IL PROIETTORE
Data di composizione: dal 25/06/03 al 27/06/03.
Ambientato durante le prime puntate della 5° serie, facendo conto che Prue non sia morta.
Adatto a tutti.
DISCLAIMER: Si ricorda che tutti i diritti del racconto appartengono al sito Streghe Italia. I personaggi di Streghe / Charmed sono della Warner Bros Television /Spelling Entertainment e sono utilizzati senza permesso degli autori e senza scopi di lucro.
Era una giornata umida e
invernale a San Francisco, il cielo era grigio piombo e cadevano lenti e pigri i
fiocchi di neve , mentre la gente, per le strade , chiacchierava del più e del
meno.
Al 1327 di Prescott Street, Piper Halliwell, neofidanzata col fidanzato Leo
Wyatt , stava mettendo a posto gli addobbi natalizi nella cantina.
“Leo, mi dai una mano?” urlò al marito, che stava al piano di sopra:
“Vengo am…”disse Leo, ma non fece in tempo a finire la frase che si sentì un
esplosione da far tremare la casa.
Leo corse di sotto e trovò Piper semiseppellita dai resti dell’albero di Natale.
“Tesoro, stai bene?” chiese Leo alla moglie.
“Sì…però è esploso l’albero” disse Piper.
“Ma…tu sapevi governare benissimo i tuoi poteri, qualche giorno fa” disse Leo ,
perplesso.
“ E’ la terza volta oggi che faccio esplodere qualcosa contro la mia volontà,
oggi” piagnucolò Piper.
“ ….e la quinta in un mese” disse Phoebe, entrando nella cantina “Che ti succede
, sorellina?”
“Non lo so ,non lo so proprio…”disse Piper.
“Allora, vieni?” chiese Phoebe.
“Dove?” “Al locale.”
“Santo cielo!. È vero, stasera suona Avril Lavigne, devo correre!” urlò Piper,
travolgendo tutti e rollando fuori dalla soffitta.
Mentre Piper serviva da bere, Phoebe ballava sulle note di ‘Complicated’. Dopo
un po’ arrivò anche Prue:
“Scusate il ritardo” disse, appoggiando la giacca sul bancone.
“Sempre al lavoro, eh?” disse Phoebe, raggiungendola:
“Ho dovuto fare un servizio su Harrison Ford” rispose la ragazza “ …e ti ho
fatto l’autografo” aggiunse, porgendo un foglietto a Phoebe.
“UUAAOOHHHH! Che bello, che bello, che bello, che bello, che bel…”
“Novità?” chiese Piper sovrastando l’entusiasmo di Phoebe.
“No” disse Prue “ Ho pranzato con il tipo della fotocopiatrice
“E com’è?” chiese Phoebe, smettendola di sbavare sull’autografo.
“Pesante…”
“Pesante ?!?…”chiese Piper.
“Logorroico” precisò la maggiore.
“Che t’aspettavi, l’uomo perfetto?” domandò Phoebe scettica.
“Magari…”
“Secondo me, tu sei troppo esigente” disse Piper, “Non puoi aspettare per tutta
la vita la perfezione fatta persona” aggiunse.
“Non è che sono esigente, è che per strada uomini decenti non se ne trovano, le
prime cose a cui penso guardando i ragazzi per strada sono le discariche della
Virginia” replicò Prue stizzita , afferrando la borsetta e svollazzando verso il
bagno.
Piper e Phoebe si scambiarono un ‘occhiata:
“Quando se lo butterà alle spalle, Andy?” domandò Piper, più al bancone che alla
sorella.
“Abbi pazienza, si sentirebbe in colpa se si mettesse con qualcuno” disse
Phoebe.
“Sta bene, ma secondo me sta diventando una necrofila” replicò Piper
preoccupata, rivolgendo l’ orecchio alle note di ‘I’m with you’.
Erano passate due ore di Avril, balli e canzoni, quando Prue uscì dal P3
dirigendosi velocemente verso la macchina.
Mentre si dava da fare come un cane da tartufo per cercare le chiavi,
perennemente sedimentate sul fondo della borsa a secchiello, dietro di lei
comparve un’ombra gigantesca.
Prue gridò, ed alzò la mano per scaraventarlo via, ma quello non si mosse.
Alzò quindi una mano facendo comparire una sfera d’energia.
