Streghe Italia Fan Fiction

LA MELODIA INCANTATA


Breve riassunto: Le tre sorelle sono per caso in una piccola città vicino al confine fra EIRE ed Irlanda del Nord. Phoebe, durante il sonno, torna indietro nel tempo fino nei tardi anni settanta, dove salva una bambina da un mostro. In seguito conosce la sua famiglia, e insieme ai fratelli maggiori porterà a termine una difficile missione in terra d'Irlanda, rincontrando poi dopo svariati anni gli stessi ragazzini, solo un po' cresciuti…

Data di composizione: Giugno - Luglio 2001

Valutazione del contenuto: Adatto a tutti.

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Enterteinment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro.


Giovedì 20 Luglio 1988

- Me la immaginavo leggermente diversa, l'Irlanda in questa stagione. Dicono che sia un'isola di smeraldo, ma fino adesso mi è parsa tale e quale a Milano in autunno. -
- Su, smetti di piagnucolare, Phoebe e corri. Non vorrai inzupparti fino al midollo. - la rimbeccò Prue, avvolta nel suo trench grigio come fosse il bozzolo di un bruco
Si ripararono sotto una tettoia e aspettarono che il temporale passasse. - Accidenti, che nubifragio. - commentò Piper strizzandosi vigorosamente i capelli - Come vorrei ci fosse almeno un albergo, da queste parti. -
- Un albergo. Magari… Però - il volto di Prue si diradò, avendo notato un pub dall'altra parte della strada - forse lì dentro ci potremo riscaldare. Andiamo, ragazze - e con la mano destra invitò le sorelle a seguirla. Entrarono di fretta, grondando acqua piovana da tutte le parti. La scritta "McManus" lampeggiava sull'asfalto lucido dei fasci di luce rossa intermittente. Il titolare, uscì da dietro il bancone e andò incontro alle nuove venute. Non c'erano molti clienti, e sperava di ingraziarsele per guadagnare la fine del mese - Benvenute al McManus. In cosa posso esservi utile ? -
- Potete dirci dove troviamo l'albergo più vicino ? Stavamo andando a Dublino, ma ci siamo perse e la nostra macchina ci ha lasciato a piedi alle porte del paese. Vorremmo trovare un posto dove passare la notte, vista l'ora tarda. -
- A dire il vero, il nostro pub ha una decina di camere, e fortunatamente per voi, una matrimoniale ed una singola sono libere. -
- Non è possibile dormire tutte insieme ? -
Il titolare ci pensò un attimo, poi fece un ampio gesto di assenso col testone - Si può, signorine. Si può. Pazientate un attimo, giusto il tempo di preparare. Voi, nel frattempo mettetevi vicino al caminetto e asciugatevi. Il tempo è tiranno, eh ? - chiamò la bella ragazza coi capelli castani dietro il bancone, che stava facendo un solitario con un mazzo di carte da ramino, logorate dal tempo - Cary, vieni a darmi una mano a spostare i letti, presto. -
- Vengo subito. - mise da parte per un attimo le carte e andò ad aiutare l'uomo basso col testone. Nell'andare, passò di fianco a Phoebe. Le due si guardarono profondamente negli occhi. Sembrava che la ragazza l'avesse intravista da qualche parte, ma quasi di sfuggita. - Allora, ti muovi, Cary ?! - il ruggito spazientito dell'omino col testone destò Cary, che affrettò il passo per raggiungere il piano superiore, dove erano alloggiate le stanze
Prue notò che Phoebe stava pensando a qualcosa, confusa - A che stai pensando, sorellina ? -
- No, niente. - rispose lei, sempre guardando in direzione di Cary - Mi è parso per un attimo che mi conoscesse. -
- Chi ? La ragazza del solitario ? -
- Sì, lei. Aveva uno sguardo strano, di quelli che ti chiedono: "dove ti ho già visto ?" ancora prima che le labbra te lo possano dire. -
- Forse avresti dovuto scegliere un'altra branca della medicina. Psicologia ti sta facendo dare i numeri, piccola. Avanti, andiamo a toglierci gli abiti. -
< Eppure… Mah, forse Piper ha ragione. Sto facendo galoppare troppo la fantasia. > concluse, sconsolata

