LE
CITTA' DEI VIZI
Sesto episodio: THE ONE
Breve riassunto: Chi dice donna dice danno, e quando la donna in questione è un demone, non c’è nulla di più vero.
Data di composizione: 2/9/2001, ore 13: 54 – 22/12/2001
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Nonostante il lungo periodo durante il quale era rimasto
inabitata, casa Halliwell non presentava la benché minima riga di polvere,
questo grazie al paziente lavoro che Leo svolgeva ogni giorno, una volta
“smontato dal suo turno di lavoro”, come un bravo marito.
Il salotto fu inondato di luce, quando Paige riapparve con tutti i suoi fratelli
abbracciati a lei.
- Ehi, devo dire che Air Paige è un’ottima compagnia aerea. - Daniele si guardò
intorno, levandosi lo zaino della Invicta dalla spalla destra - Così questa è
casa nostra. Devo dire che è molto bella. -
- Grazie, ma non l’abbiamo arredata noi. -
- Lo immagino. Credo sia stato il gusto di mamma. O forse nonna Penelope. Lei
aveva la passione per le fotografie, e soprattutto aveva un gusto invidiabile. -
- Come fai a ricordarti tutte queste cose? -
Daniele ridacchiò - A dire la verità non me le ricordo. Mi hanno detto tutto i
miei superiori quando mi hanno riferito che ero vostro fratello. -
- Accomodati pure. Vuoi un caffè? -
- Piper, per carità di Dio, lascia stare il caffè. - la bloccò Daniele, aprendo
lo zaino e frugandovi dentro alla ricerca di qualcosa - Aspetta, ci penso io. -
Piper si avvicinò incuriosita, e dalla poca luce che riusciva a filtrare
nell’apertura a laccio, intravide la sagoma ottagonale di una moca - Daniele, ma
perché? -
- Perché me fidi no, come diciamo in Lombardia. Dove posso trovare il caffè? -
- Vieni. - disse Piper, con un cenno della mano destra - Ti faccio vedere. -
- Talvolta è esasperante. - sussurrò Paige all’orecchio di Phoebe.
- E’ il suo modo per attirare l’attenzione. - spiegò Phoebe - Avanti, andiamo a
disfare le valigie. -
Poco lontano, anzi, fuori dalla casa, una nera presenza stava per affacciarsi
sulla vita della famiglia Halliwell, e si era presentata con sembianze che non
avrebbero destato alcun sospetto, quelle di una biondina dolce e formosa, di
nome One.
Un’ora e mezza dopo, i fratelli Halliwell/Mori/Matthews terminarono di riporre
biancheria e quant’altro fuori dai propri bagagli, e si ritrovarono attorno ad
un tavolo, dove Daniele le aveva invitate ad una partita in famiglia di scopa
liscia.
- Allora sapete giocare, cavolo. - esclamò Daniele contando i punti.
- Tu credi che noi americani ignoriamo tutto dell’Italia? - lo canzonò Piper,
ironica.
- Mi avete massacrato. - ammise il fratello maggiore, annunciando i punteggi -
Carte a Piper, Ori e primiera a Paige. Phoebe ha il settebello, io prendo un
punto per la mia scopa. -
- Quindi, Piper a 3, Phoebe a 5, tu a 6 ed io a 20. - ricapitolò Paige.
- Te ne serve ancora uno, e non è detto che tu riesca a farlo. - puntualizzò
Daniele, richiudendo la penna e posando il blocchetto sul quale erano scritti i
punteggi.
Phoebe prese il mazzo è lo mischiò, dando le dodici carte e scoprendone quattro
al centro del tavolo.
Daniele bevve nervosamente un bicchiere d’acqua, quando suonarono alla porta.
- Vado io. - disse lui, alzandosi e portandosi dietro le proprie carte.
Daniele aprì la porta, e si ritrovò una giovane bionda, dalle forme da pin-up.
- Casa Halliwell? - domandò
- Sì. - rispose, con sguardo dubbioso.
- Tu devi essere Daniele. -
- Come lo sai? -
- Saresti nostra sorella ? -
- In un certo senso lo sono. - spiegò la biondina.
- Sei una sorellastra o una sorella legittima? Voglio dire, com’è che non
abbiamo mai saputo nulla di te? - domandò Daniele, sorpreso quanto le sue
sorelle minori.
- A dire il vero, sono la gemella di Paige. Quando nascemmo, però, Sam notò in
me una personalità evidentemente violenta, per cui decise di fare in modo che io
perdessi la mia parte malvagia, in modo che la convivenza con le mie sorelle
fosse pacifica. Ci misi venticinque anni, ma ora sono certa che la mia parte
malvagia si sia placata del tutto. -
- Accidenti. La famiglia cresce di giorno in giorno. - commentò Paige.
