswell High School. Età: 37.

Maria DeLuca Guerin: terrestre, vive a Roswell, New Messico assieme al marito Michael Guerin e alle loro due figlie gemmelle Kathleen e Nikki di 17 anni. E’ la proprietaria del Crash Down Cafè. Età: 37.

Isabel Evans Withman: terrestre /aliena, vive a Roswell, New Messico con il marito Alex Withman e il loro figlio Andrew di 17 anni. Età: 37.

Max Evans: terrestre/alieno, vive a Roswell New Messico assieme alla moglie, Liz Parker e ai figli Chris e Crystel. Insegna biologia alla Roswell High School. Età: 37.

Alex Withman: terrestre, vive a Roswell, New Messico assieme alla moglie Isabel Evans e al loro figlio Andrew. Lavora all’osservatorio astronomico di Roswell. Età: 37.

Michael Guerin: terrestre/alieno, vive a Roswell, New Messico assieme alla moglie Maria DeLuca e alle figlie Kathleen e Nikki. Lavora come investigatore privato nell’ufficio dello sceriffo. Età: 37.

Kyle Valenti: terrestre, vive a Roswell, New Messico è lo sceriffo. Età: 37.


Erano oramai passati quasi vent’anni, da quando Tess era partita dalla terra per giungere su Antar e ristabilire la pace su quel pianeta, oramai distrutti da anni e anni di combattimenti.Anche Max, il legittimo sovrano di Antar, Isabel, sua sorella e Michael il suo fidato braccio destro, avrebbero dovuto far ritorno come Tess al loro pianeta d’origine, ma erano rimasti sulla terra perché si erano innamorati di tre terrestri, Liz, Alex e Maria, che per loro avevano affrontato la legge, i genitori, e avevano rischiato più volte la vita, e ora, a quasi vent’anni dal giorno della fine, dall’ultima battaglia dove avevano sconfitto Kivar, dal momento in cui Tess se ne era andata, le cose erano molto cambiate…

La sera era oramai calata, il CrashDown quel giorno era chiuso, e Max e gli altri ne avevano approfittato per fare una piccola festa privata.
- Is cambia Cd, mi sono stancato di questa musica.-
- Ehi Michael, a me piace questa musica… Is non cambiare Cd.- contestò Maria.
- Allora decidetevi voi due, non abbiamo tutta la sera per decidere che cd ascoltare!- protestò Isabel
- Tesoro, lo so che ti piace questa musica, ma vorrei ballare una canzone lenta, così da potere stringere mia moglie tra le mie braccia.- le rispose Michael prendendole il viso tra le mani.
- In questo caso… Is cambia il cd e mettine uno di musica lenta, ti prego.- disse Maria continuando a fissare Michael negli occhi.
- Finalmente vi siete decisi, eccovi accontentati.- Is inserì un cd nello stereo, e alzò il volume, poi alzò la mano e la luce diminuì.
- Questa è l’atmosfera adatta.- costatò soddisfatta.
- Signora Withman mi concede questo ballo?-
- Certo signor Withman, con vero piacere.- E anche lei e Alex iniziarono a danzare stretti stretti.
- Max, tu e la tua signora non ballate?- chiese Kyle, che se ne stava appoggiato al bancone e osservava gli altri ballare.
- Non adesso.- gli rispose Max.
- In questo caso…- disse avvicinandosi al tavolo dove erano seduti Max e Liz.
- Mi concede questo ballo?- chiese porgendo la mano a Liz.
- Con molto piacere.- rispose Liz, e poco dopo stava già ballando con Kyle, mentre Max la guardava dal tavolo dove era seduto.

I balli continuarono, lenti e non, Kyle se ne era andato da una mezz'oretta quando…
- Ma bravi, noi vi lasciamo soli e voi organizzate una festa, bravi.- disse divertito Chris.
- Chris, che ci fate qui?- chiese Max stupito di vedere il figlio.
- Be', papà, avevamo fame e abbiamo finito la benzina della jeep, e non abbiamo trovato un benzinaio aperto a quest’ora ed infine, siccome sulla moto di zio Michael non si può stare in quattro ma soprattutto non abbiamo le chiavi, abbiamo deciso di passare il resto della serata qui, ma vedo che il locale è già occupato, quindi io e Nikki se zio Michael ci dà le chiavi della moto toglieremo il disturbo, perché abbiamo qualcos'altro di più importante da fare.- disse questo abbracciando Nikki.
- Ecco le chiavi, ma trattala bene.- disse Michael.
- La moto o Nikki?-
- Tutte e due, e ricordati, che anche se state insieme da oramai quasi un anno non osate tornare con qualche regalo.-
- Michael mi sembri mia madre, comunque hai ragione, e tu ragazzina, fai attenzione.- disse Maria.
- Ma mamma andiamo solo a fare un giro.- le rispose Nikki.
- Curioso, è la stessa scusa che usavo io con tua nonna quando passavo la notte con tuo padre, quindi non pensare di fregarmi. Unica raccomandazione, visto che sappiamo cosa provate, come vi sentite, fatte attenzione. E tu Chris, fai soffrire la mia…-
- …bambina e puoi ritenerti morto.- concluse Chris – lo so benissimo, me lo ripetete ogni volta che esco con Nikki.-
Andrew si mise a ridere.
- Tutto questo discorso vale anche per voi due.- disse Isabel indicando prima il figlio e poi Kathleen. Intanto Chris e Nikki se l’erano svignata.
- Non vi preoccupate, noi stasera stiamo qui, visto che quegli altri due si sono fregati la moto!- protestò seccata Kathleen.
Lei e Andrew salirono al piano superiore.
- Sono esattamente come eravamo noi alla loro età.- disse Liz.
- Già, tranne che per il fatto che noi alla loro età eravamo già adulti, e rischiavamo quasi ogni giorno la vita.- pensò a voce alta Alex.
- Ma almeno è servito a qualcosa, visto che loro ora possono crescere tranquillamente, divertirsi e vivere nella spensieratezza, non come noi, che avevamo sempre paura.- replicò Isabel.
- Ora si è fatto tardi, è meglio tornare a casa.- disse Max evitando così ricordi dolorosi a tutti.
- E’ vero, è meglio che andiamo.- lo assecondò Alex.
- Ci vediamo domani.- li salutarono Michael e Maria.
- Ciao.- li salutarono gli altri.

Le due coppie si diressero verso le proprie auto, per poi dirigersi a casa.

- Dai Liz, non mi prendi!-
- Scommettiamo?-
- Forza mamma!-
- Così tifi per la mamma… adesso ti prendo…-
- No papà…- Max la inseguì per la base, mentre Liz inseguiva lui.
- Presa!-
- Preso!-
- Ha vinto la mamma.-
- Non sei un giudice di parte!-
- Lo sa, ma tra donne, come si dice, ci si aiuta.- gli rispose Liz.
- Non vale, siete due contro uno!-
- Lo sappiamo.- ed iniziarono a fargli il solletico.