Ed ecco che comparve un terza figura ,alta e snella, che , rimanendo nell’
ombra, fece partire una fiammata che ridusse il demone in polvere.
A questo punto arrivarono anche Piper e Phoebe, che corsero ad abbracciare la
sorella, mentre l’ ombra spariva nella notte.
“Cos’è successo, Prue?” disse Phoebe .
“Non lo so…” rispose la ragazza con un filo di voce.
Intanto, diverse centinaia d’anni luce più in alto, uno degli Anziani stava
dando una bella strigliata ad un ragazzo davanti a lui , agitandogli un dito
davanti agli occhi come se fosse stato un cagnolino che si è comportato male.
“MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO????!!!!STAVI QUASI PER FARCI SCOPRIRE,CHE TI SALTA
IN TESTA?” tuonò.
“Roter, mi dispiace, ma dovevo fare qualcosa , altrimenti Prue sarebbe morta”
balbettò il ragazzo, indietreggiando.
“Sciocchezze! E’ una delle prescelte, ce l’avrebbe fatta, è la più forte, lo
sai.” latrò Roter. “Va bene, ma non è immortale” “Ma quasi” replicò l’Anziano.
“Sì ,però…”tentò il ragazzo. “Ascoltami bene , Mark , ti ho sempre dato carta
bianca, perciò…”iniziò Roter.
“ STAMMI A SENTIRE, io so solo che il mio lavoro, mio e dei miei colleghi,
sarebbe molto più facile se non ci fossero ‘sti vincoli di segretezza” disse
Mark.
“Le regole , Mark , sono le regole, possibile che tu non riesca a concepire un
concetto così elementare?” abbaiò di nuovo Roter “ Auff! Io torno al lavoro,
cerca di non combinare altri casini!” l’ammonì.
Il ragazzo scomparve e si ritrovò in un appartamento di uno degli edifici vicino
al Golden Gate.
Si sedette su un gigantesco divano Chesterfield nero, si aprì un portatile sulle
ginocchia e cominciò a scrivere.
E si preoccupò per quello che sarebbe successo la settimana ventura.
Una settimana dopo, Prue era intenta ad osservare delle fotografie nel suo
ufficio della 415, e intanto il suo cervello era attivo come un frullatore:
pensava al demone, all’ombra che l’aveva salvata , e ad Andy, erano passati
quattro anni, e ancora pensava a lui, e si rodeva ancora il fegato per non
averlo potuto salvare, possibile che potesse essere tutto così ingiusto?
Un ‘toc-toc’ deciso la riportò bruscamente sulla terra. Sulla soglia del
ufficio, incorniciato dalla porta aperta, stava immobile un uomo.
Il frullatore-cervello di Prue si bloccò di colpo, mentre lo guardava.
Alto, ben piantato, con dei lisci capelli neri, il viso dai tratti fini, vestito
completamente di nero, a parte una sottile sciarpa grigia attorno al collo.
Ma quello che colpiva di più erano gli occhi: seri, scrutatori ,un po’ cupi, di
un bellissimo celeste chiaro, ma anche gentili e cortesi mentre parlava, mentre
chiedeva alla ragazza se era lei Prue Halliwell.
Per tutta risposta, lei, con una vocina sottile sottile, balbettò un “Sì” per
niente udibile.
Nonostante questo, l’ uomo colse il suo cenno d’assenso e si fece avanti.
“Mark Edwards, piacere” disse, tendendole la mano.
Prue gli strinse la mano, riflettendo e dicendogli di accomodarsi.
Pareva più giovane, se stava zitto, ma c’era qualcosa nella sua voce che rese
Prue sicura che aveva più o meno la sua età.
Prue si accorse a malapena che Mark aveva iniziato a parlare:
“Sono venuto per quell’articolo” stava dicendo “Quello dei volti della città,
Corso mi ha chiamato, e mi ha detto che vuole includerci anche il mio, e che lei
si sarebbe occupata delle foto.”
“Sì, me lo ricordo” disse Prue “Ma com’è che lei conosce il mio capo?” chiese.
“Giocavamo insieme a basket, poi qualche idiota bucò i palloni e ognuno ha preso
la sua strada” disse Mark.
Prue sorrise, era più facile ora, parlare con quell’uomo, si rese conto, anzi,
che non aveva per niente l’aria da macho, ma piuttosto un’aria timida e un po’
preoccupata.