- Spero che possiate riposare bene. Di solito questi temporali sono una spina nel fianco per tutti, qui. -
- Oh, non si preoccupi… - a Prue mancarono le parole. Non si ricordava più il nome della ragazza. Lei la precedette, dicendoglielo - Mi chiami pure Cary. Non c'è nessun problema. -
- Grazie di tutto, Cary. Grazie anche degli asciugamani. Questi li potete solo stirare. Con tutta l'acqua che hanno preso, sono già lavati. - commentò simpatica Phoebe
- Bene. Avete bisogno di altro ? Altrimenti io andrei. Mia sorella minore è a casa e devo fare anche il suo turno. - il suo modo di fare era servizievole e gentile, ma mai sottomesso.
- Tre bottiglie d'acqua. Va bene anche di rubinetto. Per il resto basta, grazie. -
- D'accordo. Ve le porterò appena possibile. - disse, andandosene.
Phoebe si sdraiò sul letto a una piazza di traverso, con le mani dietro la testa, pensierosa. Piper la guardò, strofinandosi i capelli con l'asciugamano azzurro fornito dal pub in testa - E' da quando hai incrociato lo sguardo con quella ragazza che pensi, Phoebe. Vuoi forse bruciare il cuscino ? -
- Non lo so, Piper. Continuo a pensare al suo sguardo. -
- Phoebe. Tu te la ricordi ? Ti ricordi di averla vista da qualche parte ? -
- No. E' questo quello che mi preoccupa, ragazze. Eppure sembra che lei mi abbia già incontrato. -
- Sai cosa ti dico, sorellina ? Pensaci domani mattina. Il sonno è un grande amico della riflessione. -
- Non so se riuscirò a chiudere occhio, se continuo a pensarci. - rispose lei, coricandosi dalla parte giusta

Mezz'ora dopo, Phoebe era già del tutto persa nei suoi sogni. Piper si girò nel buio, con gli occhi semichiusi e commentò < Meno male che doveva rimanere alzata…> e cadde nel buio anche lei.

SOGNO O REALTA' ?

- Ma dove mi sono svegliata ? Dov'è la stanza d'albergo ? Perché mi sono svegliata in questa via ? -
Si rese conto di stare in una piccola via male illuminata, simile a quella dove stava il pub della sera prima. Sola e immersa nell'oscurità, provò a chiamare qualcuno, ma non ebbe risposta che dall'eco della sua voce. Riprovò, sempre più sconsolata ancora due volte, ma ancora le rispose la sua voce che si perdeva negli angoli della viuzza stretta. - Almeno non piove… - commentò, triste e con gli occhi bassi a terra
Ad un tratta, un invocazione di aiuto le fece alzare la testa. Corse a perdifiato nella direzione delle urla, e si scontrò con una bambina piccola, che portava un'altra bambina in braccio. - Non lasciare che prendano Cary, ti prego. Aiutami… - le disse la piccola, distrutta da una fuga durata chissà quanto
Volle chiedere qualcos'altro alla bambina, ma notò che era svenuta dalla fatica.
- Da chi staranno fuggendo ? - si chiese a mezza voce, prendendo in mano il fagotto di fasce - E' una bambina. Cary, l'ha chiamata. Che sia… -
Un tonfo sordo la risvegliò dai suoi pensieri. Nascose le due bambine, entrambe addormentate, meglio che poteva, e andò a vedere cosa stesse succedendo. In un altro vicolo ciottolato una donna di bassa statura, fisico robusto e due ciuffi di capelli bianchi davanti al viso, stava lottando contro un diavolo. - E' un sogno, dunque… Oh, e chi se ne frega. Sogno o non sogno, devo aiutarla. - e si lanciò nella mischia, colpendo alle spalle il diavolo, giusto all'attaccatura delle ali. L'altra donna completò il lavoro, stingendogli al collo il ramo di un rovo, tagliandogli la giugulare.
Appena il diavolo sparì, la donna ringraziò Phoebe dell'aiuto dato, e le chiese se avesse incontrato una bambina che portava in braccio una neonata
- Sì, sono qui dietro. Si stanno nascondendo. - allarmate dai vagiti della neonata, corsero subito a vedere come stessero. Nulla di preoccupante, comunque. - Ha solo fame. Su, su. Non piangere Cary. E' tutto finito. - passò poi dalla piccola a Phoebe - Non ci siamo ancora presentate. Deirdre o'Connor. - le porse la mano destra, ingarbugliandola con l'altra nel tentativo di tenere in braccio il fagotto.
- Halliwell. Phoebe Halliwell. Sono le sue figlie ? -
- No, sono le mie nipotine. Grazie per tutto l'aiuto che ci ha dato. -
- Oh - disse, in un'ondata di modestia - Si figuri. -
- Permetterà almeno che le offra una cena, per ripagarle almeno in parte il suo servizio ? -
- Se proprio insiste… - < Anche se avessi degli impegni, dove potrei andare ?… > cercò di camuffare i suoi pensieri con un falso sorriso.