- Max…-
- Che c’è amore?.-
- Stavo ripensando a quello che è successo quella notte.-
- Avevamo detto che non ne avremmo più parlato.- Max si fece serio.
- Lo so, ma forse sarebbe ora di raccontarlo ai nostri figli, infondo sanno della vostra origine e se la cavano ad usare i poteri, forse sarebbe ora di dirgli anche il resto.-
- Forse hai ragione tu, comunque ora siamo arrivati a casa, ne parleremo domani con gli altri e poi decideremo.-
- Va bene.- disse Liz scendendo dalla macchina.
- Liz, lo sai che ti amo?-
- Si, e ti amo anche io.- detto questo lo baciò.
- Entriamo in casa signora Evans, stanotte sarai mia.- disse divertito Max.
Liz rise a sentire quelle parole, anche se erano sposati da molto e avevano due figli, erano ancora degli eterni innamorati.

- Ehi, Space Boy, che intenzioni hai con tua figlia?-
- A proposito di cosa?-
- A proposito del fatto che hai passato si e no due ore con lei da quando la guerra è iniziata.-
- E allora? Qual è il problema?-
- La guerra è iniziata quasi cinque anni fa, ecco qual è il problema, e poi lei pensa che tu la incolpi della morte di Lein.-
- Ma tesoro, lo sai che non è vero e…-
- Ma tesoro un corno, sono giorni che non veniamo attaccati, e lo devi dimostrare a lei, non a me, io lo so che non la incolpi, ma da quando la guerra è iniziata, ti sei allontanato da lei…Michael, io voglio che mia figlia abbia una vita normale nei limiti del possibile, in questa situazione, non mi sembra di chiedere troppo, voglio solo che Rebecca possa passare del tempo con suo padre. Tu, quindi, oggi starai con tua figlia, e questo è quanto! … Tesoro, oggi passerai la giornata con tuo padre, sei contenta?-
- Wow! Dai, andiamo ai laboratori tattici, ti prego.
- Ma…- Michael guardò la figlia, che gli stava facendo gli occhi dolci per essere accontentata e ripensò al discorso di Maria. – Oh, e va bene.-
- Evviva! Ciao mamma, ci vediamo più tardi.-
- Divertitevi!-
- Ci puoi contare!-
"Maria, questa me la pagherai" pensò Michael, ma infondo era contento di passare del tempo con sua figlia.

- Maria…- chiamò Michael salendo i gradini della scala che portavano all’appartamento sopra il locale, dove una volta viveva Liz.
- Maria?! Dove sei?- chiamò ancora alzando un po’ la voce.
- Shh! Michael sono qui.-
- Che ci fai davanti alla porta della camera di Kathleen?- le chiese raggiungendola.
- Guarda, non sono un amore, mi ricordano te e me alla loro età.- Kathleen e Andrew si erano addormentati, l’uno nelle braccia dell’altra.
- Hai ragione, lasciamoli dormire.- detto questo chiuse la porta della camera e si diresse con Maria nella loro camera da letto.
- Non ti sei mai pentito?- chiese Maria ad un tratto.
- Di cosa?- le domandò per tutta risposta affacciandosi dal bagno.
- Di questo, di avermi sposato, di essere rimasto sulla terra.-
- Maria, ma che cosa stai dicendo? Io sono l’uomo più felice del mondo, e se potessi lo rifarei, rimarrei qui sulla terra solo per non perderti, ti risposerei altre mille volte. Tu, Kathleen e Nikki siete le cose più importanti della mia vita, certo, mi è dispiaciuto un po’ il fatto di non avere figli maschi, ma questo non conta, perché abbiamo due figlie stupende, che sono il frutto del nostro amore e che nessuno potrà mai portarci via, anche se…-
- Anche se…-
- Anche se a volte siete insopportabili, tutte e tre!.- le rispose Michael.
- Ah, è così, ora te la faccio vedere io.- E gli tirò un cuscino. Lui le corse incontro, lei andò dalla parte opposta del letto.
- Se ti prendo io ti… ti…- Maria gli si avvicinò.
- Se mi prendi cosa mi fai?-
- Ti bacio… e ti bacio… e ti bacio.-

- Mamma, papà, guardate.-
- Carino, ma che cos’è?- chiese Isabel.
- È la mia ultima invenzione, si chiama XY 1782 PLZ.-
- In parole povere?- chiese Isabel che non aveva capito niente dal nome.
- È un sondor-flaser.-
- In parole poverissime?- chiese Isabel esasperata, mentre Alex iniziava a ridere.
- è una specie di pistola che emana un raggio che ha le qualità di un raggio faser e di uno laser, solo che utilizza le onde sonore luminose.-
- Mi sta venendo un cerchio alla testa. Hai sbagliato ramo della famiglia, se vuoi che qualcuno ti ascolti parlane con tuo padre, io mi limito ad usarle, e non so niente su come siano costruite e…- disse posando una mano sulla spalla del figlio.
- Ma è facile da spiegare!-
- …E non mi interessa. In ogni caso bell’invenzione.-
- Grazie mamma!- Alex intanto era piegato in due dalle risate.
 

- Alex, mi sembra un sogno.-
- Cosa?-
- Che siano quasi vent'anni che non veniamo più attaccati, che io e te ci siamo sposati e che abbiamo un figlio.-
- Sembra un sogno, ma invece è la realtà.-
- E niente potrà mai cambiarla.-
- Niente.-
- Chris.-
- Che c’è?- chiese continuando a baciarla.
- Fermati un attimo.-
- Cosa succede?-
- Succede che ho paura!-
- L’abbiamo fatto altre volte!-
- Ma non di quello, cretino, ho una strana sensazione, che stia per succedere qualcosa.-
- Be, qualsiasi cosa sia, l’affronteremo assieme.-
- Prometti?-
- Prometto! Ora, dove eravamo rimasti?-
- A questo punto, mi sembra.- disse baciandolo.

LA MATTINA DOPO

- Ahhhhhhhhh!-
- O mio dio, Liz cosa ti è successo?-
- Cosa è successo a te, piuttosto, guarda.- Gli porse uno specchio.
- Ho l’aspetto di quando avevo 19 anni, e non solo io, guardati.- Liz si specchiò.
- Max, ma che ci è successo?-
- Non lo so, ma non mi piace, chiamiamo gli altri e diciamoli di incontrarci tra venti minuti al Crash Down.-
Così Liz chiama Maria, e Max Isabel, ma anche agli altri quattro era successa la stessa cosa.
 

