CAPITOLO 1: IL DIRE
LOS ANGELES
CASA DI JACK BRISTOW
Jack sentì il calore sulle guance lasciatogli da due schiaffi e riaprì gli
occhi. Realizzò immediatamente di essere rinvenuto dopo uno svenimento,
subito dopo di essere a casa sua, infine di non riuscire a muoversi.
Era legato.
Davanti a lui c’era Sydney. Sorrideva, ma lo sguardo era gelido.
Provò a parlarle ma non riuscì ad aprire la bocca, dentro ci aveva
qualcosa. Era imbavagliato.
Cosa stava succedendo?
«Papà, ti starai chiedendo perché sei legato e imbavagliato.» Syd prese
una tanica di benzina ed iniziò a versarla per la stanza. «La traditrice
sono io, non era Will. Ora ti devo uccidere.»
Con orrore di Jack, Syd gli versò addosso il contenuto della tanica. «Sono
sempre stata dalla parte di Sloane e—»
Qualcuno suonò il campanello. Syd andò ad aprire ed entrarono quattro
uomini col passamontagna che portavano un sacco di plastica; la ragazza
parlò brevemente con loro, quindi gli incappucciati estrassero dal sacco
il corpo inanimato di una giovane donna bianca, quindi iniziarono a
versare benzina in altri locali della casa.
Cosa stava succedendo? Syd era impazzita? No, no, santo dio, era tutto
reale, ora Jack si spiegava tutte quelle fughe di informazioni, tutte
quelle missioni fallite nelle quali sua figlia s’era sempre salvata contro
ogni previsione… l’aveva tradito, fin dall’inizio! Come sua madre! Non
poteva essere, non poteva finire così, era sicuramente un brutto sogno …
Syd tornò da Jack e gli puntò contro una 9 millimetri.
«Addio, papà.»
Syd si fermò improvvisamente. Aveva il dito sul grilletto ma esitava. Jack
sapeva che non poteva finire così, non poteva essere vero il tradimento di
sua figlia, dopotutto gli aveva salvato la vita quando era nelle mani di
Geiger, le vedeva un lampo d’amor filiale negli occhi…
«Dimenticavo: mamma si sco***a Sloane.» Sydney gli rivolse lo sguardo piú
tagliente e trionfale che poteva, uno sguardo veramente satanico.
Syd mise la pistola in una tasca da dove tirò fuori una scatola di
fiammiferi, ne accese uno e lo lanciò addosso al padre.
Dai mugolii strozzati che uscivano dalla bocca imbavagliata del padre e
dalle sue convulsioni di dolore, Sydney capì che Jack stava soffrendo
orribilmente. Uscendo, guardò suo padre trasformarsi in un tizzone mentre
l’incendio si propagava al resto della stanza e poi alla casa.
AL PORTO DELLA CITTÀ
Syd salì in macchina cogli altri quattro e guidò fino ad un molo
abbandonato. Lì l’aspettava Irina Vsevolodovna Derėvko, alias Laura
Bristow, sua madre.
«È morto?»
«Sì.»
Irina guardò il cielo. Era morto Jack, l’uomo col quale aveva condiviso
sei anni della sua vita e colla quale aveva procreato una figlia che
l’aveva ucciso. Irina scosse le spalle: la vita era strana.
«Arvin è tornato?»
«Sì. Ha deciso di riprendere la sua attività con noi.»
«Bene.»
CAPITOLO 2: I DUE
Era passato un anno da quando i Bristow erano morti. A dire la
verità, un anno e due mesi: per l’agente Michael Vaughn un anno di vuoto
assoluto e due mesi di gioia.
Per Mickey era stata dura rimanere alla CIA dopo che era morta la donna
che amava e che lavorava con lui ma aveva conosciuto una bella ragazza del
CNS e l’aveva sposata: Lauren Reed. Ma la tranquillità faticosamente
raggiunta venne interrotta da una scoperta sconvolgente: Sydney Bristow
era ancora viva.
Sydney Anne Bristow, classe 1975, agente dell’Agenzia Centrale per le
Informazioni dal 2001, ex doppiogiochista contro l’Alleanza dei Dodici,
data per morta l’anno successivo assieme al padre, era improvvisamente
ricomparsa a Roma.
Stando a quanto dicevano i primi rapporti, la Bristow era stata rapita
dagli agenti della Convenzione, un gruppo criminale emerso poco tempo
prima della sua scomparsa; era stata detenuta presso di loro, l’avevano
torturata ed avevano tentato di lavarle il cervello. La Convenzione aveva
fallito nel suo tentativo di riprogrammarla, Syd aveva finto di esser loro
fedele ed era stata messa in libertà col compito di fare l’assassina per
loro, così alla fine lei era riuscita a contattare la CIA.
LUCCA
CASA SICURA DELLA CIA
Sydney aveva voluto vedere Vaughn e prendere contatto con lui e con
Kendall in Toscana.
«Syd! Syd! Come stai?»
E come vuoi che stia? «Bene, bene… Che ne è stato di Will e Francie? Sono
morti? E mio padre?»
«Francie sta bene.»
E chi se ne frega. «No, dimmi tutto.»
«Francie è stata inserita nel programma federale per la protezione dei
testimoni. Will è morto, è stato ritrovato nel bagagliaio di una macchina
due giorni dopo che tu…»
Ma come mi dispiace. «Vaughn?»
«Ti credevamo morta.»
«Lo so; mio padre è veramente morto?»
«Sì.»
Sydney si mise le mani sulla faccia. M***a, non riesco a piangere, sarà
perché non me ne frega un c***o? «Avrei preferito che mi avessero mentito.
Come è morto?» Dopo un po’ di sforzi Syd riuscì finalmente a far scendere
una lacrima sulle sue guance.
Kendall si intromise nella conversazione. «È meglio se torniamo
sull’argomento fra poco, ag. Bristow.»
Non c’è problema, tanto lo so già come l’ho ammazzato. «Ho bisogno di
voi.»
«Vuole protezione? Vuole fuggire?»
Sì, da voi imbecilli. «No, loro non sospettano niente, mi credono fedele.
Ho ucciso delle persone! Degli innocenti!»
«Lo sappiamo, ma siamo disposti a perdonarla.»
«Mio dio… ho ucciso per non farmi scoprire! Per non farmi ammazzare a mia
volta!»
«Se la sente di lavorare come infiltrata per conto nostro, nella
Convenzione?»
E quindi dopo un anno è questa l’unica cosa che v’importa? Benissimo. Syd
guardò intensamente i due agenti. «Sì, me la sento.» eccovi serviti.
«Sarà molto piú dura che all’SD-6, lei non avrà Jack pronto a salvarla.»
