ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Lyly
Riassunto: seconda parte di "Jennifer Vaughn". Ecco perché qualcuno la cerca...

Data di composizione: dal 9 al 13 agosto 2004
Periodo di svolgimento: una diversa 3^ stagione
Adatto a: tutti

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

Il mediatore (parte 2/2)

J: chi è stato?
SC: non saprei proprio. E adesso, che facciamo?
J: andiamo alla polizia. Dobbiamo denunciare l’aggressione…
SC: chi ti dice che sia stata un’aggressione?
J: perché pensi che Matt si sia suicidato?
SC: non dico questo, ma forse è stato un incidente.
J: no, non è stato un incidente, ne sono sicura.
SC: beh, allora che aspettiamo? Andiamo…

Venezia ore 11.15

Si apre la porta di una casa. Esce una donna. Quest’ultima parla con una cameriera: “Arrivo più tardi, non ci sarò per pranzo, ok?”
C: va bene signora Sydney!
S: ci vediamo dopo, Federica!
Accende il motore della sua macchina e parte…

Sydney arriva in un capannone abbandonato, che è di poco fuori dalla città. Quando scende dalla macchina, Syd si avvicina a quel capanno, dove di guardia si trova un uomo. Quest’ultimo la fa passare…

U: buongiorno signora Sydney!
S: buongiorno a te Matteo… C’è Nadia?
M: sì, è qui dentro! Prego…

Dentro al capannone c’è Nadia, la sorellastra di Sydney

N: sei in ritardo…
S: lo so, scusami… Jennifer è rientrata dall’Italia e mi ha telefonata e mi ha detto una cosa poco piacevole.
N: cosa?
S: Matt è stato aggredito… Jennifer pensa da qualcuno che volesse sapere quello che le ho confidato prima di venire qui a Venezia…
N: e perché uccidere chi non c’entra?
S: forse per spaventarla! L’aggressore vuole farle capire che sa quello di cui lei a conoscenza.
N: ti avevo detto di non dirle niente… Così la metti solo in pericolo!
S: Jennifer è una ragazza in gamba…
N: spera solo che non le accada niente di grave. Su andiamo!
S: dove si va questa volta?
N: Città del Messico!

Los Angeles, ore 18.15, commissariato.

J: sergente, il mio amico è stato aggredito da qualcuno, ne sono sicura…
SE: io potrei anche crederLe, ma non possiamo basarci su sicurezze che non hanno i piedi per terra!
J: di che avete bisogno?
SE: prove… Sono la cosa principale e poi vengono la dinamica, chi è stato, perché… Le prove, impronte o oggetti, quelli sono la cosa più importante…
J: ok, grazie sergente!
SE: prego!

I due ragazzi escono dal commissariato.

SC: Jenny, devi fartene una ragione: è stato un incidente…
J: no, Scott. Ti dico che è stato aggredito!
SC: forse tu sai qualcosa che io non so?
J: no, ma che dici?
SC: ho la sensazione che tu mi nasconda qualcosa, no???
J: forse…
SC: forse? Mi rispondi anche forse? Avanti, cosa sai su quello che è successo a Matt?
J: se potessi saperlo! A proposito, domani devo partire per Venezia.
SC: cosa? Venezia? Vai da tua madre?
J: sì! Ha detto che deve parlarmi!
SC: non può farlo per telefono?
J: no! – risponde Jenny in modo seccato –
SC: ok, scusa! Non volevo scaldarti così!
J: no, scusami tu! Sono una sciocca e basta…
SC: la vogliamo smettere di buttarci giù in questo modo? Che ne dici, vengo a Venezia con te!
J: è meglio di no…
SC: perché? Non dirmi che non mi vuoi!
J: è che io e mia mamma dobbiamo parlare di cose un po’… come posso dire…
SC: private?
J: esatto! Bravo… Non prendertela, amore!
SC: ci proverò! (ride)
J: su dai andiamo a casa mia!

Venezia, il giorno dopo, ore 17.45.