- Già. Sembra quasi incredibile che ci siano così tanti Halliwell. -
- Non così tanto, io credo. Ti va un caffè, One? -
- L’accetterei volentieri… -
- Daniele. -
- Daniel? -
- No, no. - rettificò - DANIELE. Non è che la differenza sia molta, è soltanto
un pro forma che mi aiuta a non perdere la mia identità. Piper, verresti di là
con me? -
Piper seguì il fratello nella cucina, e gli domandò - OK, sputa il rospo. -
- Quella One mi puzza di bruciato. -
- Cosa te lo fa pensare? -
- Che ultimamente gli Halliwell stanno diventando più numerosi dei cinesi in
Lombardia. -
- E questo secondo te basta a farti dubitare di lei? -
- Non è solo questo. Fidati del mio ESP. Sento che quella ragazza ha un’aura
maligna non indifferente. -
- Dici davvero? - Piper era incredula. Non aveva sensibilità per queste cose, ma
non le sembrava che One potesse essere tanto pericolosa, e lo fece notare al
fratello maggiore - A me sembra una ragazza così inoffensiva. -
- Non lasciarti ingannare dalle apparenze. Ricordati che il mio potere è quasi
infallibile. - quasi a correre in aiuto al suo padrone, il ciondolo iniziò a
brillare da sotto i vestiti di Daniele - Il tuo ciondolo. -
- Cavolo, è ora di entrare in azione. -
Daniele richiamò all’ordine le sue sorelle - OK, il caffè potremo prendercelo
dopo, se rimarremo in vita abbastanza a lungo. -
- Demone in vista? - domandò Phoebe.
- Potente, a quanto dice il ciondolo. One, ascolta: che potere hai? -
- Io… controllo la pioggia. -
- Controllo dell’atmosfera, eh? D’accordo, piccolina. Vieni con noi. Il tuo
potere potrebbe esserci utile, a meno che non si tratti di un demone elettrico.
-
I fratelli rientrarono in casa completamente infradiciati. One si stava ancora
scusando con i fratelli - Mi spiace. Non ho mai avuto modo di esercitare i miei
poteri magici. -
- Non ti preoccupare, One. Dopotutto, quel demone ci ha fatto sudare tanto da
avere un urgente bisogno di fare una doccia. - la consolò Paige, cercando
immediatamente in cucina qualche straccio asciutto.
- Beh, One. Allora vorrà dire che ti aiuterò ad allenarti con i tuoi poteri. -
propose Phoebe, con un sorriso.
- Davvero? Grazie, Phoebe. - esclamò entusiasta, abbracciandola.
- Era quello il Barone? - domandò Paige, tornando subito al loro “lavoro”.
- No, quello era un demone di livello medio, mentre quello che cerchiamo noi è
molto più forte. Ma sono certo che si trovi qui a San Francisco. -
- Il vero problema è: dove? -
- Bella domanda, sorellina. La mia visione non è stata chiara, tuttavia mi è
apparso chiaramente il grattacielo bianco triangolare che c’è in centro.
Stanotte ho visto in sogno che un demone cercava di abbatterlo. Non ho la minima
idea di cosa significhi, ma questo è ciò che ho sognato. -
La ressa in bagno era aumentata. Era strano dover dividere il bagno con un uomo,
per le sorelle Halliwell, e ancora più strano condividerlo con lui per doversi
spazzolare i capelli.
Phoebe bussò alla porta del bagno - C’è qualcuno? -
- Entra pure, sorellina. Mi sto solo lisciando i capelli. -
- Daniele? - entrò, e si trovò davanti proprio lui, alle prese con una piastra
stiracapelli. Sembrava quasi meravigliata, e a Daniele non piacque tutta quella
meraviglia nei suoi occhi.
- Che hai? Mai visto un uomo che si stira i capelli? -
- No, è che… - rise - E’ come se avessi una sorella con la barba. -
- Spiritosa… Se c’è una cosa che mi dà fastidio sono i capelli in disordine. E
sfortunatamente dopo nemmeno ventiquattro ore, assumo l’aspetto di uno
spaventapasseri. -
- E’ un difetto di famiglia, allora. -
- Difetto di famiglia cosa? - domandò Paige, intromettendosi.
- Capelli in disordine. - rispose Daniele.