Meno male, così lavorerò meglio. «Vorrei poter parlare con l’ag. Vaughn in
privato, se non le da troppo disturbo.»
«Faccia pure.» Kendall e la guardia uscirono dalla porta. Syd si avvicinò
a Michael.
Ora veniamo a te, c******e. «Mickey…» Lei gli si avvicinò e lo baciò, poi
la sua attenzione fu distratta da un oggetto luccicante nella mano di
Vaughn. «Perché porti quella fede?»
«Io credevo di averti perduta e…»
Originale come un fotoromanzo. «e…?»
«È meglio se ne parliamo dopo.»
«È meglio se ne parliamo adesso.»
«Sono sposato. Senti Sydney mi dispiace…»
«Così adesso per te sono solo “Sydney”? Non piú “Syd”? sono solo il nome
su di una lapide? Ti sei già dimenticato di me… di noi?» A parte il fatto
che non ho una lapide sulla quale ridere della vostra c******aggine ma mi
avreste buttata nell’Oceano.
«Ti credevamo morta, dalla notte in cui sei scomparsa sei stata via per un
anno! Io…»
«Non voglio piú avere a che fare con te Michael Cassius Vaughn. Signor
Kendall! Può rientrare! Faccia sparire dalla mia vista questo— questo
pezzo d’asino!»
Sydney era tornata a fare la doppiogiochista per la CIA e la
triplogiochista per Sloane, che aveva finto di essersi redento (ma come si
poteva essere così scemi da crederlo?) e adesso viveva a Zurigo, era a
capo di un'organizzazione benefica e un consulente della CIA. Sydney
passava alla Patria informazioni false che Sloane fingeva di confermare. I
due si tenevano in contatto segretamente cambiando di volta in volta
modalità di comunicazione e ovviamente nessuno sospettava niente.
La volta che Syd aveva ricevuto l’ordine di ammazzare il diplomatico russo
Andrian Vissarionovič Lazarej la ragazza aveva dovuto costruire un piano
estremamente complicato.
Avrebbe dovuto avvicinarsi a Lazarej e fargli credere di volergli salvare
la vita e convincerlo ad inscenare un falso omicidio, il tutto col
patrocinio della CIA. Ma il giorno della messinscena Syd fece in modo che
qualcosa andasse storto: si presentarono “improvvisamente” due supervisori
della Convenzione mandati “inaspettatamente” a controllare che lei
uccidesse il russo e Sydney, per non svelare una copertura che non era mai
esistita, era stata “costretta” ad uccidere Lazarej davanti a loro: così
il finto omicidio era diventato un vero omicidio e la CIA era stata
d’accordo preferendo far morire un pezzo grosso del governo della
Federazione Russa piuttosto che far scoprire un agente che aveva fornito
loro informazioni così importanti. Nel complesso l’omicidio di Lazarej era
risultato non solo piú facile ma all’assassina “involontaria” era stata
anche garantita l’impunità ed era esattamente per questi motivi che la
Convenzione aveva deciso di affidare a Sydney il compito di ammazzare
Andrian Vissarionovič, che altrimenti sarebbe stato inavvicinabile.
Sydney aveva soltanto finto di essere arrabbiata con Vaughn. Quel
pescelesso le serviva ancora per confermare le sue s*****ate alla CIA e
così lei decise di chiedere un incontro per riconciliarsi; frattanto Syd
aveva raccolto tutte le informazioni che poteva trovare su quella Lauren
Reed: 29 anni, bionda tinta, bella, era nata a Londra ma era cittadina
americana dalla nascita (non avrebbe mai potuto diventare presidentessa,
guarda un po’). Aveva un fratello, Hamilton, nato negli USA ma che giocava
all’inglesissimo rugby. Figlia del potente senatore Roderick Reed -tipico
esponente dell’aristocrazia WASP [1] che teneva le
redini degli Stati Uniti dalla sua fondazione- Lauren era arrivata al CNS
grazie sia alle raccomandazioni del papi che alla propria competenza.
Incredibile che un patetico fighetto come Michael potesse impalmare una
pollastra di lusso come Lauren: con una moglie simile nessuno avrebbe
avuto il coraggio di licenziarlo dalla CIA indipendentemente dalle c****te
che poteva fare, almeno finché non avesse divorziato. Stando alle
informazioni, la moglie di Vaughn non aveva nessuna perversione sessuale
(a differenza della madre), non aveva mai sottratto fondi (a differenza
del padre), non portava né metteva corna (a differenza di entrambi i
genitori), non aveva mai assunto stupefacenti (a differenza del fratello)
e non aveva mai ucciso nessuno (a differenza del marito).
CAPITOLO 3: SUCCESSIONE
ORANO [2]
«Senti Vaughn… Michael, quando ti ho mandato affan**** a Lucca… non ero in
me, avevo appena scoperto che ti facevi un'altra, io ero stata mesi senza
vederti ed avevo pensato, del tutto egoisticamente, che tu non potessi
avere altre storie, anch’io ne ho avuta una, ma era giusto che la tua vita
andasse avanti.»
«Non fa niente, l’ho capito anch’io. Ma c’è una cosa che ti devo dire: io
amo mia moglie. Ho amato te ma adesso il mio cuore è suo, non potrà mai
essere come prima fra noi due.»
Delicato come una draga ma tanto m’importa di lei ancor meno che di te.
«Non ero qui per riaverti, non avrò mai una simile pretesa ma per
chiederti scusa. Pace fatta? Siamo di nuovo amici e colleghi.»
«Se solamente amici e colleghi, sì, lo siamo.»
Solamente amici? E quando mai, ci hai provato fin da subito! Colleghi? Ma
se lavoravo dall’altra parte… va beh, tu non lo sapevi.
CAPITOLO 4: INSIEME
La Convenzione aveva deciso di sbarazzarsi di Simon Walker: lui
aveva svolto un lavoro per loro che gli era costato piú di quanto
preventivato così Walker voleva il doppio del pattuito.
Poiché Walker si fidava di Sydney e ci aveva avuto una relazione la
Convenzione affidò a lei la consegna di Simon alla CIA. Tutto si svolse
come previsto: Sydney riprese il contatto col mercenario e gli commissionò
una missione per conto della Triade; Walker sarebbe dovuto penetrare in un
centro di ricerca giapponese e lì avrebbe trovato gli uomini dell’Agenzia
Nazionale di Polizia a fargli la posta. La Convenzione avrebbe attribuito
la responsabilità della cosa ad un agente traditore, cioè Sydney, che
sarebbe “scappata” e si sarebbe rifugiata a Los Angeles. Lì avrebbe
continuato il doppiogioco nelle vesti di agente residente della CIA ed il
suo contatto colla Convenzione sarebbe stato Zisman a meno che a Syd non
venissero affidate le relazioni con Sloane, nel qual caso avrebbe riferito
direttamente a lui.
