Il destino
Riassunto: Seguito di "Il destino di una menzogna": Jarod e Miss Parker affrontano la loro vita insieme, ancora con qualche difficoltà…
Scritto il 29/6/2004
Racconto adatto a tutti
Disclaimer: tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Jarod il camaleonte Italia”, e tutti i personaggi della serie “Jarod il camaleonte/The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions/20th Century Fox, e sono utilizzati senza permesso degli autori e non a fini di lucro.
La segnalazione diceva che era quello il
posto, ma né lui né la squadra di spazzini riusciva a individuarli, Lyle
iniziava a perdere la pazienza e a innervosirsi sempre di più. Dopo tutto quello
che era successo aveva voluto con tutte le forze che la caccia a Jarod e Miss
Parker fosse assegnata a lui che si era definitivamente unito a Sydney e Broots,
non aveva potuto fare altro, non poteva permettere che qualcun altro facesse del
male a sua sorella…gli spazzini lo riscossero dai suoi pensieri “signor Lyle, da
quella parte!” tutta la squadra si lanciò all’inseguimento delle 2 figure appena
intraviste dall’altra parte del grande atrio…
Qualche minuto prima.
M “ce l’hai fatta!?” J “ce l’abbiamo fatta!” i 2 si abbracciarono M “è davvero
incredibile…e così è questo che fai…” Jarod la prese per mano e iniziarono a
incamminarsi J “già…per usare le tue parole –difendo i deboli e i derelitti-“ M
“beh, non puoi negare che avevo ragione…sei fantastico…” Miss Parker si fermò e
prendendogli il viso tra le mani lo baciò dolcemente J “è più di quanto potessi
mai sperare Parker, lo sai?” Miss Parker gli sorrise e Jarod concentrò tutta la
sua attenzione su quel meraviglioso sorriso, la sua luce. In quel momento però
avvertì una strana sensazione alla nuca e si girò ancora sorridendo vedendo la
squadra di spazzini proprio prima che vedessero loro, Jarod sgranò gli occhi J
“andiamo Parker!” fu in quel momento che Joy, un recente acquisto del Centro, li
vide. L’inseguimento durò relativamente poco, anche perché Jarod avendo lavorato
in quel luogo per un mese lo conosceva come le sue tasche e riuscì ad
allontanarsi insieme a Miss Parker senza nemmeno incrociare uno spazzino.
L “siete degli idioti!” Lyle se la stava prendendo con lo sfortunato spazzino
più vicino che sperava di non dover subire la sua ira, pagando per tutti, ma
Sydney lì vicino aveva notato la sfumatura non convita in quell’affermazione L
“tornate alle macchine” Sydney lo raggiunse S “ancora una volta è andata bene” L
“come no, peccato sia scappato…” S “sono scappati” Lyle sbuffò L “vorrei solo
che fosse come prima quando…” S “non dovevi fare i conti con la tua anima?” Lyle
lo guardò spazientito, “forse ho esagerato” pensò Sydney, L “andiamo a casa”.
Ristorante di una città del Maryland.
