WHEEL
OF DESTINY
Una nuova storia
interattiva di "Streghe"
Commento
dell'autore : ...e alla fine il caro Antonio mi ha convinto… provo a cimentarmi con il
racconto interattivo sulle orme di Flond, maestra in questo campo, e ci saranno
finali tragici ma anche finali decisamente lieti… eh eh eh eh, stavolta mi
sono sbizzarrito
Fascia
d’età : adatto a tutti, penso. Ovviamente ci sono delle morti, ma sono
abbastanza soft...
Data
: cominciato il 5 settembre 2000 (ore 0.00 secondo il mio PC, l’ispirazione è
venuta tardi) e finito il 16
settembre 2000, ore 16.47… 11 giorni di sudore e sangue, ricordatevelo…
Disclaimer
: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito
“Streghe Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono
di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati
senza il permesso degli autori e senza fini di lucro.
Le Halliwell erano ormai le migliori
cacciatrici sulla piazza, infatti da un bel pezzo la bilancia della giustizia
pendeva nettamente dalla parte del bene. Certo, avevano visto la morte in faccia
più di una volta, ma erano sempre riuscite a cavarsela in un modo o
nell’altro.
Un bel giorno Piper decise di dare una bella ripulita alla soffitta, in quel
posto si erano accumulati almeno 200 anni di disordine e polvere (è un po’
esagerato, lo so, ma non fa niente), così salì armata di straccio e tanta
buona volontà. Quando vide lo stato in cui era ridotto il locale si pentì di
aver avuto una così malsana idea : scatoloni rovesciati, ammassi di
cianfrusaglie sovrapposte in più mucchi, tavoli polverosi e quant’altro
faccia parte degli incubi peggiori dei patiti dell’ordine. Cominciò a
spolverare qua e là e dopo un po’ si ritrovò fra le mani uno strano pezzo di
pietra triangolare su cui erano incise delle parole incomprensibili in una
lingua morta, forse aramaico o persiano. Lo guardò un attimo chiedendosi da
dove potesse mai venire e soprattutto com’era finito lì. Mentre lo maneggiava
s’illuminò e le bruciacchiò la mano. “Ahio…che cavolo è quest’affare
?” disse mentre lo mollava e si guardava la dolce manina leggermente
ustionata. Brillò per qualche secondo di un’intermittente luce viola e poi si
spense. Lo raccolse da terra e guardandolo pensò : “Uno stupido coccio senza
valore…posso anche buttarlo via”. Finì le pulizie di primavera e portò la
pietra al piano inferiore per buttarla. La guardò meglio e si disse : “Certo
che è proprio strano…quasi quasi me lo tengo come portafortuna, con tutta la
sfiga che ho in amore un bel talismano mi farebbe davvero comodo”…non sapeva
che quella pietra avrebbe cambiato la sua vita (in meglio od in peggio dovete
deciderlo voi lettori) …la portò in camera sua e lì la appoggiò sul
comodino ; mentre chiudeva la porta andandosene riprese a lampeggiare…era il
segnale che la Riunione poteva essere nuovamente effettuata dopo oltre 4000
anni…
La mattina successiva, dopo che Prue e
Phoebe erano uscite, la porta suonò, Piper andò ad aprire e vide un signore
alto, molto elegante e distinto, con una strana luce che risplendeva nei suoi
occhi verde smeraldo. Lui chiese educatamente : “Scusi, questa è casa
Halliwell, giusto?”.
“Sì ma… lei chi è se non sono indiscreta ?”. Piper non ci vedeva chiaro,
qualcosa in quell’uomo la preoccupava ma non era in grado di capire cosa
fosse.
“No no, non è indiscreta. Lasci che mi presenti, io sono Norman Osborn (Goblin
rulez !), forse ha già sentito parlare di me…”.
“L’arcimultimiliardario ???”. Lo stupore si dipinse sul volto della
ragazza, cosa poteva mai volere da lei uno con tutti quei soldi?
“Proprio io, in carne, ossa e portafogli. Sono qui perché ho saputo da fonti
certe che lei possiede un antichissimo reperto risalente ad oltre 6000 anni fa.
E’ uno dei pezzi di un’antica stele che i Persiani lasciarono nel deserto
egiziano dopo la loro conquista. Io possiedo altri frammenti di quest’oggetto
e sarei molto interessato ad averli tutti. Vorrebbe vendermelo ? Se vuole
possiamo discuterne più comodamente a casa mia…”.
“Aspetti, aspetti, non abbia fretta. Prima di tutto vuole avere la compiacenza
di dirmi come ha saputo che io effettivamente possiedo quel pezzo di pietra
?”. Era una domanda che non ammetteva sgarri, Piper esigeva una risposta
convincente.
Lui si rese conto che stava cercando d’inchiodarlo…non aveva
nessun’intenzione di parlarle della Riunione, in fondo non era necessario che
i partecipanti fossero consenzienti…e rispose : “Non ha importanza il come,
la prego, mi dia la soddisfazione di vedere completo un altro pezzo della mia
collezione !”. Il tono suadente della sua voce e lo sguardo supplicante fecero
tentennare per un attimo Piper che, se fino ad un istante prima era fermamente
decisa a vederci chiaro e a non soddisfare la richiesta del miliardario, ora era
piuttosto confusa, non sapeva che fare…si prese qualche secondo per
rifletterci con calma.
Primo bivio, amici telespettatori (no no, non c'entra niente !) : se pensate che Piper non accetterà la proposta di Osborn andate al capitolo 2, altrimenti saltate a piè pari al capitolo 3.
Piper cominciò a pensare : perché
questo tipo, noto arcimiliardario, voleva il frammento di una tavoletta di 5 o
6000 anni fa o giù di lì ? Era un uomo d’affari, mica un archeologo. No,
c’era sotto qualcos’altro che non riusciva a capire, il suo intuito ne era
sicuro…cominciò a guardarlo male e disse : “Non ha ancora risposto alla mia
domanda…”.
Osborn non sapeva che fare, non poteva certo dirle che l’aveva scoperto perché
il suo frammento si era illuminato, ma non aveva neanche intenzione di aspettare
altri 4000 anni per ottenere il potere…provò ad inventarsi qualcosa ma per
quanto si sforzasse non venne a capo di nulla, non riuscì a crearsi una scusa
plausibile. Arrossì visibilmente e cominciò a balbettare :
“Ehm…ecco…vede…il fatto è…cioè…”. Proseguì per qualche istante
cercando di esprimere un concetto che non c’era ma Piper, decisamente
stufatasi di stare a sentire quello che straparlava, gli fece segno di
andarsene. “Finchè non risponderà alla mia domanda non ci metteremo mai
d’accordo e siccome mi pare piuttosto in difficoltà ascolti il mio consiglio,
se ne vada e si eviti anche una figura peggiore di quella che ha già fatto” e
cominciò ad allontanarlo. Lui tentò di opporre una fiacca resistenza ma decise
che non era proprio il caso di rendersi ulteriormente ridicolo e se ne andò.
Mentre Piper sbatteva la porta in malo modo lui si girò verso villa Halliwell e
con uno sguardo estremamente `affilato` (non so se rendo
l’idea…sforzatevi di immaginare uno sguardo affilato… ecco, ci siamo
quasi… proprio quello ! Che bravo pubblico che ho…) pensò : “Non
finisce così cara. Io avrò il tuo frammento, la cerimonia si farà ed otterrò
il potere…ed allora nessuno, nemmeno tu e le tue sorelle streghe, sarà in
grado di fermarmi”.
La giornata passò tranquillamente, il
viavai da casa Halliwell si fece piuttosto intenso verso metà pomeriggio,
quando Prue tornò da lavoro, Phoebe dall’università e Piper andò al P3 a
preparare la serata, ma la situazione si normalizzò verso sera quando il flusso
in entrata raggiunse il suo massimo per poi esaurirsi progressivamente (dalla
Società Autostrade, per il CCISS Viaggiare informati è tutto, alla prossima e
grazie). Quella sera al locale si esibivano gli Smash Mouth (e questi
esistono davvero…), era un evento da prima pagina e nessuna delle tre
voleva mancare, una per ovvi motivi, così uscirono tutte insieme allegramente.
Ed era questo che lui aspettava. Appena la macchina fu abbastanza lontana una
figura si avvicinò alla casa ed entrò rompendo un vetro, come aveva fatto
Gabriel quando cercò di uccidere Prue. Naturalmente fece un gran chiasso ma
sapeva bene che non c’era nessuno in quel momento, così se la prese comoda ed
accese la luce. Appena il buio che avvolgeva il salotto sparì lo sguardo di
Norman Osborn cominciò a sezionare ogni singolo ambiente, d’accordo che aveva
molto tempo ma prima trovava il frammento e meglio era. Rovesciò i mobili,
strappò i cuscini, buttò giù i libri dai vari ripiani in cui erano riposti,
spaccò tutti i vasi, sembrava un elefante portato in un negozio di ceramiche,
ma non era tipo che andava per il sottile e non gli importava se le Halliwell
avessero sporto denuncia contro ignoti, lui era troppo ricco ed influente per
essere toccato. E poi mancava il movente : cosa avrebbe mai spinto un
miliardario come Osborn, uno dei dieci uomini più ricchi del mondo, a rubare a
casa di tre sorelle che nemmeno conosceva, almeno secondo la versione ufficiale
? Dopo aver controllato il salotto passò in cucina e in soggiorno, lasciando la
solita scia di distruzione, ma non lo trovò. Disperando di trovarlo, cominciò
anche a pensare che forse una delle tre sorelle l’avesse buttato via, ma ai
bidoni della spazzatura ci avrebbe eventualmente pensato dopo, in fondo
mancavano ancora le camere ai piani superiori. Fu fortunato ed entrò subito in
camera di Piper, sconvolse un po’ l’armadio che la ragazza teneva con tanta
cura e poi ebbe la geniale idea di aprire il cassetto del comodino ; il
frammento giaceva lì, in mezzo ad orecchini e collane d’oro, nuovamente
abbandonato dopo chissà quanto tempo trascorso tra mucchi di rifiuti e scarti.
