Erano oramai passati quasi vent’anni, da quando Tess era
partita dalla terra per giungere su Antar e ristabilire la pace su quel
pianeta, oramai distrutti da anni e anni di combattimenti.Anche Max, il
legittimo sovrano di Antar, Isabel, sua sorella e Michael il suo fidato braccio
destro, avrebbero dovuto far ritorno come Tess al loro pianeta d’origine, ma
erano rimasti sulla terra perché si erano innamorati di tre terrestri, Liz,
Alex e Maria, che per loro avevano affrontato la legge, i genitori, e avevano
rischiato più volte la vita, e ora, a quasi vent’anni dal giorno della fine,
dall’ultima battaglia dove avevano sconfitto Kivar, dal momento in cui Tess se
ne era andata, le cose erano molto cambiate…
La sera era oramai calata, il CrashDown quel giorno era
chiuso, e Max e gli altri ne avevano approfittato per fare una piccola festa
privata.
- Is cambia Cd, mi sono stancato di questa musica.-
- Ehi Michael, a me piace questa musica… Is non cambiare Cd.- contestò Maria.
- Allora decidetevi voi due, non abbiamo tutta la sera per decidere che cd
ascoltare!- protestò Isabel
- Tesoro, lo so che ti piace questa musica, ma vorrei ballare una canzone
lenta, così da potere stringere mia moglie tra le mie braccia.- le rispose
Michael prendendole il viso tra le mani.
- In questo caso… Is cambia il cd e mettine uno di musica lenta, ti prego.-
disse Maria continuando a fissare Michael negli occhi.
- Finalmente vi siete decisi, eccovi accontentati.- Is inserì un cd nello
stereo, e alzò il volume, poi alzò la mano e la luce diminuì.
- Questa è l’atmosfera adatta.- costatò soddisfatta.
- Signora Withman mi concede questo ballo?-
- Certo signor Withman, con vero piacere.- E anche lei e Alex iniziarono a
danzare stretti stretti.
- Max, tu e la tua signora non ballate?- chiese Kyle, che se ne stava
appoggiato al bancone e osservava gli altri ballare.
- Non adesso.- gli rispose Max.
- In questo caso…- disse avvicinandosi al tavolo dove erano seduti Max e Liz.
- Mi concede questo ballo?- chiese porgendo la mano a Liz.
- Con molto piacere.- rispose Liz, e poco dopo stava già ballando con Kyle,
mentre Max la guardava dal tavolo dove era seduto.
I balli continuarono, lenti e non, Kyle se ne era andato da
una mezz'oretta quando…
- Ma bravi, noi vi lasciamo soli e voi organizzate una festa, bravi.- disse
divertito Chris.
- Chris, che ci fate qui?- chiese Max stupito di vedere il figlio.
- Be', papà, avevamo fame e abbiamo finito la benzina della jeep, e non abbiamo
trovato un benzinaio aperto a quest’ora ed infine, siccome sulla moto di zio
Michael non si può stare in quattro ma soprattutto non abbiamo le chiavi,
abbiamo deciso di passare il resto della serata qui, ma vedo che il locale è
già occupato, quindi io e Nikki se zio Michael ci dà le chiavi della moto
toglieremo il disturbo, perché abbiamo qualcos'altro di più importante da
fare.- disse questo abbracciando Nikki.
- Ecco le chiavi, ma trattala bene.- disse Michael.
- La moto o Nikki?-
- Tutte e due, e ricordati, che anche se state insieme da oramai quasi un anno
non osate tornare con qualche regalo.-
- Michael mi sembri mia madre, comunque hai ragione, e tu ragazzina, fai
attenzione.- disse Maria.
- Ma mamma andiamo solo a fare un giro.- le rispose Nikki.
- Curioso, è la stessa scusa che usavo io con tua nonna quando passavo la notte
con tuo padre, quindi non pensare di fregarmi. Unica raccomandazione, visto che
sappiamo cosa provate, come vi sentite, fatte attenzione. E tu Chris, fai
soffrire la mia…-
- …bambina e puoi ritenerti morto.- concluse Chris – lo so benissimo, me lo
ripetete ogni volta che esco con Nikki.-
Andrew si mise a ridere.
- Tutto questo discorso vale anche per voi due.- disse Isabel indicando prima
il figlio e poi Kathleen. Intanto Chris e Nikki se l’erano svignata.
- Non vi preoccupate, noi stasera stiamo qui, visto che quegli altri due si
sono fregati la moto!- protestò seccata Kathleen.
Lei e Andrew salirono al piano superiore.
- Sono esattamente come eravamo noi alla loro età.- disse Liz.
- Già, tranne che per il fatto che noi alla loro età eravamo già adulti, e
rischiavamo quasi ogni giorno la vita.- pensò a voce alta Alex.
- Ma almeno è servito a qualcosa, visto che loro ora possono crescere
tranquillamente, divertirsi e vivere nella spensieratezza, non come noi, che
avevamo sempre paura.- replicò Isabel.
- Ora si è fatto tardi, è meglio tornare a casa.- disse Max evitando così
ricordi dolorosi a tutti.
- E’ vero, è meglio che andiamo.- lo assecondò Alex.
- Ci vediamo domani.- li salutarono Michael e Maria.
- Ciao.- li salutarono gli altri.
Le due coppie si diressero verso le proprie auto, per poi
dirigersi a casa.
- Dai Liz, non mi prendi!-
- Scommettiamo?-
- Forza mamma!-
- Così tifi per la mamma… adesso ti prendo…-
- No papà…- Max la inseguì per la base, mentre Liz inseguiva lui.
- Presa!-
- Preso!-
- Ha vinto la mamma.-
- Non sei un giudice di parte!-
- Lo sa, ma tra donne, come si dice, ci si aiuta.- gli rispose Liz.
- Non vale, siete due contro uno!-
- Lo sappiamo.- ed iniziarono a fargli il solletico.
- Max…-
- Che c’è amore?.-
- Stavo ripensando a quello che è successo quella notte.-
- Avevamo detto che non ne avremmo più parlato.- Max si fece serio.
- Lo so, ma forse sarebbe ora di raccontarlo ai nostri figli, infondo sanno
della vostra origine e se la cavano ad usare i poteri, forse sarebbe ora di
dirgli anche il resto.-
- Forse hai ragione tu, comunque ora siamo arrivati a casa, ne parleremo domani
con gli altri e poi decideremo.-
- Va bene.- disse Liz scendendo dalla macchina.
- Liz, lo sai che ti amo?-
- Si, e ti amo anche io.- detto questo lo baciò.
- Entriamo in casa signora Evans, stanotte sarai mia.- disse divertito Max.
Liz rise a sentire quelle parole, anche se erano sposati da molto e avevano due
figli, erano ancora degli eterni innamorati.
