Il silenzio della notte fu rotto, dalle
sirene di un'auto della polizia, Sydney si alzò di scatto, prese la
pistola e si affacciò alla finestra. La macchina passò dritta, non erano
lì per lei.
Irina che si trovava nell'altra stanza, sentì i passi di Sydney, e andò a
vedere cosa stava accadendo.
"Che ti prende?"
"Niente, ho sentito le sirene, e mi sono svegliata."
"Non è da te reagire in questo modo."
"Non è neanche da me, agire come stiamo facendo noi."
"Se hai dei problemi a lavorare a modo mio, possiamo pure separarci qui."
"Perché con te non si può mai arrivare ad un compromesso!"
"Sydney non urlare, vuoi che i vicini chiamino la polizia?"
Erano passati sei mesi dalla sua partenza da Los Angeles, da allora
insieme a sua madre, Sydney, andava alla ricerca di Sylvia Usher, la donna
della Covenant, che portava in grembo suo figlio.
C'erano andate vicine tante volte, ma non abbastanza da catturarla. Irina
aveva tanti contatti, ma anche molti nemici, e questo la Covenant lo
sapeva bene. In più il nuovo ruolo di Lauren Reed, ai vertici della
Covenant, aveva complicato le cose. Odiava Sydney, e voleva vendicarsi,
perché Michael aveva scelto lei ancora prima di scoprire il suo doppio
gioco. Quei mesi erano stati molto duri, i continui spostamenti, il non
poter contattare suo padre, e le persone che amava. Irina era stata
categorica, nessun contatto, in più i loro rapporti erano tesi, avevano un
modo diverso di lavorare sua madre non si fermava davanti a nulla, non si
faceva scrupoli ad uccidere, chiunque la ostacolasse.
Alla CIA intanto, Jack e gli altri continuavano il loro lavoro, contro la
Covenant. Vaughn, ancora sconvolto per quello che era accaduto con Lauren,
frequentava assiduamente le sedute con la dottoressa Barnett.
"Agente Vaughn, come si sente oggi."
"Ho una gran voglia di uccidere Lauren Reed."
"Da sei mesi, ogni volta che entra nel mio studio, mi risponde in questo
modo. Inizio a perdere le speranze con lei."
"Quando guardavo Jack Bristow, pensavo, come può un uomo tanto forte ed
astuto, essersi fatto prendere in giro per tanto tempo. Oggi che io sono
come lui, mi guardo allo specchio, e mi faccio la stessa domanda."
"Ha trovato una risposta?"
"No."
"Questa invece è la risposta alla sua domanda. Lauren Reed, è stata
programmata per mentire ed uccidere. Conosceva lei, e le sue debolezze,
non ha agito fino a quando non è stata sicura, di poterlo fare senza
essere scoperta. So che continuo a ripeterglielo, ma è tempo di guardare
avanti."
"Non è solo lei che mi impedisce di andare avanti."
"Sydney?"
Lo sguardo di Vaughn s'incupì ancora di più.
Jack, sempre più impegnato nel lavoro, sperava che Sydney alla fine si
mettesse in contatto con lui. Diverse volte si era rivolto ad Irina per
aiutare sua figlia, ma non stava tranquillo all'idea che fossero insieme.
Nonostante le difficoltà che aveva dovuto affrontare nella sua vita,
Sydney, era rimasta una bella persona capace di provare emozioni, che si
metteva sempre in gioco e cercava il meno possibile, di fare del male al
prossimo. Irina era una donna senza scrupoli, e la sua costante presenza
accanto a Sydney, poteva essere pericolosa.
Dopo lo scontro con Jack e Michael, Lauren era rimasta ferita alla
schiena. Dopo un mese di riposo, riprese il suo ruolo alla Covenant, con
al suo fianco Sark. Ormai mancava poco alla nascita del bambino, la
Covenant si aspettava molto, dalla sua nascita. C'erano uomini che avevano
aspettato anni, nell'attesa che la profezia si avverasse, uomini che
avevano speso il loro tempo e molti soldi. Questo era un buon motivo, per
far sì che tutto andasse bene. L'altro era distruggere Sydney Bristow, non
voleva più vivere dietro la sua ombra.
"Lauren, finalmente sei arrivata."
"Ci sono problemi?"
"Niente che non si possa risolvere. Ti presento la dottoressa Zoe Leox,
ora sarà lei ad occuparsi di Sylvia."
"Piacere."
"Se vuole può andare, per oggi abbiamo finito."
"Chi diavolo è questa donna, e perché si occuperà della ragazza?"
"Il vecchio dottore, ci ha abbandonati."
"Perché?"
"Si è ricordato di avere una coscienza. Un po' troppo tardi però!"
"Sei adorabile dopo che hai ucciso qualcuno."
"Ascoltami bene, quella donna è molto importante, è stata tua madre in
persona a raccomandarla."
"Che cosa sappiamo su di lei?"
"Solo che è priva di scrupoli, non ci darà problemi in quel senso."
Sydney ed Irina, si trovavano a Vienna in una caffetteria, in attesa di un
contatto importante.
"Sei certa, che ci potranno aiutare?"
"Syd, le conosco da tanto tempo hanno lavorato diverse volte per me, e non
me ne sono mai pentita."
Entrarono due donne, guardarono Irina e si sedettero.
"Ti davamo per dispersa, sono felice di vedere che stai bene."
Francie Meryn e Loren Symon, erano ex agenti CIA, durante un'operazione in
Norvegia, la loro squadra fu uccisa da terroristi ceceni. Solo loro due
rimasero in vita, ma quello che era accaduto, le segnò profondamente,
abbandonarono la CIA, e decisero di lavorare per conto proprio. Francie
era esperta in esplosivi e sistemi di sicurezza, Loren continuava come
faceva prima alla CIA, ad occuparsi di strategie di recupero, aveva molti
contatti e molte identità, quindi riusciva ad infiltrarsi in molte
organizzazioni.
"Francie, Loren, vi presento Sydney Bristow, mia figlia."