Lo baciò fino a consumarlo, come se fosse il più grande amore della sua vita,
e si lasciò andare a scene di isteria, corse giù per le scale urlando a
squarciagola “Finalmente ti ho trovato !!!!!!!!!!!!!!”, saltò a destra e a
sinistra rompendo ciò che non aveva fracassato durante l’ispezione, insomma
si lasciò andare. Nessuno, tranne lui, conosceva il vero valore di quel pezzo
di pietra. Tutte le iscrizioni presenti su ogni frammento spiegavano come
svolgere la cerimonia sacra, quella stessa cerimonia che avrebbe assegnato ai
suoi partecipanti i cinque doni. Piper Halliwell aveva avuto la possibilità di
parteciparvi e di uscirne più forte, o forse anche più debole, ma aveva
precluso ogni possibile spiraglio nel preciso istante in cui aveva sbattuto la
porta in faccia ad Osborn. “Povera sciocca, hai perso un occasione che capita
una volta ogni tre vite” pensò ridacchiando mentre si allontanava da villa
Halliwell stringendo il quinto frammento sul cuore. La mattina dopo Prue fece
denuncia presso il SFPD (San Francisco Police Department) e specificò che il
ladro non aveva portato via niente. Morris, accorso prontamente, ipotizzò
l’azione di un gruppo di vandali che si divertiva a distruggere tutto senza
rubare oggetti preziosi od altro. Piper decise di andare a controllare camera
sua e, triste per il gran disordine, aprì il cassetto del comodino per vedere
se c’erano i gioielli. Era tutto ok, tranne che per una cosa…mancava il
famoso pezzo di pietra…sulle prime Piper non se ne accorse nemmeno, ma poi
realizzò che il suo portafortuna era sparito. “Mah, l’avrò perso” si
disse mentre rimetteva ordine…non vide un biglietto che scivolò fuori dal
comodino : “Mi dispiace sig.na Halliwell, non sa cosa si è persa…”.
E’ una fine un po’ deludente vero ? Effettivamente avete fatto la scelta peggiore su di là quindi ascoltate un cretino (io, per chi non l’avesse capito), tornate indietro e andate a sinistra invece che a destra, vedrete che le sorprese non mancheranno…
Dunque,
un miliardario con più soldi in tasca di quanti lei fosse in grado di
immaginarne era venuto a bussare alla sua porta e in chissà quale modo era
venuto a conoscenza del fatto che il giorno prima aveva trovato in soffitta un
coccio di pietra risalente alle guerre persiane. Voleva comprarlo, sembrava ci
tenesse molto, e magari poteva scapparci un prezzo astronomico, ad esempio 100
mila dollari, che per lui erano comunque briciole. In fondo non ci era ancora
affezionata e non sarebbe stato difficile separarsene, soprattutto se gli avesse
fruttato quella montagna di soldi. Dopo queste profonde constatazioni, piene di
significati morali intrinsechi, la nostra giovane protagonista si decise ad
accettare la proposta del signor Osborn : “D’accordo, glielo cedo. Ha detto
di discuterne a casa sua, giusto ?”.
Norman non ci
sperava, quel “casa mia” l’aveva detto tanto per dire, ed invece era
fondamentale la presenza di Piper, e del relativo frammento, a villa Osborn.
“Sì sì, a casa mia…diciamo oggi pomeriggio ?”.
“Certo, ci sarò”.
“Allora aspetti che le lascio il mio biglietto da visita, così non si perderà.
Sa, la zona dove abito è piena di villoni tutti uguali, un po’ pacchiani a
dire la verità, e c’è il rischio che chi non la frequenta spesso si
confondi” ed estrasse di tasca il suo biglietto, su cui c’era scritto
“Norman Osborn, Xanandar street 4920, San Francisco, California”.
“Xanandar street ? Che via è ? Non la conosco…e che nome idiota”.
“Eheheheheh, dicono tutti così, ma a me piace. Xanandar street è subito dopo
Horizon Boulevard, a destra dell’ultimissimo semaforo. E’ una parte di città
immersa nel verde, a me piace il contatto con la natura, e all’interno della
mia villa ho un grande parco. Magari, dopo aver concluso l’affare, glielo
posso far visitare”.
“Oh sì, mi piacerebbe molto” rispose Piper un po’ imbarazzata, ricevere
un invito da uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti non era di sicuro
una cosa che capitava tutti i giorni.
“Bene sig.na Halliwell, allora la aspetto da me oggi pomeriggio…a che ora le
fa comodo ?”.
“Beh, non ho una preferenza particolare…le va bene verso le 5 ?”.
“Le 5 ? Perfetto, assolutamente perfetto. Ora mi deve scusare ma i miei affari
mi chiamano. Ad oggi, sig.na Piper” ed allungò la mano in segno di saluto.
Piper gliela strinse e poi chiuse la porta…era molto soddisfatta di se stessa,
avrebbe venduto uno stupido pezzo di pietra guadagnandoci una vagonata di
denaro. Ma se avesse visto Osborn sarebbe rimasta di sasso : la sua reazione era
stata ancora più entusiasta, infatti accese il cellulare ed eccitato come un
bambino chiamò a casa sua. “Pronto, casa Osborn, chi parla ?” chiese James,
il maggiordomo.
“James
? Sono mr. Osborn. Ascolta, ho trovato il
quinto frammento, devi chiamare gli altri tre, che vengano tassativamente a casa
mia entro e non oltre le 5 di questo pomeriggio, oggi si terrà la
Riunione...sono 25 anni che aspetto questo momento...”.
“Lo consideri
già fatto, signore”.
“Bravo James, ricordami di aumentarti lo stipendio” e riattaccò.
All’ora
convenuta Piper recuperò il frammento dal cassetto del suo comodino e si preparò
all’appuntamento. Mentre si metteva la giacca passò Phoebe che voleva sapere
dove mai potesse andare la sorella poiché il P3 era chiuso : “Ehi Piper, dove
stai andando di bello ?”.
“Vado a guadagnare un sacco di soldi…quando torno voglio che tu e Prue mi
facciate i complimenti” ed uscì fischiettando e saltellando. Arrivò con
qualche difficoltà davanti a villa Osborn e rimase assolutamente meravigliata
della maestosità dell’edificio, non aveva mai visto una casa così grande,
avrebbe tenuto degnamente testa a quei vecchi castelli europei. Fu accompagnata
dentro da James, che le fece strada fra stupendi arazzi, grandi quadri di Van
Gogh, Picasso, Monet, Rembrandt, Gauguin (è scritto così ? Sapete, d’arte
ho 4…), Kandisky ed altri famosissimi artisti, antiche armature
perfettamente lucidate, insomma tutto ciò che distingueva la casa di un
pover’uomo da quella di un ricco e viziato miliardario. La portò sulla soglia
dell’ufficio di Osborn che era completamente al buio. Lei si avvicinò
guardinga e a bassa voce disse : “Scusate, c’è qualcuno ? Sono Piper
Halliwell, sono venuta per la questione del frammento…”.
“Venga pure sig.na Halliwell, la stavo aspettando”. La voce di Osborn.
Entrò nel buio luogo cercando di non inciampare in qualcosa quando
improvvisamente si accese una luce, era quella della lampada da tavolo di Osborn.
Piper stropicciò un po’ gli occhi e poi vide che non erano soli, c’erano
altre tre persone : una signora di mezz’età vestita con un elegantissimo
tailleur rosso, un uomo anzianotto e dismesso con la camicia sudata e un giovane
ragazzo sulla trentina ; ognuno stringeva in mano un pezzo di pietra, simile al
suo, ed un altro era appoggiato sulla scrivania di Norman…che stava succedendo
? Come mai, se c’erano così tanti frammenti, Osborn era disposto a pagare
molto per avere il suo ? Stava per esprimere a parole il suo stupore quando un
corpo contundente, forse un candelabro a 15 braccia o forse un semplice bastone,
la colpì sulla nuca facendola cadere a terra svenuta.
Si
risvegliò dopo qualche minuto, era seduta intorno ad un tavolo circolare con
quelle altre persone che aveva visto prima. “Finalmente si è ripresa Piper,
aspettavamo solo lei per la cerimonia” disse Osborn appena accomodatosi.
“Che è successo ?”. Era ancora confusa per la botta.
“Non si preoccupi e faccia come le dico. Alzi al cielo il suo frammento”.
“Ma non ci penso neanche ! Ora mi spiega che ci faccio qui o me ne vado”.
“Non le consiglio di alzarsi”. Una fredda canna si appoggiò alla schiena di
Piper. “Se prova ad andarsene James le sparerà”.
Piper, messa alle strette, provò ad usare il suo potere ma per qualche strano
motivo non funzionava, non riusciva a bloccarli. Leggendole nel pensiero Osborn
disse : “Cos’è, ha qualche difficoltà ad usare il suo potere di fermare il
tempo ? Massì, so tutto su di lei, sul fatto che è una strega e cose così,
quindi mi sono permesso di premunirmi. Mi ascolti, faccia la cerimonia e poi sarà
libera di andarsene”.
“Che cerimonia ? Si spieghi meglio”.
“D’accordo, voglio essere accondiscendente. Deve sapere che i cinque
frammenti, una volta riuniti, danno la possibilità di svolgere la Riunione dei
Cinque, un cerimoniale mistico che consente ai suoi partecipanti di ottenere un
dono scelto a caso fra potere assoluto, onniscenza, immortalità, morte e
follia. Io vorrei ottenere il potere e così, appena ho saputo che il quinto
frammento era stato trovato, sono venuto da lei e con la scusa di comprarlo
l’ho convinta a venire qua. Ed ora che le ho detto tutto faccia come le
dico”.
“Lei è pazzo !”.
“Forse, ma lei non ha scelta che fare come questo pazzo le dice, a meno che
non si voglia ritrovare un proiettile nella schiena…”.
Ovviamente lei non era d’accordo ma, non avendo altre alternative, fu
costretta ad accettare. I cinque partecipanti alzarono ognuno il suo pezzo, con
la punta rivolta verso il cielo, a formare una cuspide, e Osborn disse :
“Ahura Mazda, supremo dio, concedi a noi partecipanti alla Riunione dei Cinque
di ricevere un dono a ciascuno. Ascolta la nostra supplica, dacci i doni !”.
Una potentissima luce partì dalla punta della cuspide, invase tutto il locale
ed investì le cinque persone…
Ok gente, questo è il pezzo forte. Qui si decide quale dei cinque doni verrà assegnato dal destino alla nostra Piper. Ma per tenere alta la suspance non vi dirò a quale dono è associato ciascun capitolo…andate a caso e buona fortuna. Capitolo 4, capitolo 5, capitolo 6, capitolo 7 e capitolo 8 sono tutti qui e aspettano voi !
