MASTER OF PUPPETS
Breve riassunto: Che cosa nascondono in realtà i pregevoli pupazzetti del mastro burattinaio Kirk Hetfield ?
Data di composizione: Settembre - Dicembre 2001
Valutazione del contenuto: Adatto a tutti, senza distinzioni di età.
Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro.
Lo spettacolo finì a tarda notte, ciononostante il
pubblico era soddisfatto dalla prestazione del mastro burattinaio. Tutti si
produssero in una marea di applausi all'indirizzo di Kirk Hetfield, il più
importante produttore di bambole di legno e burattini di tutto il continente
americano.
- I miei spettacoli sono un successo, comunque siano. - commentò nella sua
ultima intervista alla CNN. La giovane giornalista gli chiese se sapesse delle
misteriose scomparse che avvolgono i suoi spettacoli. Lui rispose, con visibile
sofferenza: - Eh, purtroppo lo so, signorina. Ma evidentemente è solo qualcuno
che si diverte a fare idiozie del genere, o roba simile. Io penso che la polizia
dovrebbe vigilare meglio sulla sicurezza dei cittadini. -
- Su questo hai ragione, amico, ma la tua faccia mi dice che tu centri qualcosa.
- commentò acido Leo, cambiando canale. - Secondo me quello ha qualcosa da
nascondere. In anni di "servizio" ho sviluppato un certo sesto senso per queste
cose. -
- Ma no… Vedrai che è solo un'impressione. -
- Mah… Tu, piuttosto, stai attenta a te. Ho sentito che da domani il suo
spettacolo sarà in città per sette appuntamenti. Non vorrei che ci potessero
essere casini. Con te, oltretutto. -
Piper gli chiuse le labbra con un dito - Lascia perdere. Ci sono altre cose su
cui concentrarsi. -
Phoebe e Prue entrarono ridendo proprio in quel momento. - E poi mi ha detto:
Scusa, non ho capito! -
- Ma li trovi tutti tu! Ah… - scorse i due piccioncini appolipati [=>
avvinghiati come polipi] (neologismo simpatico, vero ?) sul divano - Oh… Forse è
meglio andarsene di qui. -
Leo era girato dalla loro parte, e si staccò per primo, avvisando Piper
dell'ingombrante doppia presenza.
- Forse… - chiese titubante Prue, ma con un sorriso strano in faccia - …dovremmo
lasciarvi… soli ? -
- Oh, sì. Io credo proprio di sì. - le fece eco la sorella minore, prendendo per
la manica Prue.
- Bene, bene. - Piper le invitò ad andare via con entrambe le mani. - Via, via,
via. -
- Uhm… Sarà meglio la prossima volta darle meno peperoncino a cena. -
- Ma se è così già da normale. -
- MA ANDATE VIA!!! - strillò Piper, tirando dietro alle due un cuscino di piume.
Le due se ne andarono velocemente su per le scale, togliendosi dalla mira della
sorella.
Il fumo bianco e denso riempiva la stanza, infastidendo le narici di chiunque
entrasse. Il mago rimaneva lì immerso per parecchio tempo, assorto in un
profondo stato di trance. Appese alle pareti c'erano ogni genere di bambole e
pupazzetti, marionette e pezzuole, tutte costruite dall'uomo stesso.
Su di un altarino, un'ennesima bambolina dal corpo rotondo, lineamenti appena
abbozzati e senza naso né bocca. L'uomo, dopo aver pregato in un modo
stranissimo, si allontanò e posò la bambolina su di uno scaffale, poi se ne uscì
con un sorriso compiaciuto da quella strana stanza, scoprendosi essere il retro
di un camper. Si diresse verso il guidatore del camion che seguiva il piccolo
veicolo. - Ehi, tu. - si rivolse al conducente che dormiva con un cappello di
paglia calcato davanti agli occhi - Dobbiamo partire, avanti. -
- Hmm… - E va bene, ma non ti agitare. - si mise composto davanti al volante -
Dove andiamo di bello, Master ? -
- La nostra prossima tappa è San Francisco, mio discepolo. Ho ricevuto ordine di
catturare tre persone. -
- Catturarne tre per volta ? Devono essere molto pericolose per il capo. -
- Lo credo anch'io. Ma ora andiamo, altrimenti farà fare a noi la fine delle
nostre vittime, e io non ne ho la minima intenzione. - se ne andò e si mise al
posto di guida del camper.
