ARIA
DI TEMPESTA
Un'altra storia
interattiva di "Streghe"
Riassuntino: e come faccio? E’ un po’ complicato… ok, diciamo solo che in casa Halliwell sono tutte un po’ nervosette e che mentre loro litigano, c’è una setta che cerca di risvegliare un demone, e poi il resto leggetelo…
Adatto: bambini con genitori
Data di composizione: Ehmm, ho dimenticato quando ho iniziato questo racconto, diciamo parecchio tempo fa (cosa volete, avevo perso l’ispirazione) comunque so almeno quando l’ho finito: il 20 Settembre 2000
Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Streghe Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il permesso degli autori e senza fini di lucro.Chiesa sconsacrata sulla
5^
Un uomo con una tonaca
verde gesticolava camminando solennemente verso un altare improvvisato su cui,
la statua di un uomo con la coda di serpente, troneggiava sulla stanza. “Mio
signore, la tua riscossa è vicina, stiamo preparando tutto per il tuo ritorno,
fra poco la prescelta arriverà, e allora sarai libero. La fine è vicina”
Disse la figura alzando al cielo un calice pieno di sangue
Come al solito, casa
Halliwell
Diario di Chris
20 Settembre
Ola, diarietto mio,
rieccomi qua, la tua carissima Chris, e chi volevi che fosse, ti uso solo io, o
almeno così spero, comunque, … cosa vuoi che ti racconti di bello?
L’autunno è appena cominciato. Le foglie degli alberi si ingialliscono dando
agli alberi sfumature sempre diverse. La scuola è ricominciata ad pochi giorni,
ma già le cose per me non sono delle più facili, ma la cosa che mi preoccupa
di più è l’aria che si respira in casa. Phoebe sta studiando come una matta
perché deve ridare un esame che le era andato male ed è nervosissima, Prue si
aggira per casa come uno zombie alla ricerca di qualcosa da fare, adesso che è
di nuovo senza lavoro è tutto il giorno chiusa qua dentro, e Piper non vede Leo
da troppo tempo e la gelosia la sta facendo impazzire. Sono tutte e tre
particolarmente nervose e suscettibili, non si parlano se non per scambiarsi
battuttacce cattive. Ho la netta sensazione che la cosa finirà male. Per quanto
riguarda me, invece, ho un umore che non c’entra un bel niente con la
situazione in casa, infatti sono felice come una pasqua. Ops, sento dei rumori
strani giù, vado a controllare, non vorrei che avessero ricominciato a litigare
di nuovo!
“L’hai finita tu di
starmi addosso?” Domandò scocciata Piper “Io ti sto addosso?” Domandò
incredula Prue “Si, non fai che chiedermi cosa puoi fare al P3,… se mi puoi
aiutare,… se mi serve qualcosa… ma che aspetti a trovarti un lavoro!” Prue
la guardò incredula “E non guardarmi così, con quell’aria da superiore!”
Le intimò Piper “Ehi, sorellina vedi di darti una calmata!” “Io
cosa…?!?” “Voi due laggiù, la volete finire?!? - Urlò dalle scale Phoebe
– Sto cercando di studiare io!” “Ma non dire cavolate, sono due ore che
hai lo stereo al massimo, non mi dire che ti diamo fastidio noi!” Le disse
Piper “Magari ho lo stereo alto per non sentirvi!” Continuò Phoebe “Trova
una scusa migliore” “Una scusa?!? Io almeno una scusa ce l’ho, tu
invece…! Sono giorni che non fai altro che aggredire la gente urlando per
colpa di Leo” Disse Phoebe “Leo?!? Cosa c’entra adesso lui?!?” “Non
fare l’innocentina. Ti stai rodendo dalla gelosia perché non ti ha neanche
detto dove andava!” “Non sono gelosa!” Le rispose Piper quasi urlando.
“Scusate sorelline…” Provai ad intromettermi io per calmare la situazione
ma loro tre, all’unisono, mi zittirono “Buona tu!” E poi rimasero a
guardarmi ancora infuriate tra loro. Io alzai le mani in segno di resa e mi
allontanai velocemente. Preferisco decisamente affrontare dei demoni piuttosto
che le mie sorelle arrabbiate!
Le ore successive passarono
in un lampo, mentre vagavo spensierata su internet, quando scesi di nuovo a
basso, ero fiduciosa che tutto si fosse sistemato. Arrivai sorridente e mi misi
subito a ispezionare in giro per vedere com’era la situazione. Prue era in
salotto a guardare la tv e, improvvisamente da sopra, sentì una musica
assordante. Phoebe aveva riattaccato con i Blink 182, qualche istante dopo,
Piper entrò e se ne andò in cucina senza neanche salutarmi. Mi sedetti a terra
sconsolata: non era cambiato niente!
Diario di Chris
20 Settembre (un po’ di tempo dopo)
Sono tremendamente
depressa. Speravo che le cose si sarebbero sistemate, ma invece la situazione
sembra addirittura peggiorata. Cosa cavolo devo fare? Sono veramente disperata,
ho giocato tutte le mie carte, forse dovrei provare con qualche incantesimo,
anche se la cosa non mi piace molto, ma come ultima risorsa…
Andai in soffitta alla
ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi. “Non credo sia il modo giusto per
sistemare le cose” Mi disse lei comparendo in soffitta “Ciao nonna!” Penny
non era esattamente la mia nonna naturale, ma ormai era come se mi avesse
adottato, fin dalla sua prima apparizione davanti al quartetto, mi aveva sempre
trattato come le mie sorelle, come se avessi sempre fatto parte della famiglia,
e io di questo glie ne ero molto grata. “Non credo sarebbero molto felici di
sapere che le manipoli con degli incantesimi” Mi disse lei “Si, ma non so
cos’altro fare!” “Fidati di me, tra un po’ saranno costrette a sistemare
le cose da sole!” “Cosa c’è sotto?” “Non ti preoccupare e lascia fare
a me!” Mi disse poco prima di sparire. Non potevo fare altro che fidarmi, così
richiusi il Libro e scesi a basso.
Suonò il campanello. Io
ero la più vicina ed andai ad aprire. “Salve Chris, posso entrare?”
“Certo Morris, qual buon vento ti porta da queste parti?” Domandai io, pur
sapendo che non dovevano esserci belle notizie in arrivo. “Non è un buon
vento, ma aria di tempesta, sono successe alcune cose strane ultimamente e
io,… beh, insomma, mi serve il vostro aiuto!” “Ok - Dissi io e poi,
alzando la voce le chiamai – Ehi sorelline, c’è lavoro per noi” poco dopo
eravamo tutti e cinque in salotto.
“Mi spiace disturbarvi, ma penso che stia succedendo qualcosa di strano e le
esperte siete voi!” Cominciò Morris mentre noi quattro lo ascoltavano in
silenzio. “Ci sono stati alcuni furti in negozi di stregoneria, non solo in
città, ma anche nelle vicinanze. Non hanno preso i soldi, ma solo alcune erbe e
oggetti particolari. Forse voi potete sapere cosa stanno tentando di fare i
ladri” Disse l’ispettore dando un foglio a Prue che lo osservò attentamente
e poi lo passò a Phoebe ma neanche l’esperta di casa seppe riconoscere cosa i
misteriosi ladri avessero intenzione di fare.
Morris rimase ancora per qualche
minuto raccomandando di avvertirlo prima di fare qualsiasi mossa, pur sapendo
che difficilmente sarebbe stato così. Appena l’ispettore uscì, tutte si
misero al lavoro. Piper andò in soffitta a consultare il Libro delle Ombre,
Phoebe si collegò a internet per cercare di scoprire qualcosa, Prue andò fuori
ad un colloquio di lavoro e io, non avendo molto da fare, andai in camera mia.
Stavo giocando con il
computer quando… “Oh no! Eccole che riattaccano! – Dissi pensando a voce
alta - Chissà quale sarà stata la miccia questa volta. Che faccio? Vado a
calmare le acque o le lascio ad uccidersi tra loro?!?” Non ci pensai nemmeno
perché la risposta mi salì alle labbra istintivamente “Le lascio ad
uccidersi! Meno male che ho le cuffie per lo stereo così almeno non le sentirò!
Will Smith aspettami, sto arrivando!!!”
“Che c’è per cena stasera?” Domandò incuriosita ed affamata Phoebe
“Perché lo chiedi a me?” Le rispose scocciata Piper “Come perché, di
solito sei tu che ti occupi di questo e…” “Sono stufa di farvi da servetta,
sono io che faccio tutto in questa casa! Arrangiati!!!” “Guarda che non
serve alzare la voce, vedi di calmarti, stai esagerando!” “E tu non dirmi
che esagero, ma credete tutti di potermi dire cosa fare?!? Avete passato il
segno!” “Chi sarebbe che ha passato il segno?!?” Urlò Phoebe
avvicinandosi di qualche passo alla sorella finché arrivarono quasi testa a
testa. “Tu! Tu hai passato il segno!” Allungarono le mani quasi
contemporaneamente prendendosi a vicenda per i capelli e cominciarono a darsele
di santa ragione
… Once and for all
lets get this straight
How you measure a rapper what make an MC great
Is it the sales? 20 mill
Is it the cars? Bentley's
Is it the women? Jada
Is it the money? Please …
Ero completamente presa dal
ritmo quando notai alcuni rumori che non centravano niente con la canzone. Alzai
le cuffie e mi misi ad ascoltare. “Mollami subito!” “Non ci penso
neanche” Erano Piper e Phoebe che urlavano. Crash!. E questo era qualcosa che
si rompeva. Uscì correndo dalla mia camera e corsi giù in cucina da dove
provenivano i rumori.
Quando arrivai rimasi un po’ scioccata dallo spettacolo che mi si presentò
davanti: si stavano menando di santa ragione. Erano entrambe a terra e Phoebe
sembrava avere tutta l’intenzione di strozzare Piper. “Finitela!” Urlai
vedendo la scena e finalmente loro si bloccarono. Si girarono e mi videro, solo
allora si rialzarono da terra. Le guardai con aria di rimprovero ma non sapevo
cosa dire, e dopo averle squadrate con tutta la disapprovazione che provavo, ma
ne andai fuori.
Mentre uscivo Prue stava
rientrando a casa. Non aveva un espressione particolarmente felice ed intuì che
il suo colloquio non era andato bene. “La situazione dentro è abbastanza
esplosiva senza che ti ci metta anche tu!” Le dissi senza neanche salutarla.
Mi guardò non capendo bene cosa volessi dire, ma io me ne andai prima che mi
potesse fare qualche domanda. Prue entrò.
La casa era avvolta in un silenzio irreale. Prue andò in cucina. Piper guardava
il pavimento mentre Phoebe, con le braccia incrociate, squadrava la sorella.
Vedendo quella scena la maggiore delle Halliwell domandò “Mi sono persa
qualcosa?” Ma invece di ottenere una risposta, vide solo Phoebe e Piper che se
ne andarono in direzioni opposte “Non vi preoccupate, il mio colloquio è
andato uno schifo, ma non è niente di importante!” Disse Prue ormai rimasta
sola in cucina.
Me ne andai in giro per
circa un ora, liberando la mente da quell’immagine. Le avevo sempre viste come
la famiglia perfetta: sorelle, ma prima di tutto amiche. So benissimo che ogni
tanto si può anche litigare, ma arrivare a prendersi per i capelli… Rientrai
a casa, più sconsolata che mai, pensando che non sarebbe potuto andare peggio
di così, ma mi sbagliavo.