Piper si sentì avvolgere da
un forte calore che entrò in ogni suo muscolo…era una sensazione di gran
benessere, non si era mai sentita in pace col mondo, rilassata e in ottima forma
come in quel breve momento. Presto la piacevole situazione sparì con suo grande
rammarico e, completamente ripresasi, si guardò intorno per vedere i suoi
“compagni” e il relativo dono. Osborn non era al top della condizione,
guardava fisso un punto del nulla con lo sguardo completamente assente, poi
cominciò a dire parole a caso…aveva avuto la follia…mentre la signora
ritornò rapidamente agli anni 70, le poche rughe che aveva sparirono
completamente ed i capelli, da grigio spento, tornarono ad un ruggente bruno
scuro…immortalità, ed evidentemente anche eterna giovinezza. Il ragazzo
invece si guardava le mani con occhi meravigliati, come se fosse stato in grado
di far scaturire il fuoco dai suoi palmi…il potere assoluto ? Il vecchio fu
quello che ebbe la reazione meno comprensibile, infatti non fece nemmeno una
piega…cosa gli era capitato, l’onniscenza o la morte ? Questo dubbio gettò
nello sconforto Piper ; non riuscendo a capire il suo dono aveva paura che le
fosse capitata la morte. Riassumendo:
Norman Osborn - follia
Martha Roberts - immortalità
Mark Wendliger - potere assoluto
Kenneth Maxwell - ?
Piper Halliwell - ?
Scacciò subito il nefasto
pensiero, la morte non poteva essere accompagnata da un così bel senso di pace
interiore, si sarebbe aspettata atroci dolori ed una dipartita pressochè
istantanea, invece era ancora lì viva e vegeta. Quindi si convinse di aver
ricevuto l’onniscenza, la sapienza assoluta. Non essendo Osborn in grado di
rispondere, si rivolse a James per chiedere se poteva finalmente togliere il
disturbo ed il maggiordomo, preoccupatissimo per il datore di lavoro, le fece
seccamente segno di andarsene senza nemmeno guardarla. Mentre si recava alla
macchina ripensò ad Osborn ed alla follia che aveva appena commesso…un uomo
ricco e potente come lui che diventa pazzo per una cerimonia da cui avrebbe
voluto avere il potere assoluto…ma in fondo sapeva che c’era il rischio che
non tutto andasse per il verso giusto, quindi smise di preoccuparsi di lui e
cominciò invece a pensare a come avrebbe utilizzato il suo dono, che per inciso
nemmeno aveva voluto. Stava per salire sulla sua Honda quando si sentì una
specie di crampo alla gola, come se una mano invisibile la stesse strozzando. Si
portò le mani sul collo ma non riuscì a fare niente. Poi improvvisamente la
sua testa cominciò a risuonare di uno stranissimo rumore tipo ultrasuono e pensò
che dovesse esplodere tanto era forte ed insistente. Cadde sulle ginocchia,
sempre tenendosi la gola su cui la presa, se così si può chiamarla, non era
mai cessata, mentre il frastuono che le intasava le orecchie aveva ormai
superato tutti i livelli di pericolo. Non riuscendo neanche a salire in macchina
svenne lì, in mezzo alla strada, con la portiera spalancata. Fortunatamente un
passante la vide subito e chiamò l’ospedale più vicino, tanto per cambiare
il Saint Joseph (uno a caso…ormai erano abituati a vedersi arrivare Piper
Halliwell colpita da chissà quale male). Mentre la stavano trasportando con
l’ambulanza le sue condizioni peggiorarono. Aggiorniamo la lista :
Kenneth
Maxwell - onniscenza
Piper Halliwell - morte
Dovete sapere una cosa, cari
amici lettori : i doni della Riunione sono eterni ed incorruttibili, quindi se
uno è talmente sfortunato da beccarsi la morte per lui è finita, non c’è
medico che possa fare niente per salvarlo. Il fato aveva voluto così. Prue e
Phoebe vennero immediatamente contattate e abbandonarono rispettivamente lavoro
ed università per precipitarsi come saette in ospedale. Irruppero nella stanza
di Piper e lei era lì, priva di coscienza e forse già priva di vita (ma no,
tutte le macchinette facevano ancora bip bip bip), con tutti i tubi
attaccati alle braccia e alla faccia (non è un linguaggio propriamente
tecnico, ma siete obbligati ad accontentarvi di ciò che passa per il convento).
Non seppero trattenere un disperato pianto mentre si avvicinavano al letto ;
senza che se ne accorgessero entrò nella camera il dottor Williamson (è
perseguitato dalle Halliwell, da Piper in particolare) che disse : “Prue ?
Phoebe ? Scusate se vi interrompo, ma sono arrivati i risultati delle analisi
che abbiamo fatto su vostra sorella”. Quando si girarono lo riconobbero subito
e lo sollecitarono a comunicare loro questi stupidi dati sulle condizioni di
Piper. “Quello che sto per dirvi è molto strano ma non vi farà sentire
meglio, mi dispiace. Dunque, secondo i controlli Piper non ha niente, è sana
come un pesce. Pressione nella norma, attività cerebrale, cardiaca e polmonare
regolare, in teoria dovrebbe essere in piedi. Ed invece è…”.
“E’ cosa ? Le pare il momento di parlare in modo criptico e di mangiarsi le
parole a metà ?”. Prue e Phoebe erano impazienti, volevano che quel maledetto
dottore finisse la frase, anche se avevano una tremenda paura per ciò che stava
per dire.
“E’…è…no, no, non ce la faccio”.
“Lo dica” lo minacciò Prue, e Phoebe non fu da meno.
“E va bene…è in coma profondo e temiamo seriamente che non si risveglierà
mai più”.
Non reagirono. Non dissero niente. Si limitarono a guardarsi negli occhi e ad
imprestarsi la spalla per piangere. Il dottore lasciò le Halliwell sole con il
loro dolore, non era mai stato bravo nel consolare la gente, e mentre usciva una
lacrima solcò la sua guancia, in fondo gli dispiaceva che quella povera ragazza
dovesse morire così, senza un motivo apparente. Vegliarono su Piper per i due
giorni successivi, ma lei non dava segni di ripresa ed anzi, sembrava che
sprofondasse sempre di più in un profondo sonno senza sogni. Poi, mentre Prue
dormiva, spossata dalle lunghe ore di veglia, Phoebe si accorse che i battiti
del cuore di Piper si facevano via via più deboli…se ne stava lentamente
andando…svegliò subito la maggiore e la avvisò delle cattive nuove, poi andò
a cercare aiuto. Prue prese una mano di Piper e la supplicò di non lasciarla,
mentre le lacrime bagnavano il pavimento ed i vestiti. Per un attimo sembrò che
stesse reagendo, ma era solo l’illusione di un istante. Nel momento in cui
Phoebe rientrava nella camera con il dottor Williamson l’elettrocardiogramma
si appiattì…fu una tragedia. Il medico si avvicinò e disse, laconico e
triste : “E’ morta”.
Era già successo una volta, nella stessa stanza dello stesso ospedale, ed
allora Leo impedì a Piper di raggiungere il Paradiso frapponendosi al destino
crudele e rinunciando ai suoi preziosi poteri, ma stavolta il miracolo non si
ripetè…nemmeno un angelo poteva interferire con la Riunione dei
Cinque…tutto ciò che potè fare in quel momento fu raggiungere Prue e Phoebe
e disperarsi con loro. Il Trio non esisteva più, una stupida cerimonia alla
quale Piper non voleva nemmeno partecipare l’aveva distrutto, oltre ad aver
reso Prue e Phoebe l’ombra di se stesse. Da quel giorno la vita divenne una
tortura continua per le due superstiti, che aspettavano impazienti il loro
momento per poter ricongiungersi con la sorellina così tristemente mancata…
Via uno, sotto gli altri quattro…certo che siete fortunati, avete beccato subito il peggiore (oh beh, non sono mica sicuro che sia il peggiore, occhio alle scelte che fate) …le avete fatto fare proprio una bella fine. Beh, gli altri quattro capitoli sono là che aspettano, quindi accomodatevi se questa fine, come è probabile, non vi sia piaciuta…
Piper riaprì gli occhi dopo
il grande effetto scenografico, ma non si sentiva diversa, era sempre la stessa
allegra ragazza…magari il suo dono si sarebbe fatto sentire più in là. Scrutò
il resto del tavolo, anche per cercare di carpire degli indizi che le
permettessero di dedurre cosa le era capitato. Si udì un tonfo, la signora era
crollata sul tavolo come se fosse stata pugnalata alle spalle…evidentemente
morte. Il ragazzo si alzò e poi cominciò a saltellare a mò di canguro per
tutta la sala…follia. Mancavano l’immortalità, il potere e l’onniscenza,
i tre doni “buoni”, quindi tirò un gran sospirò di sollievo ; ancora non
sapeva quale fosse fra questi, ma almeno era sicura che non sarebbe impazzita o
morta all’istante…sotto con la lista allora :
Norman
Osborn - ?
Martha Roberts - morte
Mark
Wendliger - follia
Kenneth Maxwell - ?
Piper Halliwell - ?
Osborn, non riuscendo a
capire il suo dono, decise di testare gli altri due e, rivolto a Piper, chiese :
“Scusi sig.na Halliwell, mi sa dire quante persone abitano esattamente a
Brauswich, in Baviera ?”. Era una domanda cui era quasi impossibile
rispondere, eppure Piper in tutta sicurezza disse : “Beh, per quanto ne so io
42.851, perché me lo chiede, scusi ?”. Era giusto. Lei si fermò un attimo :
come aveva fatto a rispondere a quella domanda così tranquillamente e in modo
corretto ? Non sapeva nemmeno che esistesse un paese di nome Brauswich ! Era
come se nella sua mente si fosse aperto un comparto segreto da cui aveva attinto
l’informazione. Era sbalordita di se stessa. Un lampo di soddisfazione passò
negli occhi di Osborn, Piper aveva avuto l’onniscenza e quindi per lui c’era
ancora un buon 50% che gli fosse venuto il potere assoluto. Però non aveva
fatto i conti con Maxwell…il vecchio si alzò lentamente dalla sedia e poi
cominciò a volare per la stanza urlando : “Sììììììììì, a me il
potere !” (manco fosse He-man). Delusissimo, Norman fece uscire i suoi
ospiti da casa e cominciò a riflettere sul perché il potere fosse finito a
quell’insulso uomo di Kenneth Maxwell invece che a lui, sicuramente più
meritevole. Però si rese conto che gli era capitata l’immortalità, quindi
non era andata poi così male in fondo…
Aggiorniamo la lista :
Norman Osborn - immortalità
Kenneth Maxwell - potere assoluto (Gobby
riprova, sarai più fortunato)
Piper Halliwell - onniscenza
La nostra Sapientina
vivente, ancora un po’ scossa, se ne tornò a casa riflettendo : ora possedeva
in sé tutto lo scibile su qualsiasi argomento…come avrebbe utilizzato questa
dote ? Certo che le era andata bene, sarebbe potuta morire o diventare pazza.
