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FINE DEL GIOCO |
[E’ notte,
Sydney e Dixon, sotto la pioggia, guardano un carro funebre portar via la
bara di Emily] DIXON: Non avevo una buona visuale, e ho sparato lo stesso. Inoltrerò richiesta alla direzione per essere trasferito. SYDNEY: Al tuo posto forse avrei sparato anch’io. DIXON: So cos’era Emily per te. Mi dispiace… [Base segreta in un luogo sconosciuto dove è tenuto prigioniero Caplan: Sloane è triste per la perdita della moglie, con lui c’è Irina] IRINA: Arvin? Arvin? Questo piano potrebbe non riuscire. La CIA sa troppo, potrebbero indovinare perché volevamo il database genetico. SLOANE: Non mi interessa il database, voglio le riprese satellitari della Toscana. Voglio sapere chi ha ucciso mia moglie! IRINA: Abbiamo dovuto fare entrambi dei sacrifici. Non potrai mai perdonarti se ti fermi adesso, possiamo sapere quello che sapeva Rambaldi! SLOANE: Non l’avessi mai sentito nominare! (Irina gli prende la mano. Arriva Sark) SARK: Buone notizie, almeno in parte: usando i codici amministrativi della Brooker mi sono inserito nel loro sistema e ho scaricato una copia del database. IRINA: Ma è ancora cifrato! SARK: Sì. E anche se Caplan sta ancora lavorando sul testo di Rambaldi, con le sue capacità matematiche dovrebbe riuscire a decifrare gli algoritmi. [Los Angeles, centro operativo della CIA] SYDNEY: Non capisco perché non abbiamo nessun indizio su Sloane o la mamma! JACK: Esistono le informazioni semplici, e quelle che ti permettono di agire. SYDNEY: E gli orecchini che lei mi ha lasciato? JACK: Non conosciamo la fonte delle trasmissioni, Marshall ancora non capisce come possano ricevere. SYDNEY: Dobbiamo pensare come loro. Hanno acquisito dei manufatti di Rambaldi, hanno cercato di accedere a un database genetico, dev’esserci un modo di prevedere cosa faranno! JACK: Sydney, capisco la tua frustrazione, specialmente dopo la morte di Emily. Ma a volte non c’è una mossa chiara da poter fare. SYDNEY: Guarda qui: (mostra a Jack dei fogli) la trascrizione del colloquio con Elsa Caplan: nemmeno dieci pagine! Sloane ha rapito suo marito due mesi fa e abbiamo solo dieci pagine?! JACK: Se pensi che il colloquio con Elsa Caplan sia stato gestito male, rifallo tu! (se ne va) [Parco giochi a Los Angeles: Sydney parla con Elsa Caplan mentre il figlio gioca col pallone] SYDNEY: Come sta tuo figlio? ELSA: Mi evita di impazzire. Anche con la protezione è difficile sentirsi al sicuro. SYDNEY: Non voglio complicarti la vita ancora di più, ho bisogno del tuo aiuto. Vorrei che ti sottoponessi a una seduta di terapia regressiva, è come l’ipnosi. E’ assolutamente sicura, l’ho fatta anch’io. ELSA: Senza offesa ma… l’idea che il governo mi frughi nella mente mi mette a disagio. SYDNEY: Sarò sincera con te: non abbiamo nessun indizio. ELSA: Che vuoi dire? Che se gli succede qualcosa è colpa mia? SYDNEY: No, certo che no! ELSA: Quelle persone hanno minacciato di uccidere mio figlio, ha ancora gl’incubi di notte! SYDNEY: Senti, Elsa, aspetta… ELSA: E tu vieni qui a dirmi che non sto facendo abbastanza?! SYDNEY: Aspetta, io non intendevo dire che… ELSA: Aaron, tesoro! Tesoro vieni, è ora di andare. Come osi? (si alza) Dai tesoro andiamo! [Luogo segreto. Nella stanza dove è tenuto prigioniero Caplan entra Irina] IRINA: Ci serve ancora il suo aiuto. (posa sulla scrivania un fascio di fogli) L’ho appena scaricato: è il catalogo del DNA di oltre dieci milioni di persone, cerchiamo una persona in particolare, un uomo, ma in codice; dovrà decodificarlo. CAPLAN: Sono passati due mesi e non mi avete dato notizie della mia famiglia. Non mi è stato detto nemmeno se…se sono vivi o morti, quindi