Phoebe rimaneva sprofondata nella poltrona di velluto della casa di campagna della donna, immersa in ampie elucubrazioni e progetti su come ritornare. Certo, senza Libro delle Ombre, ci avrebbe messo molto più tempo, e lei non aveva tempo per invecchiare in quel paese. Si alzò per far girare meglio l'ossigeno nella testa e prese a camminare avanti e indietro per la stanza. Si fermò a guardare Cary dormire in culla. - E' una bambina tranquilla. - appena mise una mano sul bordo della culla, un impulso elettrico le attraversò la mente, preludendo ad una premonizione. Lei e Deirdre che stavano per prendere quattro gemme da un piedistallo, e che poi venivano attaccate da un'orda di diavoli armati di tridenti e forconi. La visione in bianco e nero sparì subito dopo.
- Si sente bene, signorina Halliwell ? - le chiese Deirdre, tornata dalla cucina con in mano un vassoio, sul quale c'erano una pinta di Guinness per lei e una teiera. Aveva notato la strana espressione di Phoebe, come se per un attimo fosse rimasta senza respiro (~_~ = chi ha capito, pianga pure)
- No, è solo un dolorino intercostale. Di solito ho certe fitte che mi lasciano piegata in due. - < Meno male che mi è venuto in mente subito. >
- Ah, mi dispiace. Se vuole, posso darle la ricetta di uno sciroppo alle erbe a dir poco miracoloso. Attenda un attimo, glielo cerco. - e sparì in cucina - Dolore intercostale, dici ? Ne ho avuti tanti anch'io così, quando ho ricevuto i poteri, signorina. Non ti far gioco di chi ha secoli di esperienza… Quella era una premonizione. -
- Zia… - la bambina entrò dalla porta che dava sul retro e chiese una cosa alla donna, intenta a cercare qualcosa in mezzo ai libri sugli scaffali. - Quella signora nell'altra stanza… è strana. -
- In che senso, Sha ? -
- E' come se ha qualcosa di strano. -
- Sì, l'ho notato anch'io. Ho idea che sia una strega, come noi. Ma ne devo essere certa. Tu non dirle niente, capito ? -
- Sì. -
- Bene. - disse, inginocchiandosi e passando una mano fra i capelli alla piccola - Ora torna pure a giocare. -
- Va bene… - ed andò fuori in giardino
- Dov'era quella dannata formula rivela streghe ? Dov'è finita ? - prese uno spesso libro di oltre mille pagine, dove cadde un foglietto logoro di pergamena di capra. - Eccolo qui, finalmente. Cosa serve. Mandragora… mirra… papavero nero… Papavero nero. E questo chi ce l'ha più, ormai. E' estinto. Mah. Proviamo lo stesso. - appoggiò la mano sulla terra di un vaso e fece nascere un papavero tutto nero, noto nel medioevo per la sua reattività sulla pelle delle streghe.
Estrasse il succo del papavero dopo averlo colto, e lo unì alla mirra e intinse i fiori della mandragora nella pozione, per poi usarla insieme ad un bicchiere di innocua acqua di rubinetto. - Ecco fatto. Adesso vediamo. Se sei una strega, lo sapremo ora. -
Deirdre tornò di là e le offrì il medicamento. - Ecco. E' una ricetta che viene tramandata di padre in figlio. Ha solo un piccolo effetto collaterale non nocivo. -
< Dopo che l'ho bevuta, me lo dice. > Phoebe spalancò le palpebre e inghiottì il liquido che le era rimasto in gola, poi le chiese - Che genere di effetto collaterale ? -
- Un lieve arrossamento e un prurito sulle zone arrossate, che di solito sono il palmo della mano o l'interno del polso. -
- Ah, chissà cosa mi credevo… - < Meno male… > Phoebe tirò un sospiro di sollievo
- Adesso aspettiamo che faccia effetto. - disse, sorridendo - E mi dica… Lei di dov'è ? Halliwell non è un cognome che si trova facilmente. - le chiese, versandole dl tè 
- Sono di San Francisco. E a dire il vero mi sono persa l'altra notte. Stavo andando a Dublino, ma ho vagato e sono arrivata qui in paese. -
- Dundalk non è sulla strada per Dublino. Proviene da Belfast ? -
- Esattamente. E dunque è Dundalk questo paese. -
- Non sapeva neanche il nome ? - rise sotto i baffi - Mi perdoni. - Deirdre non le staccava gli occhi di dosso, pronta a seguire l'evolversi del papavero nero.
- Mi sembra un bel posto. -
- Sì, in primavera poi… Si vorrebbe che non finisca mai. - il suo sguardo cominciò a farsi impaziente.
- Sa… Da quando… - iniziava a farsi sentire il prurito - …Sono arrivata qui mi stavo tormentando… Avrei bisogno di una giuda che mi illustri il posto… - Phoebe nascose le mani sotto il tavolo e si sporse in avanti per fingere di attendere speranzosa una risposta, ma intendeva potersi grattare le mani senza destare sospetti
- Sì, signorina. Ma prima potrebbe dirmi perché è qui e chi è lei ? -