Mentre si avvicinava alla macchina ebbe un mancamento, le ginocchia divennero
deboli, la vista era offuscata, le sembrava di svenire…si riprese quasi subito
chiedendosi come mai si era sentita male…magari era un effetto collaterale del
suo dono, ogni volta che lo usava avrebbe accusato dei dolori…si diede delle
piccole sberle sulla faccia dicendosi : “Non è niente Piper, stai
benissimo” e salì sulla vettura.
Una volta a casa attese le sorelle per comunicare loro la novità. La prima a
rincasare fu Prue, che ascoltò interessata il racconto di Piper ; tuttavia era
dubbiosa, pensava che la stesse prendendo in giro, così decise di sottoporla ad
un piccolo test. Le chiese : “Quanto ha fatturato la Buckland nell’ultimo
mese ?”. In condizioni normali non l’avrebbe mai saputo, ma dopo la
Riunione…rispose tranquillissima : “574.960 dollari, giusto ?”.
Prue fece segno di sì con la testa, non si sarebbe mai e poi immaginata che
avrebbe risposto giusto…evidentemente ciò che diceva era vero. Appena ebbe
finito di parlare però Piper provò un gran male alle ossa…allora era proprio
una reazione all’utilizzo del dono…
Anche Phoebe fu aggiornata e rimase piacevolmente stupita : anche lei mise alla
prova Piper con una domanda difficilissima e anche lei fu sbigottita nel sentire
la sorella rispondere in maniera più che corretta. Avrebbero dovuto
rassegnarsi, da quel momento la loro Piper era più intelligente del più
intelligente computer del mondo.
Passò qualche giorno,
durante i quali la sorella di mezzo non usò mai il suo nuovo potere ; poi, una
bella mattina suonò la porta. Phoebe andò ad aprire ma non c’era nessuno,
solo un bigliettino appoggiato per terra. Lo raccolse e vi lesse : “Care
sorelle Halliwell, sappiate che questo sarà il vostro ultimo giorno di vita”,
era firmato Manute.
“Che demone originale…” pensò.
La prima cosa che fece fu di dirlo alle sorelle e di andare in soffitta a
controllare sul Libro. Quando furono tutte e tre davanti al leggio, Prue chiese
a Piper di trovare la pagina giusta, così non avrebbero perso tempo prezioso.
Lei indicò il centro del Libro e poi cominciò a tenersi la testa perché le
era venuta una forte emicrania. “Non mi devi usare in questo modo, lo sai che
ogni volta che mi fate domande impossibili mi viene qualcosa…stavolta il mal
di testa, che già non sopporto quando è normale, figurati questo che è
formato famiglia…”.
“Mi dispiace Piper ma era necessario, se questo Manute ci attaccasse adesso
saremmo nei guai. Allora Phoebe, cosa dice il Libro?”
“Dunque, Manute è uno stregone che, denotando grande originalità, uccide le
streghe buone per avere i loro poteri. E’ praticamente invincibile ma ha un
punto debole, anche se nessuna delle sue avversarie ha mai capito
quale…inoltre è quasi sempre invisibile, ma questo non è un problema perché
qui c’è una pozione con cui smascherarlo”.
“Beh, siamo decisamente fortunate, la nostra cara sorellina è onnisciente e
scoprirà sicuramente il suo punto debole…”.
“Non contarci, se mi farai venire ancora un mal di testa del genere per una
domanda stupida come quella di prima lascerò che vi uccida !” rispose
scherzando Piper. Anche Prue e Phoebe risero di gusto a questa simpatica
battuta. Poi scesero al piano inferiore e prepararono la pozione. Attesero il
suo arrivo, gli ci volle un po’ di tempo ma alla fine si decise ed apparve nel
salotto. Era un uomo molto alto, circa 2 metri, vestito con un impermeabile,
pantaloni lunghi, maglietta, cappello ed occhialini tutti neri (assomiglia a
Neo di Matrix, solo più brutto). Esordì dicendo : “Bene bene, eccole qui
tutte e tre. Immagino che sappiate perché sono qui…”.
“Sì, vuoi ucciderci, ma non ci riuscirai, mi dispiace”.
“Beh, lo vedremo” e si scagliò verso Phoebe ma Prue lo scaraventò lontano.
Si rialzò seccato e disse : “Ehi, che colpo ! Peccato che ora non potrai
farlo più…”. Divenne prima trasparente e poi completamente invisibile.
Piper non perse tempo e lo bloccò…o perlomeno, pensava di averlo bloccato,
dopotutto non riusciva a vederlo…Prue chiese a Piper : “Dov’è ? Dimmi
dov’è adesso, così gli tiro addosso la pozione”. Piper indicò un punto a
caso e poi si accasciò sul divano, il suo mal di testa era diventato
assolutamente insopportabile…aveva dovuto usare ancora il dono…Prue sbuffò
per l’imprecisione dell’informazione, ma dato che non aveva niente di meglio
da fare gettò l’intruglio nella zona indicatale dalla sorella. Fortunatamente
lo prese e lui ritornò immediatamente impresso sulle retine degli occhi delle
sorelle (una perifrasi lunghissima per dire che era di nuovo visibile…sto
peggiorando…Jimmyyyyyyyyyyy, smettila di farmi fare figuracce).
Era veramente bloccato ma l’effetto del potere non sarebbe durato in eterno,
prima o poi sarebbe stato nuovamente libero…Phoebe si rivolse alla sofferente
Piper e le disse : “So che non è il momento adatto, ma dovresti indicarci il
suo punto debole. Ti prego, è questione di vita o di morte”. Piper stava
veramente male, ma con un immane sforzo disse : “Il ginocchio…è il
ginocchio destro. Colpitelo lì”, poi perse i sensi dal dolore. In quel
momento Manute si sbloccò e si accorse di essere nuovamente visibile…accecato
dalla rabbia si rivolse ancora verso Phoebe, ma la karateka di casa non si fece
prendere dal panico e con un preciso calcio gli fracassò il ginocchio…lui
arretrò dolorante e poi si sciolse, non prima di aver squadrato con odio Phoebe
per averlo distrutto. L’ennesima battaglia era stata vinta con irrisoria
facilità e danni pressochè nulli…per quanto terribile, il mal di testa di
Piper sarebbe comunque passato…Phoebe e Prue festeggiarono e poi si occuparono
di Piper, la portarono in camera sua e si misero a sua completa disposizione
fino a quando non si fosse sentita meglio, in fondo se erano vive lo dovevano a
lei…
Ok, mi pare che questa sia una buona fine…dopotutto l’unico inconveniente è che quando Piper usa il dono le viene male da qualche parte…per vedere le altre situazioni possibili dovete turnà andrè (tornare indietro)
Piper si sentì strana, un
senso di disgusto la riempì, non riusciva a capirne il motivo. Si sentiva male,
aveva dolori un po’ dappertutto, soprattutto all’altezza del cuore. “E se
mi fossi beccata la morte ? Opporca…” pensò agitatissima, cominciò a
sudare e a farsi prendere dal panico. Osborn era al settimo cielo, si sentiva
forte e potente come non mai e si mise a ridere sonoramente, Maxwell invece fu
meno fortunato perché si guardò intorno con aria spaventata e cominciò a
chiedere chi fosse…aveva avuto la pazzia, forse. La signora cominciò a
sputare dati sul PIL dell’Uganda, cose che probabilmente nemmeno il cervellone
della CIA sapeva, e il ragazzo tirò fuori dalla giacca la sua pistola
sparandosi. Insomma, la situazione era tutto fuorchè chiara…proviamo a
riassumere :
Norman Osborn - potere
assoluto ?
Martha Roberts - onniscenza
Mark
Wendliger - morte ? follia ?
Kenneth Maxwell -
follia ?
Piper Halliwell - morte ?
Come vedete i conti non
tornano…due volte il dono della morte, due quello della follia e niente
immortalità ?
Tuttavia i nodi vennero al pettine quando Mark, nello stupore generale, si rialzò
in perfetta forma con un enorme buco nella tempia e si mise a canticchiare :
“Tralalalalà, sono immortale, che bello” ; Norman invece equivocò e prese
per potere assoluto i sintomi della morte, che sopraggiunse tramite caduta del
lampadario sulla scatola cranica e relativa frittata di cervello. La sensazione
che Piper provava sparì rapidamente come era venuta per fare largo ad una
specie di fiammella che ardeva al centro del suo petto. Era confusa e felice (vai
Carmen che sei la migliore, dopo i Blind ovviamente), era il segno che aveva
acquisito il potere, simile a quello di Azatoth se non più forte. Si alzò più
che meravigliata e al maggiordomo che le chiedeva di non andarsene per aiutare
il suo padrone rispose con un’occhiata talmente feroce che avrebbe spaventato
anche Satana in persona.
Aggiorniamo la lista :
Norman Osborn - morte
Martha Roberts - onniscenza
Mark Wendliger - immortalità
Kenneth Maxwell - follia
Piper Halliwell - potere assoluto
Uscì da villa Osborn e tornò
a casa volando…ormai poteva fare a meno di usare la macchina, anzi la
distrusse con una palla di fuoco, tanto non le serviva più. Mentre sorvolava la
città si stupì di come era già in grado di controllare perfettamente il suo
nuovo ed enorme potere. Atterrò leggiadra come un jet vicino all’entrata di
villa Halliwell proprio mentre Prue tornava dopo una faticosa giornata di duro
lavoro. La guardò malissimo e si mise sulla difensiva, dubitava che quella
fosse sua sorella…d’altronde era la prima volta che volava senza
aereo…Piper le spiegò tutto e cominciò a vantarsi della gran fortuna che
aveva avuto. “E così adesso puoi fare tutto ciò che vuoi ?”. Il tono di
Prue era visibilmente scettico.