potete anche uccidermi. Uccidetemi perché adesso io non ho più alcuna intenzione di aiutarvi! IRINA: E se le dicessi che non solo la sua famiglia è viva, ma li abbiamo rilasciati? (mette un cellulare davanti a Caplan) Chiami casa sua. Chiami. (Caplan prende il cellulare e chiama a casa) ELSA: Pronto? CAPLAN: Elsa! Sono io! ELSA: Pronto? CAPLAN: Elsa! Elsa, sono vivo! IRINA: Non può sentirla, ho modificato il cellulare. ELSA: Pronto? IRINA: Sono a casa, al sicuro. Ora ha una ragione per vivere, signor Caplan. [Casa di Sydney: lei e Vaughn sono a letto intenti a lavorare sui dati riguardanti Caplan ] SYDNEY: Elsa Caplan vive in custodia protettiva ormai da due mesi. Ero così convinta che ci fosse sfuggito qualcosa che sono andata lì e ho insinuato che non facesse abbastanza per salvare il marito. Che stupida! VAUGHN: Non essere tanto dura con te stessa! (la bacia, poi si alza e tira fuori dei vestiti da uno zaino) SYDNEY: Vaughn, sta a sentire, lo zaino sta diventando un po’ ridicolo! VAUGHN: Che vuoi dire? SYDNEY: Il cassetto di mezzo è tuo. VAUGHN: Davvero? SYDNEY: E’ solo un cassetto! VAUGHN: Voglio dire che è un idea grandiosa! SYDNEY: Sicuro? VAUGHN: Ah-ah. (apre il cassetto e ci mette dei vestiti, poi torna da Syd) Bello il mio cassetto, eh? (Syd ride e si baciano di nuovo) VAUGHN: Se continuiamo a lavorare devo farmi un sandwich. SYDNEY: Okay! VAUGHN: Vado! (si rialza ed esce dalla stanza; Syd esamina dei fogli) SYDNEY: Vaughn! (lui ritorna) Nell’ultimo anno ci sono state tre chiamate fatte dallo stesso numero a casa di Caplan; è successo esattamente ogni quattro mesi, tutte di lunedì sera, alla stessa ora e durate tutte un minuto. VAUGHN: Da dove provenivano? [Casa Caplan, Syd parla con Elsa di quello che hanno scoperto] SYDNEY: Ti devo parlare. ELSA: E’ per Neill? SYDNEY: Prima del suo rapimento, nell’ultimo anno vi sono arrivate tre telefonate in strani orari. Le chiamate sono state fatte da un giornalista, Grygory Ivanoff. Ti dice niente questo nome? ELSA: No. SYDNEY: Abbiamo fatto un controllo: è un giornalista che lavora a Los Angeles per la ITARTAS, un’agenzia di stampa nota per dare copertura ad agenti dell’Intelligence russa. Questo Ivanoff dev’essere uno di loro. L’abbiamo messo sotto sorveglianza elettronica, e un’ora fa ha ricevuto un fax da una fonte sconosciuta. ELSA: Io non capisco. SYDNEY: Tuo marito potrebbe aver lavorato per l’SWR russa: è il loro equivalente della CIA. ELSA: Che diceva il fax? SYDNEY: Una sola parola in russo: Razvyaska, fine del gioco. ELSA: Neill morirà! SYDNEY: Elsa, non lo sappiamo! ELSA: No, lo so io! SYDNEY: Eri tu? ELSA: Ho rifiutato l’ipnosi perché temevo che lo scopriste. Ivanoff era il mio contatto. Sette anni fa mi hanno ordinato di sedurre e sposare Neill, il mio obiettivo era tenere d’occhio il suo lavoro; mi hanno dato un trasmettitore da impiantagli nel braccio, ma ha anche un altro scopo purtroppo: può liberare 15 milligrammi di cianuro nel suo circolo sanguigno, una pillola per il suicidio. Di questo parlava il fax. Significa che è stato attivato. SYDNEY: E tu non sei autorizzata a dirmelo. ELSA: Ho appena tradito l’impegno con il mio governo, perché rivoglio mio marito. Te l’ho detto perché lo amo! [Centro operativo CIA. Sydney incontra Jack] SYDNEY: Ho un indizio su Sloane e Irina, ma dobbiamo agire immediatamente! JACK: Vaughn mi ha informato. La Caplan non va trattata come se si fosse consegnata, è un agente dell’SWR! SYDNEY: Quindi tecnicamente si può considerare una disertrice. JACK: O possiamo arrestarla e processarla per spionaggio. Finché non lo decideremo la tratterrò qui. SYDNEY: Lei vuole aiutarci. Ha impiantato un trasmettitore addosso al marito; il