LA PRIMA PROVA (3)
Riassuntino : test per Phoebe, che deve affrontare, per la prima volta da quando è sola, uno stregone molto potente, Urgath…
Data composizione : 24 giugno 2000
Fascia
d’età : adatto a tutti
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Nota: i mostri presenti in questo racconto sono stati presi di peso da AD&D (Advanced Dungeons and Dragons), rinomato gioco di ruolo.
Phoebe aveva desistito dal proposito
di suicidarsi, anche grazie all’aiuto di Tyral (vedi “Continuare
a vivere”), dopo che le sorelle erano morte in seguito all’attacco
di un demone. Era da un po’ che viveva “normalmente” e questo la
preoccupava non poco : se qualche creatura maligna l’avesse attaccata come si
sarebbe difesa ? Certo, c’era sempre il Libro a suggerirle formule ed
incantesimi, ma se non fossero stati sufficienti ? In fondo il suo potere era
solo passivo…
Questi problemi si ripresentarono il giorno in cui, rincasando dall’università,
sentì un delizioso profumino provenire dalla cucina. Ebbe come reazione
istintiva quella di correre e gridare “Piper !!!!! Sei tornata !”, ma quando
lo fece e si ritrovò davanti Leo arrossì violentemente per la papera.
L’angelo la guardò bonariamente e le disse : “Non ti preoccupare, so che
desideri con tutto il cuore che tutta la faccenda di Azatoth sia solo un brutto
sogno e che le tue sorelle riappaiano magicamente. Purtroppo questo non è
possibile…”.
“Già, ma tu che ci fai qui ? E quando hai imparato a cucinare così bene
?”.
“Diciamo che ho alle spalle una lunga esperienza. Ci sono due motivi che mi
hanno spinto a venire a trovarti : uno buono ed uno cattivo”.
“Sputa prima quello buono”.
Leo ci rimase un po’ male : “Ma di solito non si chiede quello cattivo per
primo ?”.
“E’ vero, ma voglio avere una bella notizia prima di rovinarmi la giornata.
Allora, di che mi devi parlare ?”
“Sono veramente fiero di annunciarti che Loro hanno deciso di assegnarti i
poteri che prima appartenevano alle tue sorelle, non possiamo permettere che
qualche demone se ne impossessi. So che sto toccando un tasto dolente, ma è
necessario che tu lo sappia per imparare a gestirli” e così dicendo si sentì
in colpa perchè stava rivangando l’evento più doloroso della vita di Phoebe,
ma lei lo guardò con dolcezza e benché le lacrime premessero con tutta la loro
forza per sgorgar fuori le ricacciò indietro e disse : “Non ti devi
preoccupare, col tempo lo supererò del tutto. Ed ora che mi sono preparata,
spara la brutta notizia”.
“Ecco, abbiamo un problema veramente grosso. Urgath è arrivato in città”.
“Urgath ? E chi è, un piazzista particolarmente fastidioso ?” scherzò
Phoebe, pur sapendo che quella battuta era molto stupida.
“Magari fosse così poco. Urgath è un necromante-invocatore, capace di
chiamare a sé sia creature vive, sia non morti che controlla per i suoi malvagi
scopi”.
“Whoa, che bel tipino. E non mi sai dire nient’altro ?”.
“E certo, io sono uno che si tiene informato. Si è installato nel suo
palazzo, appena fuori città, e l’ha reso invisibile tramite un incantesimo.
Da lì comanda tutte le sue schiere di soldati”.
“Un ultima cosa ; perché questo Turga, Urgo o come cavolo si chiama ha messo
gli occhi su San Francisco ?”.
“Si chiama Urgath, è un nome che non ti dimenticherai facilmente… ha deciso
che la nostra bella città farà la fine degli altri posti che ha già visitato,
cioè diventare un serbatoio di corpi da cui ricavare tante schiere di zombi,
scheletri ecc.”.
“Ha intenzione di sterminare tutta la popolazione ?”.
“Temo proprio di sì”.
Phoebe rabbrividì all’idea : vide la città in rovina, con cadaveri sparsi un
po’ dappertutto e questo stregone che comanda armate di non morti. Poi tornò
al presente e chiese a Leo : “Perché non dovrei dimenticarmi facilmente del
nome di questo tizio ?”.