“Esatto, sorellina miscredente. Se non ci credi guarda”, alzò una mano al
cielo e poi la tirò giù. Appena compì il gesto, su San Francisco venne un
tifone di proporzioni gigantesche, il peggior cataclisma da 50 anni a quella
parte. Prue, cercando di non venire spazzata via, urlò a Piper, immobile al
centro della tempesta di vento : “D’accordo, d’accordo, ti credo, ma fai
smettere quest’uragano o perderai prematuramente una sorella !”.
“Uff…mi stavo divertendo…ok, lo faccio smettere”. Fece un altro
movimento e il sole tornò a splendere sulla California.
“Ma sei impazzita ? Per dimostrarmi che ora sei onnipotente hai causato quella
tempesta che avrà provocato migliaia di dollari di danni…” sbottò Prue.
“Ecchissenefrega !” fu la secca e scocciata risposta che ricevette “Non è
una cosa che mi riguarda”.
Prue guardò con occhi tristi la sorella che rientrava in casa…che le era
successo ? Non era più la Piper che conosceva lei, quel dono l’aveva cambiata
in peggio…immersa in questi pensieri non si accorse nemmeno di Phoebe che le
arrivò alle spalle saltandole addosso. “Yuhuuuuuuuuuu Prue, come va sorellona
? Hai visto cos’è successo, quel terribile uragano durato appena 10 secondi
?”.
“Certo che l’ho visto…e so anche perché è stato così breve”.
Phoebe, non capendo le parole di Prue, scese dalla sua schiena e chiese
spiegazioni. Lei si armò di pazienza, ne avrebbe avuto sicuramente bisogno, e
si accinse a spiegarle tutta la storia, la Riunione ed il dono di Piper, quando
fu interrotta dall’arrivo di un uomo col mantello, alto circa 1 metro e 80,
coi capelli biondi e lunghi ed un sorriso 56 denti che risplendeva di luce
propria. Senza proferire parola quest’individuo lanciò addosso a Prue una
carta da gioco ma lei non si fece cogliere impreparata e la respinse col suo
potere.
Finalmente parlò : “Oh oh oh, complimenti madamoiselle Prue. Bel colpo”.
“Chi sei tu ?”.
“Moi ? Je suis Manute, sono uno stregone e devo uccidervi, ed è un vero
peccato dover eliminare due ragazze così carine”.
“Ma ti sei visto ?” disse Phoebe “Sembri un pagliaccio, ti manca solo la
rosa in bocca e poi sei uguale spiccicato a quel personaggio di quello stupido
cartone animato giapponese delle marinarette…Sailor Poom, Voom o qualcosa del
genere”.
“Sarò un pagliaccio ma questo non toglie che voi oggi morirete qui”.
Mentre i tre contendenti si apprestavano alla battaglia, alle spalle delle
Halliwell si sentì un enorme boato : era Piper, che aveva distrutto la porta di
casa.
“Cos’hai al posto del cervello, una colonia di tarme e scarafaggi ? Perché
hai fatto saltare per aria la porta ?” urlò Prue parecchio arrabbiata.
“Non sbraitare in quel modo, mi irriti. E sappi che sono uscita il più
velocemente possibile per aiutare voi due”.
“Oh oh oh oh oh, una in più od una in meno non fa differenza, a me bastava
ucciderne due, ma se sei così ansiosa di fare la loro fine accomodati” rise
Manute, che però era rimasto impressionato dall’entrata in scena in grande
stile di Piper.
“Fatevi in là, ci penso io” disse lei arrogantemente.
Prue prese Phoebe e la trascinò lontano mentre Piper si portava di fronte allo
stregone.
“Ehi, non vorrai mica lasciarle fare questa pazzia ? In un confronto diretto
avrà sicuramente la peggio” disse Phoebe spaventata.
“Fino a ieri forse, ma da oggi…preparati a vedere di cos’è capace la
nostra dolce e tenera sorellina” rispose Prue.
La super Halliwell (e non esagero…) si portò a non più di un paio di
metri da Manute, tipo duello da Far West, e squadrandolo con una faccia a dir
poco fredda sussurrò : “Stregone, sarai il primo ad assaggiare il mio
dono”. Poi, con un fulmineo scatto, alzò le braccia e lo bloccò. Non usò il
suo “vecchio” potere, ma quello conferitole dalla Riunione, tanto che quando
provò a girarsi verso le sorelle si accorse che erano ferme anche loro.
“Uffa, così non vedranno come lo sistemo !” si rammaricò. Rivolse
nuovamente la sua attenzione a Manute e con il gesto del dito medio della mano
destra (non pensate subito alle corna) lo alzò di parecchi metri ; con
la sinistra fece dei disegni nell’aria e poi sbloccò il tempo. Il malvagio si
ritrovò per terra, sbattuto indietro di parecchi metri e con una ferita a forma
di X sul petto senza che riuscisse a rendersi conto di come avesse fatto a
colpirlo.
“Ehi stregone, ti arrendi di già ?”.
“Non ci penso nemmeno !” e le scagliò addosso un’altra delle sue carte ma
lei, con una semplice occhiata, la polverizzò quando ancora era a mezz’aria.
“Tutto qui quello che sai fare, stregone ?”.
Manute, per la prima volta in vita sua, provò il vero terrore, Piper avrebbe
potuto ucciderlo come voleva ma stava giocando come il gatto col topo. Si rialzò
con gran fatica e provò a scappare, ma lei non glielo lasciò fare, gli inchiodò
i piedi al terreno e si avvicinò con aria soddisfatta e sadica (è
decisamente cambiata eh ?). Gli girò un po’ intorno sfottendolo per la
pessima prestazione, poi gli appoggiò una mano sul petto già squarciato e
disse : “Addio stregone, il piacere è stato tutto tuo”. Manute esplose come
un petardo mal fabbricato. Il tutto successe sotto gli occhi allibiti di Phoebe,
mentre Prue si limitò a constatare che la vecchia Piper, la sua cara e
simpatica sorellina, era ormai storia antica…da oggi in poi avrebbero dovuto
abituarsi alla nuova Piper, immensamente più potente ma anche decisamente più
antipatica…
Uhm, come giudicare questo finale ? Piper ha in sé il Potere con la P maiuscola ma è diventata talmente altezzosa, arrogante ed egocentrica da considerare le sorelle un intralcio… comunque vi avviso che ci saranno finali molto peggiori di questo… per vederle dovete scegliere un altro capitolo e sperare in bene
Piper sentì gli occhi
bruciarle e li chiuse nella speranza di sentirsi meglio. Stette qualche secondo
così, poi quando li riaprì fu assalita dalla paura : la realtà intorno a lei
non era la stessa di prima, ad esempio al posto di Osborn era seduto un
elefantino rosa (indovinate da dove l’ho preso…) e il suo maggiordomo
James era diventato una grossa formica che camminava su due zampe. Il terrore si
impossessò di lei : aveva avuto la follia.
Corse fuori da casa Osborn in preda al panico, urlando frasi sconnesse e
comportandosi veramente come una pazza. Stava attraversando la strada
nell’istante in cui una macchina le stava venendo addosso…riuscì a frenare
in tempo ma lei non riconobbe la vettura, vide un carro trainato da cavalli.
Scappò con le mani nei capelli, sempre più disperata, e dopo una folle corsa
giunse a villa Halliwell. La lista appare pressochè incompleta :
Norman
Osborn - ?
Martha Roberts - ?
Mark
Wendliger - ?
Kenneth Maxwell - ?
Piper Halliwell – follia
Appena entrò in casa si
gettò piangente sul divano disperandosi per la sua condizione. Passò qualche
ora e Prue rientrò da lavoro. Vide la sorella che stava innaffiando il salotto
e si avvicinò per chiedere spiegazioni. Piper però non vedeva Prue
“normalmente”, ma come se fosse una caricatura, con la faccia allungatissima,
il naso a punta ecc. ecc.
“Cos’hai Piper ? Perché piangi come una disperata ?”.
“Sono disperata, per tua informazione. Sono pazza, te ne rendi conto ?, pazza
!”.
“Esagerata, non sarai perfetta ma da qui a darti della pazza…”.
“No no, non capisci. E’ successo tutto dopo che sono stata a casa di quel
maledetto Osborn…” e le spiegò tutta la storia. Alla fine del racconto Prue
prese la testa di Piper fra le sue braccia e, come una mamma che cerca di far
smettere di far fare i capricci al proprio bambino, mise tutta se stessa nel
frenare il pianto affranto della sorella. “Ascolta Piper, io non credo che tu
sia pazza”.
“Come non sono pazza ? T’ho detto che vedo tutto distorto, tu mi sembri un
fumetto riuscito molto male”.
“E allora ? E poi hai mai visto un pazzo che ammette di esserlo ?”.
“Beh, su questo hai ragione, ma…”.
“Niente ma, tu non sei pazza, punto. Avrai avuto uno degli altri doni. Chissà,
magari l’immortalità…”.
“Non sei spiritosa…però grazie, mi sento meglio” e si abbracciarono.
La mattina dopo Piper si
sentiva psicologicamente a posto, anche se il “disturbo” alla vista non era
ancora passato. Leggendo il giornale mentre preparava la colazione ebbe la
notizia della morte di Kenneth Maxwell, uno di quelli che aveva partecipato alla
Riunione e cittadino molto in vista, che aveva avuto un arresto cardiaco mentre
si faceva il bagno benché non soffrisse di cuore ; vi lesse anche che Martha
Roberts, altra appartenente alle cosiddette alte sfere ed anche lei una dei
cinque partecipanti, aveva avuto un crisi di schizofrenia e aveva ucciso la sua
donna delle pulizie. “Ehi ehi ehi, ma se la follia se l’è presa la vecchia,
vuol dire…vuol dire…”. Era troppo emozionata per concludere.
“Vuol dire che non sei pazza, come pensavo” finì Prue mentre stava entrando
in cucina.
“Grazie sorellona” esclamò Piper mentre si gettava fra le braccia di Prue
“senza di te sarei impazzita davvero”.