Mentre i giapponesi portavano via Walker dopo averlo caricato di legnate,
Sydney pensò che Simon era l’equivalente cattivo di Michael: due fighetti
troppo sicuri dei loro testosteroni per capire che la loro donna stesse
f****ndo loro anziché farsi f****re da loro.
LOS ANGELES
Sydney andò ad abitare in un appartamento vicino al mare, non molto
lontano dalla casa di Weiss. Eric fu molto carino, la aiutò a traslocare
ed a spostare i mobili e le raccontò tutto quanto era successo nella CIA
di Los Angeles dopo che lei era scomparsa; quelle chiacchiere per Syd
furono molto interessanti perché le permettevano di completare la
ricostruzione degli equilibri di potere: Kendall era tornato al DSR, Dixon
era diventato il capo della sezione locale e Lauren Reed fungeva da
collegamento fra il suo ufficio ed il CSN; Marshall s’era messo con Carrie
Bowman, che era stata trasferita a Los Angeles.
CAPITOLO 5: INCROCI
Da una fonte della CIA venne l’informazione che un agente della
Convenzione di stanza nella Corea del Nord, Leonid Lisenker, voleva
disertare e passare all’Agenzia; Dixon ebbe l’ordine di mandare a Seul due
agenti esperti sull’argomento e scelse Lauren e Vaughn, i quali avrebbero
a loro volta preso contatto coi contatti in loco dei servizi americani ed
avrebbero pensato a far attraversare a Lisenker il confine. Anche se
Lisenker non sapeva molto sulla Convenzione e soprattutto su chi le stesse
dietro, la sua defezione sarebbe stato un precedente pericoloso per il
personale scontento dei capi di Syd perciò la Bristow ebbe l’ordine di
scoprire il codice identificativo dell’aereo che avrebbe portato i Vaughn
in Corea. Syd sapeva benissimo che il velivolo sarebbe stato abbattuto ed
i due uccisi ma il lavoro era il lavoro. Quando però si venne a sapere che
Lauren e Michael erano sopravvissuti all’abbattimento, Sydney ebbe quasi
un travaso di bile per l’incapacità dei suoi colleghi.
Lauren tornò la settimana dopo: i nordcoreani avevano rilasciato la figlia
del senatore in cambio delle 20 tonnellate di derrate alimentari per le
zone colpite da carestia che il Dipartimento di Stato tratteneva nel porto
di Honolulu. Siccome la donna non vedeva il marito dal giorno della
cattura ed i nordcoreani non rilasciarono alcun tipo di informazione, la
CIA concluse che Michael Vaughn fosse morto.
Quando arrivò a Los Angeles Lauren aveva bisogno di un “sostegno
psicologico” (una spalla su cui piangere) per lasciarsi alle spalle la
perdita del marito e le atroci torture e violenze che aveva subito dai
nordcoreani: Sydney si attaccò a lei come una cozza perché aveva bisogno
di un nuovo contatto privilegiato in sostituzione di Michael.
CAPITOLO 6: FACCIATA
LOS ANGELES
SEDE DELLA CIA
«Nostre fonti rilevano che l’attività delle FARC [3],
sia terroristiche che militari, si sono intensificate, specialmente
all’esterno; parimenti hanno avuto un aumento le attività di alcuni gruppi
di resistenza armata panamensi.»
Lauren continuò il discorso «È opinione del CSN e dell’IOSS [4]
che i ribelli panamensi e colombiani si siano alleati per organizzare una
marcia su Panama per compromettere i nostri interessi in quell’area o
semplicemente per saccheggiarla. Abbiamo scaricato delle immagini dal
satellite che vi prego di consultare e commentare: abbiamo bisogno di un
lavoro di analisi. Ovviamente questi dati sono segreti e non debbono
uscire di qui.»
Alla fine della riunione, Sydney e Lauren si scambiarono un fuggevole
bacio e poi ripresero a lavorare. Oramai tutti sapevano che loro due
stavano insieme ed avevano deciso di non tenere piú nascosta la loro
relazione.
La serata era stata divertente. Lauren e Sydney erano andate in un locale
per lesbiche: a Lauren era piaciuto molto, Sydney aveva fatto di tutto per
nascondere lo schifo ed il desiderio furioso di piantare una pallottola in
testa a tutte… poi erano tornate a casa ed avevano proseguito la festa per
conto loro.
CASA DI SYDNEY
Sydney andò a lavarsi prima di uscire per andare a lavorare: superato il
primo acchito stare con Lauren era divertente ma da un po’ di tempo le
piaceva sempre meno ed approfittava d’ogni occasione buona per staccarsi
da lei.
Lauren però aveva iniziato ad accorgersene.
Sydney avrebbe messo dieci minuti per fare la doccia. Ultimamente non la
facevano piú insieme.
Lauren prese il suo portatile, l’accese: la password glie l’aveva vista
comporre diverse volte e ricordava la sequenza di tasti da battere.
Scibbolet
Mentre Windows XP terza versione si avviava Lauren inserì una chiavetta
super-USB che teneva nascosta nella borsa.
Scaricò tutti i file in 2’ e 30’’ e poi cancellò tutte le tracce
dell’utilizzo grazie ad un programma particolare datole da Marshall.
Restavano ancora cinque minuti abbondanti.
Lauren stava per spegnere tutto quando volle fare un tentativo.
Riavviò il sistema e le venne richiesta la password.
No, troppo scontato.
Sibbolet
Non funzionerà mai.
Si avviò il sistema operativo di prima.
Niente di strano: aveva due passwords.
Quattro minuti al massimo.
Cerca=Tutti i file o le cartelle=Data
di modifica=Data creazione=Nelle ultime 24 ore
Apparve una quindicina di documenti,
tutti di testo. Iniziò ad aprirli a caso.
Tre minuti.
Uno dei documenti era in formato .doc ma Lauren scoprì che si trattava di
immagini in un formato sconosciuto.
Quelle da satellite del giorno prima.
Quelle immagini non dovevano uscire dalla Rotunda.
Allora Sydney Bristow era veramente una talpa!!! La donna che lei credeva
di amare!
Due minuti.
Salvò il documento sulla USB, quindi iniziò a far sparire le sue tracce.
Una lacrima le scese sulle sue guance.
Allora Michael è morto per causa sua, ci ha fregati tutti e—
Tutto si fece buio attorno a lei. Lauren perse i sensi.