- Ehi, Space Boy, che intenzioni hai con tua figlia?-
- A proposito di cosa?-
- A proposito del fatto che hai passato si e no due ore con lei da quando la
guerra è iniziata.-
- E allora? Qual è il problema?-
- La guerra è iniziata quasi cinque anni fa, ecco qual è il problema, e poi lei
pensa che tu la incolpi della morte di Lein.-
- Ma tesoro, lo sai che non è vero e…-
- Ma tesoro un corno, sono giorni che non veniamo attaccati, e lo devi
dimostrare a lei, non a me, io lo so che non la incolpi, ma da quando la guerra
è iniziata, ti sei allontanato da lei…Michael, io voglio che mia figlia abbia
una vita normale nei limiti del possibile, in questa situazione, non mi sembra
di chiedere troppo, voglio solo che Rebecca possa passare del tempo con suo
padre. Tu, quindi, oggi starai con tua figlia, e questo è quanto! … Tesoro,
oggi passerai la giornata con tuo padre, sei contenta?-
- Wow! Dai, andiamo ai laboratori tattici, ti prego.
- Ma…- Michael guardò la figlia, che gli stava facendo gli occhi dolci per
essere accontentata e ripensò al discorso di Maria. – Oh, e va bene.-
- Evviva! Ciao mamma, ci vediamo più tardi.-
- Divertitevi!-
- Ci puoi contare!-
"Maria, questa me la pagherai" pensò Michael, ma infondo era contento di
passare del tempo con sua figlia.
- Maria…- chiamò Michael salendo i gradini della scala che
portavano all’appartamento sopra il locale, dove una volta viveva Liz.
- Maria?! Dove sei?- chiamò ancora alzando un po’ la voce.
- Shh! Michael sono qui.-
- Che ci fai davanti alla porta della camera di Kathleen?- le chiese
raggiungendola.
- Guarda, non sono un amore, mi ricordano te e me alla loro età.- Kathleen e
Andrew si erano addormentati, l’uno nelle braccia dell’altra.
- Hai ragione, lasciamoli dormire.- detto questo chiuse la porta della camera e
si diresse con Maria nella loro camera da letto.
- Non ti sei mai pentito?- chiese Maria ad un tratto.
- Di cosa?- le domandò per tutta risposta affacciandosi dal bagno.
- Di questo, di avermi sposato, di essere rimasto sulla terra.-
- Maria, ma che cosa stai dicendo? Io sono l’uomo più felice del mondo, e se
potessi lo rifarei, rimarrei qui sulla terra solo per non perderti, ti
risposerei altre mille volte. Tu, Kathleen e Nikki siete le cose più importanti
della mia vita, certo, mi è dispiaciuto un po’ il fatto di non avere figli
maschi, ma questo non conta, perché abbiamo due figlie stupende, che sono il
frutto del nostro amore e che nessuno potrà mai portarci via, anche se…-
- Anche se…-
- Anche se a volte siete insopportabili, tutte e tre!.- le rispose Michael.
- Ah, è così, ora te la faccio vedere io.- E gli tirò un cuscino. Lui le corse
incontro, lei andò dalla parte opposta del letto.
- Se ti prendo io ti… ti…- Maria gli si avvicinò.
- Se mi prendi cosa mi fai?-
- Ti bacio… e ti bacio… e ti bacio.-
- Mamma, papà, guardate.-
- Carino, ma che cos’è?- chiese Isabel.
- È la mia ultima invenzione, si chiama XY 1782 PLZ.-
- In parole povere?- chiese Isabel che non aveva capito niente dal nome.
- È un sondor-flaser.-
- In parole poverissime?- chiese Isabel esasperata, mentre Alex iniziava a
ridere.
- è una specie di pistola che emana un raggio che ha le qualità di un raggio
faser e di uno laser, solo che utilizza le onde sonore luminose.-
- Mi sta venendo un cerchio alla testa. Hai sbagliato ramo della famiglia, se
vuoi che qualcuno ti ascolti parlane con tuo padre, io mi limito ad usarle, e
non so niente su come siano costruite e…- disse posando una mano sulla spalla
del figlio.
- Ma è facile da spiegare!-
- …E non mi interessa. In ogni caso bell’invenzione.-
- Grazie mamma!- Alex intanto era piegato in due dalle risate.
- Alex, mi sembra un sogno.-
- Cosa?-
- Che siano quasi vent'anni che non veniamo più attaccati, che io e te ci siamo
sposati e che abbiamo un figlio.-
- Sembra un sogno, ma invece è la realtà.-
- E niente potrà mai cambiarla.-
- Niente.-
- Chris.-
- Che c’è?- chiese continuando a baciarla.
- Fermati un attimo.-
- Cosa succede?-
- Succede che ho paura!-
- L’abbiamo fatto altre volte!-
- Ma non di quello, cretino, ho una strana sensazione, che stia per succedere
qualcosa.-
- Be, qualsiasi cosa sia, l’affronteremo assieme.-
- Prometti?-
- Prometto! Ora, dove eravamo rimasti?-
- A questo punto, mi sembra.- disse baciandolo.
LA MATTINA DOPO
- Ahhhhhhhhh!-
- O mio dio, Liz cosa ti è successo?-
- Cosa è successo a te, piuttosto, guarda.- Gli porse uno specchio.
- Ho l’aspetto di quando avevo 19 anni, e non solo io, guardati.- Liz si
specchiò.
- Max, ma che ci è successo?-
- Non lo so, ma non mi piace, chiamiamo gli altri e diciamoli di incontrarci
tra venti minuti al Crash Down.-
Così Liz chiama Maria, e Max Isabel, ma anche agli altri quattro era successa
la stessa cosa.
AL CRASHDOWN
- Ma come è potuto succedere, e poi perché abbiamo l’aspetto
di quando avevamo 19 anni? – chiese spaventata Maria.
-Non lo so, ma non mi piace.- le rispose Max.
Nessuno osò parlare per parecchi secondi, che sembrarono durare un eternità, fu
Liz a rompere quel fastidioso silenzio.
- Aspettate, 19 anni, è quando è finita la nostra vecchia vita, quando abbiamo
sconfitto Kivar, infatti, ognuno di noi è esattamente come era prima che ciò
accadesse, Max e Michael hanno i capelli lunghi, Maria, ha i capelli castani,
come Isabel, anche se ieri sera li avevano una biondi e l’altra neri, Alex ha
di nuovo anche lui i capelli più lunghi e io ho di nuovo i capelli neri e non
più biondi, è come se fossimo tornati indietro.-
- Come se non avessimo mai sconfitto Kivar.- sussurrò Alex.
- Esatto.- confermò Liz.
- Dove sono i ragazzi?- chiese ad un tratto Isabel.
- Sono nella stanza di Kathleen, o almeno erano lì fino a poco tempo fa.- le
rispose Maria. I sei ragazzi corsero verso la stanza di Kathleen, aprirono la
porta e…
- Al tre entriamo... uno… due… tre-
Le guardie entrarono nella fortezza, intorno a loro non c’era anima viva.
- È tutto troppo tranquillo, finora non abbiamo visto nemmeno una guardia, è
tutto troppo semplice.-
- Forse abbiamo scelto il giorno di riposo delle guardie per attaccare!-
- Ma sai fare solo battute cretine e soprattutto nei momenti meno adatti?-
- Era per smorzare la tensione.-
- Smettetela voi due di litigare. Troviamo i prigionieri e filiamo via.-
- Attenti!- gridò qualcuno.
- Proteggete i …- gridò qulcun’altro, ma non finì in tempo la frase che cadde a
terra morto.