Piper e le sue sorelle si ritrovarono davanti al piazzale del teatrino delle
marionette per assistere allo spettacolo. Tranne Phoebe, che si presentò al suo
appuntamento in grande ritardo. - Scusate il ritardo, ma ero molto impegnata. -
- Non fa nulla. Il tuo bello, dove sta ? -
- E'… dovuto rimanere al lavoro. -
Prue si mise le braccia conserte ed emise un sospiro di comprensione, ma
divertito. - Ah… -
- Ultimamente è molto preso col suo lavoro. - dava la sensazione di doversi
inventare una scusa plausibile. - Poverino. E' medico. Ha avuto un'urgenza
improrogabile. -
- Eh… E dire che i medici sono le prede più invidiate. - Si strinse al braccio
di Leo, tanto per fare invidia alla sorella minore.
Phoebe ridusse gli occhi come due fessure ed emise un leggero ringhio. Prue sedò
lo scherzo - Avanti, smettetela. Avanti, entriamo. Sta già aprendo il
botteghino. -
Lo spettacolo, applauditissimo come al solito, risultò un vero successo totale.
Le date erano state aumentate per far fronte alla colossale richiesta.
Le tre sorelle si ritrovarono nel piccolo piazzale in fronte alla bottega di
legno smontabile. - Bella serata, no ? - quella di Piper era certamente una
domanda retorica.
- Sì, devo dire. Ci siamo divertite tutte quante, ma adesso sarebbe meglio
andare a dormire, non credete ? - propose Prue, coprendosi la bocca per fermare
uno sbadiglio.
- Certo. - Piper frugò nella borsa per cercare le chiavi della macchina, ma non
le trovò.
- Accidenti, Piper. Hai un buco nella borsetta. - fece notare Phoebe, indicando
il grosso buco e infilandoci dentro l'indice.
- Ma porca… Aspettatemi, torno indietro a cercarle. - Piper ritornò per un
attimo al suo posto, dove trovò per pura fortuna le sue chiavi. Le sembrò che
qualcuno stesse per arrivare alle sue spalle, quindi si voltò di scatto,
sussultando spaventata.
Dopo qualche istante, senza che aspettassero molto, Phoebe e Prue rividero di
nuovo Piper, ritornata con le chiavi della macchina.
- Accidenti. Come se non avessi già abbastanza spese, ora devo comprare anche
una borsetta nuova. - si lamentò, facendo girare l'anello di metallo del
portachiavi attorno all'indice destro e poi riprendendole saldamente in mano.
- Beh, poco male. Tanto non ti si addiceva con nessun vestito. -
- Sentila qui la nostra piccola vipera. - commentò stringendo le vertebre del
collo a Phoebe, cosa che tutti sanno essere estremamente fastidiosa.
- No, dai, Piper! Smettila! - Phoebe cercò di divincolarsi, ma ogni volta che
lei si spostava, la presa di Piper cambiava posizione, adattandosi.
- Su, basta. - arrivò Prue a dividerle. - Ho sonno e voglio andare a dormire.
Senza morti, se possibile. -
Passarono due giorni, e Piper non tornò più dal lavoro. Come ogni giorni era
andata a lavorare sul tardo pomeriggio per aprire il locale e dare qualche colpo
di ramazza dove era necessario, ma la mattina successiva non c'era già più. Prue
e Phoebe iniziavano a preoccuparsi sul serio. Il telefonino dava sempre
irraggiungibile, nessuno l'aveva vista neppure arrivare al P3, rimasto chiuso
per quei due giorni. Che si poteva fare ? Quadrante degli spiriti ? Inutile. Una
carta nuova era stata giocata anche con delle pietre che rintracciano le
presenze magiche, ma niente. Paige si concentrò, tentando di rintracciare la
sorella con i suoi tarocchi e le sue capacità magiche. Anche questo fu
completamente inutile. Piper si era come dissolta nel nulla. - Eh… Mi spiace. -
disse Paige frustrata e delusa dal mancato esito dato dalle sue carte - Nemmeno
i tarocchi trovano una soluzione. -
- Non ci credo. - Phoebe era la più sconvolta delle tre. Si lasciò cadere di
peso sul divano con le mani fra i capelli. - E' impossibile che non ci sia più.
Ma sei sicura di averle lette bene ? -
- Adesso controllo di nuovo. - Paige mischiò di nuovo il mazzo e distribuì
ordinatamente tre carte ai vertici di un invisibile triangolo equilatero,
coperte. Posò il mazzo completo da una parte, poi prese a girare una per una le
carte che aveva scartato in precedenza. Al vertice destro della base era uscito
il Matto, su quello sinistro era venuto fuori il Giudizio, mentre quella di
punta celava il Diavolo. - Che significa, Paige ? E' un messaggio ? -
Paige aveva un'espressione crucciata, che non fece altro che accrescere
l'angoscia che già aleggiava come uno spettro in quella casa - Diavolo… il
Giudizio… il Matto… -
- Smettila, Paige. Che vuol dire, allora ? - sbottò Phoebe, in preda all'ansia.