Da dietro spuntò Sydney. Le aveva assestato un colpo alla base del collo e
sperava di non averla ammazzata. Sydney notò che Lauren aveva inserito una
periferica USB e la esaminò: sicuramente un aggeggio di Marshall.
Ultimo accesso: 07.53
La CIA sospettava di lei.
Puttana.
Sydney realzzò di essere stata scoperta. Anche mettendo a tacere
Lauren, i sospetti sarebbero ricaduti su di lei.
A meno che…
Sydney compose un numero sicuro.
«Pronto.»
«Julian ho bisogno che tu venga subito a casa mia, poi ti spiego.»
«Sarò lì fra mezz‘ora.»
«20‘‘. Non di piú o sono morta.»
SEDE DELLA CIA
«Sydney, sai per caso dove sia Lauren? Avrebbe dovuto esser qui dalle
8.30. C‘è una riunione in corso !»
«Di solito veniamo insieme ma stamattina mi ha detto che aveva da fare e
sarebbe arrivata con un po‘ di ritardo.»
«Da fare?»
«Qualcosa per il CSN.»
«Il CSN non mi ha detto niente.»
«Ha preso la sua macchina.»
Dixon rientrò nel suo ufficio e chiamò il CSN: Lauren non aveva nessun
incarico da svolgere quella mattina. Dixon, sempre piú in allarme, chiamò
l‘FBI.
«Ho bisogno che individuiate la posizione di un mio agente, la sua
macchina è targata California KE103823L.»
Dieci ore dopo Dixon attendeva ancora nervosamente nell‘ufficio quando
l‘ufficio dell‘FBI gli telefonò per fargli sapere che l‘avevano trovata.
LOS ANGELES REGISTER
Uccisa la figlia del senatore Reed
Trovata assassinata nella sua auto - ignoti i moventi
Lauren Reed, figlia del senatore repubblicano Roderick Reed, è stata
trovata assassinata ieri sera dopo una ricerca durata tutto il giorno; la
donna era stata vista l‘ultima volta la mattina di ieri a casa sua ma non
si era recata al lavoro dove l‘aspettava una riunione; il suo capo ha dato
l‘allarme e dopo una giornata di ricerche condotte dall‘FBI e dalla
polizia il corpo senza vita di Lauren Reed è stato rinvenuto nella sua
Cadillac in prossimità di un magazzino abbandonato nei pressi di Anaheim.
La Reed è stata uccisa con un colpo alla testa. La polizia non ha
rilasciato dichiarazioni sulle possibili motivazioni del delitto e pare
che sui dettagli del fatto vi sia il segreto di
Stato.
Lauren Reed era vedova di un impiegato del Dipartimento di Stato, pare un
agente operativo della CIA morto pochi mesi fa in circostanze non
chiarite; la Reed lavorava nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale e
sembra che fosse l‘agente di collegamento col CSN presso la sede CIA di
Los Angeles. È stato annunciato per dopodomani il funerale.
«Senatore Reed? Le mie piú sentite condoglianze.»
«Lei dev‘essere Sydney Bristow. Mi hanno detto che è stata molto vicina a
mia figlia in questi ultimi tempi.»
Altrochè, sco****mo. «Per lei è stata molto dura la perdita di
Michael. E adesso anche lei se n‘è andata.»
«Io ho fatto tutto quanto in mio potere per evitare che fosse coinvolta in
azioni rischiose…»
«È stata una scelta di Lauren, bisogna accettarla. Ma le giuro, signor
Reed, che prenderò il responsabile della morte di Lauren, dovesse anche
costarmi la vita.»
WASHINGTON POST
Indagato il sen. Reed per corruzione e complotto
Avrebbe rivelato segreti di Stato: «Non è vero!»
DAILY BUGLE
Prime ammissioni di Reed
«Ho accettato soldi ma non ho ucciso mia figlia.»
NEW YORK TIMES
Reed si difende dal carcere
«Lavoravo per un gruppo segreto interno al governo.»
WASHINGTON POST
Nessuna traccia del Trust
Il fantomatico gruppo per il quale Reed avrebbe lavorato
DAILY TRIBUNE
Trovato morto Reed
Muore in carcere ucciso da un alimento avvelenato
THE HERALD
Oggi i funerali del senatore
Chi ha ucciso Reed in carcere? Forse il Trust esiste.
Dixon aveva convocato Sydney nel suo ufficio; appena la donna entrò le
mostrò alcune foto scattate da un satellite della NSA dove si vedeva Sark
uccidere Lauren Reed.
«Quindi il satellite ha rivelato la presenza di Sark?»
«Adesso che Reed è morto la pratica è stata chiusa e ti posso far vedere
le prove. In questa immagine si vede Sark che scende, dalla parte del
guidatore. Qui si vede lui che si avvicina al portabagagli e lo apre. Qua
esplode il primo colpo, qua il secondo- L‘autopsia di Lauren ha stabilito
che non aveva assunto farmaci ma che era stata stordita con un colpo alla
testa e poi immobilizzata.»
«La talpa dunque era lei o lavorava per suo padre senza sapere cosa lui
facesse?»
«Visto che è finita ammazzata e che in Corea ha rischiato la vita, è
probabile che si fosse accorta che il padre la usava senza autorizzazione
del governo ma è stata scoperta.»
«Eppure non mi aveva detto niente.»
«Abbiamo ricostruito così la faccenda: aveva avuto dei sospetti ed aveva
cercato di contattare una fonte per averne conferma. La doveva incontrare
quella mattina ma è stata scoperta, all‘incontro ha trovato Sark, l‘ha
immobilizzata, messa nel portabagagli della sua macchina e poi uccisa in
un luogo sicuro. Non siamo riusciti a capire dove i due abbiano avuto
contatto.»
«Quanto siete sicuri di questa ricostruzione dei fatti?»
«Poco, ma è la piú plausibile.»
La piú plausibile! La piú plausibile! Sydney era stata fortemente
sospettata della morte di Lauren finché un‘indagine indipendente promossa
dall‘FBI, aveva rivelato che il senatore Reed, sospettato di corruzione,
era in contatto con un gruppo supersegreto del governo denominato „il
Trust“. Proprio su quello Sloane contava perché Reed apparisse colpevole:
la CIA si concentrò su Roderick Reed attribuendo la responsabilità della
morte di Lauren e della fuga di notizie al senatore e lasciando perdere la
pista giusta. La cosa che forse piú di tutte giocò a favore di Sydney fu
che alcune informazioni avessero inziato a filtrare prima della sua
ricomparsa; in effetti Syd ipotizzò che veramente Lauren avesse passato al
padre delle informazioni che poi il senatore avrebbe usato per i propri
fini.