- Gliel'ho detto, stavo andando a trovare una mia parente a Dublino. Ma come mai vuole sapere la mia vita ? - anche se aveva nascosto le mani, ormai il fastidio era troppo evidente per non essere notato.
- Perché la pozione che le ho dato reagisce a contatto con le streghe, signorina. Però so che non ho nulla da temere da lei. -
Phoebe rimase stupita dal ragionamento della donna - E come fa a saperlo ? Potrei essere una strega cacciatrice. - chiese, con un sorrisetto di curiosità
- No. Altrimenti invece di un prurito insistente, il papavero nero che ho messo nella pozione ti avrebbe bruciato gli organi interni in meno di cinque minuti… -
Phoebe rimase impalata con gli occhi persi nel vuoto. Deirdre se ne preoccupò, vedendola in quello stato - Va tutto bene, signorina ? -
- S…Sì… soltanto un po' scossa… -
- Lo so. Non è bello lasciare i vivi in quel modo. Ascolti… Vorrei chiederle un piccolo favore. Un aiuto, diciamo. -
Phoebe ripensò alla sua premonizione - Per caso vuole chiedermi di recuperare delle gemme preziose da un covo di demoni ? -
- Sì… Più o meno. Sono quattro gemme che imprigionano quattro parti della musa della musica (¯'~'¯ = mi viene da piangere… sic), Euterpe. La leggenda narra che una tempo le muse impazzirono, e vollero conquistare la galassia. Atena però fu inviata da Zeus insieme a Hera, Artemide ed Hestia a combatterle, e le sconfisse. Per essere più sicure, tagliarono ogni musa in quattro parti. Atena si prese le teste, Hera i cuori, Artemide le mani ed infine Hestia prese la parte restante. La saggia dea dagli occhi cerulei decise di creare delle gemme dove imprigionare le parti in attesa che si purificassero. Nove pietre divise in quattro parti ciascuna. Si dice chiunque le possieda acquisisca una delle parti delle muse. Sempre secondo la leggenda, le gemme di Euterpe sono nascoste nel verde dello smeraldo. -
- Come ? La gemma nel verde dello smeraldo ? -
- Sì. Dopo secoli di ricerche, sono venuta a conoscenza di un piccolo villaggio di cento ventidue anime, che si chiama Green Shore. -
- Green Shore. Spiaggia Verde. - ripeté Phoebe, rapita dalla voce di Deirdre, in grado di generare immagini nella testa di chi ascolta meglio di qualsiasi televisione
- E' stato chiamato così perché una volta era vicino al mare, e vi entrava con erba verde, non con arida sabbia. Leggenda vuole che Artemide sia rimasta colpita del rigoglio del posto, e gli abbia donato un colore verde smeraldo bello come nessun altro. -
- Il verde dello smeraldo, intendi. - concluse Phoebe. - E' molto arguta, come deduzione. Ma sei sicura che sia giusta ? -
- Penso di sì. C'è una chiesa sconsacrata, al centro del paese. Durante il medioevo la si usava per far riti druidici, ai quali ho partecipato anch'io. -
- Nel medioevo ?! Ma quanti anni hai ? -
- Circa settecento cinquant'anni, ma non è importante. Sotto l'altare centrale, secondo queste antiche mappe, c'è un passaggio segreto che conduce dentro una grotta che si chiama "Antro della Melodia". Sempre secondo questi testi del quindicesimo secolo i diavoli del Limbo fra vivi e morti sorvegliano una dea con quattro corpi. -
- Capito. Allora è proprio Euterpe. Una cosa non ti ho chiesto. Perché i diavoli stanno cercando la piccola ? -
- Forse perché è una strega non completamente buona, ma con grandi capacità. Se la prendessero, la farebbero diventare una strega buona, e l'esperienza non è bella. -
- Eri una strega nera ? -
- Hm. - annuì con un mugolio - Per fortuna poi mi hanno separato dalla mia parte malvagia. Ma bando alle ciance. Vuoi aiutarmi ? -
- Sì. A patto che tu mi aiuti. - Phoebe le spiegò velocemente le sue condizioni. Deirdre sembrò capire, ma alla fine scosse la testa, sconsolata. - Mi dispiace - disse con un velo di tristezza - ma non so come aiutarti. Per liberarsi da un buco nel tempo mentale, bisogna che qualcuno ti faccia riunire con la tua anima da dove provieni. Io non posso fare niente. -
Phoebe si mise le mani sulla faccia. - Non ci credo… Non ci posso credere… - poi si alzò e si apprestò a prendere la porta
Deirdre la guardò confusa, non capendo perché se ne andasse. Phoebe prese in mano la maniglia affusolata della porta, poi si volse a guardare Deirdre e le chiese - Allora ? Mi mandi nell'antro da sola ? -
- Aspetta, prima devo aspettare che arrivi… - la porta si aprì di scatto e Phoebe ricevette un colpo sul naso. Deirdre finì la frase - … Mio nipote J… -

