Il mondo dei doppiatori - In...soliti ignoti

Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz

ARCHIVIO: quiz 119
(20/04/2015)


"Quarto potere"Nel centenario del suo deus ex machina, è tempo di sgombrare il campo dalle tante, troppe congetture sulle origini delle edizioni italiane della pietra miliare del cinema, "Quarto potere" (1941).
Se sulla prima, le fonti più accreditate ondeggiano tra 1948, 1949, 1950; sulla seconda si spazia tra la fine degli anni '50 e il 1965. Cilecca su entrambi i fronti!
Quali sono le datazioni esatte e chi ebbe l'onore di far parlare per la prima volta in italiano Orson Welles? Perché nella seconda edizione risuonano le vituperate traduzioni "Rosabella" e "Candalù"?
 

 

Qualche indizio utile...

  • A Francesco Savio, curatore delle retrospettive di molte edizioni della Mostra del Cinema di Venezia, va il merito di avere commissionata una seconda edizione italiana dell'opera prima di Orson Welles, da presentare come gioiello di una di quelle seguite rassegne.
  • Non meno importante è stato il ruolo svolto dal Cav. Walter Alberti, Conservatore della Cineteca Italiana di Milano, che gli ha sconsigliato la ristampa della prima edizione, a suo giudizio inadeguata per i copiosi tagli inferti e per un doppiaggio sporcato da dizioni americo-dialettali.
    Nella sua descrizione piuttosto critica di quella versione realizzata in USA, il Cav. Alberti ricordava come il protagonista possedesse una timbrica inadatta al personaggio, con tonalità sottili, le stesse che con più avvedutezza erano state assegnate ad un commesso ungherese di un negozio di articoli da regalo con fantasie epistolari.
  • Fra le astrusità più ricorrenti di quei doppiaggi made in USA, annotiamo quelle provocate dalla pervicacia di voler tradurre indistintamente tutto, persino i termini che nel linguaggio corrente sono rimasti nella lingua originale.

Scorrete la pagina in basso per le risposte...

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"Quarto potere"

Il Cav. Walter Alberti è stato per decenni alla guida della Cineteca Italiana di Milano e va considerato fra i massimi esperti di cinema che abbia avuto il nostro Paese.
Come suo allievo, prima, e stretto collaboratore, poi, dal 1975 al 1993, Franco Longobardi ha avuto modo di apprendere dal suo sterminato bagaglio di conoscenze che la prima edizione italiana di "Quarto potere" risale al 1945, facendo si che l'opera è stata quindi il primo film di Orson Welles giunto in Italia.
La sua prima voce italiana è stata quella di Augusto Galli, già doppiatore di James Stewart nella deliziosa commedia di Ernst Lubitsch in "Scrivimi fermo posta" (1940), anch'essa doppiata negli USA.
La riapertura delle importazioni alle pellicole hollywoodiane, bloccate dalla seconda guerra mondiale, ripresero dal 1944 e fino all'anno successivo, per velocizzarne la distribuzione, alcune di queste furono direttamente doppiate negli USA, spesso con attori di origini italiane, ma da tempo stanziati negli USA, e che quindi non davano mostra di una pronuncia italiana impeccabile (ma di questa imperfetta dizione sporcata da inflessioni dialettali obiettivamente non soffriva il professionale Galli).
"Quarto potere" è stata una di quelle pellicole giunte in Italia già doppiate nella nostra lingua. L'uscita nelle sale è quindi riferibile al 1945.
Le datazioni fino ad oggi ipotizzate, tra il 1948 e il 1950, sono in realtà delle ristampe dell'edizione del 1945.

Per la Mostra del Cinema di Venezia del 1966, Francesco Savio organizzò una retrospettiva dedicata al cinema americano, nella quale inserì di diritto il il capolavoro di Welles.
La moral suasion operata dal Cav. Alberti convinse Savio a reperire i finanziamenti per la realizzazione di una nuova edizione italiana che, non abbiamo dubbi, è sicuramente assai superiore alla precedente.
L'inopportuna traduzione di Rosebud e Xanadù, criticata aspramente fra gli altri dal critico Paolo Mereghetti, è dovuta al fatto che l'adattamento della seconda edizione è stata tratta dalla prima, nella quale era stato utilizzato il discutibile sistema della traduzione integrale dei dialoghi.


