LE
CITTA' DEI VIZI
Secondo episodio: EAT IT
Breve riassunto: Il matrimonio per il quale le Halliwell erano state invitate in Italia è rimandato per colpa dei demoni Peccaminosi. Dopo aver sconfitto Lilith della Lussuria a Milano, proveranno a rintracciare il fantomatico Glacier in Romagna.
Data di composizione: 27/12/2001 – 7/4/2002
Valutazione del contenuto: Adatto a tutti, senza distinzioni di età
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Bologna, la città mangereccia per eccellenza. Tagliatelle,
ravioli, tortellini…Ed era un po' quello, fra le altre cose, che le sorelle
stavano sperimentando. E Daniele non poteva mangiare nulla per un maledetto
dolore ai denti.
- Ottimo. - commentò a bocca piena Paige, finendo il suo piatto di linguine allo
scoglio.
- Sarebbe meglio fare un pasto al giorno, altrimenti rischiamo di non entrare
più dentro la porta di casa. -
- Voi, care sorelle. - anche Phoebe aveva finito il suo piatto di tagliatelle al
sugo di gamberi - Per me finire tutte le scorte del ristorante non cambierebbe
nulla - si pulì la bocca con il tovagliolo.
- Vero, eh? Tu non mangi nulla, Daniele ? -
- No, grazie. Credetemi, preferisco così. Tutto quello che riesco a mandare giù
è il ghiaccio. - e infatti aveva un secchiello metallico per champagne di fronte
a lui, al posto del solito piatto di spaghetti. Il cameriere,quando prese le
ordinazioni ripeté le parole del giovane - Un… secchiello pieno di ghiaccio ? -
- Hai capito bene, pieno di ghiaccio fino all'orlo, e una mezza minerale
naturale, per favore. -
- Ma da quand'è che hai mal di denti ? Ieri stavi benissimo. - gli chiese Paige.
- Che ne so… Si dev'essere incasinato qualcosa. Adesso che non so dove cercare
un dentista. - si piegò in preda ad un dolore acuto. La sua testa sparì sotto la
superficie del tavolo, e le sorelle si sporsero preoccupate dal tavolo per
vederlo.
- Oggi che ne direste di andare da sole a perlustrare la città mentre io vado a
farmi vedere ? Non ce la faccio più. -
- Non preoccuparti. - lo calmò Piper. - Noi tre bastiamo e avanziamo. -
- Signor Daniele Mori? - un giovane cameriere si avvicinò al tavolo.
- Sono io Daniele Mori. -
- La vogliono al telefono, signor Mori. -
- Al telefono?… - chi poteva sapere che fosse lì? - Chi sarà? Scusate se mi
assento un momento, ragazze. -
- Mah. E' un tipo impegnato il nostro Daniele. -
- Non è male. Ma non mi sembra questo gran fenomeno. -
- Ma perché devi essere sempre così acida? -
Forse Daniele sapeva cosa lo aspettava dall'altro capo di quel telefono. - Si,
pronto? -
- Mori? Sono io. -
- Ah, capo. Ha istruzioni? -
- So che sta cercando i sette Baroni. -
- Sarebbero sei, attualmente. - puntualizzò Daniele.
- Hm. Molto bene. Le Prescelte, sono sempre lì con lei? -
Daniele si girò a guardarle ridacchiare, sedute al tavolo - Sempre lì. -
- Molto bene. Si ricordi che devono arrivare vive in fondo a questa faccenda. -
- Non si preoccupi. Le proteggerò anche a costo della vita, ci può giurare. -
- Bene, mi fa piacere. Eh… Gli ha già rivelato quel segreto? -
Daniele si voltò ancora una volta a guardarle. Erano così felici, come avrebbero
reagito alla notizia? Male? Bene? E la sua vita, come sarebbe cambiata? - Non
ancora, capo. Non ho ancora trovato il momento buono. -
- Le consiglio di affrettarsi. E' una prova molto difficile che dovranno…
dovrete superare, questa. E non vorrei che qualcuno ci rimettesse. Meglio dirgli
tutto subito. -
- Non lo so, capo… E' che non so come reagirebbero. -
- Mori, avanti… L' ho vista prendere a cazzotti demoni di classe B senza
riportare neanche un graffio, e si blocca davanti ad una notizia che le farebbe
felici. -
Daniele era confuso. Il suo capo aveva ragione, ma lui aveva ancora le sue paure
e le sue convinzioni. - Va bene, vedrò che posso fare. Arrivederci, capo. -
Con Daniele dal dentista, le tre sorelle dovettero arrangiarsi a vagare fra le
vie della città come meglio potevano, con una cartina e la strana pietra che
Daniele portava al collo, una gemma trasparente, che reagiva alla presenza dei
demoni, e a seconda del colore riusciva anche a valutarne la potenza in tempo
reale.
