RE DEL SILENZIO
Riassuntino : appare il demone Radamert, di forma caprina, che tuttavia è un po’ strano come demone, infatti…
Data di composizione : 26 luglio 2000
Fascia d’età : adatto a tutti, penso. Una morte
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Nota: il titolo non c’entra assolutamente nulla con la storia, semplicemente ero in crisi e ho deciso di adottare “Re del silenzio” in omaggio ai “vecchi” Litfiba, quando ancora c’era Piero Pelù… proprio come con “Oro nero”, con la sola differenza che lì il titolo aveva un minimo d’attinenza con la storia. Basta con le ciance, ora si va alla ventura
Phoebe
si stava accingendo, come tutte le mattine feriali da circa quattro mesi a
questa parte, ad andare all’università e come succedeva ormai puntualmente il
caffè le si bloccò in gola perché l’aveva tracannato troppo in fretta.
Salutò frettolosamente le sorelle e corse fuori di casa facendo finta di avere
una tarantola sul vestito, era in ritardo mostruoso e rischiava di perdere il
pullman. Riuscì con uno scatto da centometrista ad afferrarlo proprio mentre
ripartiva e salì col fiatone e la lingua che toccava terra. Giunta a
destinazione, rifiatò quel tanto che bastava a renderla presentabile e si
diresse in classe, aveva lezione di filosofia. Appena si sedette, la sua vicina
Elizabeth le disse : “Ehi Phoebe, l’hai poi visto quel signore che ti
cercava ?”.
“Che signore ?”.
“Avrà avuto circa 40-42 anni…ha detto che aveva bisogno di parlarti,
sembrava molto agitato, come se qualcuno lo seguisse. Non trovandoti mi ha
lasciato questo biglietto” e le porse un pezzo di carta su cui c’era scritto
“Troviamoci dietro la palestra alla fine delle lezioni, devo incontrarti”.
Dopo una noiosissima lezione sull’empirista Hume, andò all’appuntamento e,
anche se sapeva bene che era molto pericoloso, quello che stava facendo la
eccitava, il gusto dell’ignoto, l’incontro con una persona mai vista
prima…giunta nel luogo prestabilito, si ritrovò davanti un ometto piccolo e
spaventato. Lei gli si avvicinò con cautela e, mostrandogli il biglietto, gli
chiese : “E’ lei che mi ha chiesto di venire qua ?”
“Sì, sono io. Meno male che sei venuta, ho bisogno di parlarti”.
Phoebe rimase senza parole, cosa poteva mai dirle quello sconosciuto ? “Tu e
le tue sorelle siete streghe, giusto ?”.
“Sì, ma come fa…” chiese sempre più confusa ma lui, al colmo
dell’agitazione, non le fece finire la frase. “Non è importante come lo so,
l’importante è che voi sappiate”.
“E che cosa dovremmo sapere ? Può spiegarsi meglio ?”.
“Ecco, io sono un demone e ho intenzione di uccidervi, quindi scappate il più
lontano possibile perché quando lui arriverà non ci sarà scampo per nessuna
di voi tre…”.
“Un demone ?” e arretrò istintivamente di qualche metro senza però perdere
di vista l’ometto che sembrava stesse mutando…i suoi piedi stavano
diventando zoccoli, i peli crescevano a vista d’occhio e la statura stava
aumentando a dismisura…lui, nel pieno della trasformazione, cambiò voce e urlò
“Quello ha fatto un ottimo lavoro a farti venire qua, così potrò ucciderti
con calma”. “No, non le farai del male” disse con l’altra voce e
sembrava stesse tornando come prima…ma era solo un illusione, presto la parte
“animale” riprese il sopravvento. Phoebe, che non ci stava capendo niente,
pensò saggiamente che la cosa migliore da fare era di mettere il maggior spazio
possibile fra se stessa e quella bestia. Prima di allontanarsi definitivamente
sentì la voce “umana” che le diceva : “Cerca sul Libro, io sono Rad…”
ma non fece in tempo a completare la parola.
