"2001: odissea nello
spazio"
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TITOLO ITALIANO: "2001:
odissea nello spazio"
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TITOLO ORIGINALE: "2001: A
Space Odyssey"
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REGIA: Stanley
Kubrick
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SCENEGGIATURA: Stanley Kubrick e Arthur
C. Clarke
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BASATO
SUL RACCONTO "La sentinella" di Arthur C. Clarke
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PRODUZIONE: G.B. / USA 1968
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DURATA: 141 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI
|
DOPPIATORI
|
DOTT. DAVID
BOWMAN |
Keir Dullea |
GIANNI MARZOCCHI |
DOTT. FRANK
POOLE |
Gary Lockwood |
CESARE BARBETTI |
DOTT. HEYWOOD
FLOYD |
William Sylvester |
MARIO FELICIANI |
DOTT. ANDRE
SMYSLOV |
Leonard Rossiter |
|
DOTT.SSA ELENA |
Margaret Tyzack |
BENITA MARTINI |
DOTT.
HALVORSEN |
Robert Beatty |
|
DOTT. ROY
MICHAELS - 'BILL' |
Sean Sullivan |
STEFANO SIBALDI |
PADRE DI FRANK
POOLE |
Alan Gifford |
CORRADO GAIPA |
MADRE DI FRANK
POOLE |
Ann Gillis |
|
HAL 9000
(voce) |
Douglas Rain |
GIANFRANCO BELLINI |
ANNUNCIATORE
BBC-12 |
Kenneth Kendall |
ROMANO MALASPINA |
SIG. MILLER |
Kevin Scott |
PINO COLIZZI |
VOCE COMPUTER
DEL PANNELLO SULLA PRIMA ASTRONAVE |
|
VITTORIA FEBBI |
- DOPPIAGGIO ITALIANO:
C.D.C.
- DIALOGHI ITALIANI: ROBERTO DE LEONARDIS
- DIRETTORE DEL DOPPIAGGIO: FRANCO SCHIRATO
ALCUNE NOTE SUL FILM
- La penuria di attori non è strana se si considera il
fatto che, su 141 minuti di film, poco meno di 40 sono di dialogo.
- Il film ha avuto una sorta di seguito con
"2010 -
L'anno del contatto"
(1984).
UN COMMENTO
SUL FILM
a cura di LoganMcCoy
- L'Alba dell'Uomo
Stupendi e ridenti paesaggi si parano ai nostri occhi:una natura
incontaminata,visto che l'uomo non esiste ancora,ma al suo posto ci sono
delle grosse scimmie,ancora a un livello primitivo.La loro vita è
noiosa,senza qualcosa che li faccia occupare il tempo. Sono oggetti della
Natura,non ne sono protagonisti.
Poi...
Poi c'è quella cosa nera,quella magnificente cosa nera,alla cui vista le
scimmie sono attonite,ma allo stesso tempo attratte come se quella roba per
loro potesse significare un cambiamento.Primitivi idolatri davanti a un
cubico Dio...
Ma quella cosa non è Dio,è molto di più.
Le scimmie si sono evolute. Un mucchio d'ossa. Uno di loro si distingue. Più
affilato e ricurvo. Attraente. La mano si allunga,afferra l'oggetto.
Sguardo. Un rapido movimento. Bam. Bam. Bam. Le ossa vanno in pezzi. La
magniloquente melodia wagneriana sancisce una conquista, fondamentale ma
terribile. La conquista dell'offesa. La conquista delle armi.
Ma si va ben oltre...
Le scimmie come i soldati inglesi di
"Barry Lyndon" osti in quadrato in un
primordiale tentativo di schieramento di fronte a una battaglia,una
scaramuccia tra due simili. Ma accade l'imponderabile: l'osso. L'osso
percuote, percuote, percuote. La scimmia è lì a terra, stecchita. Il suo
rivale ha fatto un ulteriore scoperta. La scoperta di come sopravvivere. La
scoperta della vittoria. La scoperta dell'omicidio.
Felice,inebriato da questo nuovo sentimento, lancia l'osso in aria...
Lo spazio.
Lo spazio illimitato sulle note di Strauss. Un lentissimo procedere
insieme alla navicella, verso un'ignota destinazione. Ma non importa. Perché
siamo catturati dalla magia della scena, dall'incredibile landscape
propostoci, un'interminabile ipnosi davanti a simile maestosità.
Una futuristica base dove tutto è computerizzato. Qualcosa di inconfessabile
è accaduto. Bisogna stare attenti. Raccontare bugie. L'uomo si è evoluto in
questi millenni, ed è quindi logico che usi le sue capacità, il suo ingegno
per prevalere sugli altri, esattamente come aveva fatto la scimmia.
Poi... di nuovo quella magnificente cosa nera,quel mistero... divenuto da
oggetto di culto a oggetto di studio... perché l'uomo si è evoluto...
Ma quella magnificente cosa nera non si può studiare... si può solo....si
può solo...
E così...
Missione Giove
Di nuovo lo spazio illimitato... ma stavolta la "navicella"è ben più grande
di prima...
La gravita è assente... l'uomo fa ginnastica dove non c'è aria....
