TRAMA: Edward Baynes pensa che la scomparsa di sua sorella Lyli sia in qualche modo connessa alle sorelle Halliwell...
ADATTO A BAMBINI CON GENITORI
COMPOSTO IL 30 maggio 2000
Tutti i diritti del racconto sono di proprietà
del sito "Streghe Italia", e tutti i
personaggi di "Streghe / Charmed"
utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e
sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
"Charmed" is a
trademark of Spelling Television Production © 2000
E rieccomi qui. La strada alberata, le vecchie cabriolet parcheggiate ai margini del marciapiede, il lampione che emana quella odiosa falsa luce,…e quella dannata casa. Lei è lì, come ogni sera, elegante nella sua semplicità, così imponente nella sua interezza: una villetta di inizio secolo, ben tenuta, con un ridente giardinetto, la cui luce al neon si staglia su tutto il viale, molto più oscuro sull’altro lato della carreggiata, e allora…perché mi mette così tanta soggezione?!, Perché non riesco a staccarle gli occhi di dosso?! Perché, pur temendo, mi avvicino a lei?! Perché sto girando la maniglia d’ottone della porta?! Perché…sono entrato. E di nuovo l’ho fatto, senza accorgermene, la casa mi sovrasta, sento nell’aria un brivido che quasi mi soffoca…e mi piace. Proseguo nell’ingresso, intorno a me il solito arredamento, sobrio ma allo stesso tempo moderno, due divani, un caminetto, una libreria, un tavolinetto con sopra degli ammennicoli, forse dei fermacarte,… eppure non riesco a focalizzare gli oggetti, la mia attenzione è rivolta verso la scala, sulla cui sommità c’è la solita porta, la mia meta di ogni maledettissima notte da una settimana a questa parte. Salgo i gradini lentamente, vorrei tornare indietro, vorrei non arrivare mai a quella porta, vorrei non scoprire cosa nasconde…ma non posso. È come se alle mie spalle non ci fosse altro che il vuoto: sono costretto ad andare avanti; e finalmente salgo l’ultimo gradino. Mi vengono in mente mille cose nello stesso istante, ed allo stesso momento non penso a nulla, non riesco a pensare a nulla, mentre giro la maniglia, mentre sento il cigolare della barriera che si infrange in fronte a me, mentre entro in soffitta. Ora non sono più solo, ora c’è Lyli di fronte a me, Lyli, mia sorella che credevo persa 8 anni fa durante un suo viaggio in Congo. Non ho più avuto sue notizie, l’organizzazione umanitaria per la quale lavorava mi aveva informato che aveva contratto una terribile malattia e che non ce l’aveva fatta,…ma ora Lyli è di fronte a me e prego che non succeda ancora quella cosa, non può succedere, non deve succedere, non lo sopporterei un’altra volta, non un’altra volta…
E invece accade. Il Libro, un vecchio volume davanti a lei, appoggiato su un tavolino di legno, si apre, quasi per magia, e una forte luce, emanata da quel Coso maledetto, illumina Lyli, avvolgendola in un fascio di luce bianchissima; le urlo a squarciagola di allontanarsi, ma non un suono esce dalla mia bocca, provo a correrle incontro, ma le distanze non diminuiscono: sto vivendo tutto questo come uno spettatore, io non sono veramente lì, l’unico dei miei cinque sensi che riesco a controllare è la vista, ma forse neanche quella, non riuscendo a staccare gli occhi di dosso da quell’immagine…e ad un tratto l’irreparabile: il Libro risucchia Lyli dentro di sé e poi si richiude, inesorabilmente.
Finalmente raggiungo il tavolino e leggo, inorridito, il titolo di quel dannato volume: Book of Shadows -Libro delle Ombre- ed in fondo Lyli è solo un’ombra…
Master
of Puppets I’m pulling your strings, twisting your mind, smashing your dreams….