J: mamma!
S: Jennifer, tesoro! Mi sei mancata…
J: anche tu. Tanto!
S: ho saputo di Matt. Mi dispiace, so che gli volevi bene.
J: mamma, io so perché hanno ucciso Matt…
S: per quello che ti ho detto? Quello che sei?
J: già. Vogliono sapere qualcosa che non so! Mi sento come te, inesperta e spaventata!
S: lo possono trovare Jennifer! Chiunque ti cerca avrà metodi o macchine che possono manipolarti il cervello! Devi stare attenta, tesoro. Non deve succederti niente…
J: ma, io chi sono? Cosa rappresento per Rambaldi?
S: lo sai che io sono la Prescelta, vero?
J: sì e Nadia è il Passeggero… E allora?
S: nella profezia, Rambaldi spiega che la Prescelta e il Passeggero dovranno combattere per la supremazia di una di loro due. Ma una terza persona dovrà fare da “Mediatore”. Questa persona dovrà rimanere tra la Prescelta e il Passeggero per fare in modo che Rambaldi possa comunicare con loro e dire la sua opera.
J: ma Rambaldi comunica attraverso il Passeggero. Nadia.
S: Nadia comunica con Rambaldi attraverso lo scritto. Il Mediatore comunica con lui attraverso il corpo. Con una speciale sostanza ingerita dal Mediatore, Rambaldi entra, per un determinato periodo di tempo, nel corpo di colui che media. Così potrà parlare a me e a Nadia del suo progetto, della sua profezia.
Syd guarda la figlia in un modo un po’ strano. Non l’aveva mai guardata in quel modo. Perché?
J: cosa vuoi dirmi con quello sguardo, mamma?
S: lo so che hai capito. Ecco cosa rappresenti per Rambaldi. Ecco perché qualcuno ti cerca e ti vuole.
Jennifer continua a ripetersi nella testa <il Mediatore sono io, il Mediatore sono io>.
J: cosa mi faranno?
S: rimani qui a Venezia con me. Non ti succederà niente. Qui sei al sicuro.
J: no, mamma. Devo affrontarli i miei pericoli. Sei scappata quando hai saputo di essere la Prescelta?
Sydney fece di no con la testa.
J: e allora nemmeno io lo farò, sapendo di essere il Mediatore.
S: Jennifer, ti faranno del male.
J: chi mi vuole fare del male? Chi mi vuole, mamma? Dimmelo, se lo sai.
S: io non lo so. Ma Matt è morto. Forse chi ti cerca sapeva che ti conosceva. Verrà usato qualsiasi mezzo per trovarti, Jennifer. Qualunque.
J: io non ho paura. Troverò chi ha ucciso Matt. Potrei anche trovare chi mi cerca. In fondo, “chi cerca, trova!”.
S: chiunque ti cerci è in possesso della sostanza che serve per far entrare Rambaldi nel tuo corpo.
J: sai dove si trova?
S: purtroppo no. E anche se la cercassimo, non ci sarebbe più. Chi ti sta cercando, l’avrà presa tutta.
J: come si chiama questa sostanza?
S: non è naturale. La chiamano Atromix.
J: Atromix? Non mi dice niente.
Sydney guarda intensamente la figlia.
S: mio Dio, come sei diventata grande. Lo sai, non pensavo che tu arrivassi così!
J: così come?
S: all’improvviso. Non pensavo di rimanere incinta di Micheal. Avevo 28 anni. È passato così in fretta il tempo. Ora tu hai 17 anni. Sei maggiorenne. Santo cielo… (si mette a piangere).
J: mamma, avanti! Non piangere.
S: perché hai preso la mia stessa strada?
J: semplice! Volevo diventare come la mia bellissima e coraggiosa mamma!
S: per la legge sei una ragazza di maggior età, ma per me rimarrai sempre la piccola Jenny! Ti prego, tesoro, stai attenta…
J: certo. Te lo prometto mamma…

Londra, il giorno dopo, ore 11.35.
Una persona misteriosa sta parlando al telefono.

“Sydney le ha detto che è il Mediatore. Le avrà spiegato che ruolo ha in questa faccenda. La voglio mia. Non lasciatevela sfuggire, altrimenti sapete cosa vi aspetta”.

Los Angeles, ore 18.00, casa di Jennifer.
Jenny e Scott sono insieme.

SC: allora, com’è andato il complotto tra te e tua madre?
J: bene. Abbiamo deciso di ucciderti nel sonno…
SC: davvero? E come?
J: ah, io avevo proposto di buttare in camera tua un gas letale. Mia madre vuole ucciderti nel metodo classico.
SC: vale a dire?
J: oh, con l’intramontabile calibro 9! Hai le ore contate, tesoro…
I due ragazzi si baciano, quando il cellulare di Jennifer comincia a squillare.

SC: sarà tua madre. Vorrà dirti che ha pensato ad un altro modo per uccidermi.
Jennifer sorride.
J: pronto?
N: ciao nipotina mia!
J: Nadia?
N: sì, proprio io…
J: ciao! Scusami, ma sono un po’ stupita da questa telefonata.
N: lo immaginavo. Non ci sentiamo da tanto. Senti, volevo incontrarti…
J: quando? E dove?
N: domani devi prendere l’aereo delle 14.30 per Lisbona. Ti aspetterò all’aereoporto.
J: va bene, ma perché?
N: il perché te lo spiegherò domani, tesoro… Allora, ci vediamo Jenny!
J: ciao Nadia…
La telefonata termina qui. Jennifer torna in salotto da Scott.