“Lei è un giornalista abbastanza famoso” disse Prue “E’ da molto che sta al San
Francisco Chronicle?”
“Da circa cinque anni” disse Mark.
“Ho letto un suo articolo, la settimana scorsa, e devo dire che… bè... mi è
piaciuto” disse Prue.
Era vero, che le persone, per quanto potessero sembrare ciniche e bastarde, non
la smettevano di sognare la propria anima gemella.
‘Se non a cercarla, almeno a sognarla’ , aveva scritto quell’uomo.
“La ringrazio” disse questi “Ma , per dirla tutta, forse è sembrato ai lettori
un po’… sdolcinato”, aggiunse.
“Non lo era per niente” replicò Prue.
“Grazie. Si sta facendo tardi, credo sia ora di iniziare” propose Mark,
guardando l’orologio.
Intanto, a villa Halliwell, Piper aveva fatto esplodere il terzo piatto della
mattinata.
“AAAARGH!!! Ma si può sapere che mi succede, non ce la faccio più!” latrò.
“ Tutto bene ?” chiese Leo, entrando nella cucina.
“No che non va bene, non capisco che succede, non riesco più ad usare i miei
poteri.
Arrivò anche Phoebe:
“Che c’è ?”
“Piper è sotto pressione” disse Leo.
“Non sono sotto pressione, è che non so più usare i miei poteri” gridò Piper.
“Forse è il caso che vada a parlare con gli Anziani” propose Leo.
“CORRI!” ordinò Piper. Leo svanì.
“Perché , Phoebe, perchèèèèèè???” piagnucolò Piper, buttandosi tra le braccia
della sorella.
“Su, su, non preoccuparti, sistemeremo tutto, vedrai” la consolò Phoebe.
Nella cucina piombò Prue all’improvviso.
“Oddio, un demone ?”chiese.
“No. Piper” disse Phoebe.
“Di nuovo?”
“Eh già”
“Non sarà niente. Adesso sentite questa: ho fatto un servizio a Mark Edwards,
quel giornalista del Chronicle. Abbiamo chiacchierato tutta la mattina, è stato
fantastico!” annunciò Prue tutto d’un fiato.
“Ma guarda, la nostra sorellona ha finalmente trovato il principe azzurro”
ghignò Phoebe. “Santo cielo, no! L’ho appena conosciuto” disse Prue.
“Mi pareva” disse Piper.
“Come?”
“No, niente. Senti, non abbiamo trovato niente su quell’ombra che ti ha salvato,
Prue, però sappiamo che il demone era stato mandato dalla cara vecchia Sorgente,
per ottenerne i favori.” disse Piper. “Oh, cavolo!” disse Prue. In quel momento,
entrò in cucina Mark Edwards. Prue cercò di ignorare il fischio che tirarono
Piper e Phoebe guardandolo. “Scusi” disse Mark “La porta era aperta e sono
entrato” “Ma preeeeeego!” cinguettò Phoebe tendendogli la mano “ sono Phoebe, la
sorella di Prue, e lei è Piper”
“Piacere. Ecco , io sono venuto per chiederle quando avrebbe sviluppato
le foto” disse Mark, rivolgendosi a Prue. “Ah, penso che saranno pronte domani
mattina” rispose lei.
“Bene, è che alcuni miei amici mi hanno chiesto se magari gliele facevo vedere e
quindi…” disse Mark.
Non fece in tempo a finire la frase , che un demone comparve dietro di lui e lo
spinse da parte colpendolo alla testa .
Le ragazze gridarono e Piper cercò di bloccare il demone.
Ma esplose una mensola, ed un vaso di fiori si frantumò sul piede di Phoebe . “Ahio!”
gridò. Il demone fece comparire una sfera d’energia.
“No!” gridò Mark investendo il demone con una scia di fuoco.
Intanto Leo era ricomparso e aveva trovato le sue protette che fissavano
attonite il ragazzo.
Mark si fece di volata tutta la sala da tè , ed andò a spatasciarsi sul
pavimento.
“ Sei un bastardo, un dannato…..!” urlò Prue entrando nella sala.
“No, no, ferma, non sono un demone” gridò Prue.
“Sì, e io sono Nonna Papera” latrò la ragazza, alzando la mano.
“No, aspetta te lo giuro, io sono solo un…Protettore” disse Mark.