Phoebe era sulle scale con
una borsa. “Cosa fai?” Le domandai incuriosita “Mi trasferisco! Per ora
porto via solo questo, ma più tardi vengo a prendere il resto!” “Cosa?!?”
“Questa casa è troppo stretta per quattro Halliwell, quindi me ne vado!”
“Non puoi farlo veramente!” “Lo sto già facendo” “E i demoni?!? Noi
siamo streghe ricordi, il potere del quartetto?!?” “Lo so bene, ma se avrete
bisogno di me, basterà chiamare. Non ho abbastanza fondi per trasferirmi più
lontano, e poi ho l’università, quindi rimango qui a San Francisco.
Mezz’ora di auto e sarò qui pronta per qualsiasi creatura del male!”
“Cosa sta succedendo!” Domandò Prue arrivando nel corridoio, poi vide la
borsa di Phoebe “Non lo starai facendo davvero?” Domandò incredula, ma
Phoebe non le rispose; prese la borsa e uscì.
Dopo poco arrivò anche Piper. “Che è quell’aria?” Domandò in tono quasi
scocciato e io le risposi “Phoebe. Trasloca.” “Cosa?!?” “Cambia casa,
indirizzo, non vivrà più con noi!” Le dissi quasi urlando e Piper rimase
ammutolita
Hai due possibilità: se credi che Piper vada
a scusarsi con la sorella vai al capitolo 1, se invece pensi
che Piper non voglia fare le sue scuse per prima, vai al capitolo 4.
“Dov’è andata” Mi
chiese e solo allora mi ricordai che sul momento, sconvolta dalla sua partenza,
non mi ero neanche posta il problema di dove sarebbe andata a stare. “Non lo
so!” Risposi con rammarico, poi Piper uscì.
In auto chiamò tutti gli
amici di Phoebe che conosceva, finalmente, dopo sei telefonate, ebbe un po’ di
fortuna. “Ciao Mariah, sono Piper. Per caso Phoebe è da te?” “Beh,
veramente…” “E’ un emergenza!” Dall’altro capo del telefono ci fu un
breve silenzio poi la risposta. “Piper?!?” “Ah, Phoebe,… meno male, è
un pezzo che ti cerco!” “Che succede? Qualche intoppo ‘dei soliti’?”
Chiese Phoebe in tono freddo. “Ehm,… non proprio, ma devo vederti subito.
Non muoverti, arrivo da te!” E poi chiuse la conversazione non aspettando la
risposta.
Driiiin
“Vado io!” Urlò Mariah uscendo dalla cucina mentre Phoebe era pietrificata
davanti alla tv. “Ah, sei tu! Phoebe è di la, io… io… ah già, io devo
andare a prendere un po’ di cose per cena! Così, voi due resterete sole, ma
niente incontri di wrestling ok?!?” Disse la ragazza sorridendo e poi uscì
lasciando sole le due Halliwell.
Piper si avvicinò cautamente al divano su cui era seduta la sorella.
“Phoebe?!?” Ma la ragazza non si girò. Le cose si prospettavano difficili
sin dall’inizio! “Ok – Disse la maggiore delle due, poi fece una pausa per
raccogliere le idee – Mi dispiace, non avrei dovuto farlo, è solo che in
questo periodo… Il P3 che non va bene, Leo… si, hai ragione, sto morendo di
gelosia e mi sto scaricando con te e Prue, ma…” Phoebe si girò
interrompendola “Dispiace anche a me, anch’io sono un po’ nervosa, è
colpa di quell’esame… sto studiando come una matta e non riesco…
se non supero l’esame mi salta la borsa di studio e allora sarò nei
guai!” Piper la guardò un po’ sorpresa “Ma lo sai che ti daremmo
volentieri una mano io e Prue…” “Assolutamente no! Dipendo da voi per
troppe cose e non voglio che si aggiunga anche l’università!” Si guardarono
mentre la rabbia che avevano provato qualche tempo prima spariva velocemente
poi, improvvisamente Piper disse “Ti voglio bene sorellina!” E Phoebe
l’abbracciò.
Erano passate circa due ore
e io cominciavo a preoccuparmi. Piper aveva trovato Phoebe? E se era così cosa
stavano facendo: si stavano parlando, stavano litigando, avevano fatto la pace o
si stavano prendendo a coltellate? La porta si aprì interrompendo i miei
pensieri. Corsi via dal salotto e appena le vidi gli corsi incontro e le
abbracciai. Arrivò anche Prue che si fermò a qualche metro di distanza. Appena
la videro Piper e Phoebe la invitarono ad entrare in salotto e poi la seguirono.
Si sedettero tutte e tre sui divani e cominciarono a parlare. Mi allontanai
sorridendo, forse quella era la volta buona.
“Scusa!” Disse Phoebe saltando i preamboli. Prue la guardò incredula e la
ragazza continuò. “Mi dispiace per tutto quello che ti ho detto in questi
giorni, non lo pensavo, ero solo tremendamente nervosa e purtroppo sia tu che
Piper siete state le mie valvole di sfogo!” “Credo di doverti delle scuse
anch’io. Non è un bel periodo per nessuna di noi, e mi dispiace di aver
contribuito a creare questa situazione. Mi dispiace Piper di averti stressato
con il P3…” “Non dirlo nemmeno, sono stata una stupida a risponderti in
quel modo, e se vuoi, sarò felice di scaricarti parte del mio lavoro!” Le
disse sorridendo. “Dovete promettermi una cosa però – Disse Prue – Non
litigheremo più in questo modo: ci sto troppo male a non parlarvi!” Piper e
Phoebe annuirono e poi si abbracciarono tutte e tre. Io trattenni a stento un
urlo di gioia. Ok, lo ammetto, avevo leggermente origliato, ma dopo tutto quello
che mi avevano fatto passare in quei giorni, sapere come andava a finire mi
sembrava il minimo!
Quando le vidi entrare in cucina tutte e tre sorridenti, e sorrisi a mia volta.
Finalmente tutto a posto! Suonò il telefono e Piper andò a rispondere, dopo
poco rientrò in cucina e passò la cornetta a Phoebe “E’ Mariah, vuole
sapere se è tutto a posto o se deve chiamare l’ambulanza!” Phoebe prese la
cornetta ed ebbe una visione. Noi ci accorgemmo subito che il suo potere si era
rimesso in azione, ma lei con un cenno della mano ci disse di aspettare e
preoccupatissima cominciò a parlare al telefono.
“Mariah dove sei?” “Che domande, a casa!” “Ok, non ti muovere per
nessun motivo!” “Stai scherzando vero? Tra poco ho una lezione e non posso
perderla” “Per favore – Disse con una voce leggermente più calma Phoebe
– è una cosa davvero importantissima, non ti muovere di casa, io arrivo
subito!” E poi appoggiò la cornetta senza attendere una risposta.
Noi eravamo rimaste a
guardarla pazientemente e lei, appena ebbe appoggiato la cornetta ci disse cosa
aveva visto. “Maraih. Stavano facendo una specie di rito magico, c’erano
simboli strani dappertutto… La porto qui!” “Ehi, aspetta! – Le disse
Piper – vengo con te!” E Phoebe annuì “Ok, intanto io e Chris andiamo a
cercare qualcosa, non è che potresti darci qualche indizio di più?” Chiese
Prue. Phoebe chiuse gli occhi come per richiamare alla mente la sua visione e
quando li riaprì prese un foglio e ci disegnò sopra un simbolo “Ecco, ho
visto questo!” Disse consegnando il foglio a Prue e poi uscì con Piper mentre
io gli urlavo di stare attente. Sentì la porta chiudersi e mi girai verso Prue.
Diedi un’occhiata al foglio, c’era uno strano simbolo simile ad una spirale.
“Ok, io su internet e tu sul Libro?” Domandai a Prue e lei annuì.
Cominciammo la ricerca
Phoebe e Piper arrivarono a casa di Mariah dopo
circa 20 minuti. Per la fretta, Phoebe aveva rischiato di investire una
vecchietta che attraversava con la borsa della spesa, ma i buoni riflessi di
Piper avevano evitato una tragedia. Arrivate all’appartamento bussarono più
volte senza ottenere risposta e così Phoebe fu costretta ad abbattere la porta
con un calcio dei suoi. L’appartamento sembrava in ordine, ma di Mariah
nessuna traccia.
Piper e Phoebe tornarono a casa depresse. “Avete trovato niente voi?” Ci
chiese speranzosa Phoebe, ma ne’ io ne’ Prue avevamo belle notizie.
“Dobbiamo fare qualcosa, lei è una delle mie migliori amiche, non posso
abbandonarla così!” Ma nessuna di noi sapeva da che parte cominciare. Phoebe
cercò inutilmente di trarre altre informazioni dalla sua visione, ma purtroppo
non riconosceva il posto e non riusciva a distinguere bene i simboli sulla
parete. Provò di tutto, tentando di farsi venire un’altra premonizione: toccò
tutti gli oggetti che potevano riguardare minimamente anche Mariah: il libro che
le aveva prestato, le foto di una gita che avevano fatto assieme, il diario su
cui aveva lasciato parecchie dediche, ma non successe niente.
Brancolavamo nel buio ormai quasi rassegnate a fallire
clamorosamente nella nostra missione, quando Leo ci venne in aiuto. “Chiesa
sconsacrata sulla 5^! Sono li, se fate veloci, arriverete in tempo!” E poi
scomparve. Era stato un po’ più rapido del solito, ma io lo attribuì
all’urgenza del momento, anche se la cosa mi sembrò comunque strana. Phoebe
partì in quarta verso la porta e prima ancora che io potessi uscire, il motore
dell’auto era già acceso.
Arrivammo lì dopo poco.
Phoebe era talmente preoccupata per la sua amica che guidò come se si trovasse
su un circuito di formula uno. Arrivammo alla chiesa leggermente scombussolate
da quella guida un po’ avventata, ma fortunatamente eravamo ancora tutte sane
e salve. Entrammo.
Il sottofondo di canti gregoriani metteva i brividi, ma erano davvero canti
gregoriani o no? Non feci in tempo a cercare la risposta perché quello che mi
trovai di fronte mi paralizzò. Mariah era distesa sopra una specie di altare e
sembrava priva di sensi, indossava un vestito bianco macchiato di sangue. Non
riuscivo a capire se quel sangue era suo o era semplicemente caduto dal calice
sopra di lei. I miei occhi non si erano ancora abituati al buio e così impiegai
qualche secondo per vedere che il calice non stava fluttuando nell’aria ma era
tenuto tra le mani di un uomo seminascosto nell’oscurità. Ebbi
l’impressione che quell’uomo mi avesse visto e mi sentì perduta, ma invece
di reagire, lui continuò il rito.
Appena vide la sua amica in quelle condizioni, Phoebe provò l’impulso di
correre li per portarla via, ma Prue, che la conosceva troppo bene, la fermò
con un braccio e le disse di stare calma. Guardò ancora davanti a se, cercando
una soluzione rapida che non comportasse troppi rischi e decise che l’unico
modo era di bloccare tutti, prendere Mariah e scappare il più velocemente
possibile. Eravamo tutte d’accordo e, pochi istanti dopo, tutto era bloccato.
Ci avvicinammo cautamente, guardandoci attorno impaurite, poi arrivammo
all’altare dove si trovava Mariah, fu allora che tre porte si aprirono e nella
stanza entrarono una ventina di persone. Ci colsero completamente di sorpresa e
prima ancora di poter capire cosa stesse accadendo, loro ci avevano circondate e
ci impedivano di muoverci.