"La tua leggenda ti precede, sei una delle poche persone che è riuscita a
sfuggire alla Covenant."
"Non è stata una cosa semplice."
Sydney era fredda, non conosceva quelle persone, e per il fatto che
avessero già lavorato per Irina, erano ancora meno affidabili.
"Hai qualche problema a lavorare con noi?" Francie notò lo sguardo
indagatore di Sydney.
"Fidarsi del prossimo, non rientra nelle mie abitudini."
"Questo è vero, non si fida neanche di sua madre."
"Ho le mie ragioni. Per chi lavorate?"
"Noi non abbiamo padroni" rispose Loren con un tono duro "l'ultima volta
che abbiamo obbedito ad un ordine, per poco non ci lasciavamo la pelle."
"Piuttosto, per quale motivo vi serviamo."
"Stiamo cercando una donna, fa parte della Covenant, per loro vale più
dell'oro, e la proteggono tanto che è da sei mesi che la cerchiamo, ma
senza troppi risultati."
"A cosa vi serve?"
"Per ora dovete solo sapere, che ci serve viva e vegeta."
"Non sarà facile, avvicinarsi a loro è quasi impossibile. Sono molto
temuti, e quindi nessuno parla."
"Ci sarà un modo per infiltrarsi, Loren, solo tu puoi farlo."
"Ho bisogno di più informazioni, chi è questa donna che state cercando."
Sydney si alzò di scatto.
"Sydney che ti prende?"
"Mi dispiace, ma i patti sono questi, la donna si chiama Sylvia Usher,
questo vi deve bastare."
Detto questo se ne andò.
"Bel caratterino, si vede che è tua figlia."
Irina salutò le due donne, lasciando loro il protocollo per i futuri
contatti, e andò incontro a Sydney.
"Cosa ti è saltato in mente? Il tuo atteggiamento non ci è di nessun
aiuto."
"Facevano troppe domande, chi mi assicura della loro fedeltà?"
"Io, ma questo non ti basta vero?"
Sydney non rispose.
"Sono mesi che lavoriamo e viviamo insieme, ma mantieni lo stesso
atteggiamento freddo e sospettoso di un tempo."
"Non dovrei?"
"Ascoltami bene, non ho mai dovuto elemosinare il rispetto di nessuno, e
non inizierò a farlo adesso."
"Certo che t'importa, tanto sono solo tua figlia."
"Il passato e passato, ricordatelo. Non posso cambiare le scelte che ho
fatto, e non intendo neanche farlo. Prova ad apprezzare quello che sto
facendo per te adesso."
Più il tempo passava, più quella situazione per Sydney si faceva
opprimente. Era combattuta dal desiderio di riprendersi ciò che le
apparteneva, e dai metodi che doveva usare per farlo.
Passò una settimana, e inaspettatamente Loren e Francie, contattarono
Irina per un nuovo incontro.
"Non vi aspettavo così presto."
"Sydney non è con te?"
"No. Ho preferito non avvisarla del nostro incontro."
"Non capisco tutta questa diffidenza nei nostri confronti."
"Lasciamo stare. Cosa avete scoperto?"
"La fortuna gira dalla vostra parte. I vertici della Covenant, si sono
fatti diversi nemici negli ultimi tempi. I metodi di Lauren Reed e Giulian
Sark danno fastidio a tanti."
"Quindi avete trovato qualcuno disposto a parlare?"
"Diciamo di si."
"Sapete che non amo i giri di parole, arriviamo al punto."
"Hai mai sentito parlare di Zoe Leox."
"Non mi pare."
"Non importa, noi la conosciamo bene. Ora lavora per la Covenant, è un
medico, una ricercatrice per essere più precisi."
"Non capisco."
"Lei ha creato la bomba batteriologica che ha fatto fuori la nostra
squadra. Questo per noi è più di un lavoro, è una donna perfida, senza
scrupoli, non so cosa stia preparando, ma faremo di tutto per fermarla."
"La situazione si sta complicando, credo che dobbiate sapere tutto."
Irina, spiegò loro tutta la storia, non rimasero troppo sorprese, quando
c'è Zoe Leox di mezzo ci si può aspettare di tutto.
Al suo ritorno a casa, Irina, trovò Sydney che l'aspettava.
"Dove sei stata, quando sono tornata e non ti ho trovato, mi sono
preoccupata."
"Non credo di dover rendere conto a te dei miei spostamenti, considerando
che neanche tu lo fai."
"Non mi va di litigare."
"Bene, allora stai zitta e ascoltami. Loren e Francie mi hanno contattata,
ci sono delle novità."
"Di cosa si tratta."
"Sono venute a conoscenza del nome di una persona che lavora per la
Covenant, si tratta di un medico."
"Allora? Mi sembra un po' poco."
"Apparentemente. Si tratta di una loro vecchia conoscenza, questo ci può
essere molto utile."
"Sanno dove si sono nascosti?"
"Non ancora, ma ho dovuto raccontargli tutto."
"Ti avevo detto di non farlo."
"Hanno bisogno di tutte le informazioni possibili, per lavorare al meglio.
Tu piuttosto, dove sei stata?"
Sydney aveva approfittato di quel tempo a sua disposizione per mettersi in
contatto con Jack. Gli aveva mandato un email su un server protetto,
sperando che la leggesse al più presto.
Jack, dopo un'estenuante giornata di ricerche per la CIA, tornò a casa.
Come ogni sera controllò la posta, e quasi incredulo, vide un messaggio
firmato montanaro. Era Sydney, che finalmente si era messa in contatto con
lui.
Ciao papà, scusa se sono andata via in quel modo, ma ho dovuto agire così.
Avevo bisogno dell'aiuto della mamma, ma ora credo di non aver fatto la
scelta giusta. Ho bisogno di vederti, appena sarà possibile ti manderò le
istruzioni per incontrarci.