SC: tutto bene? Chi era?
J: era…
SC: amore? C’è qualche problema?
J: no, no. È solo che domani devo partire.
SC: partire? E per dove?
J: per Lisbona…
SC: Lisbona? Jennifer non è che mi stai nascondendo qualcosa?
J: no Scott, no.
SC: e allora perché tutto questo mistero? Voglio semplicemente sapere perché domani vai a Lisbona.
Jennifer nella sua mente pensa a cosa poter dire. Poi, l’idea.
J: e va bene. Te lo dico.
SC: devo sedermi? Mi devo preoccupare?
J: vedi tu!
SC: allora?
J: domani vado a Lisbona per noi due.
SC: in che senso?
J: beh, ho finito il liceo. Avevo pensato che potevamo fare una vacanza insieme! Domani devo incontrare una mia amica perché mi fa vedere dei posti dove alloggiare o dove andare a mangiare.
SC: amore, scusami. Avevo frainteso. Perdonami. Non posso venire anch’io?
J: e che sorpresa è? Almeno lasciami questa soddisfazione di non farti vedere il posto fino al giorno della partenza.
SC: hai ragione. Che bella idea che hai avuto.
Il ragazzo s’avvicina a Jennifer e la bacia.
J: uhm, e a San Francisco, come fai con il lavoro?
SC: non preoccuarti. Domani li chiamo e mi faccio dare un paio di giorni di vacanza.
J: sei fantastico!
SC: no, tu lo sei!

Lisbona, aereoporto, ore 4.30.
Nadia è lì che aspetta la nipote.

N: ciao Jenny...
J: ciao Nadia! (la ragazza sbadiglia). Scusa, ma visto l’ora!
N: colpa del fuso orario!
J: allora, perché mi hai fatta venire fin qui?
N: vieni con me…

Nadia porta Jennifer in un locale abbandonato. All’interno si trovano armi, munizioni e passaporti falsi.
J: mio Dio! È un bunker…
N: già. Vedo che hai imparato l’essenziale, tesoro… Siediti.
Jenny si siede sulla vecchia poltrona che si trova al centro del bunker.
J: questa poltrona, messa così al centro, fa molto FBI!
N: Jennifer, tua madre ti ha parlato di quella storia, vero?
J: quale storia?
N: Rambaldi, il Mediatore…
J: sì, ma ne eri al corrente anche tu?
N: oh, sì! Sydney non te l’ha detto? Strano, ero stata io a proporle di dirtelo. (afferma la ragazza, mentendo).
J: vuoi dire che mia madre non voleva farmelo sapere?
N: diceva che poteva essere pericoloso per te…
J: grazie Nadia, per averla convinta.
N: oh, figurati tesoro…
J: allora, il motivo dell’incontro?
N: proprio quello di cui stiamo parlando in questo momento. Sydney ti ha anche parlato dell’ Atromix?
J: sì. Nadia, tu sai chi mi cerca?
N: no. Vorrei saperlo anch’io. Non voglio che ti facciamo del male. In fondo, sei o no mia nipote?
Jennifer sorride dolcemente.
N: e Scott, come sta?
J: conosci Scott?
N: tua madre me ne ha parlato un paio di volte! Quanti anni ha?
J: 23! Lui lavora, non è al college. Comunque sta bene, grazie.
N: lo ami?
J: mol…
Jennifer non aveva nemmeno finito di parlare, quando Nadia le sferra un pugno sullo stomaco. J: (con voce soffocata) che diavolo fai?
Nadia le da un calcio che stende Jenny a terra, completamente. La donna prende il telefono e chiama qualcuno.
N: venite. Ce l’ho qui con me.

15 minuti dopo…
N: finalmente! Dovevate trovarla voi, invece ho dovuto fare da sola…
Nel nascondiglio entrano 2 uomini, gli stessi che avevano aggredito Matt.
Intanto Nadia aveva legato Jennifer per le mani con una corda il cui “nodo” si trovava in una trave in alto, verso il soffitto e lasciava i piedi di Jenny senza un appoggio per terra.