Tentavo inutilmente di liberarmi. Distesa su quell’altare mi sentivo come al
macello e le mie sorelle erano immobilizzate accanto a me. Sapevo che avrei
dovuto impormi di stare calma e cercare una soluzione, ma ero troppo spaventata
e l’unica cosa che riuscivo a fare era dibattermi come un pesce fuor
d’acqua, ma poi arrivò lui.
Quando vidi la sua faccia sopra di me sorrisi istintivamente. Leo ci avrebbe
aiutato! Lui non faceva niente, mi fissava solamente, poi all’improvviso
cominciò a parlare “Credi sia Leo vero?” Io non riuscivo a capire “Beh,
si effettivamente ci assomigliamo, ma sapete come si dice,… ognuno ha questo
mondo ha un gemello, e io sono il gemello del vostro angelo bianco” Non
riuscivo a credere che non fosse lui, erano identici, come poteva… Anche le
mie sorelle lo guardavano incuriosite “L’avete finita di guardarmi così?!?
Non sono un fenomeno da circo io!” Urlò, poi riprese la calma e continuò a
parlare “Carina la mia trappola vero?!? Sono stato io a mandarvi qui, Mariah
è solo un’esca, quello che voglio siete voi!”
“Quello che mi serve è il sacrificio di una strega e tra voi ci sarà la
prescelta!” Ero terrorizzata. Non riuscivo a controllarmi, se solo avessi
potuto lottare, le cose sarebbero state diverse, ma così immobilizzata non
avevo chance, o no?!? Forse c’era una speranza! L’idea mi era balenate nella
mente ma subito le conseguenze mi scoraggiarono: non potevo lasciare le mie
sorelle li da sole, nelle mani di quel coso, chiunque fosse, ma d’altra
parte… Girai la testa verso Piper che era sull’altro altare vicino a me.
“Io vado!” mimai con la bocca e lei fece un cenno di assenso con la testa.
Chiusi gli occhi. Non mi piaceva, ma ancora meno mi piaceva l’idea di stare ad
aspettare li. Usai il mio potere.
Se pensi che Chris possa veramente
scappare, vai al capitolo 2, in caso contrario, vai al capitolo
3
Quando riaprì gli occhi
ero a casa. La vista di quelle mura amiche mi riempì di gioia, ma purtroppo
questo stato d’animo durò solo il tempo di ricordarmi che le mie sorelle
erano ancora nei guai. Corsi su in soffitta istintivamente e solo quando ci
arrivai mi ricordai che io e Prue avevamo già cercato tutto il possibile senza
ottenere risultati. Stavo per chiamare Leo quando mi resi conto che se lui fosse
apparso, non avrei mai saputo riconoscere se era davvero l’angelo bianco o il
suo gemello, quindi, a malincuore, fui costretta a scartare anche
quest’ipotesi. Rimasi qualche istante ad aspettare una specie di illuminazione
divina su cosa dovessi fare, ma nella mia mente sentivo solo l’eco del vuoto.
Poi il Libro cominciò a sfogliarsi da solo e io ripresi la speranza.
Mi avvicinai. Era aperto su una pagina bianca che però si stava lentamente
riempiendo di parole. L’inchiostro rosso era molto liquido e scivolava per
tutta la pagina… Inchiostro rosso?!? Oh, mio dio, era sangue! Appena mi resi
conto di cos’era in realtà, sul Libro finirono di comparire parole. Lessi il
messaggio “Indovina un po’ di chi è?” Mi allontanai inorridita, ma il
Libro si sollevò a mezz’aria e cominciò ad avvicinarsi. Io continuavo ad
andare indietro, finché mi ritrovai con le spalle al muro e il Libro era ormai
ad un passo da me. Sembrava quasi stesse sghignazzando.
Mi gettai sotto il Libro e uscì correndo dalla soffitta. Mi fermai solo abbasso
alle scale. Cercai di riprendere la calma. Mi girai per andare in salotto a
sedermi, ma… Urlai. Il Libro era dietro di me, ancora aperto su quella pagina.
Scappai nuovamente, ma questa volta uscì di casa. Continuai a correre finché
non ebbi più fiato.
Mi fermai al bordo della strada ansimante. Ormai ero abbastanza lontana da casa.
Cercai di pensare con calma: una setta, una cripta, il gemello del nostro angelo
bianco e il sacrificio di una strega. Che cavolo potevo fare? Prima di tutto
dovevo trovare il modo di tirare via di li le mie sorelle. Raccolsi il mio
coraggio, che a dir la verità era pochino, e ritornai verso casa. Non sapevo se
stavo facendo la cosa giusta, ma li fuori potevo fare ancora meno. Tentavo di
convincermi che in fondo era solo un libro, che avrei dovuto prenderlo e
sfogliarlo per trovare una formula che potesse aiutarmi, ma quelle parole
scritte col sangue continuavano a ronzarmi in testa. Finalmente arrivai.
Entrai. Il libro era sulla soglia, mi ricordai che nessuno, tranne noi, poteva
portarlo fuori da quella casa e mi rasserenai un po’. Allungai timorosamente
la mano, aspettandomi chissà quale reazione e rimasi un po’ stupita quando
non accadde nulla. Aprì il volume e mi misi a cercare.
Formule per viaggiare in altre dimensioni, formule per intrappolare demoni di
tutti i tipi, formule per richiamare i morti, ma niente che potesse aiutarmi.
Chiusi gli occhi. Mi sentivo come svuotata, ma qualcuno venne in mio aiuto.
Mi si avvicinò lentamente
e cominciò a girarmi attorno come faceva di solito. “Non è il momento adesso
Kit!” Dissi ma lei non accennava a smettere. Si avvicinò al Libro che era a
terra accanto a me e con un gesto della zampa girò una pagina. Era stato tutto
così veloce e così naturale, che inizialmente non ci avevo neanche fatto caso,
poi l’occhio mi cadde sull’incantesimo. Guardai Kit incuriosita. Possibile
che l’avesse fatto apposta? Ma no, che stupida, era solo un gatto, comunque
ora avevo un’idea. Non era tanto, ma sempre meglio di niente.
Usai nuovamente il mio
potere e arrivai all’esterno della chiesa. Tutto era avvolto in un silenzio
inquietante. Entrai.
C’era una debole luce di candele e dei rumori sommessi. “Non è che tu abbia
molta scelta” Pensai cercando di darmi coraggio. Avanzai ancora sperando di
non essere arrivata troppo tardi.
Sentì dei rumori e mi
affrettai. Piper stava piangendo disperatamente ma di Phoebe e Prue nessuna
traccia. Repressi l’impulso di correre subito verso di lei, tirai fuori dalla
tasca il foglio con l’incantesimo e cominciai a leggerlo
Che
i tuoi incubi peggiori si realizzino
Che le tue paure più oscure ti paralizzino
Perché impedisci alle forze del bene
Di compiere il loro dovere
Uno dei secondini urlò
all’improvviso “Toglimi questi ragni di torno, ti prego, toglimeli!” Ma il
suo compagno era terrorizzato ancora più di lui, infatti credeva di essere
stato sepolto vivo. Mentre i due erano sconvolti dalle loro stesse paure, io mi
avvicinai velocemente a Piper e la liberai. Dopo essermi assicurata che stava
bene, le domandai di Prue e Phoebe “Il capo della setta era arrabbiatissimo
dopo che tu sei sparita, ha portato via Phoebe e Prue, ha detto che le avrebbe
usate per riportarti qui, perché la prescelta sei tu!” “Benissimo, e così
sto per morire!” Dissi sconsolata. Piper si avvicinò “Non permetterò che
ti succeda niente, ma dobbiamo andare a cercare Phoebe e Prue!” Io annuì e ci
avviammo. Da quanto ne sapevamo, il tipo aveva portato Prue e Phoebe alla
vecchia scuola dell’isolato dopo. Ormai l’edificio era inutilizzato da anni
e persino le bande locali lo snobbavano completamente.
Arrivammo alla meta dopo
pochi minuti. Le finestre erano quasi tutte rotte, scritte di tutti i tipi
riempivano i muri e, come ogni posto desolato che si rispetti, metteva i brividi
al buio. Entrammo tenendoci per mano tentando di farci coraggio a vicenda. “Vi
aspettavo!” Disse Leo accendendo improvvisamente una forte luce proprio
davanti a noi. Ci spostammo per non essere colpite in faccia dalla luce e per
provare a vedere dove fosse lui e soprattutto le nostre sorelle. “Allora
Chris, hai ricevuto il mio messaggio?” Piper mi guardò con aria
interrogativa, lei non sapeva ancora cosa mi era successo a casa “Cosa hai
fatto? Dove sono Phoebe e Prue?” Chiesi, lui scoppiò a ridere “Che ingenua,
pensi ancora di avere altre due sorelle? E si che pensavo il messaggio fosse
chiaro!” Poi fece un cenno con un braccio e qualcosa dietro quella forte luce
cominciò a muoversi verso di noi. Non riuscì a riconoscerla fino a quando il
corpo non arrivò a pochi metri da noi “Nooooo” Urlai con tutto il fiato che
avevo. Piper mi abbracciò facendomi girare per non vedere più il corpo di
Phoebe ridotto in quel modo.
Non avevo il coraggio di voltarmi di nuovo. Il corpo di Phoebe era completamente
coperto di sangue, aveva tagli dappertutto, ma soprattutto, ormai non respirava
più. “Vuoi sapere come è successo? - Disse il gemello di Leo – Semplice
dissanguamento. Ok si, lo ammetto, avrei potuto trovare un modo più originale
per ucciderla, ma ero un po’ in crisi di ispirazione, e poi comunque la cosa
importante è che è stata una morte lunga quindi…” Cercai di riprendermi ma
non ci riuscivo. Piper prese in mano la situazione “Dov’è Prue?” Domandò
“Perché? Avete fretta di lasciarmi per caso? No mie care, ogni cosa a suo
tempo e questo non ancora il momento di liberare vostra sorella! – Poi si girò
verso di me e continuò a parlare - Se non vuoi che anche Prue faccia la stessa
fine, Chris, devi venire con me!”
“No” Fu la secca risposta di Piper “Beh, in questo caso…” Fece un
altro cenno con la mano e nell’edificio risuonò un urlo. “Prueee” “Ma
che brave streghette perspicaci, si, è proprio vostra sorella. Allora Chris,
sai che manterrò la mia promessa se tu non verrai con me, cosa decidi di
fare?”
Guardai Piper. Non riusciva a parlare. Era difficile anche per lei scegliere tra
due sorelle, perché ormai di questo si trattava. La abbracciai e poi mi girai
verso il gemello di Leo, cercando di non guardare il corpo di Phoebe “Chris,
no, non farlo!” Mi disse Piper, ma ormai era troppo tardi “Brava ragazzina,
hai fatto la scelta giusta!” Mi disse lui. Quando gli arrivai vicino mi mise
una mano sulla spalla in un atteggiamento quasi paterno, e poi assieme sparimmo
nell’oscurità.
Piper era rimasta sola nel buio. Quando Chris aveva raggiunto il gemello di Leo,
la luce si era improvvisamente spenta e lei non riusciva ad orientarsi in
quell’oscurità. Sapeva che non avrebbe mai rivesto Chris, ma nemmeno Prue se
non avesse fatto qualcosa. Continuò a muoversi nel buio di quell’enorme
edificio sperando in un colpo di fortuna e stranamente questo arrivò.