I colpi partivano da tutte le parti, era facile essere colpiti, poi…
- E voi chi diavolo siete?- chiese Nikki alzandosi di
scatto.
- Per fortuna state bene.- disse Maria.
- Ripeto la domanda, voi chi siete?-
- Tesoro, sono tua madre.- disse Liz avvicinandosi a Chris.
Quest’ultimo alzò lo scudo difensivo.
- Mia madre non è così giovane, lei sembra una ragazzina.- rispose il ragazzo.
- Andrew devi credermi, siamo noi.-
- Allora faccio questa domanda a chi di voi dovrebbe essere Maria, cosa mi dice
ogni volta che vengo a prendere sua figlia per portarla fuori?- chiese Chris.
- Fai soffrire la mia bambina e puoi ritenerti morto!- rispose Maria seccata
per la domanda.
- Ok, vi crediamo, solo la vera Maria può dire quella frase con quel tono.-
commentò mentre abbassava lo scudo difensivo.
- Però magari, ora che abbiamo capito chi siete, vi dispiacerebbe dirci che
cosa vi è successo?- domandò Andrew.
- Magari lo sapessimo.- rispose Alex.
- Max.- disse Liz., i due si scambiarono una profonda occhiata.
- Ragazzi è ora di raccontare ai nostri figli la verità.-
- Forse è troppo presto.- protestò Isabel.
-Is, hai visto come siamo? Siamo tornati dei diciannovenni, se non è questo il
momento migliore, quando lo sarà, quando non ci saranno più speranze, quando ci
vedranno morire? Quando Is, quando?- le urlò contro Michael.
- Non lo so, quando, so che non voglio rovinare la vita di mio figlio, come so
che non lo volete neanche voi, e dicendoglielo è questo che faremo.- disse
piangendo.
- Amore calmati, hanno ragione loro, potremmo di nuovo essere attaccati da
Kivar, ed è meglio che loro sappiano, in modo che possano difendersi, ed è un
loro diritto sapere tutta la verità.- tentò i tranquillizzarla Alex.
- Fermi, fermi, ci siamo persi qualcosa? Di che verità state parlando?- chiese
incuriosita Kathleen.
- Che io, Isabel e Max siamo di origine aliena lo sapete.- i quattro ragazzi
annuirono, Michael continuò – E sapete anche come noi sei ci siamo conosciuti,
cioè della sparatoria al Crash Down quando Max salvò per la prima volta la vita
a Liz.– i ragazzi annuirono nuovamente.
- Bene, allora è giunto il momento di raccontarvi ciò che è accaduto quando
avevamo 19 anni, della nostra battaglia decisiva e...-
- Crystel!- lo interruppe Liz.
- Che centra Crystel adesso?- chiese Alex mentre tutti guardavano Liz.
- Crystel doveva tornare oggi dall’università per passare le vacanze tra un
semestre e l’altro qui a Roswell!-
- E a che ora doveva arrivare?- chiese Maria.
- Mezz'ora fa, dobbiamo andare a casa ed avvertirla.- disse Liz guardando Max.
- Non potete uscire da qui così come siete, andremo io e Chris.- propose Andrew.
In quel momento qualcuno bussò alla porta. Kathleen e Nikki andarono ad aprire
mentre gli altri restarono nascosti nella camera di Kathleen.
- Chi è?- chiese Nikki.
- Sono lo sceriffo, sono Kyle, apri.-
Nikki aprì la porta, e si ritrovò di fronte un ragazzo di 19 anni.
- Dove sono i tuoi genitori?-
- Non… non sono in casa.- balbettò Kathleen.
- L’unica cosa che non avete preso dai vostri genitori è il saper mentire, so
benissimo che sono qui, e so che ci sono anche i Withman e gli Evans, ho visto
le loro auto parcheggiate qui fuori.- disse Kyle sempre più alterato, Maria
uscì dalla stanza di Kathleen seguita da tutti gli altri.
- Che diavolo è successo, perché ho di nuovo l’aspetto di un diciannovenne?-
urlò Kyle.
- Non lo sappiamo, ma pensiamo centri con la sconfitta di Kivar, come se il
tempo par noi sette fosse tornato indietro e Kivar non fosse mai stato
sconfitto.- spiegò velocemente Alex.
- Ah… in ogni modo, non siamo tornati indietro nel tempo.- puntualizzò Kyle.
- E come fai ad esserne certo?- chiese Michael.
- Hai visto Roswell questa mattina? È tutto diverso, siamo a Roswell, ma non
nella nostra Roswell, guardate.- si avvicinò ad una finestra.
- Vedete, non mi sembra che da noi l’erba sia viola e in cielo risplendano due
soli, e poi…-
- E poi…- ripeterono gli altri.
- E poi, la strada da casa mia a qui l’ho fatta a piedi, e sembra che nessuno
si sia accorto che ho l’aspetto di un diciannovenne, però, siamo in un certo
senso tornati indietro nel tempo, perché qui è il 2002.-
- Ok, adesso sappiamo qualcosa in più. Allora, tutti assieme andiamo a casa
Evans a prendre Crystel, e poi andiamo nella Stanza delle capsule, sperando che
in questa Roswell esista. Andiamo.- disse Michael.
- Allora dov’è la base dei ribelli?-
- Non lo so.-
- Visto che le torture non servono a niente, cambiamo metodo. Portate qui la
donna e la bambina.-
- No, loro lasciale stare.-
- Vediamo se così ti deciderai a collaborare.-
- Eccole. Allora, da chi vuoi che cominciamo? Da questa bella bambina o da
lei?- disse tirando per i capelli la donna.
- Lasciale andare, non so dove sia la base dei ribelli, ma anche se lo sapessi,
non te lo direi!-
- Ah, è così. Portate via la bambina, noi due invece ci divertiremo un po'.-
disse quest’ultima frase rivolto alla donna, poi prese a picchiarla. Più lei
urlava più lui picchiava forte.
Si diressero tutti a casa Evans, e per fortuna trovarono
subito Crystel, che dopo un attimo di smarrimento, li seguì alla stanza delle
capsule nel deserto.
- Chi siete?- una voce alle loro spalle li fermò proprio mentre stavano per
salire verso l’entrata della grotta. Si voltarono e videro Tess.
- Tess? Ma che ci fai qui, tu dovevi essere su Antar a…-
- Come fate a sapere il mio nome e da dove vengo?-
- Tess siamo noi, sono Isabel, ricordi?-
- E’ impossibile, Isabel e la sua famiglia sono morti, sette anni fa.-
- Ragazzi io inizio ad avere un po’ di paura.- disse Maria sempre più stretta a
Michael.
- Tess, siamo noi, non siamo morti!- esclamò esasperata Liz.
- Siete agenti mandati da Kivar per farmi dire dov’è nascosto il granilith,
confessate.-
- No, noi sappiamo benissimo dov’è il granilith.- le rispose Michael.
- Ah sì, e dov'è?-
- In cima a questo pendio c’è una grotta, l’entrata si può aprire solo con
l’impronta delle nostre mani, dietro le capsule, c’è la stanza del granilith.-
disse Max.
- Solo i sovrani… sapevano della grotta, quindi, non siete morti? Ma come è
possibile, io… io… io ero presente alla vostra esecuzione.-
- Forse in questa Roswell noi siamo morti, ma non nella nostra.- sussurrò Liz
che tratteneva a stento le lacrime.