Non sapeva come reagire, era felice ora sapeva che Sydney stava bene, ma
d'altra parte la sua richiesta d'aiuto, non era un buon segno. Per qualche
strano motivo, sentiva il bisogno di parlarne con Vaughn.
I due s'incontrarono al solito posto, Vaughn non si aspettava di certo
quell'incontro.
"Perché mi hai voluto vedere?"
"Sinceramente non lo so nemmeno io. Ma credo che ti faccia piacere sapere,
che Sydney si è messa in contatto con me."
"Davvero! Ma come sta, e dove si trova."
"Se lo sapessi, non sarei qui a parlarne con te."
"Che le ha detto?"
"Niente di particolare, solo che si metterà nuovamente in contatto con
me."
Jack si voltò per andarsene.
"Perché me lo ha voluto dire?"
"Te l'ho già detto, non lo so."
Lauren osservò per giorni il comportamento di Zoe, per natura non si
fidava dei nuovi arrivati, anche se avevano il benestare di sua madre.
"Dottoressa Leox, come sta la ragazza?"
"Direi bene, considerando la pressione cui è sottoposta."
"Qui è trattata molto bene."
"Lo vedo, ma l'idea di portare in grembo un bambino così speciale, la
rende nervosa."
"Non sapevo che fosse così sensibile ai problemi del prossimo."
"Io devo fare il possibile affinché quel bambino nasca sano e salvo, e se
per farlo devo consolare quella donna, non mi tiro indietro."
Ciò che colpiva di Zoe Leox erano gli occhi. Erano di un azzurro intenso,
ma erano freddi e malvagi, persino Lauren si sentiva a disagio quando
stava con lei. Era una donna alta, magra i capelli di un biondo intenso,
il naso aquilino su cui spesso poggiava un paio di piccoli occhiali. Le
sue credenziali erano ottime, i suoi coktel batteriologici erano molto
noti nell'ambiente terroristico, era la persona adatta a lavorare per la
Covenant.
Sark vide le due donne parlare, e si avvicinò loro.
"Buongiorno signore."
"Signor Sark."
"Lauren ho bisogno di te."
Salutarono la Leox e salirono nei loro appartamenti.
"C'è qualche problema?"
"Tua madre è qui, ci vuole parlare."
"Ciao Lauren."
"Mamma."
"Ci sono dei possibili problemi."
"Qui procede tutto bene, fra qualche settimana il bambino nascerà."
"Si, Sark mi ha già informato. Ma non mi riferivo a questo, Sydney Bristow
si sta avvicinando più del dovuto."
"Non è possibile, i nostri contatti ci hanno detto che era tutto
sistemato."
"Si sbagliavano. La Bristow e sua madre hanno contatti importanti, e se
non prestiamo attenzione, c'è li troveremo presto alle calcagna."
"Che cosa dovremo fare, spostarci in un luogo più sicuro?"
"No, sarebbe troppo pericoloso muoverci adesso."
"Allora, cosa propone Olivia?"
"Avete detto che mancano poche settimane alla nascita del piccolo. Perché
non chiedere alla Leox, di accelerare i tempi?"
"Starai scherzando, non è vero?"
"No Lauren, non scherzo affatto. Quando il bambino nascerà ci libereremo
della donna, e di tutti quelli che l'hanno vista, poi saremo finalmente
liberi di agire."
Lauren rimase sconvolta dalla volontà di sua madre, sapeva che era
disposta a tutto pur di arrivare al suo scopo, ma non fino al punto di
mettere in pericolo la vita di un bambino.
Credendo di essere rimasto solo con Olivia, Sark, le parlò francamente
sulle sue perplessità riguardo ai nuovi ordini.
"Non credevo che si lasciasse commuovere così facilmente."
"Abbiamo lavorato troppo tempo per rovinare tutto, per non avere avuto un
po' di pazienza."
"Non serve più aspettare, ho già parlato con la dottoressa Leox, mi ha
assicurato che non ci saranno complicazioni."
"Voglio fidarmi di lei."
"Bene, c'è solo un altro dettaglio da sistemare."
"Ci penso io."
"Lauren, la voglio fuori da questa storia, non credo sia in grado di
andare fino in fondo."
"Dovrebbe capirla, d'altronde se non fosse stato per il suo intervento,
ora avrebbe un bel nipotino da crescere."
"Faccia poco lo spiritoso, anche lei era d'accordo con me. Lauren non
poteva avere quel bambino, e poi non era neanche lei il padre."
"Questo è vero, non avrei sopportato di vedere ogni giorno la donna che
amo, crescere il figlio di un altro uomo, per di più un'agente della CIA."
Lauren che era rimasta dietro alla porta, sentì tutto. Era paralizzata,
non riusciva neanche a respirare, ma doveva andare via da lì per non
essere scoperta. Salì sulla sua auto, iniziò a correre senza una meta,
doveva raccogliere le idee. Non poteva credere che sua madre era stata
capace di fare una cosa simile, lei era sua figlia, e quello che aspettava
sarebbe stato il suo primo nipote. Ma niente poteva fermare l'ambizione di
Olivia Reed, questo Lauren lo aveva capito solo adesso.
Irina si era accorta che Sydney nascondeva qualcosa, ma decise di non
affrontarla, sarebbe stato come spingerla ad andarsene, e lei non voleva
questo. In questi mesi la sua presenza, le aveva fatto vacillare quella
volontà e quel carattere ferreo, che l'avevano portata ad allontanarsi
dall'unica persona che avrebbe potuto veramente amare. Stava mettendo in
dubbio quasi tutta la sua vita, ma non era facile parlare con Sydney, il
passato non si può cancellare, questo era sempre più evidente. Decise di
seguirla e la vide entrare in un Internet caffè.
Sydney non si accorse di essere seguita, si collegò al solito server, e
iniziò a scrivere.
Irina capì cosa stava facendo, e per non compromettere la loro situazione
andò a parlarle.
"Sapevo che alla fine l'avresti fatto."
"Mi hai seguita?"
"Si, avevo capito che nascondevi qualcosa. Non sei molto brava a
mentirmi."