“Un che cosa?” chiese Phoebe. “ Ne ho sentito parlare, sono delle creature
magiche che proteggono le streghe in segreto” spiegò Leo , mentre Mark si sedeva
nella sala.
“Perché?” chiese Piper. “Perché se le streghe si sentissero sempre protette
non riuscirebbero a sconfiggere i demoni” spiegò Mark “Penserebbero che ci sia
sempre qualcuno che le protegga, ma non è così. I Protettori intervengono solo
in casi di estrema necessità, quando gli Angeli Bianchi non possono farlo.”
“E chi ti dice che ti crediamo?” abbaiò Prue.
Mark alzò il pollice ed indicò il soffitto, e gli Anziani chiamarono Leo, che
scomparve in una luce bianco-azzurra.
A questo punto, Mark sorrise e guardò le Halliwell.
“Gli spiegheranno tutto” disse.
“Eh, certo, come no, io non mi fido di quelli” disse Piper:
Per tutta risposta , Mark fece apparire un coltello e si fece un taglio sul
palmo della mano, che iniziò a sanguinare.
“Se fossi un demone non potrei sanguinare” disse “ e non potrei toccare il Libro
delle Ombre” aggiunse, prendendo il Libro dal tavolino e sfogliandone le pagine
ingiallite dal tempo.
“E’ sempre stato Leo, quello che ci proteggeva” ribadì Prue.
“ Sì, e chi è stato quello che ha deviato la tua macchina, quando l’Uomo dei
Sogni ti aveva preso? Chi è stato a confondere lo Zotar che stava per prendere
Cole prima del matrimonio di Piper? Chi ha fatto in modo che Phoebe ti trovasse
quando sei scappata con T.J.?” mitragliò Mark.
“E quella di Andy non era una situazione d’emergenza?” gli ricordò Prue.
Mark si era aspettato un colpo simile, tuttavia si intristì lo stesso.
“Mi dispiace per quello, Prue, non ho potuto evitarlo, è già tanto se sono
riuscito a farti parlare con lui nell’Aldilà” mormorò guardandosi le mani.
Mentre lo guardava, Prue sentì di nuovo quella scarica elettrica lungo la
schiena. Ma perché quell’uomo la attirava tanto, perché ?
Dopo qualche minuto di silenzio, Prue riprese, un po’ più tranquilla:
“E la storia dell’articolo?”
“Quella è vera, è tutto vero, io sono veramente un giornalista , sono arrivato a
San Francisco cinque anni fa per una mia decisione ed ho iniziato a proteggervi”
rispose Mark.
Ricomparve Leo.
“ Ha ragione, è uno dei Protettori, ma c’è un’ altra cosa, pare ci sia un demone
,nei dintorni della città, un certo Glorck, che vuole uccidere tutte le streghe
del paese, però i Capi non sanno nulla dei suoi poteri, quindi dovremo cavarcela
da soli” disse.
“ Forse posso aiutarvi” propose Mark “Ho avuto a che fare con quel demone l’anno
scorso”
“Cosa sai?” chiese Phoebe.
“ Solo che ha il potere di assumere qualunque forma voglia, e che è una specie
di mostro bavoso delle paludi” disse Mark “L’ ultima volta sono riuscito solo ad
indebolire i suoi poteri e ad imprigionarlo in una dimensione parallela quando
ero ad un convegno a Portland, ma dev’essere che in qualche modo è uscito e si è
spostato qui, mi sa che ce l’ha ancora con me” aggiunse.
“ Bene, allora potremo preparare un paio di pozioni ed una formula, per trovarlo
e distruggerlo” disse Phoebe.
Sentendo che la pendola batteva la mezzanotte, aggiunse: “ Uh, com’è tardi, sarà
meglio che andiamo tutti a dormire, domani ci sarà da stancarsi”
“Accidenti, non sono per niente stanca” disse Piper.
“ Sarà meglio che riposi visto che fra qualche mese…” Mark tacque di colpo e si
bloccò la bocca con la mano.
“Aspetta, che ne sai tu? Che sta succedendo” disse Piper.
“ Oh, cavolo, sono un idiota, e va bene… allora …ehm… Piper sei incinta”
balbettò Mark.
Per dieci minuti si scatenò la gioia e la commozione di tutti quanti, Leo era
sconvolto e le ragazze pure. “Com’è possibile, siamo sposati da pochissimo
tempo!” gridò Piper, felice come una pasqua.
