SURREALITY
Avviso: questo non è un
racconto serio, può sembrare che sia così all’inizio... ma non lo è!
Come
tutti i giorni Phoebe stava ritornando in macchina dal supermercato dove aveva
fatto la spesa. Ormai faceva parte del suo tran-tran quotidiano e nonostante i
primi tempi questa cosa la scocciasse,ormai lo faceva come un automatismo.
Si recava all’ Hard Discount, un piccolo ipermercato che aveva sempre offerte
e prezzi convenienti…oltre a dei negozietti niente male…Stava tornando come
al solito sulla statale 65,notando quanto quel giorno fosse veramente deserta:
nessuna macchina, nessun rumore, faceva quasi paura. Accese la radio, mise
dentro un cd e alzò al massimo per godersi la sua canzone preferita: “La
passion” (che novità eh? By artemide). Gli alberi passavano di fianco
a lei ululando per il colpo d’aria. Fu in quel momento che lo vide la prima
volta.
Per un istante, un istante solo, vide un uomo seduto dietro di lei, nei posto
dietro. Fu proprio un secondo, quel secondo che basta al cervello per registrare
che qualcosa è cambiato, mandare il segnale e fare accelerare il cuore. Phoebe
pensò a un sogno,era stato talmente breve che pareva più la situazione di
quando pensi una persona tanto da vederla con te per un momento…se non fosse
che non stava pensando a niente…
Un po’ allertata, alzò di nuovo la radio, tranquillizzandosi man mano che il
tempo passava. Aveva ancora mezz’ora di viaggio davanti ma seppur con un po’
di apprensione, era tranquilla. La canzone finì, e lei si abbassò per cambiare
cd. Prima di abbassarsi controllò lo specchietto e lo rivide.Il tempo di
girarsi e vide che se ne era andato. Aveva tutto un vestito nero,con un
cappuccio a coprire la faccia…sapeva comunque che era un uomo. Si rigirò di
nuovo e inchiodò.
Una
volta ferma,col cuore che balzava nel cuore come una rana nel pozzo, si
costrinse ad accettare l’idea che quel giorno qualcosa non andava. La strada
deserta, le apparizioni misteriose (ma tu sai chi è…), il cielo scuro
e nero.Non era come tutti gli altri giorno. No.
Ripartì
andando veloce, ignorava le apparizioni,riusciva forse con i poteri forse con la
forza di volontà ad accettarle come evento normale e quindi a ignorarle. Vide
il cartello che indicava 10 chilometri a casa sua. “bene” pensò “10
minuti e sono a casa”.
Di fianco a lei si materializzò la cosa.
Phoebe
istintivamente inchiodò, le ruote partirono da sole, la macchina si cappottò
una,due,tre volte finchè tornò stabile su 4 ruote. Nel frattempo era tutto un
urlo da parte di Phoebe, mentre lo sconosciuto rimase immobile.
-Senti,dove
l’hai presa la patente?- domandò
-Chi
sei? Cosa vuoi? Da dove vieni? Cosa cerchi da me? Cos’erano quelle
apparizioni?- lo attaccò Phoebe, che non aveva idea di come comportarsi…
almeno lui non pareva volerle fare male.
-Però… 5 domande in una
volta… vediamo di rispondere… sono la Morte, passavo di qua e mi sono
ricordata che oggi devo lavorare un po’…
-Simpatico… non potevi
scegliere qualcun altro?- rispose Phoebe, vergognandosi un po’ di quello che
aveva detto.
-Con tutte le macchine che
passano oggi… devi sapere che la strada è bloccata da tutte e due le parti
per lavori e tu sei l’unica nel raggio di 60 miglia… quindi tocca a te… almeno
che…
-A meno che? - rispose Phoebe,
sentendo il dialogo molto surreale.
-A meno che tu voglia uno
scambio… una delle tue sorelle in cambio… anche loro sono belle, e una volta
tanto che posso portare con me qualche bella donna…
-Ma cosa dici? E poi chi mi dice
che tu sei la Morte?
-Guarda.