chip è attivato da un codice: se localizziamo la ricevente possiamo inserire il codice, trovarlo e rimuovere il congegno prima che liberi il cianuro. JACK: Ho già chiesto a Marshall di studiare la possibilità di costruire un localizzatore. SYDNEY: Marshall ci metterà almeno tre giorni, Caplan sarà già morto. Il chip rilascerà il cianuro nel suo sangue tra quarantadue ore. Ho contattato uno che tratta parecchi dell’SWR, lo incontrerò. JACK: Non intendo rischiare la tua vita sulla base di improbabili informazioni acquisite da una spia russa! SYDNEY: Perché deve mentire? JACK: E’ proprio questa la domanda. SYDNEY: Si è consegnata! JACK: Non è la prima! SYDNEY: Papà, mi rendo conto che stiamo parlando di un’agente russa che ha tradito il marito, ma Elsa Caplan e mia madre non sono la stessa persona. Il primo istinto di Elsa,… il suo primo pensiero è stato per la vita del marito! JACK: Questo è il tuo giudizio. SYDNEY: Se troviamo Neill Caplan troviamo Sloane e la Derevko, non ne vale la pena? JACK: Ci muoveremo sulla base delle dichiarazioni di Elsa se e quando potremo provarle! SYDNEY: Ti sei messo a giocare sul sicuro? Hai lasciato che la Derevko uscisse di qui perché pensavi che potesse portarci da Sloane! JACK: E’ stato un errore che non sono ansioso di ripetere! SYDNEY: E se Neill Caplan muore? JACK: Allora muore. [Ex cella di Irina, dove ora vi è tenuta prigioniera Elsa Caplan. Sydney va da lei per avere il codice del chip] ELSA: Chi ha mio figlio? SYDNEY: Aaron sta bene. Se ne stanno occupando. ELSA: Pensavo che mi credessi SYDNEY: Ti credo infatti! ELSA: Allora perché sono in cella? Ho ammesso tutto, ho tradito il mio governo! SYDNEY: Non è così semplice. Ci sono dei protocolli da seguire. ELSA: MA non c’è tempo! (Jack osserva la scena dalla telecamera di sicurezza e alza il ricevitore del telefono interno) JACK: Sono il vicedirettore Bristow. Provvedete a mettere in isolamento Elsa Caplan. Nessuna visita senza approvazione! SYDNEY: Abbiamo ancora quarantadue ore. (Preme un pulsante del suo orologio: finge di rassicurare Elsa, mentre in realtà le sta facendo ascoltare un messaggio registrato) MESSAGGIO DI SYDNEY: Elsa non reagire. Stai ascoltando un messaggio registrato che ti viene trasmesso da un proiettore sonico direzionale, sei l’unica che può sentirlo. La CIA non approverà la missione per acquistare il localizzatore, ci penserò io da sola. Devi darmi il codice del localizzatore. Incrocia le braccia e battilo in codice morse con l’indice. (Elsa fa quel che le ha detto Sydney, mentre arriva un uomo della sicurezza) UOMO: Prego, si allontani dal vetro. SYDNEY: Sono autorizzata. UOMO: Si allontani subito! (Elsa finisce di dare il codice) ELSA: Grazie. [Si ritorna alla base dov’è tenuto Caplan, Irina assiste al lavoro dell’uomo] IRINA: Sono passate ventiquattr’ore. CAPLAN: Questo database è criptato con un codice polimorfico militare da 8192 bit. A meno che non vogliate rapire qualche altro genio più bravo di me, ci vorrà un po’! IRINA: Mi dica che cosa le serve per fare più in fretta! CAPLAN: Mi serve l’accesso a un super computer Crey x. IRINA: Non starà perdendo tempo, signor Caplan. Perché il suo ritorno sano e salvo in famiglia non è garantito. Ha capito? (Irina si avvicina a lui che improvvisamente si alza, le passa le manette intorno al collo e la fa sbattere contro il tavolo, tentando di strozzarla. Ma arriva Sloane e spara ad una gamba di Caplan) CAPLAN: Ah! (Irina si libera e Sloane punta la pistola contro Caplan) SLOANE: Pochi giorni fa… CAPLAN: La gamba! SLOANE: …Avrei fatto di tutto per tenerti in vita… CAPLAN: La mia gamba! SLOANE: …Ma adesso non mi importa! IRINA: Arvin! Arvin! Non farlo, ci serve