Streghe Italia Fan Fiction

LA PALLA PAZZA


Breve riassunto: Un piccolo demone di classe FREAK in grado di trasformarsi in una palla minaccia di mettere ko il Trio grazie alla sua invincibilità.

Data di composizione: 1/6/2002 – 11/9/2002

Valutazione del contenuto: Adatto a tutti, senza distinzioni di età.

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro.


Alla televisione Phoebe stava guardando la radiocronaca di una partita di basket. Il commentatore sembrava andare in estasi ad ogni canestro, sia dell’una che dell’altra squadra. Nonostante lo trovasse irritante, non aveva voglia di cambiare canale, travolta da un’ondata di pigrizia. Nel guardare la partita, si ricordò dei tempi andati quando giocava a pallacanestro al liceo come playmaker. E si ricordava di non essere affatto male. Era famosa per i suoi tiri da 7 metri e 6, tanto che si era guadagnata il nomignolo prematuro di “Phoebe la Strega”. Era da molto tempo che non si dedicava ad altro che alle arti marziali, avrebbe voluto per una volta cambiare genere, ora che non c‘era più necessità dei loro servizi come streghe.
Paige ritornò dalla cantina reggendo un grosso scatolone rotto in più punti, dall’aria più che cedevole. - Dammi una mano, Phoebe. -
La giovane si alzò dal divano e corse in aiuto della sorella - Cos’è? Vuoi rimettere a posto la soffitta? -
- E’ piena di cianfrusaglie, di cui faremmo benissimo a meno. -
- Non sono cianfrusaglie. - la rimbeccò Phoebe - Sono delle cose con una storia alle spalle. - aprì uno dei lembi dello scatolone, sbirciando al suo interno. Trovò molti vecchi libri e quaderni sgualciti, ingialliti dal tempo e corrosi dalla polvere impietosa - Queste sono le mie cose di quando andavo a scuola. - prese uno dei vecchi quaderni, dov’era scritto in pennarello nero “MATHS”, matematica. Scorse le pagine, facendosi travolgere dai ricordi. Ogni pagina le faceva ripercorrere una pagina della sua storia. Paige aiutò a togliere gli oggetti dall’imballaggio, e fra le altre cose, trovò un vecchio e ruvido pallone da basket.
- Guarda qui. - disse, mostrandoglielo - Giocavi a basket? -
- Ci stavo gusto pensando poco fa, a questa palla. - prese il pallone e iniziò a farlo rimbalzare, sollevando una nuvola di sporcizia e polvere. Paige trovò un quaderno farcito di ritagli di un giornale scolastico di un liceo di San Francisco. Forse era proprio quello dell’istituto di Phoebe. Su di uno degli stralci si poteva leggere “Strega e le sue magie - e poi l’occhiello - Le Sparks sul 2-1”.
- E’ il pallone che la nonna mi ha regalato quando ho iniziato a giocare. Ricordo che passavo i pomeriggi al parco a correre e palleggiare. Ci perdevo le giornate. -
- Scommetto che avevi problemi con lo studio. -
- IO mi allenavo nei momenti liberi. IO prima studiavo poi mi allenavo. - nel discorso di Phoebe si notava la vena sarcastica ispirata dall’insinuazione della sorella.
Piper entrò in casa proprio in quel momento insieme a Leo - Ma cos’è quest’odore di polvere? - adocchiò immediatamente il pallone che reggeva in mano Phoebe - Dove l’ hai pescato quello? -
- E’ il pallone che mi ha regalato la nonna. Rimbalza ancora bene. -
- Fammi il piacere, se voi tenerlo, almeno lavalo. Puzza come una pattumiera. -
- Ci mancherebbe che tu voglia buttarmelo. Lo raggiungeresti. Ti va di fare un uno contro uno sul vialetto, Paige? -
Paige accettò di buon grado - Va bene. Vengo con te.
- Una partita di basket sul vialetto? - domandò confusa Piper, considerando seriamente il fatto che Phoebe avesse qualche rotella fuori posto.

