ORO NERO
Riassuntino : c’è un miliardario austriaco che vuole comprare villa Halliwell, e nessuna si immagina quanto possa essere deleterio…
Data di composizione : 6 luglio 2000
Fascia d’età : adatto a tutti, penso. Una morte
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Oro nero, fiume nero
Si può solo pregare
Pietra nera, di vendetta
Il sangue serve solo a pulire.
(Oro nero – Litfiba)
Prue spense la radio perché
questa canzone l’annoiava: a dir la verità in quel momento qualsiasi pezzo le
avrebbe fatto lo stesso effetto. Era di pessimo umore e come lei le sue sorelle.
Ad un certo punto Piper spuntò fuori dal minuscolo bagno e disse inorridita :
“Venite a vedere, venite”.
Loro accorsero e videro: in un angolo della piccolissima stanza, sul pavimento
senza piastrelle, c’era una colonia di formiche.
“Baaaaaaasta, io qui non ci sto più” urlò Phoebe e le altre erano
pienamente d’accordo.
Qui dove?, vi starete chiedendo. Beh, mi sono dimenticato di presentare la
storia nella sua completezza. Come avrete capito, le tre Halliwell non sono
nella loro splendida villa, ma in uno squallido motel mezza stella – mezza
pensione.
Tutto cominciò quella stessa mattina, quando venne alla loro porta un messo
comunale che doveva consegnare un importante messaggio. Quando lo lessero
trattennero a stento parole non proprio carine : un certo Maximilian Herzog,
“famosissimo” miliardario d’origine austriaca, aveva chiesto ed ottenuto
dal comune che le sorelle sloggiassero da casa loro per un periodo compreso fra
i due giorni e la settimana perché doveva sondare il terreno alla ricerca di
petrolio. Le loro vibranti proteste erano state inutili e ricevettero l’ordine
di sgombrare quasi subito, avevano avuto giusto il tempo per pranzare.
Erano in quell’orribile posto da appena due ore e già rimpiangevano
amaramente di aver dovuto lasciare la loro bella casa in mano a quel tizio
spregevole. Dopo una brevissima riunione di famiglia decisero che avrebbero
ripreso possesso della loro magione con le buone o con le cattive, nessun crucco
poteva farla franca in questo modo.
Salirono in macchina infuriate e si diressero a tutta velocità verso il loro
obiettivo; quando ci arrivarono tanto fu lo stupore: non vi era traccia
d’anima viva nei pressi della villa, eppure erano circa le 5 del pomeriggio,
cioè pieno orario lavorativo. Scesero dal veicolo e si avvicinarono per
osservare meglio la situazione. Ad un certo punto Piper vide una figura
ammantellata muoversi fra gli alberi, corse nella sua direzione ma invano, era
già sparito chissà dove. Tornata dalle sorelle raccontò di ciò che aveva
visto e questo non fece che aumentare i loro sospetti.
“Evidentemente siamo arrivate troppo presto. Non vi sembra un po’ sospetto
?” disse Prue.
Tuttavia questa domanda cadde nel dimenticatoio perché in realtà nessuna delle
tre pensava seriamente che questa persona potesse rappresentare una minaccia
reale. Entrarono tranquillamente in casa e appena dentro Phoebe si lasciò
andare : “Sì, casa dolce casa siamo tornate”.
“Ehi, lo sappiamo che sei contenta ma se continui a saltellare qua e là
finirai col rompere qualcosa” le fece notare Piper.
“Embè ? Sono talmente felice che non mi interessa…”.
“…Ma a me sì. Se qualcosa si spacca per colpa tua preparati a pagarne le
conseguenze” la ammonì Prue.
“E quali sarebbero queste conseguenze ? La tortura ? L’impalazione ? Oppure
il rogo, siccome sono una strega” ridacchiò.
“Non sei l’unica ad esserlo…comunque, anche se mi piacerebbe provare tutte
quelle cose sulla tua pelle delicata, mi accontenterei di farti pagare il costo
dell’oggetto rotto”.
“Allora aspetta e spera. Non vedi che sono leggiadra come una farfalla?” e
dicendo questo urto un preziosissimo vaso Ming mandandolo a frantumarsi per
terra.
“Che cosa dicevi a proposito delle farfalle ?”.
Phoebe arrossì molto e poi, con uno sguardo simile a quello di un bambino che
cerca di farsi perdonare la marachella, chiese: “Quanto ?”.