“Eheheheheh, di niente, a che servono le sorelle ? Ma scusa, non ti fa senso
abbracciare una caricatura ?”.
“E perché dovrebbe ? Anche se io ti vedo come ti vedo so che in realtà sei
sempre la mia cara Prue”.
Aggiorniamo la lista :
Norman
Osborn - ?
Martha Roberts – follia
Mark
Wendliger - ?
Kenneth
Maxwell – morte
Piper Halliwell - ?
Ancora tre doni da
assegnare, l’immortalità, il potere assoluto e l’onniscenza. Quale era
finito a Piper ? (se avete letto prima gli altri capitoli lo capirete
subito…).
Nel pomeriggio Piper riacquistò la vista come l’aveva sempre avuta e ne fu
ovviamente contentissima, ma questo ancora non fugava i dubbi su quale dei doni
le fosse capitato. Se ne sarebbe accorta prima di quanto potesse immaginarsi…
Le tre Halliwell erano sedute sul divano del salotto a gustarsi un bel programma
alla Tv quando, senza fare il benchè minimo rumore, alle loro spalle apparve un
uomo alto, vestito molto elegantemente e con un cappuccio che gli copriva la
faccia. Alzò un dito. Improvvisamente Piper ebbe un sussulto e cadde faccia in
avanti, c’era un pugnale infilato nella sua schiena. Fu immediatamente
soccorsa ma non c’era niente da fare, aveva già smesso di respirare. Prue e
Phoebe si voltarono di scatto ma non c’era nessuno alle loro spalle, l’uomo
si era già volatilizzato. “Cercavate me ?”. Una voce dalla cucina. Loro
corsero e lo videro seduto. “Salve Halliwell, come va ?”.
“Sei stato tu a fare quella cosa orribile a Piper ?” pianse Phoebe.
“E chi altri sennò ? Mi presento, io sono Manute, sono uno stregone e devo
uccidervi. Una è già sistemata, sotto con le altre due”. Si alzò e si tolse
il cappuccio…era una faccia che la defunta Piper avrebbe riconosciuto, ma non
diceva niente di niente a Prue e Phoebe. La sorella maggiore ripensò a Piper,
purtroppo non aveva ricevuto l’immortalità dalla Riunione dei Cinque e
l’avevano persa per sempre…mai distrarsi in battaglia ! Manute ne approfittò,
fece un altro gesto e dalle sue dita partirono una miriade di fili che avvolsero
completamente Prue immobilizzandola. Poi fece lo stesso con Phoebe. Ora erano
entrambe bloccate e Manute poteva fare quello che voleva con loro…si concentrò
e i fili emisero delle scariche elettriche a basso voltaggio che percorsero il
corpo delle due Halliwell procurando loro atroci dolori. “Vi state chiedendo
perché la corrente sia così debole ? Domanda stupida, così posso divertirmi a
vedervi soffrire”. Ripetè il gesto alcune volte mentre rideva di gusto.
“Osborn ??????”. Una voce dal salotto.
Era Piper che si reggeva in
piedi a fatica appoggiandosi allo stipite della porta della cucina, la lama che
l’aveva trafitta a tradimento sporgeva dal suo petto. Lo stupore si dipinse
sul volto dello stregone : “Ehhhhhhhhhhhhh ? Come puoi essere viva ? Il mio
coltello avrebbe dovuto spaccarti il cuore in due !”. Prue e Phoebe non
poterono esprimere a parole la loro gioia, infatti le sottili corde che le
avvolgevano consentivano loro a malapena di respirare.
“E lo ha fatto, solo che io sono ancora qui. Ho ricevuto l’immortalità e tu
il potere assoluto, a quanto pare. E’ perfettamente inutile che ti meravigli
in quel modo, io lo sono anche più di te, pensavo di essere morta e ho sofferto
come quando si muore. Piuttosto, lascia stare le mie sorelle, è una questione
fra me e te”.
“Non ci penso neanche, streghetta.” rise lui “Prima di tutto io devo
uccidervi tutte e tre, e poi loro sono il mio piccolo `lasciapassare` per
coprirmi un’eventuale fuga”.
“Sei solo un codardo, Osborn. Fatti sotto e fammi vedere cosa vuol dire essere
onnipotente”.
“Non c’è fretta cara. Adesso controllerò quanto sei immortale, ma
prima…”
Piper, intuendo le intenzioni dello stregone, urlò : “Fermo, non oserai”.
Ma lui osò.
Diede una scarica fortissima a Prue e Phoebe carbonizzandole all’istante…e
loro non si sarebbero rialzate…l’ira più funesta e terribile si impossessò
di Piper, avrebbe vendicato le sue sorelle. Tuttavia non era in grado di tenere
testa ad Osborn, lui aveva il potere assoluto, poteva fare qualsiasi cosa ed era
troppo superiore alla strega, che però aveva dalla sua la vita eterna. Era uno
scontro destinato a concludersi in parità in quanto Manute non era in grado di
uccidere Piper ma Piper non poteva neanche torcere un capello a Manute. Lo
stregone comprese per primo che questo stallo sarebbe andato avanti
all’infinito e quindi scappò lasciando sola Piper con il suo fardello di
rabbia per la fine delle sorelle. Cadde per terra stanca per il combattimento,
sofferente per le numerose ferite mortali procuratele dai terribili poteri di
Osborn e distrutta dal dolore per ciò che quel maledetto stregone aveva fatto a
Prue e Phoebe…pianse, pianse, pianse…la sua vita era stata rovinata
nell’arco di un minuto, forse meno…
Bene, qui si potrebbe concludere con la tragica morte di Phoebe e Prue, ma dato che oggi, 11 settembre 2000, mi sento particolarmente e disgustosamente buono (???) vi do la possibilità di cambiare la storia…dovete scegliere fra il capitolo 9 e il capitolo 10…è una chance che non dovete sprecare perché è l’unica…
Piper sentì un dolorino
all’altezza della nuca, tipo puntura di spillo o di insetto molesto, ma non ci
fece caso…errore…nessuno degli altri quattro ebbe reazioni che fecero capire
il dono ricevuto, tutti si alzarono ordinatamente dal proprio posto ed Osborn
fece cenno ai suoi ospiti di andarsene, doveva riflettere. La lista è
desolatamente vuota :
Norman
Osborn - ?
Martha Roberts - ?
Mark
Wendliger - ?
Kenneth Maxwell - ?
Piper Halliwell - ?
Ognuno andò per la propria strada e la nostra intrepida protagonista se ne tornò a casa cercando di immaginarsi cosa avesse mai ottenuto da questa inutile cerimonia a cui era stata costretta a partecipare. Aveva un brutto presentimento, ma era ancora troppo presto per verificarlo, d’altronde non aveva nessuna voglia di tentare il suicidio per appurare se fosse immortale o no. Una volta rincasata studiò un po’ le fatture del P3, poi si fece un riposino ed attese l’ora di cena per spignattare a favore delle affamate sorelle che sarebbero rientrate di lì a poco. A tavola raccontò loro la sua giornata e manifestò il timore di aver ricevuto uno dei due doni `cattivi`. Phoebe rise perché non ci credeva assolutamente, mentre Prue prese la situazione più seriamente e cerco di consolare Piper come meglio poteva.
La mattina dopo Prue e
Phoebe scesero in cucina per consumare la colazione gentilmente preparata da
Piper. Quando però si sedettero di fronte alla solita tazza di caffè nero e
fumante un sorrisino di disgusto apparve : sulla superficie del liquido
galleggiavano dei pezzi di non si sa che cosa, bianchi o giallastri.
“Piper, cosa sono queste schifezze nel caffè ?” protestò Phoebe.
“Cosa ? Ah sì, sono dei tocchetti di parmigiano reggiano, li ho messi al
posto dello zucchero, tanto per cambiare un pò. Piaciuta la sorpresa?”.
“Piaciuta ? Sei impazzita ?”.
“Può darsi…”. Il tono di Piper era tremendamente serio…
“Piper ?” fece preoccupata Prue.
“Sto scherzando !”.
“Uff, non devi farci venire questi colpi tanto per passare il tempo”.
“Comunque fa schifo lo stesso ! Sta brodaglia te la bevi te se ci tieni tanto
a morire avvelenata” ribadì Phoebe e si alzò con la faccia di una che stava
per vomitare.
La mattinata trascorse
tranquilla e serena. Nel pomeriggio stettero tutte e tre in casa ; Piper era
ancora dietro ai conti del locale, Phoebe studiava e Prue si cercava un lavoro
spulciando gli articoli adatti sui vari giornali che aveva sottomano, era
veramente stufa di non poter sfogare la sua voglia di fare. Erano riunite nel
soggiorno.
Tutt’ad un tratto Piper si alzò dalla scrivania, recuperò dalla cucina un
sacco dell’immondizia, vi infilò dentro tutte le carte su cui stava lavorando
prima e vi diede fuoco con l’accendino. Poi, con assoluta calma, portò il
sacco fuori e lo lasciò a bruciare in mezzo alla strada. Quando rientrò su di
lei si avventarono gli sguardi stupiti di Prue e Phoebe, che non capivano cosa
fosse passato per la sua testa in quel momento.
“Piper ? Sei sicura di stare bene ? Perché hai fatto quello che hai fatto
?” cominciò Prue, visibilmente preoccupata.
“E’ semplice, mi sono rotta di stare dietro a quelle insulse scartoffie.
Anzi, sai che ti dico ? Vendo il P3, non ho più voglia di dedicarci la mia
intera giornata”.
“Non ne hai più voglia ? Ti è andato in pappa il cervello ?”.
“Penso di sì…”. Di nuovo lo stesso tono della mattina, serio ma
tranquillo e concurante, come se si stesse parlando dei turni con cui si andava
in bagno. Finita questa frase salì al piano superiore mentre Prue e Phoebe si
guardavano negli occhi chiedendosi se per caso la loro sorellina aveva battuto
la testa perdendo il senno…
Passò altro tempo e ormai il sole era calato. Si avvicinava sempre di più
l’ora di cena e la cuoca di casa Halliwell era impegnata in cucina, mentre le
altre due erano davanti alla Tv ed attendevano impazienti di gustare i
manicaretti che Piper avrebbe preparato…ammesso che non ci mettesse un po’
d’arsenico come condimento…Phoebe guardava divertita lo show ma Prue era
pensierosa, ricordandosi gli episodi successi durante il giorno era preoccupata
per Piper e temeva seriamente che le fosse successo qualcosa…forse c’entrava
la Riunione…suonò il campanello ma quando Phoebe si alzò per andare ad
aprire la porta si spalancò da sola : dall’altra parte della soglia c’era
un vecchio signore, che emanava uno stranissimo odore di selvatico, le cui
stanche gambe era aiutate da un bastone nodoso. Disse : “Le Halliwell ?”.