ancora! CAPLAN: La mia gamba… [Casa Dixon. Lui sta parlando alla moglie del suo lavoro alla CIA] DIANE: Dove ti trasferirebbero? DIXON: Mi darebbero un altro posto nell’agenzia. Forse in Texas, o a Washington. Farei l’analista, sarei al sicuro. DIANE: E saresti felice di questa soluzione? DIXON: Sarei felice se tu e i ragazzi sareste con me. DIANE: Sloane è l’uomo che comandava l’SD-6, quello che ti ha mentito per anni. Marcus, tu non sei responsabile di quello che è capitato a sua moglie, è lui che l’ha messa in pericolo. DIXON: Non è l’unico motivo per cui chiedo il trasferimento. Lo faccio per noi. DIANE: Quando ho conosciuto la verità, ti ho detto di non sapere chi fossi: mi sbagliavo; non sapevo che cosa facessi, invece l’ho sempre saputo chi sei: tu sei l’individuo più onesto che abbia mai conosciuto. Comunque tu decida io sono con te. [Casa di Sydney. Francie riceve una telefonata da Sloane] FRANCIE: Pronto? SLOANE: Sono io. La tua fonte è ancora attiva? FRANCIE: Sì. SLOANE: Bene. Mi serve una cosa. [Strada di Los Angeles. Sydney sta guidando quando scopre di essere seguita da un agente della CIA] AGENTE(alla radio): Base operativa, qui Rimorchio. Contatto visivo con l’obiettivo. JACK: Ricevuto. Stalle dietro. (Sydney parcheggia davanti ad un supermercato, scende dalla macchina ed entra. Nel negozio ci sono quattro ragazze di una confraternita dell’università. Pensando di confondersi tra loro, Syd compra una parrucca, una borsa, carta colorata e trucchi, contemporaneamente telefona a Vaughn, mentre l’agente che la segue aspetta fuori) RAGAZZA1(al cellulare): Stiamo per andare a pranzo con i PiDelta. (rivolta all’amica) E ci sarà anche Tom se non sbaglio RAGAZZA2: Sta zitta! (tutte ridacchiano, Syd prende il suo cellulare) [Base operativa della CIA. Vaughn e Weiss stanno parlando] WEISS: Ti ha dato un cassetto? VAUGHN: Era la cosa più comoda. WEISS: E tu cosa ci hai messo? VAUGHN: Che t’importa?! WEISS: Che m’importa? Lo sai la fortuna che hai? Vorrei averla io una ragazza che dicesse “Hey, vuoi un cassetto?” VAUGHN: Ti darò un cassetto a casa mia! (squilla il suo telefonino) WEISS: Non lo voglio un cassetto a casa tua! VAUGHN: Pronto? [Supermercato] SYDNEY: Ciao, sono io! VAUGHN: Tutto bene? Marshall mi ha detto che tuo padre non ha voluto darti retta. SYDNEY: Già, avevo bisogno d uscire, per calmarmi. Papà aveva ragione come al solito, vorrei solo poter fare di più. VAUGHN: Stiamo cercando conferma alle informazioni di Elsa, dove sei? (Sydney comincia a parlare in codice, sapendo che il cellulare è controllato, per far capire a Vaughn che andrà in Russia) SYDNEY: Al drugstore. Ho ritirato le foto che hanno sviluppato. Ce n’è una fantastica di noi due, da appendere a casa tua vicino all’attaccapanni. VAUGHN: Cosa? SYDNEY: Qui mi hanno detto che alcune foto non sono venute, perché ho usato l’esposizione sbagliata. Dicono di fare attenzione, che sui Rullini Usati Siano Sempre Indicati gli Asa. (le prime lettere dell’ultima frase formano la parola Russia) VAUGHN (capendo il messaggio si rivolge a Weiss): Penna! SYDNEY: Starò qui altri venti minuti, dopo ti raggiungo. VAUGHN: Sì, d’accordo, ciao! SYDNEY: A dopo, ciao. [CIA] WEISS: Che c’è? VAUGHN: Vuole appendere una foto vicino all’attaccapanni. WEISS: E allora? VAUGHN: Non è mai stata da me, e non ce l’ho un attaccapanni! WEISS: Forse era una specie di messaggio, cos’ha detto esattamente? VAUGHN: Che sui rullini usati siano sempre indicati gli Asa. [Supermercato] SYDNEY: Ah,…e questa borsa, per favore. (Le ragazze ridono) SYDNEY: Dov’è il bagno? (Sydney in bagno mette la parrucca, con la carta colorata si fa una gonna zebrata e si trucca, quando esce si avvicina alle