Che co… ah la sveglia sintonizzata su Rock FM. E’ tardi devo essere al lavoro tra mezz’ora, poi oggi cosa devo fare pure?! Ah, sì, ho l’incontro col Dottor Faustus, lo psicanalista. Bene Edward, diamoci una mossa…
“Mr Baynes, ecco le pratiche che mi
aveva chiesto. Mr Baynes?! Mi ascolta??”
Il mio sguardo si pone verso di lei
“Ah sì, la ringrazio. Può
andare”
“Se ha bisogno di
qualcos’altro…”
“Se avrò bisogno la chiamerò,
grazie… Phedra”
“Phoebe”
“Giusto…Phoebe. Devi scusarmi,
oggi non ci sono proprio con la testa”
“Non si preoccupi, anche al Liceo
nessuno mi chiamava Phoebe, ma avevo il buffo soprannome di…ma sicuramente a
lei non interessa. Io sono nella stanza accanto.”
“Bene, la chiamerò se avrò
bisogno, Phoebe”
Vedo la porta chiudersi dietro la mia
nuova segretaria; bene: finalmente solo. Oggi non ho proprio voglia di lavorare.
La mia attenzione è rivolta verso ben altri problemi e preoccupazioni. Sono
pazzo?! Ossessivo?! Forse ho soltanto bisogno di riposo; eppure non mi sento
stanco: mi piace il mio lavoro, la mia carriera in questa agenzia pubblicitaria
sta per fare un grosso salto in avanti…sicuramente il Dottor Faustus saprà
darmi dei buoni consigli e mi saprà guarire dalla 'malattia’. Eppure sono
preoccupato. Non ero mai stato da uno strizzacervelli, ho paura di raccontare
alcuni fatti incresciosi del mio passato, azioni che non si addicono ad un
dirigente; forse potrei anche arrivare a rivelargli di alcune mie passioni
represse di cui nemmeno io sono a conoscenza. Cosa è contenuto nel mio
subconscio? Potrei essere morbosamente attratto da Phoebe e non saperlo…oddio,
e se poi il maledetto usasse le informazioni
raccolte con la psicoanalisi per ricattarmi? La mia carriera sarebbe
finita, la mia vita stessa sarebbe finita. Sarò costretto ad assoldare un “Eddie?!” killer, e poi …”Edward”, e poi….”Edward,
allora, mi ascolti o no???!!”
Di nuovo perso nei miei pensieri.
“Ciao Julian, dimmi pure”
Io e Julian siamo amici di vecchia
data. Siamo entrati lo stesso anno a far parte di questa ditta. Ora lui è il
capo del personale.
“Ti volevo solo ricordare che sono
già le quattro e che tutti stanno sbaraccando. Verresti con me, Ginevra e Julie
a farci un match di tennis? O hai qualcos’altro da fare questo pomeriggio?”
“Ti ringrazio, ma oggi proprio non
posso, ho un appuntamento col…dentista”
“Ok, sarà per la prossima volta;
chiudi tu quando esci”
“Certo, buon divertimento”
Capitolo 3 - Quel tram perduto…
Forse ce la faccio, forse sono ancora in tempo…Perfetto:
finalmente la sorte gioca a mia favore; non dovrò angustiarmi e posso
camminare con calma, godendomi questo tranquillo viale alberato che porta al suo
studio. Non ero mai stato di qua- non a piedi, almeno- ma è proprio bello come
posto; qui le villette, con i loro giardinetti e gli alti faggi sono
immerse nel verde; in più, essendo una ramificazione secondaria, non passano
tante auto e l’aria non puzza come dietro casa mia. Eh sì, verrei ad abitarci
volentieri.
“Mr.
Baynes, buongiorno, che ci fa da queste parti?”
La
voce di Phoebe attira la mia attenzione
“Phoebe,
ciao; dammi pure del tu. Non siamo in ufficio.”
“Ok,
…..”