- Ma come funziona questo sasso? - chiese ansiosa e scontrosa Paige - Siamo
sicure che ci sarà d'aiuto? -
- Con Daniele funziona. Perché non dovrebbe funzionare con noi, scusa? -
- Le prescelte non hanno idee… - le vezzeggiò sarcasticamente.
- Non è aria, Paige. Vediamo di concentrarci sul lavoro. - la riprese Phoebe,
fra una leccata al suo gelato al lampone e l'altra.
- Sorellina, non pensi forse che sarebbe meglio lasciarla a Daniele e ritornare
al solito modo? -
- A tastoni, vuoi dire? No, meglio avere un punto di partenza. E poi, anche se
sconfiggiamo qualche demone minore, non è altro che esperienza e un demone di
meno in giro. - spiegò Piper, senza distogliere mai un attimo gli occhi dalla
mappa.
Il talismano trasparente prese a rilucere di un lampo rosso, segno di un demone
di alto livello nelle vicinanze, a quanto pareva dal fatto che lampeggiasse.
- Forse ci siamo. Avanziamo, forza. -
La reazione si fece sempre più intensa, focalizzandosi su di una persona, una
ragazza molto magra e dall'aspetto frigido. - Dev'essere lei. Che poteri avrà? -
- Non lo so, andiamole dietro. -
Seguirono la donna fino ad una strada secondaria, che celava parecchi ostacoli,
come spazio ridotto per via delle impalcature, e attrezzi buttati in giro senza
ritegno.
- Mi state seguendo da molto, signorine? -
Le tre trasalirono. Pensavano di non aver suscitato alcun sospetto. Si erano
tenute a distanza, molto lontane. Come poteva averle scoperte?
- Non stupitevi se riesco a sentirvi. Percepisco chiunque abbia fame, e leggo i
suoi pensieri. -
- Fame? Tu controlli il pensiero, dunque? -
- Non precisamente, ma posso fare anche altre cose, molto più divertenti.
Ricordate il mio nome, Glacier, perché ora che mia avete scoperto, mi
rincontrerete in un'altra città. Lascia a voi scoprire quale. -
La donna sospinse le tre donne, colpendole con una sorta di onda blu, che dalla
sua mano si andava allargando sempre di più. Le tre, colpite dalla parte destra,
furono sbalzate come foglie morte mosse dal vento, andando a distruggere una
grossa finestra.
Daniele aveva, come la maggior parte delle persone, una folle paura dei
dentisti, e quella volta non faceva eccezione. Guardava il trapano che doveva
rimettergli a posto il dente di traverso a causa dell'apparecchio che doveva
tenergli divaricati i denti, con uno sguardo terrorizzato. Il dentista era uno
specialista, ma anche loro molte volte si sbagliano, e fanno provare un dolore
pazzesco.
- Non si preoccupi, signor Mori. Non le farò male. Però lei cerchi di
rilassarsi, altrimenti le farà male per forza. - cercò di tranquillizzarlo.
Tutto era pronto, ma prima che riuscissero a fare alcunché, Daniele si ritrovò
le tre sorelle anche nella bottega del dentista, entrate di forza dall'unica
grossa finestra dello studio. Daniele si liberò dall'apparecchio, mentre le tre
lo prendevano per un braccio e lo portavano via di corsa - Ma dove andate?! Devo
farmi otturare la carie! -
- Trattieni il dolore, omaccione! - lo zittì Paige, col suo solito tatto da
elefante - Non è importante come quel che abbiamo scoperto! -
- In che senso? Avete trovato il demone? - chiese Daniele togliendosi anche
quello stupido bavaglio che il dentista gli aveva messo.