- Potrebbe essere molte cose. - Paige spiegò i vari significati che avrebbero
potuto avere.
- Quindi, è grigia. - ne dedusse Prue.
- Aspettate. Provo a rifarlo ancora. - Paige ripeté per l'ennesima volta la
procedura, ma le carte diedero ancora lo stesso esito: Giudizio, Matto e
Diavolo… Così non hanno molto senso. Se avessero un significato recondito… Devo
indagare. - Paige si alzò di scatto dal tavolo, allontanando la sedia con
entrambe le mani, appoggiandosi al bordo del tavolo. - Dove stai andando ? -
Paige rispose infilandosi la manica della giacca - In biblioteca. Ho bisogno di
trovare delle risposte. Non so quando tornerò, ragazze. Non aspettatemi per
cena. - se ne andò senza aggiungere altro, prese la sua bicicletta e salì in
sella in corsa. Prue seguì la scena dalla finestra, dietro le tende. Andò a
confortare Phoebe, evidentemente sconvolta. - Su, Phoebe. Fatti coraggio. Vedrai
che andrà tutto bene. -
Paige tornò a casa bagnata fradicia. Mentre era fuori era sopraggiunto un
violento temporale. Lei, dal canto suo, non aveva alcuna intenzione di rimanere
riparata sotto una tettoia chissà quanto a lungo, per cui decise di tornare
indietro il più presto possibile. - Sono a casa! - esordì, strofinando
energicamente le suole delle scarpe sullo zerbino. - Quel maledetto temporale mi
ha beccato proprio quando ero appena uscita dalla biblioteca. Mi ero appena
rifatta la tinta e ora mi tocca di farla di nuovo, porca miseria! Come mai siete
così silenziose ? Prue ?… Phoebe! Che c'è, siete già a letto alle sette di sera
? Ragazze! Ehi, ma dove diavolo siete ?! Se è uno scherzo non è affatto
divertente. - non c'era in giro nessuno. Si grattò la tempia destra.
Non si accorse che un'ombra scura le si stava avvicinando a passo lento. Paige
era sulle scale, mentre stava per andare a vedere se le sue sorelle erano nelle
loro camere a dormire. L'ombra le arrivò addosso, e lei se n'era accorta. Si
girò prontamente con una carta in mano come difesa. Anche se se n'era accorta,
rimase atterrita nel vedere chi c'era dietro le sue spalle.
- Ehi, Paige! Calmati! - era Phoebe. Sopraggiungeva in quel momento dalla cucina
con un asciugamano in testa girato come un turbante arabo evidentemente si era
lavata i capelli.
- ACCIDENTI A TE, PHOEBE!!! - sbraitò Paige col cuore in gola. - Mi hai fatto
prendere un colpo! Perché diavolo non mi hai avvisata ? -
- La doccia si è rotta, e mi sono dovuta finire di lavare i capelli nel lavabo
della cucina. C'era aperta l'acqua e non ti ho sentita. -
- Argh… NON FARLO MAI PIU'!!! - urlò Paige, ancora arrabbiata e impaurita, in
tachicardia a causa del forte spavento di poco prima. - Comunque, ho trovato la
soluzione del rebus dei tarocchi. -
- Ah. E che hai scoperto ? - Phoebe andò diretta in bagno per asciugarsi i
capelli, seguita come un cagnolino dalla sorellina.
- Ho trovato un antico libro sulla lettura dei tarocchi, del quale ho fatto un
paio di fotocopie. Appena finisci di usare il phon te le darò da guardare.
Secondo lui, la disposizione che hanno assunto le carte indica una richiesta di
aiuto, e la persona che lo richiede dà delle indicazioni ai suoi soccorritori
per fargli capire che cosa succeda, oppure per dire chi sia il colpevole. Matto,
Diavolo e Giudizio. Questo non so che voglia dire. Ho preso un secondo libro, ma
ci devo lavorare sopra. -
- Ah, d'accordo. -
- Bene, ma dov'è Prue ? -
- Una decina di minuti fa è andata a letto. Mi ha detto che era stanchissima. Ma
tutto d'un tratto. Sembrava che andasse tutto bene, poi ha cominciato a
sbadigliare, come se fosse rimasta sveglia per tutta la notte. Non è strano ? -
- Non ci vedo nulla di anormale. Vado a vedere se dorme. -
- Attenta a non disturbarla. - si raccomandò Phoebe. Paige sbuffò infastidita,
poi si levò dallo stipite della porta, puntando poi verso la camera della
sorella maggiore. Bussò una volta delicatamente alla porta, ma non ottenne
alcuna risposta. Forse Prue dormiva già. Decise allora di provare a vedere se la
porta non fosse chiusa a chiave. abbassò la maniglia, poi spinse. Non trovando
alcuna resistenza né decise fermate, si rese conto che non aveva chiuso a
chiave. - Prue quando dorme chiude sempre la porta a chiave. - Pensò che forse
era uscita un attimo. Entrò in camera chiamando - Ti disturbo ? Prue ?… -
parlava piano, per non disturbare nel caso Prue dormisse. - Sei qui, sorellina ?