“Edward”
“Ok,
Edward, come vuoi tu”
“Abiti
da queste parti?”
“Esatto,
abito con le mie sorelle in quella villetta lì”
“Ah,
che bel p..”
Quella
casa. Mi dà un’orrenda
sensazione di dejà vu. E’ la casa del mio sogno, o meglio del mio incubo.
Sono sconvolto. Allora c’è qualcosa di vero. La nuova ipotesi mi gela il
sangue nelle vene. Che allora mia sorella sia viva?! Non è possibile; ma no,
avrò visto quella villa già un’altra volta, mi sarà piaciuta, e così
eccola comparire nei miei sogni. Eppure sono sicuro di non essere mai passato di
qui. Ed il tram fa un giro diverso e più lungo, e allora…e allora…Devo
assolutamente parlare col dottore, non c’è un attimo da perdere
“Emhh…
Phoebe,
ora ti devo salutare: ciao, ci vediamo domani in ufficio; puntuale mi
raccomando”
“Ma..
“Ciao”
Incomincio
a correre, mi allontano da quella casa
“Ma…
domani
è domenica…”
Però,
se Phoebe abita quella casa, forse allora sa qualcosa di Lyli, forse è lei a
tenerla prigioniera!
Ma
certo: gli incubi sono iniziati quando l’ho assunta: è una strega, capace di condizionare a piacimento i miei sogni con il solo intento di rendermi pazzo!!
“Buonasera,
Mr. Baynes. Il dottore è nel suo studio che la aspetta. Se vuole
accomodarsi…”
“Grazie, buonas….”
Un momento. Io la conosco: è Ms Ellis, la mia ex segretaria, inefficiente e
perditempo- ho dovuto licenziarla- Non mi ero mai trovato in una situazione
simile, sono imbarazzato; lei invece non sembra essere turbata, quasi non mi
conoscesse. Meglio così.
Eccomi
nello studio del dottore; è il tipico ambiente da psichiatra: il divano, la
scrivania con sopra gli appunti e gli accessori di cancelleria, una lampada
e…tre librerie, contenenti un’immensa quantità di tomi e volumi, suppongo
antichi a giudicare dalle copertine e dalle rilegature.
“Buonasera dottore”
“Ah, Mr. Baynes; la aspettavo con ansia. Da quanto mi ha raccontato per
telefono, il suo caso appare molto interessante. Prego, si stenda sul divano”
Mi accomodo: incominciamo la seduta. Faustus tira fuori dal taschino un orologio
a cipolla. E’ tutto proprio come in un film.
“Molto bene, Edward, ora devi rilassarti, chiudere gli occhi e seguire la mia
voce, e lei sola . Null’altro deve per nessun motivo attirare la tua
attenzione. Poi mi incomincerai a raccontare la tua storia, la storia della tua
ossessione, cercando di essere il più preciso possibile, mi raccomando.
Preparati…lasciati andare, confidati con me e liberati di ogni tua
preoccupazione quando non mi sentirai più contare…5…4…3…”
Che dolce sensazione di rilassamento
“2…1…Dimmi tutto Eddie”
Incomincio a parlare…racconto tutto… non tralascio nessun particolare…
“Ora risvegliati dal torpore Edward, riapri gli occhi e voltati verso di me,
lentamente, molto lentamente…”
Mano a mano che giro la testa, mi accorgo che il mio animo è di nuovo
affannato, agitato, preoccupato delle risposte di Faustus
“Allora dottore, mi giudica pazzo?”
“Al contrario Mr. Baynes, lei è una persona sana di mente e con i piedi ben
piantati per terra, ultimamente semplicemente si è lasciato condizionare dalla
magia, da lei, persona razionale, sempre ritenuta una baggianata”
Oddio, gli devo aver parlato delle mie assurde congetture su Phoebe
“Vede, per me questo è un periodo di stress, sono preso da mille faccende e
poi queste continue apparizioni di Lyli ogni notte…è ovvio però che non
credo alla magia”
“Ed è questo il suo problema: non crede…”
“Lei…ritiene vere queste stupidaggini?!”