ragazze per confondersi con loro) RAGAZZA2 (parlando di un cosmetico): La confezione è deliziosa, e credo anche di averlo già usato… RAGAZZA3: Davvero? SYDNEY: Scusa, io una volta l’ho provato e mi è venuta l’allergia! RAGAZZA2: Oh, sul serio? D’accordo, grazie! SYDNEY: Oh, ma siete SigmaGamma? RAGAZZA2: Sì! SYDNEY: Ha! Ero presidente locale in West Virginia! RAGAZZA3: Sul serio? SYDNEY: Lo giuro, davvero! RAGAZZA2: Presidente! SYDNEY: Già! E’ martedì, fate ancora i pranzi con i PiDelta? RAGAZZA1: Sì, altroché! SYDNEY: Aah! RAGAZZA3: Vuoi venire? SYDNEY: Posso farlo?! RAGAZZA3: Certo che puoi! SYDNEY: Oh, avevo una tale nostalgia da quando mi sono laureata! Grazie mille per l’invito! (Nascosta tra le ragazze, Sydney esce e riesce a sfuggire all’agente che la pedinava) [CIA. Vaughn e Weiss tentano di decodificare il messaggio di Syd] VAUGHN: No, aspetta, ci sono… ha usato un codice in sequenza, prendi la prima lettera di ogni parola e prova (su un blocchetto scrive le lettere in sequenza e viene fuori RUSSIA). Sta andando in Russia! (Viene chiamato da Jack) VAUGHN: Voleva vedermi? JACK: Sydney sapeva che stavo ascoltando la vostra telefonata e che quando avessi decodificato il suo messaggio sarebbe già stata in viaggio per la Russia. Le concederò il beneficio del dubbio, presumendo che lei avesse voluto informarmi del fatto. Faccio questa considerazione perché…quando Sydney la ricontatterà mi aspetto che lei mi dirà dove si trova. VAUGHN: Se l’avessi saputo avrei cercato di fermarla! Ma ora che è partita non possiamo fare niente per farle cambiare idea! Ha quaranta ore per trovare Caplan, perché non aiutarla, darle manforte? JACK: Se ancora non le è chiaro, sappia che tutto quello che faccio è teso soprattutto a proteggere Sydney. Per quanto ne sappiamo la Caplan lavora con Sloane, per quanto ne sappiamo potrebbe essere complice del rapimento del marito, quindi Sydney potrebbe finire in trappola! VAUGHN: Oppure non è così e sta per salvare la vita a Caplan! JACK: Questo non è un dibattito! E il fatto che abbia un rapporto soddisfacente con mia figlia non vuol dire che possa averlo anche con me. Se non mi informerà subito del prossimo contatto di Sydney prenderò provvedimenti che la faranno pentire! [Mosca. Sydney, vestita da cowgirl entra in un cowboy bar per incontrare un uomo che lavora per SWR, che potrà procurargli il localizzatore per trovare Caplan] (Un uomo sta cavalcando un toro finto elettrico) DJ: Okay partner, pronto a cavalcare? Tieniti saldo, si parte! (l’uomo cade) Alzati! Alzati non sei un cowboy! (Syd si siede al tavolo dell’agente dell’SWR) SYDNEY: Abbiamo un'amica in comune. AGENTE: Questo è un cowboy bar, niente russo. SYDNEY: Ho detto che abbiamo un’amica in comune AGENTE: Non mi interessa. Questo è il tavolo degli otto secondi, qui tutti hanno cavalcato il toro per almeno otto secondi. Addio! SYDNEY(rivolta a sé stessa) Coraggio! (Sale sul toro e lo cavalca fino a che non si ferma, poi torna dall’agente) SYDNEY: Qualcosa del genere? AGENTE: Qualcosa del genere… (Brindano e bevono) AGENTE: Allora campionessa, chi è quest’amica in comune? SYDNEY: Elsa Caplan. AGENTE: E quand’è che avresti parlato con Elsa? SYDNEY: Giusto ieri. Siamo vecchie amiche, i suoi genitori erano nella classe di Kolokoff al Bandiera Rossa, con i miei. AGENTE: Che cosa ti serve? SYDNEY: Mi serve un localizzatore, ultimo modello della ESVER. AGENTE: 50.000 in contanti, solo dollari americani. SYDNEY: D’accordo. [CIA. Jack va nella cella di Elsa Caplan] JACK (rivolto all’agente di guardia): Apra la porta! (Entra) ELSA: Voglio vedere mio figlio! JACK: C’è una leggera traccia di ucraino nella sua voce. ELSA: I miei genitori venivano