- Diceva che si liscia i capelli ogni mattina. -
- Sei il primo uomo che conosco ad ammettere di avere delle vanità. -
- Non è una vanità la mia. - rettificò Daniele, schivando Paige, infilatasi
davanti a lui per prendere un pettine dal lavandino - Non vedo perché non dovrei
pensare alla bellezza de miei capelli, poiché che di bellezze da curare, non ne
vedo poi una gran varietà. -
- Non buttarti giù in questo modo. - s’aggiunse Piper, anche lei in cerca di un
ultimo ritocco.
- Piper ha ragione. In fondo, hai Sabrina. E lei qualcosa in te avrà pur notato.
-
- In effetti è vero, anche perché entrambi siamo ancora vergini. -
Quella dichiarazione spezzò l’armonia familiare che si era creata in quel
momento, non perché fosse una cosa imperdonabile, ma perché era una cosa strana.
- Tu e Sabrina sareste ancora… vergini? -
- Perché? Non si può più arrivare vergini a trentadue anni per scelta? Posso
chiederti un favore, Piper? - Daniele cambiò discorso per un attimo - Potresti
dirmi se dietro la testa è tutto a posto? -
- Sì, vai tranquillo. -
Paige rispose alla prima domanda del fratello - E’ strano. Solitamente i giovani
la perdono sempre prima. –
- Io no. Non dico di fare cose eclatanti del genere “stellina da due soldi del
pop annacquato che vorrebbe fare la santarellina ma che in realtà è marcia
dentro come nessun altro al mondo”. Io non capisco che senso abbia il sesso se
poi non devi fare bambini. Tu forse lo sai Phoebe. -
Phoebe trasalì, dando un colpo di spazzola sulla nuca del fratello - Che ne sai
tu sul con chi sono stata a letto?! - poi si rabbonì, e rispose alla domanda di
Daniele - Ad ogni modo, devo dire di aver perso la verginità a ventitré anni. Ma
usai molti contraccettivi, allora, e perciò non rimasi incinta. -
- Perché l’ hai fatto? - fu la domanda cruciale che Daniele le pose.
- Voglia di farlo. Perché una ragazza ed un ragazzo si ritrovano in un letto e
compiono l’irreparabile, se non per seguire il normale corso della natura?
- Un ragazzo e una ragazza non ancora sposati fra loro non farebbero certe cose
se alla sera fossero stanchi dopo una lunga giornata di lavoro, ma avrebbero
entrambi mal di testa, e si addormenterebbero tirando la mattina successiva
senza compiere l’irreparabile. - fu la risposta dogmatica di Piper, che se ne
andò dopo essersi pettinata con cura.
- Disse Piper. - aggiunse sarcastico Daniele, stringendo un’ennesima volta la
piastra sui suoi lunghi capelli castani.
- Accidenti. - esclamò Paige, piena di ammirazione - Non ho mai visto nessuno
prendersi cura così a lungo dei propri capelli. -
- E’ l’unica mia mania. Io sono convinto che in una presentazione i capelli
siano fondamentali. Tenendoli puliti e pettinati, si può far colpo
immediatamente sulla persona che si ha di fronte. -
- Fare discorsi femminili nel nostro bagno con un uomo. Se me l’avessero detto,
non ci avrei mai creduto. - anche Paige lasciò il bagno dopo essersi pettinata.
- Non pensavo avrei avuto un rapporto così piacevole con un mio consanguineo. -
confessò Phoebe.