“Ho visto tante cose nella mia vita che sono giunto alla conclusione che sia
più conveniente dubitare di tutto e allo stesso tempo non dare nulla per
scontato”
Non colgo appieno il significato di questa frase…
“Senta, Baynes, se è questa casa che la sconvolge tanto, come mi è sembrato
di capire dalle sue parole poco fa, perché non va a fare visita alla sua amica
Phoebe?!; così finalmente la potrà vedere al suo interno e convincersi che è
una normalissima villa come tutte le altre.”
“Dice che questo mi potrebbe aiutare?”
“Ne sono convinto, anzi, ci vada adesso; non aspetti di lasciarsi prendere da
altre paranoie”
“Ha ragione, ci andrò stasera stessa. Grazie dottore”
“Mi tenga informato, mi raccomando”
Saluto ed esco dallo studio. Finalmente so cosa fare
“Che ne pensa dottore?”
“Tutto come previsto, Ms Ellis, tutto come previsto…”
Devo
aver scritto da qualche parte nell’agenda il numero di telefono di Phoebe
quando l’ho assunta…eccolo!
“Pronto, chi parla?”
“Pronto, casa Halliwell? C’è Phoebe? Avrei bisogno di lei urgentemente per
una questione di lavoro”
“Si, dovrebbe esserci da qualche parte, a meno che non sia uscita ancora una
volta senza avvertire le sue sorelline…; chi devo dire?”
“Baynes, Edward Baynes”
La ragazza mette giù la cornetta e mi lascia attendere in linea…finalmente
risponde qualcuno
“Edward!!! Ciao, come è stato il colloquio con mia sorella Prue?
“Ciao Phoebe, lo sai che vieni accusata di andartene da casa senza dire niente
a nessuno?!”
“Oh, vecchie storie che Prue ama rispolverare; non farci caso. Piuttosto, a
cosa devo la telefonata?”
“Senti, se non ti dispiace, visto che sono di strada, passerei adesso a
prendere quelle pratiche che ti avevo consegnato.”
“Ma…, non te le ho ancora messe in ordine; avevi detto di volerle pronte per
lunedì…”
“Non fa niente; il fatto è che vorrei guardarle
meglio domani; sai, per mettermi avanti col lavoro”
Ovviamente non è vero: non faccio mai nulla di domenica.
“Come vuoi: sei tu il capo; ti
aspetto”
“Benissimo, grazie”
Nel
frattempo sono arrivato alla villa. Busso alla maniglia di ottone della porta ed
ecco che mi apre una ragazza dai lunghi capelli neri -Prue?!-
“Buonasera, lei è il capo di Phoebe, vero?! E’ di là che la aspetta. Io
ora la devo salutare: vado ad aprire il P3, un locale di cui sono proprietaria.
E’ un gran bel posto, ci faccia un salto qualche volta…Arrivederci”
“Arrivederci e buona serata”
La voce non era quella del telefono, sarà stata la terza sorella…
Intanto mi guardo intorno; non assomiglia tantissimo all’interno della villa
del mio sogno, anche se comunque non riesco a ricordarne molti particolari, a
parte…a parte…quella scala! E’ identica a quella che salgo ogni notte!
Chissà a dove condurrà…
“Ecco le pratiche che mi aveva chiesto!”
“Ricominci a darmi del lei?”
“Oh, scusa, è la forza dell’abitudine”
“Veramente bella questa villa, e chissà quanti ambienti avrà…”
“Beh, sì, c’è la veranda, la cucina, il soggiorno, la cantina e…la
soffitta”
“Che immagino sia oltre quella porta in cima a questa scala”
“Immagini bene”
“Ok, ora ti saluto Phoebe, buonanotte”
Nel momento in cui le appoggio la mano sulla spalla, Phoebe ha un sussulto.