QUARTETTO D'ARCHE

- J e Sha sono i miei nipoti più grandi. I miei pronipoti aspettano un altro figlio, il quarto. Così mi hanno lasciato i loro bambini per allenarli nella magia. - spiegava Deirdre, mentre con gli altri cercavano di smuovere l'altare dal centro della chiesa a pianta quadrata.
- Questo altare non si muove… Dobbiamo buttarlo giù pezzo per pezzo. -
- Ci metteremmo un tempo neppure lontanamente immaginabile. Dobbiamo buttarlo giù e basta. - lo rimbeccò Sha
- Aspettate. Spostatevi. Adesso vediamo. - Deirdre si concentrò. Ad ogni attimo una pietra verde sulla fibbia della cintura mandava bagliori brillanti. - Allontanatevi. - usò gli stessi rovi di prima per sollevare la pesante ara e sbatterla in un angolo, rivelando una scala che andava verso il basso, dentro il buio più pesto.
Una per una arrivarono al suolo, dove una galleria entrava nelle più nere profondità della terra. Deirdre precedeva il gruppo con in mano una fiaccola. Sha le stava aggrappata al braccio, per stare al sicuro. Aveva paura, ma cercava di non pensarci.
Alla fine del corridoio di terra c'era un secondo corridoio, questa volta di marmo nero e grigio, materiali difficilmente reperibili. Le pareti erano dipinte di colori vivaci, che mostravano scene di lotte fra divinità, la storia che Deirdre aveva raccontato a Phoebe. Deirdre conosceva il greco e lesse per intero la vera storia. Si diceva che se le trentadue parti fossero state di nuovo unite in nove gemme, e le gemme fossero state di nuovo unite in uno stesso luogo e protette da nove giovani donne, le muse sarebbero rinate pure come erano nella notte dei tempi. Non si poteva non stare ad ascoltare la piccola irlandese e la sua voce. Le immagini finirono quando arrivarono ad una terza stanza, circolare con un fonte battesimale al centro. - Questa è la sala dei druidi. Una volta era luogo di sacrifici a strane divinità sconosciute. Io vi ho assistito, un paio di volte. Chissà cos'avevo nella testa in quei giorni… Comunque, secondo i dipinti murari, le gemme sono da qualche parte in questa stanza. Secondo la tua premonizione, Phoebe, dovrebbero essere nei pressi del fonte battesimale. Iniziamo a cercare, avanti. -
Dopo avariati minuti, Sha trovò una piccola leva sul basamento del fonte, e chiamò gli altri. - Tirala. Può darsi che si possa accedere a qualche altra stanza. Su, sorellina. Vai. -
- Vado. - disse, e tirò la piccola leva verso destra. Dal centro del fonte, un bagliore rosso si sprigionò da dentro l'acqua e quattro pietre vennero a galla, mandando sulle pareti una luce rossa estremamente intensa, a tratti rosso chiaro, che seguiva l'acqua, che si muoveva ogni volta che le pietre venivano verso l'alto.
- Ce l'hai fatta, Sha. Ce l'hai fatta. Adesso però attenzione. Ho visto che una volta avvicinati alle gemme, saremmo state attaccate da una schiera di diavoli. Bambini, state attenti. -
- Non prenderle con le mani, altrimenti la parte della dea si insedierà dentro di te. -
Deirdre raccolse le schegge dentro un sacchetto di pelle di capra dopo averli presi con una pinza, poi proruppe trionfale - Ora ce ne possiamo andare. -
Tutti tirarono un sospiro di sollievo e si apprestarono ad uscire dall'antro, mentre le statue di diavoli in pietra prendevano lentamente vita, passando da un colore marrone legno ad un nero fuliggine. Phoebe se ne accorse ed invitò tutti a lasciare l'antro il più in fretta possibile. Deirdre però fece andare via prima i bambini, decisa a rimanere a fare da copertura. - tenete la gemma di Euterpe, ragazzi. Andate avanti e aspettateci. -