"Dovevo contattare papà, credo che ci possa essere d'aiuto."
"Se la pensi davvero così, puoi tornare alla CIA, li troverai tuo padre, e
tutti i mezzi di cui hai bisogno."
"Forse hai ragione, è stato uno sbaglio chiedere il tuo aiuto, non sei più
abile come un tempo."
Quelle parole colpirono Irina. Sydney aveva ragione, la sua presenza la
stava cambiando, ora ci pensava un po', prima di agire e questo non era un
bene. Se era ancora viva, lo doveva al suo modo di agire, freddo e
determinato.
"Va bene, basta così. Hai ragione fino ad ora ho sbagliato tutto. Se vuoi
venire con me io parto, devo incontrare Loren e Francie."
Sydney non disse una parola.
"Non te lo chiederò un'altra volta. Se vorrai venire, l'aereo parte alle
nove."
Sydney era arrivata ad un bivio, quale era la strada giusta da percorrere?
Continuare a seguire Irina, o tornare a casa, da suo padre e da Michael.
"Jack, avrebbe un minuto?"
Vaughn sperava che avesse altre notizie di Sydney.
"Niente, credo che Irina abbia scoperto tutto."
"Non è proprio possibile scoprire da dove è partita l'email?"
"No, era un server protetto."
Si era fatta sera, e Vaughn parcheggiò l'auto in garage. Entrò in casa, ma
notò che non era solo. Estrasse la pistola, facendo il più piano
possibile. Vide un'ombra immobile, non riuscì a credere a quello che stava
vedendo. Lauren era sdraiata nel suo divano, dormiva e non si accorse del
suo arrivo.
Vaughn le puntò la pistola contro e la chiamò. Lei si svegliò e vide la
pistola.
"Non so cosa ti ha spinto a venire qua, ma è stato un grosso errore."
"Sono scappata da mia madre."
"Forse dimentichi cosa è accaduto negli ultimi mesi."
"No Michael, devo parlarti."
"Di che cosa vuoi parlare?"
"Di nostro figlio."
A Vaughn gli si gelò il sangue nelle vene.
"Non credo di aver capito. Di quale figlio parli?"
"Ti prego butta la pistola. Ho veramente bisogno di parlarti."
Che cosa avrebbe dovuto fare, e se fosse stata una trappola? Lauren era
capace di tutto. Anche se dai suoi occhi si poteva capire che non stava
fingendo, Vaughn ebbe paura di fidarsi del suo giudizio, allora si affidò
all'istinto.
Le nove si stavano avvicinando, e Sydney ancora non arrivava. Irina salì
sul piccolo aereo che aveva noleggiato, e iniziò a dare le istruzioni al
pilota, la destinazione era Roma.
"Siamo pronti per partire, dobbiamo ancora aspettare qualcuno?"
"No."
In quel momento Sydney salì a bordo.
"Pensavo non venissi."
"Stavo per farlo, poi ho capito che se volevo arrivare fino in fondo,
dovevo stare con te."
"Bene."
Durante il volo Irina rimase in silenzio, anche se era molto felice che
Sydney avesse cambiato idea.
Loren e Francie erano arrivate da poco in un vecchio garage abbandonato,
avevano dato appuntamento ad una loro vecchia conoscenza dei tempi in cui
lavoravano per la CIA, Luis Paper agente che lavorava sotto copertura per
l'FBI.
"Loren Symon e Francie Meryn, allora siete ancora vive."
"Ti crea problemi la cosa?"
"No, anzi, mi toglie un gran peso dalla coscienza."
"Ti sbagli, te ne rimangono altri cinque, di pesi sulla coscienza."
"Mi avete chiamato per rivangare il passato?"
"No, abbiamo un problema da risolvere, e credo che interessi pure a te."
"Di cosa parli Loren?"
"Zoe Leox."
Luis sentendo quel nome impallidì.
"Che c'è, speravi di non sentirla più nominare?" infierì ironicamente
Francie.
"Quali notizie avete su di lei? Speravo fosse morta, ma evidentemente devo
essere io ad eliminarla."
"No, questo onore sarà nostro, tu dovrai solo limitarti ad aiutarci a
trovarla."
"Non sapevo neanche che fosse viva, come posso riuscire a trovarla?"
"Su non essere così modesta, voi dell'FBI avete tanti canali a
disposizione. Lavora per la Covenant, questo è un indizio abbastanza
importante, parti da questo."
Francie non aveva ancora mandato giù il comportamento dell'FBI nella
missione in Cecenia in cui la sua squadra era rimasta uccisa. Era stata
Luis a coordinare l'operazione, e a fidarsi di Zoe Leox, che era una sua
fidata collaboratrice.
"Bene, proverò a cercare delle informazioni. Ho un'ultima domanda, è solo
una vendetta la vostra?"
"Si, la puoi definire in questo modo. Ma è anche un lavoro ben pagato."
"Quindi lavorate per qualcuno?"
"Si."
"Non posso sapere di chi si tratta?"
"Sydney Bristow."
"L'agente della CIA?"
"Non lavora più per loro, ma perché t'interessa tanto?"
"Curiosità."
Questa per Luis era proprio una fortunata coincidenza, Michael Vaughn
l'aveva contattata più volte, cercava notizie su Sydney Bristow, ed ora
poteva sdebitarsi con lui.
"Michael, sono Luis. Ci sono importanti notizie per te, richiamami al più
presto."
Vaughn, dopo la notte insonne passata ad ascoltare Lauren, chiamò
l'ufficio e si rese indisponibile per tutta la giornata.
"Dammi una buona ragione, per credere alla tua storia."
"Sai che non posso. Però posso aiutarti a trovare quello che state
cercando."
"Dovrai venire alla CIA con me."
"No."
"Ti rendi conto che non hai molta scelta. Credi che ti lasci andare via di
qui così facilmente?"
"Se mi arresti, io non parlerò."
"Allora perché sei venuta fino a qui?"