Nico era chiamato “Palla Pazza”, per via quel suo potere stranissimo. Girando vorticosamente su se stesso, era in grado di trasformarsi appunto in una palla, e durante quello stadio, che poteva mantenere fin quando voleva, era completamente invincibile e del tutto inarrestabile.
Soltanto che era un demone di classe Freak, scacciato ed evitato come una peste persino dai demoni maggiori, costretto a portare scompiglio fra gli umani, ed ugualmente evitato. Per sopravvivere uccideva chiunque gli capitasse a tiro. Bastava che toccasse o soltanto sfiorasse la pelle di una persona, perché le succhiasse tutte le energie, riducendole all’istante come degli stracci ambulanti.
La sua situazione non gli piaceva affatto. Era degradante venire trattato peggio di una crosta, bistrattato e umiliato senza alcuna ragione. Studiò a lungo un piano per potersi riscattare nella Gerarchia e ottenere così un rispetto a lungo sognato, e giunse finalmente alla soluzione, l’unica in grado di dare alla sua vita un salto di qualità immenso: eliminare fisicamente le tre sorelle Halliwell. Doveva soltanto aspettare il momento opportuno, e per questo stava studiando i loro movimenti. Se avevano eliminato la fonte di tutti i Mali, era una missione quasi impossibile, ma non del tutto, e questo a lui bastava per rischiare un’azione radicale.

Le minori delle sorelle avevano improvvisato un incontro di basket individuale, uno contro uno. Con il vialetto come campo e un grosso bidone come canestro. Con la palla lavata e rimessa a nuovo, tutto era pronto per la sfida. Principalmente, si stavano confrontando senza che una delle due prevalesse sull’altra. Phoebe era guardinga e ragionatrice, Paige lunga e senza evidenti punti deboli. Phoebe fintò un tiro, costringendo Paige a saltare, così lei poté avvicinarsi il cestino indisturbata, almeno finché Paige, capito l’inganno, non ricorse in copertura, veloce come un fulmine. Colse di sorpresa la sorella, e le rubò palla con mestiere. Lasciò Phoebe per strada, e schiacciò la palla nel cestino - Ehi - si lamentò Phoebe - Hai fatto “passi”! -
- No, no. Ti sbagli. Ho fatto due passi e poi ho schiacciato nell’anello. La rimessa è tua. - disse, attuando un passaggio a due mani per la sorella. Phoebe riprese con grinta il gioco, mettendosi in direzione del cestino, e ritrovandosi Paige davanti. Palleggiò, passando il pallone fra le gambe, compì un giro su sé stessa, scaricando la palla dietro la schiena, e mandando Paige a farfalle, siglando il due a due.
- Però. Te la cavi con le finte. -
- Mettimi alla prova in difesa adesso, signorina. - disse ridando palla alla sorella. Paige era in attacco, e si trovò di fronte Phoebe, che la tenne sotto strettissima sorveglianza. Paige ebbe un guizzo di furbizia, e tentò il tiro dalla lunga distanza, riuscendo dove Phoebe aveva fallito: mandare fuori causa il marcatore e segnare, con un tiro da tre punti, a quanto deciso da Phoebe. - Ah, ah! Questa non te l’aspettavi, vero? - ridacchiò.
- Non fare tanto il galletto, adesso. Non ho ancora speso tutte le mie energie! - Phoebe se ne andò via in dribbling, subito incalzato dalla sorella, contrastata con la viva forza. Non riusciva a passare. Avrebbe mandato al tappeto la sorella, se avesse voluto fare sul serio, ma non aveva intenzione di farle male. Decise il tocco d'astuzia. Impresse una forte spinta alla palla, facendole compiere uno strano rimbalzo, che mise fuori causa Paige. Phoebe recuperò miracolosamente la palla e la lanciò immediatamente a canestro, ma quella non ne volle sapere di entrare, e rimbalzò sul bordo del bidone, rimbalzando e finendo molto vicina al naso di Piper, che stava uscendo proprio in quel momento per dare una notizia a Phoebe. Colta di sorpresa, la strega bloccò la palla prima che la colpisse. - Phoebe! Paige! In casa! Adesso anche a giocare a pallacanestro nel vialetto vi mettete. - poi, dopo essersi calmata, riferì a Phoebe - Al telefono. Dicono che è urgente. Un certo Federico. -
- Oh, Federico! E' vero. Mi spiace, Paige. Riprenderemo un'altra volta. -
- Ti sei salvata dall'umiliazione. -
- E' solo perché sono fuori allenamento!… - ribadì Phoebe, entrando in casa di corsa.
- Perché non fai una partita tu, Piper? - la invitò.
- Scherzi? Non so nemmeno palleggiare.Continua da sola, se vuoi, ma guai a te se finisce nei vetri. -
- Non ti preoccupare sorellina. - la rassicurò Paige, prendendo il pallone congelato a mezz’aria con entrambe le mani - Non farò danni. -
- Lo spero. - disse cupa, ritornando in casa.
- Che donna di poca fede. - commentò fra i denti, prendendo a far rimbalzare a terra la sfera. Finse di commentare un tiro libero. - Paige Matthews costringe al fallo l'avversaria, e va in lunetta. Ultimo minuto, la folla strepita, la tensione è alle stelle. La playmaker del San Francisco si appresta al tiro. Effettua il gancio… - eseguì il tiro con tecnica ineccepibile, ma mandò lo stesso la palla sul bordo sinistro del contenitore - Allenamento extra in settimana… - concluse il commento, andando a riprendere la palla finita fra i cespugli.