- Nemmeno io, Phoebe. Forse perché in me la parte femminile fa a staffetta con
quella maschile. -
- Che intendi dire? Che sei una specie di ermafrodita? -
- No, non fisicamente. Io la intendo come una specie di sdoppiamento della
personalità, ma uno sdoppiamento anche buono, se vogliamo. Mi aiuta a
comprendere meglio le donne. -
- Fortunata Sabrina che ti ha vicino. La prima volta che la vedo, devo dirle di
non lasciarti scappare mai, nemmeno dopo sposati. -
- Credo lo sappia già. E’ innamorata persa di me, anche se a volte mi fa male
quando ci alleniamo. Hai mai visto uno scontro fra un karateca ed una judoca? -
- No, mai. E’ interessante? -
- Se siamo in forma, impedibile. -
A sentire “in forma”, e ricordandosi Sabrina l’ultima volta che si erano
incontrate, Phoebe squadrò il fratello, come per fargli capire che la
definizione “in forma”; vista l’evidente pancetta di cui il fratello era
fornito, malgrado la forte muscolatura del tronco e delle braccia. Daniele
bruciò ogni commento sul nascere, con un’occhiata alquanto eloquente, e poi
altre parole altrettanto efficaci:
- Non dire niente, o ti tiro dietro la piastra. -
Phoebe alzò le braccia, sorridendo - OK, va bene. Non dirò nulla. -
- Faresti meglio. Mi danno fastidio le battute sull’aspetto fisico. - poi cambiò
discorso - Hai visto One? -
- No. Credo stia ancora dormendo. -
- Quella ragazza mi mette angoscia. -
- Cosa intendi dire? -
- Non hai ancora ricevuto alcuna premonizione a suo riguardo? -
- No, non ancora… Perché, tu ne hai ricevute? -
- Non esplicite premonizioni, ma solo ESP. Lo dico perché ogni volta che si
avvicina, sento che devo retrocedere. E’ come se la sua aura mi terrorizzasse,
ma io non sento di provare una vera e propria paura. E’ più che altro una
sensazione di pericolo. Ho già fatto menzione a Piper delle mie preoccupazioni,
e se riuscirò ad avvicinarla, avvertirò anche Paige. Se tu – Daniele si avvicinò
troppo al suo orecchio destro con la piastra, e rischiò di scottarsi, per questo
si prese una breve pausa dal discorso - Se tu dovessi avere una premonizione, ti
prego di renderci partecipi. -
- Certo, lo farò. Non dubitare. -
- Di voi non dubito. - disse, scollegando la piastra per farla raffreddare - Che
ne pensi? - disse, scuotendo i capelli.
- Non ne ho mai visti di così curati. -
- Perfetto. Possiamo andare a colazione, allora. -
Quando scesero in salotto, assistettero ad una scena che diede una conferma
insperata e assolutamente non voluta alle preoccupazioni di Daniele. One aveva
veramente dei poteri maligni, e ora i stava usando contro Paige e Piper,
tenendole sollevate in aria come se non avessero peso. Sembrava inoltre che non
opponessero resistenza. Lì per lì, Daniele pensò che fossero morte, e per questo
si scagliò contro One con furia pazzesca, cercando di darle un calcio volante al
volto, dato con la punta delle dita, un colpo che nel karate è proibito, ma che
Daniele fu costretto ad usare per salvare le sue sorelle. Ma si accorse che
qualcosa non andava come avrebbe dovuto, poiché una volta colpita, One
scaraventò via lo stregone senza alzare nemmeno un dito. Anche Phoebe provò a
colpirla, ma subì lo stesso trattamento, finendo contro al fratello. Daniele,
furibondo, decise di passare alle maniere decise - Allora muori, maledetta
schifosa! - gridò, estraendo la pistola. Phoebe non mosse nemmeno un dito per
fermarlo, sconvolta com’era dalla frenesia degli eventi. Daniele premette il
grilletto, mirando proprio al volto. Ma una volta arrivato a destinazione,
proprio com’era successo con gli attacchi precedenti, il proiettile tornò
indietro, colpendo Daniele alla spalla. Daniele cadde, e Phoebe lo aiutò a
rialzarsi.
Daniele aveva ancora negli occhi il suo obiettivo, che purtroppo sembrava
irraggiungibile anche coni proiettili. Forse un incantesimo avrebbe facilitato
le cose. Doveva inventarsene uno alla svelta, visto che Phoebe sembrava ancora
inebetita dalla confusione. Ma sfortunatamente, il dolore gli impediva di
concentrarsi. Il proiettile era ancora nel suo corpo. Maledizione, fu tutto
quello che riuscì a pensare.
Phoebe allora, ebbe un’idea folgorante - Senti, Daniele. Io forse conosco un
incantesimo che potrebbe fare al caso nostro. -
- Dimmi. -
- Se la casa in centro poni
Non si salvano gli stregoni.
Se del bene sono le ancelle,
Saranno salve le sorelle. -
- Fantastico. La mia parte femminile non può aiutarci, ora. Servono tre donne
per lanciarlo. I vostri incantesimi sono fatti per essere formulati da tre
donne. -
- Non ce la farete comunque. - disse loro One.
Il cristallo di Daniele rivelò una fonte di potere magico negativo a dir poco
fuori del comune. Per la prima volta da quando era diventato stregone di luce,
stava provando veramente paura - LEO!!! - sbraitò Daniele. Leo apparve, come
sempre quando si aveva bisogno urgente di lui. Anche lui sentì il potere maligno
di One dipanarsi dalla bionda One. Ma non perse tempo, e corse ad aiutare
Daniele. Questi si rivolse a Phoebe, con una certa impazienza - Chiama Patricia
e Penelope, presto! Serve il potere del Trio. Non penso che guardino agli
elementi che lo compongono. Invocale, svelta! Reciterai la formula insieme a
loro, a me baderà Leo, vai! -
- Spero che funzioni. - disse Phoebe, prima di lasciarli.