„Per depistare si costruiscono notizie false partendo da basi vere“ era
uno degli ammaestramenti di Sloane.
Adesso era Sloane ad esser al centro delle preoccupazioni di Sydney:
sparito da Zurigo, era un po‘ che non si faceva sentire. Sydney pensò che
Sloane fosse fuggito per evitare di venir arrestato, infatti aveva fornito
delle informazioni a Reed, facendo così decadere il suo accordo col
Dipartimento di Stato; ma quando sua madre la contattò, Syd intuì che
c‘era qualcosa che non andava.
«Sydney, Arvin è morto.»
«Come?»
«È stato ucciso dal Trust. Era diventato troppo pericoloso per loro.»
«Cosa facciamo?»
«Niente. La Convenzione vuole il Trust dalla sua parte e non agirà contro
di loro.»
«Ma che razza di codardi sono? Non vendicheranno il loro migliore agente?»
«Il loro migliore agente sei tu, Sloane sapeva di essere sacrificabile ed
era consapevole di rischiare.»
Seguì una lunga pausa. Sloane viveva in un mondo dove rischiare la vita
era normale… e così viveva anche lei.
BAGDAD
Sydney era stata mandata in quel buco maledetto che era diventato l‘Iraq a
contattare alcuni gruppi terroristici per commissionare dei rapimenti di
certe persone delle quali la CIA voleva sbarazzarsi ma non osava o poteva
farlo direttamente. Ovviamente la Convenzione aveva saputo tutto da Sydney
ed avrebbe avuto modo di salvare coloro dai quali speravano di avere
benefici.
Il GSM di Sydney si mise a squillare.
«Pronto.»
«Sono Zisman, è sicura questa linea?»
«Abbastanza. Come mai non sto sentendo mia madre?»
«Non è attualmente disponibile.»
«Che cosa le avete fatto?»
«Niente, è tutto a posto.» Sydney non ci credeva: era strano che gli
ordini operativi le venissero dati da Zisman, che aveva il compito
esclusivo di ricevere le sue informazioni; era sempre stata Irina a dirle
cosa dovesse fare. «Piuttosto, c‘è un problema: Vaughn è ancora vivo.»
«E che c***o aspettavate a dirmelo?» Allora era vero che i nordcoreani
avevano consegnato Michael alla Convenzione.
«Era un dettaglio insignificante.»
«Mi sembra invece un dettaglio molto significativo, che sarebbe successo
se vi fosse scappato ed avesse scoperto di me e Lauren?»
«Il fatto è che Vaughn è scappato veramente. Era detenuto nel Kurdistan
iracheno e non sappiamo che fine possa avere fatto: visto il suo attuale
dislocamento capirà come mai l‘abbiamo contattata.»
«Come mai Vaughn non si è consegnato al primo posto di blocco americano?»
«Evidentemente non si fida di nessuno dopo gli avvenimenti in Corea ma si
sente abbastanza sicuro da nascondersi in un Paese dalla situazione
precaria. Pensiamo che cercherà di raggiungere la stazione CIA di Bagdad.»
«È probabile.»
«La teniamo sotto osservazione con una microcamera ma non possiamo
dislocare un cecchino, la zona è troppo sorvegliata. Appena Vaughn
ricomparirà la avviseremo e lei lo verrà a raccogliere: deve fargli
credere che la stazione CIA non è sicura, portarlo da lei e poi ucciderlo.
Non deve rivelare dove è stato tenuto in custodia né che i norcoreani sono
nostri alleati.»
«Sarà fatto.»
DAVANTI ALL‘AMBASCIATA AMERICANA A BAGDAD
«Sali Michael Sali!!!»
Vaughn balzò sulla macchina di Sydney che sgommò sobbalzando sulle
sxalxagnate strade irachene.
«La nostra stazione non è sicura, la Convenzione ha dislocato lí un suo
traditore.»
«Un traditore?»
«La CIA ne è piena, è una lunga storia; l‘importante è che tu non
comunichi con nessuno: penserò io a portarti a Langley.»
«Dove andiamo adesso?»
«Ho un posto sicuro qua vicino. Questa notte starai lì e domani prenderemo
il primo volo.»
CASA IN VIA MOSSUL
Sydney gli aveva raccontato di quello che era successo nell‘Agenzia dopo
il suo rapimento: Lauren passava informazioni a suo padre ed entrambi
erano stati uccisi: erano loro i traditori cui doveva la permanenza nelle
mani nordcoreane e della Convenzione.
Quella notte Michael e Sydney avevano dormito insieme [5]:
per lui era la prima volta dopo quasi due anni con lei; per lei una
tattica piú volte sperimentata per fare abbassare la guardia al suo
bersaglio.
Syd si alzò e con molto silenzio si avviò verso il bagno: se Vaughn
l‘avesse notata avrebbe pensato che andava a farsi una doccia. Syd chiuse
la porta, aprì il rubinetto e fece scorrere l‘acqua, aprì la finestra,
uscì in strada (per fortuna la casa aveva un solo piano) ed andò verso la
macchina dove nascondeva due guanti da chirurgo, un silenziatore ed una
pistola comprata al mercato nero; prese la roba e rientrò dalla finestra
del bagno.
Mentre Syd avvitava il silenziatore alla Makarov si sentiva in uno strano
stato d‘animo. Finito l‘avvitamento Syd capì cos‘era: si sentiva sola,
maledettamente sola. Sloane era morto, suo padre era morto, sua madre
probabilmente lo era anche lei. Will, Danny, Jim, Lauren erano tutti
all‘altro mondo… mandati da lei. Non vedeva Francie da quando aveva fatto
perdere le tracce di sé. Michael stava per ammazzarlo.
Non aveva amici, non aveva piú genitori né un ragazzo… od una ragazza.
Beh, è il prezzo che devo pagare. Non illuderti bambina, sarai sempre
sola.
Sempre sola.
Sydney aprì la porta del bagno e si avvicinò lentamente a Vaughn. Si
muoveva con una lentezza esasperante non per fare silenzio ma perché
esitava: stavano per finire le ore del suo ultimo amico in vita.
Ebbene, e sia.
Sydney appoggiò la bocca del silenziatore alla tempia di Vaughn. Il suo
corpo sarebbe stato fatto sparire quella notte e per la CIA Michael
Cassius Vaughn sarebbe rimasto per sempre un agente morto sul campo in
Corea.
CAPITOLO 7: SVELATA
Michael fu svegliato dal freddo contatto col metallo del
silenziatore. Si strofinò gli occhi ed accese la lampada.
Nel margine di luce proiettato dalla lampadina, nella penombra della
stanza, vedeva Sydney in piedi con una pistola silenziata nella mano
destra.
