"Non esiste esercito in
cui sia gli schiavi che gli uomini liberi non disertino passando
dall'altra parte nelle numerose occasioni che la guerra necessariamente
offre nella speranza di ottenere onori e ricompense”
Onasandro, X, 24
«Signorina Derėvko, come già le è stato
rivelato da sua madre, lei non lavora per conto di un’agenzia governativa
collegata con l'SVR [1] –come invece le è stato fatto
credere. In realtà il suo principale, Aleksandr Fëdorovič Xasinau [2],
è a capo di un’organizzazione terroristica che attenta alla sicurezza
della Russia. Xasinau è uno degli uomini piú ricercati in tutta la
Comunità degli Stati Indipendenti ed è legato ai nemici della nostra
patria: i ceceni, i cinesi e gli americani.» Il giovane agente Mixail
Viljamovič Voxnov la fissava coi suoi bellissimi occhî verdi; guardandolo,
Svetlana Ivanovna Derėvko pensò che in altre circostanze sarebbe stato
piacevole farci su un pensierino.
«Mio dio…» Pure gli americani, mala razza!
«Noi del FSB [3] possiamo offrirle protezione e lei
può abbandonare subito Xasinau, ma se vuole ottenere vendetta per tutti
questi anni di menzogne e per la morte del suo fidanzato, Daniil
Svjatoslavič Gėxt, c’è anche un’altra possibilità.»
Svetlana non ci pensò su un attimo. «Quale?»
«Lei potrebbe continuare a lavorare con Xasinau, ma come infiltrata per
noi, come del resto sta già facendo sua madre Irina da molti anni. Sappia
però che è molto, molto rischioso e se non se la sente, per noi va bene lo
stesso.»
Lavorare facendo il doppio gioco? La sua vita sarebbe diventata un incubo,
ma lo doveva a Daniil, a sua madre, a…
«Accetto.»
Sydney si svegliò di soprassalto. Era nella sua casa a Los Angeles, tutto
era tranquillo. Era soltanto un incubo, non c’era nessuno russo… solo una
mezza russa, lei. L’indomani si recò all’SD-6 ed incontrò Dixon fuori
della sala riunioni.
«Dov’è mio padre?»
«Ci sta aspettando col signor Sloane.»
«Come ben saprete, Rambaldi prima di morire fondò il Magnifico Ordine,
un’associazione volta a difendere le sue profezie…» Arvin Sloane decise di
iniziare il discorso alla lontana partendo dall’antefatto.
«Dovete sapere che Rambaldi decise di svelare loro alcune delle sue
profezie e queste, poco dopo la sua morte, vennero trascritte in un libro
che fu la Bibbia dell’Ordine. Tutte le cose si consumano e questo
manoscritto fu copiato piú volte per rimpiazzare il precedente esemplare
deteriorato, che non era vergato sulla carta speciale di Rambaldi. Del
primo manoscritto, del 1499, si son perse le tracce ma esistono dei codici
del 1663 e del 1834.»
«Che sono in mano al Direttorio K la prima ed al Magnifico Ordine il
secondo.» Precisò Jack.
«Esatto. Ma dovete sapere che nel 1665 uno stampatore veneziano,
Anassimene Torchia, riuscì ad impossessarsi del manoscritto dismesso del
1499 ed a trarne un libro stampato in 50 copie. I seguaci di Rambaldi,
ammanicati colla Santa Inquisizione, lo fecero condannare al rogo col
pretesto di aver pubblicato un libro satanico ed assieme a quel libro
bruciarono anche gli esemplari del libro di profezie… ma si salvò una
copia. Di questa copia apparvero nei secoli successivi molte
contraffazioni ma di solo due esemplari non si è riuscita finora a provare
la falsità; logica vuole che uno di questi sia quello autentico.
Questi due volumi sono: lo Hitler, detto così dal nome del suo piú noto
possessore, e lo Edgecombe.»
«Fammi indovinare: stai per acquistare una di queste due copie.»
«Sbagliato Jack: tutte e due. È necessario avere entrambi i volumi per poi
poter determinare quale sia quello vero.
La Hitler si trova in una biblioteca di Mosca. Sydney e Marcus hanno il
compito di entrare lì dentro e trafugarla sostituendola con una copia che
vi darà Flinkman. L’operazione è molto facile tuttavia, data la sua
importanza ai fini della sicurezza degli Stati Uniti, ho deciso che fosse
opportuno mandare due dei miei migliori agenti… anzi, due dei migliori
agenti della Nazione.