- Seguitemi.- disse loro Tess. La seguirono fino ad una grotta, nascosta nel
deserto, vi entrarono, e rimasero stupiti da quel che videro, una base segreta.
- Questa è la base dei ribelli, aspettatemi qui.- ordinò loro. Mentre Tess si
allontanava verso l’interno della base, loro ammiravano le immense tecnologie
che li circondavano. Dopo poco tempo, Tess era di ritorno accompagnata da due
donne ed un uomo, che portavano dei lunghi mantelli con cappuccio, a causa dei
quali non si poteva scorgere il loro viso.
-Papà.- sussurrarono Nikki e Kathleen stringendosi forte a Michael.
- Chi sono queste persone?- chiese una delle due donne.
- Nin, Rebecca, Laos, queste sono le persone di cui vi ho accennato, quelle che
sostengono di essere i sovrani di Antar.-
- È impossibile, i sovrani sono morti sette anni fa, sono degli impostori,
arrestateli e uccideteli.- disse l’uomo. I ragazzi furono catturati da delle
guardie armate, e stavano per essere condotti lontano da quelle persone, quando
Max e Michael urlarono.
- Liz!- -Maria!-
Le due donne si voltarono.
- Fermi!- urlò Nin.
- Tu mi hai chiamato Liz, come fai a conoscere questo nome?- chiese rivolta a
Max.
- Perché questo è il tuo nome, perché è il nome di mia moglie.- Urlò il
ragazzo.
- E tu?- chiese Rebecca a Michael.
- Lo stesso, e non diteci che non sono i vostri veri nomi, potete mascherarvi,
cambiare nome, ma rimarrete per sempre le persone che amiamo.- le rispose
Michael.
- Mi dispiace deludervi, ma Liz è morta circa dieci anni fa, e Maria tre anni
fa.-disse Rebecca
Su tutti cadde il silenzio, Rebecca, e Nin non sapevano se credere o no a ciò
che i due ragazzi avevano appena detto loro, solamente Tess, Laos e i sovrani
di Antar conoscevano quei nomi, per tutti gli altri, non esistevano, erano solo
una leggenda.
Fu Crystel a rompere il silenzio.
- Papà! La mamma!- gridò, riscuotendo tutti dai loro pensieri.
- Max…- sussurrò Liz prima di acasciarsi al suolo.
- No, non puoi morire, hai promesso a tua figlia che saresti
tornato, ricordi?-
- Scappate.- riuscì a malapena a sussurrare.
- No, io non ti lascio qui, sei il mio sovrano nonché il mio migliore amico, e
ho giurato sul corpo di Liz che ti avrei protetto ad ogni costo, quindi non ti
lascio.- si caricò l’amico in spalla e assieme ad Isabel tentò di uscire, ma
non ritornarono mai a casa, due colpi li stordirono a pochi passi dalla
salvezza.
- Liz!- chiamò Max. La ragazza era svenuta.
- Lasciateli!- ordinò Nin alle guardie.
Max corse da Liz, tentò in tutti i modi di far riprendere la ragazza, ma non
succedeva niente.
- Liz!- -Mamma!- Continuavano a chiamare Max, Chris e Crystel. Gli altri
guardavano la scena stupiti. Lui continuava a tentare di far rinvenire Liz, ma
i suoi tentativi erano tutti inutili.
- Presto portatela nell’infermeria della base.- ordinò Rebecca.
Max prese in braccio Liz, gli altri lo seguirono, Nikki prese la mano di Chris,
le loro dita si intrecciarono.
- Le funzioni vitali sono al minimo, non so se ce la farà, sta succedendo
come….- disse uno dei medici, ma fu interrotto da Nin, gli altri non vi fecero
caso.
- Papà fa qualcosa, hai salvato molte altre volte la vita della mamma, a
partire dalla sparatoria al Crash Down, devi salvarla.- Inveì Chris contro il
padre.
- Non posso fare niente, ci ho provato, ma è tutto inutile.-
- Calmati ragazzo.- gli consigliò Rebecca.
- Calmarmi, non posso calmarmi, mia madre è li distesa, e non si sa se vivrà,
siamo non si sa dove, i miei genitori sono ringiovaniti di quasi 18 anni in una
sola notte, non sappiamo se ritorneremo mai a casa e lei, una perfetta
sconosciuta mi dice di calmarmi.- urlò Chris.
- Chris, smettila.- disse Nikki piangendo, - mi stai facendo paura, e non è
questo il momento più adatto per avere paura, quindi smettila.-
- Scusa amore, scusa.- sussurrò Chris stringendola a sé.
- Forse è meglio se ci dite da dove venite.- disse Laos.
- C’è un luogo più appartato dove potremmo parlare?- chiese Alex.
- Si, seguitemi.- tutti seguirono Nin, che li condusse in un’enorme sala con al
centro un tavolo rotondo.
- Prego, sedetevi.- tutti si sedettero, la paura albergava in ognuno di loro,
ma nessuno lo dava a vedere, fu Isabel che prese la parola.
- Noi veniamo dal 2020, e non sappiamo come ci siamo ritrovati qui, in questa
Roswell dove Kivar è ancora vivo e da quanto ho capito ha conquistato anche la
terra, mentre noi siamo morti.-
- Hai ragione, Kivar dopo aver conquistato Antar, ha conquistato anche la
terra. Prima che Kivar giungesse qui, vivevamo felici, Tess aveva deciso di
rimanere qui sulla terra sino a che Michael, Max e Isabel non avessero più
avuto bisogno di lei, poi, sarebbe partita per tornare su Antar e grazie al
granilith, avrebbe messo fine alla lunga guerra che da anni continuava ad
esistere su Antar. Era il giorno del compleanno di Alex, quando fummo attaccati
per la prima volta dall’esercito di Kivar. La gente correva dappertutto, e le
navicelle continuavano a sparare. Mia madre assieme allo sceriffo Valenti, ai
Parker, agli Evans, e ad altra gente, furono uccisi, uno dopo l'atro da Kivar
in persona. Li aveva catturati mente stavano venendo qui, li uccise sotto i
nostri occhi, voleva che ci arrendessimo e gli consegnassimo il granilith.
Anche se il dolore era molto, decidemmo di non arrenderci. Una notte, Max,
Michael e Isabel, tentarono di liberare i sopravvissuti, ma furono catturati,
dopo averli torturati e tenuti prigionieri per qualche anno Kivar li fece
giustiziare davanti al Crash Down, sapeva bene che avremmo tentato di
liberarli, ma non fu possibile, Michael prima di morire gridò che anche se li
uccideva i ribelli lo avrebbero sconfitto.- Rebecca iniziò a singhiozzare, Laos
prese la parola.
