CHARMED
- THE POWER OF THREE
Il primo libro di
"Streghe"
I primi due capitoli in italiano
Questo che è scritto di
seguito è una traduzione molto libera del primi due
capitoli del primo libro di Streghe.
Alcune battute sono state tratte dalla prima puntata della prima serie di
Streghe, "Il libro delle Ombre".
Adatto a tutti
DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti della traduzione sono di proprietà del sito
"Streghe Italia".
Prefazione
Serena Fredrick aprì la porta bianca della cucina e
osservò il buio della notte. Attraverso la nebbia le luci brillavano leggermente
sulla palazzina di fronte mentre delle nuvole grigie coprivano la luna piena che
era alta sulla città di S. Francisco.
Il cuore della giovane donna sobbalzò quando una luce attraversò il cielo, poi
un tuono rombò nell' aria penetrandola persino fin dentro le ossa. La pioggia
iniziò a cadere sull' asfalto giù nella strada. Nervosamente si passò la
pallidissima mano tra i capelli, sentiva che c' era qualcosa che non andava.
Qualcuno la stava guardando, forse aspettando che lei abbassasse la guardia.
Aveva accettato il suo destino di strega, aveva lottato contro il male per ben
28 anni, per lei il mondo delle streghe, degli stregoni, dei demoni e dei mostri
non era che una normale realtà e in quel momento c' era da domandarsi quale
potesse essere l’essere malvagio che la stava perseguitando, lei lo sapeva bene,
c' erano tante cose diverse e spaventose da temere.
Serena scosse la testa, devo smetterla con questa fissazione, si disse, il
temporale mi sta facendo agitare inutilmente.
Aprì una scatoletta di mangime per gatti e la versò in una ciotola "Vieni"
disse, andando nel corridoio.
Il Siamese Bianco che lei aveva con sè come familiare la guardava con quei suoi
occhi blu. Fece le fusa quando lei mise la ciotola a terra.
"Brava piccola, brava" disse accarezzando il felino sul dorso, quando iniziò a
mangiare. Sfiorò con le dita il ciondolo che il gatto aveva attaccato al collare
rosso, un cerchio con tre archi interlacciati, era il simbolo della divinità ed
anche lei ne aveva uno uguale tatuato dietro al collo per portafortuna.
Un altra volta un lampo illuminò la stanza, seguito dal rumore di un tuoni. Le
luci nell' appartamento lampeggiarono e il corpo di Serena si riempì di paura
nuovamente.
"Un incantesimo per proteggere" disse lievemente "Per la pace della mente"
andò nella cucina e versò del vino rosso in un calice argentato, poi andò nel
salotto. Posizionò il calice su un tavolo tondo coperto con una tovaglia blu
scuro e si assicurò che fosse tutto pronto.
Tirò un profondo sospiro e indicò con il dito indice la prima candela di quelle
che stavano disposte ad arco sul tavolo. Pronunciò la parola fuoco, e la candela
si accese , così toccò le altre accendendole, fino a completare il giro.
Chiuse gli occhi e giunse le mani, ricordò a se stessa il fine di quell'
incantesimo, la pace della mente, poi aprì gli occhi per iniziare.
"Io ti invoco ascolta, tu padrone del sole, sei il mio signore" cantò
incrociando le braccia sul petto " affinché tu mi resti amico, formo questo
cerchio antico, se questo spazio tu proteggerai, tutta me stessa per sempre
avrai"
Un sottile venticello fece muovere la fiamma delle candele.
Dietro di sè Serena udì il gatto correre nervosamente nel corridoio, l' aria si
mosse ancora, qualcuno la stava guardando, ne era sicura, le stava proprio
dietro.
Prese il coraggio a quattro mani e si girò di scatto. Sobbalzò quando vide un
uomo tra le ombre "Chi è?" disse in fretta
Quando lui fu visibile alla luce,si tranquillizzò, era un volto conosciuto.
"Che cosa fai qui?" gli chiese, ma il suo amico non rispose, lei si avvicinò di
più "Cosa succede?" ma non ci fu risposta.
Serena si accorse che qualcosa non andava quando vide che l' uomo nascondeva
qualcosa dietro la schiena e restò senza fiato quando vide che aveva tra le mani
un coltello sacrificale.
Lui puntò il coltello con il manico intarsiato di pietre blu e rosse verso di
lei, Serena fece per urlare, ma prima che potesse farlo sentì quel coltello
piantato nello stomaco.
La giovane strega urlò, urlò tanto, ma i tuoni del temporale coprirono le sue
urla.
Capitolo 1
"Prue mi ucciderà" borbottava Piper Halliwell tra sè e sè salendo gli scalini
bagnati della casa rossa e bianca in stile Vittoriano che divideva con la
sorella maggiore. Non sapeva che ore fossero ma sapeva che era davvero tardi.
