WITCHMAS
Breve Riassunto: Un natale Bianco o nero ? Paige propenderebbe per la prima…
Data di composizione: 25 Luglio 2001 18 Gennaio 2002
Valutazione del contenuto: Adatto a tutti.
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La neve cadeva copiosa sulla strada, dando al solito
grigio cittadino un tocco di stupenda felicità. Gli alberi di natale si
sprecavano, in giro per le strade e nei cortili privati dei giardini. Alcuni
barboni cercavano riparo dal freddo pungente chi in mezzo ai rifiuti, chi in
centri di accoglienza. In uno di questi centri, Phoebe svolge di consueto la sua
attività di volontariato a beneficio della comunità. Ogni anno, sotto Natale,
quando c'era più bisogno d'aiuto era sua consuetudine recarsi lì per distribuire
Minestrone caldo. Solo la sera si faceva un cenone in piena regola, con tanto di
tacchino (tradizionale veramente).
- Te ne vai di già Phoebe ? - le chiese una sua collega, una corpulenta donna di
origine tedesca
- Ho già finito il turno e ho fatto gli straordinari oggi, Heike. E poi ho un
impegno improrogabile a casa. - rispose Phoebe, infilandosi il pesante giaccone
imbottito.
- Ah, una delle tue sorelle è appena entrata da poco. Mi ha chiesto se ti eri
dimenticata di tornare. -
- Paige, ci scommetto. Quanta pazienza ci vuole, con le sorelle minori. -
- Sono stata venti minuti fuori sotto la neve ad aspettarti, hai presente cosa
vuol dire venti minuti ? -
- Ah, pensavo che quella che avessi sui capelli fosse forfora. -
- Lasciamo perdere. Sei pronta ? - Paige ci rimase male.
- Sì, aspetta che mi impicchi con la sciarpa e arrivo. - uscirono alla neve,
investite da un violento soffio di vento. Richiusero velocemente la porta, prima
che l'aria calda potesse uscire dal locale.
- Allora, Paige, cosa farà Piper ? Lavorerà al P3 tutta notte, anche a Natale ?
-
- Sì, ma ha trovato una clausola. Ha organizzato una serata natalizia, in modo
da poter passare la nottata con la famiglia, anche se lavora. -
- Mah. E' una cosa un po' strana, ma sempre meglio che passare il Natale divise,
non ti pare ? -
- Oh, di sicuro. E' il primo che passo con la mia vera famiglia. E' una
sensazione strana che non ho mai provato prima, ma è bellissima. -
Prima che potesse aggiungere altro, fu travolta da una persona, che la fece
cadere a terra. Paige si alzò molto contrariata. - Ehi, amico! Guarda dove metti
i piedi. -
- Tu lascialo perdere, ragazzina, se non vuoi che passi da te, dopo di lui. -
- Ma che maniere ! Smettetela. - intervenne Phoebe, fermando Paige prima che
facesse qualcosa di cui pentirsi - Qual è il problema ? -
- Non vi riguarda! - rispose la seconda persona. Aveva la faccia da ossesso,
quasi da posseduto. Si gettò come una belva contro l'uomo che aveva urtato Paige.
Quest'ultima si diresse decisa ad una cabina telefonica e compose il 911, numero
della polizia. In un tempo minimo, la faccenda fu risolta col massimo
dell'efficacia. I due furono arrestati con l'accusa di provocata rissa, siccome
altre persone avevano preso a fare a botte nel tentativo di dividerli.
- Per fortuna hai chiamato la polizia. Stava succedendo un vero putiferio. -
- Lo so, sorellina. Ma io non amo immischiarmi nelle faccende altrui. Che siano
loro a risolversele. -
- Certo che il mondo è pieno di tipi che vogliono attaccar briga. - commentò
Phoebe, guardandosi in giro.