Bene, voi due potete andare. Avete un volo tra due ore e consulterete
tutte le informazioni al proposito in aereo.»
Quando sentì le parole di Sloane su sicurezza e Nazione, Syd ebbe il
voltastomaco per la facilità colla quale quel porco propinava le sue
menzogne.
«Ora veniamo alla tua missione, Jack. Stando alle informazioni forniteci
dalla nostra infiltrata, Laura Lenghi [4], la seconda
copia attribuita a Torchia è stata trafugata all’ultimo discendente del
marchese di Mount Edgecombe pochi mesi fa da un agente dell’SD-11
all’insaputa del suo capo, Flamma, e sono già riuscito ad accordarmi con
lui per averla. Tu dovrai andare a Nizza e comprarla da Giordano Fauro,
questo il suo nome. Parti fra tre ore, lui ti aspetta sul suo panfilo, il
“Gloria”, per domani alle 10.00. il tuo alias è Aldrich Hanssen di Las
Vegas.»
«Bene.»
«Ah, un’ultima cosa. Dovranno morire lui e tutti coloro che ti vedranno.
Flamma prima o poi verrà a risapere della cosa ed è necessario far sparire
tutti gli indizî per fargli credere che sia stata la Triade. Una squadra
armata è già in volo e sarà pronta ad intervenire al tuo ordine; se non lo
darai, attaccheranno durante la notte di domani. Passa sotto da Flinkman a
farti dare il trasmettitore.»
«Bene signor Bristow, ecco qua un congegno che le sarà moolto utile
durante la missione… ah, a proposito, se posso permettermi, ecco, come sta
Sydney?»
«Bene, grazie.»
«Oh, bene, grazie a lei, ecco… dunque… mi sono perso. Ah, no, funziona
così: questa sembra una normale camicia… e lo è ma—MA, nel colletto,
anziché il cartoncino rigido che gli da’ forma c’è il mio tras-met-ti-tore!
Ecco qua.» Marshall disse “ trasmettitore” mentre aggiustava il colletto a
Jack che intanto si stava mettendo la camicia. «Se lei piega il lembo
destro, ecco, il trasmettitore s’attiva, parte un messaggio verso i buoni
e loro arrivano e bum! Bum! Sistemano i cattivi, heh eh. Ora, lei può
usarlo una sola volta, quindi stia molto attento quando l’accende. Bene …»
«Suppongo che tu abbia pensato anche ai metal-detectors.»
«Già, già, esatto. Questa giacca— fa molto 007 vero?— bene, questa bella
giacca di gessato scuro ha il risvolto vicino al collo, insomma le falde…
come si chiama? Colletto anche lui? Boh, comunque, questa parte qua in
polimero che rende ciò che copre opaco ai raggi X ma non fino al punto da
far suonare l’allarme… insomma è abbastanza denso da mascherare quel poco
di metallo del trasmettitore… ma non tanto da svegliare il ai
metal-detector. Heh, stupendo, non trova? Uuh, dimenticavo: tenga.»
«Cos’è? Sembra un sacchetto di cellophane.»
«È un sacchetto di cellophane. Sloane mi ha detto che doveva comprare una
cosa a bordo di una nave ed io ho pensato che… ecco, potesse esserle utile
qualcosa dove custodire la roba in caso di—tocchiamo ferro,
eh—affondamento o, insomma, se si ritrovasse a dover nuotare o robe
simili…»
«Sydney, la tua contromissione per la CIA è questa: appena il tuo collega
sarà distratto dovrai scandire le pagine del libro con quest’aggeggio che
mi ha dato Kendall, è simile ad un normale scanner ma è capace di fare
ingrandimenti fino a 60 volte l’originale.»
«Bene, io vado, ho un volo fra mezz’ora.»
Sydney lasciò Jack e Vaughn. Michael la guardò uscire dal magazzino
dismesso con un’aria di rimpianto, avrebbe voluto dirle qualcosa,
qualsiasi cosa, come incoraggiarla od augurarle buon viaggio, tanto per
parlare ancora con lei, ma davanti a Jack Vaughn si sentì intimidito ed il
lavoro lo chiamava con una certa urgenza.