- Da quando i sovrani sono stati giustiziati, abbiamo tentato in tutti i modi
di sconfiggere Kivar ma senza risultati, e ora siete arrivati voi, e con voi la
speranza della libertà. Prima Isabel ha parlato come se nella vostra realtà
Kivar fosse morto, è vero?-
- Si, Kivar nella nostra realtà è morto. È stata una dura battaglia, ma alla
fine abbiamo avuto la meglio. Eravamo al vecchio lago per allenarci con i
nostri poteri, quando fummo attaccati da Kivar in persona, ci aveva colti alla
sprovvista, e in pochi minuti ci aveva quasi sconfitto, poi, fece quello che
non avrebbe mai dovuto fare. Con noi c’erano anche Liz, Maria ed Alex, si erano
nascosti, ma lui li aveva individuati, quando pensava oramai di averci
sconfitto, li colpì, in modo che potessimo vederli morire, poi qualcosa lo
bloccò, sembrava spaventato in quell’istante, sentimmo una strana forza
crescere dentro di noi, lo colpimmo ripetutamente con furia e violenza, finché
di lui non restò che un mucchietto di polvere. Da quel giorno cambiammo vita,
non utilizzammo più gran parte dei nostri poteri, cambiammo nell’aspetto, per
quanto ci era possibile, in modo da non ricordare più. Maria ed Io ci siamo
sposati e abbiamo due figlie, Kathleen e Nikki. Max e Liz, si sono sposati
prima di noi e hanno anche loro due figli Chris e Crystel. E poi per ultimi
Isabel e Alex che hanno un figlio Andrew.- rispose Michael.
- Quindi, se da voi Kivar è morto, potete aiutarci a sconfiggerlo anche qui.-
- Si, magari è questo il motivo per cui siamo finiti qui.- costatò Alex.
- Bene, forse vorrete riposarvi, vi mostro i vostri alloggi.- disse Tess
alzandosi e dirigendosi verso la porta della grande sala.
Dopo che Max e gli altri se ne furono andati, nella stanza rimasero Nin, Laos e
Rebecca, c’era una strana atmosfera attorno a loro, da quando gli altri se ne
erano andati, nessuno di loro aveva più detto una parola finché…
- Perché non glielo hai detto?- chiese Laos.
- Cosa?-
- Chi siamo e di Alex, di Maria e della principessa.-
- Non l’ho ritenuto importante, e poi non sono ancora del tutto certa che loro
non siano delle spie di Kivar.-
- Nin, ma ti rendi conto di cosa hai detto? Come fai a non essere sicura che
quelli siano loro, hai visto cosè successo alla ragazza, è successa la stessa
cosa a tua madre dieci anni fa prima che Max e gli altri morissero, e tu ti
chiedi ancora se siano spie mandate da Kivar?.- le disse Rebecca.
- Con questo che vorresti dire, può essere solo un caso, una coincidenza.-
- E allora i nomi? Anche questi sono una coincidenza?-
- Glieli avrà detti qualcuno.-
- Nin, non ti riconosco più, nessuno sa che noi tre siamo per metà umani, loro
hanno riconosciuto in noi Maria e Liz, tutti pensano che siamo degli alieni
venuti da Antar, e che noi tre siamo morti in uno scontro a fuoco. Io credo che
quei ragazzi dicano la verità, ed è giusto che anche noi raccontiamo loro tutta
la verità.-
- Io sono d’accordo con Rebecca, Nin?-
- E’ stato un dolore troppo grande perdere mia madre e poi mio padre, e non so
se mai potrò tornare quella che ero, ma so che non voglio che nessun altro al
mondo provi il dolore che ho provato io, quindi si, mi avete convinto, gli
racconteremo tutto, ma non ora. Ora dobbiamo pensare ad un modo per attaccare
Kivar.-
- Si può?- chiese Nikki entrando nell’alloggio destinato a Max, Chris e Crystel.
- Certo, entra pure. Chris, se mi cerchi sono da tua madre.- disse Max uscendo
assieme a Crystel.
- Allora come và?-
- Come vuoi che vada, mi sento a pezzi, e il fatto di non poter aiutare mia
madre mi fa sentire una persona inutile.-
- Tu non sei inutile, senza di te io sarei persa.- disse sedendogli accanto e
accarezzandogli la schiena. Lui le posò la testa sulle gambe, lei gli accarezzò
i capelli, poi gli sussurrò:
- Tutto finirà presto, tua madre starà di nuovo bene e noi torneremo a casa.-
- Lo credi davvero?- la guardò in volto, gli piacevano i suoi occhi, gli
piaceva perdersi nel suo sguardo, uno sguardo che gli dava sicurezza.
- Si ne sono sicura, e poi, ricordi cosa mi hai promesso? Qualsiasi cosa
succeda, noi l’affronteremo assieme.- lo baciò, un bacio appassionante, che per
qualche istante cancellò i loro dubbi, le loro paure, le loro insicurezze, che
quell’esperienza stava facendo sorgere.
- Che c’è Kathleen?-
- Niente mamma, cosa vuoi che ci sia, a parte che non sappiamo dove siamo e se
torneremo mai a casa, non c’è niente.-
- Kathleen, vedrai torneremo a casa, tutti quanti, e riprenderemo la nostra
vita.-
- E ti sembra facile? Papà, non mi sembra che per il momento le cose stiano
andando bene, e poi dopo quello che ci avete detto, dopo quello che è successo
e che succederà pensi che riusciremo di nuovo ad avere una vita normale?-
iniziò a piangere, si portò le ginocchia al petto e sfogò tutte le lacrime che
aveva represso da quando questa storia era iniziata.
- Sfogati pure, io so cosa vuol dire affrontare quello che stai passando, e lo
sa anche tua madre. Noi abbiamo affrontato queste battaglie che ora stai per
affrontare da soli, senza i nostri genitori, solo noi sette contro l’universo,
ma abbiamo vinto, e ci siamo pian piano ricostruiti una vita normale. Speravamo
tanto che voi ragazzi non avreste mai passato quello che abbiamo passato noi,
che l’FBI non vi catturasse mai, e che i nemici non vi attaccassero, e così è
stato fino ad ora. Vi abbiamo fatto avere l’adolescenza che noi non abbiamo
avuto, e ti prometto che non ti succederà mai niente. Tu, tua sorella, Chris,
Crystel e Andrew non soffrirete mai come abbiamo sofferto noi, te lo prometto.-
e strinse a se la figlia.
- Oh papà, ho tanta, tanta paura.-
- Non ti preoccupare, noi siamo qui con te.- le disse Maria accarezzandole i
capelli.
- C’è qualcosa di strano.-
- Che cosa intendi dire Alex?-
- Non lo so, è una sensazione.-
- Non ci hanno detto tutto, primo che fine ha fatto l’Alex di questo tempo? E
secondo il dottore stava per dirci qualcosa su zia Liz e invece Nin lo ha
fermato, perché?-
- Forse era una cosa di poca importanza.-
- Mamma, l’hai vista la faccia del dottore in quel momento? Io si, ed era la
faccia di uno che ha paura che qualcosa di brutto possa riaccadere, per me loro
sanno che cosa ha zia Liz e non ce lo vogliono dire.-
- Spero che tu ti sbagli.-
- Lo spero anche io papà.-
I giorni passavano, ma Liz, non migliorava. Poi una sera,
accadde ciò che Nin e gli altri speravano non accadesse, ma che gli diede modo
di rivelare a Max e agli altri tutta la verità.
- Mi spiace, ma lei non può entrare.- disse una guardia bloccando l’ingresso a
Max nell’infermeria.