“300 dollari”.
“Come solo 300 ? Non era un Ming della XIV dinastia ?”.
“Lo spacciavo solo per tale. In realtà era una copia perfetta fatta dal
signor Potter”.
“Da chi ?”.
“Beh, tu eri troppo piccola…era un bravissimo artigiano che abitava vicino a
casa nostra tanto tempo fa. Te lo ricordi Piper ?”.
“Oh sì, era veramente un maestro. Quel vaso lo ha fatto in occasione di una
festa che la mamma aveva dato… non mi ricordo l’occasione”. Appena
pronunciata la parola “mamma”, un velo di tristezza coprì le tre sorelle:
tuttavia non durò molto e Phoebe si riprese dicendo: “Invece di pensare alle
cose tristi, guardate me, povera creatura costretta a trovare 300 dollari per
ripagare uno stupido vaso di coccio”.
“Non fare la vittima e vedi di trovarti un lavoretto part-time, magari
all’università”.
“Già, buona idea” e detto questo fece per salire le scale ma venne
prontamente bloccata. “Alt, dogana. Ha qualcosa da dichiarare ?”.
“Sì, che in questa casa non si può nemmeno andare in camera propria senza
essere interrogate tutta la notte. E’ un indecenza, protesterò !”.
“Motivo del viaggio ?” continuò Prue, facendo finta di non sentire le
rimostranze.
“Questi sono fatti miei” e rispose con una bella linguaccia, poi corse
veloce verso camera sua inseguita dal doganiere che doveva ancora controllare il
bagaglio. La fuga riuscì in pieno e, appena dentro, si chiuse a chiave.
“Apriiiiiiiiiiiii” urlò Prue.
“Neanche fra 1000 anni” rispose serafica.
“D’accordo, allora ti prenderò per fame” e così dicendo si sedette
davanti alla porta senza avere la minima intenzione di andarsene. Ma la sua
resistenza era molto minore di quanto immaginasse, infatti dopo appena 10 minuti
lasciò campo libero alla sorella che uscì con circospezione e, neanche fosse
un marine in una palude delle Filippine, strisciò silenziosamente verso la
soffitta dove aveva da controllare una cosa sul Libro. Appena arrivata rise
sonoramente alle spalle della sorella, poi prese in mano il volume ma subito
ebbe una premonizione, anche se un po’ diversa dal solito : vide che la loro
casa era crollata e dalle macerie spuntava una mano sanguinante che teneva alto
proprio il Libro quasi non scalfito dal disastro. Tuttavia si sorprese parecchio
perché, al contrario di ciò che succedeva normalmente, il punto di vista non
era il suo, ma quello del tomo e così non riusciva a capire chi fosse stato
investito dal crollo…era una mano femminile, presumibilmente apparteneva ad
una di loro tre. Ma a chi ?
Sentiva qualcuno che piangeva e
si disperava, ma non era in grado di distinguere le voci anche se riuscì a
capire che erano almeno due, cosa che non faceva altro che confermare la sua
ipotesi. Inoltre c’era una terza voce, maschile stavolta, che diceva : “Ti
ringrazio, mi hai salvato. Giuro che il tuo sacrificio non sarà vano”. Appena
si riprese rimase sconcertata e riflettè un attimo se dirlo o no alle altre,
poi optò per la prima possibilità considerando anche il fatto che molto
probabilmente non sarebbe stato in grado di mascherarlo senza farsi scoprire.
Ritornò al piano inferiore mogia mogia e questo suo atteggiamento incupì
immediatamente Prue e Piper intente a ridere e scherzare. Quando sentirono il
suo racconto non seppero far altro che pregare ci fosse un errore, come in
effetti era già successo altre volte in passato, e che la premonizione non si
avverasse.
“Dopotutto la casa è perfettamente stabile, non c’è motivo che crolli
improvvisamente” disse Piper.
“Spero veramente di sbagliarmi” pregò Phoebe…anche se non era per niente
convinta delle sue parole, ultimamente le sue previsioni si erano rivelate
sempre esatte…
Erano ancora assorte in questi pensieri, ma vennero interrotte dal suono del
campanello. Andò Piper e si ritrovò davanti un signore sulla cinquantina,
quasi calvo e un po’ sovrappeso che reggeva una ventiquattrore. “Con chi ho
l’onore di parlare ?” chiese lo straniero.