- Sei sicuro che possa funzionare? - domandò Leo, una volta che Phoebe fu
scomparsa in soffitta.
- Io spero di sì. Abbiamo una sola possibilità perché Piper e Paige si salvino.
One sta risucchiando loro parecchia energia, ma non sono ancora in pericolo di
vita. -
Dopo qualche minuto, Phoebe riuscì ad evocare sua madre e sua nonna, che
immediatamente provvidero ad aiutare ancora una volta la figlia in difficoltà.
Phoebe invitò le sue progenitrici a lanciare la formula.
- Se la casa in centro poni
Non si salvano gli stregoni.
Se del bene sono le ancelle,
Saranno salve le sorelle. –
Sembrò che la formula non funzionasse, e che One non risentisse minimamente
dell’incantesimo che le era lanciato contro. Anzi, sembrò che stesse rinsaldando
la presa su Piper e Paige. Phoebe urlò di continuare, mentre Leo era appena
riuscito a guarire Daniele. L’angelo bianco avrebbe voluto aspettare, ma il
cognato lo costrinse a lasciar perdere, e lo spronò a guarire la sua ferita.
Daniele si rimise, traballante, in piedi.
- Paddy! Dove stai andando? - gli gridò sua madre, vedendolo andare in direzione
di One.
- Continuate a pronunciare l’incantesimo. Io sconfiggerò One, in un modo o
nell’altro. - promesso questo, si lanciò contro la prigione d’energia in cui
erano rinchiuse le sue sorelle minori, entrando con tutto il corpo. Phoebe
trasalì, e lui avvertì in pieno il dolore che stavano provando Piper e Paige.
Daniele si concentrò, e dalla sua prigionia emanò la più intensa Concentrazione
Difensiva che si fosse mai vista. La sua potenza pressante unita a quella
indebolente dell’incantesimo fece sì che la prigione magica si rompesse. I tre
fratelli caddero a terra, e l’unico che rimase cosciente fu Daniele, che si
rimise in piedi barcollante, mentre nel frattempo raccoglieva da terra la sua
pesante pistola a tamburo.
- Ora che hai perso la tua barriera magica. Posso farti fuori come voglio,
adesso. -
Gli occhi di One, prima totalmente bianchi, esattamente come quelli della
Veggente quando scandaglia col suo potere le pieghe del tempo, tornarono normali
- Sul serio lo credi? -
Gli occhi di One si tinsero di rosso sangue. Daniele sentì una forza misteriosa
prendergli il braccio destro. Daniele avvertì il pericolo, e scaricò il
caricatore della pistola prima che One lo costringesse a premere il grilletto
dopo aver puntato l’arma contro le sue sorelle.
La barriera difensiva di One era molto più potente di quanto non fosse ad occhi
bianchi. Fuse i proiettili ancor prima che la toccassero. La forza si affievolì,
e lo lasciò del tutto. Persino una pistola di quel calibro non aveva potuto
niente contro One. Deciso ad optare per una soluzione definitiva, Daniele gettò
a terra la pistola, e si tolse la giacca.
- Quando prima hai rischiato la tua vita per salvare le nostre sorelle, non hai
usato tutta la tua potenza, vero? -
Daniele si stupì di quella dichiarazione. Non perché One avesse scoperto che lui
non stava facendo sul serio, ma perché dal tono di voce della sorella aveva
previsto la richiesta che gli stava per fare.
- Sappi che i miei occhi possono mutarsi in tre colori: bianco, rosso sangue e
infine nero. Se uso il mio potere quando i miei occhi sono neri, nessuno in
questa casa potrà salvarsi, nemmeno i fantasmi delle vostre defunte antenate.
Tutto verrà inghiottito nel mio corpo, e servirà da energia per il mio
sostentamento. -
- Cosa? Energia di sostentamento? – trasalì Phoebe.