Dopo aver ispezionato
diverse stanze senza risultato, Piper sentì dei rumori sommessi arrivare dalla
fine del corridoio. Vi si diresse cautamente, non sapendo cosa aspettarsi. Prue
era li. Alzò le mani bloccando il membro della setta che era con lei, e poi si
avvicinò alla sorella. Aveva gli occhi lucidi e si teneva dolorante un braccio,
probabilmente rotto. Appena vide Piper le corse incontro. “Dov’è Phoebe? E
Chris?” Piper non sapeva come dirglielo “Phoebe è… - non riusciva a
pronunciare quella parola - … lei è…” “No, non può essere! - La
interruppe Prue capendo cos’era successo – Non può essere…” Piper la
abbracciò per qualche istante mentre le lacrime solcavano i loro visi (yeah,
che poetessa che sono), ma per loro non c’era nemmeno il tempo per piangere la
sorella. Piper cercò di ricomporsi “Chris. Il gemello di Leo l’ha presa, la
sacrificherà per far rinascere il demone: dobbiamo trovarla!” Prue si asciugò
le lacrime. Aveva già perso una sorella, non avrebbe permesso che accadesse
ancora. Si avviarono assieme.
Dopo alcuni minuti ci fermammo “Dov’è Prue?” Chiesi al gemello di Leo
“Non è ancora il momento!” “Se non la vedo, utilizzerò il mio potere e
il rito non avrà mai luogo!” Continuai io bloccandomi di colpo “Ricordati
una cosa ragazzina: – Mi disse all’orecchio – tu non sei nelle condizioni
di imporre qualcosa, capito?!?” Poi mi sospinse ancora un po’ avanti.
La luce di una trentina di candele illuminava una piccola stanza. Una vecchia
cattedra mal messa era stata risistemata per fungere da altare. Ero
terrorizzata. Ma lo stavo facendo veramente? Continuavo a chiedermi perché mai
ero li, pronta a farmi ammazzare senza reagire, e l’immagine di Prue mi veniva
sempre alla mente come risposta. Poi un pensiero mi confortò: Piper mi avrebbe
trovato in qualche modo e sarebbe venuta a tirarmi fuori dai guai, lo faceva
sempre, demoni o non demoni. Ero certa che non mi avrebbe abbandonato, quindi
l’unica cosa di cui dovevo preoccuparmi, era di mettere in salvo Prue lontano
dalle grinfie di quegli esaltati e questo potevo farlo solo rimanendo li. “Ok,
ora ci siamo, sai che non andrò da nessuna parte, ma voglio avere le prove che
Prue sta bene ed è fuori di qui!” “Ma allora non hai capito niente!” Mi
disse lui con tono divertito, poi io sentì una fitta alla testa e caddi a terra
svenuta.
Quando riaprì gli occhi
ero sull’altare e il gemello di Leo teneva un coltello sopra di me. Urlai.
Sentì un tremendo dolore all’addome, poi niente.
Senza sapere come, volteggiavo sopra il gemello di Leo e sopra… il mio corpo.
Mi guardai attorno. Ero morta! Pochi istanti dopo nella stanza entrarono Prue e
Piper. Ironia della sorte, le mie due sorelline puntualissime erano arrivate in
ritardo un’unica volta e io avevo pagato con la vita. Ero piena di
risentimento. Non mi avevano mai deluso… almeno fin ora. Sentivo la rabbia
crescere dentro di me: ero morta! “Ti hanno deluso eh?!? - Mi chiese una voce
simile alla mia – Non è affatto giusto che tu paghi perché loro sono state
troppo lente!” Non mi domandai nemmeno da dove proveniva la voce, sembrava una
specie di mia coscienza repressa, e conosceva perfettamente quello che provavo.
Io ero giovane, piena di vita, perché mai avevo dovuto morire?
Per ogni istante che passava, la mia rabbia cresceva sempre più “Non è
giusto, e lo sai. Ristabilisci l’ordine delle cose, tu sai come!” Continuò
la voce. Mi sentì pervadere da una grandissima forza, sentivo che avrei potuto
fare qualsiasi cosa. Un piccola parte di me si ribellava, mi diceva che non
dovevo, che non potevo, che erano le mie sorelle, ma era una voce talmente
debole e lontana… mentre l’altra era forte, convincente e continuava a
ripetermi che non era giusto e che Piper mi aveva tradito lasciandomi morire.
Alla fine mi convinse.
Dalle mie mani partì un fulmine che colpì in pieno Piper e di striscio anche
Prue. Avevo scatenato un attacco di una tale potenza, però, da farle morire
entrambe all’istante. Mentre a fatica mi rendevo conto di quello che avevo
fatto, la voce che mi aveva convinto cominciò a ridere e, lentamente cambiò
tono, diventando quella di un uomo. “Finalmente libero! Grazie streghetta, non
hai idea di quanto ti sia grato. Quello che mi serviva non era la vita di una
strega, ma il suo sacrificio: qualcosa che le costasse più della sua stessa
vita, come uccidere le tue sorelle!” Non riuscivo a credere di averlo fatto
davvero.
Dopo pochi secondi dal mio fulmine un uomo con una coda di serpente comparve
accanto al gemello di Leo. Si stiracchiò come se avesse dormito degli anni e
poi si diresse verso il mio corpo ormai privo di vita. “Io posso uccidere, ma
anche ridare la vita quando questa sarà piena di sofferenza!” Disse
mettendomi una mano sulla fronte.
Io mi sentì riattratta verso il mio corpo. Riaprì gli occhi. Mi alzai di scatto
correndo verso le mie sorelle, ma non c’era niente che potessi fare. “Così
l’ordine è stato ristabilito – Mi disse il demone posandomi una mano sulla
spalla – Tu non dovevi morire e infatti sei ancora qui!” “Non posso averlo
fatto, non posso!” “Oh, si invece. Vedi, tutti i tuoi buoni sentimenti verso
le tue sorelle si sono sciolti come neve al sole una volta arrivati al dunque.
Avevi paura di morire e non hai esitato ad uccidere loro pur di salvare te
stessa!” Quelle parole facevano male, soprattutto perché erano vere. Non
avevo mai pensato, nemmeno nei miei più peggiori incubi, di poter fare una cosa
del genere.
Mi risvegliai nel letto
urlando. Rimasi li qualche istante nella speranza che una delle mie sorelle
venisse a consolarmi, ma arrivò solo Morris. “Ancora quell’incubo?” Mi
chiese sedendosi sul letto accanto a me. Io non risposi e cominciai a piangere.
Era passato più di un mese da tutti quegli avvenimenti, ma ogni notte li
rivivevo in sogno, e ogni volta era sempre peggio. Morris aveva ottenuto il mio
affidamento, e ormai vivevo da lui, anche perché era l’unico che conosceva il
mio segreto e poteva veramente capire cos’era successo quel maledetto giorno.
Non ero mai più rientrata nella nostra vecchia casa, si era occupato di tutto
Morris: aveva fatto sistemare le loro cose, aveva organizzato i funerali e aveva
persino trovato una scusa plausibile per la loro , morte. Morris: non mi ero
ancora abituata a chiamarlo Darryl, forse un giorno ci sarei riuscita, ma
speravo sinceramente di non avere molti giorni davanti a me. Quando, un paio di
settimane prima, lui era tornato con il Libro delle Ombre io, l’avevo
bruciato. Ora aspettavo solo che qualche demone si facesse vivo per prendermi i
poteri; non aspettavo altro!
La Flond&Co vi ha
appena presentato ‘Omicidi in famiglia’ (Halliwell, naturalmente). Non vi è
piaciuto? Ci sono altre possibilità, provate a leggerle e saprete se questo era
proprio il finale peggiore.
Chiusi gli occhi e quando
li riaprì mi trovavo ancora li! Piper mi guardava. Riprovai, ma anche questa
volta niente. “ Questa chiesa è schermata alla magia e i vostri poteri
funzionano solo all’interno di queste mura, quindi non puoi scappare – Mi
disse il gemello di Leo – Comunque non ti consiglio di riprovarci ancora,
perché se solo una di voi tenta di andarsene, le sue sorelle pagheranno con la
vita!”
E così anche la nostra unica possibilità se ne era andata. Accanto a noi
l’eccitazione continuava a crescere: il momento era vicino. Bloccata in una
chiesa sconsacrata, senza la possibilità di usare il mio potere, in attesa che
un pazzo decidesse chi di noi doveva morire; più ci pensavo, più la cosa
sembrava complicata e purtroppo anche le mie sorelle sembravano nella mia stessa
desolante condizione, e intanto il tempo passava…
Illuminazione. Se non fossi
stata immobilizzata, mi sarei messa a saltare dalla gioia. Ancora non potevo
credere che un idea talmente geniale fosse venuta in mente a me. Cominciai a
parlare ad alta voce “Sorelline, vi ricordate di Gabriel?… – Loro
sembravano non capire – …di cosa avete fatto?… – ancora nessuna reazione
- …mannaggia quanto siete dure a capire… ricordate che cosa ha fatto
Prue?” “Ahhh, si!” Disse improvvisamente Phoebe. Almeno una c’era
arrivata. “Andiamo sorelline… i bagni occupati, i golfini di diversi
colori,… vi dice niente?!?” Domandò Phoebe e finalmente anche Piper e Prue
capirono. “Ehi voi, non siamo dal parrucchiere, l’avete finita di
parlare?” urlò il gemello di Leo che fortunatamente non aveva capito le
nostre intenzioni. Dopo qualche istante nella chiesa si alzò un coro di quattro
voci.
Prendi
il mio potere o sommo re
E moltiplicalo per tre
Tra lo stupore generale
comparvero altre due Prue, due Piper, due Phoebe e naturalmente altre due me. La
cosa creò parecchio scompiglio tra gli appartenenti alla setta e lo stesso
gemello di Leo non riuscì a reagire. Le due Piper utilizzarono il loro potere
bloccando tutti, poi una delle sosia di Prue ci liberò. 12 Halliwell erano
forse un po’ troppe per me, non ero preparata ad uno spettacolo del genere,
comunque, dovetti tornare presto in me: non avevamo ancora finito. Trovammo
delle corde e immobilizzammo tutti gli appartenenti alla setta. Ci impiegammo
pochissimo tempo, in 12 si sta poco, e quando finimmo, loro erano ancora
bloccati. Lentamente tutte le nostre copie cominciarono a dissolversi. “Che
sta succedendo?” Domandai “Avevamo pronunciato l’incantesimo per liberarci
da quella brutta situazione, e ora che abbiamo le cose sotto controllo le nostre
copie non servono più” Mi spiegò Prue. Ora le Halliwell erano nuovamente
solo quattro.
Prue si avvicinò al libro che il gemello di Leo aveva custodito gelosamente tra
le sue braccia, lo prese e cominciò a leggere la pagina. “Aveva davvero
intenzione di ucciderci, qui dice che il demone serpente può tornare in vita
solo se il suo altare viene cosparso del sangue di una strega!” Disse
mostrandoci il libro “Ma che carino!” Le rispose Piper “Comunque il rito
non si è compiuto, noi siamo ancora tutte vive, quindi questo demone non è
rinato” Aggiunse Phoebe. Prue la guardò per qualche istante e poi disse
“Credo che tu abbia ragione!?!” “Stupita?!? Non vorrei dire, ma ogni tanto
ho ragione anch’io sai?!?” Ci furono alcuni istanti di silenzio. Nessuna di
noi poteva credere che il nostro lavoro fosse già finito, in fondo questa volta
non avevamo annientato nessun demone e le cose, tutto sommato erano state
facili. “Questo vuol dire che possiamo tornare a casa, giusto?” Domandai io
“Giusto!” Mi rispose Prue. “Sbagliato!” Disse una voce dietro noi.