“Ehm, questa è casa Halliwell. Piuttosto, lei chi è ?”.
“Che sciocco, non mi sono presentato. Il mio nome è Herzog, Maximilan Herzog”.
Piper alzò le mani per bloccarlo e riunirsi in consulto con le sorelle.
”Scusi, ma perché si difende alzando le braccia ? Mica voglio prenderla a
pugni…”.
“Che cosa ?” pensò “Non funziona?”. Gli fece segno di entrare e quando
fu alle spalle dell’ospite cominciò a gesticolare rivolta verso Phoebe e
Prue, che in quel momento erano distratte, ciò che era successo ma loro si
limitarono a pensare che fosse ammattita. “Buongiorno sig. Herzog, a cosa
dobbiamo la sua visita? E come mai i lavori non sono ancora cominciati ?”.
“Diciamo che non me ne avete dato il tempo… l’ordine del comune era
chiaro”.
“Diciamo anche che qui non c’era nessuno, neanche l’ombra di trivelle o
che altro !”.
“Già…abbiamo avuto un piccolo contrattempo. Comunque, vedendo che eravate
tornate a casa vostra, ho pensato di eliminare il problema alla radice”. Si
sedette ed appoggiò la valigetta sul tavolino, poi l’aprì : era piena di
soldi, come nei film di spie o nei polizieschi quando c’è un grosso affare in
ballo e si controlla, prima della consegna della merce, che i contanti siano
veri. “Questi sono 10 milioni di dollari, sono vostri se mi cedete la casa”.
La reazione fu una e trina : il malcapitato fu investito da tre direzioni
diverse da un “Non se lo sogni nemmeno !!!”. “Ne siete sicure ? 10 milioni
sono tanti…” proseguì nonostante il netto rifiuto. “A parte che
probabilmente la casa vale di più” lo interuppe Prue “non la venderemmo
neanche per un miliardo. Ha uno smisurato valore sentimentale ed inoltre
appartiene alla famiglia Halliwell da almeno 4 generazioni. Mi dispiace, se lo
scordi”.
“Ne è sicura ? E’ la mia ultima offerta `tranquilla`, poi passerò alle
maniere forti…” rispose alzando la voce. Un lampo di malvagità pura passò
nei suoi occhi.
“Come si permette di minacciarci ? Esca subito da qui !”.
“Me ne vado, me ne vado, ma non pensiate che sia finita qui…” ed uscendo
lanciò pesanti improperi all’indirizzo delle tre sorelle. Loro non furono da
meno e gli dedicarono qualche parola non proprio fine. “Ma guarda quello, ha
la faccia tosta di venire qua cercando di comprarci la casa e poi se ne va
insultando e minacciando !”.
“Già. A proposito, cos’erano quei gesti che hai fatto come una matta quando
è entrato ?”.
“Cercavo di farvi capire una cosa importante che però non potevo comunicare a
parole”.
“E cioè ?” chiesero le altre due incuriosite.
“Il mio potere non ha funzionato. Ho cercato di bloccarlo per poter parlare in
pace ma non c’è stato verso”.
“Oh…questo vuol dire che, chiunque sia, quell’uomo non è normale”
sentenziò Prue in tono grave.
“Allora il suo interesse verso casa…potrebbe esserci qualcosa di più oltre
al petrolio”
“Probabile, ma finché non scopriremo chi, o cosa, è realmente non
combineremo niente di niente”.
“Controllino ?” disse Phoebe.
“E chi pensi di cercare ? Maximilian Herzog il miliardario ?”.
“Hai ragione, non lo troveremmo mai” concluse sconsolata. Poi però si
accorse che prima di andarsene il loro simpatico ospite aveva perso un
fazzoletto : lo raccolse e vi lesse ricamato “Ulframiter”. “Di certo
questo è più credibile come nome di demone” mostrando il lembo di stoffa
alle sorelle “Do un occhiata sul Libro” e corse su per le scale seguita a
breve dalle sorelle. Una volta riunite tutte al leggio, Phoebe cominciò a
sfogliare con solennità ma venne spronata da Prue a lasciar stare i
salamelecchi e muoversi fuori, prima quella faccenda si chiariva e meglio era.