Tante volte erano state distrutte, le finestre di casa Halliwell, ma mai da pallonate o altro. Sempre e solo da demoni. Era sempre stato così, ed era una cosa che a Piper dava un tremendo fastidio. Oltre che per la spesa, il fastidio di avere lavoranti in casa, di non avere più una porta che le tenesse più al sicuro. Piper era in cucina, quando udì quel fracasso di vetri infranti. Ringhiò il nome della sorella minore, andando minacciosa alla porta. Sapeva già cosa l'attendeva, ma lo spettacolo fu lo stesso agghiacciante. Uno dei vetri della porta completamente fracassato. Non vedeva il pallone, ma era più che certa che Paige aveva sbagliato mira. Aprì la porta di scatto, e non vide più la sorella minore. La chiamò, furente. Paige rispose, uscendo con la palla in mano dai cespugli - Che c'è, sorellina? -
- Ma… Hai il pallone in mano? - domandò Piper, confusa - Ma non hai rotto tu il vetro? -
- No. Mi è finita la palla fra i cespugli e non la trovavo più. -
- E allora chi è che ha rotto il vetro della porta? -
Paige alzò le spalle, senza risposte valide - Non lo so. -
Senza preavviso, Piper fu violentemente colpita alla schiena da qualcosa di simile ad una palla.
Paige accorse in aiuto della sorella, dandole una mano a rialzarsi - Come ti senti, sorellina? -
Piper riprese la posizione eretta faticosamente, tenendo la mano sinistra fra le scapole, dov’era stata colpita - Che diavolo era? -
- La stessa cosa che ha rotto il vetro, presumo. -
Il demone-palla riprese ad attaccarle, ma non colpendole di proposito. Rimbalzò furiosamente come una pallina di caucciù impazzita da una parte all’altra del vialetto.
Paige prese la sorella per il polso e la trascinò velocemente in casa.
Avendole viste battere in ritirata, il piccolo demone sospese momentaneamente il suo attacco, ridacchiando compiaciuto. Sarebbe ritornato all’attacco, ma solo quando le tre streghe si sarebbero ritrovate in un solo posto, così da poterle eliminare col minimo della fatica.

Le due sorelle ritornarono in casa frettolosamente, sfuggendo all’attacco e cercando di raccapezzarsi - Che cosa diavolo era quello? - domandò ancora Piper.
- Non lo so. - rispose Paige, accaldata - Sembrava una palla. -
- Giuro che questa è nuova. - chiosò la sorella maggiore, confusa - Comunque, non perdiamo tempo. Cerchiamo questo demone-palla sul libro delle Ombre. -

- Demone di classe Freak - spiegò Piper, leggendo ad alta voce dal Libro - In grado di mutare il proprio corpo in una sfera rotante. Durante la sua trasformazione è invulnerabile. La migliore tattica è coprirsi completamente con tessuto pesante, poiché è in grado di assorbire energia solamente attraverso la pelle umana. -
- Con questo caldo… - commentò sconsolata Paige.
- Non farai la schizzinosa adesso, spero. -
- No, ma è una vera sfortuna. -
- Allegria a voi, sorelline. - disse Phoebe, a quanto pare al settimo cielo. La sorella di mezzo entrò in casa, abbracciando e baciando sulle guance le sorelle - Che ti succede? Non mi davi baci sulla guancia da quando eravamo bambine. -
- E adesso credo sia il momento meno opportuno. - rincarò la dose Paige.
Phoebe adocchiò il libro aperto, e intuì il peggio - Qualcosa di grave? -
- Qualcosa di problematico. - puntualizzò Piper.
- Abbiamo un demone che uccide al solo contatto con la pelle. E’ come una sorta di palla umana. -
- E’ un freak, giusto? - domandò Phoebe, appendendo la sua giacca.
Piper annuì con un breve cenno del capo - Stiamo studiando un piano per eliminarlo. Per ora, tiriamo fuori i giacconi pesanti, sciarpe e occhiali da sci. -
- Con questo caldo? - ribatté Phoebe.
Piper la prese decisa per un braccio, trascinandola in soffitta - Non è il momento di fare la schifiltosa, adesso! -
- Ahia, lasciami il braccio, mi fai male… -