“Mariah?!? Tutto bene? -
Domandò preoccupata Phoebe – Con tutto questo trambusto mi ero dimenticata di
te” Mentre Phoebe si stava avvicinando all’amica, da dietro il suo collo
spuntò un serpente. Phoebe si bloccò “Mariah, non ti muovere, hai un… un
coso sul collo!” Disse spaventata Phoebe. I serpenti non erano proprio le sue
creature preferite. “Ti riferisci a lui? – Domandò Mariah indicando
l’animale – Non ti preoccupare, lui è Slim, è con me dall’inizio dei
tempi, è il mio fedele servitore!” “Servitore?!?” Chiesi io “Ma come,
non l’avete ancora capito?!? Io sono il Dio serpente!” “Ma come… -
Cominciò incredula Piper – … il rito non c’è stato!” “Oh, si che
c’è stato, solo che nessuno se ne’ reso conto!” Vedendo le nostre
espressioni incuriosite il demone cominciò la sua spiegazione “Per attirarvi
qui è stato organizzato un falso rito che aveva come vittima la tua cara amica
– Disse rivolta a Phoebe – Il suo sangue è stato sparso sull’altare e io
ho ripreso vita!”
“Ma questo significa che Mariah è una strega!” Disse Prue “Si, lo è, o
meglio, lo era, perché ormai…” “Ma Leo… cioè quello che gli
assomiglia… bah, insomma lui ha detto che doveva uccidere una di noi, ma perché
farlo se il rito era già stato compiuto?” Domandò Piper “E qui arriva la
nota dolente! – Cominciò il demone – Quell’idiota non sapeva che Mariah
era una strega e così ha pensato di aver bisogno di voi – Poi continuò
pensando a voce alta – E poi giù all’inferno si chiedono perché il bene
vince sempre… finché affidano le missioni ad incompetenti del genere… tse!
Anzi, sarà il caso che lo elimini prima che combini qualche altro guaio” E
detto questo allungò la sua lingua biforcuta e colpì il gemello di Leo che
sparì all’istante. Noi rimanemmo un po’ sorprese ma poi le parole di
quell’essere ci riportarono alla realtà “Comunque, già che siete qui e
visto che io devo rimettermi un po’ in forza, prenderò le vostre vite!” E
poi allungò nuovamente la lingua biforcuta. Ci spostammo tutte velocemente
evitandola poi Piper alzò le mani e bloccò il tempo “Avanti, fuori un
idea” Disse Phoebe “Io odio i serpenti!” Disse Piper ancora inorridita da
quella lingua bloccata a mezz’aria. “Giusto, lui è un serpente, quindi
basterà ucciderlo come qualsiasi altro serpente!” Disse Prue “E tu come li
uccidi i serpenti?” Domandai “Non lo so, non l’ho mai fatto!” In quel
momento il tempo si sbloccò e il demone tornò ad attaccarci. Questa volta
Piper non fu abbastanza rapida e la lingua del serpente la colpì iniettandole
il potente veleno. Il demone si avvicinò per completare il lavoro, ma Prue
vedendo la sorella in difficoltà, non ci pensò due volte e scaraventò il
demone su un muro. Il corpo di Mariah ricadde a terra pesantemente e poi
un’ombra nera uscì dal cadavere. Un altro demone se n’era andato!
Phoebe accorse vicino al corpo di Mariah, ma non c’era niente da fare, la
ragazza era morta da tempo, durante il rito, e ormai a Phoebe non restava che
piangere la sua morte, purtroppo si affacciò subito un altro problema: il
veleno che il demone aveva iniettato a Piper si stava diffondendo velocemente:
era impallidita e cominciava a mancarle la sensibilità ai piedi. “Phoebe
muoviti, dobbiamo portarla in ospedale!” Intimò Prue alla sorella e assieme
portarono fuori Piper e la caricarono in auto.
Il viaggio in auto fu uno
strazio. Io ero seduta dietro con Piper e cercavo di rassicurarla, ma le sue
condizioni peggioravano visibilmente. Mi sembrava che stessimo andando a
rallentatore mentre avremmo dovuto sbrigarci. Finalmente vidi la sagoma del
Saint Joseph in lontananza (tanto vanno sempre a finire li, vero Kaos?). Un
gruppo di medici la portò in una saletta appartata e noi fummo costrette a
rimanere in sala d’attesa. L’andirivieni di tutta quella gente dalla stanza
dove c’era Piper non mi sembrava rassicurante, ma poi dopo circa mezz’ora un
dottore venne da noi. “Dottore, allora?!?” Domandò Prue “Tutto a posto.
Siamo riusciti ad identificare che serpente l’aveva morsa al primo tentativo e
così abbiamo potuto agire di conseguenza. E’ stata fortunata!” Tirai un
sospiro di sollievo: Piper era ancora viva! “Possiamo vederla?” Domandò
Phoebe “Si, ma non fatela stancare, ha bisogno di riposo, e a giudicare dalle
vostre facce, ne avete bisogno anche voi!” Poi se ne andò. Entrammo nella
stanza, Piper era sveglia e ci sorrise. Rimanemmo con lei per un po’ poi
tornammo a casa.
Per tutto il viaggio di
ritorno Phoebe era rimasta ammutolita. Ora che sapeva che Piper era salva, la
sua mente ritornava in continuazione a Mariah. Appena varcata la porta di casa,
Prue chiamò Morris e lo informò che c’erano parecchie persone da arrestare
alla chiesa sconsacrata sulla 5^ Una volta arrivata li, la polizia trovò anche
il cadavere di Mariah e accusò gli appartenenti alla setta di omicidio. Alcuni
giorni dopo ci fu il funerale della ragazza a cui, naturalmente, partecipammo
anche noi. Phoebe si era convinta di essere stata la causa della morte
dell’amica e nemmeno con tutto il nostro impegno riuscimmo a convincerla che
si sbagliava. Servì parecchio tempo prima che lei tornasse la solita Phoebe,
grazie soprattutto alla routine di lezioni all’università, di esami e demoni
vari, che servì a riportarla alla vita di sempre. In fondo le Halliwell erano
ancora tutte vive, e questa era la cosa più importante di tutte.
Ok,
adesso ero in un momento buono, e quindi niente Halliwell morte, ma chi può
dire cosa vi aspetta negli altri finali? Provate ad andare a vedere.
Rimase per qualche istante
immobile e poi si diresse verso la cucina. “Beh?!?” Le chiesi incavolata
“”Beh cosa?” “Non vorrei dire, ma nostra sorella si è appena trasferita
perché voi due avete fatto un incontro di box in cucina. Non ti sembra una
buona idea quella di andare a chiarirti con lei?!?” Piper mi squadrò con
rabbia “Ma perché devo essere io ad andare a vedere di lei. Ha cominciato
Phoebe e io sono stufa di chiedere scusa agli altri! Se si farà viva bene, se
no… bene lo stesso!” Mi rispose e poi corse via. Dopo qualche istante sentì
la porta della sua camera sbattere.
Io ero rimasta ammutolita
dalla sua reazione, ma quando mi ripresi ero pronta a disintegrare chiunque si
trovasse sulla mia strada. L’aria tesa di quella casa aveva finito per
contagiare anche me. Salì in soffitta decisa a far finire questa storia una
volta per tutte. “Nooonnaaaa” Urlai e poco dopo lei era di fronte a me
“Non che io non sia felice di aiutarti, ma non dovremmo vederci così spesso
lo sai vero?!?” Mi disse apparendo “Si, si, ma è un emergenza seria” Mi
guardò aspettando che io continuassi “Avevi detto che ti saresti occupata di
quelle tre, ma la cosa è peggiorata, Phoebe si è trasferita…” “Oh
Dio!” “… si, ha sconvolto anche me sta cosa…” “Chris!” Mi zittì
mentre guardava l’aria sopra di lei e, dopo un paio di secondi, con aria
preoccupatissima mi disse “Porta quassù le tue sorelle, Phoebe compresa,
siete nei guai! Immediatamente tutta la rabbia che provavo sparì: adesso non
era più il momento. Chiamai Piper e Prue e poi telefonai a Phoebe. Dopo circa
mezz’ora in casa c’erano di nuovo tutte e quattro le Halliwell, e salimmo
tutte in soffitta.
“Bambine mie, mi
dispiace, avrei dovuto avvertirvi, ma io e Patty credevamo di aver sistemato la
cosa!” “Di cosa dovevi avvertirci scusa?!?” Domandò preoccupata Prue.
Penny si girò verso Piper e con tono grave le disse “Hai una sorella!” La
ragazza la guardò incredula “Veramente ne ho tre!” Disse, e Penny un po’
imbarazzata continuò “Si, scusa, io intendevo che hai una gemella!” Nella
stanza calò il silenzio interrotto poco dopo da Phoebe “Una gemella?!?”
“Vedete, sulla nostra famiglia pesa un maledizione – Cominciò Penny –
Molto tempo fa, prima di essere annientato da una delle nostre antenate, un
demone fece in modo che ogni quattro generazioni nascesse una figlia malvagia,
purtroppo nessuno è mai riuscito a rompere la maledizione, ma quando il potere
della nostra famiglia è diventato abbastanza forte, la mia bis nonna, è
riuscita a far in modo che, appena nata, la figlia cattiva fosse caratterizzata
da un segno. Quando siete nate tu e Pamela ho notato subito il segno e ho fatto
quello che aveva fatto, a suo tempo, la mia bis nonna: ho rinchiuso Pamela in
un’altra dimensione” Piper era ammutolita “Pamela?!? - Chiese sottovoce
– Io ho una gemella?!?” Penny continuò “Si, ce l’hai, ed è identica a
te, ha persino il tuo stesso potere, solo che non può usarlo contro di te, come
tu non puoi usarlo con lei!”
“Due Piper, che
meraviglia!” Disse sarcastica Phoebe “Beh, comunque questa Pamela è in
un’altra dimensione giusto?” Domandai io anche per evitare che le parole di
Phoebe prendessero troppo peso “Si, ma ancora per poco! C’è una setta che
sta cercando di riportarla in questo mondo.” “E perché dovrebbero farlo?”
domandò Prue “Esiste una profezia secondo cui una strega votata al male, un
giorno libererà Santros e io credo proprio che si tratti di lei. E’ solo una
sensazione, ma è meglio non correre rischi, dovete fermare quella setta ed
impedire che Pamela venga liberata” “Scusa, ma se sapevate che poteva
diventare un pericolo, perché non l’avete… annientata?!?” Domandò Phoebe
“Perché è pur sempre una Halliwell, mia nipote e figlia di Patty, non
abbiamo avuto il coraggio, era piccola ed indifesa… ma ora voi dovete
rimediare a questo nostro errore!” Poi sparì
“Vorrei sapere perché
qui tutti si limitano ad annunciarci che siamo nei guai, senza mai darci la
soluzione!” Chiese Phoebe. Sospirai, era vero però, tutto sommato quella
situazione avrebbe costretto me e le mie sorelle a stare assieme e forse
avrebbero trovato il modo per smettere quei loro stupidi litigi!