Strano…
“Ti ho fatto male?”
“No, no; buonanotte Mr Baynes”
Sembra come spaventata…e ha ricominciato a darmi del lei.
Per tutto il tragitto verso casa non riesco a non pensare allo scatto improvviso
della mia segretaria…
Ahhhhhh.
Che dormita ho fatto stanotte…e oggi non devo nemmeno andare in ufficio -ADORO
LA DOMENICA- Ovviamente il mio incubo quotidiano ha turbato ancora una volta la
mia dolce tranquillità notturna…ma ormai non sono più così agitato, la
seduta da Faustus è stata terapeutica, sia per il corpo che per lo spirito.
Devo smetterla di pensare a quella casa come ad un’entità maligna; devo
smettere di credere che Lyli sia viva: ormai lei è un angelo, il mio angelo,
che mi tiene compagnia ogni notte nel suo dolce silenzio…che poi non è vero!
Mi sembra di ricordare che questa volta mi abbia parlato…ma sì, certo!!!! Ed
io, dopo essermi svegliato per lo spuntino di mezzanotte, per non dimenticarmi
ho anche scritto le sue parole sul block notes; il punto è: dove ho messo quel
pezzo di carta? Non è in camera da letto -non lo tengo mai lì-, e nemmeno in
cucina, anche se è da lì che l’ho preso; devo essermelo portato in giro per
la casa ed averlo appoggiato…sul tavolinetto di vetro di fronte alla poltrona
dove mi siedo sempre per guardare la TV!! Ed infatti eccolo, con i miei appunti.
Dunque, leggiamo cosa mi ha detto la mia cara sorellina:
Adesso
credi: salvami presto
Uccidile tutte, agisci lesto
Non esitare, è giunta l’ora
Di mettere fine…
All’atroce prova
Assalta la villa, carpisci quel tomo
È arrivato il momento…
Di comportarsi da uomo.
Se
mai ero riuscito a raggiungere veramente una condizione di pace, di certo quelle
parole, scritte da un nottambulo affamato e sonnecchiante, mi riportano
velocemente alla realtà -o meglio all’irrealtà- che sto vivendo, alla
situazione assurda di cui ormai sono entrato a far parte, all’incubo che non
mi abbandona nemmeno quando sono sveglio…sudo freddo, sono turbato. Di quale
prova sta parlando?, Quale libro devo rubare?…E soprattutto, chi mai dovrò
uccidere?! Forse Lyli sta facendo riferimento al libro che la risucchia -o così
mi pare di ricordare che faccia- ogni notte, forse sta tentando di mettermi in
guardia…
Ma
non devo pensare a queste cose, non devo lasciarmi condizionare da un stupida
filastrocca, scritta per giunta malissimo e senza alcuna coerenza metrica;
accenderò la TV, per distrarmi, ecco cosa farò! A quest’ora dovrebbe esserci
il telegiornale…
Stranissimo
caso di morte inspiegabile a San Francisco. Un uomo è stato trovato tra i
cespugli con la testa fracassata sotto il ponte della Avenue Road. Le autorità
accorse sul posto non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Soltanto
l’ispettore Morris della Omicidi ha parlato alla stampa, affermando che deve
essersi trattato di suicidio…
Sarà
il solito ubriacone pazzoide fallito…
La
vittima è stata identificata come il dottor Shy Faustus, brillante psichiatra
di fama nazionale;…
Ma passiamo alle prossime notizie: incendio disastroso in Alabama…
Non
ci credo. Sono sconvolto. Mi cade il bicchiere di caffelatte dalla
mano…finisce sulla moquette, rovesciando tutto il suo contenuto. Ho gli occhi
fissi, sbarrati; sebbene ascolti le notizie alla televisione, non riesco più a
cogliere una parola. Non può essersi trattato di suicidio, perché mai il
dottore si sarebbe dovuto togliere la vita in quel modo?! No, deve essere stato
spinto giù dal ponte, per forza…Il suo sapere e la sua conoscenza erano
scomodi per qualcuno; aveva capito tutto…del mio caso. Sì, Faustus credeva
alla magia… e credeva alla mia storia! Ripenso allora alle scritte sul Block
Notes: Lyli è veramente il mio angelo e sta tentando di mettermi in guardia
da…dalle Halliwell! Allora era vero: Phoebe e le sue sorelle sono veramente
delle creature maligne, e l’unico modo per sconfiggerle… è il libro, da
loro gelosamente custodito in soffitta! Deve essere mio, prima che sia troppo
tardi! Impareranno cosa vuol dire mettersi contro Edward Baynes!