"Perché stavo male! Mia madre ha ucciso nostro figlio, come ha ucciso mio
padre, e forse ucciderà anche me."
"Non m'interessa."
"Io ti aiuterò a trovare Sylvia Usher, e il bambino."
"Ma non è ancora nato?"
"Si, ma per poco. Non hanno intenzione di aspettare il termine. Lo faranno
nascere fra pochi giorni."
"Quando?"
"Non lo so, quando sono andata via, non avevano ancora deciso. Per questo
non mi puoi trattenere, devo tornare la."
"No, poi sarai libera."
"Allora? Non ti sembra un buon accordo? Quando avrai il bambino con te,
Sydney potrà finalmente tornare. Non è questo che vuoi?"
Si, sarebbe stato magnifico, ma Lauren non poteva scappare, sarebbe stato
un prezzo troppo alto da pagare.
"Va bene, faremo come dici tu. Ma stai attenta a non prendermi in giro, la
pagherai cara questa volta."
"Tieni questo è un cellulare sicuro, ti chiamerò io quando avrò notizie."
Vaughn era cosciente che lasciarla andare era un azzardo, ma non poteva
agire altrimenti.
Sydney ed Irina aspettavano l'arrivo di Francie e Loren, erano stranamente
in ritardo e questo le preoccupava un po'.
"Credi che sia accaduto qualcosa?"
"No, sono troppo in gamba."
"Eccole, sono loro."
Arrivarono a bordo di un'auto sportiva.
"Vi trattate bene."
"Siete voi che pagate."
"Sydney, è un piacere vederti. Seppelliamo l'ascia di guerra?"
Sydney sorrise a quella battuta di Francie.
"Dovrei scusarmi per il mio comportamento, ma se mia madre vi ha
raccontato tutto, credo che potreste capire il mio atteggiamento."
"Tranquilla, anche noi diffidiamo del prossimo, ora però è meglio parlare
del nostro lavoro."
"Quale novità ci portate?"
"Stiamo aspettando delle informazioni da un nostro contatto dell'FBI.
Appena sapremo dove si trovano potremo agire. Abbiamo già preparato una
squadra, e diversi piani tattici."
"Allora non resta altro che aspettare."
Quando Vaughn riaccese il cellulare, trovò in segreteria il messaggio di
Luis, e subito la richiamò.
"Luis, hai notizie per me?"
"So come trovare Sydney Bristow."
"Non stai scherzando?"
"No, per una serie di coincidenze, credo che molto presto ognuno di noi
avrà quello che desidera."
Luis spiegò tutto a Vaughn, finalmente un raggio di luce era rientrato
nella sua vita, e gli stava indicando il cammino.
Qualcosa si stava finalmente muovendo, i fili del destino si stavano
incrociando. Nemici, amici tutti insieme molto presto, si sarebbero
ritrovati a seguire lo stesso cammino, per una strada senza ritorno.
Nessuno si accorse dell'assenza di Lauren, Olivia e Sark erano troppo
impegnati, ad occuparsi della nascita del bambino. Lauren capì subito, che
il momento era arrivato, Sylvia Usher stava per far nascere l'erede di
Rambaldi. Tutti i membri più importanti della Covenant, si trovavano li,
in attesa che il miracolo avvenisse.
"Michael, è tutto pronto."
Jack quando aprì la porta, rimase sorpreso nel vedere Vaughn.
"Ci sono problemi?"
"No, anzi. So dove si trova il bambino, e so come ritrovare Sydney."
"Avanti, entra."
"Lauren è venuta da me, qualche giorno fa."
"Vuoi dire che tutte le informazioni che hai, è stata Lauren a dartele?
Credevo che fossi più intelligente."
"Anche lei si è fidato di Irina quando collaborava con la CIA."
"Infatti, siamo stati traditi."
"Io sono certo di quello che mi ha detto, non mi chieda il perché, avremo
tempo per i dettagli. Se non si fida può anche restare qui, io vado a
riprendermi ciò che è mio."
"Luis, ora puoi chiamarle. Non dire niente di me."
La dottoressa Leox, era pronta per entrare in sala operatoria. Dall'altra
parte del vetro, insieme a Olivia Reed, sedevano i vertici della Covenant.
"Cosa crede che accadrà Olivia?"
"Non lo so, ma solo il fatto che quel bambino abbia il patrimonio genetico
di Rambaldi, lo rende speciale. Sarà poi il tempo a darci tutte le
risposte."
Non passò neanche un'ora e il bambino nacque. Tutti si avvicinarono alla
vetrata per vederlo, ma rimasero un po' delusi nel vedere, che era solo un
bambino normale.
"Dottoressa allora, cosa ci può dire?"
"Signora Reed, come le avevo già anticipato, non posso ancora dire niente,
per ora è un bambino come tutti gli altri, è sano e questo è un bene."
Jack e Vaughn, aspettavano l'arrivo di Luis in aeroporto.
"Possiamo fidarci di questa persona?"
"Si, non è la prima volta che mi passa delle informazioni, e poi mi doveva
diversi favori."
Luis arrivò, era giunto anche per lei, il momento di saldare tutti i conti
con il passato.
"Michael, come stai?"
"Bene, ti presento Jack Bristow."
"Piacere. Ora possiamo partire."
"Non ci hai ancora detto dove siamo diretti, Michael."
"Santos, Brasile. Li troveremo Sydney, e poi decideremo come agire."
Loren ricevette la chiamata di Luis, stava per arrivare con delle grosse
novità, solo per questo si fidarono ad incontrarla con Sydney.
"Irina ci copre le spalle, se qualcosa non va, potremo scappare senza
difficoltà."
Un'auto con i vetri oscurati arrivò nel luogo stabilito. Scese una donna,
e Sydney la riconobbe subito.
"Io e lei ci conosciamo, vero?"
"Si Sydney, ci siamo incontrate una volta, tu stavi con Michael Vaughn."
"Lei è il nostro contatto al FBI. Quali sono le grosse novità di cui ci
hai parlato?"
"Sono qui dentro."