- nell'entrare, vide qualcuno che stava appena uscendo dalla finestra della
camera. Prue non era nel suo letto, che era ancora fatto, e non era neanche
nella stanza. Cercò di fermare lo sconosciuto come poteva, lanciandogli contro
una carta, ma non ottenne altro che ferire l'assalitore, già fuggito lontano
nella tempesta. La pioggia cadeva talmente fitta da non permettere la visuale.
Paige gridò alla cieca - Ehi bastardo! Dove credi di andare ?! TORNA INDIETRO!!!
- anche Paige si gettò all'inseguimento, ma il suo uomo era già salito sa di una
camionetta, dove un complice lo attendeva col motore acceso. Paige li seguì
correndo sotto la pioggia torrenziale, ma non riuscì a restargli dietro per
molto. Incespicò in mezzo alla strada, e non le rimase che un ultimo urlo in
mezzo alla strada. - TORNA QUI!!! - Urlo che si perse nel buio di quella serata
nera, ancora più scura per il diluvio che martoriava la strada.
Phoebe uscì di casa in quel momento, e diede una mano alla povera sorella. -
Paige che stavi facendo ? -
- Quella camionetta che è appena partita. Uno di quei due alla guida era nella
camera di Prue, ma lei non c'era. volevo seguirli e usare le mie carte, ma è
stato tutto inutile. - Paige pianse qualche lacrima, che si andò a mischiare con
le gocce d'acqua che le riempivano il volto.
- Adesso anche Prue non c'è più. Devi interrogare le tue carte e scoprire dove
sono. -
- Ora sapremo la verità, sorellina. Sono sicura che quelli che c'erano sulla
camionetta e quelli che hanno preso Piper siano la stessa persona. Un rapimento,
può capitare, ma due nella stessa famiglia e a pochissima distanza l'uno
dall'altro, non possono assolutamente essere due fatto non collegati. -
- Sei riuscita a vedere il numero di targa ? -
- Ma sei matta, Phoebe ? A momenti non riuscivo a vedere neppure la camionetta,
figurati. Forse ti posso dire il modello. Mi pareva fosse un Volkswagen, uno di
quei furgoni che usavano gli Hippy negli anni sessanta. -
- Solo questo ? Ammetto che non sono riuscita a vederti, quando sono uscita in
strada, ma devi aver visto qualcos'altro. -
- Era di un colore scuro, e tutti i fanali posteriori di destra rotti. -
Phoebe aveva già preso in mano la cornetta e stava facendo il numero della
polizia, mentre la sorella minore stava aumentando la sua concentrazione per
leggere le carte. Mischiò un'altra volta il mazzo e scelse tre carte, dopodiché
le dispose ordinatamente come aveva già fatto per richiamare Piper.
- Carte mie, ditemi e rivelatemi dov'è Prue Halliwell… Rivelatemelo e ditemelo,
mie carte… - era una nenia che avrebbe dovuto influenzare l'esito della
predizione.
Il fumo denso dell'incenso bruciato e delle candele aromatiche riempivano l'aria
e le conferivano un odore strano e pungente. - Carte, parlatemi… - continuò
Paige, ad occhi chiusi, mentre passava compieva con le mani degli ampi cerchi
sopra il piccolo triangolo - Rivelatemi il mistero. Ve lo chiede la vostra
signora. - Scoprì le carte. Di nuovo uscirono Matto, Giudizio e Diavolo, nella
stessa posizione della sua prima invocazione. <Accidenti… E' uscita ancora
quella terna.>
Phoebe tornò nel soggiorno, riferendo alla sorella quel che le avevano detto al
telefono - Hanno detto che provvederanno a fare un sopralluogo qui, e a farti
delle domande. Che stai facendo ? Hai trovato qualcosa ? -
- Certamente, ma non è nulla di nuovo. Ancora gli stessi tre simboli. Prendimi
il mio zaino, per favore. E' nel lavandino in acqua. Ho preso un libro che ci
potrebbe essere utile. -
- Va bene, te lo vado a prendere subito. - Phoebe prese lo zaino di Paige, una
piccola borsetta femminile fabbricata in pelle sintetica nera. Nel tornare,
Phoebe sentì uno strano fastidio alla pancia. Si mise una mano sul punto che le
doleva, ma non ci fece caso. Fece per fare un altro passo, ma una fitta tremenda
la privò di ogni forza, e lei cadde a terra in preda alle convulsioni.