“ è tutto di suo gradimento signorina?” M “sì grazie” il cameriere si allontanò
J “sono contento che ti sia piaciuta la mia idea della cena” M “tua idea, mmmm,
interessante interpretazione di quando ti ho detto che qui c’era un ottimo
ristorante” Jarod sorrise sornione e pensando a come aveva fatto a starle
lontano in quegli anni, M “e ora Jarod dove vorresti portarmi?” J “abbiamo due
opzioni: andare in albergo o in una gelateria qui vicino. Conta che se andiamo a
mangiare il gelato poi andiamo comunque quanto prima in albergo” Miss Parker
fece una risata M “sei il più goloso al mondo!” J “è che mi piace il gelato”
disse lui stringendosi nelle spalle. Miss Parker gli prese la mano M “va bene
allora, ma prima devo fare una cosa. se tu intanto paghi il…” J “tieni” Miss
Parker dipinse sul suo viso un’ espressione di sorpresa vedendo che Jarod le
porgeva il suo cellulare J “fai la tua telefonata” M “come facevi a saperlo?” J
“è da un po’ che guardi la cabina. Fai prima a chiamare con il mio che andare in
camera.” M “torno subito” J “ Andrea, ti aspetto in macchina” lei gli sorrise
prima di uscire sulla piazzetta davanti al ristorante. Aveva chiamato a casa
sua, a quell’ora doveva essere lì, L “Lyle” M “spero di non averti disturbato” L
“Parker! Ciao, dove sei? Cioè…non mi abituerò mai…” M “ma dovrai farlo perché
non tornerò Lyle, te lo posso assicurare” L “capisco sorellina, ma questa
situazione è decisamente snervante, nostro padre è distrutto, non viene al
Centro da una settimana ormai e tu sai che vuol dire…” M “l’ultima volta che è
successo è stato quando ho incontrato per la prima volta un idiota che voleva
prendere il suo posto…” L “divertente davvero, stare con Jarod non ti fa bene,
insomma presto scoppierà il big- beng e tu te ne stai in giro con lui…” M “non
ti dovresti preoccupare così tanto, alla fine l’altra volta quell’idiota si è
dovuto installare al Centro dal nulla, ma ora tu sei lì da tempo…” L “Parker,
maledizione, non c’è niente da scherzare, oltre tutto devo avere qualche strana
malattia, mi sento sempre strano…io non sono passato dalla parte dei buoni, vero
sorellina?” Miss Parker rise dall’altro capo della cornetta M “non sprecare
troppo tempo a cercarci, ciao” L “aspetta! Parker? Maledizione…”
M “eccomi” disse lei entrando in macchina sorridendo, Jarod le rivolse
un’espressione seria J “va tutto bene?” M “Jarod non occorre fare quella
faccia…va più o meno tutto bene” J “cioè?” M “lascia stare per favore, ora non
ho proprio voglia di parlarne, ok? Andiamo in quel posto, in quella gelateria”
Jarod accese il motore di malavoglia, avrebbe voluto sapere e aiutarla, sapeva
che nel profondo stava soffrendo, ma doveva aspettare il momento in cui lei
avrebbe voluto confidarsi, aveva già aperto il suo cuore così tanto nell’ultimo
mese…J “una caramella?” Jarod tirò fuori le PEZ e Miss Parker non potette fare a
meno di ridere pensando a quante volte aveva odiato quegli stupidi cosi M “no
grazie” J “ehh non sai cosa ti perdi, ecco il posto” Mezz’ora dopo, finito di
mangiare un paio di gelati, Jarod e Miss Parker erano sulla soglia della loro
camera che lei stava aprendo J “ti amo Andrea” Miss Parker lo baciò e entrarono
così in camera M “aspetta…non dimenticarti di mettere il cartellino” J “certo”
Jarod appese fuori dalla porta “non disturbare” e tornò dentro M “dove eravamo
rimasti?” J “a questo credo…” e iniziò a baciarla sul collo.
Il giorno dopo al Centro.
B “ciao Sydney” S “buongiorno Broots, qualcosa non va?” B “è tutto così strano e
diverso…sono confuso…” L “novità?” S “nessuna, no” il signor Lyle si sedette a
fianco a Broots sbuffando L “dev’essere stata dura per te Sydney” S “che vuoi
dire?” L “sì, insomma tutti questi anni alla caccia di chi avresti voluto il più
possibile lontano da qui” S “Lyle credo che…” L “ora sarai contento. Sono
scappati entrambi, ma io non lo sono affatto, maledizione. Tutte le mie speranze
si sono distrutte…” S “vuoi parlarmi di questo?” Lyle lo guardò negli occhi per
qualche secondo L “no, continua a cercare Broots” disse poi, facendo per alzarsi
R “non vorrà andarsene adesso signor Lyle” L “deve dirmi qualcosa Rains?” R
“solo farle sapere che ora che è passato lei al comando di questa squadra ci
aspettiamo migliori risultati, è evidente che i nostri sospetti riguardo una
relazione affettiva tra Jarod e Miss Parker erano ben fondati. Ora si capisce
perché Jarod è ancora là fuori, ma per lei non sarà difficile riportarlo a casa”
Lyle lo guardò fisso prima di rispondere L “non credo sia per questo che mia
sorella in tutto questo tempo non è riuscita nel suo intento…” R “ha comunque la
mia completa fiducia, spero solo che non abbia altri problemi di tipo affettivo”
e se ne andò seguito dopo un secondo da Lyle.