Phoebe
arrivò a casa sconvolta e stette tutto il pomeriggio seduta sul divano del
soggiorno a cercare di capire cosa era effettivamente successo quella mattina
nel vicolo dietro la palestra dell’università che frequentava; tuttavia
questa sua cerca non diede i risultati che sperava perché in quel momento non
era in grado di riflettere a mente lucida, sudava, era spaventata, continuava ad
alzarsi e a risiedersi in preda a tic nervosi che di solito non aveva, era
psicologicamente a pezzi. L’unica cosa che sapeva per certa era che quello era
un demone, uno dei più brutti che avesse mai visto, perché gliel’aveva detto
lui stesso…a proposito, un demone che si svela in un modo del genere e che
incita le proprie prede a stargli lontano ? Non aveva alcun senso, eppure era
successo anche questo…finalmente, dopo ore in cui si tormentò inutilmente,
vide arrivare Piper e sentì che la sua sanità mentale era salva, almeno per il
momento. Si precipitò su di lei quasi travolgendola e tutto d’un fiato le
disse : “Piper, mi è successa una cosa terribile oggi” e le raccontò tutto
per filo e per segno senza tralasciare nulla, neanche il più insignificante
particolare. La reazione della sorella non fu quella aspettata : Piper storse il
labbro superiore, la guardò con aria interrogativa e poi disse “Ommamma, che
tragedia” ma senza entusiasmo e partecipazione, come se la cosa non la
riguardasse. Nonostante questo suo strano modo di comportarsi recepì la gravità
della situazione e decise di comune accordo con Phoebe di chiamare Prue alla
Buckland, farla venire a casa di corsa e stendere un piano d’azione.
Dopo appena 10 minuti la maggiore delle tre sorelle varcava la soglia di villa
Halliwell visibilmente preoccupata ; aggiornata sulle novità, ordinò con fare
militaresco di salire compatte in soffitta e sperare che il Libro potesse
illuminarle in merito. Phoebe, la più coinvolta, aprì con solennità il
maestoso volume e cominciò a cercare…cosa doveva cercare ? Non lo sapeva
esattamente neanche lei, tutto ciò che ricordava era che il nome di questo
demone cominciava per Rad…e se ce ne fosse stato più di uno ? I suoi sospetti
divennero atroce realtà quando arrivò in una pagina che contemplava due demoni
di forma caprina, Radament e Radvik. Il Libro spiegava che il prefisso "Rad-",
nell’antica lingua celtica, significava “simile ad una capra” (non è
assolutamente vero, lasciatemi passare la licenza…), mostrava due immagini
dei demoni che sfortunatamente si assomigliavano molto e descriveva gli
ingredienti necessari per le pozioni che li avrebbero eliminati. Il resto della
pagina era stato impietosamente coperto dall’usura del tempo. “Allora
Phoebe, qual’era di questi due ?” chiese Prue.
“Sai che non lo so ? Non ho elementi sufficienti per identificarlo”.
“Come no ? Ma non l’hai visto ?”.
“Sì che l’ho visto, ma mentre si trasformava da nanetto alto 1 metro e 30
cm a capra alta 3 metri…non sono stata lì fino alla fine, altrimenti adesso
stavate raccogliendo i miei pezzi sparsi per le varie discariche di San
Francisco. La situazione non è delle migliori, non sappiamo come si chiama, non
sappiamo com’è fatto e qui ci sono due demoni pressoché identici e con il
nome che comincia per la stessa sillaba, l’unica cosa diversa è la pozione
che li distrugge. Maledizione !”. Passarono i successivi 5 minuti a guardarsi
negli occhi aspettando speranzose che la soluzione al loro dilemma piovesse
magicamente dal cielo, ma questo ovviamente non avvenne. Prue si era decisamente
stufata di stare zitta, perciò disse : “So bene che non è la cosa migliore
da fare, ma messe come siamo tanto vale preparare una pozione a caso fra le due
e sperare che ci vada bene…”.
“Ma ti rendi conto che se sbagliamo è la nostra fine ?” chiese
preoccupatissima Piper, che stranamente aveva preso a cuore la faccenda.
“Sarebbe comunque la
nostra fine se continuiamo a guardarci in faccia senza fare niente. Considera
anche che non abbiamo materialmente il tempo di prepararle entrambe, se è
questo a cui alludevi, potremmo essere attaccate da un momento all’altro e se
fossimo scoperte senza difese sarebbero dolori. Tu hai un’idea migliore ?”.