- Ma lì c’è mia moglie, mi lasci passare.-
- Questi sono gli ordini.-
- Mi lasci passare.- urlò, poi intravide Liz, erano vestita in uno strano modo
e c’era della gente attorno a lei.
- Che gli state faceno? Liz! - Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Gli
altri sentendo le sue urla si erano precipitati da lui.
Nin si avvicinò a Max, gli appoggiò la mano sulla spalla, lui si voltò.
- Che gli state facendo, perché non posso andare da lei?-chiese, la voce
incrinata dal pianto.
- Fateci passare.- Ordinò alla guardia che subito si scansò, Max corse da Liz.
Nin si avvicinò alle persone che fino ad un attimo prima erano attorno alla
ragazza.
- Vi avevo detto di non fare niente.-
- Ma regina, non c’è modo per salvarla, quindi noi pensavamo…-
- Voi pensavate sbagliato, un modo per salvarla c’è.-
- Mi dispiace contraddirla, ma quando è successo l’altra volta la donna è
morta. Non c’è più niente da fare, voi non c’eravate, quindi non potete
sapere…-
- Basta! Io c’ero, quella donna era mia madre.- disse Nin sollevandosi il
cappuccio, tutti la fissarono stupiti, notando la forte somiglianza tra Nin e
Crystel.
- O mio Dio.- riuscì a pronunciare solo uno dei medici.
- Quindi voi…- disse un altro indicando Laos e Rebecca, i quali sollevarono a
loro volta i cappucci.
- Si, io sono la figlia di Michael e Maria e lui è il figlio di Isabel ed Alex,
abbiamo finto la nostra morte per poter sconfiggere Kivar, ma il nostro piano
ci si è ritorto contro.- Ci fu un lungo attimo di silenzio, le nuove
rivelazioni avevano sconcertato tutti.
- Prima Nin ha detto che c’è un modo per salvare mia madre, qual è questo
modo?- la voce di Chris distolse tutti dai loro pensieri.
- Le pietre.-
- Ma quelle pietre furono perse all’inizio di questa guerra, nessuno sa dove si
trovino.-
- Aspettate un momento, quando questa mattina ci siamo svegliati qui, il Crash
Down non era cambiato, giusto?- domandò Andrew.
- Si ma che centra?- chiese Kyle.
- Se niente è cambiato al Crash Down, le pietre dovrebbero essere dove le
abbiamo nascoste.-
- Cos’è questa storia, non ditemi che voi ragazzi avete…- Michael fissò i
quattro ragazzi che abbassarono lo sguardo.
- Ma vi è saltato il cervello?-
- È il posto più sicuro, papà, oramai è quasi un anno che le pietre sono
nascoste lì e nessuno le ha mai trovate, quindi ora andiamo, le prendiamo,
facciamo guarire zia Liz, uccidiamo Kivar e ce ne andiamo. Questo è il
programma. Le ramanzine sulla responsabilità eccetera ce le farete quando
torneremo.- disse Nikki.
- Non è prudente uscire adesso, andremo a prendere le pietre quando farà notte,
potrebbero riconoscervi.- disse Laos.
- Riconosceranno di certo loro, non noi. Noi qui esistiamo ma non siamo noi,
cioè in questo modo i figli dei regnanti sono tre, voi, e noi siamo in cinque,
e poi, tutti qui credono che voi siate morti, quindi non presteranno attenzione
a noi.- affermò Kathleen – Quindi saremo noi ad andare, adesso.-
- Ma …- Maria non potè nemmeno ribattere le ultime parole della figlia che
questa insieme alla sorella, a Crystel, a Chris e ad Andrew erano già partiti.
"Fate attenzione" pensò Max.
Le ore passavano in fretta, era oramai giunta la sera, dei
ragazzi non c’era ancora traccia. Nin si decisa finalmente a raccontare a Max e
agli altri la verità.
- Se non vi dispiace, vorrei spiegarvi alcune cose. Vorrei farlo prima che i
ragazzi tornino, perchè queste cose che sto per rivelarvi non è bene che le
sentano anche loro.- disse Nin – Iniziamo dal principio. Su Antar esistono più
lune. Una di queste è Nefasta la luna della speranza. Viene così chiamata dagli
antariani perché su quel pianeta regnava una giovane principessa, Vaitla, la
vera amata di Zan. Una leggenda narra che Zan, si era innamorato di questa
principessa, dalla pelle candida e da un animo nobile. E anche se il suo
destino era già stato scelto, aveva deciso di sposare la bella principessa. Ava
però aveva intuito ciò che Zan voleva fare, quindi, per essere sicura di
sposarlo, fece uccidere la principessa. Non contenta di ciò che aveva fatto,
fece maledire l’amore tra Zan e Vaitla. Se le loro essenze, si fossero
ritrovate, in un futuro, e l’amore fosse rinato, quando la principessa avesse
compiuto trentasette anni, la sua essenza vitale l’avrebbe lasciata. Però,
anche se aveva eliminato la sua nemica in amore, non si sposò mai con Zan,
perchè il giorno del loro matrimonio Zan fu ucciso pochi minuti prima che
questo avesse luogo. La leggenda dice anche che la pace tornerà solo quando la
maledizione sarà annullata e Zan e Vaitla saliranno al trono, ecco perché
Nefasta è detta la luna della speranza…..E ora questa maledizione sembra si
stia ripercuotendo anche su Liz. C’era un unico modo per annullare la
maledizione, le pietre. Purtroppo Max e gli altri non riuscirono a salvare mia
madre, ma la fecero cadere in uno stato di sonno profondo, dal quale solo le
pietre la possono destare…. Seguitemi.-
- Nin, ma che c’entra questa storia con il fatto che Liz sta male? E come hanno
fatto a salvarla senza le pietre?- chiese Alex.
- Il fatto è che l’essenza vitale di Zan e della principessa si sono
rincontrati… Liz è Viatla la principessa di Nefasta. Solo non capisco perché la
maledizione l’abbia colpita adesso, infondo sembra così giovane.- disse Laos.
- Hai detto bene, sembra, io, Michael, e gli altri abbiamo in verità
trentasette anni, tranne Liz che li compie, è più o meno una settimana che
siamo qui, quindi fra tre giorni.- spiegò Max.
- Cioè oggi.- puntualizzò Alex.
- Ma…- Max non riuscì a proferire parola.
- Il tempo qui scorre in maniera diversa, si potrebbe dire che abbiamo un fuso
orario di circa due giorni di differenza, e visto che oramai è notte fonda,
facendo un due calcoli oggi, è il compleanno di Liz.- Tutti lo guardarono
stupiti.
- Ho solo fatto due chiacchiere con qualche ribelle.-
Il resto del tragitto lo fecero nel più assoluto silenzio.
- Lasciala! Lasciala!-
- Dov’è la base?-
- Non lo so, non lo so.- disse tra le lacrime.
Alla fine, il carceriere uscì, lasciandoli soli nella cella.
- Un po’ rudi questi modi di tortura umani, ma se li avessi interrogati a modo
mio, a quest’ora sarebbero già morti e sepolti.- commentò il carceriere con
un'altra guardia.
