IL CERCHIO SI CHIUDE
Riassunto: dopo una premonizione di Phoebe, le sorelle Halliwell fanno la conoscenza della loro sorellina minore Pearl, che porta con sé una profezia che potrebbe minacciare la loro vita…
Composto il: 17 Luglio 2000
Valutazione: adatto a tutti
Disclaimer: Il racconto è di proprietà del sito di “Streghe Italia”; Charmed / Streghe è un marchio registrato della WB Television/ Spelling entertainement e i personaggi sono usati senza permesso. I personaggi di Pearl, Brigitte, Daniel e Anne sono invece di mia proprietà.
Sembrava una giornata normale a
villa Halliwell, ma Phoebe sentiva che qualcosa di importante stava per
succedere. Erano ormai tre notti che aveva lo stesso sogno e ormai si era
convinta del fatto che fosse una premonizione: vedeva una ragazza bionda, Leo e
loro tre insieme a lei e a una donna sconosciuta, e questa ragazza bionda che
rideva insieme a loro nella soffitta. Avrebbe voluto parlarne anche alle sue
sorelle ma non trovava mai il momento adatto: Prue era alla disperata ricerca di
un lavoro, Piper era completamente assorbita dal P3 e da Leo e anche lei era
parecchio presa dall’università.
Una sera per caso si trovò in soffitta senza
rendersi conto di come c’era arrivata, e davanti a lei il Libro delle Ombre si
era aperto da solo ad una pagina vuota, che cominciò a riempirsi di caratteri.
Era la calligrafia di sua madre.
“C’è qualcuno che ha bisogno di voi là fuori. Presto vi incontrerete, e Leo e Brigitte vi guideranno da lei”
Phoebe aggrottò la fronte –
Chi è Brigitte? E chi è che dobbiamo aiutare?
Sentì la porta aprirsi e chiudersi, segno che qualcuno era tornato a casa. –
Sono a casa! C’è qualcuno? – urlò Piper dai piedi delle scale.
- Piper, vieni di sopra, presto!
Entrata nella soffitta, Piper lesse il messaggio sul libro, e Phoebe le raccontò
della premonizione. Entrambe giunsero alla conclusione che la ragazza menzionata
dalla madre fosse la stessa che Phoebe diceva di aver visto in sogno.
All’arrivo di Prue, le due sorelle le mostrarono il libro, ma anche per lei
quelle parole erano un mistero.
- Non stupitevi. Vostra madre e Sam hanno fatto l’impossibile per proteggere
voi e Pearl, ma è ora che finalmente vi incontriate.
Le tre sorelle si voltarono, e videro che ad
aver parlato era una ragazza bionda con gli occhi verdi, apparsa come per magia.
- Brigitte? – domandò Phoebe.
La donna annuì, e disse di essere un angelo bianco amica di Leo.
- Ci puoi dire chi è Pearl?
- Di sicuro sapete che vostra madre si era innamorata del suo angelo bianco, Sam.
Quello che non sapete è che Sam e Patty hanno avuto una figlia, Pearl.
- Una figlia? Scusa Brigitte, ma noi non ricordiamo che nostra madre…
- Ricordate la polvere che Sam ha usato su di voi per farvi scordare di essere
state al campeggio? Ha usato lo stesso sistema con voi e vostra nonna. Avete
un’altra sorella Prue, e io sono il suo angelo custode.
Brigitte non aveva ancora terminato di parlare che sue spalle era già comparso
anche Leo.
- Leo, tu sapevi tutto?
- Sì. Non volevo ingannarvi…
- Ci hai tenuto nascosto di avere un’altra sorella! – urlò Piper,
visibilmente arrabbiata con il fidanzato.
- Che ci puoi dire di lei?
- Pearl ha quasi ventidue anni, ed è cresciuta sotto la tutela di Brigitte. Vi
assomiglia, credetemi.
- Dove vive?
- A Los Angeles. Frequenta il college, e pratica la magia come voi.
- Perché è stata separata dalla sua famiglia?
Leo non rispose alla domanda, ma le informò che il giorno dopo le avrebbe
portate a conoscere Pearl e avrebbero avuto le risposte che cercavano.
A Los Angeles era una splendida
giornata di sole, e decisero di aspettare Pearl fuori dal campus. La ragazza non
si fece attendere, e uscì dalla biblioteca carica di libri assieme alla
bibliotecaria.