- No. Lui ha trovato noi. E se n'è andato da Bologna. -
- E voi l'avete lasciato scappare?! Non ci posso credere! Sareste voi le
Prescelte? -
- Tutti hanno un insuccesso, qualche volta, no?! -
Daniele sbuffò, scuotendo la testa. Aprì le portiere dell'auto e montò al posto
di guida - Almeno sapete dov'è diretto? -
- No, è volato in direzione nord. Non lo puoi rintracciare col tuo diamante, o
che cos'è? -
- Devo avere toccato il demone almeno una volta. Oppure posso servirmi di voi
come tramite. Quell'entrata spettacolare non avreste potuto provarla, no? -
- Non avremmo mai voluto farla. - precisò Piper, massaggiandosi il collo
traumatizzato nello scontro.
Furono due settimane di grande girovagare. Passarono più tempo a setacciare le
città sotto le precisissime indicazioni del ciondolo di Daniele, ma tutto quello
che ottennero fu soltanto l'arrivare una volta che il demone era già lontano. Le
tre sorelle erano visibilmente innervosite, e con l'andare del tempo
cominciarono a sgranocchiare tutto ciò di commestibile che capitava loro a tiro,
col risultato poco carino di metter su chili a ritmo industriale. E i vestiti,
cominciarono con lo scarseggiare. I soldi non erano un problema, siccome Daniele
era un investitore abile con un conto in banca decisamente fornito, il problema
fu il dover cambiare uno stock di vestiti nuovo ad ogni città.
Camera d'albergo di Piper e Phoebe, alla presenza di Paige e Daniele: l'italiano
decise di andare da solo a perlustrare Firenze, la città dove si trovavano al
momento.
- Non puoi farlo, Daniele. Anche noi siamo della partita. - ribatté Paige.
- Non lo metto in dubbio, ma non posso permettere che andiate in giro. Siete
sotto l'effetto di una maledizione, non l'avete ancora capito? -
Le tre lo stettero a sentire - Non avete capito che quello che avete incontrato
è il demone della Gola? Glacier ha il potere di stimolare fino
all'autodistruzione la gola, e Il vostro stato ne è la prova. -
- Ammettiamo, che siamo ridotte un po' da schifo, con queste pance - ammise
Phoebe battendosi la sua smisurata pancia con entrambe le mani - Non possiamo
nemmeno restare con le mani in mano, però. -
- Vi siete già scontrate con Glacier, e vi conosce, ma non conosce me. Penso che
avrò maggiore fortuna, io sono un mago dall'età di sedici anni. Ho maggiore
esperienza, e poi ho una laurea in dietologia. -
- Non sono d'accordo, Daniel. Lasciaci venire con te. - Ma Daniele non volle
sentir ragioni. impose la sua mano destra, creando una catena che imprigionò le
tre con una serie di catene d'acciaio. - Scusate - gli disse, uscendo dalla
camera - Era necessario. Non muovetevi finché non torno. - fu il sarcasmo da
patatina surgelata.
Daniele tornò tre ore dopo, sconsolato - Ragazze, sono tornato. Ho girato tutta
Firenze, ma Glacier dev'essere già andata via. -
- Daniele! Liberaci! - Piper sembrava senza più voce, come se avesse una corazza
troppo stretta ad impedirle di respirare.
- Scioglimento! - fu la parola magica che fece scomparire quelle catene - Mi
spiace. Non pensavo che vi avessi legate così strette. -
- Non è colpa tua. Siamo noi che siamo ingrassate di colpo. - si giustificò
Phoebe.
- Allora la faccenda è grave. Se non la troviamo subito, ho paura che morirete
di crepapelle. - fu la diagnosi di Daniele, che lasciò di sasso le tre.
Nella macchina di Daniele, commentarono e si misero d'accordo sul da farsi una
volta lasciata Firenze.
- Io dico di seguire le tracce della magia di quella maledetta e di prevenire le
sue mosse. - fu il proposito di Paige, vendicativa per natura.
La pensatrice Piper ebbe un'altra idea - Io dico di cercare di trovarla prima
possibile sfruttando il ciondolo. -
Per Phoebe le due strade non furono affatto praticabili - No, dobbiamo
concentrarci sulla caccia a tutti i demoni, lasciamo perdere la nostra
situazione. Prima o poi la beccheremo. -
Daniele, invece, non sapeva che pesci pigliare. Non stava ascoltando le
discussioni delle tre, guardava la strada con occhi persi nei suoi pensieri,
cercando di conciliare giuda e riflessioni. Il suo sguardo fu catturato da un
cartellone pubblicitario poco distante. Frenò con decisione. Paige gli chiese
perché diavolo si fosse fermato
- Io ho un'idea migliore, ragazze. - esordì guardando quel cartellone - Amiche
mie, non tutti i mali vengono per nuocere. -
- Che? Miss Over? - chiese confusa Phoebe, leggendo soltanto una piccola parte
del messaggio.