“Sì ma lei chi è, si può sapere ?”.
“Io sono Manute ed ora…” e, apparentemente senza muoversi, diede un forte
pugno nello stomaco di Phoebe che indietreggiò dolorante e poi cadde. Subito fu
soccorsa dalle sorelle ; mentre Piper pensava a Phoebe, Prue usava su di lui il
suo potere rispedendolo fuori di casa. Lui si rialzò a fatica ed esclamò
sorpreso : “Beh, devo proprio ammettere che non ti facevo così forte Prue. Ma
è inutile”. Rientrò, nonostante i suoi disperati tentativi di fermarlo, e
colpì anche lei. Ora rimaneva solo Piper. “Una volta che vi avrò steso tutte
e tre vi sgozzerò con le mie mani e ridipingerò la casa col vostro sangue (idea
da Carnage, conoscete ?) …”. Prue urlò a Piper di bloccarlo, ma quando
stava per alzare le mani si fermò e disse : “Uhm…perché devo usare il mio
potere ? In fondo mi sta simpatico”…
Uh…la situazione è tutt’altro che buona… Prue e Phoebe sono a terra senza riuscire a rialzarsi e Piper, l’unica in grado di combattere, sembra che abbia perso le rotelle del cervello da qualche parte…nuova scelta : capitolo 11 o capitolo 12 and good luck, you’ll need it very much (buona fortuna, ne avrete molto bisogno)
La scena era tragica : Prue
e Phoebe giacevano a terra morte, i loro corpi erano quasi completamente
bruciati dalla furia distruttrice dell’onnipotente Osborn – Manute e Piper
era viva solo grazie alla Riunione dei Cinque, altrimenti adesso sarebbe lunga e
distesa sul pavimento del salotto con un coltello infilato nella schiena. Si
stava disperando sui cadaveri di quelle che una volta erano le sue
sorelle…d’accordo, era immortale e neanche un essere come lo stregone poteva
ucciderla, ma a che le serviva ? Aveva appena perso le due persone più
importanti della sua vita, escluso Leo, e non poteva fare niente per aiutarle.
Questa sua impotenza la faceva soffrire ancora di più, aveva in sé il dono di
vivere in eterno ma era assolutamente inutile in un caso del genere…Leo
comparve all’improvviso davanti a Piper, lo sguardo affranto di chi ha appena
perso qualcuno di veramente importante…”Piper, mi dispiace moltissimo
ma…”. Lei non lo ascoltò nemmeno e si precipitò fra le sue braccia. “Oh
Leo, ora come farò ? Sono da sola…sola…sola…non ci sono più, te ne rendi
conto ?”.
“Certo, è una cosa terribile”.
“Non puoi fare qualcosa per loro ?”.
“No, non posso proprio”.
“Ma come ? Devi farlo, devi !”.
“Pensi che non vorrei anch’io ? Ma sai perfettamente che Loro mi
controllano…già quando ti ho salvato mi sono preso una bella lavata di capo,
questa sarebbe la volta che mi cacciano del tutto. E poi dovresti aver imparato
una cosa, se non è destino i miei poteri di guarigione non funzionano”. Nel
frattempo rimosse dalla sua schiena il pugnale.
“Già, hai ragione. Perdonami…”.
“Non ti preoccupare…ma adesso ascoltami attentamente”.
“Cosa devi dirmi ?”.
“Purtroppo io non sono in grado di resuscitarle, ci devi pensare tu…”. Si
allontanò da lei e se ne andò, non prima di aver ripetuto “Ci devi pensare
tu…”.
Piper si fermò a riflettere : cosa voleva dire che ci doveva pensare lei ? Non
era una strega così potente da poter resuscitare i morti…a meno che…a meno
che Leo non si riferisse al dono…ma in teoria era “solo” immortalità, a
cosa poteva servirle in questo caso ?…pensava a questa ed a tante altre cose
quando sentì una voce nella sua mente : “Piper Halliwell, quello che sto per
dirti è importante, quindi presta la massima attenzione”.
“Ehi, chi è ?” chiese lei rivolta all’aria…non c’era nessuno…
“Io sono il tuo dono e ti sto parlando da dentro di te. Sappi che sei stata
veramente fortunata, ogni 3 Riunioni all’immortalità viene associata la
capacità di resuscitare i morti e tu ora hai anche questa dote”.
“Cosa ? Vuol dire che posso riportare in vita le mie sorelle ?”.
“Esatto…ora segui le mie istruzioni. Concentrati sull’oggetto che vuoi
resuscitare”.
Lei obbedì e cominciò a pensare a scene di gioia con Prue e Phoebe, alle lotte
contro i vari Javna, Ecate, Gavin, Nicholas, soprattutto le tornò alla memoria
la battaglia contro il Wendigo, quel terribile graffio sul suo braccio che la
trasformò nella bestia assetata di sangue AB negativo (e scusate se me lo
ricordo…), ricordò anche altri episodi, ad esempio di quando era bambina,
viveva felice con le sue sorelline e la nonna e la sua vita non era ancora
dedita alla caccia delle creature del male. Si accorse che le sue mani erano
diventate luminose e risplendevano di un’abbagliante luce bronzea.
“Molto bene.” proseguì la voce “Adesso poni i palmi sui corpi delle tue
sorelle e vedrai”. Lei, con tutto il corpo che le tremava dalla commozione,
fece ciò che le era stato suggerito.
Ci volle un po’, ma alla fine Prue e Phoebe si rialzarono guardandosi intorno
stordite, come se si fossero appena svegliate da un sonno durato secoli, le
ferite inferte loro da Manute erano magicamente scomparse. Piper le travolse
abbracciandole. “Cos’è successo ?” si chiese Phoebe.
“Come ? Non ti ricordi ?”.
“E che cosa dovrei ricordarmi ?”.
“Lascia perdere, non importa. Vi voglio bene !”.
2050
“Prue, ti ricordi di
quando abbiamo sconfitto quel terribile demone ? Knot mi pare che si
chiamasse” disse la 73enne Phoebe.
“Si chiamava Knut, non Knot” puntualizzò la maggiore, ormai sulla soglia
degli 80.
“Sì, hai ragione come tuo solito. Era veramente spaventoso. Quando è
successo ?”.
“Vediamo…era il 2014 se ricordo bene, quindi circa 35 anni fa”.
“Mamma quanto tempo è passato”.
“Già…ormai siamo vecchie. Invece Piper è sempre uguale, giovane e
bella”.
Proprio mentre pronunciava questa frase la porta della stanza si aprì e la
succitata Piper, splendente nei suoi 26 anni, entrò portando un mazzo di rose
rosse fiammanti per le sorelle.
“Guarda chi si vede !” esclamò contenta Phoebe “Era da un pezzo che non
passavi di qui. Questo stupido ospizio è sempre più brutto”.
“Hai ragione. Scusate, ma ho avuto dei problemi. Mi perdonerete mai ?”. Mise
i fiori in un vaso.
“Certo che ti perdoniamo, sorellina immortale. Come va con Leo ?”.
“Alla grande. E’ uguale al primo giorno, ci amiamo follemente e non ci
separeremo mai…ed intendo veramente mai…”.
“Mi sembra ieri che vi siete sposati” disse Prue “ed invece sono passati
già 49 anni…è triste invecchiare quando tua sorella è ancora giovane”.
“Mi dispiace veramente, ma non l’ho chiesto io di vivere in eterno. Ah, ho
una buona notizia, Osborn è morto”.
“Davvero ? Finalmente non darà più fastidio a nessuno…se ripenso che ci
aveva ammazzato entrambe…”.
“Calmati Prue. Alla fine non è successo niente. Certo che se non avessi avuto
quel secondo dono…”.
Si fermarono tutte e tre a pensare a quanto erano state fortunate…
Allora, è una fine abbastanza bella per i vostri gusti ? Piper è sposata con Leo ed è immortale, Prue e Phoebe sono rinate e anche se ora sono ormai anziane hanno comunque vissuto una vita lunga e ricca d’eventi. Non vi è piaciuta ? Scegliete il prossimo capitolo…
Piper non riusciva a
guardare i corpi delle sorelle, non ce la faceva. Troppo per lei. Era stato già
sufficiente vedere il momento in cui Osborn aveva dato loro la fatal scossa,
quella che le aveva ridotte in quello stato pietoso, figurarsi star lì a
contemplare i loro cadaveri. Cominciò a chiamare Leo con tutto il fiato che
aveva. L’angelo apparve subito con la peggiore faccia che avesse mai avuto.
“Leo, puoi fare qualcosa ?”.
“No Piper, mi dispiace davvero molto…” fu la sconsolata risposta.
“Non è possibile…non è possibile. Mi hanno lasciato…come farò ora ?”
e si lasciò ricadere come un peso morto. Ormai era finita, anche se era
immortale la sua vita era arrivata ad un vicolo cieco da cui era impossibile
uscire. Tutto ciò che Leo potè fare fu togliere dalla schiena dell’amata il
coltello, poi dovette andarsene perché desiderato lassù.
Con ancora le lacrime agli occhi, Piper chiamò la polizia, chiedendo
espressamente di Morris, e denunciò il duplice omicidio. Poi si sedette in
salotto, con le mani nei capelli, ad aspettare l’ambulanza.
Quando l’ispettore arrivò non credette ai propri occhi : due corpi
carbonizzati nella cucina di casa Halliwell e Prue e Phoebe mancavano
all’appello, c’era solo Piper…ipotizzò un collegamento, ma non voleva
nemmeno pensare che fossero morte. Ed invece era la dura e triste realtà.
L’unica superstite gli spiegò tutto, tralasciando d’essere immortale, ma
lui non tardò a notare che aveva una grossa ferita sul petto e le chiese come
faceva ad essere lì a parlare con lui invece di essere stesa vicino alle sue
sorelle. Dovette dirgli la verità sul suo dono, ma ricevette un secco rifiuto.