- Vostra sorella è un’esperta in materia di leggende, profezie e demoni. Da
quando è diventata brava a controllare i suoi poteri si è rinchiusa in
biblioteca a documentarsi sulle forze oscure.
- Perché?
- Lei non ha potuto contare sul Libro delle Ombre, Phoebe.
- Hai detto che ha dei poteri. Quali?
- Ha la facoltà di leggere il pensiero, e i vostri poteri in misura minore.
- È la più piccola, ma è molto potente.
- Non chiedetemene il motivo. Questo è un mistero.
Brigitte fece un cenno, e Pearl la salutò venendo verso di loro.
- Ciao Brigitte, e anche a te Leo. Che cosa fate qui?
- Ehm…Pearl? Ricordi il discorso che ti ho fatto ieri, sulla tua famiglia e
sul fatto che da qualche parte avevi dei parenti con i tuoi stessi poteri? Ti
presento Prue, Piper e Phoebe. Sono le tue sorelle maggiori.
Pearl non sapeva cosa dire, e gli altri capivano perché. Tre sorelle che
spuntano dal nulla sono un bello shock per chiunque.
- Ma come…e dove…Oh, insomma vi decidete a spiegarmi qualcosa?
- Facendo un rapido riassunto per te e le tue sorelle, tu sei nata quasi tre
anni dopo Phoebe. Non è stata una scelta facile per tua madre farti sparire ma
se fossi rimasta non avreste avuto possibilità di difendervi.
- Difenderci da…cosa?
- Da Asdogar, il demone che dovrete affrontare.
- Asdogar? Quello della profezia?
- Che cosa sai al riguardo Pearl?
- “Quando il Cerchio finalmente si chiuderà, Asdogar farà ritorno sulla
terra per rubare le anime e i poteri alle Elette, ma la Predestinata lo
imprigionerà di nuovo all’Inferno per l’eternità.”
Certo non immaginavo che parlasse anche di me quando l’ho studiata…
- È chiaro che le Elette siete voi, e una di voi quattro è la
Predestinata.
- E ora che facciamo? – domandò Phoebe.
- Aspettiamo – le rispose Pearl.
Quella sera Pearl portò le sorelle a casa sua. Era curiosa da morire sul conto
delle sue sorelle maggiori e loro non erano da meno sul suo.
- Cosa studi?
- Un altro genere di stregoneria…A parte gli scherzi, studio Informatica da
due anni.
- E cosa fai nel tempo libero?
- A parte cacciare demoni e stregoni? Allora…Sono aiuto cuoco in un ristorante
del centro, e seguo un corso di arti marziali.
- E oltre a questo passa ore in biblioteca ad assillarmi. O no? – disse una
signora appoggiata allo stipite della porta del soggiorno.
- Ciao Anne. Ragazze lei è Anne O’Brien, una mia amica che lavora nella
biblioteca pubblica vicino all’università. Anne, loro sono le mie sorelle,
Prue, Piper e Phoebe.
- Non sapevo avessi delle sorelle…
- Pensa un po’, fino ad oggi neanch’io.
- Siete streghe come Pearl?
Le ragazze si mostrarono sorprese dal fatto che lei conoscesse il loro segreto,
ma la sorella le rassicuro, affermando che di Anne ci si poteva fidare.
Approfittando del momento avvertì la sua amica che il giorno dopo avrebbe
traslocato a San Francisco per vivere con la sua famiglia. Anne sembrò
dispiaciuta, ma augurò a lei e alle sue sorelle di essere felici, ora che erano
tutte insieme.
Il giorno dopo fu parecchio
caotico, con il trasloco e il trasferimento di Pearl dall’università di Los
Angeles a quella di San Francisco, ma quando riuscirono a salire sull’aereo di
ritorno a casa si sentirono soddisfatte e anche un po’ emozionate: un nuovo
capitolo della loro vita stava iniziando e lo avrebbero scritto loro. Insieme.
La vita delle quattro sorelle Halliwell aveva
ripreso a scorrere normalmente, escludendo il fatto che avrebbero dovuto
affrontare un demone di cui non sapevano niente da un giorno all’altro.
Prue aveva trovato lavoro come assistente nello studio di un fotografo: non
molto attinente con il suo precedente lavoro, ma meglio di niente. Piper aveva
perdonato Leo per averle tenuto nascosta l’esistenza di Pearl, e comunque il
P3 la occupava a tempo pieno come al solito. Phoebe e Pearl erano
all’università, e in attesa che cominciasse la sua lezione quest’ultima
sfogliava uno dei suoi libri alla ricerca di notizie su Asdogar.