Dall'auto uscirono Jack e Vaughn. Sydney rimase così sorpresa nel vederli,
che non riuscì a muovere un passo.
"Ma cosa sta succedendo? Luis, chi sono questi due?"
"Papà!"
Sydney abbracciò suo padre, Loren e Francie non riuscivano a capire cosa
stava accadendo."
"Come avete fatto a trovarmi?"
"Luis ci ha portato da te. Ci sono delle grosse novità, che devi
assolutamente conoscere."
"Non è prudente restare qui, andiamo al rifugio" disse Loren.
"No, aspettate."
"Sydney, che ti prende?"
"Papà, al rifugio c'è Irina. Cosa intendi fare con lei?"
"Non sono qui per lei, ma per te."
"Ne sei certo?"
"Fidati di me."
Salirono tutti in auto diretti al rifugio.
Irina rimase stupita nel vedere Jack, pensava che fosse stata Sydney a
portarlo li.
"Ti trovo bene Jack."
"Grazie, posso dire lo stesso di te."
"Ora basta con i convenevoli, se siamo venuti fino a qui, è per un preciso
motivo."
"Michael cosa intendi dire."
"Abbiamo scoperto dove si trova Sylvia Usher."
"Dimmi che ne sei sicuro, come hai fatto a scoprirlo?"
"Lauren Reed."
"Starai scherzando?"
"No."
"Come puoi credere a quella donna, dopo tutto quello che ci ha fatto?"
"Ti prego, non fare domanda cui ora non posso rispondere. Devi solo
fidarti di me."
Sydney faceva fatica a stare con tutte quelle persone nella stanza, aprì
la porta ed uscì.
"Agente Vaughn, cosa aspetta? Le corra dietro" lo incoraggiò Irina.
La casa in cui si trovavano era vicina al mare.
"Dovevo saperlo, che per trovarti avrei dovuto seguire la corrente"
"Nel mare riesco a trovare la pace, che nella vita non trovo." "Allora,
perché le hai creduto?"
"Perché non vuole aiutare noi, ma vuole vendicarsi di sua madre e Sark."
"Questa può essere una ragione credibile."
"E poi, io sento che devo fidarmi."
"La squadra tattica è pronta, dobbiamo solo decidere quando agire."
"C'è un'altra cosa che devi sapere. Il bambino è già nato."
"Come?"
"Si, hanno anticipato il parto."
"Che cosa stavi aspettando a dirlo?"
"Scusa, hai ragione, è meglio sbrigarci!"
Tornarono in casa, e prepararono il piano insieme agli altri.
Lauren e Sark s'incrociarono nel corridoio, lei temeva di essere scoperta,
Sark la conosceva troppo bene.
"Ciao."
"Lauren, è da due giorni che non ti vedo. Tutto bene?"
"Si, e che essendo stata tagliata fuori, dal grande evento, ho preferito
andar via per un po'."
"Tua madre l'ha fatto solo per te, per evitarti un dolore."
"Si, lo so, mia madre è troppo premurosa."
"Se, questa sera sei libera, potremmo andare a cena fuori, è da un po' che
non usciamo."
"Si, perché no."
Riuscire a penetrare nella fortezza della Covenant sarebbe stata
un'impresa se non fosse stato, per i congegni progettati da Marshall, e
l'abilità nell'eludere i sistemi di sicurezza di Francie.
"Allora, ognuno sa cosa deve fare. Usiamo le radio solo se ci sono
problemi" iniziò Loren "Francie al tuo segnale, faremo irruzione."
"Non dovrebbe essere troppo complicato entrare nel loro sistema, grazie
all'attrezzatura che mi avete portato."
"Meglio così. Siamo pronti."
Francie disattivò le telecamere inserendo un falso fotogramma. Sydney e
Vaughn andarono verso l'ingresso secondario, mentre ai lati andarono Jack
e Irina.
Nella villa nessuno si accorse di niente, quando Francie riuscì finalmente
a disattivare gli allarmi.
"Loren io ho finito, dove ti trovi che ti raggiungo?"
"Copro le spalle ad Irina, è meglio che tu faccia lo stesso per Sydney."
"Montanaro, via libera possiamo entrare, ma agite con prudenza."
"Ricevuto."
"Montanaro?"
"Si, ormai mi sono abituata, e non ho trovato niente di meglio."
Sydney e Vaughn riuscirono ad entrare, nessuno ancora gli aveva sbarrato
la strada.
Lauren si accorse del loro arrivo, e raggiunse la stanza dove si trovava
il bambino e anche sua madre.
"Lauren, cosa fai qui?"
"Non piange mai."
"Si è molto tranquillo."
"Sai, ultimamente mi capita spesso di pensare al mio bambino."
"Lauren non devi torturarti così."
"E che non riesco ad accettare la sua perdita."
"Non dovresti stare qui."
"Mi hanno riferito che Sylvia Usher non è sopravvissuta."
"Si è vero, ci sono state delle complicazioni."
"Davvero? Sai cosa mi sto chiedendo negli ultimi giorni?"
"No, cosa?"
"Sei stata tu a volermi al tuo fianco in questo progetto, quindi hai avuto
considerazione per le mie capacità e la mia intelligenza."
"Si, ma non capisco dove vuoi arrivare."
"Credi che sia cambiato qualcosa, mi ritieni meno in gamba?"
"No, assolutamente."
"Invece si, ed è stato un grosso errore sottovalutarmi."
"Lauren parla chiaro."
"Tu hai fatto uccidere Sylvia, perché ormai non ti serviva più. Come hai
ucciso il mio bambino."
"Lauren ma cosa stai dicendo?"
"La verità, sei stata tu a dirmelo. Non proprio, diciamo che io mi trovavo
nel punto giusto, al momento giusto."
"Non è bene spiare."
"Sei stata tu ad insegnarmi tutti i trucchi."
Olivia prese il telefono, quella era una situazione complicata aveva
bisogno dell'aiuto di Sark."