«Jack, la sua contromissione è praticamente la stessa: dovrà acquistare il
libro per Sloane e prima di consegnarglielo, farne una copia per noi…
ovviamente non con una fotocopiatrice ma collo scannerizzatore. Eccone uno
anche per lei.
«Ottimo.»
«Ah, ho chiesto a Langley cosa fare per il colpo di testa progettato da
Sloane sul panfilo ed hanno concluso che qualsiasi nostro intervento
farebbe scoprire la sua copertura.»
«Io non me ne sarei nemmeno preoccupato comunque... In pratica li lasciano
morire.»
«Sì.»
OCEANO ATLANTICO
Jack passò metà del viaggio a dormire e l’altra metà consultare i
documenti informatici su Fauro: Sloane per sicurezza non metteva mai
niente per iscritto e tutte le informazioni che aveva erano su
elaboratori. Giordano Fauro era “Edile agli esterni”, cioè capo della
sezione spionaggio esterno dell’SD-11 da tre anni, cioè da quando il suo
predecessore, il prof. Claudio Messala, venne ucciso tentando di fermare
una rapina alla casa di Flamma nella quale venne trafugato un manufatto di
Rambaldi. Non doveva esser molto furbo dato che non aveva ancora scoperto
che era stata l‘SD-6 colla collaborazione di una doppiogiochista interna,
Laura Lenghi. Pensandoci bene, c’era anche il fatto che Flamma sceglieva
molto male i suoi uomini, perché Messala gli aveva fregato trenta miliardi
di vecchie lire.
Fauro aveva militato nelle file di piú partiti prima di scoprire
l’esistenza dell’SD-11, organizzazione nota fra i suoi membri come
“l’Impero”, e tuffarcisi dentro nella speranza di addentare qualche grossa
fetta di torta prima di ritirarsi. Lì aveva trovato alcuni suoi vecchi
compagni di complotti come Daniele Steno, appena uscito di carcere, e
Claudio Messala, del quale prenderà poi il posto nell’Impero.
Tutte queste informazioni non venivano solamente dalla Lenghi ma anche da
un altro doppiogiochista interno del quale non era riportato il nome sui
dati datigli da Sloane ma che aveva anche confermato il fatto che a bordo
del “Gloria” vi era il prezioso libro di profezie.
NIZZA
Il “Gloria” era uno stupendo panfilo lungo 30 metri e non fu difficile
trovarlo: era ormeggiato un po’ in disparte ed era il piú grande di tutte
le navi del piccolo porto di Nizza, eccezion fatta per il traghetto per la
Corsica. Ad attender Jack sulla banchina c’era una giovane donna dalla
bellezza aristocratica che lui identificò subito come la principessa Elena
Comnena Bronte, detta dalla Lenghi e da altri che l‘avevano conosciuta “la
principessa sul pisello”, era l’infiltrata perfetta: era figlia di Irene
Comnena, una presunta lontana discendente degli imperatori di
Costantinopoli, e di Cesare Bronte, un imprenditore di estrazione
contadina che coi soldi che aveva accumulato s’era comprato la moglie ed
un seggio in Senato. Elena ed aveva amicizie e contatti fra la gente che
conta a tutti i livelli della società romana: politici di destra, di
centro e di sinistra, cardinali, generali, finanzieri, intrallazzatori,
mafiosi.
La Comnena aveva accesso ad un certo numero di informazioni riservate in
qualità di membro del CESIS [5] ed aveva un marito
giovane e devoto che lavorava nel SISDe, Antonio Sansone (NdR:
riferimento poco nascosto al doppiatore italiano di Vaughn, Tony Sansone):
lei lo usava come mezzo per giungere alle informazioni piú riservate. Per
inciso, Sansone era stato fidanzato con la Lenghi prima che la Comnena
glie lo sposasse. In piú, la principessa era giovane e molto bella,
caratteristica che le permetteva di arrivare dappertutto.
Era strano: cosa ci faceva lì una fedelissima dell’Impero che di norma era
di stanza a Roma?
«Il signor Hanssen? Prego, venga con me.»
L’interno della nave era in un certo senso evocativo: tutte quelle guardie
armate ricordavano a Jack i tempi della pirateria. Quando salirono al III
ponte sopracoperta i motori si accesero ed il panfilo si preparò ad uscire
dal porto. Jack iniziò a sentirsi un po’ preoccupato ma si trattenne dal
toccare il trasmettitore per rincuorarsi, infatti così si sarebbe potuto
far notare ed i suoi ospiti avrebbero potuto insospettirsi.