Da qualche parte nel Maryland.
Jarod si era svegliato trovando il letto vuoto così si fermò per qualche secondo
per pensarci bene, per essere sicuro che tutto quello non era stato solo un
sogno, no che non lo era, ricordava tutto, in quel momento trovò a fianco a lui
un biglietto di Miss Parker, era uscita a fare una passeggiata, niente di
allarmante. Si alzò sorridendo, si sentiva un po’ stanco non aveva dormito molto
quella notte…
Miss Parker stava passeggiando senza meta in un parchetto della zona, stava
pensando, era in fuga…aveva lasciato tutto, la sua famiglia (se si poteva
chiamare tale), tutte le cose che erano state per lei un punto fermo per tanti
anni…come Sydney…la sua casa, la casa di sua madre, in quel momento ebbe un
tuffo al cuore, non ci aveva ancora pensato da quando era successo: non aveva
con sé nemmeno una sua fotografia. Fu riscossa dai suoi pensieri da un rumore
dietro di lei, l’istinto da cacciatrice, lontana dal Centro o no, rimaneva M
“Jarod, buongiorno” lui si avvicinò sorridendo e fermandosi dietro la panchina
la baciò J “buongiorno” si sedette al suo fianco J “un dollaro per i tuoi
pensieri” M “dovrebbero essere monete…” J “i tuoi pensieri valgono di più” M
“ora capisco come mi sono innamorata di te…” J “allora a cosa pensavi?” Miss
Parker lo guardò, Jarod non era capace di demordere, distolse lo sguardo M “a
casa” Jarod s’irrigidì M “per quanto potesse essere una prigione lì c’era casa
mia e tutta la mia vita Jarod, non posso cancellarla da un giorno con l’altro” J
“certo, lo so, ma…” M “devo tornarci Jarod…devo occuparmi di alcune cose” il
cuore di Jarod accelerò istantaneamente, stava per perderla di nuovo? J
“qualunque cosa tu debba fare, posso andare io a farla e…” M “no , riguardano la
mia vita e sarò io a occuparmene” J “Parker non puoi andare, sarebbe troppo
pericoloso e…non posso…” M “non riuscirai a impedirmelo,io devo tornare al
Centro” e dicendo questo si alzò ma dopo un paio di passi si rigirò M “allora
andiamo fare colazione?”.
Casa di Mr Parker.
Lyle aveva deciso di andare a trovare il signor Parker, si comportava in modo
davvero strano, lo trovò alla sua scrivania a fissare il vuoto L “hai deciso di
lasciare il Centro a Rains?” P “non m’importa…” L “andiamo non vorrai dirmi che
dopo anni in cui sei stato il capo assoluto vuoi mollare?” P “non posso credere
che se ne sia andata…” L “sei incredibile, dopo quello che hai fatto…” Mr Parker
si girò bruscamente verso il figlio P “ero sempre riuscito a tenerla con
me…sapevo che Jarod sarebbe stato la rovina per la mia famiglia…” “Nostra”
aggiunse Lyle mentalmente, come sempre lui era escluso P “…d’altronde non si può
uccidere,-poi aggiunse con un sorriso dei suoi- lo vogliamo preferibilmente
vivo” un nome balenò in mente al giovane Parker, Thomas, scritto a caratteri
cubitali, era stato lui…lo aveva capito, ma questo ne era la certezza, non
appena aveva saputo con che arma era stato ucciso l’uomo, si era ricordato
dell’attenzione che aveva avuto suo padre nel riportare a casa di Miss Parker la
sua pistola…un ottimo piano davvero…Riscosso dai suoi pensieri,disse ancora
qualcosa riguardo il Centro che aveva bisogno dei Parker e uscì senza tanti
complimenti dalla casa.
Nel pomeriggio.