Piper e Phoebe rovistarono nel vecchio baule che tenevano in soffitta, per tenere i vestiti poco usati. Un forte odore di canfora antitarme investì le due streghe, che si ritrassero infastidite. Piper si avvicinò, cercando di farsi aria con una mano - Che odore disgustoso. Ti ricordi se erano qui le tute di quando andavamo in montagna? -
- Io non mi ricordo di averle usate più per sei anni. Chissà se ci entriamo ancora. -
- Speriamo. Io non me la sento di uscire in strada con quello scalmanato di demone fuori dalla porta pronto a falciarci appena proviamo a mettere il naso fuori dalla porta. -
Phoebe si misurò ad occhio nudo la tuta da sci imbottita. Si disse che con quel caldo, sarebbe stata una vera pazzia, ma non si poteva fare altrimenti. Si sperò di non sudare troppo, altrimenti dove non erano riusciti i demoni in quattro anni, sarebbe riuscita in due settimane una polmonite.
- Speriamo di non buscarci qualche malanno. -
- A te spetta quella di Prue, sorellina. -
- Accidenti, che onore. - Paige studiò attentamente la tuta, giudicandola però troppo corta - Non è troppo ristretta per me? -
- Sciocchezze. Quello in cui difetti in larghezza, lo riempi in lunghezza. -
- Spero tu abbia ragione. -
- Qui ci sono i guanti. - annunciò Phoebe, porgendoli alle sorelle.

Leo apparve in casa, orbitando. Chiamò Piper, poi Phoebe e alla fine Paige. Le tre sorelle, impacciate nei movimenti dalle tute imbottite, scesero le scale, salutando l’angelo bianco.
- Cosa ci fate conciate in quel modo in agosto? -
- Un bastardello di demone vorrebbe farci fuori toccandoci. Per ovviare all’inconveniente, ci siamo vestite pesanti. -
- Non potrete resistere all’infinito. E poi il demone potrebbe anche attaccarvi mentre siete in casa. -
- Non c’è problema. - intervenne Phoebe - Conciate in questo modo, avremo abbastanza tempo per pronunciare un incantesimo e liberarcene del tutto. -
- Io non ne sarei così sicuro. Ero venuto a cercarvi appunto per quello, per dirvi che durante la detenzione nel nulla è riuscito non so come ad apprendere una tecnica che lo rende veramente invincibile. -
Le certezze delle tre sorelle vennero spazzate via in un’unica corrente. - Come sarebbe? Di che tecnica parli? -
- Si chiama Pelle Vetrata, gli permette di squarciare vestiti e protezioni. Per bloccarla dovreste usare delle armature. -
- Armature. - ripeté sconsolata Piper, vista l’inutilità di quell’abbigliamento, Piper se lo tolse con gesti lenti.
- Quello che penso è che dovreste cercare qualcosa che elimini prima questa tecnica. Non è detto che le tute da sci non vi diano un vantaggio per batterlo. -
- Lo scopriremo solo provando. -