La soffitta si illuminò
improvvisamente e come al solito in questi casi, comparve Leo “Ragazze c’è
una setta che…” “Arrivi tardi! – Lo interruppe bruscamente Phoebe – Se
non devi dirci dove si trovano questi esaltati, puoi anche andare, tanto il
resto lo sappiamo già!” L’angelo la guardò stupito “Che c’è, un po’
nervosetta?!?” “Ma fatti i…!” “Ok, ok, scusa!” Leo la bloccò
prontamente prima che finisse la frase e poi si rivolse a Piper, ma prima ancora
di cominciare a parlare, lei lo surclassò di domande “Dove sei stato?”
“Ero al lavoro!” “Ah, eri al lavoro?!? E allora perché non me
l’hai voluto dire quando sei partito?!?” “Era una cosa urgente, non avevo
tempo…” “Sei stato da un’altra strega?” “Non so se ti ricordi, ma io
sono un angelo bianco e il mio compito è proteggere le streghe buone…”
“Allora sei stato con un’altra tutto questo tempo?!?” “Ehi Piper c’è
nessuno?!? – Disse bussandole delicatamente sulla testa prima che lei si
spostasse bruscamente - Sei in te?!?” Ma la ragazza non gli rispose e si limitò
a guardarlo male. Si girò verso Prue “Tu sei normale o…” Prue si girò
innervosita e Leo, per evitare ulteriori complicazioni si rivolse a me “Sei la
mia ultima speranza!” “Grazie tante! Perché io sono sempre
l’ultima…?” “Non vorrai cominciare anche tu?!?” “Ok, ok, scusa, che
c’è?” “Finalmente! Tra due ore comincerà il rito per liberare Pamela.
Chiunque faccia parte di questa setta sa il fatto suo. Ha schermato il posto ed
è impossibile trovarlo con la magia. Sanno di voi, non hanno scelto Pamela a
caso. Questa setta è devota a Santros e sanno che solo una strega votata al
male potrà liberarlo. Se riusciranno nel loro intento le cose saranno piuttosto
dure!”
“Come faremo a
trovarli?” “Provate nelle chiese sconsacrate, nei posti isolati ed
abbandonati, insomma dovunque possa radunarsi una setta!” “Tu sempre
d’aiuto eh?!?” Gli dissi sarcastica e lui mi guardò con rimprovero “Eh,
ma che c’è in sta casa, cominci anche tu adesso?!? Senti, lascia perdere
quello che ho detto, facciamo così: tu cominci a girare i posti abbandonati in
periferia, io e Prue ci occupiamo dei posti isolati a nord della città mentre
Piper e Phoebe… - Improvvisamente mi accorsi delle coppie che stavo facendo,
così si sarebbero ammazzate a vicenda risparmiando il lavoro a quelli della
setta, quindi ritrattai - …anzi no, meglio se io e Piper andiamo a nord e
Phoebe e Prue si occupano della parte sud!” Le mie sorelle mi guardarono
incredule, di solito non ero io quella che impartiva gli ordini, ma questa volta
se avessi aspettato loro, avrei messo radici “Beh, che c’è – Chiesi –
Avete qualche idea migliore?!?” Non risposero e così cominciammo la ricerca.
Nel frattempo, in un luogo
semioscurato, la cui unica luce era fornita da candele, l’uomo con la tunica
verde stava parlando ai suoi fratelli. “Siete pronti onorati figli di Santros?”
“Si” Gli rispose cupamente un gruppo di voci “L’ora è vicina e presto
la prescelta libererà il potente dio serpente. Siate orgogliosi perché quando
si aprirà la nuova era, noi faremo parte del grande esercito di nostro padre!
Preparate la stanza, tutto dev’essere perfetto!”
Io e Piper vagavamo da più
di un’ora, il tempo cominciava a stringere e ancora nessuna traccia di quella
setta. Arrivammo sulla 5^ e mia sorella si ricordò che da quelle parti c’era
una chiesa sconsacrata e infatti, poco dopo, ce la ritrovammo di fronte. Il sole
stava tramontando dietro i grattacieli della città e cominciava a calare la
sera, la chiesa era al buio e io cominciai a sentire dei brividi di paura
scorrermi per tutto il corpo. Vidi anche Piper indugiare per qualche istante,
poi però entrò decisa nella chiesa.
C’era un sottofondo cupo,
come se molta gente stessa parlando a bassa voce poco lontano da li. Mi chiesi
se fosse la mia immaginazione ma poi, vedendo l’espressione di Piper, capì
che li sentiva anche lei. Avanzammo un po’ a istinto perché i nostri occhi
non si erano ancora abituati del tutto a quell’oscurità e arrivammo fino
all’entrata della cripta. Le voci ora erano più chiare: sembrava una
preghiera in latino o forse… una formula! Guardai Piper in attesa che
decidesse cosa dovevamo fare. Loro erano tanti e noi due eravamo sole, e poi
dalla parte loro c’era l’effetto scenico della cripta che ci spaventava non
poco. Se avessimo aspettato Prue e Phoebe il rito avrebbe finito di compiersi e
non potevamo permetterlo, ma la nostra esitazione ci costò cara. La terra tremò
sotto i nostri piedi, per pochissimi istanti e poi si udì un urlo.
Guardai mia sorella.
“E’ lei!” Mi disse “Come fai …” “La sento. E’ una strana
sensazione, sono sicura che è lei!” Rimasi a fissarla qualche istante, quello
che provava non doveva essere piacevole “Sento il suo odio!” Mi disse con
voce tremante. Non era certo un buon segno. Ad un tratto sentì una voce
“Piper è qui, prendetela!” Mi girai verso mia sorella ma lei alzò le mani
per dichiarare la sua innocenza. Ma come, quella voce che avevo sentito era la
sua, poi capì: Pamela. Sentimmo delle persone salire correndo per le scale e
subito cercammo di scappare da dove eravamo entrate, purtroppo mentre noi ci
perdevamo cercando di uscire da quel cunicolo di banchi, alcuni di loro avevano
già bloccato l’entrata e in pochissimi istanti ci ritrovammo circondate.
Ci portarono giù nella
cripta e, alla luce delle candele, la vidi. Piper si avvicinò di qualche passo
ancora. Erano identiche. Ebbi paura che se avessi staccato gli occhi da mia
sorella, non sarei più stata in grado di riconoscerla. Sia Pamela che Piper si
fissarono per alcuni lunghi istanti, era come trovarsi davanti ad uno specchio.
Piper allungò una mano per toccare la gemella e quando le sfiorò la mano, la
ritirò di scatto, spaventata. Non era un’allucinazione, era davvero
un’altra lei!
“E così, ecco qui la mia
gemellina buona! – Cominciò Pamela – E’ strano trovarsi di fronte uno
specchio vero?” Piper non le rispose, mi sembrava ancora scioccata dal
trovarsi di fronte a lei stessa. “Sai gemellina, non ti ha mai perdonato per
essermi stata preferita alla nascita. E’ bruttissimo vivere nell’altra
dimensione lo sai?!? Comunque non ti preoccupare, avrai tempo per scoprire
com’è, appena avrò svolto il mio compito, mi occuperò di te! Legatele le
mani, non voglio che usi il suo potere su voi comuni mortali” “E di lei che
ne facciamo?” Domandò l’uomo che mi aveva sospinta fin li “Ah, così non
sei venuta sola! - Disse Pamela – e lei chi è? Un’amica, una strega?”
Piper non rispose e ovviamente, non lo feci neanche io. “Ok, legate anche lei,
ora non ho tempo per queste cose. Tra poco Santros si sveglierà e io devo
prepararmi, state solo attenti a non perderle mai d’occhio, non mi fido!” E
poi si avvicinò all’altare cominciando una serie di litanie in una lingua per
me incomprensibile.
“Sorellina, dimmi che hai
un’idea geniale - Domandai a Piper ma lei non rispose - Ehi, Piper?!?” stava
ancora fissando Pamela - Non vorrei disturbare, ma ti ricordo che noi due
dovremmo impedire ad un demone di risvegliarsi e non possiamo farlo così
legate, vuoi mettere in moto le rotelline del tuo cervello per cercare una
soluzione?!? - Mi guardò incredula –Scusa! Sono… un po’ nervosa!”
Fortunatamente lei capì. La nostra speranza ora, erano le nostre sorelline.
“Prue bloccati!” Disse
improvvisamente Phoebe “Che c’è?” “Piper e Chris. Le hanno prese!”
“Chi le ha prese?” “Non so,… avevano delle tuniche… Sembravano in una
chiesa…” Prue tirò fuori dal cruscotto una mappa e cominciò a guardare la
zona che le sorelle dovevano perlustrare “C’è una sola chiesa sconsacrata
da quelle parti, è quella sulla 5^!” Phoebe annuì. Prue riaccese il motore e
si diressero verso le sorelle.
Quando arrivarono ormai era
buio e la chiesa sembrava deserta. “Sei sicura che sia questa?” Domandò
Prue alla sorella “Mi spiace, non l’ho vista dall’esterno, quindi credo
che saremo costrette ad entrare – Prue guardava con diffidenza verso
l’edificio davanti a loro – L’idea non piace neanche a me sorellina, ma
non credo abbiamo scelta!” Disse Phoebe avanzando per prima. Non aveva ancora
chiuso i conti con Piper e non voleva assolutamente permettere che qualcuno lo
facesse al posto suo: nessuno poteva far del male a Piper, se non lei!
“Cosa faremo se Pamela è
già libera?” Domandò Phoebe. Prue rimase in silenzio qualche istante
cercando una risposta, e alla fine la trovò “Vado a cercare nel Libro delle
Ombre la formula che hanno usato la nonna e la mamma!” “Ok, fai veloce però!”
Disse Phoebe. Prue chiuse gli occhi e si ritrovò in soffitta.
Ed eccoci ad un nuovo
bivio: puoi decidere se Prue troverà la formula, e quindi vai al capitolo
5, o
se invece vuoi rendere veramente la vita impossibile alle quattro sorelle, e
allora vai al capitolo 6
La maggiore delle Halliwell
cominciò a cercare freneticamente la formula adatta. Poi le pagine cominciarono
a girarsi da sole. “Grazie nonna!” Sussurrò rendendosi conto che da sola
non ce l’avrebbe ma fatta. Finalmente accanto all’incantesimo per uccidere
un certo Sebastian (ogni riferimento è da considerarsi NON puramente casuale,
cosa volete, mi sono talmente esaltata da autocitarmi! Dov’ero rimasta, ah
si…) trovò finalmente una pagina su Pamela. L’aveva vista altre volte sul
Libro, ma non gli aveva mai dato particolare peso, credeva fosse un demone come
tanti altri e non certo una sua sorella. Cominciò a leggere
“Care figlie mie, se
state leggendo questa pagina, probabilmente significa che io e la nonna abbiamo
fallito e che la gemella di Piper è tornata in questo mondo! Potete provare a
intrappolarla nuovamente nell’altra dimensione, ma non sono sicura che
funzioni di nuovo, comunque sia, dovete assolutamente impedire che lei risvegli
Santros o sarà l’inizio della fine” E poi di seguito, era trascritto
l’incantesimo.
Le parole scritte da Patty
avevano messo ancora di più in agitazione Prue. Sapeva che la madre non
l’avrebbe mai allarmata a quel modo per una cosa di poco conto, quindi il
pericolo era avvero grosso. Imparò velocemente la formula, poi tornò nel suo
corpo, di fronte alla chiesa dove Phoebe l’aspettava.