da lì. Io non ci sono mai stata. JACK: Sono curioso. Qual’era la sua copertura? La storia che ha raccontato a Caplan. L’hanno piazzata al CALTECH? Una specializzando, magari un’assistente? ELSA: Senta, a me importa solo della mia famiglia! JACK: La sua famiglia? Quella che lei si è costruita per rubare informazioni segrete? ELSA: Che cosa può sapere lei di me? JACK: Ben più di quanto possa immaginare! ELSA: Lei è il padre di Sydney. Irina Derevko era sua moglie. JACK: E questo fa di me un esperto in gente come lei. E’ iniziato come un lavoro, un dovere verso il suo paese; ma per farlo doveva prostituirsi, era un piccolo prezzo da pagare per salvare la madre patria. All’inizio tutto è andato bene, poi… certo, un incidente: è rimasta incinta. Ha pensato di interrompere la gravidanza, ma egoisticamente non l’ha fatto. Forse sperava che diventare madre potesse redimerla, assolvesse le sue colpe… ELSA: Si sbaglia! JACK: …ma ha continuato a ingannare e a mentire a suo marito e a suo figlio. ELSA: Io non sono Irina Derevko! JACK: Probabilmente a suo figlio importa più a me che a lei! ELSA: Questo non è vero! JACK: Se andrà a modo mio lei non rivedrà mai più suo figlio! ELSA: Non sia azzardi a portarmi via mio figlio! Non mi porti via mio figlio! (piange) [Centro operativo della CIA. Suona il cellulare di Weiss] WEISS: Weiss? SYDNEY: Weiss sono io. Scusa se chiamo te, ma il telefono di Vaughn sarà controllato. E’ lì? WEISS: Sì. (si gira verso Vaughn e gli lancia il cellulare) Indovina! VAUGHN: Syd? SYDNEY: Ho il localizzatore, ho inserito il codice che ci ha dato Elsa: ho trovato Caplan in un edificio a Sarìa, in Spagna, in una vecchia fabbrica di software VAUGHN: Tuo padre sa cos’hai in mente e pensa che potrebbe essere una trappola… e può aver ragione, ti dovrei convincere a tornare! SYDNEY: Lo farò quando avrò Caplan. Mio padre non è obiettivo, identifica Elsa con mia madre. Il mio può essere un errore, ma sono pronta a rischiare. Io le credo. VAUGHN: Vengo con te! SYDNEY: Non posso chiederti di farlo! VAUGHN: Non ce n’è bisogno. Vediamoci a Sarìa, nel vicolo dietro l’hotel Gandeur. (chiude la chiamata) WEISS: Jack ti sparerà dritto in faccia! VAUGHN: Dammi mezz’ora, digli che mi ha chiamato sul tuo telefono e me l’hai passata. Restano dieci ore per trovare Caplan. WEISS: Se finiamo in una prigione federale un cassetto io non te lo do! [Casa di Sydney. Francie e Will si stanno baciando sul divano] WILL: D’accordo, devo andare. Devo andare o farò tardi! FRANCIE: Oh, no! Lavori per una rivista di viaggi, digli che sei in viaggio! WILL: Magari potessi! (Will si alza e va in un’altra stanza. Francie prende il suo cellulare (di Will) e ci mette dentro uno strano dispositivo) [CIA. Will seduto alla sua scrivania si alza in piedi e si scontra con Marshall] MARSHALL: Oh, mi scusi. Lei è Will, giusto? WILL: Già! MARSHALL: Salve, io l’ho vista al briefing, sa… anch’io sono nuovo da queste parti. Marshall Flinkman. WILL: Molto lieto. MARSHALL: Hey, senta, fanno parcheggiare anche lei in quel posto assurdo? Perché io devo farmi almeno mezzo miglio a piedi per venire ogni giorno la mattina, e arrivo già sfinito. Non dovrei lamentarmi, è l’unico esercizio fisico che faccio, anche se ho visto una palestra e… (Squilla il cellulare di Will) WILL: Scusami. MARSHALL: Certo! WILL: Devo… MARSHALL: Faccia pure. Magari qualche volta pranziamo insieme… (se ne va) WILL: Pronto? FRANCIE: Ciao tesoro, hai un minuto? WILL: Oh,… sì, sì, che succede? FRANCIE: Sei vicino a un computer? Stavo cercando una ricetta in rete, e il mio computer è morto… WILL: Cosa vuoi che ti cerchi? Una ricetta? (si siede al computer, inserisce la password e entra nel