J si apprestò subito ad uscire dalla grotta, ma Sha non volle lasciare Deirdre in quella situazione. - No, non ti voglio lasciare. Zia, tu devi venire con noi. -
- Non discutere, sorellina. Ci raggiungeranno. -
- No, non voglio...- Deirdre preferì troncare la discussione sul nascere, pungendo Sha con una rosa di colore viola - Ascoltami, Sha. Vai fuori di qui e aspettaci a casa. Svelta. -
I bambini se ne andarono, così Deirdre e Phoebe rimasero sole. - Ma con cosa l'hai punta ? -
- Rosa viola dell'Islanda. Cresce nelle caverne di fuoco del vulcano principale. Sono rarissime ed hanno un veleno che condiziona la mente per un'oretta circa. Hai esperienze di controllo degli elementi ? -
- Energie fredde, se ti può interessare. -
- Niente di meglio. Cerca di avvicinarti allo Zero Assoluto in fretta. I diavoli sono sensibili al freddo, essendo abituati al fuoco… -
- Ci proverò, anche se mi manca la materia prima… Forse posso usarla fare delle armi. -
- Sbrigati ad usare quell'acqua. Le statue stanno per animarsi del tutto. -
- Preferisci spada o giavellotto ? -
- Ho già il mio arco. -
- D'accordo, allora. - Phoebe, usando l'acqua del fonte per realizzare uno scudo e una spada. - Sono pronta. -
- Niente male, come uniforme. Stammi davanti con lo scudo. Io tento di fermarli a colpi di freccia. -
La tattica di Deirdre non era male. Uccise gran parte delle decine di demoni apparsi, ma non poté difendersi da altri che ne stavano arrivando dalle loro spalle. Uno cercò di colpire Deirdre alle spalle con un colpo di forcone. La battaglia infuriò per molto tempo. Deirdre ad un certo punto esaurì le sue frecce di platino e dovette combattere a mano nude, essendo quella la sua unica arma, datale da Artemide in persona. La tecnica di quella donna attingeva le sue energie dalla terra, e poteva utilizzare armi come cespugli di rose, piante grasse e ogni pianta, esistente o estinta. Un diavolo le puntò una spada alla gola e intimò a Phoebe di lasciarsi consegnare senza opporre resistenza - Getta a terra le armi e non fare scherzi, altrimenti la tua amica farà una brutta fine. -
- Non dargli retta, Phoebe. Continua. Non ti preoccupare per me. -
Phoebe era indecisa. Dare ascolto a Deirdre oppure al diavolo ? Gli occhi della giovane si illuminarono e decise cosa fare. Si fermò e decise di consegnarsi di sua spontanea volontà. Due diavoli la tennero ferma, mentre il loro capo con un sorriso disse - Che brava ragazza. Sfortunatamente hai fatto una promessa con un diavolo, e non la posso mantenere. - colpì la gola di Deirdre, cercando di spingere la lama in profondità, ma il ferro si spezzò e ruotando in aria, si conficcò nella pietra del pavimento. - Sorpreso, amico ? - Deirdre gli vibrò un pugno sul naso, che fece perdere la presa su di lei al diavolo
- Ma come hai fatto ? Chi sei in realtà ? -
- Davvero non mi riconosci ? Fai uno sforzo. -
Il diavolo si soffermò e gli tornò alla mente la fibbia della cintura della donna. - Il frassino e i due alberi. Ora ti riconosco.Tu sei Zelda la Guardiana. -
- Bene. - incrociò davanti a sé le braccia e trasformò il diavolo in una statua di pietra.
- Credo che tu non mi abbia detto tutto di te. - disse Phoebe, spolverandosi i vestiti, dopo aver messo fuori combattimento i demoni che la tenevano ferma
- Dopo, adesso andiamocene. -
Avrebbe dovuto andare tutto bene, se non fosse che nella corsa, Phoebe scivolò su di una chiazza di muschio, battendo violentemente la tempia destra e perse i sensi sul colpo.
Non sentiva più neanche Deirdre che la chiamava. Tutto era fosco e nero. - Phoebe. Phoebe! Svegliati! -