“E chissenefrega da quanto siamo sposati, diventerò padre” ululò Leo tra le
lacrime.
Alla fine la calma ritornò sulla villa e tutti quanti si addormentarono sereni,
Mark compreso.
Si svegliò di soprassalto, svegliato da un incubo nel quale c’era qualcosa che
lo stritolava e lo seppelliva, e gli ci volle un po’ per capire che si trovava ,
sudato e tremante, sul divano del salotto di casa Halliwell.
Dopo un eroica spedizione nel bagno, dove si sciacquò per bene il viso ed il
collo, salì nella soffitta e si sedette nel vano della finestra. L’aprì un po’ e
restò a godersi un venticello fresco e gradevole.
Trasalì, sentendo un fruscio sulle gambe, poi, sollevato, si curvò e prese Kit
in braccio, e si mise ad accarezzarlo, guardando le macchine che passavano nella
strada sottostante.
“Ciao” disse Prue entrando nella soffitta e sedendosi vicino a lui.
“Ciao, non stavi dormendo?” le chiese Mark, vedendo che indossava ancora il
completo blu chiaro.
“Mi sono stesa un attimo e sono partita, poi mi sono svegliata e sono venuta
qui” disse lei , osservando Mark che accarezzava il gatto. Notò che aveva le
mani belle e affusolate, come quelle di un pianista.
“Per caso, suoni?” chiese Prue.
“ Sì, mi piace molto, ma è da un po’ che non suono, ultimamente” disse Mark, poi
improvvisamente, si fece triste: “Mi dispiace per Andy, non ho potuto fare
niente”
“Ormai ci ho messo una pietra sopra” disse Prue lentamente.
Mark la guardò, e pensò a tutte le volte che , osservandola e salvandole la
vita, si era sentito la faccia ardere e le pulsazioni a cinquecento.
“No” disse alla fine “Non l’hai fatto, altrimenti non ti sentiresti in colpa
ogni volta che mi guardi”
Prue rimase di sasso. Possibile che si fosse innamorata di nuovo , dopo tutto
quel tempo, che provasse qualcosa di importante per qualcuno dopo quattro anni?
“Il guaio di alcune persone è che si legge loro in faccia quello che sentono”
disse Mark “Come te e me”
“Sì, lo so” mormorò Prue fissandolo.
“E cosa vedi?” chiese Mark.
Prue rimase zitta .Poi senza preavviso, Mark si avvicino e la baciò velocemente
sulle labbra, si alzò e uscì velocemente dalla stanza.
Prue rimase a guardare con espressione ebete la porta, poi tornò a letto.
E sognò Andy, che le diceva di essere felice per lei e che era ora di dare una
svolta alla sua vita.
Il giorno dopo, Prue capì che non poteva andare avanti a quel modo, si trovava
sull’orlo di un abisso, e che a lei piacesse o no, Mark era l’unico che potesse
salvarla.Chi fosse passato da casa Halliwell, quella mattina, avrebbe di sicuro
notato cinque tornadi che rollavano per la casa senza un preciso criterio
logico.
A metà pomeriggio, era fatta: Phoebe aveva preparato due pozioni e due formule,
una per trovare Glorck, e l’altra per distruggerlo, Prue aveva finito il
servizio fotografico, Piper aveva contattato un nuovo gruppo per il P3, e Mark
aveva scritto un nuovo articolo per il giornale.
Prue e Mark avevano evitato di parlarsi per tutta la giornata, facendo finta di
non conoscersi. Prue, nonostante l’aver aperto gli occhi, per certi versi non
era del tutto convinta che il suo fosse amore allo stato puro.
Magari era solo un cotta momentanea, come per T.J.
Ma se era così allora perché ogni volta che lo vedeva, le veniva un giramento
alla testa?
Mark, dal canto suo si sentiva un perfetto idiota. Come gli era saltato in mente
di provarci con una persona con la quale doveva avere solo un rapporto di
lavoro? Che gli era preso di pensare che Prue si fosse presa una sbandata per
lui?
Il risultato fu un imbarazzo totale che avvolgeva La casa e le persone che vi si
trovavano dentro.