“Preferisco evitare di dirtelo, tanto ci arriverai da sola…ora va in
soffitta a vedere se sul Libro delle Ombre c’è qualche magia per far apparire
il suo castello”. Phoebe, indispettita dal tentativo di Leo di sviare il
discorso, salì di malavoglia al piano superiore e si accinse a leggere dal
prezioso Libro. Dopo lunghe ore di ricerca finalmente trovò ciò che cercava :
in una pagina particolarmente ingiallita vi era scritto l’incantesimo per
spezzare l’invisibilità:
"Orsù, tu che sei sparito dai
miei occhi,
Non farmi aspettare e ritorna.
Qui chiedo che l’incantesimo si spezzi
E che tu di nuovo visibile sia."
Phoebe ci rimase un po’ male : ma di
solito gli incantesimi non erano rimati ? Poi, come se stesse girando un film,
si rivolse verso l’ipotetica telecamera e disse : “Certo che finché
l’autore non si sforza un po’…sarò costretta a leggere questo
ciarpame”. Io (l’autore) risposi balbettando : “Mah, vedi, io non ho fatto
il classico, non puoi pretendere più di tanto”.
“Vabbè, vabbè, lasciamo perdere. Spero che almeno abbia funzionato.
Leeeeeeeeeeeo, puoi venire un attimo ?”. Quando lui si presentò, gli chiese
di andare a controllare se effettivamente il castello era apparso. L’angelo
sparì lasciando da sola Phoebe che, per non perdere tempo prezioso, si allenava
a sviluppare i suoi nuovi poteri usando come cavie le vecchie cianfrusaglie
della soffitta (per quanto riguarda spostare gli oggetti) e i passanti (per
quanto riguarda bloccare le persone) riuscendo quasi perfettamente in entrambi.
Quando Leo tornò e fece rapporto positivo, la nostra intrepida strega cominciò
a fare i preparativi per la spedizione in territorio nemico : innanzitutto imparò
a memoria la formula per scacciare i non morti (un altro obbrobrio da me
composto che vi evito), poi preparò qualche filtro di protezione giusto per
premunirsi ed infine raccomandò a Leo di proteggerla da lassù. Mentre usciva
di casa una luce accecante la fece indietreggiare di qualche metro ed
inciampando cadde a terra : era una pantera distorcente (il cui mantello
riflette la luce, -4 al tiro per colpire) mandatele da Urgath come
benvenuto. Proprio mentre la belva le stava saltando addosso per sbranarla, alzò
le mani come faceva Piper e questa si bloccò a mezz’aria, poi la scaraventò
contro un muro e si sbriciolò. Appena finito udì due voci che
contemporaneamente le dicevano “Brava !” e lei le riconobbe subito, erano le
sue sorelle che la guardavano dall’alto del Paradiso e vegliavano affinché
non le succedesse niente. Ancora commossa saltò in macchina e si diresse verso
il posto indicatole da Leo ; a metà strada vide un gruppo di passanti assaliti
da alcuni zombi. Inchiodò con la macchina, vi scese velocemente chiedendosi
“Ma com’è possibile, da quanto ne so i non morti si svegliano solo di notte
ed adesso sono le 4 del pomeriggio…” ma vedendo che non era il momento per
le elucubrazioni si parò davanti ai mostri e pronunciò perfettamente la
formula : gli zombi urlarono e si liquefecero come un gelato messo sul
calorifero. “Ma allora non si limita a scacciarli, li disintegra
proprio…meglio così ! Evidentemente i miei nuovi poteri mi hanno rinforzato
più del previsto”. Giunse al palazzo dello stregone e si fece strada fra le
schiere di non morti come la falce quando cala sul grano, mentre Urgath
osservava tutta la scena dall’alto del suo trono con grande ed inaspettata
tranquillità : “Vieni pure, quello che vedrai qui ti terrorizzerà”…che
si riferisse alle due creature in penombra sedute vicino a lui ?