Sfogliò, sfogliò, sfogliò e alla fine trovò:
"Ulframiter, potente demone della perversione. Al contrario di tutti gli
altri demoni, il suo potere complessivo diminuisce costantemente col passare del
tempo e ogni 10000 anni deve ricaricarsi su un Nexus energetico, se fallisce
entro un tempo limite rischia di perdere definitivamente le sue facoltà e
diventare un mortale. Un’altra caratteristica che lo differenzia dai suoi
simili è che non cerca streghe buone da uccidere e a cui sottrarre i poteri, il
suo unico scopo è la ricerca della fonte in cui ripristinare i suoi poteri,
tuttavia se qualcuno prova ad ostacolarlo non esista a liberarsene con crudeltà.
Anche nei periodi prossimi alla ricarica, cioè al minimo dei suoi poteri, è
sempre più forte di una strega e non ha difficoltà ad eliminarla.”
“E proprio adesso scadono i
10000 anni ?” disse Phoebe cercando di scherzarci sopra.
“Bella sfortuna davvero. Evidentemente sotto la nostra casa c’è uno di
questi Nexus e lui vuole impossessarsene. Non c’è scritto dove può essere
trovato ?”.
“No, anzi dice che è un vagabondo sempre in giro per il mondo sotto mentite
spoglie.”
“E un incantesimo utile per sconfiggerlo? Quello almeno c’è?”
“Non c’è niente di niente, ho già controllato. Temo che dovremo fare
affidamento solo sui nostri poteri. E non dimenticatevi della
premonizione…”.
“Già…ma per quella non preoccuparti, faremo in modo che non si avveri.
Fidati”.
“Speriamo”.
Scesero al piano terra e
insieme convennero che l’unica cosa che rimaneva loro da fare fosse aspettare
il suo arrivo ed affrontarlo a viso aperto. Phoebe provò una stranissima
sensazione di deja vù : aspettare impotenti che un demone venisse a cercarle
per ucciderle…non era mai successo, ma sentiva che aveva già vissuto una
situazione simile. Ne parlò alle sorelle e loro pensarono che fosse dovuto alla
terribile premonizione. “Non devi allarmarti, spesso capita che queste
situazioni succedano, ma non vuol dire assolutamente che siano realistiche. Ad
esempio, io una volta ho incontrato un uomo che non conoscevo ma che pensavo di
aver già visto da qualche parte, mi sono avvicinata e gli ho parlato ma lui ha
negato che ci fossimo mai incrociati in precedenza. Come vedi non è niente di
strano.”
“Prue ha ragione, succede anche a me a volte. Io penso che quello che hai
visto ti ha scosso troppo e ora corri con l’immaginazione”.
“Come al solito il tuo ragionamento, cara sorella maggiore, è razionale e
sensato. In fondo non c’è motivo che pensi di esser già passata in una
situazione analoga”.
“Sono contenta di esserti stata d’aiuto” e sorrise.
Il tempo passa lentissimo e nonostante tutto loro tre erano abbastanza calme :
Phoebe guardava la TV, Prue rileggeva alcuni appunti del lavoro e Piper
controllava le carte del P3. Ad un certo punto una folata di vento freddissimo
investì le ragazze ma quando queste si voltarono verso la finestra per
chiuderla, pensando che venisse da lì, notarono con disappunto che non era
aperta. Si girarono verso la fonte del colpo d’aria e videro un vecchietto con
una barba bianca lunghissima, vestito di stracci e con uno sguardo misero ma con
gli occhi che emettevano scariche elettriche da quanto erano pieni d’odio e di
malvagità.
“E così sei arrivato Ulframiter” disse Prue.
“Già, cara Prudence. Mi aspettavate ?”.
“Sì, finché lasci in giro i fazzoletti con su ricamato il tuo nome…” e
gli mostrò il corpo del reato.
“Maledizione a me e alla mia vanità. Quando sono nelle vesti di Maximilan
Herzog non posso fare a meno di portarmi dietro almeno un oggetto su cui ci sia
il mio nome. Ma questo non cambia niente. Come immagino saprete, ho bisogno del
Nexus che si trova sotto questa casa e non mi fermerò davanti a niente pur di
ottenerlo. E dire che non volevo uccidervi…mi sarebbe bastato comprare
l’immobile e vi avrei lasciato in pace”.
“Come ti abbiamo già detto prima la villa non è in vendita. Ora fatti sotto
e facciamola finita il prima possibile !”.