AL CRASHDOWN

- Ma come è potuto succedere, e poi perché abbiamo l’aspetto di quando avevamo 19 anni? – chiese spaventata Maria.
-Non lo so, ma non mi piace.- le rispose Max.
Nessuno osò parlare per parecchi secondi, che sembrarono durare un eternità, fu Liz a rompere quel fastidioso silenzio.
- Aspettate, 19 anni, è quando è finita la nostra vecchia vita, quando abbiamo sconfitto Kivar, infatti, ognuno di noi è esattamente come era prima che ciò accadesse, Max e Michael hanno i capelli lunghi, Maria, ha i capelli castani, come Isabel, anche se ieri sera li avevano una biondi e l’altra neri, Alex ha di nuovo anche lui i capelli più lunghi e io ho di nuovo i capelli neri e non più biondi, è come se fossimo tornati indietro.-
- Come se non avessimo mai sconfitto Kivar.- sussurrò Alex.
- Esatto.- confermò Liz.
- Dove sono i ragazzi?- chiese ad un tratto Isabel.
- Sono nella stanza di Kathleen, o almeno erano lì fino a poco tempo fa.- le rispose Maria. I sei ragazzi corsero verso la stanza di Kathleen, aprirono la porta e…

- Al tre entriamo... uno… due… tre-
Le guardie entrarono nella fortezza, intorno a loro non c’era anima viva.
- È tutto troppo tranquillo, finora non abbiamo visto nemmeno una guardia, è tutto troppo semplice.-
- Forse abbiamo scelto il giorno di riposo delle guardie per attaccare!-
- Ma sai fare solo battute cretine e soprattutto nei momenti meno adatti?-
- Era per smorzare la tensione.-
- Smettetela voi due di litigare. Troviamo i prigionieri e filiamo via.-
- Attenti!- gridò qualcuno.
- Proteggete i …- gridò qulcun’altro, ma non finì in tempo la frase che cadde a terra morto.
I colpi partivano da tutte le parti, era facile essere colpiti, poi…

- E voi chi diavolo siete?- chiese Nikki alzandosi di scatto.
- Per fortuna state bene.- disse Maria.
- Ripeto la domanda, voi chi siete?-
- Tesoro, sono tua madre.- disse Liz avvicinandosi a Chris.
Quest’ultimo alzò lo scudo difensivo.
- Mia madre non è così giovane, lei sembra una ragazzina.- rispose il ragazzo.
- Andrew devi credermi, siamo noi.-
- Allora faccio questa domanda a chi di voi dovrebbe essere Maria, cosa mi dice ogni volta che vengo a prendere sua figlia per portarla fuori?- chiese Chris.
- Fai soffrire la mia bambina e puoi ritenerti morto!- rispose Maria seccata per la domanda.
- Ok, vi crediamo, solo la vera Maria può dire quella frase con quel tono.- commentò mentre abbassava lo scudo difensivo.
- Però magari, ora che abbiamo capito chi siete, vi dispiacerebbe dirci che cosa vi è successo?- domandò Andrew.
- Magari lo sapessimo.- rispose Alex.
- Max.- disse Liz., i due si scambiarono una profonda occhiata.
- Ragazzi è ora di raccontare ai nostri figli la verità.-
- Forse è troppo presto.- protestò Isabel.
-Is, hai visto come siamo? Siamo tornati dei diciannovenni, se non è questo il momento migliore, quando lo sarà, quando non ci saranno più speranze, quando ci vedranno morire? Quando Is, quando?- le urlò contro Michael.
- Non lo so, quando, so che non voglio rovinare la vita di mio figlio, come so che non lo volete neanche voi, e dicendoglielo è questo che faremo.- disse piangendo.
- Amore calmati, hanno ragione loro, potremmo di nuovo essere attaccati da Kivar, ed è meglio che loro sappiano, in modo che possano difendersi, ed è un loro diritto sapere tutta la verità.- tentò i tranquillizzarla Alex.
- Fermi, fermi, ci siamo persi qualcosa? Di che verità state parlando?- chiese incuriosita Kathleen.
- Che io, Isabel e Max siamo di origine aliena lo sapete.- i quattro ragazzi annuirono, Michael continuò – E sapete anche come noi sei ci siamo conosciuti, cioè della sparatoria al Crash Down quando Max salvò per la prima volta la vita a Liz.– i ragazzi annuirono nuovamente.
- Bene, allora è giunto il momento di raccontarvi ciò che è accaduto quando avevamo 19 anni, della nostra battaglia decisiva e...-
- Crystel!- lo interruppe Liz.
- Che centra Crystel adesso?- chiese Alex mentre tutti guardavano Liz.
- Crystel doveva tornare oggi dall’università per passare le vacanze tra un semestre e l’altro qui a Roswell!-
- E a che ora doveva arrivare?- chiese Maria.
- Mezz'ora fa, dobbiamo andare a casa ed avvertirla.- disse Liz guardando Max.
- Non potete uscire da qui così come siete, andremo io e Chris.- propose Andrew.
In quel momento qualcuno bussò alla porta. Kathleen e Nikki andarono ad aprire mentre gli altri restarono nascosti nella camera di Kathleen.
- Chi è?- chiese Nikki.
- Sono lo sceriffo, sono Kyle, apri.-
Nikki aprì la porta, e si ritrovò di fronte un ragazzo di 19 anni.
- Dove sono i tuoi genitori?-
- Non… non sono in casa.- balbettò Kathleen.
- L’unica cosa che non avete preso dai vostri genitori è il saper mentire, so benissimo che sono qui, e so che ci sono anche i Withman e gli Evans, ho visto le loro auto parcheggiate qui fuori.- disse Kyle sempre più alterato, Maria uscì dalla stanza di Kathleen seguita da tutti gli altri.
- Che diavolo è successo, perché ho di nuovo l’aspetto di un diciannovenne?- urlò Kyle.
- Non lo sappiamo, ma pensiamo centri con la sconfitta di Kivar, come se il tempo par noi sette fosse tornato indietro e Kivar non fosse mai stato sconfitto.- spiegò velocemente Alex.
- Ah… in ogni modo, non siamo tornati indietro nel tempo.- puntualizzò Kyle.
- E come fai ad esserne certo?- chiese Michael.
- Hai visto Roswell questa mattina? È tutto diverso, siamo a Roswell, ma non nella nostra Roswell, guardate.- si avvicinò ad una finestra.
- Vedete, non mi sembra che da noi l’erba sia viola e in cielo risplendano due soli, e poi…-
- E poi…- ripeterono gli altri.
- E poi, la strada da casa mia a qui l’ho fatta a piedi, e sembra che nessuno si sia accorto che ho l’aspetto di un diciannovenne, però, siamo in un certo senso tornati indietro nel tempo, perché qui è il 2002.-
- Ok, adesso sappiamo qualcosa in più. Allora, tutti assieme andiamo a casa Evans a prendre Crystel, e poi andiamo nella Stanza delle capsule, sperando che in questa Roswell esista. Andiamo.- disse Michael.

- Allora dov’è la base dei ribelli?-
- Non lo so.-
- Visto che le torture non servono a niente, cambiamo metodo. Portate qui la donna e la bambina.-
- No, loro lasciale stare.-
- Vediamo se così ti deciderai a collaborare.-
- Eccole. Allora, da chi vuoi che cominciamo? Da questa bella bambina o da lei?- disse tirando per i capelli la donna.
- Lasciale andare, non so dove sia la base dei ribelli, ma anche se lo sapessi, non te lo direi!-
- Ah, è così. Portate via la bambina, noi due invece ci divertiremo un po'.- disse quest’ultima frase rivolto alla donna, poi prese a picchiarla. Più lei urlava più lui picchiava forte.