Piper e Prue vivevano in quella vecchia casa di S. Francisco da circa sei mesi,
da quando la loro vecchia nonna era morta, lasciandola in eredità a loro e alla
loro sorella più giovane Phoebe che viveva a New York. Le tre sorelle amavano la
grande casa e la conoscevano bene, ci erano cresciute ed erano state allevate
sin da piccole dalla nonna dalla morte della madre. Non si erano mai mantenute
in contatto col padre da quando aveva divorziato ed era andato via.
Piper e Prue di solito andavano d' accordo, ma Piper sapeva bene che s e c' era
un difetto che sua sorella non tollerava - e lei ne aveva tanti - erano i
ritardi. Aveva provato in tutti i modi ad essere puntuale ma si era imbattuta in
ogni specie di accidente. Piper non riusciva proprio a capire come facesse Prue
a mantenere sempre la sua vita sotto controllo.
Con la giacca tutta bagnata, Piper entrò dalla porta principale della grande
casa "Prue?" Chiamò la sorella.
"Sono di qua, sto riparando il lampadario" rispose Prue
Piper posò le buste che aveva in mano sul pavimento all’ ingresso e scosse la
testa per togliere l’ acqua dai suoi lunghi capelli neri, poi raggiunse la
sorella nel soggiorno. Prue era in cima ad una scala e stava giocherellando con
una lampadario di cristallo ornato. Si aggiustò i ciuffi di capelli neri che
aveva davanti agli occhi e sospirò, poi guardò Piper stringendo i suoi occhi
color ghiaccio. Piper si appoggiò al tavolo di legno tondo che si trovava sotto
il lampadario, Prue aveva solo 2 anni in più di lei, che ne aveva 25, ma a volte
la trattava come se fosse stata una ragazzina invece che una sorella. Piper capì
che Prue era annoiata per il suo ritardo. "Scusa il ritardo" disse
"Ci sono abituata" rispose la sorella, senza nemmeno guardarla "Piper, sapevi
benissimo che oggi sarebbe venuto l’ elettricista e che io avrei dovuto
trattenermi al museo fino alle sei!" fece una smorfia, cercando ancora di
aggiustare il lampadario.
"Lo so" rispose Piper "Ma stavo facendo la spesa a Chinatown, e quando ha
iniziato a piovere ho perso completamente la cognizione del tempo, credo di non
essermi resa conto di quanto tempo era passato" Si tolse la giacca bagnata "Hai
aggiustato il lampadario?"
"Non credo proprio " si lamentò " Ma come è andato il tuo colloquio di lavoro?
Ora sei una vera e propria Chef?"
"Non ancora" Rispose l’ altra " Il leggendario chef Moore mi ha chiesto un
audizione. Così domani dovrò andare al ristorante e cucinare qualcosa per lui.
Qualcosa di insolito. ‘Qualcosa che sia degno di me ’ " disse Piper imitando l’
accento francese del cuoco " ‘Qualcosa che sia degno del Quake ’ "
"Quake?" Prue arricciò il naso come se ci fosse stato un brutto odore nella
stanza. "E’ così che si chiama quel ristorante?"
"Si E’ a North Beach. Davvero molto Chic" Piper andò a posare l' impermeabile a
vento nell’ ingresso.
"Oh no! Uffa!" Piper sentì un piccolo rumore di vetri rotti e poi Prue che si
lamentava. Tornò di fretta nel soggiorno, a terra c’ era in frantumi un piccolo
ornamento del lampadario.
Prue guardò il minuscolo mucchietto di vetri dispiaciuta. Piper sorrise. Spesso
qualcosa sembrava rompersi nella grande casa e l’ unica cosa che lei potesse
fare era continuare ad amare quel posto.
Gli oggetti orientali ed antichi della nonna riempivano ancora la spaziosissima
casa. Vecchie foto di famiglia coprivano il muro vicino alle scale. La porta d’
ingresso e le finestre erano fatte di quadratini di vetro verdi e gialli,
cosicché nei giorni di sole la luce filtrava attraverso i vetri dando alla casa
un aspetto accogliente.
Piper diede un piccolo calcio a quel mucchietto di vetri sul parquet. "Non
preoccuparti, pulirò io" disse. "Grazie" rispose Prue brevemente. Piper poteva
chiaramente sentire l’ esasperazione nella voce della sorella, Prue odiava che
le cose non andassero per il verso giusto.
Piper si avviò verso la cucina per prendere la scopa quando suonò la porta.
Tornò indietro e quando l’ aprì si trovò davanti il suo ragazzo, Jeremy Burns.
Aveva tra le braccia una dozzina di rose rosse e dall’ altra parte un pacco
rettangolare color porpora. Piper pensò che in quello stato, bagnato come un
pulcino, il suo ragazzo era ancora più attraente del solito, soprattutto se poi
stava per regalarle delle rose.