- Basta saperli prendere per il verso giusto. - Paige notò un tizio strano
introdursi in un vicolo con uno strano oggetto sottobraccio. Attirò
immediatamente l'attenzione della giovane strega perché le sembrò che da sotto
il giaccone imbottito spuntassero delle piume bianche. - Fermati un momento,
Phoebe. -
- Che hai, sorellina ? -
Paige le fece cenno di seguirla in silenzio. Phoebe era perplessa, e rimase
impalata senza far nulla, guardò solamente la sorella entrare nel vicolo. Pensò
dove diavolo potesse andare, poi gli andò dietro silenziosamente. Quando le si
fu avvicinata abbastanza, le chiese che cosa le stesse prendendo. Paige le zittì
cortesemente, ma in modo deciso. - Fai silenzio. Ho motivo di credere che quel
tizio laggiù sia un Angelo Caduto. -
- Un Angelo Caduto ? -
- E' un angelo che ha perso la carica a causa della sua cattiveria. Alcuni
conservano le ali, altri le perdono. Voglio vedere se ho ragione. - spiegò Paige.
- Ma come fai a dirlo ? -
- Aspetta e vedrai. - la calmò.
Il presunto angelo bussò ad una porta metallica arrugginita. Con uno
scricchiolio prolungato l'uscio si aprì, emanando un'ondata di luce accecante,
che lasciò impressionate le due donne. Quando la porta si richiuse dietro alle
spalle dell'angelo, le due uscirono dal loro nascondiglio. - Hai visto ? Quello
sicuramente non sta andando ad un rave notturno. - commentò sarcasticamente
Paige. - Non so te, ma io vado dentro. -
- Sei sicura ? Il tuo potere - Phoebe stava cercando di dissuaderla,
rammentandole di una recente rottura del braccio, che ne aveva debilitato la
magia.
- Non pensare che non sappia badare a me stessa, signorina. - Paige indicò
Phoebe, come se quel dito rafforzasse le sue parole e intimasse la sorella a
rimanere buona e calma dove si trovava. - Il mio potere è più grande di prima. -
accese una carta, che usò per forzare la serratura. Aprì e si fiondò nella luce,
lasciando Phoebe confusa.
Paige si guardò attorno senza nemmeno muovere la testa. Fece un giro completo
intorno a sé stessa, poi fu sicura di ritrovarsi veramente all'Inferno.
- Oh guarda. Avrei pensato di arrivarci fra un sacco di anni, qui. Meglio non
tornarci proprio per niente. - Le fumarole sulfuree eruttavano in continuazione
polveri giallastre incandescenti. Paige si dovette levare la giacca per non
soccombere al calore estremo. L'aria era piena di un pesante odore di gas,
divenendo quasi del tutto irrespirabile.
Dove si fosse cacciato quel dannato angelo era un vero mistero. Eppure non era
molto più avanti di lei. Forse di un minuto, un minuto e mezzo. La vista le
cominciava ad appannarsi e gli occhi le bruciavano per le pietruzze che si
trovavano nell'aria, ciononostante, riuscì ad intravedere la sagoma nerastra di
una creatura alata. - Eccoti, finalmente. - scattò e lo seguì fino a quando non
le fu possibile.
- Ma Dove diavolo sei andato ? - Paige lo perse di vista, e fu presa alle spalle
da qualcosa che non riuscì ad identificare. Sentì la voce del suo assalitore. -
Ma guarda chi c'è… La nostra bella Paige. - Lei si rialzò a fatica. Conosceva
quella voce. Era un demone che conosceva da quando era arrivata agli inferi. -
Argo. Non mi sembra il caso di accogliere così un'amica. -
- Ti consideri ancora un'amica quando hai ucciso le tue sorelle ? - rise - Io
sono di diverso avviso. -
- Spero che tu sia migliorato dall'ultima volta. -
- Ah, ma certo. Peccato che non te la godrai. - Paige fu più veloce di lui. Non
si era ancora girata con la faccia verso il suo nemico. Si girò sul fianco e
lanciò una carta, tagliando un braccio al suo avversario. Si allontanò con una
capriola e si girò, lanciando la carta che tagliò il braccio sinistro al demone.