Finalmente Phoebe giunse di fronte al
necromante, il quale si alzò in piedi ed applaudì dicendo : “Veramente
brava, cara sig.na Halliwell. Non mi aspettavo che avrebbe sconfitto così
facilmente i miei soldati. Ora si metta comoda, le devo presentare due
persone… venite” e fece un cenno con la mano. Le due persone in penombra
vennero alla luce e quando successe Phoebe pensò di morire all’istante : i
due zombi che stavano ai lati del mago erano le sue sorelle, orrendamente
sfigurate, con gli occhi fuori dalle orbite, la pelle verde, le mani piene di
pustole ed altri particolari non belli da raccontare… tale fu lo shock che
sentì il cuore fermarsi e si accasciò a terra; in quel preciso istante Urgath
si scagliò verso di lei e cominciò a pronunciare parole incomprensibili in una
lingua sconosciuta, evidentemente incantesimi molto potenti dato che Phoebe si
sentì venir meno i poteri… lo stregone aveva approfittato di questo suo
momento di debolezza per neutralizzarla del tutto. Con uno sforzo immane riuscì
a sottrarsi alla magia del malvagio e scappò a rotta di collo, anche se capì
che una parte della sua anima era rimasta lì, distrutta da ciò che aveva
visto…
Quando tornò a casa era ancora
sconvolta per il terribile spettacolo ma nel contempo furiosa con Leo, visto che
probabilmente lo sapeva. “LEEEEEEEEEEOOOOOOOOOO, brutto s……, voglio, esigo
e pretendo che tu ti venga qui immediatamente !!!!!!!!!”.
L’angelo comparve con un’aria colpevole, come un bambino che ha appena
combinato un disastro e aspetta di essere giudicato dalla mamma : “E così
l’hai scoperto…”.
“E come pensavi che non l’avrei scoperto ?????”. La faccia di Phoebe era
viola dalla rabbia, se fosse stato un mortale l’avrebbe strozzato.
“Non so, volevo solo evitarti altre sofferenze…”.
“Grazie tante, sai che se me l’avessi detto subito non mi sarei incavolata
così tanto ????????”.
“Ti prego, calmati e cerca di metterti nei miei panni, come potevo comunicarti
una notizia del genere senza ferirti ?”. Ma Phoebe non lo ascoltò, si era già
avventata su di lui col proposito di spezzargli la mascella a pugni, ma a metà
strada cambiò idea e si lanciò sul suo petto per piangere. “Leo, come faccio
ora io a tornare là dentro ? Come ?”.
“Devi farti forza… l’unica cosa che puoi fare è distruggere anche loro…
è doloroso, lo so, ma non hai alternative” e così dicendo le passò una mano
sui lunghi capelli e con l’altra la strinse a sé.
“Sì, lo sai, lo sai…cosa vuoi saperne tu ?”.
“Lo so meglio di quanto ti possa immaginare, in quanto anch’io ci sono
passato…”.
“In che senso ci sei passato ?” gli chiese con fare interrogativo.
“Anch’io in passato combattei contro Urgath, e lui mi mandò contro lo zombi
di mio fratello che aveva sconfitto ed ucciso da poco…è stato terribile,
terribile, ma ho dovuto pronunciare la formula contro di lui… mi sono augurato
che non sarebbe più successo, né a me né a nessun altro, ma mi
sbagliavo…”
“Oh Leo, scusa, non volevo farti ricordare una cosa così brutta !” disse,
dopo essersi staccata da lui.
“Non c’è problema, è successo tanti di quegli anni fa…ma torniamo a noi
ed all’emergenza che ci assilla. Se non sconfiggi Urgath entro domani mattina
(ormai era sera tarda) sarà troppo potente e ti farà fare la fine delle tue
sorelle !”.
“Già, hai ragione, ma io non mi sento ancora pronta a riprovarci, ho paura
che succeda come prima, e stavolta potrei anche non uscirne viva”.
“Beh, odio essere indelicato, ma credo che dovresti riprenderti in fretta,
guarda fuori che succede…”.
Phoebe si
affacciò dalla finestra e vide uno spettacolo da apocalisse : macchine
rovesciate, vetrine rotte, corpi accatastati un po’ dappertutto ed orde di non
morti che vagavano alla ricerca della prossima vittima. Leo aveva ragione, non
c’era tempo da perdere perciò si fece coraggio, si ripassò mentalmente la
formula ed uscì, non prima di aver dato un bacio all’angelo per averla
confortata ed incoraggiata.