N: allora, tesoro, ora ti darò da bere questa buonissima bevanda.
J: l’ Atromix?
N : ma che brava! Hai la stessa intuizione di tua madre…
U1: ma che roba è?
N: stai zitto tu. A proposito, perché lo avete ucciso quel Matt? Non erano così gli accordi. Vi avevo detto di minacciarlo e basta.
U2: voleva fare l’eroe e allora lo abbiamo sistemato.
J: siete stati voi? Nadia, li hai mandati tu, questi due?
N: volevo arrivare a te. Volevo arrivare al Mediatore. Potevo farlo tramite Sydney, ma ho voluto procedere per conto mio. Mentre mi guadagnavo sempre di più la fiducia di tua madre, organizzavo perché fossi catturata e portata qui da me. Ho chiesto a questi due di minacciare le persone a te care, ma non Sydney. Avrebbe capito. Allora hanno preso Matt. Lui ha voluto fare l’eroe, il potente e così è adesso chi sa dov’è, se su o giù…
J: io mi fidavo di te…
N: non me ne faccio niente della tua fiducia… Io voglio solo il tuo corpo per poter parlare con Rambaldi. Cara Jenny, ora o bevi l’ Atromix o la tua cara mammina e il tuo adorato Scott non fanno una bella fine… Decidi. Hai 60 secondi da adesso… Ah, dimenticavo. Fateli entrare.

Uno dei due uomini fa entrare Sydney e Scott incatenati e malconci.
J: mamma? Scott?
SC: Jenny, chi sono questi?
J: (rivolta a Nadia) va bene. Bevo l’Atromix! Aspetta però…
N: che c’è ancora?
J: Rambaldi parla solo al Passeggero e alla Prescelta. Non penso che quando lui entrerà nel mio corpo, vorrà vedere la Prescelta incatenata e picchiata. A questo non avevi pensato.
N: non mi faccio incantare dai tuoi stupidi giochetti da 17enne, tesoro…
J: non è un giochetto il mio. E la pura e semplice verità. Così è scritto nella parte della profezia che parla di me. O il Passeggero e la Prescelta insieme, o niente. Sta a te decidere…
N: liberate mia sorella.
S: grazie Nadia, sei molto gentile.
N: bene, cominciamo.
Madre e figlia si guardano come per dirsi “facciamo quello”.
N: bevi, tesoro e…
S: e… Un bel niente…
Syd prende la bottigliettad di Atromix dalle mani di Nadia, dandole un clacio. Quest’ultima è stesa a terra. Sydney libera la figlia rompendo la corda con un coltello che aveva sotto i pantaloni. I due uomini si scagliano contro le due ragazze. Intanto Nadia si sveglia e si rialza da terra.
S: ci penso io a loro due. Tu pensa a Nadia.
Jennifer ragginge Nadia e le si mette davanti.
J: dove credi di andare?
N: fai male a stare dalla parte di tua madre…
J: faccio male? Mi stavi per sottoporre a qualcosa che è fisicamente e anatomicamente impossibile.
N: niente è impossibile, tesoro…
J: smettila di chiamarmi tesoro.
Jennifer sta per darle un calcio quando, all’improvviso, Scott spara sulla gamba di Jennifer.
S: Jennifer???
N: grazie mille, Scott.
SC: di niente. Ho fatto solo il mio dovere.
J: (con voce sofferente) Scott, perché lo hai fatto? Noi ci amiamo…
SC: che sciocchezza. E da quando stiamo insieme che fingo. Nadia mi ha mandato da te per studiarti, per sapere com’eri e se sapevi del Mediatore.
J: Scott, no…
S: Nadia, me la pagherai.
N: oh, che paroloni! Ricordati che siamo sorelle.
S: per me, non più…
N: va bene, come vuoi!
J: Scott… Scott…
SC: addio Jennifer.
N: non è finita qui. Ritornerò a prenderla, Sydney. Stanne certa.
J: (piangendo) Scott? Scott?
S: è finita. È finita…

Jennifer e Sydney tornarono a Los Angeles. Jenny era sconvolta per quello che era successo. Ma Nadia le aveva minacciate di tornare e di riprendersi Jennifer – il Mediatore.
Chissà se poi Nadia è realmente andata a “riprendersi” Jennifer, chissà se è riuscita ad usarla per interagire con Rambaldi… Ma questa, è un’altra storia.

FINE

NOTE E RINGRAZIAMENTI:
Volevo solo ringraziare tutti voi del sito Alias Italia, Antonio Genna, che è sempre gentile e Erin che mi ha fatto usare il nome Jennifer nel racconto, perché lei lo ha usato per “Mamma Sydney”.
Spero che il racconto vi sia piaciuto. L’idea della seconda parte la avevo diversa in mente, ma dopo ho pensato di usare quest’altra nel racconto. Comunque se volete farmi sapere del racconto (e di tutti gli altri che ho scritto per il sito) la mia e-mail è guido.db@libero.it.
Grazie ancora a tutti voi! CIAO E AL PROSSIMO RACCONTO!!!!!!!!


Alias © 2001/04 Bad Robot - Touchstone Television
Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003/04 Antonio Genna
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