sistema) FRANCIE: Ti dispiace? WILL: Figurati! Come si chiama il sito? FRANCIE: www.wiabescentral.com. WILL: Va bene. D’accordo, che ti serve? FRANCIE: Che pesci mette la ricetta? WILL: Sì, aspetta, ora cerco. (Mentre Will è in rete, lei entra nel sistema della CIA tramite il dispositivo messo nel cellulare di Will e scarica le riprese satellitari della Toscana che Sloane le aveva richiesto) [Spagna, luogo dell’appuntamento di Syd e Vaughn. Lei sta aspettando su una scala di servizio, lui arriva in macchina, scende, le va incontro e si baciano] SYDNEY: Grazie di esser qui! VAUGHN: Quanto tempo abbiamo? SYDNEY: Dodici minuti. Hai l’attrezzatura? VAUGHN: Se ho l’attrezzatura? (Si apre la giacca e rivela il giubbotto antiproiettile e due mitra) Ho parlato con Weiss, il satellite rivela cinque persone all’interno nel settore dell’ala nord. SYDNEY: Potrebbe esserci Sloane qui,… e mia madre VAUGHN: Se ci sono, non si arrenderanno a noi! SYDNEY: Lo so! VAUGHN: Com’è il perimetro? SYDNEY: Nessuna attività. L’accesso migliore è da tetto. VAUGHN: Non avresti dovuto disobbedire alla CIA, ma… sei stata brava a filartela in quel modo. SYDNEY: Grazie! [Luogo indefinito. Sloane è davanti ad un computer e guarda le riprese satellitari della Toscana, quando vede che il cecchino di Emily è Dixon prende il telefono, telefonando a Francie] SLOANE: Sì, sono io. Devi fare un’altra cosa per me. [Nell’edificio in Spagna, Caplan lavora ad un computer sorvegliato da Sark] CAPLAN: Chi sei? Quanti anni hai? Quanti? Ventidue, ventitre? Perché lavori per un tipo come Sloane? Cosa ti aspetti di ricavare da questo? SARK: Mi hanno mandato a studiare in Inghilterra da piccolo. Per necessità si finisce per contare su sé stessi e si diventa prematuramente ambiziosi. Sono come tutti, signor Caplan: Quello che voglio è quello che non ho mai avuto. CAPLAN: Mi ucciderete, vero? Non condividereste quelle informazioni con me se voleste lasciarmi in vita. SARK: Meglio che continui a lavorare! (Sydney e Vaughn, introducendosi dal tetto, entrano nell’edificio) SYDNEY: Faccio il giro! (arriva una guardia dietro di lei) VAUGHN: Syd! (Sydney si volta, mette ko la guardia e spara ad un’altra che arriva in quel momento. Sentendo gli spari, Sark si alza, toglie il dischetto del lavoro di Caplan dal computer e esce, mentre Syd e Vaughn atterrano altre guardie e arrivano da Caplan) SYDNEY: Sloane è nell’edificio? Irina Derevko? CAPLAN: No, no,no,no,no… però uno biondo se n’è appena andato! SYDNEY: Sark? CAPLAN: E’ lui, sì! VAGHN: Vado io! (corre a cercare Sark) (Sydney tira fuori un astuccio con una bisturi e dei guanti, che si mette) CAPLAN: A che serve quello? SYDNEY: Signor Caplan, ascolti bene quello che le dico: non vorrà credermi ma dovrà farlo, o morirà tra sessanta secondi! CAPLAN: Cosa? (Michael intanto insegue Sark e gli punta una pistola) VAUGHN: Fermo! (Sark spara e scappa, Vaughn lo insegue sul tetto ma Sark è misteriosamente sparito) SYDNEY: Sua moglie lavora per l’intelligence russa! CAPLAN: Lo so. Sei anni fa la sicurezza nazionale mi reclutò: secondo loro sarei stato avvicinato, dicevano che potevo essere un bersaglio! (arriva una guardia, Caplan prende la pistola di Syd e lo colpisce) SYDNEY: E’ della SN? CAPLAN: Mi hanno reclutato al CALTECH, però se glielo chiede negheranno ogni collegamento con me. Ho sempre saputo che Elsa era una spia. SYDNEY: D’accordo senta: sua moglie le ha iniettato una capsula di cianuro, dobbiamo rimuoverla subito! CAPLAN: Cosa? SYDNEY: Mi stia a sentire! Sono venuta fin qui per questo! CAPLAN: Non l’avrebbe mai fatto! SYDNEY: Guardi che sono venuta fin qui per questo! CAPLAN: Non cercherebbe di uccidermi! SYDNEY: Non lei, i suoi