«S-Syd?»
Vaughn era ancora assonnato e non capiva cosa stesse succedendo. Le
torture lo avevano debilitato e non riusciva a diventare lucido in mezzo
secondo come gli succedeva di solito.
«Sono un mostro.»
«Come?»
«Credevi di avere trovato l‘amore della tua vita del c***o ma ti stavo per
ammazzare! Addio Mickey.» Syd si portò la pistola alla tempia e disinserì
la sicura; Michael tentò di guadagnare tempo.
«Ma che stai dicendo? Non capisco.» Vaughn si alzò lentamente.
«Sono io la talpa. Non era Lauren, non era il senatore, non era Will… sono
stata sempre io!»
«Aspetta aspetta aspetta spiegami tutto.»
«No. È finita!»
Vaughn accostò la sua testa a sinistra di quella di Sydney, come per dirle
qualcosa. «Non sparare. Se spari adesso uccidi anche me. Calmati.
Sediamoci. Parliamo.» Vaughn prese tra le sue mani la pistola che Sydney
impugnava colla destra e la lasciò cadere a terra. Sydney non oppose
resistenza, era molle come un cencio e si afflosciò sul letto.
«Adesso vuoi spiegarmi tutto con ordine?»
Sydney iniziò a piangere.
LOS ANGELES
Kendall era arrivato in mattina ed aveva esautorato Dixon che aveva
prontamente mandato a casa: temeva che alla vista di Sydney Marcus potesse
venir colto dall‘impulso di farsi giustizia da sé per l‘uccisione di sua
moglie.
Sydney Bristow entrò nella Rotunda scortata da cinque agenti dell‘FBI e da
Michael Vaughn, ammanettata ed incatenata alle mani ed ai piedi. Avanzava
guardando in basso, in silenzio e lentamente, come oppressa da un peso
troppo grande per essere sopportato. L‘ormai ex agente Bristow incedette
lentamente attraverso l‘ingresso verso le celle, sotto i pesanti sguardi
dei vecchi colleghi e di Kendall. Guardandola, nessuno riusciva a capire
come avesse fatto un agente dalla condotta esemplare a lavorare contro
l‘Agenzia per tutto quel tempo, in tutte quelle missioni, seducendo i suoi
colleghi per poi ucciderli, macchiandosi dell‘uccisione del padre e dei
suoi migliori amici. In effetti Sydney si sentiva come il piú schifoso dei
vermi, come un essere troppo orribile per vedere la luce del sole; come
lei stessa aveva detto, era un „mostro“ nel vero senso della parola cioè
un oggetto degno di stupore che veniva portato in giro dentro ad una
gabbia per esser mostrato alla folla incredula.
Sydney venne scortata nella sua cella senza emetter fiato: l‘unico rumore
era quello delle catene che tintinnavano. La scena ispirò a Kendall una
tristezza immensa perché dopotutto anch‘egli si era fidato di lei e la
considerava il suo miglior agente. Dio santo, che granchio.
«Signorina Bristow…» Signorina. Ora non era piú l‘agente Bristow. «Le
comunico che si trova sotto la custodia di un comando interforze creato
appositamente per combattere la Convenzione e detenere lei, che sembra
essere il testimone-chiave nelle nostre indagini.»
Sydney fece distrattamente un cenno d‘assenso.
«Secondo le disposizioni in materia di antiterrorismo lei non ha diritto
ad un‘avvocato e resterà in nostra custodia fintatoché lo riterremo
necessario.» Non lo stava a sentire. Non le importava piú nulla della sua
vita. «Lei rischia la pena di morte, dipenderà tutto dalla collaborazione
che è disposta a fornirci. Se non ci dirà quello che vogliamo siamo
autorizzati ad effettuare „pressioni fisiche e psicologiche“ per ottenere
le informazioni necessarie, insomma lo capisce che può finire sotto
tortura?»
Sydney si limitò a guardare il vuoto. Kendall immaginò che il vuoto della
cella (c‘era solo una branda ed una turca) si trovasse a corrispondere al
vuoto dentro di lei.
«Tra un‘ora inizierà un interrogatorio, stiamo aspettando dei pezzi grossi
da Washington vista la natura esplosiva le sue prime rivelazioni sulla
Convenzione.»
Sydney non disse niente e Kendall girò i tacchi per andarsene.
«Vuole sapere perché?» Kendall guardò la prigioniera: era la prima parola
che le sentiva dire da quando l‘avevano portata lì.
«Perché ha commesso i suoi crimini o perché si è consegnata? A me non
interessa, l‘unica cosa importante è l‘organizzazione della Convenzione.»
«In realtà lei lo vuole sapere, vuole capire come l‘agente colla quale ha
lavorato a fianco a fianco possa averla presa per il culo per tutto questo
tempo, vero?»
Kendall rimase zitto. «Amavo Arvin. Non eroticamente ma lo amavo come un
padre, un padre che non ebbi mai.» Syd chiuse gli occhi ed inspirò.
«Quando Arvin è morto ho realizzato di essere sola e che non aveva senso
continuare senza nessuno.»
«Anche adesso è sola, Syd—signorina Bristow, anche adesso non ha nessuno.»
Kendall se ne andò. Sì, adesso era veramente sola, l‘essere umano piú solo
al mondo in una città di sei milioni di abitanti.
Dopo il primo interrogatorio Vaughn scese nelle prigioni della Rotunda. In
una di quelle celle era detenuta l‘ex-agente Sydney Anne Bristow, la donna
che amava e che avrebbe dovuto ucciderlo.
Gli avevano detto che Sydney aveva tentato due volte il suicidio e che ora
era sorvegliata a vista 24 ore su 24. Ora se ne stava distesa sul letto,
guardando il soffitto. Paradossalmente aveva tenuto fede all‘impegno preso
per finta col sen. Reed durante il funerale di Lauren: consegnò alla
giustizia il responsabile della morte della di lui figlia a costo della
sua vita.
«Ciao Sy—signorina Bristow.»
«Ciao, Vaughn.»
Michael notò che Sydney (perché non riesco a chiamarla Bristow?) aveva
appiccicato sulla parete, col nastro adesivo, le fotografie di Danny,
Will, suo padre e Lauren.
«Cos‘è, la collezione bersagli presi?»
«Non ti manca mai il sarcasmo, eh?»
«Sempre, per chi mi ha ucciso la moglie dopo essersela c****ata.»
«C‘è qualcosa che volevi dirmi?»
«Sì. Ho pensato alle parole che mi hai detto la sera che hai confessato.