Il demone decise di provare ad attaccarle quella notte. Pur essendo streghe quasi imbattibili, non erano di certo immuni al dolce richiamo del sonno. Forse avrebbero montato a turno la guardia, ma questo non importava. Le sue rotazioni avrebbero fatto in modo che i loro poteri gli scivolassero addosso, come avrebbero fatto sulla pelle di un’anguilla.
Phoebe si versò altro caffè. Il suo turno di guardia era soltanto all’inizio. Per proteggersi meglio, Leo aveva consigliato di dormire tutte in salotto, con una delle tre sveglia. Era il metodo migliore per evitare gli attacchi di Palla Pazza.
Phoebe sbadigliò, coprendosi la bocca con una mano, poi trangugiò avidamente l’intera tazza di caffè. Osservò nella pallida luce della luna le sue sorelle dormire profondamente, e sospirò con una punta d’invidia. Perlomeno, avrebbe avuto un po’ di tempo per lavorare al suo nuovo articolo che avrebbe dovuto consegnare al giornale. Phoebe si levò gli occhiali e si massaggiò gli occhi, arrossati dalla luminosità dello schermo e dalla poca illuminazione del resto della sala. Phoebe rilesse a mezza voce l’ultimo paragrado che aveva scritto, e si mise immediatamente a fare delle correzioni. Uno sbadiglio la prese di nuovo alla sprovvista, salendole dal petto - Accidenti. Sono solo le due del mattino e devo ancora stare sveglia per due ore. Mi chiedo come farò. -
Leo apparve dall’oscurità, allarmando Phoebe, la quale però si calmò, una volta compresa la situazione.
- Come andiamo? - domandò l’angelo bianco.
- Credo che cascherò dal sonno se resto ancora sveglia. Non ho mai fatto le ore piccole. -
- Non preoccuparti. - le disse, gentile - Adesso puoi anche addormentarti. Sono riuscito ad avere un buco libero di alcune ore, e ho deciso di impiegarlo dandovi una mano. -
- Oh, grazie, Leo. - esclamò Phoebe, sollevata - Sei un cognato meraviglioso. -
Phoebe si sedette sulla poltrona di canapa del soggiorno, distese le gambe sul tavolino basso e si lasciò abbracciare dal torpido abbraccio di Morfeo.

Erano le quattro del mattino, come diceva la vecchia pendola del soggiorno, ma Leo non si sentiva minimamente stanco. Da quando era morto, per colpa di quella maledetta granata, non aveva mai sentito il bisogno di mettersi a letto per recuperare le energie. Facendo un rapido conto, non chiudeva occhio da ben 62 anni.
La situazione era ancora tranquilla. Il demone non aveva ancora attaccato, e questo era molto strano. Forse li stava osservando, e non aspettava altro che la sentinella si distraesse per poter attaccare. Leo non si fidava, e come avrebbe potuto, visto che si trattava di un demone?