- Phoebe… Phoebe… Svegliati, sono le dieci. - era la voce di Piper, che la invitava ad alzarsi
- Hmm… Dove sono ?… -
- Su, siamo già abbastanza in ritardo per conto nostro senza che ti ci metta anche tu. - le disse in fretta Prue, facendo le valigie
- Ma allora… La strada, la chiesa, Deirdre. -
- Si può sapere che ti succede ?! Su, alzati. Siamo in ritardo. Dobbiamo arrivare a Dublino, te lo sei dimenticata ? -
- Oh, è vero, me n'ero scordata. Faccio in un attimo. - si riprese lei
Una volta scese, cercarono uno dei due della sera prima per farsi dare il conto, ma trovarono una minuta ragazzina abbastanza giovane dietro il bancone. Aveva uno sguardo penetrante, accentuato dall'ombretto nero e dalla matita anch'essa nera. Tutto ciò le conferiva un alone di mistero e un'occhiata spiazzante
- Scusi, signorina. Vorremmo sapere a chi dobbiamo rivolgerci per avere il conto della nostra camera. -
- Voi siete quelle arrivate ieri sera ? -
- Siamo noi… - < Ma chi mi ricorda questa ?… > pensò Phoebe, sicura di aver già incrociato quegli occhi da qualche parte
- Mia sorella mi ha detto di dirvi che sono quaranta sterline. -
Prue pagò e uscì a passo spedito.