Si diressero tutti a casa Evans, e per fortuna trovarono subito Crystel, che dopo un attimo di smarrimento, li seguì alla stanza delle capsule nel deserto.
- Chi siete?- una voce alle loro spalle li fermò proprio mentre stavano per salire verso l’entrata della grotta. Si voltarono e videro Tess.
- Tess? Ma che ci fai qui, tu dovevi essere su Antar a…-
- Come fate a sapere il mio nome e da dove vengo?-
- Tess siamo noi, sono Isabel, ricordi?-
- E’ impossibile, Isabel e la sua famiglia sono morti, sette anni fa.-
- Ragazzi io inizio ad avere un po’ di paura.- disse Maria sempre più stretta a Michael.
- Tess, siamo noi, non siamo morti!- esclamò esasperata Liz.
- Siete agenti mandati da Kivar per farmi dire dov’è nascosto il granilith, confessate.-
- No, noi sappiamo benissimo dov’è il granilith.- le rispose Michael.
- Ah sì, e dov'è?-
- In cima a questo pendio c’è una grotta, l’entrata si può aprire solo con l’impronta delle nostre mani, dietro le capsule, c’è la stanza del granilith.- disse Max.
- Solo i sovrani… sapevano della grotta, quindi, non siete morti? Ma come è possibile, io… io… io ero presente alla vostra esecuzione.-
- Forse in questa Roswell noi siamo morti, ma non nella nostra.- sussurrò Liz che tratteneva a stento le lacrime.
- Seguitemi.- disse loro Tess. La seguirono fino ad una grotta, nascosta nel deserto, vi entrarono, e rimasero stupiti da quel che videro, una base segreta.
- Questa è la base dei ribelli, aspettatemi qui.- ordinò loro. Mentre Tess si allontanava verso l’interno della base, loro ammiravano le immense tecnologie che li circondavano. Dopo poco tempo, Tess era di ritorno accompagnata da due donne ed un uomo, che portavano dei lunghi mantelli con cappuccio, a causa dei quali non si poteva scorgere il loro viso.
-Papà.- sussurrarono Nikki e Kathleen stringendosi forte a Michael.
- Chi sono queste persone?- chiese una delle due donne.
- Nin, Rebecca, Laos, queste sono le persone di cui vi ho accennato, quelle che sostengono di essere i sovrani di Antar.-
- È impossibile, i sovrani sono morti sette anni fa, sono degli impostori, arrestateli e uccideteli.- disse l’uomo. I ragazzi furono catturati da delle guardie armate, e stavano per essere condotti lontano da quelle persone, quando Max e Michael urlarono.
- Liz!- -Maria!-
Le due donne si voltarono.
- Fermi!- urlò Nin.
- Tu mi hai chiamato Liz, come fai a conoscere questo nome?- chiese rivolta a Max.
- Perché questo è il tuo nome, perché è il nome di mia moglie.- Urlò il ragazzo.
- E tu?- chiese Rebecca a Michael.
- Lo stesso, e non diteci che non sono i vostri veri nomi, potete mascherarvi, cambiare nome, ma rimarrete per sempre le persone che amiamo.- le rispose Michael.
- Mi dispiace deludervi, ma Liz è morta circa dieci anni fa, e Maria tre anni fa.-disse Rebecca
Su tutti cadde il silenzio, Rebecca, e Nin non sapevano se credere o no a ciò che i due ragazzi avevano appena detto loro, solamente Tess, Laos e i sovrani di Antar conoscevano quei nomi, per tutti gli altri, non esistevano, erano solo una leggenda.
Fu Crystel a rompere il silenzio.
- Papà! La mamma!- gridò, riscuotendo tutti dai loro pensieri.
- Max…- sussurrò Liz prima di acasciarsi al suolo.

- No, non puoi morire, hai promesso a tua figlia che saresti tornato, ricordi?-
- Scappate.- riuscì a malapena a sussurrare.
- No, io non ti lascio qui, sei il mio sovrano nonché il mio migliore amico, e ho giurato sul corpo di Liz che ti avrei protetto ad ogni costo, quindi non ti lascio.- si caricò l’amico in spalla e assieme ad Isabel tentò di uscire, ma non ritornarono mai a casa, due colpi li stordirono a pochi passi dalla salvezza.