M “Jarod quando una persona ti chiede di non parlare di una certa cosa vuol dire
non vuole sentire altri discorsi che abbiano quell’argomento. Ora, cosa di tutto
questo non ti è chiaro?” J “Parker!” M “Jarod so che ti preoccupi per me, ma
ormai ho già deciso” J “è pazzesco! Non ti faranno tornare indietro Andy” M
“prenderò le mie precauzioni”Jarod si alzò mettendosi esattamente di fronte a
Miss Parker J “non posso permettertelo” M “non puoi tenermi lontano dalla mia
famiglia” Jarod fece un passo indietro J “e questo lo vieni a dire a me?” nelle
sue parole si coglieva sia della sorpresa che dell’incredulità, in quel momento
Miss Parker chiuse la borsa che stava preparando M “forse è stato solo un
errore, un grosso errore…” e dicendo questo uscì senza minimamente ascoltare,
mentre scendeva le scale, il suo nome che veniva gridato da Jarod. Il simulatore
richiuse la porta e si sedette sul letto, si prese la testa tra le mani per un
minuto e poi parlando a sé stesso disse J “l’ho persa di nuovo…” e rimase così
per qualche tempo ancora.
Miss parker non passò da casa sua, la casa di sua madre, ma andò direttamente al
Centro, era lì che doveva andare per essere finalmente libera…si fermò per
qualche secondo all’entrata e poi decise di farlo. In quel momento Sydney era
ancora all’ingresso pronto ad un altro giorno di lavoro alla ricerca dei suoi
due protetti, Miss Parker si mise al suo fianco M “nessuna analisi per me
grazie, Froid” il sorriso di Sydney si allargò prima di rispondere alla donna S
“ti trovo bene Parker, ma perché sei qui?” M “devo risolvere una questione”. I
due andarono nell’ufficio di Sydney trovando Broots impegnato al computer M
“bella camicia Broots…” B “grazie Miss Parker...” poi sollevò gli occhi e iniziò
a tempestarla di domande M “non ora Broots, potete spiegarmi perché non sono
stata assalita dagli spazzini appena sono entrata?” B “tuo padre non ha dato
l’ordine di cattura per te, solo l’ordine di riportarti qui senza costrizioni…”
Miss Parker alzò un sopracciglio “…ti ho già detto che sono contento che tu sia
tornata?” M “non sono tornata, direi proprio il contrario” Sydney e Broots si
guardarono non riuscendo a capire cosa tramava la donna. Miss Parker andò nel
suo ufficio, arrivata alla scrivania girò la foto di sua madre verso di sé e
sorrise M “mi sei mancata”, in quel momento entrò Lyle che si diresse ad uno
scaffale per cercare qualcosa, ma poi sentendosi osservato si girò con ancora il
fascicolo in mano, L “Parker!” M “che ci fai nel mio ufficio?” disse lei
fingendo di essere seria, l’ uomo nel frattempo era rimasto immobile L “sei
tornata…” Miss Parker stava per rispondere quando il fratello lasciando cadere
il fascicolo l’abbracciò lasciando la donna esterrefatta, Lyle dopo qualche
secondo si ricompose trattenendo a stento la gioia L “sapevo che prima o poi
saresti tornata…ora sarà di nuovo come prima, è…” M “anch’io sono contenta di
vederti, ma non sono tornata” Lyle sembrò non capire M “sono qui per sistemare
delle cose….ma poi tornerò con Jarod” Lyle ora era privo di espressione L
“capisco…in tal caso buona fortuna, ho delle cose da fare” e uscì.Miss parker
sbuffò prima di notare che suo fratello si era dimenticato il fascicolo, glielo
avrebbe dato più tardi, non resistette però nel dargli un’occhiata, ma erano
solo delle cifre e qualcosa che per la donna non aveva senso a parte la firma
alla fine che era quella di suo padre, soddisfatta la curiosità mise i fogli
sulla scrivania e iniziò a mettere tutte le sue cose personali in una borsa.
Jarod era abbastanza preoccupato erano ormai diverse ore che Miss Parker era
uscita sembrando non volesse più tornare, inoltre il cellulare era spento,
decise di aspettare ancora un po’…e poi ci sarebbe andato…
Miss Parker intanto senza essere passata a salutare nessuno, era uscita, per
quanto la riguardava per sempre dal Centro, avviandosi al suo prossimo
obbiettivo: la casa di suo padre.