Palla Pazza pensava che sarebbe stato facile attaccarle nel sonno, visto che la giovane donna che stava di vedetta cominciava a mostrare segni evidenti di sonnolenza. Quel dannato angelo bianco sconvolgeva i suoi piani. Come fare ora che le tre potevano contare su di un alleato sempre vigile? Non c’era dubbio, doveva gire deprima che il momento opportuno potesse passare.
Leo prese una sedia, e vi si sedette. Le gambe iniziavano a fargli male, e come se non bastasse, la preoccupazione iniziava a farsi palpabile. Quando avrebbe attaccato, stavolta?
Per un attimo, guardando le tre sorelle dormire, Leo pensò a come sembrassero inoffensive, mentre dormivano. Tre giovani donne all’apparenza come tante, eppure tanto potenti da poter conquistare il mondo, se solo avessero voluto.
Ma per fortuna, i poteri loro e del loro libro, seppure avessero più volte subito dei bruschi cambiamenti di direzione, erano sempre al servizio della luce.
Leo sospirò, annoiato. Sfortunatamente per lui, avrebbe dovuto passare molte altre ore, prima di fare qualcosa d’interessante. Per un attimo abbassò la guardia, levando lo sguardo dalle tre sorelle, e Palla Pazza approfittò di quell’unico attimo per poter attaccare l’angelo bianco. La Rotazione sfondò lo schienale della sedia, e colpì Leo alla schiena. L’angelo bianco avvertì un dolore simile al colpo di una mazza metallica. Il suo urlo fu un campanello d’allarme che allarmò all’istante le tre sorelle. Piper e Paige scattarono in piedi, e accesero le loro torce.
- Leo! - strillò sgomenta Piper, vedendo il corpo del marito a terra, col lato posteriore della camicia di flanella strappato e sporco di sangue - Paige! Phoebe! Il demone è qui! -
- Sì, ma dove?! - replicò Paige, guardandosi attorno nell’oscurità. Phoebe arrivò all’interruttore e accese la luce in salotto. Il demone era ancora da qualche parte, e voleva giocare con loro al gatto col topo. Phoebe controllò il battito cardiaco di Leo premendo l’indice contro la giugulare. - E’ ancora vivo. - disse, rassicurando Piper.
Le tre sorelle fecero quadrato intorno all’angelo bianco, intenzionate a proteggere prima lui, e poi loro stesse.
- Piper! Che facciamo, adesso? - domandò Paige. Il timore per l’attacco del demone aumentava man mano che il tempo passava. Aveva già affrontato molte creature demoniache, ma il fatto che questa potesse essere troppo anche per loro la spaventava a morte.
- Non lo so. Per ora teniamo gli occhi aperti. Phoebe! Hai preparato l’incantesimo? -
- Non trovo più il foglio, sorellina. L’avevo qui, ma ora non lo trovo. -
- Che cosa? - strillò Piper, scansando un attaccò del demone-palla, che dopo un rimbalzo sulla parete nord arrivò quasi a prendere il fianco di Paige. Con la sua sortita ottenne solamente di procurare uno strappo alla maglietta rossa di Paige.
- Ehi! Questa era la mia maglietta fortunata! - obiettò Paige.
- Ma non mi dire… - la offese il demone, rimbalzando ancora una volta. Il suo attacco stavolta fu indirizzato verso il soffitto, in modo che potesse indurre una delle tre a sacrificarsi per salvare la vita del loro angelo bianco, vero punto debole del gruppo.
Piper riuscì ad intuire le sue intenzioni, e decisa a salvare la vita di suo marito volle prendere con tutte e due le mani Palla Pazza. Forse si rendeva conto del rischio che correva, ma non di certo che sarebbe stato del tutto inutile per il loro scopo.
Fu Cole, armato di uno spesso vassoio d’argento, a salvare la vita alla giovane strega.
- Cole? - domandò confusa Piper, non aspettandosi di veder comparire proprio lui.
- Che c’è? Sorprese? -
- Ma che sorpresa… - sibilò Palla Pazza, indolenzito dalla tremenda botta di Cole - Ci sei anche tu, ex-Sorgente. Pensavo ti avessero sconfitto. -
- Pensavi male, come puoi ben vedere. -
- Va bene, allora. - sogghignò, riprendendo a roteare - Salirò ancora di più nella Gerarchia se eliminerò anche te! -
Cole spiegò il suo piano alle sorelle - Phoebe! Tu riprendi l’incantesimo, mentre io cerco di tenerlo a bada. -
Phoebe tornò a cercare nelle tasche dei suoi vestiti quel piccolo foglio di carta sul quale era scritta la formula che avrebbe potuto distruggere quel demone. Non sapeva se avrebbe fatto effetto, ma era pur sempre meglio che morire senza aver provato ogni risorsa disponibile. Con sollievo, si accorse di averlo ritrovato. Invitò concitatamente le sue sorelle a leggere le rime scritte in stampatello, mentre Cole soccombeva pian piano agli attacchi sempre più serrati di Palla Pazza. D’un tratto, la potenza del demone Freak esplose, e Cole fu sbalzato via con impeto. Nonostante se ne fosse accorta, Phoebe continuò nella sua lettura.

Pallida Ecate che notte e magia governi,
Prendi con te questo nero spettro
Percuotilo col tuo scettro,
Fai che soffra più di mille inferni.

L’incantesimo non ebbe alcun effetto, e Palla Pazza costrinse le sue sorelle ad una rocambolesca ritirata. Paige prese le sue sorelle per mano e toccò Leo. Tutti e quattro scomparirono senza lasciare traccia, lasciando il demone spaesato. Smise di roteare. Non aveva mai visto quella tecnica. Era stato poco attento nello studio dei movimenti delle Halliwell. Dedusse che il potere della sorella più alta poteva essere usato anche sugli esseri viventi, oltre che sugli oggetti.
Paige e le sue sorelle riapparvero giusto alle spalle del demone, che preso alla sprovvista non ebbe il tempo di roteare.
- Adesso, Piper! Fallo esplodere! - urlò Paige.
- Con immenso piacere. - disse cupa Piper, alzando le mani.
Sorprendentemente, il demone non subì l’effetto sperato dalle tre. Sembrò soltanto spinto all’indietro da una forza invisibile, nulla più.
- Perché non è esploso? – balbettò Phoebe.
- Non lo so. Forse sono troppo nervosa. -
- Questa me la paghi, strega! - ringhiò il demone, preparandosi ad un’altra rotazione, quella decisiva. Prese una sorta di rincorsa curvando le spalle, come se per roteare dovesse prima girare sul proprio asse verticale. Fu lì che Cole lo afferrò, bloccandolo ed impedendogli di muoversi.
- E’ questo il momento per pronunciare l’incantesimo! - disse loro.
Phoebe aprì di nuovo il foglio, e insieme alle sue due sorelle pronunciò le parole giuste, quando il demone non era più invincibile.