Alzati gli occhi dal libro, senza neanche voltarsi, disse a Brigitte di
piantarla di nascondersi e di farsi vedere.
- Farti uno scherzo è praticamente impossibile. Proprio il potere della
telepatia dovevi ereditare?
- Ciao, Brigitte.
- Cambiamo discorso. Glielo hai detto?
- Cosa?
- Non fare la finta tonta. QUELLO!
- Ah…quello. A dir la verità me ne sono guardata bene per il momento. Magari
glielo dirò dopo che il demone sarà storia antica…
- Prima lo sanno, meglio è. Ad ogni modo, muoviti, o farai tardi a lezione. –
e scomparve.
Pearl aveva ancora dieci minuti prima di andare in classe, e decise di passare
in biblioteca a prendere un testo che le serviva. La biblioteca era deserta, ma
la cosa non la stupì più di tanto. Cominciò a cercare il bibliotecario, ma
era sparito anche lui.
- Sapevo di trovarti qui, Pearl Halliwell. Non hai altra scelta se non venire
con me.
Pearl si guardò intorno, ma non vedeva nessuno. Improvvisamente
quell’interlocutore invisibile la colpì alla testa, facendole perdere i
sensi, e la fece sparire.
Poi toccò a Piper, mentre stava controllando la contabilità del locale.
- Piper Halliwell? Devi venire con me.
Anche lei venne colpita alla testa e portata via, e la stessa sorte toccò
qualche minuto dopo anche a Prue e Phoebe.
Si ritrovarono in una landa oscura, fredda e desolata. Phoebe vide subito che
Pearl era a terra e si precipitarono da lei. Prue cercava di farla rinvenire, ma
Phoebe le disse di guardare accanto al trono del demone, che il quel momento
stava combattendo con Piper. Lì c’era Pearl, o per lo meno la sua anima, ed
era in catene.
Di lì a poco la raggiunse anche Piper, strangolata dalla coda di quel mostro
deforme e squamoso, e allora Asdogar si accorse delle altre due sorelle.
- Ma bene, allora ci siete anche voi. Prue e Phoebe, giusto? Vediamo di
sbrigarci, non vedo l’ora di uccidervi e di prendermi finalmente le vostre
anime.
Prue andò per prima, sicura di poterlo battere con il suo potere, ma questo il
demone lo sapeva, e la aspettava al varco.
In un primo tempo si limitò a giocare, ma quando le rivelò la sua vera potenza
per Prue non ci fu più niente da fare.
Rimaneva solo Phoebe. A quanto pareva, la Predestinata era lei.
E fu in quel momento che il tempo si fermò.
“Phoebe, stammi a sentire, non c’è molto tempo”
“Pearl?”
“Me lo sentivo che saresti stata tu a rispedirlo all’inferno.”
“E come faccio? Se non ci siete riuscite voi…”
“Quando il mio incantesimo finirà, in altre parole fra dieci secondi, recita
la formula per invertire i poteri. Da quel che ho potuto vedere nella sua testa
prima di morire, scambiandoveli dovresti riuscire a massacrarlo per bene.”
- Allora Phoebe, andando per esclusione la Predestinata devi essere tu.
Il tempo aveva ripreso a scorrere, ed ora Phoebe doveva affrontare la sua
battaglia. Guardò la sorella, poi il demone, e cominciò a recitare
l’incantesimo.
“Che
il mio e il tuo non abbiano distacco alcuno
Che
i poteri si fondano in un tutt’uno
Poi invertano la rotta affinché io vinca questa lotta!”
Decisamente Asdogar non si
aspettava che gli eventi prendessero questa piega, e per la prima volta cominciò
a sospettare che “forse” non avrebbe vinto.
Phoebe increspò la bocca in una sorta di sorrisetto ironico. Ora capiva a cosa
si riferiva Pearl: anche il demone possedeva la capacità di leggere il
pensiero, e di capire i punti deboli dell’avversario. Ora finalmente la cosa
gli si sarebbe ritorta contro.
- Allora, Asdogar, considerato che ormai la battaglia l’ho vinta io, lo
facciamo nella maniera buona o in quella cattiva?
- Oh, scusami – gli disse mentre nelle mani
le si materializzava una palla infuocata – a dir la verità esiste solo quella
cattiva.
A contatto con la palla di fuoco, il corpo del demone si sbriciolò in mille
pezzettini, e subito Prue, Piper, Pearl e lei si ritrovarono nella loro
soffitta.