Aveva deciso di non abbandonarlo, non le era possibile non farlo, e così
respirando profondamente era entrata in casa , trovò suo padre a guardare una
vecchia foto di lei e sua madre così dolcemente lo chiamò M “papà” lui si girò
di scatto P “angelo…sei qui” l’uomo visibilmente sconvolto, ma pieno di gioia
non riuscì ad alzarsi e Miss Parker si avvicinò a lui il quale le accarezzò il
volto P “ non mi hai lasciato” M “no papà, non ti ho mai lasciato e non intendo
farlo…” sul volto del signor Parker si aprì un sorriso, sembrava quasi sincero,
“…ma non per questo permetterò al Centro di distruggermi la vita” P “cosa stai
dicendo tesoro?” M “ti sto dicendo addio papà, ma non è detto che non ci
rivedremo…ti voglio bene” e lo baciò sulla guancia aspettando per qualche
secondo una risposta e poi uscì prima di dire un’ultima cosa “il Centro ha
bisogno di te” P “certamente angelo mio” lei gli sorrise e poi tornò nella sua
auto. Guidando verso la sua casa tirò un lungo sospiro di sollievo, ce l’aveva
fatta, gli aveva detto in faccia quello che da sempre voleva dirgli e ora si
sentiva decisamente meglio. Entrare in casa sua fu magico, tutte le sue cose
erano lì insieme alla presenza di sua madre, in quel momento bussarono e lei
aprì subito la porta trovandosi davanti Jarod J “Andrea se non ti ho capito mi
dispiace, ma non voglio perderti e se…” Miss parker lo tirò dentro all’istante
chiudendo la porta M “ sei pazzo?! Vuoi che qualcuno ti veda?” J “non m’importa”
M “a me sì invece” J “tu non vuoi tornare al Centro?” M “certo che no, io voglio
stare solo con te” a quelle parole Jarod esplose di gioia abbracciando e
baciando Miss Parker che dopo aver dato alcune spiegazioni ora lo guardava
sorridente. J “sono così felice…credo sia il momento adatto…” a quel punto Jarod
si mise ai piedi di Miss Parker e gli chiese J “Andrea Parker mi vuoi sposare?”.
Miss parker sgranò gli occhi, non si aspettava di sentire quelle parole e così
esitò per qualche istante J “non ho ancora l’anello ma…” Parker lo prese allora
tra le mani stampandogli un bacio appassionato e poi dolcemente rispose M “certo
che sì amore” i due si abbracciarono e stettero così per qualche tempo a ridere
e piangere, ad entrambi sembrava un sogno. Jarod iniziò a preparare una cenetta
a lume di candela mentre Mis Parker lo osservava muoversi con sicurezza. Dopo
non molto il campanello suonò di nuovo e Jarod e Mis Parker si guardarono, Jarod
andò nella camera da letto e Miss Parker ad aprire M “Lyle! Come mai qui?” L
“volevo scusarmi per il mio comportamento di oggi, ma sono ancora inesperto nel
gestire i sentimenti” lei gli sorrise L “possiamo entrare?” M “facciamo una
passeggiata, ti va?” L “d’accordo, senti credo di aver lasciato un documento nel
tuo ufficio…” M “ah sì, l’ho lasciato lì, mi sono dimenticata di prenderlo, di
che si tratta?” L “oh, volevo solo verificare una cosa, le cartelle riguardanti
il codice Rumor sono ancora nel tuo ufficio vero?” Miss Parker si fermò di colpo
M “oh mio Dio, è stato lui…” L “mi dispiace Parker ma sospetto di sì…” M “non
posso crederci, lui non mi ha mai amato veramente, è solo un bastardo” anche se
la donna cercava di non piangere, ma non le era facile così Lyle la abbracciò
per la prima volta M “sei rimasto solo tu della mia famiglia…” L “saremo noi la
nostra famiglia Parker” lei gli sorrise prima di girarsi e tornare verso la
casa, aveva bisogno di Jarod, M “Lyle devo chiederti una cosa, mi faresti
l’onore di essere tu ad accompagnarmi all’altare?” L “all’altare?!” M “Jarod e
io ci sposiamo” L “Parker non credi che, insomma è troppo…non so se ce la farei,
è veramente troppo per me, ma sei sicura di quello che fai? Insomma…” M “non
preoccuparti Lyle troverò qualcun altro” L “a presto sorellina” lei
sorridendogli tornò finalmente in casa dove la aspettavano Jarod e le sue parole
confortanti, ne aveva davvero bisogno.