“Quanta aggressività. Hai voglia di morire in fretta ?” e cominciò a
scagliare palle di fuoco in direzione delle tre sorelle. Prue e Piper furono
veloci abbastanza da ripararsi dietro il divano, ma Phoebe non ce la fece e
venne colpita in pieno…
“Nooooooooooooooo” fu l’urlo delle sorelle. Tuttavia non stava bruciando,
ma solo sbiancando in volto.
“Vedete mie care ragazze, le mie palle di fuoco, essendo magiche, non hanno
l’effetto che ci si potrebbe aspettare, anche se pure loro sono mortali.
Infatti, invece di incendiare l’obiettivo, si `limitano` a succhiargli
l’energia vitale fino alla fine…e poi diciamoci la verità, carbonizzare una
persona è da vigliacchi. Io invece sono un gentiluomo e permetterò alle
eventuali superstiti di seppellire il corpo della vostra sorellina…Phoebe si
chiama, giusto ?”.
La quale Phoebe era in guai seri : non riusciva a respirare, il cuore stava
progressivamente rallentando, sentiva le orecchie fischiargli, sembravano i
sintomi che si provano prima di annegare (è vero o no ? Sapete, io non so mai
annegato e quindi…J).
Prue, non potendo fare niente per Phoebe, si alzò dal nascondiglio, schivò
qualche proiettile e cercò di colpire Ulframiter col suo potere, ma tutto
quello che riuscì a fare fu spostargli la faccia, come se l’avesse preso a
schiaffi.
Lui, massaggiandosi il punto in cui era stato `schiaffeggiato`, disse in tono
scherzoso : “E’ meglio che mi sbrighi ad eliminarvi se sei riuscita a farmi
questo. I miei poteri se ne stanno andando” poi, stancatosi di vedere Phoebe
soffrire e contorcersi dal dolore dell’agonia (era proprio un cavaliere…),
pur continuando a tenere sotto tiro le altre due con le palle di fuoco le
scaglio addossò una specie di onda sonica. Ma non aveva fatto i conti con
l’oste, nella fattispecie Prue, che intervenne ancora e mandò il colpo sonoro
contro il soffitto.
“No, cosa hai fatto ? Ora la casa crollerà ed il Nexus perderà ogni forza.
Maledetta”. Infatti cominciò a tremare tutto e Ulframiter, resosi ormai conto
che quel posto era inutile per i suoi scopi, con le ultime energie aprì un
varco e scappò giurando vendetta, tremenda vendetta.
Phoebe, appena il demone sparì, si senti immediatamente meglio e corse insieme
a Prue e Piper verso l’uscita, ma a metà strada si ricordò del Libro,
lasciato in soffitta e che rischiava di venire distrutto; si staccò dalle
sorelle e corse al piano superiore per recuperarlo.
Prue urlò “Ma sei matta ????” e fece per inseguirla, nonostante Piper
cercasse di convincerla a mettersi in salvo, ma venne fermata da una pietra che
cadendole sulla testa la fece svenire.
Piper fu costretta a trascinarla fuori imprecando “Ma quando ti metti a dieta
?” mentre l’altra saliva le scale col cuore in gola… si era dimenticata
completamente della sua stessa premonizione… giunta in soffitta prese il
Libro, gli diede un bacio dicendogli “Non ti lascerò mai” e poi rifece lo
stesso percorso in senso inverso, ma ormai era troppo tardi…
Quando Prue, ormai ripresasi, e Piper furono fuori si udì un boato tremendo e
di quella che una volta era villa Halliwell non rimase che un cumulo di
calcinacci e travi.
Come in un brutto incubo (ma quando gli incubi sono belli ? Fine pensiero
filosofico…) videro ciò che Phoebe aveva descritto loro: il Libro, salvo dal
crollo, al prezzo della vita di loro sorella. Cercarono di tirarla fuori da là
sotto, ma presto si resero conto che era inutile e che l’avevano persa
definitivamente.
Piansero tutte le lacrime che avevano e ripercorsero mentalmente l’ultimo
anno: il ritorno a casa di Phoebe, la scoperta di essere streghe, tutte le
battaglie affrontate insieme e vinte. Dopotutto anche questa era stata vinta, ma
non avrebbero mai voluto che finisse così. Al loro grandissimo dolore si
aggiunse quello del Libro, che magicamente acquisì il dono della parola e
illuminandosi di una fortissima luce bianca disse : “Ti ringrazio, mi hai
salvato. Giuro che il tuo sacrificio non sarà vano”…
Scritto da Kaos