L’uomo
alzò un braccio verso un piccolo stormo di uccelli che passavano. Tutti caddero
morti all’istante, come una pioggia.
-Mwahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah…
ehm, scusa, ogni volta devo fare questa risata sennò non vinco l’ugola
d’oro laggiù all’inferno…
Phoebe
era inorridita, senza parole. Se c’era un modo in cui si rappresentava la Morte
non era questo…
-Allora? Tu o Piper? O Prue…
lei mi pare carina molto… molto… anche tu però... peccato che ne posso
prendere una sola… hai un minuto per decidere.
-Un minuto cos...
-Zitta! Hai un minuto. Anzi 53
secondi.- L’uomo si zittì, prese un libro, “60 modi di uccidere traendone
puro piacere” di Diavoloski e inizio a leggere, guardando di tanto in tanto
l’orologio.
-30… 20… 10… 9… 8… 7…
6… 5… 4… 3… 2… 1… stop!
-Sai cosa ho deciso? Che voglio
uccidere te!
Partì
con un calcio rotante, poi un pugno in faccia e infine... un colpo… basso!
-Scusa… vorresti uccidere la Morte?
Un po’ difficile no? Prova qualche altra strada… scusa ma sto cercando come
ucciderti, abbi pazienza…
Phoebe
riuscì a riprendersi dalla paura, aprì la maniglia… che non si aprì… cercò
di rompere i vetri… non si rompevano…
-Senti puoi fare meno rumore? Sto
leggendo, tanto non puoi uscire, quindi mettiti calma, che se ti fai venire un
infarto mi togli il divertimento.
Suonò
un cellulare, la suoneria era la colonna sonora di “Halloween 20 anni dopo”.
-Pronto, qui è la Morte. Ah,
Morris sei tu. Come dici? Altre 23 ordinazioni per oggi pomeriggio? Però il
ristorante dei morti viventi inizia a funzionare... preparo anche un piatto con
budella e stomaci marci di belle ragazze? No? Vuoi vedere le ragazze prima, che
se ti piacciono te le tieni in armadio? Ok, a dopo... ah, tienimi riservato il
tavolo 17… e il 13. Ciao. A dopo.... Scusa
Phoebe, ma lavoro anche in nero… non mi pagano tanto a uccidere. Tutto per
colpa di Manny Calavera (citazione) che lavora meglio di me… boh, ecco
trovato, allora Phoebe, tocca a te visto che non mi hai detto niente.
-Sì, dai. – rispose Phoebe in
tono di sfida.
-Allora vediamo… spezzettare
allegramente la vittima campionando gli urli di dolore. Usare coltello
numero 27, 45x34x90 cm. Vieni qua.
A
tutta sorpresa Phoebe tirò fuori dalla tasca l’arma definitiva verso la Morte:
un coltello unico al mondo, magico, con tanto di risata malefica automatica a
ogni colpo inferto.
-Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, il
coltello che ho sempre sognato! Mai più abbassamenti di gola a forza di ridere,
tutte le ricette di Morte in un comodo display!!!!! Quanto vuoi?
-Non devi uccidere più né me né
le mie sorelle. Mai. Giura.
-Ok… ma per questo ci vuole
qualcosa di più… cosa mi offri?
-Ecco, un calendario 12 mesi con
Maddalena Corvaglia (sono riuscito a metterla pure qua J
)
-Ahhhhhhhhhhhh, allora è tutto a
posto... mmm che bello! Bbbbbbeeeeeelllllllooooooooooo!
-Bene, quindi te ne puoi andare.
Ciao!
-Ciao, ragazza divina!
La
Morte se ne andò tutta contenta, e Phoebe ripartì, altrettanto contenta di
averla scampata… anche se le pareva tutto un po’ surreale… ma si sa, in
questo mondo di cose surreali ce ne sono molte… troppe... e ripartì felice
come una pasqua (qua
c’è una battutina nascosta sotto sotto, proprio bella…vedi pasqua).
Scritto da Alessio / Artemide
(l’idea di scrivere una cosa simile non so da dove mi sia saltata fuori… lo dico io che le vacanze fanno male!)