Non c’era più un secondo da perdere. – Me la vedo da solo con lei, Leo. –
- Sei impazzito forse! – gli disse l’angelo bianco – Quel demone ti ucciderà! E’
impossibile che tu possa rimanere vivo dopo un simile scontro. -
- Forse no, Leo. Perché io ho visto chiaramente il so punto debole in una mia
visione passata. -
- Non mi fido ancora. – confessò Leo, malgrado Daniele fosse risoluto e
determinato come non mai – Prima non era che a tre quarti della sua potenza, e
ti ha quasi ucciso. Non sei riuscito inoltre a controllare la seconda ondata di
potere astrale, ed era ancora più debole della prima. Credi davvero di riuscire
a sconfiggerla? -
- Non preoccuparti. Se concentro ogni mia energia in un unico attacco di potere
astrale, posso sperare di vincere. -
- Prosciugherai le tue risorse d’energia vitale. -
- Lo so, Leo. Ma non posso chiedere a Phoebe, o a qualcun altro, di prestarmi un
po’ della sa energia. Sono l’unico che sappia dove colpirla. –
- Spero tu sappia come fare. -
- Non ti preoccupare. Vivrò ancora per sposarmi. Ah, a proposito: nel caso io
fossi stato troppo ottimista, dai a Piper il cofanetto che c’è nella camera
degli ospiti, e poi dille di darlo a Sabrina, con le mie più sentite scuse. -
Daniele doveva concentrare ancora di più la sfera della Concentrazione
d’Attacco. Magari facendola diventare sempre più piccola, ma con eguale potenza.
Comprimere, era la parola d’ordine. Comprimere l’energia.
Leo iniziò ad avvertire un brivido di terrore appena accennato, e decise di
portare Piper e Paige il più lontano possibile da lì, prima che l’energia le
potesse investire. Avrebbe poi fatto la stessa cosa con Phoebe, mentre per i
fantasmi delle sue suocere, ci avrebbero pensato da sole. In pratica, Daniele fu
lasciato solo con la sua avversaria. Entrambi si erano immaginati un duello “con
le pistole”, per dirla con un eufemismo.
Ma Daniele ancora non era pronto, mentre la sua avversaria aveva già iniziato a
lanciare le sue sfere, sperando di colpirlo. Correva troppo per lei. Anche se
non era certo un bersaglio ridotto, a causa della sua corporatura robusta,
eppure One non riusciva a centrarlo.
Daniele controllò la sfera. Stava cambiando colore, ed era diventata di un
profondo blu scuro. Ma ancora non bastava. Non ancora. E questo One lo sapeva
bene. Sapeva che le gradazioni di colore contraddistinguono anche il voltaggio
d’energia. Bianco, voltaggio ridotto. Rosso: voltaggio pericoloso. Nero:
voltaggio altissimo. Era questo quello a cui mirava. Sapeva che la sua barriera
si sarebbe infranta, se avesse creato uno spillo di energia sufficientemente
elevato avrebbe trafitto da parte a parte quella maledetta strega. Ma c’era un
altro problema. Scoprì con terrore che non aveva più energia. Non poteva
concentrare la sfera più di così. Era impossibile. Se solo avesse avuto
dell’altra energia, soltanto un po’, avrebbe potuto avere la meglio su di lei.
Piper e Paige si ripresero immediatamente, grazie al rinomato “metodo Wyatt”,
per il recupero energetico.
In breve, gli fu spiegata la strategia che Daniele contava di usare, ma subito
Paige capì che non ce l’avrebbe mai fatta da solo, anche se era l’Halliwell con
i mezzi d’attacco più potenti.
- E’ una pazzia. Io ho capito quanto potente sia One. Sarebbe stato meglio se
l’avessimo affrontata tutti insieme con un incantesimo. -
- La sua barriera resiste alla magia. L’unico modo è forare la sua barriera con
un’energia più alta. -
- Sfortunatamente Daniele ha un’energia limitata. - spiegò Leo – Non sufficiente
per sconfiggere One, ma io ho un’idea per aiutarlo nella sua impresa. Ascoltate
ciò che ho da dire. -
Il voltaggio delle sfere non stava danneggiando le pareti di casa, perché non
erano quelle l’obiettivo che dovevano centrare. One si stava limitando, mentre
Daniele combatteva al massimo, ma non era riuscito ancora a sfondare la barriera
magica. Era una cosa umiliante, e terribilmente difficile da sostenere. Troppo,
anche per uno come lui. Stava per soccombere, ma non voleva ancora lasciare quel
mondo. La voglia di vincere era più forte della differenza di forza fra di loro.
Se solo avesse avuto più energia, si rammaricò.
Paige apparve lì vicino a lui, insieme a Piper e Phoebe.
- Che cavolo ci fate voi qui? – domandò, severo.
- Non puoi sconfiggere quel mostro da solo. Leo ci ha detto che non hai
abbastanza potere astrale per farlo, o una cosa simile. -
Daniele non volle sentire ragioni, ma Paige terminò la frase prima che potesse
fare qualsiasi obiezione.