Mise le sue braccia attorno alle spalle di lui e lo baciò tirandolo dentro casa.
"Che fai qui? Credevo stessi facendo delle indagini riguardo una storia"
Jeremy sorrise, le si avvicinò di più, era alto e bello, due dolcissimi occhi
marroni e i capelli castani. Si accorse di Prue che era ancora sulla scala
cercando ancora di aggiustare il lampadario. Dopo averla salutata diede i fiori
a Piper "Questi sono per te"
"Per cosa?" gli chiese. Prese le rose, cercando di non mostrare quanto fosse
lusingata. Jeremy le sorrise, era sempre così dolce e lei non era mai stanca di
ciò.
"Ho bisogno per forza di una ragione?Ho visto queste bellissime rose e ho
pensato che non potevi non averle" La baciò dolcemente sul collo.
"Sei così dolce, Jeremy Grazie!"
"Ora devo proprio andare a lavoro" disse lui "Ma prima voglio darti questo"
indicò il pacco porpora " Penso che ti aiuterà domani alla tua audizione"
Piper rimase sorpresa "Cos’ è?
"Lo scoprirai" disse sorridendo. "Ora devo scappare , ho un’ intervista fra 10
minuti" Disse scendendo le scale dirigendosi verso la sua macchina.
Piper chiuse la porta e raggiunse Prue nel soggiorno. "Cos’ è quel pacco? "
Chiese Prue scendendo dalla scala. Piper poggiò le rose sul tavolo e iniziò a
scartare il pacco. Scoprì una scatola di legno, aprì il coperchio e tirò fuori
una bottiglia con una etichetta bianca " Ma è fantastico!" Urlò mostrando la
bottiglia a Prue che la prese chiedendo "Ma come, Jeremy ti regala del Port?"
"E’ molto speciale" le spiegò Piper "E’ l’ ultimo ingrediente per la mia ricetta
di domani" Indicò la bottiglia "Questo vino mi farà ottenere quel lavoro"
"Che bravo ragazzo" Osservò Prue restituendo la bottiglia alla sorella.
"Lo so" disse l’ altra guardando ancora una volta quell’etichetta bianca, poi
poggiò la bottiglia sul tavolo.
"Ora devo mettere la spesa nel frigorifero" In quel momento si ricordò i vetri
rotti sul pavimento. Prue seguì il suo sguardo e capì. " Non preoccuparti ci
penserò io"
Piper anche se si sentiva un po’ in colpa prese le buste e si avviò verso la
cucina. Passando dalla sala da pranzo notò una tavola di legno sul tavolo.
"Oh mio Dio! Non posso crederci" disse, lasciando nuovamente le buste sul
pavimento "Questo non è il nostro vecchio quadrante degli spiriti? Lo adoravo!"
"Si l’ ho trovato in cantina mentre cercavo il quadro elettrico" disse Prue
entrando nella sala da pranzo.
Piper toccò l’ antico quadrante degli spiriti gentilmente. La Mamma ce lo regalò
tanto tempo fa, pensò. Non riusciva a ricordare l’ ultima volta che ci aveva
giocato con le sue sorelle, doveva essere stato tanto tempo prima.
La tavola era coperta di lettere, numeri e simboli, c’ era poi un indicatore che
serviva per comunicare le parole. Lei e le sue sorelle avrebbero dovuto mettere
sopra le loro dita e quello si sarebbe dovuto muovere da solo, guidato dagli
spiriti per mandare messaggi o rispondere a domande.
Prue chiedeva sempre al quadrante cosa avrebbe fatto da grande, si ricordò Piper,
mentre Phoebe chiedeva sempre cose sciocche come "Cosa mangeremo oggi a pranzo?"
E io avrei sempre voluto chiedere quando Prue e Phoebe avrebbero smesso di
litigare,ma non l’ ho mai fatto direttamente…
Piper prese il quadrante e lo girò. Sorrise quando lesse una scritta incisa sul
retro "‘Alle mie tre bellissime figlie,che questo vi dia la luce per trovare le
ombre, il potere del trio coincide col mio. Con affetto, Mamma ’ che
significherà, non l’ abbiamo mai capito!"
"Spediamo il quadrante a Phoebe" disse Prue sorridendo "A quella lì un po’ di
luce servirebbe proprio. Forse potrebbe aiutarla a scoprire dov’ è nostro padre,
non si sa mai!"
Piper aggrottò le sopracciglia. Non poteva credere che Prue fosse ancora
arrabbiata con la loro sorella minore dopo tutto quel tempo.
"Tu sei sempre stata così dura con lei" disse
"Piper, nostra sorella non vuole decidersi a crescere, quella ragazza non ha ne
visione e ne senso del futuro"
"Io credo che Phoebe troverà la sua strada" Piper disse
Prue giunse le mani "Si, ed è per questo che è andata a New York a cercare papà,
voglio dire, dov’ è il problema? Quell’ individuo è stato sempre fuori dalle
nostre vite, chi ti assicura che è ancora a New York?"