Non sei un mostro, non devi avere questo nome perché non ci sono parole
per definire quello che hai fatto, l‘abominio che sei.» Vaughn aprì la
bocca ma non trovò altre parole da dirle e se ne stette zitto per un paio
di secondi. «Sono stato assegnato al tuo caso e ci vedremo spesso. Tollero
questo perché spero di poter essere utile alla CIA e fare sì che Lauren,
Jack, tutta la gente che hai ucciso… ammazzato… non sia morta per niente.»
Da dietro il vetro Sydney vide Vaughn uscire lentamente. Peccato non aver
ancora il cianuro.
CAPITOLO 8: CLESSIDRA
«Hanno trovato il cadavere di sua madre, signorina Bristow;
l‘hanno assassinata a Giacarta.»
La voce di Kendall non le era mai parsa così spiacevole. «La sua ipotesi
era giusta, la Convenzione se n‘è voluta sbarazzare perché voleva
proteggerla.» Kendall guardò in alto. «Tutto sommato ha tentato di essere
una buona madre per lei.»
Sydney iniziò a piangere e Kendall se ne andò. Irina era morta, l‘unica
persona che avesse mai tenuto a lei e che fosse stata ricambiata, assieme
ad Arvin. Entrambi sottoterra.
Sydney si trovava decisamente male in gattabuia. Aveva ripreso a fare
ginnastica sia perché non poteva fare nessun‘altra cosa sia per mantenere
il suo stato mentale. Qualche volta Syd sognava di uscire dalla cella per
un terremoto o per una svista della guardia o svellendo le pareti colle
mani così che lei usciva, prima si sentiva felice perché era libera, ma
poi riprendeva ad uccidere, uccidere, uccidere ancora come se fosse
impossibile che da lei venisse qualcosa di buono: allora si svegliava,
piangeva (non la smetteva mai di frignare, cosa aveva? Non ce la faceva a
fermarsi) e diceva a sé stessa che era meglio rimanere in galera. Era un
pericolo, anche per sé stessa.
Vaughn era sceso per avere delle informazioni sul gruppo terrorista al-‘Asifa
e Sydney gli aveva rivelato tutto quel che sapeva, in verità poco.
«C‘è qualcos‘altro che vuoi dirmi?»
«In effetti sì. Su History Channel ieri c‘era un documentario sui
dittatori totalitari, Hitler, Stalin, Mao… su come gestirono il potere e
su come fecero milioni e milioni di morti per rimanere sul loro trono di
sangue. Ho pensato a te.»
«Tante grazie.»
«Ho capito come ti sei sentita e le scelte che hai dovuto fare. Ciò non
placa il mio odio ma mi ha aiutato a ricostruire il tuo stato d‘animo.»
Vaughn appoggiò la punta del dito indice sulla lastra di vetro blindato.
Syd lo guardò un attimo e poi capì, poi mise il suo polpastrello in
corrispondenza dell‘altro.
«Arrivederla, signorina Bristow.»
CAPITOLO 9: LEGAMI DI SANGUE
Quella notte Sydney aveva fatto un sogno orrendo: incontrava lo
spirito di Lauren, la implorava di perdonarla, le si gettava le ginocchia
e le proponeva di morire al suo posto: lei accettava e le dava la sua vita
in cambio di quella di lei, così Sydney moriva e Lauren rinasceva. Poi Syd
tornava in qualche modo in vita, incontrava lo spirito di suo padre e
scambiava la sua vita con la sua: ma come Jack rinasceva, Lauren moriva
un‘altra volta. Syd incontrava Will e faceva lo stesso con lui e Jack
rimoriva: ogni volta che Syd incontrava qualcuno che aveva ammazzato gli
dava la sua vita ma moriva colui al quale l‘aveva data prima, come se non
ci fosse che una sola vita da dare e che questa si trasferisse da un
personaggio all‘altro con la morte del primo.
Vaughn era sceso per ottenere da Syd un paio di dettagli sulla federazione
delle associazioni Tamil in Canada e sui suoi legami colla Convenzione,
che si limitavano ad uno scambio di informazioni ogni tanto: Sydney
conosceva i loro contatti, che erano poi due modesti fruttivendoli di
Toronto.
«Mi hanno detto che hai ripreso a far ginnastica.»
«Non posso far altro, mi fa riempire le ore.»
«È un segno che l‘Agenzia interpreta positivamente.»
«E tu?»
«Vorrei che fossi morta.»
Fra i due scese un certo silenzio. «Arrivederci.» Vaughn appoggiò i cinque
polpastrelli della mano sul vetro e Sydney rispose al gesto ponendo la
mano nella stessa posizione. «Arrivederci, agente.»
CAPITOLO 10: EREDITÀ
L‘interrogatorio era stato molto lungo. La Convenzione aveva
una rete molto ramificata di contatti con i separatisti indonesiani dell‘Aceh
e Sydney non conosceva i nomi di tutti gli agenti, quindi dovette
descrivere con precisione ogni dettaglio di cui era a conoscenza sui
guerriglieri. Alla fine del colloquio Kendall e Whyte se ne andarono
lasciando Syd con Vaughn.
«Fai ancora incubi?»
«Sì.»
«Vuoi parlare colla Barnett?»
«Ho avuto piú incontri con lei che con Kendall, credo che voglia scrivere
un libro sulla mia evoluzione psicologica.» ridacchiò. «Peccato che non lo
potrà pubblicare.»
Vaughn la salutò con un cenno della testa e fece per andarsene anche lui,
poi si fermò, guardò Sydney per un paio di secondi e quindi appoggiò le
punte delle dita al vetro che li separava. Esitando, muovendosi come al
rallentatore, appoggiò il palmo fino a far aderire tutta la mano alla
lastra di cristallo blindato. Sydney fece lo stesso colla sua ed i due
restarono così un paio di secondi, poi lui se ne andò. L‘aveva perdonata?
Oppure aveva smesso di odiarla?
Forse era solo compassione.
CAPITOLO 11: RESURREZIONE
«Signorina Bristow, la informo che la CIA ha deciso che non
sarà piú necessaria la sua stretta collaborazione alle nostre indagini;
però, sia perché potremmo aver bisogno di altri colloqui con lei, sia
perché lei si è consegnata di sua spontanea volontà e senza chiedere
accordi per l‘immunità, il Dipartimento di Stato ha deciso di condannarla
all‘ergastolo per i suoi crimini di: alto tradimento, terrorismo, omicidio
plurimo, spionaggio, cospirazione. Domani lei verrà trasferita assieme ai
suoi effetti personali a Campo Williams dove sconterà la sua pena.»
Così avrebbe dovuto passare in quel lager il resto dei suoi anni.
„Potresti finire i tuoi giorni in carcere, in una cella piú piccola di
questa stanza, 30, 40, magari anche 50 anni” le aveva detto una volta
Sloane con spirito profetico.