- Se ti offriamo un po’ della nostra energia magica, perché è di quella che è
composta la tua concentrazione d’attacco, poi riusciremo a sconfiggere One? -
- Non senza ucciderla. Ve lo devo dire, io volevo provare a salvarla, in qualche
modo. E’ proprio nostra sorella. -
Il silenzio calò su casa Halliwell. Paige fu la prima a proferire qualche parola
– Però Leo ci ha detto che avevi in mente un altro piano. –
- Infatti, era quello che avevo in mente per primo. Ma mentre combattevo, mi
sono accorto della vera natura di One. Per questo ho deciso di cambiare
strategia. -
Il tavolo ribaltato, dietro il quale Daniele aveva trovato un riparo
improvvisato, esplose in mille pezzi. Daniele accettò l’aiuto propostogli – Va
bene. Andate a cercarvi un riparo, e declamate uno scongiuro. In qualunque posto
voi siate, io lo sentirò, e le vostre energie giungeranno a me, che ne avrò
bisogno come fosse acqua nel deserto. –
- Salverai anche One? – domandò Phoebe. I suoi occhi esprimevano pena per la sua
ultima sorella. Anche se era un demone, aveva pur sempre il suo stesso sangue, e
Daniele aveva capito questo suo ragionamento, guardandola negli occhi.
- Farò il possibile. – la rassicurò – La salverò. Ammesso che lei voglia farsi
salvare. -
Daniele schizzò via dal suo rifugio, facendo da diversivo per permettere alle
sorelle di andare da un'altra parte, e declamare lo scongiuro.
Daniele ripartì nella formazione della sua sfera d’energia, partendo però da un
colore molto chiaro. Fu lui il primo a preoccuparsi, perché questo voleva dire
che non aveva energia sufficiente a sopravvivere per molto tempo. Si augurò
vivamente che le sue sorelline si sbrigassero a pronunciare quella formula.
Daniele riprese a correre da un lato all’altro della stanza, per recuperare un
altro po’ di tempo, ma ormai era stanco. Si rese in un attimo conto, che
soltanto un miracolo avrebbe potuto salvare la situazione. Cadde, e One ne
approfittò per lanciare una delle sue sfere nere. Daniele la vide partire, e
alzò una mano, per istinto di sopravvivenza.
E fu allora che il miracolo accadde. Le tre sorelle iniziarono a mandare tutta
la propria energia magica. Le tre non volevano che un demone potesse
sopravvivere entro una delle sue sorelle. Non erano insieme al fratello col
corpo, ma con la potenza di tre anime, che coprirono il loro amato fratello come
un’armatura. Questa sfaldò la sfera d’energia lanciata da One come fosse una
palla di neve che s’infrange contro un muro di mattoni.
- Ben fatto, sorelline. Grazie per la vostra energia. – Si rimise ancora una
volta in piedi. One avvertì l’energia dell’avversario superarla in potenza, e
questo le fece perdere quella calma glaciale che la contraddistingueva,
lasciando il posto alla smania di ucciderlo. Plasmò la sua energia in una lama,
e lanciò ancora una volta il suo colpo. Daniele schivò il colpo, ma gli fu
tagliata una ciocca di capelli. Non molto grande, ma quel poco fu sufficiente a
mandarlo in bestia come mai prima.
- Non dovevi tagliarmi i capelli… - disse, incupendosi di colpo, facendo
esplodere la sua energia interna. La rabbia stava risvegliando in lui un’energia
ancora superiore a quella che aveva sfoderato nelle prime fasi dell’incontro.
One indietreggiò, ragionevolmente impaurita, Daniele concentrò una colossale
quantità di energia in un piccolissimo punto nero pulsante, sul palmo della sua
mano.
- Energia concentrata in un solo punto, l’arma definitiva che userò contro i
demoni come te. – non era però ancora finita. Se avesse sbagliato il colpo anche
solo di un centimetro, One sarebbe stata spacciata. Fu un solo attimo. Il
sottilissimo lampo d’energia balenò nell’aria, sfrecciando direttamente al corpo
di One.
Il demone alzò una barriera nera, ma fu tutto inutile. Il suo cuore fu trafitto,
e un’onda di luce si espanse dal suo corpo. Sembrò quasi una stella che esplode.
Daniele rimase accecato, e si accasciò svenuto sul tappeto. Credette di morire,
ma senza rimpianti. Poiché aveva salvato non quattro persone qualunque, ma
quattro sue sorelle.