Giordano Fauro era vestito in modo impeccabile, cosa che stonava colla
barba mal fatta; evidentemente radersi su di una barca che ondeggiava non
era il massimo della semplicità.
«Buongiorno, signor Bristow. Io in verità speravo che venisse sua figlia,
ma anche lei va bene.»
Come facevano a sapere di Syd? «Vorrei vedere il libro prima di trattare
il prezzo.»
«Eccolo qua.»
Jack lo prese e lo esaminò. Il volume era stampato in-folio [6],
la legatura, senza macchie o scoloriture, era in tutto vitello bruno con
doppio riquadro a filetti dorati, con fregi ed al dorso. La carta era
bella spessa, di ottima qualità tanto che il libro sembrava appena
stampato; le lettere erano perfettamente leggibili. Non c’erano tavole
fuori testo ma diverse xilografie; nella prima pagina c’era lo stemma di
Torchia e nella seconda il titolo, PROPHECIÆ RAMBALDIS –Anaximenes Torchia
imprimevit A.D. MLCDXV- con un ritratto dell’autore. Jack accostò il libro
all’orecchio e fece frusciare i fogli: anche il rumore della carta era
quello giusto.
Complessivamente un’edizione perfetta senza il minimo difetto, senza gore,
tarlature o bruniture. Intanto il panfilo era uscito dal porticciolo di
Nizza ed era ad almeno 200 metri dalla costa.
«Mi sembra un ottimo esemplare, qual è la base di partenza per la
trattativa?»
Due gorilla dietro di lui estrassero le loro pistole e glie le puntarono
addosso, disarmandolo. Quindi lo perquisirono, trovandogli addosso solo il
telefonino (che requisirono), il portafoglio ed un sacchetto di
cellophane.
«Non c’è nessuna trattativa, questa era solo un’esca.»
«Vuol dire che il libro non è autentico?»
«No, questo è il vero Edgecombe, ci credevate scemi solo perché eravamo
italiani? Non ci sareste mai cascati con un falso. E ci avete presi per
scemi anche un’altra volta, quando avete sottratto al mio imperatore un
manufatto di Rambaldi pensando che non avremmo mai sospettato di Sloane.»
Ahia, Fauro non era poi tanto fesso. «Non so di che cosa lei—»
«Si risparmi la sceneggiata! Noi vogliamo provare agli occhî dell’Alleanza
che Sloane agisce per conto suo a danno di altre SD, quindi contro
l’interesse generale, ed ora abbiamo un testimone.»
«Flamma sapeva già tutto.»
«Esatto. Comunque; incartamenti e documenti informatici non valgono
niente, è impossibile ad arrivare a quelli autentici e l’Alleanza sa ben
smascherare quelli falsi. Quindi sarà lei il nostro testimone contro
Sloane, signor Bristow. Se collaborerà, le sarà risparmiata la vita.»
«Come avete fatto a scoprire la verità?»
«Questo non la deve interessare. Piuttosto lei dovrà pensare a rispondere
alle nostre domande ed a fornire prove valide per incastrare Sloane alla
prossimo incontro dei capicellula dell’Alleanza.»
«Io vi presenzierò?»
«Non lo abbiamo ancora deciso. Ed ora, se vuole accettare l’ospitalità
della nostra cella di sicurezza…» I due gorilla di prima lo portarono
sottocoperta e lo rinchiusero in una stanza buia. Mentre scendevano notò
un'altra faccia già vista: Fulvio Bandini, vice-edile alle Operazioni
Speciali, in pratica il capo dei commandos dell’Imperatore.
Bandini era stato cacciato dai parà per comportamento violento ed aveva
fatto per qualche tempo il mercenario in Congo, dove aveva incontrato
Flamma, che era lì per l’esportazione illegale di diamanti. Flamma l’aveva
notato ed aveva deciso di reclutarlo nella sua organizzazione; se era lì
sulla barca, era ovvio che la difesa del Panfilo era stata organizzata a
puntino e che assaltarlo sarebbe stata un’impresa sanguinosa.
Jack tempestò la sua mente di domande: era meglio avvertire gli sgherri
dell’Impero che era imminente un attacco oppure sperare che la squadra di
Sloane riuscisse ad impadronirsi della nave ed a liberarlo? Nella prima
ipotesi la vita di Syd sarebbe stata gravemente in pericolo quindi Jack
prese il lembo del colletto e lo piegò.