Malgrado questo, il ‘piano U.G.’ (Uccidi Glorck) era perfetto: Prue, Piper e
Phoebe sarebbero andate per le strade della città, avrebbero trovato un angolino
sicuro, avrebbero recitato formula e tutto, sarebbero filate dritte dal demone,
l’avrebbero confuso costringendolo a trasformarsi in ciascuna di loro mooolto
velocemente e l’avrebbero distrutto con una pozione e un’altra formuletta,
intanto Leo le avrebbe seguite dall’alto, se ci fosse stato bisogno di lui
sarebbe comparso e le avrebbe aiutate. Aveva discusso a lungo con Piper per non
farla andare là, data la sua gravidanza, ma dopo due ore aveva acconsentito a
farla andare ed ad aiutarle.‘Speriamo che non se ne dimentichi e debba entrare
in gioco io’ pregò Mark facendo per seguire le ragazza fuori dalla casa.
Prue però fu più veloce di lui e lo fece rientrare.
“Che intendi fare” gli chiese.
“ Venire con voi” disse Mark sorpreso.
“Sognatelo”
“ Ehi, un momento, che…”
“Ascoltami bene” iniziò Prue “Ci hai già aiutato abbastanza per questi cinque
anni , adesso ce la caviamo da sole, chiaro?”
Mark restò immobile. “E’ pericoloso, va bene ?” aggiunse Prue.
“Non finirò come Andy” mitragliò Mark duramente.
“Non è per quello” disse Prue, poi notando la faccia scettica di Mark aggiunse
“Cioè , anche. Ma non è questo il punto. Tu hai delle altre protette di cui
occuparti, che succederebbe se perdessero il loro Protettore?” “Ma Prue…è il mio
lavoro, io sono qui per questo” disse Mark, cominciando a spaventarsi. “No, tu
eri qui per prendere delle foto per i tuoi amici, solo per questo… e comunque…
non voglio che ti succede qualcosa” mormorò Prue. “Perché?” chiese Mark,
sentendosi subito dopo un cretino da Oscar. “Oh, Gesù, Mark!” sbottò Prue. Poi,
dopo la suonata di clacson di Piper, diede a Mark un velocissimo bacio sulla
guancia, e schizzò via come una trottola in direzione della BMW.
Arrivate in un luogo sicuro da sguardi indiscreti, le ragazze versarono la
pozione sull’asfalto e recitarono la formula:
‘ Goccia benevola ,guidaci ora
liquido magico aiutaci ancora
Dicci la strada per più ore
aiutandoci ora, senza rancore’
“Complimenti per la rima” disse Piper, inarcando un sopracciglio. “Critica pure”
trillò Phoebe, risalendo insieme alle sorelle sulla jeep. La pozza verdastra di
pozione iniziò ad allungarsi ed iniziò a correre verso sud. Le ragazze la
seguirono per venti minuti, finché non le portò ad una gigantesca grotta nei
pressi di un boschetto. Senza esitare, entrarono. C’era un tanfo tremendo, là
dentro, come del pesce che va a male.
Le ragazze avanzarono fino a che non sbucarono in un allargamento gigantesco
della grotta. Sul terreno, giacevano migliaia di teschi e carcasse umane. Prue,
Piper e Phoebe rimasero per un attimo a guardarle, poi sentirono un fremito alle
loro spalle. Dietro di loro si stagliava una gigantesca creatura, con le zampe
palmate e due occhi che pareva volessero uscire dalle orbite. Le ragazze
urlarono e si fecero metà della grotta di corsa, col mostro che le rincorreva:
era più veloce di quanto pensassero.
Alla fine, rannicchiate dentro una nicchia nella parete, le ragazze decisero sul
da farsi: “Ok, cerchiamo di non agitarci, dobbiamo confonderlo” ansimò Phoebe.
“Come facciamo? Non ci darà il tempo di agire” disse Prue. “Dobbiamo chiamare
Leo, per farci dare una mano” disse Piper “Appena il mostro perde la
concentrazione, lo facciamo secco.” “ Ma lui ci può fregare, può trasformarsi”
le ricordò Prue” “Allora facciamo così: appena vediamo qualcuno, gli buttiamo la
pozione addosso. La pozione funziona solo con i mostri, per altri è innocua”
disse Phoebe.” Intanto non si sentiva più niente, il mostro doveva essere andato
a cercarle da qualche altra parte. Le ragazze uscirono e tornarono
nell’allargamento, e vi trovarono Andy! Prue rimase ferma a fissarlo. Phoebe
stava per lanciare la pozione, quando lei gridò “No!” e le bloccò la mano. “E’
il demone, Prue!” gridò Phoebe, mentre Prue correva da Andy. “Non farti
fregare!” urlò Piper. Ma era troppo tardi, Andy si era ritrasformato in Glorck,
e Prue era in trappola. Il demone la scaraventò a terra e alzò una zampa. Prue
rimase per terra e chiuse gli occhi, pensando istintivamente a Mark. Il colpo
non arrivò. Prue sentì un una leggera pressione sulla schiena e un ‘tump’
ovattato. Voltò un po’ la testa e vide Mark, disteso sopra di lei per farle da
scudo umano. “Mark ! Vattene!” gli gridò. “ Fossi scemo!” urlò Mark. Alla fine
il demone, gli mollò una zampata nel fianco, e Mark sbatté contro la parete.