“No, non ci credo assolutamente a questa balla della Riunione”.
“Non ci credi ? Allora sparami e vedrai”.
“Ehi, ma sei ammattita ? La morte di Prue e Phoebe ti ha fatto dare i numeri
?”.
“Ti ho detto di spararmi !”.
“E d’accordo, se proprio ci tieni a morire”. Estrasse la pistola
e…BANG…un colpo in pieno stomaco che la fece stramazzare a terra. “Che
cosa avrà voluto mai dimostrare con questo gesto…” pensò mentre riponeva
l’arma nella fondina. Si apprestava ad andarsene quando sentì una voce alle
sue spalle : “Non essere precipitoso”.
Si voltò di scatto e credette di avere un’allucinazione : lei era viva,
davanti a lui, con la ferita sanguinante.
“Certo che fa un male cane, maledizione”.
“Ma…ma…ma…” balbettò Morris in preda ad uno stupore assolutamente
indescrivibile.
“Ma niente. Te l’ho detto o no che sono immortale ? Potresti spararmi
addosso l’intero caricatore e non mi uccideresti”.
“Ho capito…adesso cosa conti di fare ?”.
“Non lo so…ma so qual è il nuovo scopo della mia vita eterna : trovare
Osborn e fargliela pagare per quello che mi ha fatto !”.
L’ispettore si accomiatò tristemente, mentre il coroner trasportava ciò che
rimaneva di Prue e Phoebe all’obitorio. Piper rimase sola, completamente
sola…era il destino che la attendeva per l’eternità…
Qualche giorno dopo chiuse
definitivamente il P3, vendette la casa, ritirò tutta la liquidità disponibile
in banca e cominciò a vagare per il mondo alla ricerca di Osborn…gli avrebbe
impedito di seminare altro male, avrebbe tentato di renderlo il più possibile
inoffensivo perché sapeva che la sua presenza l’avrebbe perlomeno
frenato…non poteva riportare alla vita le sue sorelle, ma poteva ancora
impedire che lasciasse altre persone nella disperazione più nera e profonda, la
stessa in cui era caduta lei…
Mamma mia che tragedia questo finale ! Piper rimarrà sola per sempre, Prue e Phoebe sono morte in modo drammatico e Osborn è a piede libero… le altre scelte sono a vostra completa disposizione…
Manute non aveva capito bene
l’ultima frase di Piper : “Le sto simpatico ????? Ehi, ma questa non è la
ragazza che ha partecipato alla Riunione dei Cinque ? Evidentemente ha avuto la
follia…potrei sfruttare la cosa a mio vantaggio…”.
Prue ripetè l’ordine, ma stavolta fu completamente ignorata.
Piper non aveva nessunissima intenzione di attaccarlo.
Lo disse ancora, ma anche stavolta il tentativo andò a vuoto.
Piper rimaneva in piedi di fronte allo stregone che, a sua volta, non accennava
a muoversi. Poi, improvvisamente, cominciò ad agitare le braccia urlando frasi
del tipo : “Bruto, sposta quella coorte più a sinistra”, “Rinforzate il
centro, gli uomini di Vercingetorige tenteranno uno sfondamento”, “Caricate
soldati, per la gloria del popolo romano”…si credeva Giulio Cesare impegnato
nella campagna in Gallia, sintomo lampante della pazzia che ormai si era
impossessata della sua mente…Prue e Phoebe, mentre tentavano di rialzarsi,
sgranarono gli occhi verso di lei, non credevano alle loro orecchie.
Ad un certo punto Piper, abbandonati i panni del grande generale, si voltò
verso le sorelle e le fece rabbrividire : i suoi occhi…le pupille erano
sparite…erano letteralmente iniettati di sangue, completamente rossi…si
avvicinò a Manute, sorpreso quasi quanto le Halliwell, e, appoggiandogli una
mano sulla spalla, disse : “Che ne diresti se ti aiutassi a far fuori queste
due stregacce ?”.
Nessuno dei presenti pensò di aver compreso quelle parole…Manute era a dir
poco meravigliato, mentre Prue e Phoebe cominciarono persino a dubitare che
quella fosse realmente Piper…tuttavia lui pensò che un po’ d’assistenza
non sarebbe stata da scartare, perciò con savoir-faire rispose : “Certo mia
cara, sono tutte tue”.
Lei si girò nuovamente verso di loro e, guardandole con uno sguardo luciferino,
alzò le mani : teoricamente questo non avrebbe dovuto sortire nessun effetto,
ma ormai non poteva più essere considerata una strega buona (poverina, non
è nemmeno colpa sua) e quindi sia lo stregone sia le due Halliwell
“sane” si bloccarono. Con estrema calma si diresse in cucina e prese i due
coltelli più grossi che c’erano, quelli che abitualmente usava per tagliare i
quarti di bue. Si avvicinò sogghignante a Phoebe, la guardò un po’ come un
macellaio guarda l’agnello prima di matarlo (spagnolismo, non siate fiscali
e concedetemelo) e poi, con la furia che distingue gli animali
particolarmente feroci, le riempì il petto di ferite lasciando il coltello
piantato proprio nel cuore. Si rivolse verso Prue quando il tempo si sbloccò.
La piccola Halliwell vide il proprio sangue schizzare per terra e morì senza
neanche rendersene conto.
Prue inorridì.
Manute fu più che soddisfatto della crudeltà
mostrata dalla sua socia.
Piper era contenta di sé.
La maggiore vide la novella Jacqueline la squartatrice (mihiiiiiiiiiii, sono
malato) dirigersi verso di lei brandendo quella mannaia gigantesca e, seppur
a malincuore, fu obbligata ad usare il suo potere ; la mandò contro la finestra
che finì in mille pezzi ed alcune schegge le ferirono il volto. Con la faccia
simile ad una lugubre maschera di sangue si rialzò, non senza qualche problema,
e ricominciò la lenta marcia di avvicinamento verso il bersaglio. Prue non
rimase di certo con le mani in mano e riutilizzò il suo potere sbattendola per
terra. Non fu efficace.
La scena si ripetè altre tre o quattro volte, e ogni volta Prue era sempre più
debole mentre la pazza Piper non pareva risentirne più di tanto…forse la
schizofrenia le aveva dato una resistenza sovraumana. Ormai era completamente
esausta e presto le fu sopra. Bastò un colpo solo.
Piper si leccò dalle mani il sangue delle sorelle e si andò da Manute
chiedendogli cosa ne pensasse della sua prestazione. “Eccezionale, davvero
eccezionale. Penso che noi si potrebbe fare coppia fissa, che te ne pare ?”.
“Per me va bene…”.
“Eccellente”. Se ne andarono insieme.
Il giorno dopo Morris passò
da villa Halliwell per controllare come stessero le sorelle…quando vide che la
porta non era chiusa, entrò lentamente con la pistola spianata e vide i due
cadaveri abbandonati sul pavimento. Sul tavolo un biglietto che diceva : “Per
chiunque scopra i corpi delle mie `care` sorelle – le ho uccise io…mi sono
divertita…penso che ucciderò ancora, è una bella sensazione. Piper
Halliwell”.
Rimase sconvolto…
Mwahahahahahah, ecco il Kaos che conoscete (al contrario di ciò che qualcuno pensava, e non faccio nomi, non sono stato esorcizzato) : crudele e prodigo di particolari truci. Piper ha dato fuori, ha ammazzato le sorelle con le proprie, dolci manine ed ora è la nuova partner di Manute. Fate un’altra scelta che è meglio…
“Ti sta simpatico ? Sei
veramente impazzita” fu la sdegnosa risposta di Prue, ancora per terra a causa
del colpo dello stregone.
“Beh, guardalo, in fondo non è che un povero vecchio”.
“Avanti Piper, bloccalo o ci ucciderà tutte e tre”.
Stava per ubbidire all’ordine della sorella quando si accasciò per terra
urlando. Si teneva la testa. Manute ne approfittò e cerco di colpirla ma lei
riuscì ad allontanarlo in qualche modo. Prue usò il suo potere e scagliò lo
stregone contro il muro.
Erano tutti e quattro K.O., più o meno doloranti. Manute pensò bene di
svignarsela ripromettendosi di eliminare le Halliwell in un’altra occasione,
tanto non c’era fretta.
Prue e Phoebe si rialzarono ed immediatamente soccorsero Piper, la portarono
all’ospedale e lì fu sottoposta a dei lunghi e snervanti esami. Alla fine il
responso dei medici fu : non ha niente, in quel momento è stata presa da una
sorta di mal di testa nervoso che l’ha svuotata di tutte le sue forze, ma per
il resto sta benissimo.
Si sbagliavano…
Fu dimessa e per un breve periodo andò tutto bene, poi quel `mal di testa
nervoso` si mostrò per quello che era realmente, cioè follia…inizialmente si
limitava a periodi di euforia sfrenata alternati da momenti di tristezza
immotivata, poi cominciarono ad arrivare le crisi depressive, le amnesie, gli
scatti schizofrenici, le personalità dissociate ecc. ecc.
Per un po’ le sue sorelle pazientarono e cercarono di aiutarla, ma quando
realizzarono che era diventata un pericolo per se stessa (dopo 3 tentativi di
suicidio) e per gli altri (la volta che cercò di uccidere Phoebe a morsi, o
quando rubò la pistola a Morris e minacciò di fargli saltare il cervello) non
ebbero altra scelta che farla internare in un ospedale per malati di mente. Fu
una cosa dolorosa e triste, ma era l’unica alternativa che avevano. Ogni tanto
andavano a trovarla e tramite telecamere la guardavano mentre cercava di uscire
dalla stanza d’isolamento, oppure quando tentava di strapparsi la camicia di
forza. Non ci fu volta che non piangessero durante questo deprimente
spettacolo…la loro sorellina in un manicomio…erano preparate ad attacchi di
demoni o di una qualsivoglia altra creatura maligna, ma a questo no, e non
riuscivano a sopportarlo…
Ho deciso di non dilungarmi troppo perché ormai con le dita posso accendermi le sigarette tanto sono calde e fiammeggianti…visto che roba? Piper in manicomio…posate i martelli e le ascie, scherzavoooooooooo. Se non volete vederla conciata così operate scelte diverse.
Scritto dal "premiato" Kaos