Il greve silenzio di Piper fece capire che la risposta era no. Scesero col Libro
e cominciarono a raccogliere le idee e a decidere quale delle due pozioni
preparare. Dato che nessuna voleva assumersi una così grande responsabilità
decisero di tirare a sorte ; Phoebe estrasse dalla tasca dei pantaloni una
moneta da un dollaro, disse “Radvik testa, Radament croce” e la lanciò.
Mentre un pezzo di ferro con due facce ruotava in aria, Phoebe pensò che quella
era la cosa peggiore che fosse capitata a lei e alle sue sorelle da quando
avevano avuto i poteri : lasciare che una moneta decidesse del loro destino e
del loro futuro…c’erano il 50% di probabilità che azzeccasse quello giusto
e il 50% che sbagliasse, ma mai come in quel momento pensò che le probabilità
non erano così ben bilanciate e che il piatto della fortuna pendesse nettamente
dalla parte non buona. Pensieri simili attraversarono le menti di Prue e Piper
mentre la moneta continuava nel suo lungo viaggio nell’aere (ragazzi, sono
un poeta! J).
Quando atterrò le tre si avvicinarono tremanti…la prima a vedere il fatidico
risultato fu Phoebe che si girò verso le altre e disse laconica : “Testa”.
Quindi la sorte aveva deciso che il demone da eliminare era Radvik…
Un po’ più
rilassate, cominciarono a raccogliere le erbe necessarie alla pozione che in
pochi minuti fu pronta. Al termine della preparazione Prue chiese a Phoebe :
“Hai idea di dove possiamo trovarlo ? Prima finiamo e prima il blocco che mi
ostruisce la gola se ne andrà”.
“Ehm…no. Non saprei dire dove potrebbe essere”.
“Bah. Ci toccherà aspettarlo. Dici che sa dove abitiamo ?”.
“Credo di sì, sapeva anche del Libro. Probabilmente è molto tempo che ci
spia nell’ombra senza che noi ce ne accorgessimo. Belle streghe che siamo”.
“Non è il momento di autoaccusarsi, tutto ciò che adesso possiamo fare è
aspettare e sperare che questa ampolla che sto reggendo in mano contenga il
preparato giusto…”
“Beh, certo che è proprio una bella cosa non sapere con sicurezza se
funzionerà…”.
Il
loro profondo discorso filosofico venne interrotto da un rumore sordo
proveniente dal salotto : accorsero prontamente e lo videro. Era un enorme
caprone, alto almeno 2 metri e mezzo, che si reggeva su due zampe sole e
sbuffava l’aria dal naso come un toro dopo che ha visto il drappo rosso del
torero. “Eccomi qui finalmente, ora voi morirete”.
“Non ci contare” disse sicura Prue e gli gettò addosso la pozione senza
neanche dargli il tempo di rendersene conto…il contenitore volava verso
l’obiettivo come un missile a ricerca automatica. Il tempo sembrò rallentare
e mentre le Halliwell guardavano quella boccetta di vetro in cui avevano riposto
le loro vite puntare sicura sul muso del mostro, quest’ultimo lanciò un
lancinante grido di paura. Quando fu raggiunto dalla mistura (sto tirando
fuori dei sinonimi assurdi per sostituire la parola “pozione”) cominciò
a contorcersi cercando disperatamente di levarsela di dosso. Prue, Piper e
Phoebe avevano le lacrime dalla gioia, ce l’avevano fatta, era quella giusta.
Ma…
Il
demone smise improvvisamente di dimenarsi e si rimise in una posizione composta,
intinse un dito nel liquido, lo assaggiò e disse : “Slap, slap…che
sfortunate. Questa era la pozione per distruggere Radvik, peccato che io sia
Radamert e su di me non faccia effetto…”. Loro tre passarono dall’allegria
più sfrenata al terrore : “Ma come ? Allora perché…”.
“Perché ho fatto finta di morire ? Perché volevo vedere la vostra reazione
quando avreste scoperto che avevate preparato la pozione sbagliata e divertirmi
un po’ alle vostre spalle”.
Piper cadde in una sorta di catalessi e cominciò a ripetere “Abbiamo
sbagliato, abbiamo sbagliato, abbiamo sbagliato” senza che ci fosse verso di
fermarla.