- Ragazze, vivo in questa casa solo da una settimana, ma non sono mai stata così
felice di esserci tornata!
Le altre scoppiarono a ridere insieme a Pearl, e scesero per andare in
soggiorno.
- Phoebe, come ti è venuta in mente quella formula?
Phoebe guardò sua sorella minore, che dalla cima delle scale le stava facendo
grandi cenni per farla stare zitta.
- Diciamo che ho avuto una dritta da qualcuno…Pearl.
Prue e Piper si voltarono verso di lei, che da rossa era passata al violetto in
meno di un secondo. Proprio quello che Pearl odiava: essere al centro
dell’attenzione. Ma Phoebe non poteva stare zitta?
- Beh, non ho fatto niente…insomma, siete le mie sorelle, è normale che…Oh,
dai che avete capito…
- Grazie, sorellina. A te non piace essere al centro dell’attenzione, vero?
- Si nota, eh, Prue?
Quella sera decisero di
festeggiare al P3, e si diedero appuntamento lì per le dieci. Pearl era rimasta
da sola a casa, e quando suonarono il campanello e le consegnarono una grossa
scatola di cartone pensò subito che una delle sue sorelle avesse ricevuto un
regalo da qualcuno. Quando aprì la scatola e vide un grosso mazzo di rose nere
– le sue preferite – a momenti le prese un colpo. E quando lesse il
biglietto, ringraziò d’essere vicino ad una sedia.
- “Presto ci rivedremo”. Non occorre neanche che mi sforzi. Solamente Daniel
può farmi scherzetti del genere. Ma non se n’era tornato in Irlanda?
Si impose di non pensarci. Ora doveva andare dalle sue sorelle, a Daniel era
l’ultimo dei suoi pensieri.
Indossò il suo vestito nero preferito e una croce d’argento, e si impose di
muoversi, considerata l’ora e il genere di incontri che si potevano fare di
notte in una grande città.
Nei pressi del locale, si accorse che qualcuno la stava seguendo.
- Stammi a sentire, Daniel. Oggi ho avuto una giornata d’inferno e non voglio
giocare, quindi fatti vedere subito.
- Ciao Pearl. È da molto che non ci vediamo – rispose lui restando in
penombra.
- Prima ti facevi vivo solo per annunciarmi disgrazie, poi sei sparito per due
anni, e adesso riappari. Cosa vuoi da me?
- Solo avvisarti. Non puoi cancellare quello che hai fatto a L. A., prima o poi
il passato ritorna, parlo per esperienza. Quando succederà, cosa dirai alle tue
sorelle? Non credo sappiano della loro…della nostra esistenza.
- Spiegami una cosa. Se sei uno di loro, perché mi aiuti?
A quella domanda Daniel non rispose, anzi le disse di muoversi altrimenti
sarebbe arrivata tardi al locale. E scomparve.
Arrivata al P3, vide che le
sorelle la stavano aspettando al banco. Dopo qualche minuto di chiacchiere,
Phoebe la prese in disparte con una scusa e
le domandò perché non si era confidata con loro, o perlomeno con lei.
- Confidata con voi riguardo…cosa?
- Forse riguardo al fatto che porti sempre una croce al collo, o che in soffitta
tieni un baule pieno di libri strani e di oggetti ancora più strani. Prima di
ritornare nella nostra realtà, ho guardato un po’ nelle vostre menti…Lo so,
non avrei dovuto farlo, ma non credo avresti parlato molto presto di Los Angeles
e di Daniel se non lo avessi fatto. Ti va di parlarne un po’? Ti prometto di
mantenere il segreto.
A Pearl non sembrò vero di poter parlare con qualcuno, e al termine del
racconto Phoebe non sembrava neanche tanto sconvolta. – Me lo sentivo che eri
una a cui piaceva vivere pericolosamente, e ne ho solo avuto una conferma.
Benvenuta nel club!
- Ehi, voi due – le interruppe Prue – che vi state dicendo di così segreto
da non poter essere sentito anche da noi?
- Niente – le rispose Phoebe – Solo…pettegolezzi universitari.
Andarono
al bancone dove le aspettava Piper, che diede a loro un bicchiere – allora,
tiriamo le somme: c’è un demone morto, i nostri poteri intatti, e noi quattro
insieme, vive e vegete. Credete che sia abbastanza per festeggiare?
Scritto da Ilaria