“Pronto
Julian, scusa se ti disturbo, stavi mangiando?”
Effettivamente ho scelto un momento poco opportuno: sono le 12.30…
“Non ancora, dimmi pure Eddie”
“Beh, innanzitutto, com’è andato il match?”
“Insomma…come quarto abbiamo chiamato il marito di Julie…e tu sai che è
di un altro livello!”
“Tu e Ginevra avete preso una bella paga, eh?!”
“Già…ma dimmi, come mai mi hai telefonato? Di solito ti rendi introvabile
la domenica…”
“Mettiti seduto, perché la richiesta che sto per farti potrebbe lasciarti un
po’…diciamo…interdetto”
“Sono pronto a tutto, tranne forse…”
“Mi presteresti il tuo preziosissimo fucile da caccia?”
“…A QUESTO!!!!!! Stai scherzando, spero, e poi tu non sai nemmeno
sparare.”
“Infatti non è per me, ma per un mio amico cacciatore che abita a Boston e
vorrebbe provare i boschi dell’West Coast.”
“Se questo tuo amico è un cacciatore come me, come mai non è provvisto di
una propria arma ?”
“Ehmmm…l’ha dimenticata a casa…dall’altro lato del continente”
“Mi dispiace per il tuo amico, ma non se ne parla nemmeno; vorrà dire che la
prossima volta che verrà a trovarti starà più attento a cosa mettere in
valigia”
“Ti ricordo che mi devi parecchi favori, e poi c’è sempre quella
storiellina dell’anno scorso con Ginevra e i fondi destinati
all’installazione del bar nella ditta…non vorrai mica che il grande capo la
venga a sapere?! ”
“Questo è un colpo basso, Edward; non pensavo saresti mai arrivato a
ricattarmi. E va bene, te lo consegnerò. Spero che il tuo caro amico venga
sbranato dalle belve dell’East Coast, una volta tornato a Boston…”
“Sei il migliore Julian! Passo verso le cinque”
E’
l’ora del crepuscolo. L’ora in cui le belve, soddisfatte delle prede che
tengono tra i denti, tornano lentamente alle loro tane dove si trovano i
cuccioli ad aspettarle fiduciosi; l’ora in cui gli automobilisti accendono
timidamente le luci di posizione, incerti se la visibilità è ancora
sufficiente oppure no, pronti ad affrontare una notte oscura; l’ora in cui i
sognatori di tutto il mondo alzano gli occhi al cielo, ammirando il rosso sole
che va calando tra le montagne; l’ora in cui le streghe si radunano nelle loro
congreghe segrete, nei loro luoghi nascosti, inaccessibili per la gente comune,
ove, superbe, si preparano a pronunciare gli incantesimi che arrecheranno dolore
e sofferenza alle loro vittime...ma stasera non succederà tutto questo, non un
essere delle tenebre sopravviverà alla mia ira, non una belva riuscirà a
fuggire alla mia implacabile arma da fuoco, perché stasera è la mia sera, la
sera del cacciatore, colui che libererà San Francisco da questo terribile
flagello che si annida al suo interno e che lentamente sta divorando tutta la
città…
Bel
discorso, peccato solo che non ci sia nessuno ad ascoltarmi… Prescott Street
è deserta, la notte sta scendendo ed io sono pronto ad agire. Non sono sicuro
che le Halliwell siano tutte in casa, ma non mi importa: il mio obiettivo è il
libro, grazie al quale potrò finalmente scoprire qualcosa di più su tutta
questa faccenda…e se esiste anche una minima speranza che mia sorella sia
ancora viva, ebbene non posso lasciarmi sfuggire quest’occasione; in verità
vorrei non usare il fucile di Julian; vorrei non trovarmi a essere costretto a
sparare addosso a Phoebe, o a Prue, o a…quella del P3; vorrei che la villa
fosse deserta, prendere il libro e andarmene via di corsa…ma so che non sarà
così: mi troverò ad affrontare forze più grandi e potenti di me, e Dio solo
sa come andrà a finire.