- Phoebe!… - gridò Paige spazientita, non vedendo la sorella tornare, ed essendo
passati alcuni minuti da quando aveva formulato la richiesta. Era andata a
vedere dove si fosse cacciata la sorella.
Phoebe si ridestò e vide che la sorella le stava passando vicino proprio in
quell'istante ma non sembrava averla vista. Una suola dei suoi anfibi le sfiorò
per un pelo il volto. <Paige… Ma che ti è preso ? Non mi hai vista ? Paige!>
- Ma dove diavolo se n'è andata, quella ? Maledizione. E dire che lei è più
grande di me. Dovrebbe avere un po' più di sale in zucca rispetto a me. Ha
mollato qui lo zaino, e se n'è andata. -
<Ma che diavolo dici ? Perché non mi aiuti ad alzarmi ? E' come se non avessi
più né le braccia né le gambe. Anzi… Mi sento le gambe, ma è come se fossi monca
a tutte e due le braccia. Che mi è successo ?>
- Se la ripesco… Sparire in un momento del genere. -
<MA COME SPARIRE?!?! SONO QUI!!! Oh… Ma perché non mi senti ?!>
Phoebe non riusciva a capire cosa le stesse succedendo. Era rimasta svenuta per
qualche istante dopo la prima fitta, e nulla più. Come era possibile che sua
sorella non riuscisse a vederla ? Inoltre, le sembrava di essere ridotta alle
dimensioni di una palla da golf.
La polizia suonò alla porta di casa verso le dieci di sera. Paige aveva trovato
il significato quando si alzò per aprire. Si trovò davanti un agente di colore,
che le pareva essere l'amico delle sorelle. - Phoebe o qualcun altro è in casa ?
- le chiese, mostrandole il distintivo
- Non lo so… E' sparita l'altra notte. Anche lei. -
- Quindi, sei rimasta da sola ? Fammi entrare, per favore. -
- Entra pure. - lo invitò ad entrare. Lui dopo avere fatto appena due passi si
girò verso Paige, e le rivolse una domanda. - Allora, dimmi. Phoebe al telefono
mi ha detto che ti ha visto correre dietro ad una camionetta. Spiegami com'è
andata. -
Paige spiegò per filo e per segno a Morris quel che aveva fatto poco tempo
prima. - E questo è tutto. Non ho visto la targa perché non c'era, ma ho visto
che l'impianto dei fari di destra sul retro del furgone era tutto disfato. -
- Beh… Non è molto, ma potremo almeno fare qualche altra ricerca. Ti terrò
informata sugli svolgimenti. Ti ho disturbata, per caso ? -
- Lo chiedi tardi, amico. Sbaglio o stai per andartene ? -
- Hm… - sembrava esserci rimasto male, ma si giustificò - Tolgo il disturbo in
un attimo. Se torna Phoebe, avvisami. -
- Va bene. Contaci. - la pioggia non era ancora passata. Nell'andarsene, Morris
commentò - Che razza di tempo. -
Paige ripensò agli avvenimenti delle ultime ore. Un vero casino. Non aveva mai
dovuto far fronte a nulla del genere. Sola di nuovo. - E' una cosa schifosa. -
Trovò uno strano pupazzetto sul pavimento. - E questo che cos'e ? - lo prese in
mano. Era fatto come specie di pallina. Aveva soltanto due piccoli piedi, senza
braccia. La faccia non aveva né bocca né naso, ma solo due grandi occhi marrone
chiaro. Il corpo era rigonfio, ma in proporzione con la testa, con capelli veri.
- E' un pupazzetto. Guarda che strano. Ma chi potrebbe avere mai concepito una
cosa così di pessimo gusto ? -
<Pessimo gusto ? Paige!!! Sono io, non mi riconosci ?!>
- Hmm… - Paige aggrottò le sopracciglia. - Che strana energia magica. Mi sembra
di conoscerla. - stupita, ricollegò quel che aveva visto nella camera di Prue.Il
tizio che stava uscendo dalla porta teneva in mano un pupazzetto. Era Prue! Ora
tutto acquistava un senso, in quel momento. Quel pupazzetto che reggeva doveva
essere Phoebe. Aveva gli stessi vestiti di sua sorella, infatti. - Maledizione.