- Liz!- chiamò Max. La ragazza era svenuta.
- Lasciateli!- ordinò Nin alle guardie.
Max corse da Liz, tentò in tutti i modi di far riprendere la ragazza, ma non succedeva niente.
- Liz!- -Mamma!- Continuavano a chiamare Max, Chris e Crystel. Gli altri guardavano la scena stupiti. Lui continuava a tentare di far rinvenire Liz, ma i suoi tentativi erano tutti inutili.
- Presto portatela nell’infermeria della base.- ordinò Rebecca.
Max prese in braccio Liz, gli altri lo seguirono, Nikki prese la mano di Chris, le loro dita si intrecciarono.
- Le funzioni vitali sono al minimo, non so se ce la farà, sta succedendo come….- disse uno dei medici, ma fu interrotto da Nin, gli altri non vi fecero caso.
- Papà fa qualcosa, hai salvato molte altre volte la vita della mamma, a partire dalla sparatoria al Crash Down, devi salvarla.- Inveì Chris contro il padre.
- Non posso fare niente, ci ho provato, ma è tutto inutile.-
- Calmati ragazzo.- gli consigliò Rebecca.
- Calmarmi, non posso calmarmi, mia madre è li distesa, e non si sa se vivrà, siamo non si sa dove, i miei genitori sono ringiovaniti di quasi 18 anni in una sola notte, non sappiamo se ritorneremo mai a casa e lei, una perfetta sconosciuta mi dice di calmarmi.- urlò Chris.
- Chris, smettila.- disse Nikki piangendo, - mi stai facendo paura, e non è questo il momento più adatto per avere paura, quindi smettila.-
- Scusa amore, scusa.- sussurrò Chris stringendola a sé.
- Forse è meglio se ci dite da dove venite.- disse Laos.
- C’è un luogo più appartato dove potremmo parlare?- chiese Alex.
- Si, seguitemi.- tutti seguirono Nin, che li condusse in un’enorme sala con al centro un tavolo rotondo.
- Prego, sedetevi.- tutti si sedettero, la paura albergava in ognuno di loro, ma nessuno lo dava a vedere, fu Isabel che prese la parola.
- Noi veniamo dal 2020, e non sappiamo come ci siamo ritrovati qui, in questa Roswell dove Kivar è ancora vivo e da quanto ho capito ha conquistato anche la terra, mentre noi siamo morti.-
- Hai ragione, Kivar dopo aver conquistato Antar, ha conquistato anche la terra. Prima che Kivar giungesse qui, vivevamo felici, Tess aveva deciso di rimanere qui sulla terra sino a che Michael, Max e Isabel non avessero più avuto bisogno di lei, poi, sarebbe partita per tornare su Antar e grazie al granilith, avrebbe messo fine alla lunga guerra che da anni continuava ad esistere su Antar. Era il giorno del compleanno di Alex, quando fummo attaccati per la prima volta dall’esercito di Kivar. La gente correva dappertutto, e le navicelle continuavano a sparare. Mia madre assieme allo sceriffo Valenti, ai Parker, agli Evans, e ad altra gente, furono uccisi, uno dopo l'atro da Kivar in persona. Li aveva catturati mente stavano venendo qui, li uccise sotto i nostri occhi, voleva che ci arrendessimo e gli consegnassimo il granilith. Anche se il dolore era molto, decidemmo di non arrenderci. Una notte, Max, Michael e Isabel, tentarono di liberare i sopravvissuti, ma furono catturati, dopo averli torturati e tenuti prigionieri per qualche anno Kivar li fece giustiziare davanti al Crash Down, sapeva bene che avremmo tentato di liberarli, ma non fu possibile, Michael prima di morire gridò che anche se li uccideva i ribelli lo avrebbero sconfitto.- Rebecca iniziò a singhiozzare, Laos prese la parola.
- Da quando i sovrani sono stati giustiziati, abbiamo tentato in tutti i modi di sconfiggere Kivar ma senza risultati, e ora siete arrivati voi, e con voi la speranza della libertà. Prima Isabel ha parlato come se nella vostra realtà Kivar fosse morto, è vero?-
- Si, Kivar nella nostra realtà è morto. È stata una dura battaglia, ma alla fine abbiamo avuto la meglio. Eravamo al vecchio lago per allenarci con i nostri poteri, quando fummo attaccati da Kivar in persona, ci aveva colti alla sprovvista, e in pochi minuti ci aveva quasi sconfitto, poi, fece quello che non avrebbe mai dovuto fare. Con noi c’erano anche Liz, Maria ed Alex, si erano nascosti, ma lui li aveva individuati, quando pensava oramai di averci sconfitto, li colpì, in modo che potessimo vederli morire, poi qualcosa lo bloccò, sembrava spaventato in quell’istante, sentimmo una strana forza crescere dentro di noi, lo colpimmo ripetutamente con furia e violenza, finché di lui non restò che un mucchietto di polvere. Da quel giorno cambiammo vita, non utilizzammo più gran parte dei nostri poteri, cambiammo nell’aspetto, per quanto ci era possibile, in modo da non ricordare più. Maria ed Io ci siamo sposati e abbiamo due figlie, Kathleen e Nikki. Max e Liz, si sono sposati prima di noi e hanno anche loro due figli Chris e Crystel. E poi per ultimi Isabel e Alex che hanno un figlio Andrew.- rispose Michael.
- Quindi, se da voi Kivar è morto, potete aiutarci a sconfiggerlo anche qui.-
- Si, magari è questo il motivo per cui siamo finiti qui.- costatò Alex.
- Bene, forse vorrete riposarvi, vi mostro i vostri alloggi.- disse Tess alzandosi e dirigendosi verso la porta della grande sala.
Dopo che Max e gli altri se ne furono andati, nella stanza rimasero Nin, Laos e Rebecca, c’era una strana atmosfera attorno a loro, da quando gli altri se ne erano andati, nessuno di loro aveva più detto una parola finché…
- Perché non glielo hai detto?- chiese Laos.
- Cosa?-
- Chi siamo e di Alex, di Maria e della principessa.-
- Non l’ho ritenuto importante, e poi non sono ancora del tutto certa che loro non siano delle spie di Kivar.-
- Nin, ma ti rendi conto di cosa hai detto? Come fai a non essere sicura che quelli siano loro, hai visto cosè successo alla ragazza, è successa la stessa cosa a tua madre dieci anni fa prima che Max e gli altri morissero, e tu ti chiedi ancora se siano spie mandate da Kivar?.- le disse Rebecca.
- Con questo che vorresti dire, può essere solo un caso, una coincidenza.-
- E allora i nomi? Anche questi sono una coincidenza?-
- Glieli avrà detti qualcuno.-
- Nin, non ti riconosco più, nessuno sa che noi tre siamo per metà umani, loro hanno riconosciuto in noi Maria e Liz, tutti pensano che siamo degli alieni venuti da Antar, e che noi tre siamo morti in uno scontro a fuoco. Io credo che quei ragazzi dicano la verità, ed è giusto che anche noi raccontiamo loro tutta la verità.-
- Io sono d’accordo con Rebecca, Nin?-
- E’ stato un dolore troppo grande perdere mia madre e poi mio padre, e non so se mai potrò tornare quella che ero, ma so che non voglio che nessun altro al mondo provi il dolore che ho provato io, quindi si, mi avete convinto, gli racconteremo tutto, ma non ora. Ora dobbiamo pensare ad un modo per attaccare Kivar.-
- Si può?- chiese Nikki entrando nell’alloggio destinato a Max, Chris e Crystel.
- Certo, entra pure. Chris, se mi cerchi sono da tua madre.- disse Max uscendo assieme a Crystel.
- Allora come và?-
- Come vuoi che vada, mi sento a pezzi, e il fatto di non poter aiutare mia madre mi fa sentire una persona inutile.-
- Tu non sei inutile, senza di te io sarei persa.- disse sedendogli accanto e accarezzandogli la schiena. Lui le posò la testa sulle gambe, lei gli accarezzò i capelli, poi gli sussurrò:
- Tutto finirà presto, tua madre starà di nuovo bene e noi torneremo a casa.-
- Lo credi davvero?- la guardò in volto, gli piacevano i suoi occhi, gli piaceva perdersi nel suo sguardo, uno sguardo che gli dava sicurezza.
- Si ne sono sicura, e poi, ricordi cosa mi hai promesso? Qualsiasi cosa succeda, noi l’affronteremo assieme.- lo baciò, un bacio appassionante, che per qualche istante cancellò i loro dubbi, le loro paure, le loro insicurezze, che quell’esperienza stava facendo sorgere.

- Che c’è Kathleen?-
- Niente mamma, cosa vuoi che ci sia, a parte che non sappiamo dove siamo e se torneremo mai a casa, non c’è niente.-
- Kathleen, vedrai torneremo a casa, tutti quanti, e riprenderemo la nostra vita.-
- E ti sembra facile? Papà, non mi sembra che per il momento le cose stiano andando bene, e poi dopo quello che ci avete detto, dopo quello che è successo e che succederà pensi che riusciremo di nuovo ad avere una vita normale?- iniziò a piangere, si portò le ginocchia al petto e sfogò tutte le lacrime che aveva represso da quando questa storia era iniziata.
- Sfogati pure, io so cosa vuol dire affrontare quello che stai passando, e lo sa anche tua madre. Noi abbiamo affrontato queste battaglie che ora stai per affrontare da soli, senza i nostri genitori, solo noi sette contro l’universo, ma abbiamo vinto, e ci siamo pian piano ricostruiti una vita normale. Speravamo tanto che voi ragazzi non avreste mai passato quello che abbiamo passato noi, che l’FBI non vi catturasse mai, e che i nemici non vi attaccassero, e così è stato fino ad ora. Vi abbiamo fatto avere l’adolescenza che noi non abbiamo avuto, e ti prometto che non ti succederà mai niente. Tu, tua sorella, Chris, Crystel e Andrew non soffrirete mai come abbiamo sofferto noi, te lo prometto.- e strinse a se la figlia.
- Oh papà, ho tanta, tanta paura.-
- Non ti preoccupare, noi siamo qui con te.- le disse Maria accarezzandole i capelli.