Prue si rialzò ed andò vicino alle sorelle e a Leo, che era arrivato in quel
momento. Iniziarono a tormentare il demone: “Trasformati in me!” “No, ci sono
io!!!” “No ,no ci sono io!” Phoebe levitava intorno alla testa del mostro e
Piper faceva delle piccole esplosioni con le mani. Il mostro aprì la bocca, la
le ragazze gli gettarono dentro la pozione e recitarono la formula:
‘ Odioso mostro accogli l’appello nostro
vattene via non, tornare mai più
e di te non lasciare neanche la scia’
Il mostro si irrigidì, caracollò a terra e sparì in una fiammata.
Prue corse subito da Mark e gli diede uno sberlone: “ Mark, avanti ,alzati…
alzati!” gli implorò. “ Eh?…sì ,sì, mi alzo, mi alzo!” blaterò Mark alzandosi
“Ahia!” Leo gli curò velocemente le ferite. “ Grazie” disse Mark. “ Ti avevo
detto di rimanere a casa!” latrò Prue. “ E se non c’ero io chi ti salvava?”
rimbeccò Mark. All’improvviso si sentirono i Capi che chiamavano. “E’ per te”
disse Leo rivolto a Mark che disse “Oddio” e scomparve nel nulla. Prue rimase in
silenzio, pensando se l’avrebbe mai rivisto.
Quella sera, al P3 si festeggiava l’uscita di scena di un mostro, l’entrata di
un frugoletto in famiglia e… il ritorno di Cole che per quel momento sembrava
che avesse avuto una tregua dagli Zotar. “Diventerò zio?” chiese ridendo a Leo.
“Sì, sììììì, e io padre AHAHAAHAHH!” gridò Leo tutto felice “Un brindisi al
pargolo, o pargola!” disse alzando il bicchiere. “ Uno a Phoebe per le sue
pozioni” aggiunse Piper “…ed uno a Mark perché è il principe azzurro della
nostra Prue!” disse, guardando dietro le spalle della sorella. Prue si voltò e
sentì un tuffo al cuore: dalle scale stava scendendo Mark. Dopo un saluto
imbarazzato, Prue gli chiese cos’era successo al ‘piano di sopra’!
“ C’è stato un casino” disse Mark “Io non dovevo aiutarvi, hanno scoperto che ho
violato alcune regole e ….. mi hanno sospeso dal servizio”
Prue rimase di sasso. “Quindi ….noi due non ci vedremo più” disse, sentendosi
sull’orlo delle lacrime. “Bè, non proprio” disse Mark “ Non sono più il vostro
Protettore, però mi hanno detto che, se voi volete, potrò restare e darvi una
mano, di tanto in tanto”
La sola cosa che c’era nel cervello di Prue in quel momento era un ‘Sì’, ed una
chiara sicurezza del fatto che, ora che aveva conosciuto Mark, non voleva stare
senza di lui.
Intanto Phoebe stava arrivando per salutare Mark, ma vedendolo attaccato per la
bocca a Prue che neanche col Bostik, invertì bruscamente la rotta e tornò al
bancone.
“ E diceva che c’era solo un rapporto di lavoro” disse a Piper, accennando a
Prue.
“La nostra Prue non lo ammetterebbe mai, di esserne innamorata” rispose Piper.
“Bè , era anche ora” ridacchiò Phoebe.
E rimasero ad ascoltare gli Sling che cantavano.
Scritto da Mik'90
NB: Dedico questo racconto a quelli a cui voglio bene, a Streghe Italia, e soprattutto a Charmed, in particolar modo a Julian McMahon ed a Shannen Doherty perché sono troppo ganzi!