Lungo la strada sconfisse un gruppo di scheletri (funzionano solo armi
magiche ed il danno inflitto è dimezzato) ed uno di mummie (al
tocco trasmettono una malattia magica che uccide la vittima in circa 10 giorni)
ed una volta fuori dal palazzo pensò “Stavolta sei finito, necromante !”.
Non fece in tempo a muoversi che una creatura si portò alle sue spalle e la
toccò sulla spalla, lei si girò e la spedì contro un albero con un pugno ben
assestato ; era un vampiro (al tocco succhiano due livelli d’esperienza),
che prima di sciogliersi le disse : “Ah ah ah, adesso non sei forte abbastanza
per contrastare il mio signore”. Infatti Phoebe si accorse che aveva perso
della forza magica, forse risucchiata dal nemico appena sconfitto, tuttavia non
ci pensò ed entrò. Nel primo corridoio venne contrastata da una nutrita
squadra di golem di bronzo (hanno il sangue infuocato e chi li colpisce viene
bruciato dagli zampilli), ma li sistemò facilmente sbattendoli contro i
muri del palazzo ; nel secondo fronteggiò tre giganti delle montagne (il
tipo di giganti più forte ed aggressivo) ma neanche loro riuscirono a
fermarla ; nel terzo corridoio trovò una creatura magrissima e con la pelle
bianca che la fissava, lei si mise sulla difensiva perché non conosceva le
caratteristiche dell’avversario. Ad un certo punto vide che assunse le sue
sembianze, infatti era un metamorphosis (può trasformarsi in una qualunque
creatura intelligente o semi-intelligente e ha il suo stesso modo di
comportarsi, lo stesso allineamento morale, la stessa voce…è quasi
indistinguibile dall’originale) e la attaccò cercando di mandarla contro
la porta d’ingresso. “Ma allora ha i miei stessi poteri !” disse sorpresa.
Dopo aver battagliato un po’ Phoebe si stufò della sua copia e sfruttando il
potere di Prue si portò alle sue spalle e le diede un fortissimo calcio sulla
schiena spedendola a fracassarsi contro l’ingresso : “Così impari a
copiarmi in tutto e per tutto, io sono unica”.
Ora era di
nuovo di fronte ad Urgath che non perse tempo e chiamo le sue due “aiutanti”
: si ripeté la stessa scena, la piccola Halliwell non poteva proprio combattere
contro le sue sorelle, anche se ridotte in quello stato, e si prostrò
attendendo la sconfitta. Le due zombi la bloccarono da dietro mentre il
necromante pronunciava nuovamente i suoi nefasti incantesimi per risucchiarle i
poteri, ma quando sembrava ormai finita si riprese, pronunciò con il cuore
spezzato la formula contro i non morti e, una volta libera dalla stretta, si
rivolse al suo obbiettivo principale : lo stregone, spaventato dalla forza
mostrata dalla strega, cercò di scappare ma Phoebe, concentrando il potere del
Trio nella sua mano, lo colpì con un potente fascio di luce. Mentre stava
morendo, Urgath fece la cosa più terribile della sua vita : evocò un Mietitore
(demone della morte, infallibile ed implacabile, la peggior macchina di
distruzione esistente) e gli disse : “O Mietitore, ti ho chiamato qui
perché tu uccida quella strega impicciona”. Lei si girò e vide una grande
figura nera che la sovrastava e la minacciava, allora si fece prendere dal
panico e scappò fuori dal castello che era sul punto di crollare. Appena uscita
trovò Leo che la stava aspettando ormai da ore, ma prima di rivolgergli la
parola si assicurò che fossero da soli, si guardò intorno più e più volte e
solo allora cominciò a dare retta all’angelo. “Phoebe, ma che ti è
successo ? Com’è andata ?”.
“Ho sconfitto Urgath, ma temo che il peggio debba ancora venire… ha evocato
un Mietitore”.
“Un Mietitore ???????? Mio dio, siamo veramente nei guai…”.
Scritto da Kaos