Pallida Ecate che notte e magia governi,
Prendi con te questo nero spettro
Percuotilo col tuo scettro,
Fai che soffra più di mille inferni.

Subito dopo che le tre sorelle ebbero pronunciato l’invocazione, Cole mollò la presa sul piccolo demone, che prese immediatamente a stare male. Il suo corpo si distorse, diventando rosso, come se una palla di fuoco stesse nascendo dentro di lui. Pochi istanti dopo esplose, investendo Cole con un’onda di fuoco.
Phoebe lasciò il cerchio e corse dal suo uomo. – Cole, tesoro. Come ti senti? Stai bene? -
- Allora? - disse, abbozzando un sorriso nonostante il dolore - Vuoi ancora il divorzio? -
Phoebe sorrise, abbracciò Cole, stringendolo forte - No, levatelo dalla testa. Non ti libererai mai di me. -
- Ne sono felice. -
Paige, scampato il pericolo, domandò sarcastica – Percuotilo col tuo scettro? - in riferimento allo strano testo dell’incantesimo di Phoebe.
- Ero a corto di idee. - si giustificò Phoebe.

Il giorno dopo, tutto era tornato alla normalità, compresi i vetri della porta, riparati da Leo a tempo di record. L’angelo bianco era ancora vivo grazie allo schienale della sedia. Se fosse stato in piedi, di sicuro il demone l’avrebbe fatto fuori senza fatica.
- Sei sempre stato un mago nelle riparazioni, Leo. - si complimentò Piper.
- Cerco di dare una mano. - disse, con un sorriso.
- Sperando che le due pazze là fuori se ne stiano buone. -
Phoebe e Paige stavano ancora giocando a basket sul vialetto. Phoebe in attacco, Paige in difesa del bidone. Stavolta la più giovane delle sorelle era molto più solida della prima partita, e Phoebe trovava difficile andare a canestro - Sei in difficoltà, eh sorellina? -
- Assolutamente no. - Phoebe fintò il tiro, aspettando che Paige saltasse per stoppare la palla. Paige abboccò alla finta e saltò, lasciando uno spiraglio per farla passare. Phoebe ne approfittò, ma Paige scattò come una molla verso il bidone, contrastando una Phoebe spiazzata, alla quale fu molto semplice rubare palla, ritornare nella sua parte di campo e schiacciarla nel bidone.
- Accidenti a te, Paige. Mi ha lasciata di stucco. Complimenti. -
- Mi sono dimenticata di dirti una cosa: io giocavo da playmaker nelle Clarisse. -
Phoebe ritornò con la sua mente alla partita fra le Sparks contro le Clarisse, squadra della San Francis High School. Si rese conto di conoscere Paige già molto tempo prima che scoprisse di essere la sua sorellastra - Adesso mi ricordo. Con quella canottiera nera e azzurra a righe orizzontali. -
- Sembravo un barile con l’apparecchio ai denti. - rise.
- Sempre meglio che essere obbligate a vestire quella casacca rosa coi numeri bianchi. - Paige si rimise in difesa, allargando le braccia. Phoebe la squadrò determinata. Paige pensò che volesse rifarsi dei due punti subiti con l’inganno, e quindi quando Phoebe fintò il tiro, lei alzò una mano senza saltare. Phoebe intendeva fintare, ma con un giro sulla gamba d’appoggio si insinuò al fianco della sorella, uscendo all’area segnata con un gessetto bianco. Phoebe lanciò la palla, ma fu troppo precipitosa, e il tiro arrivò sul bordo del bidone. Piper, nelle vicinanze, prese il rimbalzo, e schiacciò la palla nel canestro.
- Questo non era valido. - disse Piper - Vi faccio una proposta: Che ne dite di fare una partita due contro due nel giardino di casa? Leo ha avuto un estro di zelo, e ha montato un tabellone sopra la porta del garage. -
Phoebe e Paige accettarono con entusiasmo, pronte a lottare, divertendosi in famiglia.

Scritto da MoonWalker


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