Al P3 la folla si stava divertendo, e ballava spensierata sulla dance di Sophie
Ellis-Bextor. Prendeva tutti, senza distinzioni d’età, e li spingeva a
scatenarsi senza controllo. Anche Daniele seguiva il ritmo, ma in maniera molto
più contenuta, battendo il palmo della mano sul bancone dov’era appoggiato.
- Peccato One abbia voluto andarsene. – considerò Paige, prendendo un bicchiere
di spumante d’Asti al bancone.
- Purtroppo è rimasta molto impressionata dal male che aveva cercato di farvi, e
ha preferito andare ad allenarsi per poterlo contenere. Un collega di Leo
l’assisterà durante l’addestramento. -
- Sei stato davvero in gamba, Daniele. Non me lo sarei mai immaginato. -
- Ho avuto la fortuna che One è rimasta immobile. – Paige se ne andò, e Daniele
approfittò immediatamente per cambiare discorso.
- Sai una cosa, Piper? Questa cantante mi ricorda molto i pomodorini di Fantozzi.
-
- E chi sarebbe, scusa? -
- Un personaggio televisivo grottesco molto famoso in Italia.Gliene capitavano
di cotte e di crude, e una cosa di queste era mangiare dei pomodorini, che
all’esterno erano appena freddi, mentre dentro erano delle vere e proprie palle
di fuoco. Lei per me è questo. Fredda fuori, ma con dentro l’impetuoso fuoco
della musica a scaldare tutto. -
- E’ un paragone molto curioso, però credo tu abbia espresso in pieno ciò che
volevi dire. -
Phoebe e Sabrina arrivarono in quel momento.
- Siamo arrivate. – disse Phoebe.
- Ce ne avete messo di tempo. Vi aspettavamo per le nove, sono passate da
quindici minuti. – le rimproverò Piper.
- Avanti, Piper. Non è poi così tardi. -
Daniele baciò focosamente la sua futura moglie, staccandosi dal bancone. Tutti
si voltarono a guardarli, stranamente incuriositi dallo spettacolo. Piper battè
un colpo sulla spalla del fratello, che si ridestò, e capito l’imbarazzo di
Piper, domandò al suo amore se volesse andare a ballare, propri mentre la
cantante inglese stava proponendo un pezzo lento e più ballabile. Sabrina
accettò con piacere, facendogli presente che non era da Daniele domandare certe
cose.
Mentre si dirigevano al centro della pista, incontrarono Cole e Leo, che
andavano nella direzione opposta. Si salutarono, e si lasciarono immediatamente.
- Hai fatto il pieno anche stasera. - notò Leo.
- Cantanti che fanno successo sono sempre un’ottima fonte di guadagno. - spiegò
Piper, come se fosse abituata al pienone.
- Ti va di raggiungere tuo fratello sulla pista? Magari non proprio insieme a
lui e Sabrina, magari un po’ più defilati. -
Piper sorrise - Accetto con piacere. -
Anche Cole rivolse la stessa domanda a Phoebe, ed ebbe la stessa risposta. Tutti
se ne andarono, lasciando il bancone.
Soltanto Paige non aveva un accompagnatore, e se ne stava in disparte, a bere un
bicchiere di spumante su di un tavolino. Non era da lei piangersi addosso, ma
quella volta le venne veramente un colpo al cuore, più che altro per l’invidia
che suscitava in lei vedere tutti gli altri della famiglia ballare un lento
abbracciati alla persona che amavano, mentre lei abbracciava solamente un flute
pieno di dolce amarezza all’uva stagionata.
Quanto avrebbe voluto ballare con qualcuno…
Una voce familiare la chiamò da poco lontano - Ciao, tesoro. Sapevo t’avrei
trovato qui. -
- Glen! - esclamò, saltandogli al collo, e stringendolo fino a fargli male.
- Calma, calma. Mi stai spezzando la schiena, così. Ti va di ballare? -
- Con grandissimo piacere. -
Paige si fece coraggio, buttando giù d’un fiato lo spumante e avventurandosi
nella folla con il suo fidanzato, ora senza più paura di fare da tappezzeria per
tutta la serata.
Anticipazioni:
La Morte è una nostra affezionata compagna di viaggio. Essa ama ognuno di noi, e
quando il suo amore diventa tanto grande da non poter essere più trattenuto, la
Nera Signora tu avviluppa col suo nero sudario, facendoti diventare suo.
Sfuggirle è impossibile. Tutto ciò che è concesso fare è attendere che Lei ci
esprima il suo personalissimo genere d’amore.
Episodio 7: REQUIEM
Scritto da MoonWalker