“Già signorine, avete sbagliato ed ora ne pagherete le conseguenze” e così
dicendo Radamert alzò una mano verso di loro ed ebbe una sorta di rinculo, come
quando si spara, solo che non aveva sparato niente, o perlomeno niente di
visibile. Non riuscivano neanche a capire a chi fosse indirizzato e se ne
accorsero solo quando Prue urlò e si portò le mani all’orecchio sinistro.
Quando le tolse un fiotto di sangue schizzò fuori e macchiò il suo bel vestito
: l’orecchio non esisteva più, al suo posto c’era un enorme buco. Lui
cominciò a ridere e disse : “Vedete, io possiedo in me tutto lo scibile sulla
distruzione fisica. Un mio gesto e voi cadreste a pezzi ululando dal dolore. Ma
non sarò così clemente, vi farò soffrire di più, molto di più…”.
Rivolse lo sguardo a Piper e lei, decisamente scossa da quel che era appena
successo a Prue, cercò di bloccarlo ma il potere funzionò solo a metà :
Radamert, invece di venire fermato, era stato semplicemente rallentato.
Nonostante i disperati tentativi di congelarlo del tutto, Piper venne a sua
volta colpita dal malvagio demone ; mentre a Prue aveva distrutto un orecchio,
lei subì una necrosi al braccio, cioè questo si seccò e cadde come un ramo
vecchio e marcio. Lei non ci poteva credere e quando lo vide per terra si
autoconvinse che non era suo, nonostante il male che provava e la consapevolezza
che si stava solo illudendo.
Radamert si concentrò su Phoebe e ripeté il solito movimento : questa volta
optò per un collasso polmonare, infatti la più piccola delle sorelle sentì
improvvisamente difficoltà respiratorie e cominciò ad ansimare, rendendosi
conto che uno dei suoi polmoni era morto. Il demone le guardò con sguardo
compassionevole e disse : “Siete ridotte veramente male…una ha perso
l’orecchio, una il braccio e la terza non riesce neanche a respirare in
maniera decente. Ancora una serie di colpi, uno per ciascuna, e di voi rimarrà
un mucchietto d’ossa se sarò buono, altrimenti non saranno neanche in grado
di accorgersi che sarete morte. Beh, ricominciamo il giro. Prue, pronta ?” e
si girò verso di lei che però non aveva intenzione di farsi aprire in due da
un pazzo e cercò con tutta la (poca) forza che le rimaneva di allontanarlo,
senza però riuscire a spostarlo all’indietro che di qualche
centimetro…”Prudence Prudence, non hai imparato niente da Piper ? I vostri
poteri sono pressoché inutili contro di me. Sì, mi colpite, ma mi fate il male
che farebbe una mosca pungendo un elefante”. Si rimise in posizione ma prima
di colpire l’inerme strega disse ridacchiando : “Addio Prue, è stato un
piacere” e sparò. Il colpo fu talmente forte che la cassa toracica di Prue si
frantumò e una delle costole infilzò il cuore come uno spiedino. Ciò che
rimaneva della maggiore delle sorelle fu scaraventato con inaudita violenza
contro il muro ; quando atterrò tutto ciò che riuscì a fare prima di tirare
le cuoia fu tossire sputando un grosso fiotto di caldo sangue e guardare le
sorelle negli occhi implorando vendetta, tremenda vendetta. Piper e Phoebe
cercarono di confortarla ma lei, scuotendo la testa, disse con un filo di voce :
“Non consolatemi, dovete pensare a distruggere quella capra troppo
cresciuta…fatelo per me…”.
Quando Prue esalò l’ultimo respiro loro due, disperate fino alle lacrime ma
fermamente intenzionate a non piangere, si girarono verso Radamert, che le
squadrava con aria di sfida, e con uno sguardo carico d’odio cercarono di
fargli intuire che l’avrebbero ucciso, costi quel che costi…ma probabilmente
non erano in grado nemmeno di uscirne vive, altro che ucciderlo, non
dimentichiamoci infatti che Piper aveva un braccio solo e Phoebe riusciva a
malapena a mantenere il ritmo della respirazione sufficiente a tenerla in
vita…la fortuna venne però in loro soccorso. Infatti Radamert cominciò a
cambiare aspetto : come prima le possenti corna si agitavano al vento, ora le
stesse corna si ritiravano ; come prima la sua altezza incuteva timore, ora
diventava sempre più piccolo. Questo cambiamento fu accompagnato da un urlo :
“Nooooooooooo, proprio ora che ero ad un passo dall’eliminarle tutte e
tre…ora quello farà il santo…che spreco…” e alla fine il grande e
grosso caprone si ridusse all’ometto che Phoebe aveva visto all’università.