"Se stai cercando Giulian, ti avviso che per un po' sarà indisponibile."
"Hai organizzato tutto, quali altre sorprese mi aspettano?"
"Vedrai ho organizzato, una bella rimpatriata."
"Ascolta Lauren, perché non usciamo da qui e ne parliamo con calma,
capirai le mie ragioni."
"Non c'è niente da capire. Hai ucciso mio figlio, solo perché era di
Michael, e questo per te mi avrebbe resa debole. Invece così facendo mi
hai resa solo un po' più vuota di quanto ero prima, ora non m'importa più
niente del potere, neanche la mia stessa vita conta più. Per non parlare
della tua."
"Uccidermi, è questo che vuoi? Avanti siamo solo io e te! Non hai avuto il
coraggio di uccidere tuo padre, su riscattati con me."
"Mio padre non meritava di morire."
"Però, non hai fatto niente per fermarmi."
Un rumore di spari attirò l'attenzione di Olivia.
Sydney e Vaughn erano vicini alla stanza in cui si trovavano Olivia e
Lauren.
"Sydney, la squadra due ha eliminato la sorveglianza, e dal rilevatore
risultano presenti solo tre persone."
"Bene, grazie Francie, ora ci pensiamo noi. State pronti al nostro
recupero."
"Credo che si tratti di Lauren e sua madre."
"Allora il bambino è con loro. Vaughn ti prego concentrati sul bambino,
lascia stare Lauren. Tanto non potrà uscire viva da qui."
"Non preoccuparti, andrà tutto bene."
Doveva andare bene per forza, Sydney era determinata a portare a termine,
quella che per lei era la missione più importante della sua vita.
Olivia guardò dalla finestra, e vide che la villa era circondata.
"Perché lo hai fatto? Ora finirai in prigione pure tu."
"Non m'importa. Tu pagherai il prezzo più caro."
"Lo vedremo!"
Sydney e Vaughn fecero irruzione nella stanza. Olivia tentò un ultimo
disperato tentativo di fuga.
"Se questo bambino è tanto importante per voi, vi consiglio di lasciarmi
andare."
"Olivia non faccia del male al bambino, sa di non avere scampo."
"Michael, sei sempre stato così dolce e così stupido."
"Lasci stare il bambino."
"Buttate le pistole e lasciatemi passare."
Sydney guardò Michael, e insieme gettarono le armi. Lauren intanto era
scomparsa.
"Bene così, ora io andrò fuori."
Mentre dentro Olivia tentava di scappare, fuori Loren e Francie erano in
cerca della dottoressa Leox. Sapevano dal rilevatore, che si trovava in un
bunker accanto al laboratorio, era come un topo in trappola.
"Francie coprimi le spalle, credo sia molto vicina."
Anche Luis cercava la Leox, seguiva Loren e Francie, sperando di trovarla
per prima.
"Ecco ci siamo, dovrebbe trovarsi qui."
Francie sistemò una piccola carica di plastico per aprire la porta
blindata. La carica esplose e la porta si aprì. La dottoressa Leox rimase
sorpresa nel vedere due persone che credeva morte da tempo
"Chi non muore si rivede."
"Voi due, come avete fatto…."
"Che c'è non riesci a parlare?"
"Loren aiutami tu, cosa dobbiamo fare con lei?"
"Non lo so, ci sono due possibilità. Possiamo consegnarla alla CIA, oppure
potremo occuparcene noi, perché disturbare."
"Buttate le armi."
Luis non era riuscita ad arrivare prima di loro, ma non aveva nessuna
intenzione di lasciare loro la Leox.
"Luis, non ti conviene, stai fuori da questa storia."
"Non posso, mi dispiace. La dottoressa viene con me."
"Luis, che piacere vederti. Mi sarei dovuta scusare con te, per il modo in
cui me ne sono andata, ma non ne ho mai avuta l'occasione."
"Allontanatevi da lei, e buttate le armi, non sto scherzando."
Buttarono le armi.
"Ora dottoressa, lei verrà con me."
All'improvviso sbucò fuori Irina, che colpì Luis con il calcio della
pistola.
"Tempismo perfetto!"
"Pensavo vi servisse aiuto."
Ripresero le armi e le puntarono contro la Leox.
"Non indugiate più, fate quello per cui avete vissuto in questi anni."
"Ti sbagli, certo saperti ancora viva, dopo tutto quello che hai fatto,
non era di conforto. Ma la nostra vita è andata avanti, la tua morte sarà
solo la ciliegina sulla torta."
Olivia Reed era giunta al giardino, dove si trovava la sua auto. Lauren
che conosceva le intenzioni di sua madre, la raggiunse li.
"Dove credi di andare?"
"Lauren avanti, avremo tempo per chiarirci, vieni con me."
"Va bene, ma dopo parleremo io e te."
"Si. Avanti guida tu."
"Ho preso quest'auto per il mio bambino, lo mettiamo dietro, così non
correrà rischi."
Misero il bambino in auto, ma Lauren aveva in mente un piano, infatti,
chiuse l'auto con il bambino dentro.
"Lauren, non farlo. Apri questa macchina."
"No, ora il bambino è al sicuro."
Olivia presa dal panico estrasse una pistola e la puntò contro sua figlia.
"Vuoi uccidermi?"
"No, ma non costringermi a farlo. Apri questa macchina."
"Mi dispiace, ma non lo farò."
Sydney e Vaughn raggiunsero le due donne. Lauren nel vederla sorrise.
"Sydney, tuo figlio è al sicuro."
Sydney non disse niente.
Olivia approfittò del momento, puntò la pistola su Vaughn e sparò, ma non
riuscì a colpirlo. Lauren si buttò su di lei per disarmarla, ma dalla
pistola partì un colpo che la ferì gravemente.
"Lauren! Lauren!"
"Complimenti, ora il cerchio è chiuso. Ci hai uccisi………,tutti."
Lauren non riusciva più a respirare, ma con la voce tremante disse quelle
ultime parole alla madre.
"Mi dispiace, io non volevo."