Giovedì 20 Luglio 2001

Il P3 era stracolmo di gente, venuti ad assistere al concerto di un gruppo che era stato da poco eletto come il più famoso del Paese, spodestando il trono degli U2.
Piper era indaffarata ad ultimare i preparativi, coadiuvata da Phoebe. Un'ultima prova all'impianto audio ed il concerto sarebbe stato pronto.
- Prova… Prova… Si sente ? Là in fondo, fatemi un cenno se sentite. Sentite da Dio, perfetto. Allora, aspettate un attimo, che i musicisti sono appena arrivati e si stanno preparando. Pazientate ancora un minuto. -
- Signorina Halliwell… - una vocina sussurrò per attirare l'attenzione di Piper da dietro le quinte - Signorina, noi siamo pronti. Possiamo iniziare. -
- D'accordo. - rispose Piper con un bisbiglio - Bene. Credi che gli artisti di stasera non abbiano bisogno di presentazioni, visto il numero di voi che è qui a sentirli cantare. Bene, che lo spettacolo cominci. -
Piper lasciò spazio al gruppo, composto da una giovane piccola donna con lo sguardo misterioso, un uomo con gli occhiali scuri e i capelli neri a spazzola, una donna più matura con l'aria saggia ed infine una donna abbastanza giovane coi capelli castani e la faccia perfettamente ovale. Presero i loro strumenti, tranne la giovane con lo sguardo tenebroso, che si piazzò di fronte al microfono, settato sull'altezza di una persona normale, ma troppo per lei. Smollò velocemente le farfalle del manico e lo regolò sulla sua altezza. - Speriamo che la serata continui meglio… - commentò, suscitando una risata contenuta fra il pubblico.

Al bancone Phoebe sostituiva Emilia, rimasta a casa malata d'influenza. Dispensava drink e bevande con insospettata professionalità.
- E' stracolmo, oggi. Ma chi suona ? -
- Sono un gruppo irlandese. Non hai ancora sentito la loro ultima canzone ? Il video è insulso, ma la musica non è male. -
- Credo di aver già sentito la voce della ragazzina che canta. Ma non ricordo dove. -
- Accidenti, Phoebe. Da domani mangia solo pesce. Cominci a perdere colpi. - risero

A fine serata, Piper si intrattenne a parlare con i componenti della band.
- Gran bella serata. E' da tanto che non c'era così tanta gente. Dal concerto dei Cranberries. Dio benedica gli irlandesi. -
- Lo speriamo noi in prima fila… - commentò la batterista
- Come sei spiritosa, Cary. Veramente spiritosa. -
Phoebe, che stava passando la ramazza poco lontano fu percorsa da un dejà-vu.
< Cary ? Eh no, ferma lì. > - Come sta Deirdre ? - chiese al gruppo senza neanche alzare gli occhi dal suo lavoro
Fra tutti ci fu un fremito di stupore
- Conosce la zia ? - chiese la giovane con lo sguardo misterioso - Non l'ho mai vista prima. Come fa a saperlo ? -
- Tu non puoi ricordartela, ma io sì. E bene, anche. Senza di lei io e Caroline non saremmo qui. -
- Ma io non me la ricordo. - continuò la cantante
- Sfido io. - rispose l'uomo col taglio a spazzola - Non eri ancora nata. -
- Dite un po', avete toccato la gemma con le mani nude, vero ? - continuò maligna Phoebe, sembra abbarbicata alla sua ramazza
- E va bene, lo ammettiamo. Ci siamo dati un piccolo incentivo. Ma il talento c'era già prima… - commentò Caroline, passandosi una mano sulla nuca e sorridendo - Deirdre sta bene. Ah, e grazie ancora per l'aiuto. Quando eravate venute al pub ho sbagliato tutto nell'incantesimo, ma è servito lo stesso. -
Phoebe la guardò stupita -Allora eri tu che mi hai mandato indietro nel tempo mentre dormivo! -
- Scusa, ma un errore capita sempre. AHAHAH… - rise, e anche Phoebe stette allo scherzo
La foto di gruppo ora era appesa con una puntina da disegno alla bacheca di sughero, fra le foto dei Cranberries e quella dei Dishwalla.

 
Scritto da MoonWalker


Torna all'indice della Fan Fiction

Torna a Streghe Italia