OK,
Edward, è scesa la notte, è il momento di agire!
In 3 secondi dovrei essere dentro -conto molto sul fattore sorpresa- : 1…sto
attraversando il vialetto…2…mi butto contro la porta, sfondandola…3…sono
dentro…non vedo nessuno e l’interno è buio; che siano veramente tutte
fuori?!
“Buonasera Mr. Baynes, la stavamo aspettando…”
Dietro di me, la voce di Prue! Maledizione, come avranno fatto a sapere che
sarei arrivato proprio adesso???
Mi volto di scatto…e sparo.
Il colpo, nonostante tutto il mio impegno, non sfiora nemmeno la ragazza e si
infrange contro il muro; mi è sembrato quasi…deviato?!
Mi accorgo che di fianco a Prue c’è solo Phoebe. Dov’è la terza???
“Edward, fermati, cosa hai intenzione di fare?
Non presto ascolto a Phoebe e lancio il coltello che tenevo appeso alla cintura
–la mia ‘arma segreta’- nella sua direzione, ma…si ferma a
mezz’aria??????!!!! Ecco che sbuca fuori dalla veranda la terza sorella: che
sia opera sua?! Non importa! Mi lancio precipitosamente verso le scale. Non
posso affrontare la magia, la mia sola speranza è arrivare in soffitta e
prendere il libro, al resto penserò dopo. Di fronte a me non c’è nessuno,
posso farcela, devo farcela!!
Cosa???? Ora Prue è di fronte a me, ma non è possibile, no, no…
Non mi devo perdere d’animo: le lancio addosso l’ingombrante fucile, che
viene prontamente deviato da un movimento delle mani di Prue, e approfitto
dell’attimo di distrazione per sfondare…Sì!!! Sorpassata lei, mi manca solo
di aprire la porta, cosa che faccio sempre nel mio sogno, e…sono dentro, in
soffitta. Da qui in poi mi ricordo ogni particolare e, sebbene non sia mai stato
veramente in questo luogo, so già dov’è il ‘libro delle ombre’. Lo
prendo dal tavolino di legno…ma ora non posso più tornare indietro: il trio
è davanti all’unica uscita, bloccandola
“Edward,
tu non sei un demone, vero?! Ti prego, ascoltaci, noi ti possiamo aiutare…”
Questa è bella: accusano me di essere malvagio…dopo quello che hanno fatto al
povero Faustus!!
Mi accorgo che ho una sola possibilità.
Il vetro della finestra si infrange per il peso del mio corpo…mi preparo per
una rovinosa caduta.
Ma, perché non ho ancora toccato il suolo?! Cosa?! Sono sospeso per aria! E di
fronte a me c’è…c’è…Ms Ellis, che vola anch’essa!!!!
“Ch..che succede??!”
“Edward, ciao. Come ci sente a ‘comportarsi da uomo’?!”
E scoppia in una profonda risata
“Molto bene, ora dammi il libro!”