- C’è qualcosa di strano.-
- Che cosa intendi dire Alex?-
- Non lo so, è una sensazione.-
- Non ci hanno detto tutto, primo che fine ha fatto l’Alex di questo tempo? E secondo il dottore stava per dirci qualcosa su zia Liz e invece Nin lo ha fermato, perché?-
- Forse era una cosa di poca importanza.-
- Mamma, l’hai vista la faccia del dottore in quel momento? Io si, ed era la faccia di uno che ha paura che qualcosa di brutto possa riaccadere, per me loro sanno che cosa ha zia Liz e non ce lo vogliono dire.-
- Spero che tu ti sbagli.-
- Lo spero anche io papà.-

I giorni passavano, ma Liz, non migliorava. Poi una sera, accadde ciò che Nin e gli altri speravano non accadesse, ma che gli diede modo di rivelare a Max e agli altri tutta la verità.
- Mi spiace, ma lei non può entrare.- disse una guardia bloccando l’ingresso a Max nell’infermeria.
- Ma lì c’è mia moglie, mi lasci passare.-
- Questi sono gli ordini.-
- Mi lasci passare.- urlò, poi intravide Liz, erano vestita in uno strano modo e c’era della gente attorno a lei.
- Che gli state faceno? Liz! - Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Gli altri sentendo le sue urla si erano precipitati da lui.
Nin si avvicinò a Max, gli appoggiò la mano sulla spalla, lui si voltò.
- Che gli state facendo, perché non posso andare da lei?-chiese, la voce incrinata dal pianto.
- Fateci passare.- Ordinò alla guardia che subito si scansò, Max corse da Liz. Nin si avvicinò alle persone che fino ad un attimo prima erano attorno alla ragazza.
- Vi avevo detto di non fare niente.-
- Ma regina, non c’è modo per salvarla, quindi noi pensavamo…-
- Voi pensavate sbagliato, un modo per salvarla c’è.-
- Mi dispiace contraddirla, ma quando è successo l’altra volta la donna è morta. Non c’è più niente da fare, voi non c’eravate, quindi non potete sapere…-
- Basta! Io c’ero, quella donna era mia madre.- disse Nin sollevandosi il cappuccio, tutti la fissarono stupiti, notando la forte somiglianza tra Nin e Crystel.
- O mio Dio.- riuscì a pronunciare solo uno dei medici.
- Quindi voi…- disse un altro indicando Laos e Rebecca, i quali sollevarono a loro volta i cappucci.
- Si, io sono la figlia di Michael e Maria e lui è il figlio di Isabel ed Alex, abbiamo finto la nostra morte per poter sconfiggere Kivar, ma il nostro piano ci si è ritorto contro.- Ci fu un lungo attimo di silenzio, le nuove rivelazioni avevano sconcertato tutti.
- Prima Nin ha detto che c’è un modo per salvare mia madre, qual è questo modo?- la voce di Chris distolse tutti dai loro pensieri.
- Le pietre.-
- Ma quelle pietre furono perse all’inizio di questa guerra, nessuno sa dove si trovino.-
- Aspettate un momento, quando questa mattina ci siamo svegliati qui, il Crash Down non era cambiato, giusto?- domandò Andrew.
- Si ma che centra?- chiese Kyle.
- Se niente è cambiato al Crash Down, le pietre dovrebbero essere dove le abbiamo nascoste.-
- Cos’è questa storia, non ditemi che voi ragazzi avete…- Michael fissò i quattro ragazzi che abbassarono lo sguardo.
- Ma vi è saltato il cervello?-
- È il posto più sicuro, papà, oramai è quasi un anno che le pietre sono nascoste lì e nessuno le ha mai trovate, quindi ora andiamo, le prendiamo, facciamo guarire zia Liz, uccidiamo Kivar e ce ne andiamo. Questo è il programma. Le ramanzine sulla responsabilità eccetera ce le farete quando torneremo.- disse Nikki.
- Non è prudente uscire adesso, andremo a prendere le pietre quando farà notte, potrebbero riconoscervi.- disse Laos.
- Riconosceranno di certo loro, non noi. Noi qui esistiamo ma non siamo noi, cioè in questo modo i figli dei regnanti sono tre, voi, e noi siamo in cinque, e poi, tutti qui credono che voi siate morti, quindi non presteranno attenzione a noi.- affermò Kathleen – Quindi saremo noi ad andare, adesso.-
- Ma …- Maria non potè nemmeno ribattere le ultime parole della figlia che questa insieme alla sorella, a Crystel, a Chris e ad Andrew erano già partiti.
"Fate attenzione" pensò Max.

Le ore passavano in fretta, era oramai giunta la sera, dei ragazzi non c’era ancora traccia. Nin si decisa finalmente a raccontare a Max e agli altri la verità.
- Se non vi dispiace, vorrei spiegarvi alcune cose. Vorrei farlo prima che i ragazzi tornino, perchè queste cose che sto per rivelarvi non è bene che le sentano anche loro.- disse Nin – Iniziamo dal principio. Su Antar esistono più lune. Una di queste è Nefasta la luna della speranza. Viene così chiamata dagli antariani perché su quel pianeta regnava una giovane principessa, Vaitla, la vera amata di Zan. Una leggenda narra che Zan, si era innamorato di questa principessa, dalla pelle candida e da un animo nobile. E anche se il suo destino era già stato scelto, aveva deciso di sposare la bella principessa. Ava però aveva intuito ciò che Zan voleva fare, quindi, per essere sicura di sposarlo, fece uccidere la principessa. Non contenta di ciò che aveva fatto, fece maledire l’amore tra Zan e Vaitla. Se le loro essenze, si fossero ritrovate, in un futuro, e l’amore fosse rinato, quando la principessa avesse compiuto trentasette anni, la sua essenza vitale l’avrebbe lasciata. Però, anche se aveva eliminato la sua nemica in amore, non si sposò mai con Zan, perchè il giorno del loro matrimonio Zan fu ucciso pochi minuti prima che questo avesse luogo. La leggenda dice anche che la pace tornerà solo quando la maledizione sarà annullata e Zan e Vaitla saliranno al trono, ecco perché Nefasta è detta la luna della speranza…..E ora questa maledizione sembra si stia ripercuotendo anche su Liz. C’era un unico modo per annullare la maledizione, le pietre. Purtroppo Max e gli altri non riuscirono a salvare mia madre, ma la fecero cadere in uno stato di sonno profondo, dal quale solo le pietre la possono destare…. Seguitemi.-
- Nin, ma che c’entra questa storia con il fatto che Liz sta male? E come hanno fatto a salvarla senza le pietre?- chiese Alex.
- Il fatto è che l’essenza vitale di Zan e della principessa si sono rincontrati… Liz è Viatla la principessa di Nefasta. Solo non capisco perché la maledizione l’abbia colpita adesso, infondo sembra così giovane.- disse Laos.
- Hai detto bene, sembra, io, Michael, e gli altri abbiamo in verità trentasette anni, tranne Liz che li compie, è più o meno una settimana che siamo qui, quindi fra tre giorni.- spiegò Max.
- Cioè oggi.- puntualizzò Alex.
- Ma…- Max non riuscì a proferire parola.
- Il tempo qui scorre in maniera diversa, si potrebbe dire che abbiamo un fuso orario di circa due giorni di differenza, e visto che oramai è notte fonda, facendo un due calcoli oggi, è il compleanno di Liz.- Tutti lo guardarono stupiti.
- Ho solo fatto due chiacchiere con qualche ribelle.-
Il resto del tragitto lo fecero nel più assoluto silenzio.