Hetfield. - risalì immediatamente a vari fatti accaduti in quella zona
nell'immediato passato. La scomparsa di molte persone dopo i suoi spettacoli non
poteva che essere causa sua. Il fatto era: Come faceva a trasformare le persone
in pupazzetti ? E se lo faceva, poteva attuare anche il procedimento inverso ?
END PART ONE
Breve Riassunto: Che cosa nascondono in realtà i pregevoli pupazzetti del mastro
burattinaio Kirk Hetfield (METALLICA RULZ!) ?
Data di composizione: 2/9/2001, ore 13: 54 –
Valutazione del contenuto: Adatto a tutti, senza distinzioni di età.
Indirizzo E-mail: themoonwaker@tin.it
Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di
proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie
Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling
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lucro.
MASTER OF PUPPETS di Sirius "Phoenix" Corr & MoonWalker
Paige passò la nottata in piedi, cercando soluzioni nel Libro delle Ombre. Per
questo si era addormentata sul pesante tomo, e ora stava dormendo stravolta.
Sentì il campanello suonare solo la terza volta. Si alzò lentamente, rintronata
ed intorpidita, guardò l'orologio, si stropicciò gli occhi e si avviò
traballante verso la porta d'entrata. Il suono si fece sempre più insistente e
prolungato. Paige intimò violentemente con un grido di aspettare, disse che
stava arrivando. - Un attimo!!! Arrivo, porca di quella Miseriaccia!!! -
Paige aprì di scatto la porta. Si trovò davanti un poliziotto, forse intimorito
dalla sua presenza. - Signorina Paige Halliwell ? -
- Sono io. Che c'è ? - rispose, di brutto. Si rese conto che doveva avere
l'aspetto di una leonessa coi capelli, quindi si diede una sistemata, passandosi
una mano fra i capelli, e poi ripeté la domanda, con maggiore gentilezza. - Cosa
desidera ? -
- Abbiamo bisogno di interrogarla, signorina. Se non le è di troppo disturbo
seguirmi, dovremmo porle qualche domanda. -
- No, nessuno problema. -
Impiegò un paio d'ore, immersa nel fumo di quella stanza. Lei aveva smesso di
fumare da quando era tornata nel mondo dei mortali. Tornò a casa, e ancora prima
di aprire tutto per cambiare aria, tornò sugli appunti estrapolati dal Libro
quella notte. Da quello che era riuscita a capire, il Mastro è una creatura
demoniaca che assorbe energia dagli esseri umani, ma solo quando sono sotto
forma di pupazzi. E' impossibile per lui resistere per più di tre ore senza
alimentarsi. Il problema vero è fargli mancare la sua fonte di nutrimento.
Tramuta persino i suoi avversari in dei pupazzi nel corso dei combattimenti.
Come si uccide ? La domanda che balenò nella semplice mente di Paige. Era una
semplice domanda, dalla risposta tutt'altro che facile.
- Come faccio a saperlo ? Non c'è scritto da nessuna parte. Sono rovinata. - si
accasciò sul volume in preda alla disperazione, strofinando la fronte contro una
pagina. Prese la bambolina di Phoebe e la strinse nella sua mano, carezzandole
col pollice i capelli. - Scusa, sorellina, ma non credo che stavolta riuscirò a
salvare te, Prue e Piper. - Aveva la testa appoggiata sul suo braccio destro
piegato, e guardava il pupazzo con sguardo perso e triste. Cominciò a lacrimare
da un solo occhio. - Non ti potrò salvare, stavolta… - e piombò di nuovo nel
sonno, dal quale si riprese ore dopo.
- Ooff… - Paige si riprese con una difficoltà estrema, quasi come se avesse i
postumi di una sbornia. Aveva la testa pesante e che le faceva male. -
Accidenti… - aveva ancora Phoebe stretta in mano. - Il Mastro… Sta venendo a
prendermi… Non posso farmi cogliere impreparata. - poi ebbe una specie di scossa
che le mozzò il respiro. Si mise le mani fra i capelli, stressata. - Ma che
cavolo sto dicendo ? Che sogno idiota. -
Andò in cucina a prepararsi un caffè. - Forse ho capito cosa posso fare per
liberarvi. Sarà solo un sogno, ma è pur sempre un inizio. Non credi ? - parlava
col pupazzetto, carezzandole la pancia rigonfia. Nonostante fosse enorme, non
pareva che fosse sproporzionata. - Tu manchi alla collezione di quel proco del
Mastro, e io vedrò di fare ciò che mi è possibile per farti mancare. Ti prometto
che non ci sarai. -
Il Mastro era visibilmente contrariato. Il suo aiutante non era riuscito a
prendere anche la terza delle streghe. Aveva captato una quarta aura molto più
maligna rispetto a quelle che aveva captato in precedenza. Era simile a quelle
dei due pupazzi delle streghe che possedeva, ma era notevolmente più cattiva. -
Credo proprio che sia il prossimo pezzo che acquisirò. L'energia delle streghe
fa sempre comodo, dopotutto. Questa è una missione semplice per te, non è vero,
Sean ? -
Il suo discepolo era inginocchiato davanti a lui con la testa bassa, sottomesso.