"Lo sai che questo non è il motivo per cui se ne è andata!" Insistette l’ altra.
Guardò la sorella attentamente. Devo andare più in fondo? Devo tirar fuori Roger?
E’ per questo che Phoebe ha lasciato S. Francisco! Pensò Piper tra sè e sè.
Prue era stata con Roger fino a quando Phoebe non le aveva detto che lui ci
aveva provato con lei. Quando Prue l’ aveva chiesto a Roger ovviamente lui aveva
negato, dicendo che invece Phoebe aveva provato a sedurlo. Prue non seppe cosa
pensare e a chi credere così ruppe la sua relazione con Roger e diede la colpa a
Phoebe di tutto quello che era successo senza averla mai perdonata-
Piper credeva nella versione di Phoebe, sapeva che la sua sorellina non avrebbe
mai provato a rubare il fidanzato di Prue e che stava solo cercando di aiutarla
dicendole cosa aveva fatto Roger.
Ma Prue e Phoebe non erano mai andate d’ accordo così Prue si rifiutò di darle
il beneficio del dubbio.
"Non mi interessa perché se ne è andata" disse Prue "Fin quando non torna" Si
girò e fece per dirigersi verso l’ ingresso.
Piper la seguì. Aveva tanto sperato che con il tempo le sue due sorelle
facessero pace e che alla fine Phoebe sarebbe tornata a vivere con loro. Piper
aveva parlato al telefono con Phoebe per tanto tempo e sapeva che era pronta per
tornare e fare pace con Prue, specialmente da quando le cose non le andavano più
tanto bene a New York. Ma Piper ora sapeva che Prue ce l’ aveva ancora con lei e
che non aveva intenzione di perdonarla.
"Prue!" la chiamò "Aspetta!"
Prue si fermò nel bel mezzo del soggiorno e si girò" Che c’ è?" le domandò
Piper si morse le labbra nervosamente "Ehm, devo dirti una cosa e… vedi, non
penso che…"
Piper si fermò e guardò sua sorella: come poteva mai dirle che Phoebe stava
tornando a S. Francisco? Aveva detto chiaramente che non la voleva lì con loro.
"Che c’è, Piper?" chiese nuovamente.
"Riguardo alla camera che abbiamo in più" iniziò Piper. Sua sorella annuì. "
Credo che tu abbia ragione" continuò "è il caso di metterci dentro qualcuno…"
Prue guardò il lampadario "Certo, la potremmo affittare ad un prezzo ridotto in
cambio di un po’ di aiuto in casa. Farò mettere un annuncio sul giornale."
Disse, poi si avviò verso sala da pranzo.
"Sarebbe perfetta per Phoebe!" Rispose velocemente Piper, seguendo la sorella.
"Phoebe è a New York!"disse Prue, guardando l’ altra.
"Beh…" Piper fece un profondo respiro "Non più!"
Prue si fermò girandosi di scatto "Cooosa?"
"Io volevo da tanto che noi tre tornassimo a vivere insieme" disse Piper "e
così… Phoebe ha lasciato New York e sta tornando da noi"
Prue iniziò a lamentarsi "Stai scherzando, vero?"
"Ma non le ho potuto dire di no!" disse Piper "Questa è anche casa sua, è stata
lasciata a tutte e tre!"
"Lo so, diversi mesi fa, e da allora non si è più fatta viva"
Piper si portò le braccia al petto " Perché non hai voluto parlarle" disse
"Questo lo so" replicò Prue " Guarda, ma hai forse dimenticato perché sono
arrabbiata con lei!"
"Certo che no" rispose Piper, cercando di calmare la sorella "Ma ha perso il
lavoro, è piena di debiti, non sa dove andare…"
"Come al solito, no? Da quanto tempo sai che voleva tornare?" Chiese Prue in
furia
"Forse due giorni" Piper balbettò "Forse una o due settimane"
"Ah! Bene, grazie per la partecipazione" Prue la guardò "Quando deve arrivare?"
Perché Prue doveva rendere tutto così difficile? pensò Piper quando la porta d’
ingresso si aprì e Phoebe entrò in casa.
Piper fece un sorriso alla nuova arrivata, poi guardò Prue "Arriva adesso ok?"
Capitolo 2
"Sorpresa!!" Disse Phoebe con una chiave in mano. "Ho trovato la chiave di
riserva e sono entrata da sola"
Prue guardò sua sorella piccola mentre appendeva l' ombrello gocciolante e
poggiava la sua borsa bagnata sul pavimento. Solo vedere Phoebe le riportava
alla mente cattivi ricordi, e non solo riguardanti Roger, ma anche i terribili
litigi che avevano tempestato le loro vite anni prima.
