Il mondo dei doppiatori - In...soliti ignoti

Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz

ARCHIVIO: quiz 192
(05/02/2018)


QUIZ #192

"Tutto Totò"

"Tutto Totò" è una serie televisiva trasmessa dalla Rai nel 1967, su cui Wikipedia è assai prodiga d'informazioni, dispensando sfondoni ed omissioni quando si occupa del doppiaggio del Principe della risata.
Non dice, innanzitutto, che Alighiero Noschese è stato un (ottimo) rimpiazzo. Chi era la prima scelta? Ne scova l'apporto nei soli Totò ciak e Totò a Napoli, asserendo che avesse l'unico scopo di colmare i buchi presenti nelle colonne audio, non completati dallo stesso Totò, deceduto all'improvviso.
Glissa poi sull'ulteriore voce doppiante che irrompe in un episodio? A chi appartiene? E dov'era finito Noschese?
 

Di seguito alcuni indizi per aiutarvi nella risoluzione:

  • L'intervento di Noschese, artista imitatore sotto contratto Rai, fu conseguente al sorgere di ostacoli nell'incaricare il doppiatore preferito da Totò.
  • La causa scatenante il doppiaggio non era affatto imprevista, né provocata da imperizie tecniche, ma ampiamente annunciata.
  • Il doppiatore "sconosciuto" è un salernitano, appartenente alla non sparuta schiera di imitatori di Totò, che ne hanno seguito la scia dei successi già dagli anni 30 del secolo scorso e che ancora oggi non mancano a più di 50 anni dalla scomparsa. Debuttò al cinema come concorrente nella trasposizione sul grande schermo del 1957 di una fortunata competizione televisiva per artisti esordienti.

Scorrete la pagina in basso per le risposte...

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"Tutto Totò", episodio "Il grande maestro"

Sul finire del 1956 Totò fu colpito da una grave patologia agli occhi, che gli danneggiò irrimediabilmente la vista.
La menomazione gli creò notevoli difficoltà nel doppiarsi, perché non riusciva più a scorgere il suo movimento labiale nello scorrere dell'anello in sala di doppiaggio.
Da allora si premurava di far si che i suoi film fossero realizzati preferibilmente in presa diretta. A scanso di sorprese, faceva inserire nei contratti di scrittura una clausola segreta, nella quale si stabiliva che qualora l'autodoppiaggio non risultasse di accettabile fattura, sarebbe intervenuto in sostituzione un doppiatore di sua fiducia, Carlo Croccolo, perfetto imitatore in grado di coniugare eccellenti doti di doppiatore, che avrebbe avuto il compito di nascondere al pubblico quella "debolezza".
Croccolo fu sempre lusingato dell'investitura del Maestro e non fece mai mancare il suo contributo all'occorrenza.
Anzi, la sostituzione si dimostrò talmente impercettibile da divenire automatica, evitando estenuanti e spesso inconcludenti prove al leggio da un Totò sempre più in difficoltà.
La disponibilità di Croccolo venne ribadita anche per "Tutto Totò", per tutti i primi 6 episodi programmati e per tutte le scene nelle quali non c'era o non era di qualità accettabile la presa diretta.
Lungaggini burocratiche, non ultime legate a diatribe censorie, fecero slittare le sessioni di doppiaggio di oltre 2 mesi.
Nel frattempo Croccolo si era recato negli USA per girare alcuni telefilm della serie "I Spy", con protagonista Robert Culp.
Contattato direttamente da Totò, Croccolo ancora una volta concesse la propria collaborazione, dichiarandosi disposto a rescindere il contratto con la produzione americana, con l'unica pretesa di vedersi pagati la penale e il viaggio di ritorno.
La RAI rifiutò. Non voleva sostenere spese aggiuntive, anche perché riteneva di avere a disposizione il miglior imitatore in circolazione, Alighiero Noschese, che con grande professionalità si dimostrò anche valente doppiatore, riuscendo a rievocare la voce di Totò con la stessa efficacia con la quale aveva fino ad allora pensato Croccolo.

A seguito del clamoroso successo dalla trasmissione dei 6 episodi, la Rai tentò con il materiale (incompleto) a disposizione di confezionarne altri, con la grossa problematica dell'intervenuta scomparsa di Totò, che rendeva impossibile girare indispensabili scene di raccordo per assicurare una minima fluidità narrativa.
Con evidenti e poco digeribili salti nelle sequenze dei montaggi, vennero realizzati "Totò ciak" e "Totò a Napoli".
Checchè ne dica Wikipedia, sono proprio gli unici episodi nei quali non si "sente" Noschese.
Anzi in "Totò ciak" non interviene alcun doppiatore.
In "Totò a Napoli", invece, per doppiare una lunga scena in esterni girata nel centro del capoluogo campano, il cui sonoro in presa diretta era inutilizzabile per gli invadenti rumori di fondo, la Rai ritenne che fosse sufficiente reperire un semplice imitatore.
Senza nemmeno consultare i costosi Croccolo e Noschese, si interpellò il salernitano Mario Di Gilio, imitatore gestuale e verbale in numeri d'avanspettacolo del grande attore napoletano.
La prova ha un esito disastroso e certifica come il doppiaggio sia arte più complessa e impegnativa della pura imitazione, tra l'altro insoddisfacente anche sotto quel profilo.
Di Gilio concentra il suo curriculum cinematografico nell'apparizione come concorrente in "Primo applauso" (1957) di Pino Mercanti, ispirato all'omonima trasmissione televisiva, antesignana dei moderni talent show.


Cosa avete risposto...

Ha risposto parzialmente Gianni S.



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Le domande e le risposte sono curate da Franco Longobardi.


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