- Sì, signore. Stavolta non fallirò. Non mi è riuscito di prendere la terza
delle sorelle. Era protetta da una strega molto forte. Troppo per me. -
- Non tollererò altre deficienze, Sean. Se fallirai di nuovo, avrò un altro
pezzo alla mia infinita collezione. - accarezzò i pupazzi di Prue e Piper,
conciati come Phoebe.
Il discepolo deglutì difficilmente un groppo alla gola da paura, poi disse al
suo padrone, chinandosi ancora di più - Sarà fatto. Prenderò la terza strega e
trasformerò anche la quarta. -
- Ti costerà moltissime energie. Lo sai questo ? -
- Non mi tirerò indietro, Mastro. - e se ne andò. Il suo padrone prese i pupazzi
e li mise nella grande tasca anteriore del suo camice da lavoro, poi bofonchiò a
voce bassa - Dirai tutto, lo so. Ma non voglio farmi cogliere impreparato con
quella streghetta da quattro soldi. - tornò dentro il suo camper.
Il suo discepolo tornò indietro ancora più in fretta di quanto pensasse. - Hai
fato presto. Allora, dov'è la strega ? -
- Ho dovuto ucciderla. Si e' rivoltata. Ma il suo potere non era un gran che. Ho
ritrovato il pupazzetto di Phoebe. Eccolo. -
- Capisco. E' un vero peccato. Sarebbe servita come energia supplementare.
Vieni, portiamola nella sala di conversione. -
Entrarono nella sala, dove il Mastro teneva tutte le persone trasformate. Era
una collezione incredibile. Decine di scaffali all'interno del carrozzone erano
pieni di strani pupazzetti. - Bene, ora. Si dia inizio alla trasformazione. -
- Non così in fretta, amico. - Il suo discepolo lo bloccò alle spalle e gli
puntò un coltello da cucina alla gola. - Ora sei alla fine, mago da strapazzo.
Adesso rompi l'incantesimo oppure ti torturerò fino a che non lo farai. -
- Adesso ho capito il tuo piano. Non sei… - Paige gli strinse il collo
ritornando con il suo aspetto - Non mi interessa se hai capito chi sono. Libera
tutti. -
- Non… Posso farlo. - Paige schiacciò la gola all'uomo, troncandogli quasi il
respiro.
- Come sarebbe non puoi ?! Tu non vuoi!!! -
- Capisci al volo. -
- La mia pazienza sta per terminare. - gli infilò il coltello nella gamba.
Quando si arrabbiava, Paige era veramente una iena. Non lasciò al Mastro nemmeno
il tempo di abbassarsi per la mancanza di un appoggio. - Inverti l'incantesimo.
Se non sei in grado di farlo tu, vorrà dire che lo farò io! -
- Non potrà più farlo nessuno. Solo Dio potrebbe salvarli. -
- Mi stai seccando. O ti decidi, o ti taglio in due. Se ti preme la pellaccia,
accontentami. -
- D'accordo. - il vecchio Mastro aveva finalmente ceduto. Ma Paige non era una
stupida o una sprovveduta. Gli tenne sempre il coltello nella schiena. - Fai un
solo scherzo e ti ritrovi il cuore tagliato in due, amico. -
- D'accordo. - il Mastro fece tutto quello che Paige gli ordinava di fare. -
Ecco fatto. Entro tre giorno torneranno normali. -
- Grazie, amico. Tuttavia, ho deciso che è meglio per tutti toglierti di mezzo.
-
- Sapevo che di te non ci si poteva fidare. -
- Non te la prendere. Non credo proprio che tu avresti fatto altro, al mio
posto. Bye bye, amico. -
Il Mastro si divincolò con una facilità sorprendente, lasciando Paige allibita e
incapace di capire cosa stesse accadendo. una spina le entrò nel fianco della
coscia. Capì dove fosse il Mastro e si girò di conseguenza. Era abbastanza dura
da estrarsi da sola l'ago. Anzi, un chiodo da legno. Si accorse che c'era un
liquido azzurrognolo versato sopra. Non ci fece caso, sulle prime. Si limitò
solo ad insultare il suo avversario. - Bastardo! Mi hai rotto i pantaloni. Era
il mio paio preferito. Me la Paghi! - si fermò immediatamente. Sentiva che
qualcosa non andava per niente, dentro di lei. Si sentiva scoppiare il cuore, ma
non nel senso solito del termine. Era come se si stesse gonfiando a dismisura.