Cosa avete risposto...

Tra le risposte ricevute, segnalo in particolare:

Ha risposto parzialmente Giulio F.


In merito al quiz in oggetto, pubblico di seguito in forma integrale una lettera ricevuta da Francesco Caminiti:

Prima premessa. Spero pubblicherete tra le risposte a In...soliti ignoti quanto vado a scrivere di seguito, sarebbe una bella prova d'onestà per un sito talmente rinomato. Nel dubbio, però, mando l'email in copia (con indirizzi naturalmente nascosti) anche a qualche amico, così se non potessero leggerla sul portale potranno perlomeno trovarsela nella posta elettronica in arrivo!

Seconda premessa. L'angolo "In...soliti ignoti" del sito è ogni due settimane una fonte incredibile di nuove informazioni, ma ogni tanto gli autori del quiz tirano fuori dal cilindro chicche riguardo alle quali non s'aspettano che qualcuno abbia in serbo prove che li possano sbugiardare. E sono queste sconfessioni, saltuarie solo perché la First National indaga ovviamente su doppiaggi irrintracciabili, che fanno venire il più che lecito dubbio che anche la stragrande maggioranza delle altre informazioni fornite in questa parte di sito siano frutto dell'immaginazione di chi le dà. Dubbio, del resto, che già nasceva spontaneo nel vedere che questi esperti, attraverso le loro domande e conseguenti risposte, smentiscono quanto loro stessi affermavano un tempo sul loro sito in pagine oggi debitamente rimosse ma facilmente recuperabili attraverso un archivio web che funziona a mo' di macchina del tempo: se una volta le notizie venivano "inventate  diversamente" (v. "Il dittatore" di cui sul vecchio sito si diceva che Marcacci doppiava Chaplin nel ruolo che imita Hitler), cosa ci dice che non siano pure fantasie anche adesso (Bellini doppiava sia il dittatore che il barbiere)?

Terza premessa. Vado a mostrare che la risposta che Bassi e Longobardi vogliono indurre i "concorrenti" a dare è un errore clamoroso e il modo in cui lo faccio deriva dal tristemente noto libro "Le voci del tempo perduto" di Gerardo Di Cola. L'astio, il disgusto e il disprezzo che i due nutrono nei confronti del professore abruzzese non solo sono ben noti (è del resto questo ad aver fatto nascere l'idea del quiz sul sito), ma completamente condivisibile perché il pescarese è davvero uno che dà i numeri (non a caso insegna matematica!), però mi dispiace dire che in questo caso carta canta. Già, perché per quanto il signore possa essere parecchio svanito (poverino, ha pure una certà età!) e pretendere di parlare della materia doppiaggio di cui è palese che non capisce nulla, le scansioni dei fogli di lavoro dei turni di doppiaggio proprio non può essersele create da sé!

Ed ecco qui, dunque, la risposta al quiz. L'allegato a quest'email è tratto appunto dal Di Cola che ha ritrovato l'agenda di lavoro di tal Amedeo Giovacchini che in CDC era un assistente di doppiaggio coinvolto principalmente nelle direzioni di Franco Schirato il quale, fra gli altri, era solito anche curare i doppiaggi dell'RKO che appunto produsse il film in questione. Tali pagine non lasciano alcun dubbio di sorta: "Quarto potere" fu doppiato nel giugno 1948 sotto la direzione di Schirato in 11 turni = 33 ore (più i consueti 2 = 6 ore riservate ai soli assistenti per preparare il lavoro) e quindi assolutamente dalla CDC. Facendo finta che non si possa escludere che in prima visione arrivò doppiato direttamente dalle voci statunitensi di "Scrivimi fermo posta" come nell'indizio si vuol far intendere (in realtà il visto censura è del '48, mentre i doppiati in America furono tutti vistati tra il '44 e il '46), perlomeno esso fu immediatamente  ridoppiato dalla CDC come del resto accadde anche ad altre versioni italiane eseguite direttamente in America ed evidentemente considerate mal riuscite (Orgoglio e pregiudizio, Sorelle in armi, La porta d'oro, Il matrimonio è un affare privato ecc.). E quest'ipotetica imminente riedizione provata da Di Cola non può certo essere quella attualmente conosciuta, dato che utilizza voci adulte di doppiatori a quel tempo troppo piccoli per ricoprire le parti in cui possiamo sentirli: Di Meo, Savagnone, Locchi, Barbetti, Tedesco, De Angelis figlio, per non parlare di Lionello e Graziani che ancora non lavoravano in CDC! Quando perciò il film fu ridoppiato dagli appena menzionati (secondo me è giusto il '65 che è la data riportata sull'unico documento censorio disponibile in italiataglia), esisteva di sicuro una versione CDC che non poteva certo portare voci italo-americane di dubbio gusto e dalla dizione talmente traballante da necessitare una terza  rivisitazione! Insomma, forse per "Cenerentola", come dite voi, non c'è prova che sia stata la cattiva scelta della Maroni a portare al ridoppiaggio del capolavoro disneyano (anche se personalmente ritengo fin troppo ovvio che sia così), ma le prove riguardanti "Quarto potere", invece, abbondano e spero ne darete giusto atto.