Era passato mezzogiorno quando la squadra di recupero dell’SD-6 salì a
bordo della “Gloria” dopo un tratto nuotato in immersione per non farsi
scorgere. La squadra fu però scoperta dagli uomini di Bandini e si
sviluppò un violento scontro a fuoco sul ponte della nave; la squadra
d’assalto era quasi sopraffatta quando un altro gruppo di uomini di Sloane
salì dall’altro lato dell’imbarcazione prendendo alle spalle e di sorpresa
il grosso della scorta.
Jack, quando sentì i rumori degli spari, si appiattì per terra sperando
che le pareti della cella fossero abbastanza robuste, ma ebbe conferma del
contrario quando un proiettile gli passò a pochi centimetri dalla gamba
facendo un buco sulla parete. Jack allora sperò che la sparatoria finisse
presto.
Le squadre dell’SD-6 dopo aver sistemato i gorilla sul ponte principale,
fecero irruzione sugli altri ponti secondarî, abbattendo Fauro e Bandini.
La Comnena invece era sparita. Jack, appena fu liberato, andò nella cabina
di Fauro e, facendo attenzione a non sporcarsi calpestando le pozze di
sangue sul pavimento, aprì la cassaforte facendola saltare con una piccola
carica di plastico; trovò il libro, lo mise nel cellophane e cogli altri
uomini dell’SD-6 si gettò in mare per raggiungere il motoscafo che li
aveva portati fin lì.
In aereo, Jack scandì una immagine di tutte le pagine del volume di
Rambaldi collo scannerizzatore datogli dalla CIA.
LOS ANGELES
«Signori, mi complimento con voi. Avete portato a termine le vostre
missioni in modo egregio.» Sloane non guardava neanche in faccia Syd,
Dixon o Jack, ma sfogliava avidamente i due libri. «Farò analizzare questi
volumi per determinare quale di essi sia quello autentico. Il vostro Paese
vi ringrazia, avete nuovamente contribuito alla sua sicurezza.»
Syd stava per avere uno scatto d’ira ma fu subito trattenuta dallo strano
sguardo indirizzatole dal principale. Fu solo un attimo, ma Syd ebbe la
sensazione che… no, non era niente, era stata solo la sua immaginazione:
ultimamente era così stanca…
Appena Dixon e Sydney uscirono dall’ufficio di Sloane, Jack si avvicinò al
suo capo.
«Arvin, adesso siamo praticamente in guerra coll’SD-11.»
«Di quello non mi preoccuperei.»
«Mi preoccupo che l’Alleanza possa schierarsi dalla loro parte e venire a
tagliarci la gola.»
«Come ti ho detto, non c’è da preoccuparsi. Se l’SD-11 ammettesse di
essersi fatta fregare piú volte oggetti sotto la sua custodia e massacrare
una sua squadra, tutte le altre SD capiranno che è una tigre di carta e si
getterebbero sopra di lei per spartirsene le spoglie.»
«Se lo dici tu…» Jack uscì poco convinto.
“Certo, vai pure, carogna d’un traditore… cosa credi, che non so che tu e
tua figlia lavorate per la CIA?” Pensò Sloane. “Avrai sicuramente fatto
una copia del libro e così tua figlia e contavo proprio su questo… credi
anche che non avessi già delle fotocopie delle Profezie di Rambaldi?”
«Signor Sloane, abbiamo condotto analisi approfondite su questi due tomi
ed abbiamo concluso che l’esemplare Edgecombe è autentico mentre lo Hitler
è un falso –molto ben contraffatto, ma risalente a circa cinquant’anni
fa.»
«Prof. Xylander, la ringrazio immensamente. Dopo secoli d’incertezza è
stato recuperato il libro stampato da Torchia.»
L’opinione di Richard Xylander, esperto in incunaboli e libri d’epoca, era
una autorità nel suo campo; se lui diceva che l’Edgecombe era autentico,
allora non c’era dubbio che lo fosse. Bene. Xylander gli consegnò i due
libri, Sloane prese l’Edgecombe e lo mise nella cassaforte del suo ufficio
mentre il professore usciva salutando lui e Jack.