Olivia Reed, si rivolse sconvolta a Sydney.
Vaughn si avvicinò al corpo di Lauren, era morta. La guardava stesa per
terra sanguinante, e in fondo al cuore, provava pena per lei. Nonostante
tutto quello che aveva fatto, era solo una pedina in un gioco più grande
di lei, che l'aveva uccisa.
Poco dopo arrivò anche una squadra della CIA. Dixon era stata informato
dell'accaduto, e andò di persona a verificare i fatti.
Lauren fu portata via. Olivia fu arrestata, e portata in una base CIA,
nell'attesa di essere trasferita.
Loren e Francie risparmiarono la vita a Zoe Leox, preferirono mandarla in
prigione, dove dopo qualche anno di permanenza nel braccio della morte,
sarebbe stata giustiziata.
Luis Paper, dopo la botta in testa si riprese, e accettò le decisioni
della CIA, in merito a Zoe Leox.
Irina ancora una volta, riuscì a sfuggire alla cattura, grazie anche alla
copertura di Jack. Si nascose infatti in un rifugio segreto nell'attesa di
parlare con Sydney.
Quando fu tutto sistemato, Sydney si allontanò. Doveva prendere la
decisione più difficile di tutta la sua vita.
Non aveva ancora visto il bambino, e non sapeva se farlo o no. Irina la
raggiunse sulla spiaggia.
"Che cosa dovrei fare adesso?"
"Sai che non puoi tenerlo con te. Correrebbe troppi pericoli, è un bambino
speciale, ricercato da troppe persone."
"Lo so, ma è difficile. Tutti questi mesi, quando ancora non era nato,
sono stati un inferno. Ora che è nato, è ancora più difficile immaginare
la mia vita senza di lui."
"Ora non fraintendere quello che ti dirò. Io ho scelto di lasciarti, e
puoi anche non crederci, ma sei l'unica persona per cui avrei rinunciato a
tutto."
"Non lo hai fatto."
"Si, e forse per questo che siamo ancora vive. Mi avrebbero cercato se non
fossi tornata, e stai tranquilla che ci avrebbero trovato presto."
Irina aveva ragione, se voleva dare una possibilità di una vita tranquilla
a suo figlio, doveva lasciarlo andare.
"Portalo con te, in un posto sicuro. Devi affidarlo ad una buona
famiglia."
"Perché io?"
"Perché so che non ti rivedrò mai più. Io tornerò alla CIA, e preferisco
non sapere dove si trovi."
"Non vuoi neanche vederlo?"
"No."
Si guardarono negli occhi, quello sarebbe stato un addio silenzioso. Irina
si voltò per andarsene, ma fece solo pochi passi e poi si fermò. Si voltò
nuovamente verso Sydney e la vide piangere.
"Sydney."
Alzò gli occhi pieni di lacrime, era totalmente indifesa. Irina si
avvicinò e la strinse in un abbraccio.
Fu importante per Sydney quel gesto, era forse la prima volta che si
sentiva veramente amata da sua madre.
DUE MESI DOPO
Francie sdraiata su un'amaca nella veranda della sua villa in Giamaica,
leggeva tranquillamente, quando Loren la chiamò.
"Pronto, ma che ti prende parla piano."
"Non ho tempo, mentre io lavoro tu stai beata al sole, e scommetto che
stai leggendo la Divina Commedia, quel libro ti fonderà il cervello."
"Ti sbagli, è terapeutico per me leggere Dante."
"Come ti pare. Ho delle buone notizie."
"Hai finito il tuo lavoro?"
"No. Zoe Leox è morta."
"Non scherzare su queste cose, non è bello illudere il prossimo."
"Non è uno scherzo, se vuoi collegati sul sito della CIA."
"Che è accaduto."
"Hanno trovato il suo cadavere che penzolava nella lavanderia. Guarda che
ti sento, se vuoi ridere per me non ci sono problemi."
"Non rido per la sua morte, ma per com'è finita. Da pericolosa terrorista
a bella lavanderina."
Loren non riuscì a trattenersi ed esplose in una fragorosa risata.
Vaughn uscì dalla sua auto, e andò incontro a Sydney.
"Ciao, non mi aspettavo d'incontrarti qui. Tutto bene, ho provato a
chiamarti, ma avevi sempre il telefono staccato."
"Si, avevo bisogno di stare un po' per conto mio."
"Torni a lavorare per l'agenzia?"
"Ho appena firmato la richiesta, Dixon ha insistito perché tornassi.
D'altronde ho fatto questo lavoro per troppo tempo, non saprei cos'altro
fare."
"Sono felice del tuo ritorno, ti va di andare a prendere un caffè
insieme?"
"Veramente ora ho un po' da fare, magari un'altra volta."
Si girò per andarsene, ma Vaughn la trattenne per un braccio.
"Aspetta, non andare."
Sydney lo guardò intensamente negli occhi.
"Non è ancora il momento."
"Lo so. Hai più sentito tua madre?"
"No, e non ho nessuna intenzione di farlo."
"Sei ancora certa di aver fatto la scelta giusta?"
"Non c'erano scelte giuste o sbagliate nel mio caso, solo scelte
necessarie."
Questa volta andò via, e Vaughn la lasciò andare. Poteva solo stare ad
aspettare, e questa volta l'avrebbe fatto fino alla fine dei suoi giorni.
Sydney camminava sulla spiaggia, erano i primi giorni d'ottobre ed il
cielo sembrava dipinto, era di un azzurro pastello, macchiato dal bianco
delle nuvole sparse qua e la, che danzavano col vento cambiando forma ad
ogni movimento.
Il temporale della notte precedente aveva portato sulla spiaggia tante
conchiglie colorate, una particolarmente grande, attirò la sua attenzione,
si chinò per raccoglierla e la avvicinò ad un orecchio. Si dice che
ascoltando attentamente, si possa sentire il canto delle sirene, ma nella
sua testa, Sydney, sentiva solo il pianto di un bambino senza volto. |