Ed a seguire la risposta alla precedente mail ricevuta direttamente dagli autori del quiz, Lorenzo Bassi e Franco Longobardi:

Rispondiamo volentieri al sig. Caminiti, assiduo frequentatore della Rubrica.
Quando avviammo la collaborazione con l’amico Antonio, eravamo consapevoli che nel mettere a disposizione il nostro bagaglio di conoscenze per un progetto culturale di assoluta originalità, avremmo incrinato certezze, urtato suscettibilità, dato che ci ripromettevamo, non solo di recuperare frammenti di storia del cinema e del doppiaggio sepolti dalla polvere del tempo, ma anche di scardinare i tanti luoghi comuni errati e le fuorvianti dicerie. Avevamo perciò messo nel computo che molti assetati di sempre nuovi particolari, commentatori, scettici, rosiconi, segnalatori di errori presunti o meno, avrebbero fatto sentire la propria voce. Da parte nostra, per garantire trasparenza e credibilità, era stato messo in preventivo la piena disponibilità a fornire tempestivi riscontri alle richieste dei lettori, cosa che si è già verificata più volte in precedenza.
Quindi si tranquillizzi il signor dispensatore di patenti di moralità e per il futuro ci risparmi certi pietosi ricattucci.

Passando alla seconda “premessa” (che forse sarebbe meglio definire considerazione), precisiamo che
come autori dei quiz forniamo a questo Portale, il più importante del settore, da oltre due anni, pillole di storia del doppiaggio e più in generale di cinema, cercando di stimolare il Lettore con notizie storiche poco note, documentate da testimonianze di autorevoli esperti o diretti testimoni, o più spesso assumendocene la responsabilità per avere visionato personalmente i filmati citati.
L'Associazione Culturale Cinematografica First National, di cui facciamo parte, da 22 anni realizza eventi e manifestazioni dedicati a temi inediti o semplicemente ignorati sul cinema e i suoi segreti. La storia del doppiaggio ha molto da svelare. Questo è il compito che si sono dati il Direttore del Portale e gli Autori : ricostruire l'avventurosa storia del doppiaggio italiano.
Il sito dell'Associazione, anni fa, aveva pubblicato una rubrica intitolata “Filmografie Vocali”, nella quale venivano elencate le voci italiane di attori stranieri, titolo per titolo. Fra loro Charlie Chaplin : alla voce “Il Grande Dittatore”, sulla base di indicazione forniteci da un cinefilo rivelatesi poi errate, era segnalato “il Dittatore – Augusto Marcacci” e “il Barbiere – Gianfranco Bellini”. In seguito, grazie alla diretta testimonianza di Bellini, siamo riusciti a stabilire che egli doppiava entrambi i personaggi chapliniani e che Marcacci era il narratore del trailer. Soltanto l'opportunità di questa Rubrica ci ha permesso di svelarla al pubblico degli appassionati. Filmografie Vocali venne in seguito cancellata dal sito per le troppe operazioni di saccheggio compiute da profittatori che scorrettamente non citavano mai la fonte di provenienza delle notizie divulgate. Parliamo di 5 anni fa circa,quindi molto prima dell'inizio de In...soliti ignoti.