Sloane prese la Hitler. «Di questo falso qui che ce ne facciamo? Jack, lo
vuoi bruciare tu?»
«No, adesso devo andare ad incontrare un mio informatore.»
«Quello che incontri sempre al cinema?»
«Esatto. Come fai a saperlo?»
«Controllare i miei uomini fa parte del mio lavoro. Beh, lo metto nella
mia ventriquattr’ore e me ne sbarazzo a casa. Non voglio che la Kane lo
possa vedere qui. ‘Sera, Jack.»
MARE ARABICO
Il volo procedeva tranquillo e Sloane si era appena svegliato. Finalmente
era libero! Libero di muoversi e di parlare liberamente, senza piú doversi
preoccupare di quello stramaledetto dispositivo che s’era fatto ficcare
nel collo. Ed Emily era al suo fianco, dopo che per mesi aveva dovuto
starsene nascosta alle Filippine. Fra qualche ora sarebbero atterrati a
Francoforte e dal lì avrebbe preso il volo per Firenze, l’ultimo della sua
lunga giornata di viaggio. Aveva comprato una villa nel Chianti e sarebbe
stato per un po’ lì prima di tornare in azione; intanto Sark l’avrebbe
tenuto costantemente informato.
Emily dormiva ancora e Sloane decise di dare uno sguardo alla lettura che
s’era portato per il viaggio.
Il falso libro di Rambaldi.
Lui sapeva benissimo che la copia Hitler era un falso e, per inciso, aveva
già da anni delle fotocopie della Edgecombe fornitegli da Hasan. Aveva
fatto quel casino coll’SD-11 soltanto per distrarre l’attenzione della CIA
che sarebbe stata ben lieta di trovare l’unico esemplare autentico
dell’edizione di Torchia nella cassaforte del suo ufficio, quando vi
avrebbe fatto irruzione, credendo che la Hitler fosse andata arsa. Era per
quello che aveva fatto in modo che Jack fosse nel suo ufficio ed
ascoltasse tutto quando era arrivato Xylander.
Quello che in realtà gli serviva era il finto Torchia e non per ciò che vi
era scritto ma ciò con cui era fatto il volume.
Nella primavera del 1945 Adolf Hitler aveva incominicato ad accorgersi che
la dua guerra non andava come sperato e, per fare in modo che la sua
collezione di pagine di Rambaldi non cadesse nelle mani nemiche, aveva
riunito i migliori falsarî della Germania ordinando loro di comporre un
finto libro antico con tre strati di carta: quello esterno e quello
interno con carta di stracci d’epoca, robusta e resistente nei secoli,
mentre quello interno era costituito dalla sottile ma resistentissima
filigrana delle pagine di Rambaldi in possesso del Führer, sulla quale
l’italiano aveva vergato alcuni dei suoi progetti e delle sue profezie.
Finito il lavoro, Hitler fece uccidere i falsarî e ne fece sparire i
corpi.
Quando Berlino fu presa dai sovietici, il finto Torchia venne portato in
URSS per essere studiato e nessuno si accorse né che si trattava di un
falso né che al suo interno vi erano i preziosissimi documenti di Rambaldi
raccolti da Hitler.
Certo, questi documenti Sloane non li avrebbe fatti analizzare dall’SD-6,
perché sarebbero potuti finire nelle mani dell’Alleanza, della quale ora
stava per sbarazzarsene. Fra l’altro, Sark avrebbe dovuto chiamarlo da un
momento all’altro. Sloane avrebbe analizzato per proprio conto le pagine
del falso in un suo laboratorio in Svizzera dopo la sua fuga, per ottenere
i progetti del Dire e le profezie in tutta calma.
La cosa interessante era che i falsarî di Hitler erano riusciti a
riprodurre perfettamente le pagine dell’Edgecombe basandosi su un
microfilm scattato da una spia tedesca nel 1938, fra l’altro costruendo un
torchio per la stampa uguale a quello usato dal Torchia e fondendo dei
caratteri dello stesso formato e stile col quale era stato stampato l’Edgecombe.
Un lavoro veramente straordinario: leggere la Hitler era come leggersi
l’originale.