Prue aveva sempre tirato fuori Phoebe da ogni tipo di pasticcio, ma questo non
aveva fatto in modo che lei la finisse di gettarsi in problemi di ogni genere.
Phoebe non aveva l' abitudine di considerare le conseguenze delle sue azioni, e
Prue era stufa di metter apposto tutti i problemi che Phoebe era capace di
creare con il suo comportamento irresponsabile.
Piper cercava sempre di fare da paciera tra le due, ma dopo l' ultimo incidente
riguardante Roger, Prue si era convinta che tutti gli sforzi di Piper sarebbero
stati futili.
Prue non pensava di poter perdonare Phoebe, almeno non in quel momento.
In fondo, Prue non avrebbe voluto credere che Phoebe ci aveva provato con il suo
ex fidanzato, ma cosa altro avrebbe potuto pensare? Cosa faceva Phoebe nell'
appartamento di Roger? Le scuse di Phoebe non erano state molto convincenti: lui
le aveva teso una trappola. Si, certamente.
"Phoebe!" Piper attraversò la stanza e le mise le braccia attorno "Ben venuta a
casa"
"Ciao Piper" Phoebe abbracciò sua sorella, vide Prue e le fece un timido
sorriso.
Prue doveva ammettere che Phoebe aveva un buon aspetto.
Il suo nuovo taglio di capelli le stava davvero bene ed era ovviamente in forma
come sempre. Indossava dei Jeans e una top senza neanche un impermeabile,
ovviamente questo Prue l'aveva notato subito.
Perché è qui? Che vuole da noi? Si domandava Prue tra se e se.
"Come è bello rivederti!" Disse Piper a Phoebe, poi si girò verso sua sorella
maggiore "Non è vero, Prue?"
"Sono senza parole" sbottò Prue.Spero che non si aspetti che noi vendiamo la
casa della nonna solamente perché lei è piena di debiti, pensò.
Scommetto che è questo il motivo per cui è tornata. Ha bisogno di denaro. Prue
incrociò le braccia. Bene, Phoebe se lo scorda! Per nessun motivo noi venderemo
la casa.
Una macchina suonò fuori.
"Oops. Ho dimenticato di pagare il taxi!" disse Phoebe
"Perché non sono sorpresa?" rispose Prue.
"Ci penso io" subito subentrò Piper. Prese la borsa di Prue che era sul tavolo
dell' ingresso e aprì la porta.
"Ehi! Quella è mia!" Ci tenne a precisare Prue, ma era ormai troppo tardi, Piper
si era volatilizzata.
"Grazie, ti ridarò i soldi" disse Phoebe.
Prue annuì, ma non si aspettava ciò che le era stato promesso, Phoebe non le
aveva mai restituito niente nella sua vita.
Prue indicò la borsa che Phoebe aveva poggiato sul pavimento." E' tutto lì il
tuo bagaglio?" Chiese, sforzandosi di conversare.
"Mi è rimasto solo questo" ammise Phoebe "questo e una bicicletta, ma la lasciai
qui, ti ricordi?"
Prue si guardò nervosamente in giro, non sapendo cosa altro dire. Si sentiva a
disagio, perché Piper ci metteva così tanto?
"Senti" iniziò Phoebe " lo so che non mi vuoi qui"
"Noi non venderemo questa casa" annunciò Prue.
"Credi che sia venuta solo per questo?" Phoebe chiese
"L' unica ragione per cui io e Piper abbiamo lasciato il nostro appartamento per
venire qui" rispose Prue " è perché questa casa appartiene alla nostra famiglia
da generazioni..."
"Non ho bisogno di lezioni di storia" la interruppe Phoebe"Sono cresciuta qui
anche io, lo sai. Parliamo di quello che ti da veramente fastidio"
"No" disse l' altra "sono ancora furiosa"
"Allora preferisci ignorare la tensione che c’ è fra noi e parlare come se
niente fosse del più e del meno? le chiese Phoebe ironicamente.
"No" rispose " Io credo che non abbiamo niente di cui parlare"
"Non l' ho mai toccato il tuo Roger" disse Phoebe " ma sei convinta del
contrario per ciò che ti ha detto quell’ elegante-profumato-vanitoso-ignobile
tipo ma…"
"Ehi!" Interruppe Piper, sembrando un po' più allegra entrando dalla porta " Ho
una bellissima idea, preparo subito una succulenta cenetta"
Una luce attraversò il cielo e fece lampeggiare la luce nella stanza
Prue guardò prima Piper e poi Phoebe " Non ho fame"
"Ho già mangiato" Phoebe prese la sua roba, attraversò la stanza e salì per le
scale.
"Okaaay!" disse Piper "Vuol dire che festeggeremo un'altra volta!"