- Si va nella tana del lupo, bambine. - mise in moto e si diresse nella "Tana
del Lupo" nella città marittima di Follonica, in Toscana
- Vorrei iscrivere queste mie tre amiche. - richiese Daniele alla giovane e
paffuta ragazza addetta alle iscrizioni.
- Ti dispiacerebbe chiedere prima di prendere l'iniziativa? - si lamentò Piper,
risentita di quella disgraziata idea del cugino. Farle partecipare ad una gara
di grassezza, approfittando del loro stato di maledizione le sembrava una
mancanza di rispetto bella e buona.
- Nazionalità delle partecipanti? - chiese garbata la ragazza delle iscrizioni.
- Sono tutte e tre americane. -
- Ci stai ascoltando, Daniele? -
- Allora mi spiace, ma questa selezione è solo per l'Italia. Se vogliono
iscriversi, devono farlo da esterne, che propongono un numero. -
- Anche i fenomeni da baraccone ci fanno fare? - commentò acida Paige.
- Che genere di numero? -
- Ma stai facendo sul serio? - fu la domanda retorica di Phoebe.
- Mi scusi un attimo. Non capiscono ancora molto bene l'italiano. - Daniele le
prese in disparte e gli fece cambiare idea - Allora, lo volete prendere quel
demone? Allora meglio che fate come dico io. Di sicuro si farà vedere qui.
Ricordo di averla vista già l'altr'anno. Qui Glacier avrà l'opportunità
irripetibile di contagiare con il suo potere una caterva di persone. Se
riusciste ad infiltrarvi fra di loro, la potremo scoprire. Io penso che mi
tramuterò in una delle partecipanti. Siete con me o contro di me? -
Le tre rimase taciturne per qualche istante, guardandosi confuse. Piper fu la
delegata per riferire la decisione. - Siamo d'accordo, allora. Però dovrai farci
passare senza farci iscrivere. -
Daniele fece una smorfia, in parte deluso dalla risposta. - Ci penso io. - si
accordò finalmente.
Arrivò il fatidico giorno della serata. Per entrare indisturbato Daniele era
riuscito a rendere invisibile sia sé stesso che le sue cugine. Per loro era più
difficile, siccome l'invisibilità era un incantesimo che agiva in base alla
corporatura di una persona. Daniele era di costituzione robusta, e per lui
serviva razione abbondante. Figurarsi per le altre, pesanti come due persone e
mezza, arrivate all'orlo del quintale e mezzo.
- Dividiamoci. Cerchiamo Glacier e il primo che lo trova avvertirà gli altri con
questi cicalini (in milanese italianizzato, è un campanello dal suono stridulo
come quello di una cicala). Ricordatevi che la pietra reagisce alla vicinanza
dei demoni. -
Phoebe si sentì gonfiare di nuovo, i vestiti le si strinsero addosso. - Ci
ritroviamo per mezzanotte. Se riesce a contagiare tutti prima della grande
abbuffata, saremo in guai seri. -
Fu una caccia serrata per tutti i dietro le quinte, le cucine, persino i
magazzini dei materiali, ma Glacier non si trovava. Nemmeno la gemma di Daniele
aveva reazioni.
Come se non bastasse, la situazione delle tre sorelle si andava aggravando con
l'andare del tempo. Ormai al limite, avevano decisi problemi di deambulazione,
oltre al fatto che l'effetto della pozione dell'invisibilità andava sempre più
attenuandosi a causa dei loro corpi sempre più grossi.
- Io non ce la faccio più. Non so questi attorno a me come facciano, ma io non
riesco a fare più un altro passo. Se becco chi dice che "Grasso è bello" lo
impicco. - Piper diede un'occhiata alla ragazza che le stava davanti. Le sembrò
strano che una ragazza magra come lei fosse lì. Attorno alla giovane strega
c'erano soltanto persone oltre dai 120 chili in su. Che centrava lei? Ma la sua
faccia era decisamente familiare. L'aveva trovata! Glacier era lì davanti a lei.