superiori! CAPLAN: Quando accidenti me l’ha messo questo affare? SYDNEY: Quando l’ha conosciuta. Signor Caplan, le restano trenta secondi di vita, dobbiamo rimuovere la capsula immediatamente! Mi dia il polso sinistro! (Caplan le porge il polso) D’accordo, non guardi! CAPLAN: Non importa! (Sydney prende il bisturi e incide il poso) CAPLAN: Aaah! SYDNEY: Resista! CAPLAN: Dio! Faccia presto! SYDNEY: Aspetti! (con una pinzetta estrae la capsula) CAPLAN: Grazie! [Los Angeles. Caplan viene condotto dalla moglie, nella cella di sicurezza] ELSA: Non importa cosa pensi di me. Avrei fatto qualsiasi cosa pere salvarti! CAPLAN: Lo so, abbiamo parecchio da spiegare. Nessuno di noi due può giudicare l’altro in questo momento. (Si abbracciano e si baciano) ELSA: Ti amo! CAPLAN: Ti amo anch’io! [Centro operativo della CIA. Sydney incontra suo padre] SYDNEY: So bene che non sono nella condizione di chiederti dei favori, ma qualsiasi cosa tu decida di fare con me ti prego di lasciare fuori Vaughn. JACK: Vaughn scorterà i Caplan a Bainbridge Island. Elsa ha lo status di disertrice; lei non è Irina Derevko. SYDNEY: Abbiamo scaricato il database genetico che Caplan ha decodificato dal computer su cui lavorava. Ora abbiamo un indizio su Sloane e la Derevko. JACK: Bene. Se disobbedirai di nuovo ai miei ordini ti farò trasferire. A quel punto trovarli non farà più parte dei tuoi compiti. [Ristorante di Los Angeles. Sydney, Vaughn, Dixon e sua moglie Diane stanno cenando insieme] DIANE: Ti devo delle scuse. SYDNEY: Diane, non hai niente da spiegare! DIANE: Oh no, questo devo dirlo: quando Marcus mi ha detto dell’SD-6 mi sono sentita tradita, e in parte ho dato la colpa a te. Il vostro mondo costringe la gente per bene a mentire, anche a coloro cui sono più vicini. E prima di poterlo accettare ho avuto bisogno di capirlo. DIXON: Ho annullato la richiesta di trasferimento; Diane l’ha annullata. [Centro operativo della CIA, Jack cammina quando Marshall lo ferma per riferirgli la scoperta di una perdita di dati dal computer] MARSHALL: Signor Bristow! Signor Bristow! JACK: Sì Marshall? MARSHALL: Salve, senta… stavo esplorando il network della CIA, facevo una mappa, così, tanto per divertirmi… beh, si rilassi perché i piani della morte nera non c’erano… Comunque, ho trovato una discrepanza nella banda larga, lo credevo un cavallo di troia del sistema, però non bloccato, in un perpetuo rinominare la Ramcash e così… JACK: Marshall! Per favore, traduci! MARSHALL: Ho trovato una massiccia emorragia di informazioni. Qualcuno non autorizzato è entrato nel sistema e ha scaricato 10 giga di riprese satellitari sulla Toscana! JACK: La Toscana? MARSHALL: Già! JACK: Come hanno forzato il sistema? MARSHALL: Non l’hanno forzato, l’hanno fatto da quest’ufficio! [Vaughn, Sydney, Diane e Dixon stanno uscendo dal ristorante] DIXON: No, non è possibile che l’agenzia abbia degli abbonamenti per i Lakers! VAUGHN: Ti dico di sì! Quattro posti in dodicesima fila! DIXON: Sai, a questo punto non so perché ma… sono confuso! (Diane lo bacia) DIANE: Io vado a prendere i bambini! (rivolta a Dixon) A dopo! (si rivolge a Syd e Vaughn) Buonanotte! (se ne va e sale in macchina) SYDNEY: Buonanotte Diane! VAUGHN: ‘Notte! DIXON: Ah, com’è bello fare tutto apertamente! A domani! (entra in macchina ma ne esce subito) DIXON: ah, a proposito… (Si sente una grande esplosione e la macchina di Diane salta in aria. Si sentono delle urla) DIXON: Diane! VOCE DI UN UOMO: Indietro! State indietro! Allontanatevi! (La macchina è in fiamme. Il duplicato di Francie si allontana dal luogo dell’esplosione con in mano il telecomando del detonatore) |
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