"Bene" Prue si girò e andò verso la cucina. Si sentiva come se stesse per
esplodere. Perché mai Phoebe doveva tornare a S. Francisco proprio quando le
cose stavano per diventare normali? Stava per superare la fase Roger. Era un po'
strano lavorare con lui al museo, ma d' altra parte il suo lavoro andava
benissimo. Prue fece un profondo respiro. Tenere tutto sotto controllo, si
persuase. Doveva solo cercare di tenere la cosa sotto controllo.
Phoebe era seduta sul suo letto con il pigiama addosso, senza guardare la TV che
era accesa, ma pensava piuttosto a sua sorella, quella maggiore s' intende.
Era ancora sorpresa che fosse ancora arrabbiata con lei, era passato tanto
tempo, era difficile essere arrabbiati per così tanto tempo, persino per Prue.
La cosa che la faceva soffrire di più era che Prue la riteneva ancora
responsabile per l' intera faccenda di Roger.
Forse è stata colpa mia, si disse, dopo tutto non mi sarei dovuta lasciare
imbrogliare quando Roger mi ha detto di andare nel suo appartamento per prendere
una cosa per Prue. Avrei dovuto capire che non c' era assolutamente niente da
prendere e che lui voleva solo che io andassi li per sedurmi. Rabbrividì,
ricordando l' istante in cui Prue li aveva sorpresi proprio quando lei lo stava
respingendo.
Non è stata colpa mia, si ricordò.
Roger è stato uno stronzo comportandosi così. Ma preferisco che Prue ora sappia
chi è veramente, anche se questo comporterà che mi odi per tutto il resto della
mia vita.
Era stato difficile per lei tornare a casa, sapendo di dover affrontare Prue ma
lei poteva fare benissimo un piccolo sforzo e cercare di capire.
Phoebe scosse la testa. Non voleva pensare a niente. Prue non sarebbe mai
cambiata. Phoebe spostò la sua attenzione su ciò che diceva il telegiornale alla
TV quando sentì qualcuno che bussava alla sua porta. Andò ad aprire. Era Piper,
sulla soglia della porta, indossava una vestaglia di seta. "Hai fame?" Chiese .
Aveva tra le mani un vassoio con due sandwiches, e due bicchieri di te freddo.
Mise il vassoio sul letto. Prese un bicchiere e vi diede un sorso. "Sono sicura
che Prue si calmerà" voleva rassicurare sua sorella.
"Non credo…almeno non per ora" disse l’ altra, prendendo un sandwich "E’ molto
arrabbiata. Dovevo rimanere a New York" Diede un piccolo sorso al suo te. "
Perché non le hai detto che sarei venuta?"
"E darle la possibilità di cambiare tutte le serrature? E poi avresti dovuto
dirglielo tu, non io!"
"Hai ragione" disse Phoebe dando un morso al suo panino "Ma è così difficile
parlare con lei! E’ sempre stata più una madre che una sorella"
"Ma non è colpa sua" disse Piper "lei non ha conosciuto…"
"… la sua infanzia per prendersi cura di noi" Phoebe concluse la frase "Si, si
lo so!"
"E noi siamo state davvero fortunate che lei sia stata così responsabile"
continuò Piper "Noi siamo state sempre bene perché lei si è sempre preoccupata
di tutto"
"Lo so, ma ora ho 22 anni e ho bisogno di una sorella e non di una madre! Ma
basta parlare di Prue… parliamo di te piuttosto!Come va la tua vita
sentimentale?"
Piper fece un timido sorriso "Beh… per come vanno le cose… alla grande!"
"Davvero?!" Phoebe sobbalzò sul letto, ora si che c’ era qualcosa di cui parlare
" E’ fantastico… raccontami tutto!"
"Beh sto ancora con Jeremy" iniziò Piper "Ti ho detto di lui, E’ un reporter del
Cronicle, è adorabile!
"Solo?" chiese Phoebe
"No, più che adorabile, ha quegli occhi, capisci??"
Phoebe iniziò a ridere "Uhm… ha gli occhi? Questo si che è qualcosa di
speciale!"
Piper sorrise, Phoebe era la solita "Ma no, sai cosa intendo! E’ come dire, il
ragazzo più incredibile che abbia mai incontrato! All’ inizio non potevo credere
di piacergli davvero"
"E come potresti non piacergli?" disse Phoebe "Quando vi siete incontrati?"
"Circa sei mesi fa… un po’ prima che la nonna morisse" raccontò Piper "Ci
incontrammo il giorno che la nonna fu ricoverata, io stavo piangendo e lui mi ha
dato un fazzoletto"
"Che romantico!" Phoebe girò gli occhi
"Lo è infatti… sul fazzoletto c’ era scritto il suo numero di telefono" Piper si
fermò un attimo, poi riprese "Mi è sempre stato vicino… è stato davvero
incredibile!"
"Sono felice per te, sorellina!" l’ abbracciò.Era veramente felice per lei,
Piper l’ aveva sempre protetta e difesa, ed era davvero compiaciuta di sapere
che stava bene.