Per non correre rischi, ne lanciò una terza, che andò a ferirgli un piede, in
modo da rallentarlo. - Adesso, ripercorriamo i bei tempi, caro mio. -
Capì che non c'era altro da fare se non seguire il fantomatico angelo decaduto
con il suo piano diabolico.
Dopo quello che il suo vecchio amico le aveva detto, decise di cambiare le sue
armi. Le carte francesi erano certo molto utili, ma a lei ne servivano di più
potenti. Controllò i vari mazzi che aveva nella tasca interna del suo giaccone
di piume. Non era l'unico che aveva. Con grande gioia si accorse che aveva
alcuni tarocchi. - Sono dieci. Dieci tarocchi. Spero che mi servano. -
Il demone continuò indisturbato la sua placida camminata attraverso l'inferno,
sempre con quella specie di tappeto sottobraccio. Nessuna parte gli era
interdetta. Sembrava quasi che volesse arrivare da Satana in persona. E Paige
sempre dietro, come un'ombra. Si era camuffata da diavolo, in modo da riuscire a
passare inosservata. Si accorse, ad un certo punto, che il suo obiettivo era
svoltato in una caverna prima di entrare nella zona dei traditori.
- Sta svoltando lì dentro. Cosa ci andrà a fare in quell'antro ? Bene o male,
tutte le vie dell'Inferno portano a Satana… Che strano. - Paige gli andò dietro,
senza scollarsi di dosso al suo inseguito. Questi sembrava turbato, si girava
spesso a vedere se c'era qualcuno al suo inseguimento, ma Paige era prudente, e
preferiva non fare cose che potessero insospettirlo. A debita distanza seguiva
rapida e invisibile il suo inseguito, finché non arrivò a cospetto di un
mostruoso essere, metà umano e metà capra. Quasi come il Satana rappresentato
nelle vetrate e nei dipinti medievali.
- Ci hai messo un'eternità. Com'è andata la ricerca ? - chiese quello.
- E' stata lunga e ho dovuto tagliare un paio di gole, ma alla fine ho quel che
v'interessa, mio signore. -
- Perfetto. Tiralo fuori, allora. -
L'angelo caduto ridacchiò poco convinto. - No, prima dammi ciò che mi spetta.
Faremo lo scambio contemporaneamente. -
Il demone ringhiò per il disappunto, vedendo quel tizio montare in cattedra -
Non ti prendere troppe libertà. -
- Non crucciarti. Ecco il candelabro che cercavi. - l'angelo caduto srotolò
quella specie di fagotto che aveva sottobraccio, rivelando un candeliere ad un
solo braccio con innestata una sola candela dalla cera nera. Non era soltanto
nera, era come se contaminasse l'aria espandendo un'aura scura.
- Quel candelabro… - un lampo attraversò la mente di Paige, facendole affiorare
un'immagine. Aveva sentito parlare delle candele dalla cera nera, fatte col
grasso dei demoni, ma pensava fossero solo delle favole strampalate. Se un
demone avesse messo le mani su quella candela e l'avesse accesa il girono di
natale, tutto il mondo sarebbe stato preda di un'ondata di follia
incontrollabile, che avrebbe contagiato tutti gli esseri umani e le creature di
luce. Il mondo sarebbe stato collegato al regno dei demoni spazzando via ogni
traccia di bene. E Paige, in quanto strega buona era obbligata a distruggere
quella candela, ma non sapeva come fare.
- Perfetto… - gongolò il demone, emettendo una risata raggelante.