Entrambe piuttosto confuse ed ancora sotto shock per ciò che era successo a
Prue, si allontanarono ma lui, quasi più spaventato di loro, cercò di
convincerle ad ascoltarlo un attimo. “Dovete sapere una cosa, io e quella
bestia conviviamo nello stesso corpo” disse sedendosi sul divano “e nessuno
dei due riesce ad avere il sopravvento sull’altro. E’ un po’ come se
soffrissi di personalità doppia, un po’ viene fuori la sua e un po’ ha il
sopravvento la mia. Ma mentre io sono buono come il pane, come avete costatato
sulla vostra pelle lui è decisamente più cattivo”. “Effettivamente
sarebbero stato meglio se non l’avessimo mai incontrato” rispose Piper,
riferendosi al suo braccio che stava evaporando al centro del salone e
soprattutto guardando Prue appoggiata al muro con gli occhi carichi di
lacrime…”Se è per il braccio non c’è problema, te lo metto a posto
io”…dalle sue mani scaturì una luce bianchissima e Piper, quasi disgustata
ma decisamente sollevata, vide ricrescersi il braccio come succede alle stelle
marine, e funzionava alla perfezione, era come nuovo. Aggiustò anche Phoebe ma
purtroppo per Prue non poteva fare niente, padroneggiava alcune formule di
guarigione d’altissima scuola ma non era in grado di resuscitare i morti.
Guardando il corpo della maggiore delle sorelle abbandonato come un vecchio
scatolone, si fece venire un immenso senso di colpa, benchè fosse del tutto
consapevole che non era stato lui ad ucciderla, e trovando a fatica le parole
disse : “Ehm, dunque, voi comunque non siete al sicuro al 100%, niente
impedirebbe a Radamert di ritornare ad avere il controllo del corpo e se questo
succedesse per voi sarebbero guai molto, ma molto grossi…avete ben visto di
cos’è capace…”.
“D’accordo, ma allora che dobbiamo fare ?”.
“L’unica cosa che vi rimane è farmi bere la pozione”.
“Ma così distruggerebbe anche te !”.
“Lo so questo, ma è meglio che veniamo distrutti noi piuttosto che voi, no
?”.
Alzandosi Phoebe disse : “Credo che abbia ragione”.
Piper non ne era del tutto convinta : “Già, ma in fondo lui è un innocente e
abbiamo il compito di proteggerlo”.
“Questo è vero, ma ricordati che sarebbe meglio che proteggessimo prima noi
stesse che gli innocenti…vuoi per caso finire come Prue ?” e si pentì
immediatamente di ciò che aveva appena detto.
Lui intervenne : “Ragazze, so che vi risulterà difficile, ma credetemi, per
me lo sarà ancora di più…avete mai visto qualcuno che vi chiede di
distruggerlo ? Vi prego, fatelo”
Alla fine decisero di accontentarlo, così raccolsero tutto ciò che sarebbe
potuto essere utile per la preparazione e dopo 10 lunghi minuti di mescola,
impasta, cuoci fu pronta. Quando la portarono in salotto per fargliela bere
gliela diedero in mano e nei suoi occhi lessero tristezza perché stava per
morire per colpe non sue e si sacrificava per impedire che loro due ed altre
streghe venissero uccise da Radamert. La bevve tutta d’un fiato e prima di
scomparire le salutò e disse che avrebbe pregato per loro ovunque fosse andato.
La pozione cominciò a fare effetto ; Piper e Phoebe videro il suo corpo
gonfiarsi ed esplodere come un palloncino e per la prima volta da quando avevano
ricevuto i poteri furono tristi che il loro nemico fosse stato sconfitto, oltre
naturalmente per la sorte toccata a Prue…
Scritto da Kaos