In fin dei conti almeno una delle mie sorelle mi è vicina, pensò Phoebe.
Piper si mosse di scatto indicando la Tv "E’ lui, in televisione, Jeremy!"
Phoebe alzò il volume col telecomando. Una reporter stava descrivendo l’
omicidio di una donna. Un bell’uomo sullo sfondo stava parlando con la polizia.
"E’ quello Jeremy?" chiese Phoebe "Ma allora è proprio un bel ragazzo!"
"Sta facendo delle indagini su questa storia"
-IL KILLER PERSEGUITA I MEMBRI DI QUALCHE SETTA- disse la reporter - TUTTE LE
DONNE UCCISE AVEVANO LO STESSO SIMBOLO TATUATO SUL COLLO-
Un simbolo venne inquadrato dalla telecamera. Erano tre archi interlacciati in
un cerchio.
Phoebe guardò attentamente la scena, poi disse "Ne sapevi nulla? Da quanto tempo
questo psicopatico è in giro?"
"shhh" Piper zittì la sorella
- IL CORPO DELLA DONNA è STATO TROVATO VICINO A QUALCOSA CHE SEMBRAVA UN ALTARE-
continuò la reporter - POTREBBE DAVVERO TRATTARSI DI UNA SETTA RELIGIOSA-
"La gente sta peggiorando sempre di più, qui a San Francisco" disse Piper quando
la reporter smise di parlare.
"Toc Toc"
Phoebe si girò e vide sua sorella Prue in piedi davanti alla porta, con una
coperta tra le mani
"Questa è sempre stata la stanza più fredda della casa" disse appoggiando la
coperta su una sedia.
Phoebe sentì che l’ aria in quella stanza stava diventando nuovamente tesa, Prue
era lì immobile sulla soglia della stanza
"Grazie Prue" disse Phoebe senza sorridere.
Piper stava zitta, senza dire niente dietro di lei, non sapendo cosa dire.
Mon esiste una frase perfetta che faccia tornare la pace tra me e Prue? Pensò
Phoebe tra sè e sé. Forse sta per dirmi qualcosa, forse non è così arrabbiata
come credevo. Phoebe sperava con tutto il cuore che quello fosse un buon inizio
per aggiustare le cose, voleva tanto parlare con sua sorella come si parla d un
a sorella, niente di più, era tutto ciò che lei aveva sempre desiderato.
Ma Prue non disse nient’ altro, si girò e andò via, lasciando nel cuore di
Phoebe solamente amarezza. Non la capirò mai, pensò, e non capisco come possano
essere sorelle due persone così diverse quali siamo noi.
Piper la volle rassicurare "Non preoccuparti, Prue ha solo bisogno di tempo per
abituarsi alla cosa"
Phoebe guardò la porta dove poco prima stava Prue: quando mai le sorelle devono
abituarsi le une alle altre? Pensò. Doveva accettare la cosa a malincuore, lei e
Prue non sarebbero mai state unite.
"Ehi! Ho un’ idea fantastica!" esclamò Piper
"Un’ altra delle tue grandiose idee?" disse l’ altra
"No! E’ una grande idea!" Insistette Piper "E credo che ti tirerà su di morale!
Vieni!" Si alzò e prendendo la mano di sua sorella si avviò verso la porta
"Ma dove andiamo?"
"In soggiorno, ho una sorpresa per te,ti piacerà!"
scendendo le scale Phoebe vide una foto su un mobile che ritraeva lei e le sue
sorelle quando erano piccole, abbracciate.
Spero potrà essere così ancora una volta, pensò, come allora, tutti erano
felici.
Piper che intanto si era volatilizzata tornò da lei "Guarda!" urlò "Il nostro
vecchio quadrante degli spiriti!"
"Dove lo hai trovato?" disse prendendolo tra le mani. Solo toccare quell’
oggetto le riportò alla mente tanti ricordi della sua infanzia.
"Prue l’ ha trovato in cantina… dai proviamo come ai vecchi tempi!" suggerì
Piper "solo per divertirci un po’"
"Perché no?" Phoebe posizionò quel vecchio gioco sul tavolo, poi prese alcune
candele e le accese "Abbiamo bisogno di qualcos’ altro?"
"No, aspetta vado a cercare Prue, forse vuole giocare con noi!"
Phoebe posizionò meglio le candele sul tavolo, -bisogna creare l’ atmosfera-
pensò scherzando.
Piper tornò poco dopo "Prue è in cucina e ha detto che non si sente di voler
giocare ora"
"Ma guarda un po’, perché non sono sorpresa?" disse Phoebe
Piper si sedette vicino a Phoebe "Bene, cosa chiediamo agli spiriti?"
"Uhm…" Phoebe pensò un po’ "Che ne dici di cosa mangeremo domani a colazione?"