Una forza invisibile me lo strappa dalle mani
“Sai, ti ringrazio: io non potevo entrare in quella dannata villa Halliwell, e
così tu me lo hai portato fuori, sei stato molto gentile…”
E continua a ridere
“Ellis, cosa significa tutto questo? Dimmi cosa sai di Lyli,…ti prego”
“Povero sciocco, io non so nulla di tua sorella. Quello che so di lei l’ho
imparato quando facevo la tua segretaria; poi, grazie alla sua foto che tenevi
sulla scrivania, sono riuscita a fartela comparire costantemente nei tuoi
sogni”
Quella foto,....non la trovavo più da diverse settimane
“Non capisci?! Ti ho usato, sei stato un burattino nelle mie mani, nelle mani
della Cacciatrice!”
“Sei stata tu a far fuori Faustus?”
“Certamente: era un mio complice, ma mi serviva anche un pretesto per renderti
più motivato, e poi…come dottore non valeva niente e come stregone anche
meno. Alla H&P saranno contenti del mio operato; quando tornerò al covo
riceverò gli onori degni di una reginAAACKKK!!!”
Il mio coltello, infilato nella sua gola…
Hai
finito di nuocere, oscura cacciatrice
Flagello delle genti, di dolore mietitrice
Ora finalmente per te arriva la Morte
Che dell’Inferno si spalanchino le porte…
Un’altra
filastrocca senza capo né coda, stavolta pronunciata dalle Halliwell, tutte e
tre in piedi davanti alla finestra infranta della soffitta…
Ms. Ellis esplode davanti a me…ma un momento…io non sono più sorretto da
quella strana forza…NO…cadooo…
“Edward?!
Edward, lo so che sei sveglio, dai apri gli occhi!”
Che cosa? Dove sono? Sono sdraiato da qualche parte…sembra…sembra…la
camera di un ospedale! E di fronte a me Julian, e poi Ginevra, Julie e suo
marito,… c’è persino il grande capo.
“Tutti qui per assistere un povero infortunato, immagino”
“Eh, già” Parla Julian per tutti, da quel che mi sembra di aver capito
“Non è da tutti farsi investire dalla propria segretaria. Buffo eh?!”
“Già, proprio buffo…”
“Per fortuna non è successo niente…al fucile; che fine ha fatto poi il tuo
amico?”
“…Se ne è tornato a Boston.”
“Ora ti lasciamo; ci sarebbe anche Phoebe, che vorrebbe scusarsi con te in
privato per l’incidente”
“Ciao Julian, ciao ragazzi; grazie per la visita. Ah, arrivederci, signor
Copps”
“Arrivederci Edward; rimettiti presto, mi raccomando. Ci serve il tuo talento
per fare andare avanti tutta la baracca”
“Ci conti”
Escono tutti…ed entra Phoebe
“Ciao Phoebe,…mi dispiace dei guai che ti ho procurato”
“Quali guai?? Anzi sono io che ti chiedo perdono per averti investito”
“Non prendiamoci in giro”
“Ricordi tutto?”
“Già, dimmi: il libro è ritornato ai suoi legittimi propietari? E poi per i
danni alla finestra e alle porte mandami pure il conto a casa.”
“Beh, il Libro delle Ombre è dove deve stare e per le spese non
preoccuparti…abbiamo un falegname di fiducia…che ci fa grandi sconti”
“Toglimi una curiosità: come si chiama la terza tua sorella?”
“Chi, Prue?! O Piper?!”
“Ecco, Piper! Le ho sparato contro senza sapere nemmeno il suo nome…”
“Non preoccuparti, è abituata a ben di peggio. Piuttosto, è un vero miracolo
che tu sia sopravvissuto: di solito le persone normali che hanno a che fare con
noi vanno incontro a delle terribili sorti; ma tu non sei propriamente
normale…”
Sorride, e questo mi dà una piacevole sensazione di serenità
“Già, Phoebe, un vero miracolo…”
Scritto da The Miracle