Sloane sfogliò le pagine, tutte già lette e rilette, viste e straviste,
arrivando fino all’ultima…
Un momento…
Sloane si ricordava benissimo che l’ultima pagina delle copie dategli da
Hasan era scritta in caratteri latini, ma questa non lo era. Anche il
numero era diverso, 282 anziché 281. Quel bastardo di Ineni, gli aveva
nascosto una pagina… meno male che l’aveva fatto ammazzare. Che razza di
disonesto, col fior di dollari che Sloane gli aveva pagato… del resto
anche lui era stato piuttosto scemo, avrebbe potuto almeno controllare la
copia originale quando ce l’aveva in mano.
Emily dormiva ancora. Arvin iniziò a leggere con attenzione l’ultima
pagina.
Il primo capoverso era scritto in devanagarī [7]:
interessante. Rambaldi, standosene nell’Italia del ‘400 non avrebbe mai
potuto conoscere questo tipo di alfabeto, quindi per forza doveva aver
viaggiato fino in India e siccome non si aveva notizia di viaggi al di
fuori della Penisola fino alla sua morte nel 1496, evidentemente Rambaldi
non era morto in quell’anno ma era sparito… veramente molto interessante.
Probabilmente doveva esser vissuto molto oltre quella data, per esser
arrivato fin in India e questo spiega la presenza di suoi manufatti in
tutto il mondo.
Il primo capoverso era scritto in un alfabeto indiano ma la lingua era il
greco antico; c’era qualche errore, dovuto al fatto che né copista né
stampatore potevano conoscere il devanagarī: “Toûtos eínai o teleutaíos
lógos tou Mìlou Rambàldeos Italikós perì ta méllonta kai estì perì ē
mellómenē teleut́ē.” “Questo è l’ultima profezia di Milo Rambaldi
l’italiano sugli avvenimenti futuri ed è al riguardo della futura fine.”
Fine di che cosa? Sloane si stava incuriosendo sempre di piú, era ovvio
che le informazioni di questa pagina erano di tale importanza da far sì
che Ineni Hasan glie le tenesse nascoste, sapendo l’uso che ne avrebbe
fatto.
Il secondo capoverso era in caratteri Ogham [8]:
questo voleva dire che Rambaldi era stato anche in Irlanda… sensazionale!
La lingua comunque era il volgare dei Sermones subalpini [9].
“Car la summa de le me ovre est la ma ovra summa car tuite ansema sunt un’autra
de il plus alta e tel da canger aquest munt trespasable.” “Infatti la
somma delle mie opere è la mia opera somma ché tutte assieme ne formano
un’altra di loro piú alta e tale da cambiare questo mondo transeunte.”
Sloane era stupefatto, tanto che si bevve diverse sorsate di scotch: tutto
questo non solo confermava quanto contenuto nel diario di Rambaldi ma
addirittura ne ampliava gli orizzonti.
L’ultimo capoverso era in rune anglosassoni ma era scritto in tedesco
cinquecentesco (anch’esso con qualche errore).
“Wenn es wirdt lesen den richtig Kode, es sich wird betätigen unnd keyn
wirdt können es halten wenn nicht diejenige aus der den Kode hatt gekommen
an.” Incredibile! Questo era molto di piú di quanto Sloane si fosse mai
aspettato… un momento! In tedesco “angekommen” aveva anche un significato
figurato… questo voleva dire che—
Il cellulare di Sloane si mise a squillare.
«La fase uno è stata completata.»
NOTE
1- Uno degli organismi eredi del KGB, opera nel
campo delle informazioni economiche, industriali e tecnologiche.
2- È vero, non si capisce subito che è Khasinau
scritto in un altro modo, ma dovete ammettere che scritto così è molto più
figo.
3- Ente federale russo che si occupa di
controspionaggio, antiterrorismo, lotta al traffico di droga, al crimine
organizzato, alla corruzione nonché di "analisi e pianificazione
strategica".
4- Vedi il racconto
"L'SD-11".
5- Sigla del “Comitato esecutivo per i servizi
d'informazione e di sicurezza” che ha il compito di elaborare dati e
situazione forniti dagli altri servizî di sicurezza italiani (SISMi, SISDe,
DIA, DCPP, ecc.) e di passarli al Presidente del Consiglio.
6- Cioè per rilegarlo le pagine erano state
piegate una sola volta.
7- L’alfabeto col quale è scritto il sanscrito,
lo hindi, il bengalese, ecc.
8- Alfabeto irlandese precedente all’alfabeto
latino.
9- Lingua pre-piemontese nella quale sono scritti alcuni discorsi
religiosi del secolo XI. |