Qualche giorno dopo, a due giorni dal matrimonio.
J “ ehi guarda chi sta arrivando” M “Sydney” l’uomo arrivò con un gran sorriso S
“sono felice di vedervi, tutto bene?” J “certo, non ti aspettavamo così presto”
S “sono riuscito a prendere qualche giorno di vacanza in più e Broots arriverà
domani” M “bene allora, vi lascio soli qualche minuto” e entrò nella casetta con
giardino che avevano affittato per qualche tempo, niente motel per la loro
giornata speciale. S “Jarod, mi sembra ieri che eri quel ragazzino insicuro e
adesso, guardati. Sapevo che sarebbe andata così tra te e Miss Parker e
francamente ci speravo” J “l’ho sempre amata e tu lo sapevi,vero?” S “anche per
lei è sempre stato così” J “ti avrei chiesto di stare con me aspettando l’arrivo
della sposa, insomma come…padre dello sposo. Ma Miss Parker non ha più nessuno e
credo che sia meglio se tu accompagni lei, ha preferito te lo chiedessi io” S
“sarei onorato di fare qualsiasi cosa per voi” e dopo essersi abbracciati
entrarono in casa.
Un’ ora prima del matrimonio.
J “Andrea” M “non dovresti vedere la sposa prima del matrimonio” J “lo so, ma
non resistevo” M “ti amo” disse lei ridendo J “ti amo” disse lui sorridendo
prima di baciarla, i due si stavano guardando negli occhi quando sentirono un
vociare al piano di sotto, così si affacciarono vedendo una macchina del Centro.
Jarod si allontanò subito, ma venne frenato da Miss Parker che aveva notato chi
era alla guida, qualche minuto dopo Lyle era al piano di sopra con loro M “Lyle”
L “scusa per il ritardo” M “sono felice che tu abbia scelto di venire” Lyle
sorrise guardando la sorella e poi incrociò lo sguardo di Jarod visibilmente
meno felice della sua presenza L “ho un regalo di nozze” e dicendo questo diede
un dischetto a Jarod L “ho trovato alcune informazioni sulla tua famiglia,
luoghi dove sono stati avvistati in questi anni e dove potrebbero essere…” Jarod
lo guardò incredulo J “grazie…” L “è il minimo per il mio futuro genero…ora è
meglio che vada di sotto” J “non posso crederci, forse qui ci sono le
informazioni che mi servivano per trovarli, forse riuscirò finalmente a riunire
la mia famiglia Andy” M “forse dovresti farlo subito Jarod, so che ti dispiace
che non ci sia la tua famiglia oggi e…” J “mi dispiace, è vero, ma il nostro
matrimonio riguarda solo noi e niente riuscirà a impedirmi di sposarti oggi, lo
voglio”
Il Matrimonio
Jarod era un po’ nervoso, al suo fianco c’era Sydney con cui stava aspettando
Miss Parker, sentiva che il cuore stava per uscirgli dal petto, ma era
incredibilmente felice. L “sei bellissima” M “grazie, anche tu non sei niente
male” L “sono onorato di accompagnarti” M “andiamo”, vedendo Jarod non potette
fare a meno di sorridere, era bellissimo e solo per lei, una volta raggiunto,
iniziò la cerimonia che dopo i due “lo voglio” carichi di emozione si concluse
con “ora può baciare la sposa” e un bacio appassionato di Jarod e Miss Parker.
(scritto da Mary)
COMMENTO: In genere non sono per il finale a lieto fine o troppo sdolcinato, ma direi che per questa volta ho fatto un’ eccezione…in fondo non sono mica una shipper…noooooooo… Spero che la storia vi piaccia e perdonatemi gli errori.