Nin li condusse in una piccola stanza, la luce era tenue, le
pareti erano spoglie, l’unico oggetto presente nella stanza era una capsula,
posta al centro di essa. I ragazzi vi si avvicinarono. Dentro la capsula c’era
una donna bellissima, i lunghi capelli corvini le ricadevano sulle spalle,
indossava un prezioso abito color bianco perla con dei ricami di un azzurro
intenso, sul cuore era posato un ciondolo, di un colore blu come il cielo, e
profondo come il mare.
- Questa è mia madre, ho sempre sperato, un giorno, di trovare un modo per
svegliarla, e forse grazie a voi potrà svegliarsi di nuovo e tornare a vivere,
lei è tutto ciò che mi rimane della mia famiglia. Il dolore è stato troppo
grande, perdere lei e mio padre nel giro di pochi anni mi ha distrutta, per
molto tempo sono stata chiusa in me stessa, solo Rebecca, Laos e Tess,
riuscivano a comprendermi, per tutti gli altri il mio dolore era dato dal fatto
che io ero lontana dal mio pianeta, perché per tutti io ero la regina di Antar,
salita al trono dopo la morte di Zan.-
- Ma prima uno dei medici ha detto che le pietre sono andate disperse
all’inizio della guerra.- le ricordò Maria –allora com'è possibile che lei si
sia per così dire salvata?-
- è la stessa domanda che ho fatto io prima, ma non vi ho ottenuto risposta.-
disse Alex.
- Scusami, ora vi spiego, quello che è stato detto è vero, ma Max, era talmente
disperato che fece una pazzia, anzi la facemmo tutti. All’inizio pensavamo che
l’unico modo per risvegliare Liz fossero le pietre, ma poi scoprimmo che c’era
un altro modo. La nostra essenza vitale. Ne donammo parte a Liz. Lei non si
svegliò, ma almeno sapevamo che non era morta. Tre giorni dopo qualcuno disse
che Kivar aveva ancora degli ostaggi in vita. Michael, Isabel e Max, decisero
di salvarli, organizzarono il piano nei minimi particolari, ma qualcosa andò
storto, gli uomini che erano con loro furono uccisi, e poi il resto lo sapete.-
tentò di spiegare Tess.
- Che ne è stato dell’Alex di questa realtà?- Chiese Alex.
- Non lo sappiamo. L’ultima volta che lo vedemmo è stato all’incirca tre anni
fa. Stava giocando nelle vicinanze della base con Leandra e con Maria.- spiegò
Laos.- Leandra è figlia mia e di Rebecca. Come stavo dicendo, lui Maria e
Leandra stavano giocando nei dintorni della base, non tornarono più, non
sappiamo cosa sia successo, se siano stati attaccati o cosa, sappiamo solo che
non tornarono più indietro. -
- Noi speriamo siano ancora vivi e che un giorno riabbracceremo la nostra
bambina.- disse Rebecca, la voce rotta dal pianto.
- E tu Tess, perché non eri con Max e gli altri?- chiese indispettita Isabel.
- Ad ognuno di noi era stato affidato un compito. Michael aveva il compito di
preparare le strategie d’azione, Isabel doveva tentare di scoprire i piani del
nemico, Max, prendeva le decisioni e organizzava la vita alla base. Io avevo il
compito di sorvegliare la famiglia reale. Per questo quel giorno non ero con
loro, ero qui alla base a proteggere loro.- disse queste ultime parole
indicando Laos, Nin e Rebecca. – Dal giorno in cui Isabel e gli altri sono
morti mi sono sempre sentita in colpa per ciò che è successo, per il fatto che
io non sia morta con loro, ma avevo giurato su Lein e Klay che avrei protetto
la famiglia reale.-
- Chi sono Lein e Klay?- chiese Michael.
- Klay è il legittimo erede al trono di Antar, è mio fratello e…-Rispose Nin,
ma fu interrotta da Rebecca che continuò:
- E Lein è la mia sorella gemella, lei e Klay sono morti.-
- E’ stato Kivar?- chiese Kyle.
- No, è accaduto prima che iniziasse la guerra, sono morti in un incidente
d’auto, con loro c’eravamo anche io Nin e Rebecca, ma solo noi ci salvammo,
nemmeno Max con i suoi poteri riuscì a salvarli.-rispose Laos.
- Ma…- Max stava per domandare qualcosa ma fu interrotto da Rebecca.
- Ne riparleremo domani con calma, ora è tardi.-
- Oramai è notte fonda, sto iniziando a preoccuparmi per i ragazzi.- disse
Maria a Michael quando furono tornati nell’alloggio che era stato loro
assegnato.
- Vedrai che tra un po’ saranno qui, e poi ricordati che si sanno difendere.-
la tranquillizzò.
- Speriamo tu abbia ragione.- E si accoccolò tra le sue forti braccia.
- Chris, tu resta qui, controlla che nessuno tenti di
entrare.- gli ordinò Crystel.
- Ma se aveste bisogno di me?-
- Se avremo bisogno di te urleremo.- gli rispose Nikki.-Andiamo!-
I quattro sparirono all’interno del locale, mentre Chris faceva la guardia
fuori. Si precipitarono a passo sicuro verso il luogo dove erano nascoste le
pietre, le recuperarono, si diressero verso le scale per uscire quando…
- Usciamo di qui, subito!- disse Kathleen.
- Che c’è?- chiese Andrew.
- Non lo so, ma c’è qualcosa di strano nell’aria, è stato tutto troppo
semplice.-
- Ma dai, sarà solo suggestione.- Nikki che era davanti a lei, si girò e la
schernì. Sul volto di Kathleen si disegnò un’espressione di terrore.
- Ah si, e allora quelli chi sono?- chiese spaventata Kathleen fra loro e
l’uscita, vi erano una decina di guardie di Kivar.
- CHRIS!!!!!!!!!!!- urlarono tutti e quattro assieme. Chris, però non poteva
aiutarli, lo avevano attaccato alle spalle, lui aveva tentato di respingerli,
ma loro avevano avuto la meglio.
Il combattimento fu arduo, sembrava che gli assalitori non finissero mai, più
loro ne uccidevano, più ne ricomparivano. Quando oramai la situazione sembrava
precipitare, quando i nostri erano oramai allo stremo delle forze, Kathleen era
troppo debole per continuare a combattere, ed era ferita seriamente, mentre
Andrew e Nikki, anche con tutta la buona volontà, avrebbero resistito ancora
per poco. Crystel allora, fece quello che le dettava il cuore.
Con una veloce ritirata, si rifugiarono nell’appartamento. Mentre Nikki e
Andrew barricavano la porta alla meglio, Crystel fece comparire nelle sue mani
il Granilith. Kathleen, era distesa ai suoi piedi, le mise tra le mani il
cofanetto con le pietre.
- Di ai nostri genitori che gli vogliamo bene, e che torneremo presto da loro,
tutti e quattro. Lo prometto.- poi Kathleen svenne. Nikki ed Andrew si
avvicinarono a Crystel, le presero le mani e si concentrarono. Il corpo oramai
esanime di Kathleen fiu avvolto da una forte luce, poi scomparve.
- Speriamo bene.- riuscì solo a pronunciare Nikki.
- Vedrai che sarà arrivata alla base tutta intera.- tento di tirarle un po’ su
il morale Andrew.