Spiegò velocemente alla
sorella ciò che aveva trovato sul Libro e dopo averle dato un foglio su cui,
nel frattempo, aveva trascritto la formula, si fermò un attimo a pensare. “E
se non funzionasse?” Domandò all’improvviso. Phoebe, che si era già
avviata verso la chiesa, si fermò di colpo. Si girò verso Prue con aria
rassicurante. “Eh su, un po’ di ottimismo – Ma vedendo che queste parole
non sortivano l’effetto desiderato, continuò – Fidati! La mamma e la nonna
ci hanno forse mai deluso? E’ una loro formula, non fallirà!” Disse
prendendo la mano della sorella e trascinandola dolcemente verso la chiesa con
lei.
La chiesa era schermata
alla magia, motivo per cui io non riuscivo a trasportarmi fuori da quelle mura
ed ero costretta ad una snervante attesa dei soccorsi delle nostre sorelline. Il
tempo sembrava scorrere a rallentatore mentre tutti attorno si affaccendavano
per i preparativi della cerimonia. Per un po’, dimenticandomi dei guai in cui
ci trovavamo, rimasi rapita da tutto quel daffare. Avevo l’idea di stare in un
formicaio in fermento. Dovunque uomini con la tunica si muovevano sicuri
portando incensi e candele, disegnando alle pareti simboli magici o preparando
la statua del demone per la cerimonia. Poi il rito ebbe inizio.
I membri della setta
lasciarono libero il passaggio alla prescelta. Lei si inginocchiò ai piedi
dell’altare e, dopo aver acclamato a gran voce qualcosa in una lingua per me
incomprensibile, immagino latino, si alzò. Prese un coltello che il capo della
setta le porgeva rispettosamente. Si fece un taglio sul braccio e lasciò cadere
il sangue sopra la statua di Santros. Dopo qualche istante si girò e andò in
mezzo agli altri membri della setta. “O potente dio serpente, io, la
prescelta, ho compiuto il rito. Il sangue di una strega votate al male è stato
sparso su di te, ora torna tra noi. Il mondo è pronto per il tuo arrivo, il
mondo è pronto per la distruzione. Torna, Santros, noi ti aspettiamo!” Poi
chinò la testa e rimase come tutti gli altri, in attesa, in rispettoso
silenzio.
Era passato quasi un minuto
nel silenzio più totale, e io cominciavo a credere che forse il rito non era
stato compiuto nel modo giusto. Improvvisamente, alla luce delle candele,
comparvero Prue e Phoebe. Io sorrisi, sembrava che tutte le cose per noi si
mettessero finalmente al meglio. Le mie sorelline cominciarono subito a
pronunciare una formula e una luce fortissima avvolse Pamela, che scomparve
giurando vendetta. Vennero immediatamente a liberarci. “E Santros?” Domandò
preoccupata Prue “Forse il rito non si è compiuto nel modo giusto.” Le
dissi abbastanza sollevata, ma non avevo neanche finito di pronunciare quelle
parole che la terra cominciò a tremare.
La statua di Santros si aprì
in due e sul pavimento comparve una crepa che velocemente si aprì, dividendo in
due anche la stanza. Solo allora mi accorsi che tutti i membri della setta erano
ancora in religioso silenzio e non accennavano a spostarsi mentre il vuoto si
apriva sotto i loro piedi. In breve furono tutti inghiottiti dalla voragine,
morti senza neanche tentare di salvarsi, era praticamente stato un suicidio di
massa.
Ancora leggermente stordita
dopo la morte di tutte quelle persone, non mi accorsi che stavo scivolando verso
la crepa. Arrivata a pochi centimetri dal limite, guardai giù. Un fiume di lava
scorreva qualche centinaio di metri sotto di me e lentamente una indistinta
macchia nera si alzava dal fiume cercando di raggiungere l’uscita.
Prue mi prese con forza e
mi trascinò indietro “Stai lontana da lì!” Mi disse senza mezzi termini.
“Cosa facciamo?” Chiese Phoebe piuttosto agitata. Improvvisamente sentì la
voce di Penny. Mi guardai in giro e, dagli sguardi delle mie sorelle, capì che
anche loro l’avevano sentita “C’è un'unica possibilità, – Cominciò la
nonna – Visto che è stata la tua gemella a librare Santros, forse tu sei in
grado di rinchiuderlo di nuovo” Disse rivolta a Piper “E cosa dovrei
fare?” “Le stesse cose che ha fatto Pamela, solo che dovrai ordinare a
Santros di tornare agli inferi” “Ma la statua… - dissi intromettendomi –
quella per il rito… è stata distrutta!” “Vorrà dire che tu Piper, dovrai
farlo sull’originale!” Concluse la nonna “Cosa?!? Tagliarmi un braccio
sopra una voragine?!? State scherzando vero?!?” Ma quella era la nostra ultima
speranza. Piper sospirò e io presi il coltello da terra.
Si avvicinò timorosamente
al limite della voragine. Prue e Phoebe le erano subito dietro, pronte ad
afferrare la sorella nel caso fosse scivolata. Stese un braccio sopra una figura
nera che stava salendo lentamente. Dal fondo della voragine si udirono due voci
“Muoviti Santros! La sopra ci sono le Halliwell!” “Se potessi, farei più
in fretta, lo sai! Piuttosto, invece di parlare, dammi una mano!” Urlò il
demone e poco dopo la terra ricominciò a tremare. Piper fu tirata indietro da
Prue. Aspettammo qualche secondo ma il terremoto non accennava a finire “Non
c’è tempo! – urlò Phoebe – ormai Santros è vicino ad uscire!”
Piper si riavvicinò al
limite con le sorelle sempre pronte ad aiutarla. Distese nuovamente il braccio
sulla voragine e chiuse gli occhi, non voleva assolutamente vedere il suo
sangue! Rigirò il coltello nella mano destra un paio di volte, poi si decise e
si tagliò. Mentre sentiva il suo sangue uscire dalla ferita e cadere giù per
quella voragine, si sentì svenire, ma riuscì comunque a restare cosciente.
Ancora ad occhi chiusi, cominciò ad improvvisare “Io sono la prescelta per
rimandarti da dove sei venuto. Ho versato il mio sangue e ora ti ordino di
tornare agli inferi. Vattene Santros, la prescelta te lo ordina!” Si sentì un
urlo “No, non ancoraaaa!” Poi, Piper svenne.
La terra cominciò a
tremare ancora di più appena Piper ebbe finito di pronunciare quelle parole.
Lei cadde a terra e Phoebe la
riacciuffò per una mano quando il resto del corpo già penzolava sopra il fiume
di lava. Con l’aiuto di Prue riuscirono a tirarla fuori. Ci rintanammo in un
angolino. La voragine si richiuse e il terremoto cessò. Dopo tutto quel tempo
su un pavimento tremolante, la sensazione di stabilità mi parve molto strana.
Mi avvicinai a Piper: stava bene, aveva solo perso i sensi. Le guardai il
braccio. Il taglio non era molto profondo, ma era lungo tutto l’avambraccio.
Ero orgogliosa di lei: sapevo che le era stato tremendamente difficile farsi
quel taglio, visto che non sopportava neanche la puntura di uno spillo, ma
ancora una volta il bene del mondo era venuto prima di tutto. Essere streghe
voleva dire anche questo. Phoebe e Prue presero Piper, la misero in auto e
tornammo tutte a casa.
Piper si risvegliò nel suo
letto. Per alcuni istanti credette di aver sognato tutto, poi vide il suo
braccio fasciato e capì che era stato reale. Prue aprì lentamente la porta
“Ah, ma allora sei sveglia! - Disse entrando e andandosi a sedere sul letto
accanto alla sorella – Allora, come sta ‘la prescelta’?” Piper la guardò
con aria interrogativa – Come, non ti ricordi?!?” “Ricordarmi cosa?”
“Del tuo bel discorso a Santros… ‘Io sono la prescelta per rimandarti da
dove sei venuto’… - continuò la maggiore delle due imitando il tono solenne
con cui Piper aveva pronunciato quelle parole – ‘Vattene Santros, la
prescelta te lo ordina’!” Piper sorrise “Ok, forse ho un po’ esagerato,
ma stavo improvvisando, cosa pretendete da me?!?” “Figurati sorellina, anzi,
sei stata un vero portento, anche come improvvisatrice” Le disse Prue
scompigliandole tutti i capelli e Piper cercò di allontanarla da lei
“Comunque non mi sembra giusto” Disse in tono un po’ triste dopo che Prue
ebbe finito di ‘torturarla’ “Cosa scusa?” “Beh, insomma, ho salvato il
mondo, migliaia di innocenti, e come unico risultato, ho il braccio che mi fa
male!” Piagnucolò la minore delle due. Prue le sorrise “Oh, povera la mia
sorellina, credi che una bella tazza di te e i biscotti che Phoebe e Chris ti
hanno preparato riducendo la cucina ad un campo di battaglia, ti aiuteranno a
far passare il dolore?!?” “Giusto un po’!” Rispose lei facendo il cenno
con la mano. Prue le sorrise di muovo, si alzò e andò alla porta facendoci
cenno di entrare.
Phoebe si sedette accanto a
lei e l’abbracciò. “Piper, scusami, non volevo fare tutto quello che ho
fatto in questi giorni, mi dispiace!” Disse con le lacrime agli occhi “Non
lo volevo neanch’io, sei la mia sorellina e ti voglio un gran bene” Aggiunse
lei asciugando le lacrime della sorella. Prue stava con la faccia imbronciata al
bordo del letto “E a me, chi ci pensa?” Chiese piagnucolando. Phoebe e Piper
allargarono un braccio e abbracciarono anche lei. Ora l’unica esclusa ero io,
ma non avevo nessuna intenzione di starmene li in parte, così presi la rincorsa
e saltai anch’io sul letto di Piper. Le quattro Halliwell erano di nuovo tutte
unite, e lo sarebbero state per molto ancora.
Fine. E anche per questa
volta se la sono cavata. Il bene trionfa ancora e il male viene inesorabilmente
sconfitto, ma che vi dice che negli altri finali accada lo stesso? Sono tutti
qui che aspettano solo di essere letti, quindi datevi da fare!
Dopo aver finito di
recitare le sue litanie, Pamela si girò nuovamente verso Piper. “Noi abbiamo
una sorella vero? Aspetta, come si chiama, Pro… Pru… ah, già, Prudence!”
Come una sorella?!? Pamela non sapeva di me e di Phoebe?!? Poi cominciai a
pensare: io e Phoebe eravamo nate alcuni anni dopo che lei era stata
intrappolata nell’altra dimensione, quindi era possibile che non sapesse di
noi. Bene, finalmente un punto a nostro favore, ma mentre io pensavo questo,
Pamela continuò a parlare “Ti stupisci che io sappia di lei?!? Ho pochissimi
ricordi di quando ero in questa dimensione e me li sono tenuti stretti. Se non
sbaglio c’è anche un Libro di magia in casa vero? Ricordo la mamma che ne
parlava!” “Come puoi ricordare queste cose!” Domandò stupita Piper “Non
è impossibile, sono una strega anch’io, e per noi niente è impossibile,
dovresti saperlo!”
Effettivamente il fatto che
lei avesse dei ricordi di quando aveva solo pochi giorni mi sorprese un po’,
ma ormai ero abituata un po’ a tutto, e presto mi convinsi che anche questo
era possibile. Comunque, non avevo il tempo materiale per perdermi in questi
pensieri. Studiai attentamente Pamela cercando un suo punto debole, una cosa
qualsiasi da sfruttare contro di lei, ma non ero molto brava in questo genere di
cose. Anche Piper sembrava cercare una soluzione ai nostri problemi, ma prima
che potessimo avere anche una sola debole speranza, Pamela ci fece sprofondare
ancora più nella depressione.