- Non posso star qui a guardare. - Paige prese il suo mazzo di tarocchi e scelse
il settimo, l’Eremita. Uscì dal suo riparo e lanciò a terra la carta. Il fumo
denso che ne uscì imbrigliò il tempo. I due demoni rimasero bloccati come due
statue di cera, e il diavolo Paige poté finalmente uscire dal suo riparo e
strappare di mano alla creatura demoniaca il candelabro. Rimase intontita a
guardarlo. Possibile, si chiese, che un candelabro ed una candela siano in grado
di distruggere la pace sulla terra? Avrebbe dovuto distruggerlo, in modo che non
finisse in mano a creature del calibro di quegli infidi demoni. Fece per
andarsene, ma i due demoni si sbloccarono accidentalmente. Paige se ne accorse,
e prese a correre più veloce che poteva. Il demone superiore si accorse che
aveva rubato il candelabro, e ordinò all’angelo decaduto di andare a prendere
quella donna.
Paige corse come una pazza, finché non si trovò sull’orlo di un vulcano acceso.
Si arrestò immediatamente non appena vide la terra finire davanti ai suoi piedi.
Si girò, vedendo che il suo inseguitore aveva chiamato i rinforzi. - E adesso
come me la sbrigo? Sono una contro dieci. Circondata, e sul bordo di un vulcano.
Posso solo decidere come morire. -
- Esatto, ma se consegni il candelabro, forse potremo mettere un buona parola
per te al tuo processo. -
- No, grazie. Piuttosto che di un demone, mi fiderei di un leone affamato. -
- Non fare idiozie. Non vorrai gettarti nel vulcano, spero. -
Paige ebbe un’idea fulminata, non fulminante, poiché era letteralmente pazza.
Salutò i suoi giustizieri e si buttò a volo d’angelo nella fornace, lasciando
tutti confusi e rintronati. - E’ impazzita. - disse uno di quelli. Ma il suo
capo, piuttosto che incorrere nell’ira di Satana, era disposto a planare fin
dentro quel cono, cosa che fece senza curarsi d’altro.
Paige diede un’occhiata al suo mazzo di carte più in fretta che poteva. Doveva
trovare la Papessa. Era il secondo, ma non riusciva a trovarlo. Passò tutti gli
araldi una volte, fino a trovarla. La sua idea folle era andata a buon fine.
Dopo aver pensato il luogo di apparizione, lanciò l’araldo numero due verso il
basso. Questo aprì un passaggio poco prima di toccare la lava incandescente.
Paige, un attimo prima di entrare, lanciò da una parte il candelabro. Il demone
in picchiata riprese al volo il candelabro, ma non fece in tempo a frenare la
sua folle caduta. Infatti, bruciò dentro il magma emettendo terribili urla di
sofferenza. Fu la fine sua e del candelabro dell’Aggressività.
Phoebe era ancora indecisa se seguire la sorella oppure aspettarla fuori. Quella
strana porta non riusciva a convincerla. - Entro o non entro? - quando si decise
a farlo,un tonfo la distolse dalle sue azioni. Qualcosa di pesante era caduto in
un cassonetto poco lontano. Phoebe andò a vedere, sporgendosi ed osservando
l’interno. Paige era tornata. Le chiese se fosse tutto a posto, aiutandola con
una mano ad uscire. - Certo che sì. - rispose sarcasticamente Paige - E grazie
dell’aiuto. -
- Tutto a posto, allora. - ma Paige voleva fargliela pagare. Fece resistenza, e
trascinò la sorella in mezzo all’immondizia.
- Tutto a posto. ORA… - disse Paige, uscendo offesa dal cassonetto - Andiamo, se
no ci perderemo la festa di Natale al P3. - aggiunse, spolverandosi i vestiti.
Paige pensò per quasi tutta sera a quello che aveva vissuto. Si disse, mai più
idee del genere, nemmeno se si fosse dovuta ripetere quella stessa identica
situazione.Si ripromesse che piuttosto avrebbe affrontato quei diavoli tutta da
sola.
Scritto da MoonWalker