Piper sorrise "Dai, una domanda vera!"
"Si" Phoebe chiuse gli occhi per pensare. C’ erano così tante cose che avrebbe
voluto chiedere sul futuro ma decise di dover cominciare con qualcosa di
pratico.
"Chiediamo se troverò un lavoro decente qui a S. Francisco"
"Ok." Piper posizionò l’ indicatore al centro della tavola e poi entrambe vi
misero sopra le dita.
"Avrò un buon lavoro a S. Francisco?" Phoebe interrogò gli spiriti. Sorrise tra
sé e sé e fece muovere l’ indicatore. "Funziona!!" urlò
"Lo stai spingendo!" disse Piper "L’ hai sempre fatto!"
"Non è vero!" disse Phoebe ridendo sotto i baffi, poi fece muovere l’ indicatore
verso il SI "Vedi, dice si!" urlò.
Piper tolse le dita dall’ indicatore "Phoebe, lo stai spingendo tu!" si alzò
"Vado a preparare dei popcorn, ne vuoi?"
"Aspetta" Phoebe interruppe la sorella "Cosa vuoi che chieda agli spiriti mentre
sei via?" Piper si fermò un attimo "Che ne dici di chiedere se Prue uscirà con
qualcuno quest’ anno?"
"Questa si che è una domanda davvero importante!" disse Phoebe "Forse è questo
che la rende così dura!" Poi rivolta alla tavola "Per favore… di si!!!"
toccò l’ indicatore e si concentrò " dì si!!" bisbigliò.
All’ improvviso l’ indicatore si mosse sulla tavola e si fermò sulla lettera A
Phoebe sobbalzò e tolse le mani dall’ indicatore. Ma che succede, io non l’ ho
mosso! Pensò, l’ ho appena toccato!
"Pipeer!" chiamò, un po’ spaventata.
L’ indicatore si mosse verso la lettera T.
Phoebe lo guardava impietrita e sorpresa. Nessuno lo aveva toccato, eppure si
era mosso da solo! Il suo cuore iniziò a battere forte "Piper corri, vieni!"
gridò.
"Che c’ è?" chiese quella uscendo dalla cucina.
"Che state combinando ora voi due?" disse Prue arrivando dal salone.
Phoebe guardò le sue due sorelle "L’ indicatore si è mosso" disse "da solo!"
Piper girò gli occhi e Prue scosse la testa "Si, certamente!!"
"Ma sono seria!" insistette Phoebe "Si è mosso sulla A e sulla T"
"Ma perché tu lo hai mosso" disse Piper
"L’ hai sempre fatto" aggiunse Prue.
"No" continuò Phoebe "Non questa volta"
Prue si portò le mani ei fianchi "Non ho tempo per queste stupidaggini!" E si
girò per andarsene "Prue aspetta! Io non l’ ho toccato,te lo giuro!" urlò Phoebe.
Sentendo Phoebe parlare così e sentendo la sorpresa nella sua voce si fermò e
senza cambiare espressione sul viso si girò nuovamente.
"Guardalo! Vedi come si muove!"
Phoebe guardò l’ indicatore, su, muoviti! L’ hai fatto prima, lo puoi rifare,
pensò , ma l’ indicatore non si muoveva, rimaneva al suo posto.
"Phoebe, non è divertente" disse Prue nera di rabbia.
Piper e Prue fecero per andarsene e come le loro schiene si girarono, l’
indicatore velocemente si mosse prima andando giù e poi tornando sulla lettera
T.
"Aaaah!" Urlò Phoebe, sorpresa "L’ ha fatto ancora, si è mosso!"
"Piper e Prue si fermarono. Prue tornò indietro e andò vicino alla tavola " E’
ancora sulla lettera T, Phoebe!"
"Te lo giuro si è mosso!" Phoebe strillò.
"Ma sicuro, ci credo!" Prue si voltò e lasciò la stanza. Phoebe guardò allibita
il quadrante, e nuovamente l’ indicatore tornò a muoversi. Saltò dalla sedia,
questa volta era spaventata "Lo fa ancora!" Questa volta l’ indicatore si era
fermato sulla lettera I.
Piper guardò stupita il quadrante con la bocca aperta
"L’ hai visto anche tu, vero?" Chiese Phoebe
"Credo di si…" rispose Piper
"Te l’ ho detto che non lo stavo toccando!" indicò il quadrante "Guarda!" questa
volta si fermò sulla lettera C.
Piper rimase senza respiro. "Prue… puoi venire qui un attimo?" disse spaventata.
Phoebe prese velocemente un foglio ed una penna e scrisse le lettere che erano
state indicate.
Prue tornò indietro "Che c’ è ora?"
"Credo stia cercando di dirci qualcosa" rispose Phoebe. Mostrò il pezzo di carta
con una mano tremante "La soffitta!"
Traduzione a cura di Giusi