Terza… considerazione.
Il ritrovamento dell'agenda di lavoro di un assistente di doppiaggio (l’allegato alla mail del Caminiti è incomprensibile, ma non abbiamo motivo di non credere della sua esistenza), non prova la realizzazione effettiva del doppiaggio, ma attesta soltanto la volontà di farlo. Alla fine degli anni 40 è fortissima la richiesta di doppiaggi “urgenti” di film stranieri, americani in particolare. Le sale d'incisione erano oberate da richieste incessanti di doppiaggi, senza concedere tregua. Occorreva programmare mesi prima i turni per ogni singola pellicola da doppiare. Molti turni saltarono, dando la precedenza a film inediti in Italia. Probabilmente è ciò che è accaduto a Quarto Potere. Pur programmato il suo ridoppiaggio, lo stesso in realtà non venne realizzato.
D’altronde noi stessi abbiamo avuto modo di visionare taccuini di programmazione di turni di doppiaggio di quegl’anni tumultuosi. Alcuni posseduti con ruoli più importanti del Giovacchini, talvolta redatti su carta intestata delle Case di doppiaggio. Ciò a partire da interessanti registri di turni ai leggii mostratici oltre 30 anni fa dal doppiatore Vinicio Sofia, che scioccamente non chiedemmo di riprodurre (ma allora gli strumenti per copiarli erano meno agili), per finire proprio col Cav. Alberti, protagonista di questo quiz e cofondatore nel 1948 della Cineteca Italiana di Milano, nonché suo Conservatore per decenni. Nel suo fornito archivio non mancava prezioso materiale documentale sul doppiaggio italiano. Ciò premesso, non ci siamo mai sognati di considerare quei comunque importanti reperti, prove di per sé sole capaci di attestare un evento storico come una nuova edizione di Quarto potere. Di questa fantomatica edizione del 1948, a differenza da quella da noi fatta risalire al 1945, non solo non è avvalorata dalla circostanziata testimonianza dell’autorevole Cav. Alberti, ma non risulta esistano tracce, né sonore, né documentali, né legate a ricordi di eventuali testimoni.
Inoltre ci sono elementi di fatto che rendono altamente improbabile l’esistenza di un’edizione del 1948 di Quarto potere. Se si fosse davvero concretizzata, la voce di Welles non poteva che essere quella di Emilio Cigoli, sua voce fissa in quel periodo. Ma che senso avrebbe avuto ridoppiare il film, richiamando lo stesso doppiatore, quando nel 1966 erano oltre 10 anni che Cigoli veniva solo sporadicamente utilizzato, per beneficiare in maniera preponderante altri.
Perché Alberti avrebbe proposto di ridoppiare il film per migliorarne la qualità dell’edizione italiana, se vi fosse stata in circolazione un’altra, che se realizzata nel 1948, sarebbe stata sicuramente egregia?
La Storia invece dice che il Cavalier Walter Alberti non amava i doppiaggi USA e spesso li criticava aspramente. Cercò negli anni di far ridoppiare molte di quelle pellicole, ma con scarsi successi. Una buona occasione gli si presentò per la Biennale di Venezia 1966: realizzare un'edizione italiana dignitosa del capolavoro wellesiano proponendo nel ruolo protagonista l'amico Emilio Cigoli, che raccolse l’invito con entusiasmo appena prima di lasciare la CDC.
Analizziamo infine la questione del visto di censura. Il fatto che Quarto potere abbia un visto di censura datato 1948, prova solo la sua avvenuta riprogrammazione nelle sale nello stesso anno o in quello successivo.

Nostra considerazione finale.
Sebbene la prosa del sig. Caminiti (quella sì!) grondi di astio, disgusto e disprezzo, egli si arroga l’autorità di qualificare con quei termini le nostre opinioni personali sull’autore di Le voci del tempo perduto.
Si sbaglia! Non abbiamo mai espresso pubblicamente giudizi sulla persona. Ai lettori non interessa! Abbiamo criticato fatti da lui provocati o commessi, sue affermazioni sul doppiaggio da noi ritenute farlocche o contraddittorie, dando contestualmente ragione delle nostre contestazioni.
Noi non ci siamo permessi di proferire gli insulti che il sig. Caminiti gli vomita addosso… salvo poi, nella più strabiliante schizofrenia, elevare ad unica, decisiva prova un reperto di secondaria rilevanza, come noi abbiamo dimostrato, con la stessa enfasi del suo scopritore “parecchio svanito, che della materia doppiaggio è palese che non capisce nulla” !!!!!!



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Le domande e le risposte sono curate da Lorenzo Bassi e Franco Longobardi.


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