In quel momento la porta fu sfondata. Per Crystel e gli altri, non c’era più
niente da fare.
- Ma che…- disse Michael che era stato svegliato da una forte luce. Si
stropicciò gli occhi, accese la luce e vide a terra il corpo di Kathleen.
- Maria, Maria svegliati!- urlò mentre si precipitava dalla figlia.
- Space Boy, ma che… o mio Dio Kathleen.- Maria corse dalla figlia.
- Che le è successo?- chiese mentre Michael la prendeva in braccio.
- Non lo so, è comparsa qui e basta, va a chiamare Max.- Maria come ipnotizzata
rimase a fissare il corpo di Kathleen tra le braccia di Michael.
- Muoviti.- le gridò disperato.
Maria corse ad avvisare Max, che si precipitò nell’alloggio dell’amico, mentre
Maria avvisava gli altri, anche se continuava a vedere davanti a se il corpo
inerme di Kathleen.
Quando Max entrò, Kathleen era distesa sul letto, non muoveva un muscolo,
Michael era inginocchiato accanto a lei, le teneva una mano, e … piangeva.
Max, si avvicinò cautamente, posò una mano sulla fronte di Kathleen e l’altra
sul suo torace. I muscoli del suo viso si contrassero, gli occhi chiusi, le sue
mani sprigionarono una leggere luminescenza.
Dopo pochi minuti, Kathleen si riprese, strinse la mano al padre, che appena la
sentì muovere la abbracciò come non aveva mai fatto. In quel momento arrivarono
anche gli altri. Maria vedendo che la figlia stava di nuovo bene, iniziò a
piangere e andò da lei. Fu Isabel a rompere quel momento di felicità, temendo
il peggio per gli altri ragazzi.
- Dove sono gli altri?- chiese prudentemente.
Kathleen non riuscì a trattenere le lacrime, rivide il volto di sua sorella,
rivide Andrew mentre veniva colpito per difenderla, rivide il momento prima di
svenire, quando Crystel le affido le pietre e le promise che sarebbero tornati,
tutti.
Max, vedendo la reazione di Kathleen alla domanda di Isabel, capì che qualcosa
era andato storto, che i ragazzi erano in pericolo. Oramai anche gli altri
avevano capito, però nessuno osava chiedere conferma.
- Io, avevo detto che era stato tutto troppo facile…... ma Nikki, ha replicato
che era una sensazione frutto della mia immaginazione…… poi, li abbiamo
visti……… Chris, gridavamo il suo nome……. Era fuori……. Mi hanno colpito più
volte….. Andrew mi ha difeso…….. e…… Nikki urlava….. poi… Crystel è caduta…..
sangue….. tanto sangue…… io gridavo….. quegli uomini continuavano a sparare……….
siamo andati nell’appartamento…….. ero la più debole…… le pietre……. Crystel mi
ha promesso che torneranno….. e…..e… che vi vogliono bene……. mi ha dato le
pietre, poi ……… il cerchio… la luce…… la porta veniva sfondata…… e poi….poi…..
non ricordo più niente….. io, …io…dovevo capirlo….è stata colpa mia….. – era
terrorizzata, in stato confusionale, Max e gli altri la ascoltarono senza
fiatare, lei parlava a fatica, la voce le si smorzava in gola a causa delle
lacrime.
- Tranquilla, tranquilla, è tutto finito, vedrai tua sorella e gli altri se la
saranno cavata.- tentò di consolarla Maria anche se nemmeno lei credeva molto a
quello che diceva. Michael prese la scatola che Kathleen stringeva a se quando
la aveva trovata sul pavimento, l’aprì. Una luce azzurrina si sprigionò in
tutta la stanza, poi lentamente si attenuò. La scatola conteneva le pietre.
L’entusiasmo era tanto, ma era misto a paura per la sorte dei ragazzi e a
rabbia, per quello che Kivar aveva fatto.
Michael porse la scatola a Max, Kathleen si era un po’ calmata, quindi decisero
di entrare in azione, non avrebbero permesso a Kivar di fare del male ai loro
figli. Bastò un’occhiata, per la decisione, erano tutti d’accordo. Kivar aveva
le ore contate. Michael prese in braccio Kathleen, la ragazza era ancora
sconvolta, ma non voleva essere lasciata da parte.
Si diressero a passo deciso verso la stanza dell’infermeria dov’era Liz, Max la
sollevò e con gli altri andò alla stanza delle capsule. Una volta lì, i sei
ragazzi formarono un cerchio, attorno al corpo di Liz, ognuno stringeva in mano
una pietra, gli occhi chiusi e i loro ricordi fluivano in Liz.
Dopo pochi istanti quando riaprirono gli occhi si trovarono in mezzo al
deserto, erano disposti a formare una stella a più punte, al centro della quale
stava Liz.
Il primo ad andarle incontro fu Max, le si avvicinò e la baciò. Le loro anime,
le loro menti si fusero in un tutt'uno, Liz rivide la nascita dei suoi figli,
rivide se stessa ragazza, come la vedeva Max, vide tutto l’amore che provava
per lei.
Fu la volta di Maria, abbracciò forte l’amica, in Liz scorsero le immagini di
loro due al Crash Down, con la divisa da cameriera, o quando restava alzate
sino all’alba a parlare, e parlare.
Michael non aveva mai aperto il suo cuore a nessuno, tranne che a Maria, ma lo
fece anche con Liz, rivisse con lei i momenti che avevano condiviso, quando lui
le aveva preso il diario, o quando scherzavano durante i turni al Crash Down,
perché dopo tutto quello che lei aveva fatto per loro, Michael aveva capito che
lei era una vera amica, che non li avrebbe mai traditi, nemmeno nei momenti più
difficili, per questo la stimava molto.
Alex le fece rivivere il loro primo incontro a scuola e la nascita della loro
amicizia.
Kyle invece le fece rivivere il loro primo bacio, e alcune delle volte in cui
si erano trovati assieme dopo l’arrivo dei "cecoslovacchi".
Isabel le fece rivivere il momento più bello che avevano passato assieme, erano
ancora tutti al college, e siccome quel giorno né lei né Liz avevano voglia di
andare a lezione, se l’erano svignata per passare tutto il giorno al centro
commerciale.
Per ultima toccò a Kathleen che le trasmise tutto il bene che le voleva.
iz si sentì rifiorire, attorno a lei c’erano le persone che amava di più,
perché anche se non erano presenti con il corpo, Crystel, Chris, Niky e Andrew,
erano presenti con lo spirito, perché in ogni ricordo che aveva rivissuto,
aveva sentito anche la loro forza.
Liz riaprì gli occhi, tutti le si gettarono addosso, rischiando di farla morire
soffocata.
Non capiva perché Maria stesse piangendo come una fontana e perché Max
continuasse a ripetere che l’amava, sentiva solo una sensazione di benessere, e
una grande forza che le veniva dal cuore, era questo tutto ciò che Liz sapeva,
non si ricordava come fosse arrivata li o che cosa fosse successo negli ultimi
giorni, ma dall’espressione di Max e degli altri, e dal fatto che Crystel,
Chris, Nikki e Andrew, non erano lì, un minaccioso pensiero le attraversò la
mente, che trovò conferma nello sguardo di Max.
Continua...