- Lasciala! Lasciala!-
- Dov’è la base?-
- Non lo so, non lo so.- disse tra le lacrime.
Alla fine, il carceriere uscì, lasciandoli soli nella cella.
- Un po’ rudi questi modi di tortura umani, ma se li avessi interrogati a modo mio, a quest’ora sarebbero già morti e sepolti.- commentò il carceriere con un'altra guardia.

Nin li condusse in una piccola stanza, la luce era tenue, le pareti erano spoglie, l’unico oggetto presente nella stanza era una capsula, posta al centro di essa. I ragazzi vi si avvicinarono. Dentro la capsula c’era una donna bellissima, i lunghi capelli corvini le ricadevano sulle spalle, indossava un prezioso abito color bianco perla con dei ricami di un azzurro intenso, sul cuore era posato un ciondolo, di un colore blu come il cielo, e profondo come il mare.
- Questa è mia madre, ho sempre sperato, un giorno, di trovare un modo per svegliarla, e forse grazie a voi potrà svegliarsi di nuovo e tornare a vivere, lei è tutto ciò che mi rimane della mia famiglia. Il dolore è stato troppo grande, perdere lei e mio padre nel giro di pochi anni mi ha distrutta, per molto tempo sono stata chiusa in me stessa, solo Rebecca, Laos e Tess, riuscivano a comprendermi, per tutti gli altri il mio dolore era dato dal fatto che io ero lontana dal mio pianeta, perché per tutti io ero la regina di Antar, salita al trono dopo la morte di Zan.-
- Ma prima uno dei medici ha detto che le pietre sono andate disperse all’inizio della guerra.- le ricordò Maria –allora com'è possibile che lei si sia per così dire salvata?-
- è la stessa domanda che ho fatto io prima, ma non vi ho ottenuto risposta.- disse Alex.
- Scusami, ora vi spiego, quello che è stato detto è vero, ma Max, era talmente disperato che fece una pazzia, anzi la facemmo tutti. All’inizio pensavamo che l’unico modo per risvegliare Liz fossero le pietre, ma poi scoprimmo che c’era un altro modo. La nostra essenza vitale. Ne donammo parte a Liz. Lei non si svegliò, ma almeno sapevamo che non era morta. Tre giorni dopo qualcuno disse che Kivar aveva ancora degli ostaggi in vita. Michael, Isabel e Max, decisero di salvarli, organizzarono il piano nei minimi particolari, ma qualcosa andò storto, gli uomini che erano con loro furono uccisi, e poi il resto lo sapete.- tentò di spiegare Tess.
- Che ne è stato dell’Alex di questa realtà?- Chiese Alex.
- Non lo sappiamo. L’ultima volta che lo vedemmo è stato all’incirca tre anni fa. Stava giocando nelle vicinanze della base con Leandra e con Maria.- spiegò Laos.- Leandra è figlia mia e di Rebecca. Come stavo dicendo, lui Maria e Leandra stavano giocando nei dintorni della base, non tornarono più, non sappiamo cosa sia successo, se siano stati attaccati o cosa, sappiamo solo che non tornarono più indietro. -
- Noi speriamo siano ancora vivi e che un giorno riabbracceremo la nostra bambina.- disse Rebecca, la voce rotta dal pianto.
- E tu Tess, perché non eri con Max e gli altri?- chiese indispettita Isabel.
- Ad ognuno di noi era stato affidato un compito. Michael aveva il compito di preparare le strategie d’azione, Isabel doveva tentare di scoprire i piani del nemico, Max, prendeva le decisioni e organizzava la vita alla base. Io avevo il compito di sorvegliare la famiglia reale. Per questo quel giorno non ero con loro, ero qui alla base a proteggere loro.- disse queste ultime parole indicando Laos, Nin e Rebecca. – Dal giorno in cui Isabel e gli altri sono morti mi sono sempre sentita in colpa per ciò che è successo, per il fatto che io non sia morta con loro, ma avevo giurato su Lein e Klay che avrei protetto la famiglia reale.-
- Chi sono Lein e Klay?- chiese Michael.
- Klay è il legittimo erede al trono di Antar, è mio fratello e…-Rispose Nin, ma fu interrotta da Rebecca che continuò:
- E Lein è la mia sorella gemella, lei e Klay sono morti.-
- E’ stato Kivar?- chiese Kyle.
- No, è accaduto prima che iniziasse la guerra, sono morti in un incidente d’auto, con loro c’eravamo anche io Nin e Rebecca, ma solo noi ci salvammo, nemmeno Max con i suoi poteri riuscì a salvarli.-rispose Laos.
- Ma…- Max stava per domandare qualcosa ma fu interrotto da Rebecca.
- Ne riparleremo domani con calma, ora è tardi.-
- Oramai è notte fonda, sto iniziando a preoccuparmi per i ragazzi.- disse Maria a Michael quando furono tornati nell’alloggio che era stato loro assegnato.
- Vedrai che tra un po’ saranno qui, e poi ricordati che si sanno difendere.- la tranquillizzò.
- Speriamo tu abbia ragione.- E si accoccolò tra le sue forti braccia.