Un ambiente triste,squallido,anonimo:due uomini soli con se
stessi,attorniati da migliaia e migliaia di apparecchiature.
L'uomo fuori dal mondo,estraniato,distante distaccato. Solo.
Un momento...abbiamo pur sempre altri tre uomini,ma è come se fossero
morti,sotto ibernazione come sono...
E poi c'è lui, Hal 9000.
Già, Hal 9000.
Quell'occhio rosso,scrutatore implacabile,sentinella incorruttibile,punto di
congiunzione fra due mondi.
Tutti quelli che verranno dopo (David di Spielberg, i robottini di "Star
Wars", persino la "666" di Diego Cugia) non potranno prescindere da Hal
9000.
Hal 9000, calcolatore infallibile, senza possibilità di errore, così freddo
e asettico ma allo stesso tempo grottescamente umanoide (il merito di questo
va soprattutto, anzi unicamente, alla voce italiana di Hal, l'immenso
Gianfranco Bellini).
Il rapporto tra gli astronauti e Hal è strano. A momenti pare indirizzarsi
su una relazione fra esseri umani, ma nasconde il tentativo, sempre
presente, dell'ingegno volto al male da parte dei due uomini.
Un dubbio si insinua... un dubbio atroce... e allora bisogna farla finita...
bisogna fottere il calcolatore... già perché noi siamo uomini, lui è solo un
computer.
Ma non è vero. Hal non è SOLO un computer... è molto di più e molto di
meno..
Hal è un paradosso... è senza errore, ma sbaglia.. è asettico ma
orgoglioso... è senza emozioni ma è malvagio...
Io sono senza errore, non è ammissibile - dice Hal - l'errore non è
contemplato. Ma che senso ha che un computer rivendichi la sua
infallibilità? Si rende conto di essere imperfetto e allora... LIFE
FUNCTIONS TERMINATED. Le tre cupole di ghiaccio non si apriranno più.
E'intelligente, Hal, molto. E allora capisce che il suo essere fallibile lo
porterà alla disconnessione. No, Hal non è decisamente solo un computer, è
qualcosa di più... di più delle scimmie, di più degli uomini, di più degli
androidi di
"Blade Runner", di più...
Già, perché solo un "di più" mentre è disconnesso, può pregare l'uomo di
smetterla, perché solo un "di più" può avere il suo canto del cigno. Non ce
l'ho fatta. Questa scena è una pugnalata... un capolavoro di drammaticità...
una fine tra le più grottesche... ma uno strano senso di terrore mi prendeva
mentre la vedevo... mozzafiato... basta, basta parlare di Hal.
Giro, giro tondo, cascaaa il mondoooo....
Giove e oltre l'infinito
In lontananza, Giove e ancora una volta,lo spazio illimitato.
Qualcosa di indescrivibile... la magnificente cosa nera galleggia
nell'aria...
Un delirio visionario e onirico: il viaggio di Bowman "oltre i confini della
realtà". L'occhio. Prima quello rosso di Hal, ora quello in negativo di
Bowman... qualcosa di unico, irripetibile: uno scorrere ininterrotto di
psichedelici fiumi colorati, forme indistinte all'orizzonte, forse il
passato, forse il presente, forse il futuro. Il Tempo non esiste più. Chissà
magari è proprio questo l'Iperuranio platonico, l'Eden o magari l'Eldorado.
Sono attimi e luoghi senza tempo e anche Bowman è nel "non-tempo".
Poi... un buco. Una stanza. Se prima era un non tempo,ora è anche un "non
luogo"
Regna il silenzio. Tutto è bianco, il colore che ha in sé tutti i colori e
nessuno. Un uomo, intento a fare la cosa più normale del mondo: mangiare.
Non c'è senso in queste scene, ma non importa. In vino veritas e il
bicchiere cade, si rompe.
L'uomo è sparito. Solo un letto, con un vecchio decrepito dentro. E poi
quella cosa là, la magnificente cosa nera, lì davanti al vegliardo morente.
Una mano, debolmente e con fatica, si solleva verso la magnificente cosa
nera, come in segno di rispetto, di adorazione, di culto. Ricordate le
scimmie? Scimmie e uomini, nessuna differenza.
Ora... ora il vecchio non c'è più. Al suo posto,una sfera e un bambino.
Tutto è circolare.
Ancora, un'ultima volta, lo spazio illimitato, ma stavolta al centro ecco il
bambino, sintesi e insieme nullificazione, placido ed etereo mentre i suoi
occhi asettici ma grottescamente umanoidi ci scrutano.
Lentamente, ma inesorabilmente, la dissolvenza in nero copre tutto quanto ed
è finita.
Cala il sipario sul più emozionante viaggio dell'uomo dai tempi di Omero.
Questo non è un film, è arte allo stato puro... solo a pensare cosa si
produce oggi e confrontarlo con "2001" mi viene da ridere...
Se "2001" non è il capolavoro dei capolavori, allora non so cosa dire..
davvero... gli altri sono capolavori, sì, ma relativi, questo no.
Comunque è proprio vero che i geni della terra non basterebbero a fare una
squadra di calcio.
E Stanley Kubrick è uno di questi.
Realizzazione 2003/20
Antonio Genna
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Antonio Genna
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