Premette il cicalino, avvertendo le altre.
Daniele era molto vicino, e fu il primo ad arrivare, e al vederlo avvicinarsi
così fulmineo scansando le montagne umane dalle quali era circondato, Glacier
prese a lanciare le sue onde rosse. L'invisibilità era sparita inspiegabilmente
e ora aveva un asso in meno nella sua manica. Daniele era molto agile, ma
preferì farsi scudo con quelli che erano vicini a lui.
Glacier si vide spacciata, e prese a correre nel corridoio del dietro le quinte.
Dovette sbucare sul palco, dove si scontrò con un colosso di due metri e del
peso appena calcolato di 242 chili. sbilanciata, Glacier cadde a terra,
impotente contro quella montagna. Si rimise in piedi, ma Daniele sopraggiunse
placcandola alle ginocchia. Il pubblico della manifestazione rimase allibito,
percorso da fremiti di stupore.
Le due creature spirituali lottarono avvinghiati sul palco, ribaltandosi a
vicenda. Ad un certo punto caddero fra le prime file del pubblico. Una volta
sciolto quel legame, presero a combattere corpo a corpo. Si diedero sganassoni
fino a quando Glacier Daniele non abbassò la guardia a causa del dolore
lancinante al dente, e Glacier poté dargli un tremendo cazzotto, mandandolo a
sbattere contro il basamento del palco. Daniele si toccò il punto colpito dal
pugno di Glacier.
Si accorse di qualcosa di strano. Poteva essere quello? sì, doveva essere per
forza. Lì davanti ebbe la conferma del suo pensiero. Era proprio il dente che
gli dava tutto quel fastidio. Il pugno di Glacier l'aveva fatto distaccare dalla
radice e Daniele l'aveva sputato insieme al sangue e alla saliva. Rise,
finalmente libero da quel dolore. Volle baciare Glacier, ma prima doveva
riuscire a prenderla, quella dannata.
Lei già pensava di essere lontana, anche se quelli avevano scombinato i suoi
piani, avrebbe comunque potuto rifarsi in un anno. Guardò dove fosse Daniele.
Era lontano, e lei aveva fuga sicura. Ma ancora una volta sbatté contro una
specie di muro soffice. Cadde all'indietro, e nel guardare in faccia che le
stava davanti vide che erano le tre donne che l'avevano affrontata a Bologna.
- Noi abbiamo un contro in sospeso. - Le tre erano tornate visibili a causa
delle loro forme spropositate, in armonia fra loro, ma comunque incredibilmente
fuori misura. Tanto grasse da camminare ciondolando, non abituate a portarsi
appresso tutta quella ciccia. Piper aveva bloccato il tempo prima che si
potessero far scoprire, per cui non ci fu neanche il problema che Glacier
fuggisse. Daniele sopraggiunse, con la mano alla guancia. - Ottimo lavoro,
bellezze. -
- Sai, vogliamo liberarcene, ma queste pance un'utilità ce l'hanno. Almeno
quelle più leggere di non scappano. -
Daniele prese la sua pistola di grosso calibro e fece fuoco contro il demone, a
bruciapelo. Questa di dissolse nell'aria come polvere, e come effetto secondario
Phoebe, Piper e Paige ritornarono immediatamente alle loro costituzioni normali.
Pure i vestiti che stavano loro stretti seguirono le linee del corpo,
restringendosi di svariate taglie in un infinitesimo di secondo.
- Bene. E anche questa è sistemata. -
- Che dite, ragazzi? Avete fame? -
Daniele assunse un'espressione contrariata, a quella domanda di Paige - Se
provate a tornare obese vi uccido! -
Anticipazioni:
La vita non è altro che un gioco. Ci sono quelli che giocano duro, quelli che
giocano correttamente, chi si gioca fino all'ultima goccia di sangue, dannandosi
l'anima e facendo di tutto per vincere, ma tutti sempre in modo corretto. Chi
ruba, e chi fa il furbo. Questi sono il cancro del bel gioco. E quando uno di
loro detta le regole, che si può fare se non dimostrargli che rubando non si
ottiene nulla?
Continua in Episodio 3: TIME IS TICKING OUT
Scritto da MoonWalker