- Chris, tu resta qui, controlla che nessuno tenti di entrare.- gli ordinò Crystel.
- Ma se aveste bisogno di me?-
- Se avremo bisogno di te urleremo.- gli rispose Nikki.-Andiamo!-
I quattro sparirono all’interno del locale, mentre Chris faceva la guardia fuori. Si precipitarono a passo sicuro verso il luogo dove erano nascoste le pietre, le recuperarono, si diressero verso le scale per uscire quando…
- Usciamo di qui, subito!- disse Kathleen.
- Che c’è?- chiese Andrew.
- Non lo so, ma c’è qualcosa di strano nell’aria, è stato tutto troppo semplice.-
- Ma dai, sarà solo suggestione.- Nikki che era davanti a lei, si girò e la schernì. Sul volto di Kathleen si disegnò un’espressione di terrore.
- Ah si, e allora quelli chi sono?- chiese spaventata Kathleen fra loro e l’uscita, vi erano una decina di guardie di Kivar.
- CHRIS!!!!!!!!!!!- urlarono tutti e quattro assieme. Chris, però non poteva aiutarli, lo avevano attaccato alle spalle, lui aveva tentato di respingerli, ma loro avevano avuto la meglio.
Il combattimento fu arduo, sembrava che gli assalitori non finissero mai, più loro ne uccidevano, più ne ricomparivano. Quando oramai la situazione sembrava precipitare, quando i nostri erano oramai allo stremo delle forze, Kathleen era troppo debole per continuare a combattere, ed era ferita seriamente, mentre Andrew e Nikki, anche con tutta la buona volontà, avrebbero resistito ancora per poco. Crystel allora, fece quello che le dettava il cuore.
Con una veloce ritirata, si rifugiarono nell’appartamento. Mentre Nikki e Andrew barricavano la porta alla meglio, Crystel fece comparire nelle sue mani il Granilith. Kathleen, era distesa ai suoi piedi, le mise tra le mani il cofanetto con le pietre.
- Di ai nostri genitori che gli vogliamo bene, e che torneremo presto da loro, tutti e quattro. Lo prometto.- poi Kathleen svenne. Nikki ed Andrew si avvicinarono a Crystel, le presero le mani e si concentrarono. Il corpo oramai esanime di Kathleen fiu avvolto da una forte luce, poi scomparve.
- Speriamo bene.- riuscì solo a pronunciare Nikki.
- Vedrai che sarà arrivata alla base tutta intera.- tento di tirarle un po’ su il morale Andrew.
In quel momento la porta fu sfondata. Per Crystel e gli altri, non c’era più niente da fare.
- Ma che…- disse Michael che era stato svegliato da una forte luce. Si stropicciò gli occhi, accese la luce e vide a terra il corpo di Kathleen.
- Maria, Maria svegliati!- urlò mentre si precipitava dalla figlia.
- Space Boy, ma che… o mio Dio Kathleen.- Maria corse dalla figlia.
- Che le è successo?- chiese mentre Michael la prendeva in braccio.
- Non lo so, è comparsa qui e basta, va a chiamare Max.- Maria come ipnotizzata rimase a fissare il corpo di Kathleen tra le braccia di Michael.
- Muoviti.- le gridò disperato.
Maria corse ad avvisare Max, che si precipitò nell’alloggio dell’amico, mentre Maria avvisava gli altri, anche se continuava a vedere davanti a se il corpo inerme di Kathleen.
Quando Max entrò, Kathleen era distesa sul letto, non muoveva un muscolo, Michael era inginocchiato accanto a lei, le teneva una mano, e … piangeva.
Max, si avvicinò cautamente, posò una mano sulla fronte di Kathleen e l’altra sul suo torace. I muscoli del suo viso si contrassero, gli occhi chiusi, le sue mani sprigionarono una leggere luminescenza.
Dopo pochi minuti, Kathleen si riprese, strinse la mano al padre, che appena la sentì muovere la abbracciò come non aveva mai fatto. In quel momento arrivarono anche gli altri. Maria vedendo che la figlia stava di nuovo bene, iniziò a piangere e andò da lei. Fu Isabel a rompere quel momento di felicità, temendo il peggio per gli altri ragazzi.
- Dove sono gli altri?- chiese prudentemente.
Kathleen non riuscì a trattenere le lacrime, rivide il volto di sua sorella, rivide Andrew mentre veniva colpito per difenderla, rivide il momento prima di svenire, quando Crystel le affido le pietre e le promise che sarebbero tornati, tutti.
Max, vedendo la reazione di Kathleen alla domanda di Isabel, capì che qualcosa era andato storto, che i ragazzi erano in pericolo. Oramai anche gli altri avevano capito, però nessuno osava chiedere conferma.
- Io, avevo detto che era stato tutto troppo facile…... ma Nikki, ha replicato che era una sensazione frutto della mia immaginazione…… poi, li abbiamo visti……… Chris, gridavamo il suo nome……. Era fuori……. Mi hanno colpito più volte….. Andrew mi ha difeso…….. e…… Nikki urlava….. poi… Crystel è caduta….. sangue….. tanto sangue…… io gridavo….. quegli uomini continuavano a sparare………. siamo andati nell’appartamento…….. ero la più debole…… le pietre……. Crystel mi ha promesso che torneranno….. e…..e… che vi vogliono bene……. mi ha dato le pietre, poi ……… il cerchio… la luce…… la porta veniva sfondata…… e poi….poi….. non ricordo più niente….. io, …io…dovevo capirlo….è stata colpa mia….. – era terrorizzata, in stato confusionale, Max e gli altri la ascoltarono senza fiatare, lei parlava a fatica, la voce le si smorzava in gola a causa delle lacrime.
- Tranquilla, tranquilla, è tutto finito, vedrai tua sorella e gli altri se la saranno cavata.- tentò di consolarla Maria anche se nemmeno lei credeva molto a quello che diceva. Michael prese la scatola che Kathleen stringeva a se quando la aveva trovata sul pavimento, l’aprì. Una luce azzurrina si sprigionò in tutta la stanza, poi lentamente si attenuò. La scatola conteneva le pietre.
L’entusiasmo era tanto, ma era misto a paura per la sorte dei ragazzi e a rabbia, per quello che Kivar aveva fatto.
Michael porse la scatola a Max, Kathleen si era un po’ calmata, quindi decisero di entrare in azione, non avrebbero permesso a Kivar di fare del male ai loro figli. Bastò un’occhiata, per la decisione, erano tutti d’accordo. Kivar aveva le ore contate. Michael prese in braccio Kathleen, la ragazza era ancora sconvolta, ma non voleva essere lasciata da parte.
Si diressero a passo deciso verso la stanza dell’infermeria dov’era Liz, Max la sollevò e con gli altri andò alla stanza delle capsule. Una volta lì, i sei ragazzi formarono un cerchio, attorno al corpo di Liz, ognuno stringeva in mano una pietra, gli occhi chiusi e i loro ricordi fluivano in Liz.
Dopo pochi istanti quando riaprirono gli occhi si trovarono in mezzo al deserto, erano disposti a formare una stella a più punte, al centro della quale stava Liz.
Il primo ad andarle incontro fu Max, le si avvicinò e la baciò. Le loro anime, le loro menti si fusero in un tutt'uno, Liz rivide la nascita dei suoi figli, rivide se stessa ragazza, come la vedeva Max, vide tutto l’amore che provava per lei.
Fu la volta di Maria, abbracciò forte l’amica, in Liz scorsero le immagini di loro due al Crash Down, con la divisa da cameriera, o quando restava alzate sino all’alba a parlare, e parlare.
Michael non aveva mai aperto il suo cuore a nessuno, tranne che a Maria, ma lo fece anche con Liz, rivisse con lei i momenti che avevano condiviso, quando lui le aveva preso il diario, o quando scherzavano durante i turni al Crash Down, perché dopo tutto quello che lei aveva fatto per loro, Michael aveva capito che lei era una vera amica, che non li avrebbe mai traditi, nemmeno nei momenti più difficili, per questo la stimava molto.
Alex le fece rivivere il loro primo incontro a scuola e la nascita della loro amicizia.
Kyle invece le fece rivivere il loro primo bacio, e alcune delle volte in cui si erano trovati assieme dopo l’arrivo dei "cecoslovacchi".
Isabel le fece rivivere il momento più bello che avevano passato assieme, erano ancora tutti al college, e siccome quel giorno né lei né Liz avevano voglia di andare a lezione, se l’erano svignata per passare tutto il giorno al centro commerciale.
Per ultima toccò a Kathleen che le trasmise tutto il bene che le voleva.
iz si sentì rifiorire, attorno a lei c’erano le persone che amava di più, perché anche se non erano presenti con il corpo, Crystel, Chris, Niky e Andrew, erano presenti con lo spirito, perché in ogni ricordo che aveva rivissuto, aveva sentito anche la loro forza.
Liz riaprì gli occhi, tutti le si gettarono addosso, rischiando di farla morire soffocata.
Non capiva perché Maria stesse piangendo come una fontana e perché Max continuasse a ripetere che l’amava, sentiva solo una sensazione di benessere, e una grande forza che le veniva dal cuore, era questo tutto ciò che Liz sapeva, non si ricordava come fosse arrivata li o che cosa fosse successo negli ultimi giorni, ma dall’espressione di Max e degli altri, e dal fatto che Crystel, Chris, Nikki e Andrew, non erano lì, un minaccioso pensiero le attraversò la mente, che trovò conferma nello sguardo di Max.

Continua...

Scritta da Valentina


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