“La formula per
rispedirmi nell’altra dimensione dev’essere ancora nel Libro, meglio che
provveda!” Disse Pamela: chiuse gli occhi e cominciò a fare strani gesti con
le mani. Intanto in casa Halliwell, e più precisamente in soffitta, il Libro
delle ombre si aprì circa a metà e comparve una pagina con l’inconfondibile
scrittura di Patty. Lentamente, ma inesorabilmente, le parole cominciarono a
sparire, finché alla fine rimase solo una pagina bianca.
“Si direbbe che sarò
costretta a rimanere in questa dimensione fino alla fine dei miei giorni, bello
ah?!? - Disse lei avvicinandosi a Piper che la guardò stupita – Ho appena
cancellato la formula per rispedirmi dall’altra parte, e ora c’è una sola
persona al mondo che la conosce: io!” Rimanemmo entrambe ammutolite mentre gli
ultimi barlumi di speranza si spegnevano in noi. Ora le cose si erano
notevolmente complicate.
Prue non aveva potuto fare
niente oltre che rimanere impotente ad osservare mentre le parole scritte dalla
madre sparivano da sotto i suoi occhi “Pamela!” Sussurrò piena d’odio
capendo chi era stata a causare tutto questo. Tornò nel suo corpo. Phoebe vide
la sua faccia affranta e le domandò cosa fosse successo. “Pamela ha
cancellato la formula!” Disse con rammarico. Rimasero un po’ in silenzio,
poi Phoebe prese, stranamente, in mano la situazione “Ci sarà sicuramente un
altro modo per sistemare le cose, non dobbiamo scoraggiarci, lo troveremo
presto, ma ora dobbiamo prima di tutto pensare a Piper e Chris, andiamo a
prenderle!” Disse decisa e Prue annuì. Entrarono.
Il rito era appena
cominciato. Tutti i membri della setta erano usciti non solo dalla stanza ma, da
quello che avevo capito io, addirittura dalla chiesa, per lasciare a Pamela la
completa libertà di agire e perché, nonostante fossero devoti a Santros, ne
avevano una grandissima paura. Eravamo rimaste solo noi tre e la cosa mi
preoccupava, quando vidi in cima alle scale Prue e Phoebe.
Pamela stava pronunciando
le ultime parole del rito, quando le mie sorelline fecero la loro grande
entrata. Prue fece cadere, con il suo potere, l’altare, rovesciando anche il
calice che conteneva il sangue necessario per il rito. Almeno adesso Santros non
si sarebbe risvegliato! Pamela si girò arrabbiatissima “Non dovevi osare!”
Urlò prima di scagliarsi contro Prue. Nel frattempo Phoebe era venuta a
liberarci. Appena in piedi, Piper tentò di bloccare Pamela ma, come predetto
dalla nonna, il suo potere con lei non funzionava. Così Prue fu costretta ad
usare il suo. Scaraventò Pamela contro un muro ma, contemporaneamente,
Piper si accasciò a terra. Pamela si rialzò e rise. “Colpisci me, e sarà
come colpire la tua cara Piper! Avanti, che aspetti, io sono qui!” Disse
sbeffeggiando Prue. “Avanti Prue, dobbiamo sconfiggerla” Le urlò Piper dopo
essersi rialzata, ma la maggiore delle Halliwell non poteva continuare sapendo
che avrebbe colpito anche la sorella.
All’improvviso Prue,
Phoebe e Chris si bloccarono. Piper si guardò in giro sorpresa: lei non aveva
fatto niente. Pamela rise nuovamente “E’ una faccenda tra me e te, non
tiriamo in mezzo il resto della famiglia - Disse avanzando verso Piper. -
Possiamo vedercela solo noi due” Piper indietreggiò di qualche passo finché
si trovò spalle al muro. Pamela la attaccò, ma lei riuscì a schivare il
colpo. Quanto avrebbe voluto che Phoebe fosse sbloccata, lei conosceva le arti
marziali e le sarebbe stata sicuramente di grande aiuto.
Continuò per alcuni minuti
a scappare evitando gli attacchi di Pamela, ma poi si ritrovò nuovamente spalle
al muro, esausta e senza idee. Sentì una tremenda fitta alla testa e, poco
prima di svenire, vide Prue dietro Pamela.
Improvvisamente tutto era
cambiato. Era come se fosse passato molto tempo da un istante all’altro e intuì
che Pamela aveva usato il suo potere. Mi girai intorno cercando le mie sorelle e
vidi Piper fronteggiata dalla gemella. Pochi istanti più tardi Prue comparve
dietro Pamela brandendo in aria un candelabro, e la colpì. Piper e Pamela
caddero a terra contemporaneamente.
“Ma sei impazzita?!? -
Domandai andando a vedere come stava Piper – Lo sai che colpisci anche lei,
perché l’hai fatto?” “E che altro dovevo fare, stare a guardare mentre
Pamela la uccideva? Almeno adesso abbiamo guadagnato un po’ di tempo!” Mi
rispose Prue, dopo di che, caricammo in auto le due gemelle svenute e andammo a
casa per cercare una soluzione.
Dopo circa due ore,
lentamente, Piper riaprì gli occhi. Tentò di alzarsi dal divano, ma la mano di
Phoebe la costrinse dolcemente a tornare giù. “Come stai?” Domandò “Ho
un gran mal di testa e devo ringraziare Prue!” “Ok, se riesci a prendertela
con lei, vuol dire che non stai poi tanto male!” Le rispose sorridendo Phoebe
“Dov’è Pamela?” Chiese Piper e Phoebe indicò l’altro divano dove la
gemella, sveglia da un po’, la stava fissando.
“Sapevo che ti saresti
risvegliata; so tutto di te!” Disse Pamela che non perdeva occasione per
ricordare il suo legame con Piper, per cercare di metterci in ulteriore
difficoltà. “Perché l’avete portata qui?” Domandò Piper “Già, perché?”
Le fece eco la gemella “Per distruggerla!” Rispose Phoebe lanciando
un’occhiataccia a Pamela.
Nel frattempo in soffitta
io e Prue cercavamo senza risultati qualcosa che ci potesse aiutare, finalmente
il nostro angelo bianco arrivò. “Come sta Piper?” Ci chiese per prima cosa
“Non ti preoccupare, è solo un po’ ammaccata” Gli risposi io. Rassicurato
da queste parole, Leo si decise finalmente a darci una mano “Loro sono molto
preoccupati, se non annienterete Pamela lei, prima o poi, riuscirà a compiere
il rito per liberare Santros” “Se sono così preoccupati, perché non ci
danno una mano invece di stare solo a parlare?!?” Domandò arrabbiata
guardando l’aria sopra di lei Prue “Cerca di calmarti, Loro non possono
interferire in nessun modo, ma vi prometto che io vi darò tutto l’aiuto che
potrò!” Le disse Leo cercando di tranquillizzarla.
“E’ inutile, non c’è
niente che possa aiutarci!” Dissi sconsolata dopo la terza volta che avevamo
guardato da capo a piedi il Libro delle Ombre “Vorrà dire che sarà Phoebe a
creare una formula!” Disse senza esitazioni Prue, dopo di che andò a chiamare
la sorella. Qualche minuto dopo la formula era pronta. Phoebe era sicura di se,
aveva abbastanza pratica in questo genere di cose, aveva fallito molto raramente
ed ormai era parecchio tempo che le sue formule erano praticamente perfette, ma
quel periodo felice, era destinato a finire quel giorno.
Leggemmo la formula dal
foglio che Phoebe aveva scritto. Sentimmo una specie di tuono giù in salotto e
corremmo tutti giù per vedere cos’era successo.
La prima ad arrivare fu
Phoebe che rimase pietrificata. Si, Pamela era sparita, ma anche di Piper non
c’era nessuna traccia. “O mio Dio!” sussurrò rendendosi conto di ciò che
era successo. Nel frattempo Loro parlarono a Leo. L’angelo scese dalle scale
dov’era rimasto fino a quel momento, e si avvicinò triste a noi. “Phoebe,
purtroppo, ha intrappolato anche Piper nell’altra dimensione” Disse senza
guardarla in faccia. Rimanemmo tutte un po’ sconvolte da quelle parole e, come
al solito, la prima a riprendersi fu Prue. “Va beh, vorrà dire che scriveremo
un’altra formula per liberare Piper” “Purtroppo non è possibile – Disse
Leo – Non esiste un modo per far uscire qualcuno da quella dimensione.”
“Ma come no – mi intromisi io – Pamela è pur stata liberata!” Leo si
rattristò ancora di più “Il rito va compiuto con il sangue di un innocente.
Per rivedere Piper dovreste uccidere!” Il silenzio calò nella stanza
“Va bene, vorrà dire che
ucciderò! - Urlò piangendo Phoebe – Non abbandono Piper così!” Prue si
avvicinò e l’abbracciò. “Non pensateci nemmeno. Cosa direbbe Piper
tornando in questo mondo e trovando delle sorelle assassine?!?” Disse Leo,
anche lui con gli occhi lucidi “Non mi interessa cosa direbbe, almeno sarebbe
qui!” continuò a urlare Phoebe. Io non riuscivo a rendermi conto che non
avrei rivisto più Piper, mi sembrava tutto talmente assurdo. “Sapete che si
ci fosse qualcosa da fare, lo farei, ma non vi permetterò in nessun caso di
commettere un omicidio, nemmeno se questo significherà non rivedere più la
donna che amo” Disse Leo che poi non riuscì più a trattenersi, cominciò a
piangere e scomparve.
Diario di Chris
26 Novembre
Dicono che, a volte, il
tempo è la migliore medicina, ma non è sempre così. Sono passati più di due
mesi dal giorno in cui Piper è sparita, e ogni istante le cose peggiorano.
Phoebe si aggira per casa come uno zombie, non riesce a perdonarsi di aver
sbagliato così clamorosamente e di non essere riuscita nemmeno a chiedere scusa
a Piper per le loro litigate degli ultimi giorni. Ha lasciato l’università e
non esce più di casa. La maggior parte delle notti le passa piangendo in camera
sua e nonostante sia io che Prue cerchiamo di convincerla che non è stata colpa
sua, non otteniamo risultati, forse anche perché noi stesse non siamo convinte
di queste parole. La verità è che Piper era il collante della famiglia, quella
che riusciva a calmare gli animi, ad appianare le controversie, insomma, a
sistemare tutto, e ora che lei non c’è più, la famiglia Halliwell si sta
lentamente sfasciando senza che nessuna di noi riesca a fare qualcosa. Per non
contare che io e Prue siamo costrette a vegliare costantemente su Phoebe: lei
sarebbe capace di commettere l’omicidio necessario al rito pur di riportare
qui Piper. Non sono affatto sicura però che sarebbe una cosa del tutto
sbagliata. Credo che un giorno, se non l’avrà già fatto lei, uscirò da
quella porta con in mano un coltello e assassinerò qualcuno, consapevolmente.
Si, lo so, mi rendo perfettamente conto di ciò che sto pensando, ma quello di
cui nessuno si può rendere conto, è di come sia diventata la mia vita ora.
Tutto è meglio di questo, persino un omicidio sulla coscienza, se Piper tornerà
qui!
Questo era un finale un
po’… un po’ così, può piacere, ma anche no, quindi vi consiglio di
andare a leggere gli altri che, sinceramente, io preferisco.
Scritto da Flond
Special thanx to Falcon:
senza di te non l’avrei mai finita.