Doveva essere l'effetto del liquido. Stava malissimo.
- Non pensavo fossi così dura. Pazienza. Non ti rimane molto da vivere. Alla
fine della tua strada hai trovato un burrone e ci sei caduta dentro. Non
soffrirai, non preoccuparti. -
- Non c'è alcun problema. - Paige si rimise in piedi a fatica, ma il suo sforzo
fu tutto inutile, perché ripiombò a terra senza forze.
Passò molto tempo, e la poveraccia non si riprese per niente. Il Mastro l'aveva
lasciata lì senza nemmeno prenderla con sé. Commentò a voce bassa che ormai era
inutilizzabile da morta. Ci avrebbero pensato le sue essenze a corrodere il
corpo. Ci stavano mettendo troppo tempo. Paige però mosse una mano. La avvicinò
al corpo, per tirarsi in piedi. Lentamente, ansimando, riassunse una posizione
eretta. Diede un occhiata in giro, poi si toccò la ferita al fianco che le
faceva ancora male. - Se ti prendo te la faccio pagare, brutto porco. - cercò di
fare un grossolano tampone con un fazzoletto pulito. Non era gran che, ma almeno
assorbiva un pochino di sangue. Andò immediatamente in cerca delle bamboline che
le interessavano. Le trovò dopo qualche istante di ricerca, e se le infilò in
tasca. - Missione compiuta. Adesso pensiamo a te, vecchiaccio malefico. -
Prese una bottiglietta di succo di frutta con all'interno un liquido rossiccio e
andò in cerca della sua preda.
Il vecchio era assorto in profonda meditazione dentro la sua camera privata,
alla quale era proibito l'accesso a chiunque. La stanza era piena di vapori
d'incenso, rinomati per la loro funzione magica sin dai tempi più antichi. I
livelli di saturazione erano estremi, e chiunque non fosse abituato si sarebbe
subito sentito male.
Paige vi entrò, irrompendo come un ciclone. - Stavolta sei finito. - rimase per
un attimo colpita dall'odore pungente.
- Mi sorprende che tu sia ancora in vita, strega. Come hai fatto ? -
- Il tuo seguace è debole. Mi ha detto tutto su di te. -
- Ah, bene… Ma ora, devi sparire. Strega tu sei la mia prossima vittima. Ti farò
un po’ male, visto che non hai mai assistito ad un mio spettacolo. - alzò una
mano e la puntò contro la strega. Paige si sentì quasi morire. Le sembrava che
avesse una creatura che cercava di uscirle dalla pancia. Si stava abbassando
sempre di più, mentre la sua pancia si stava gonfiando, le sue braccia si
accorciavano sempre di più, e sentiva di non respirare più correttamente. Non
aveva più altro tempo, prima di diventare una bambolina di pezza. Lanciò il
pugnale approfittando del fatto che il maestro era assorto nella trasformazione,
era quello l’unico momento buono per colpirlo. La lama entrò dentro al cuore del
demone, causando la distruzione dell’organo e del suo proprietario. Paige tornò
normale in pochissimo tempo.
- Ti devo proprio ringraziare, Paige. - le disse Phoebe, mentre entrambe
guardavano la televisione, stravaccate sul divano della sala. Si stavano
gustando delle patatine e delle bibite fresche.
- Per cosa ? - chiese Paige, assorta nella visione del film.
- Come per cosa ?! Per averci salvate, no ? -
- Sciocchezze. E cos’avrei dovuto fare, secondo te ? Farvi rimanere dei
pupazzetti ? -
- Non mi piaci modesta, Paige. -
Piper uscì, lasciando delle disposizioni precise da seguire - Mi raccomando,
ragazze. Spegnete tutto quando ve ne andate a dormire. -
- Dove ti porta oggi Leo ? C’è uno spettacolo di burattini, stasera. -
- MA NON CI PENSO NEMMENO!!! – ci urlò, uscendo.
Paige sghignazzò. Bevve un goccio della sua bevanda, poi mi disse - Hai visto
perché odio i burattini ? -
Brindarono silenziosamente, e Phoebe capì di potersi fidare anche della sua
sorella minore.
Scritto da Sirius
"Phoenix" Corr e MoonWalker