Nella sua cella non c’erano finestre ma quando la svegliarono per portarla
via Syd pensò che fosse l’alba. Venne ammanettata, incatenata e caricata
su di un furgone corazzato dove sarebbe stata sorvegliata dalla sua
scorta, che era costituita da un paio di agenti dell’FBI e da Vaughn. Il
cellulare era seguito da una macchina di scorta.
«Arriveremo fra un paio d’ore, non sono consentite soste.»
«Avete fatto tutti la pipì, ragazzi?»
«Andiamo.»
Era passata circa metà del tragitto: a turno uno dei tre la guardava
mentre gli altri leggevano giornalacci con donne nude. Vaughn aveva
portato tre lattine di birra che erano già finite.
Ad un certo punto si sentì un’esplosione, seguita da un’altra. Sydney ed i
tre furono sballonzolati qua e là mentre il furgone usciva di strada: si
sentì un sonoro CRASH e poi una serie di spari. Il cellulare si fermò.
Gli agenti estrassero le pistole e si misero ad guardare fuori dagli
spioncini per capire da che punto venisse l’attacco quando Vaughn puntò la
sua pistola (che non era la SIG-Sauer d’ordinanza) addosso ai due federali
e li stese con un colpo alla tempia ciascuno: l’interno del cellulare
risuonò del fragore degli spari e Sydney rimase sorda ed intontita. Delle
scintille apparvero dalla porta posteriore del veicolo mentre Michael
liberava dalle catene sparandoci sopra; quando i misteriosi assalitori
finirono d’aprire la porta tagliandola colla fiamma ossidrica Vaughn diede
la sua pistola ad uno dei commandos che intanto urlavano «Mergem! Mergem!»,
poi lui e lei vennero caricati di peso su di un Grand Cherokee che dopo
pochi metri di strada entrò in un sentiero dentro un’area boscosa.
«Domn, tot conform planule. Vom fi la aeroportului peste puţin.» Il capo
del gruppo era romeno; si trattava di professionisti, perché non avevano
ancora detto una parola da prima.
«Foarte bum.»
«Ma cosa sta succedendo?»
«Ti dispiace se rimandiamo le spiegazioni a dopo?» Con un tronchesino ed
una sega Sydney venne liberata dalle manette. Le chiavi delle manette e
quelle della porta del cellulare erano a Campo Williams, per questo
avevano usato gli strumenti.
Il fuoristrada giunse ad un aeroporto privato; Sydney e Vaughn scesero dal
Grand Cherokee e salirono coi rapitori sopra un DC-3 che partì appena
furono tutti su: Vaughn parlò per un po’ col capo ed alla fine si
strinsero le mani calorosamente.
«Adesso mi vuoi spiegare?»
«Ti ricordi quello stillicidio di informazioni che era stato attribuito
prima a Haladki, quindi a Will, poi a Lauren ed infine a te?»
«Ma io ero veramente la talpa…»
«Non la talpa, una delle talpe così come lo era anche Haladki; ma ce n’era
una terza. Hai presente quando in Argentina ti trovò Ana Espinosa? E chi è
che passava informazioni a Will quando scriveva il suo pezzo sull’SD-6?
Non ti ha forse contattato Yager per investigare su di un interno? Haladki
passava le informazioni ad Irina e tu a Sloane ma anche il Direttorio K
aveva la sua fonte…»
Sydney sgranò gli occhi. «TU?!?»
«Fornivo loro informazioni dal 1999; quando il Direttorio K andò dissolto
io non ebbi piú un padrone ma ancora qualche contatto, fra i quali il
maggiore Nicolaescu del quale hai fatto conoscenza poco fa.»
«E così, mentre io tradivo te… tu tradivi me!» E io che credevo fossi un
boy-scout!
«Capisci perché ti faccio scappare con me? perché siamo fatti della stessa
pasta! Siamo entrambi traditori, spie ed assassini.» Mickey le accarezzò i
capelli. «Ci siamo innamorati e questa è l’unica cosa che conta nella
nostra vita. Non sono meglio di te, non posso giudicarti né odiarti,
quando ti chiamavo “mostro” era tutta finzione.»
«Gesù… Ma Lauren? Tu—tu l’amavi?»
«Me la sono sbattuta per lo stesso motivo per cui l’hai fatto anche tu.»
Sydney guardò fuori dal finestrino incerta se piangere o ridere. Quelle
rivelazioni erano molto di piú di quanto lei si aspettasse ed era
decisamente scioccata… piú o meno come Michael quando lei gli vuotò il
sacco a Bagdàd.
«Prima di nasconderci in Sudamerica, c‘è una cosa che dobbiamo fare.»
CONCLUSIONE
DINTORNI DI ASSISI
L‘aria era fresca ed il cielo terso. L‘eremo delle carceri si poteva
vedere chiaramente dalla sommità del Monte Subasio ed in lontanaza c‘era
la città di San Francesco nella luce del pomeriggio. L‘Italia non era mai
apparsa così bella a Sydney.
Michael l‘aveva voluta portare lì per „spezzare l‘incantesimo“: Rambaldi
aveva scritto che „ Questa donna, senza pretesa avrà avuto suo effetti,
dopo non avendo visto mai la bellezza del mio cielo dietro a Monte Subasio.
Forse un solo sguardo avrebbe represso il suo fuoco" così allora Vaughn
aveva pensato che portarla lì la avrebbe liberata dall‘esser prigioniera
della Profezia, così come l‘aveva liberata dal carcere a vita e loro due
avrebbero potuto vivere senza la spada di Damocle di un pazzo maniaco del
‘400. Michael e Sydney si abbracciarono e contemplarono a lungo il
tramonto. Per loro era finita.
NOTE
1- Sigla per White, Anglo-Saxon, Protestant
(bianco, anglosassone e protestante); i discendenti dei coloni inglesi
sono l’8,7% degli attuali cittadini statunitensi; primi quelli di origine
tedesca (15,2%), seguiti da irlandesi (10,8%, dei quali la maggioranza è
cattolica) ed africani (8,8%, perlopiú bantù). Gli italiani (perlopiú
meridionali) costituiscono il 5,6% dei discendenti.
2- In Algeria. E basta con le ambientazioni
nelle città fighe, i terroristi non stanno tutti in Costa Azzurra od alle
Antille!
3- Fuerzas Armadas Revolucionarios de Colombia;
uno dei piú potenti gruppi armati della guerriglia nella Colombia
4- Interagency OPSEC Support Staff: una delle
organizzazioni di coordinamento della comunità dei servizi americana.
5- Si fa per dire. |