Le trascrizioni degli episodi
di "Streghe"
Episodio 1.3 "L'anello magico"
Trascrizione realizzata da Eva
[Scena: casa Halliwell, portico. Le tre sorelle stanno uscendo per andare ad una festa.]
Prue: restiamo solo 20 minuti, d'accordo?
Piper: nessuno va a una festa solo per 20 minuti!
Prue: io sì.
Phoebe: questo è l'inimitabile stile di nostra sorella.
Prue: qualcuno deve pur andare a lavorare domani mattina.
Phoebe: ma qualcuno si vuole divertire.
Piper: e a qualcuno sta già venendo un gran mal di testa.
Prue: perfetto, torniamo a casa, tanto ormai è tardi. (Si gira per andarsene, ma Piper la trattiene.)
Phoebe: non è mai troppo tardi per andare a una festa.
Piper: non è mai troppo tardi, Prue.
Prue: ah, siamo in vena di citazioni, eh? (Si avviano insieme verso la casa di fronte, mentre si vede un grosso cane con gli occhi luminosi tra i cespugli davanti la loro casa. Entrano nella casa dei nuovi vicini.)
Marshall: ah, le sorelle Halliwell. La festa comincia davvero!
Cynda: siete arrivate. Era ora.
Fritz: Prue, che bello vederti!
Prue: non potevo mancare a questa festa.
Piper: Marshall, complimenti per la casa.
Marshall: grazie, l'abbiamo lasciata com'era, con qualche piccolo cambiamento. Voi conoscevate i vecchi proprietari, vero?
Phoebe: siamo cresciute con i loro figli, forse conosciamo la casa meglio di voi.
Marshall: oh, forse sì. Fritz, controlla il bar!
Fritz: ah, già, è vero. Vado subito.
Cynda: no, ci penso io. (Prende tra le mani una lattina e la schiaccia, poi se ne va.)
Marshall: comportati bene Cynda, abbiamo ospiti!
Fritz: le sorelle sono un vero guaio.
Prue: non dirlo a me!
Marshall: che fate qui? Divertitevi!
Phoebe: senz'altro!
Piper: certo. (Marshall e Fritz si allontanano.)
Prue: bene sorelline, ora che ho fatto il mio dovere fino in fondo e siccome domattina devo alzarmi presto, me ne vado a dormire.
Phoebe: non puoi, almeno non ancora.
Piper: dai Prue, non sarebbe gentile. Resta ancora un po'.
Prue: che cosa avete in mente?
Phoebe: che vuoi dire, non capisco. Oh, guarda chi è venuto, voltati! (Prue di gira e vede Andy che la saluta, quindi si volta i nuovo verso le sorelle.)
Prue: non dirmi che l'hai invitato.
Phoebe: tu non volevi telefonargli, così sono intervenuta io.
Prue: non riesci a capire, eh? Come fanno a stare insieme una strega e un poliziotto?
Phoebe: come fa tutta la gente normale. (Piper annuisce e poi si allontana insieme alla sorella minore. Incontrano Andy.)
Piper: ciao Andy.
Andy: (verso Piper) ciao. (Si dirige verso Prue.)
Prue: ciao Andy, stavamo discutendo.
Andy: su come eliminare le guerre e la fame nel mondo?
Prue: no, su cosa farò il prossimo sabato.
Andy: ho io la soluzione. Nella mia tasca ci sono due biglietti, quindi se proprio non hai niente di meglio da fare, potresti venire con me a vedere la partita dei Warriors.
Prue: sperando che vadano meglio dell'anno scorso, hai visto che fine ingloriosa hanno fatto con i Lakers?
Andy: che memoria! Accetti allora?
Prue: ecco, io devo controllare di non avere altri impegni sull'agenda.
Andy: l'agenda, eh? (Andy beve un sorso dal suo bicchiere, mentre arriva Fritz.)
Fritz: senti Prue, il tuo amico è un poliziotto?
Prue: veramente è ispettore.
Fritz: ah, (a Andy) io prendo parecchie multe…
Andy: io mi occupo soltanto di omicidi e di rapine.
Fritz: capisco, ma senti… non conosci proprio nessuno…
Prue: devo andare…
Fritz: perché ecco io… (Prue se ne va.)
Andy: Prue, aspetta!
(Prue esce, e mentre sale i gradini fuori della casa, nota che la porta d'ingresso è aperta.)
Prue: oh, Phoebe… (Entra e chiude la porta dietro di sé. Un grosso cane, lo stesso che poco prima era tra i cespugli, le abbaia contro dalle scale. Lei indietreggia, poi scappa
via.)
[Scena: la sera stessa, in cucina.]
(Phoebe sta sgranocchiando qualcosa, mentre Prue racconta l'accaduto.)
Phoebe: quanto era grande questo cane?
Prue: molto, hai visto i graffi sulla porta della soffitta?
Piper: come sarà entrato?
Prue: ovviamente qualcuno non ha chiuso a chiave la porta di casa. (Guarda Phoebe.)
Phoebe: perché guardi subito me? Non potrebbe essere stata Piper?
Piper: è escluso.
Phoebe: comunque non hanno rubato nulla, manca solo il cd con le canzoni natalizie di Pat Boone.
Piper: è strano, oltre al cane deve essere entrato qualcuno. Il cane non poteva aprire la porta o arrivare allo scaffale più alto.
Phoebe: dovremmo mettere un sistema d'allarme?
Prue: no, costerebbe troppo, e poi Andy ha promesso di controllare la casa ogni 5 minuti.
Piper: uh, ci protegge…
Phoebe: che bravo ragazzo! (Lei e Piper guardano la sorella in modo malizioso.) Allora, che facciamo?
Prue: semplice, o ci affidiamo al nostro addestratissimo gatto da guardia, o ci ricordiamo di chiudere sempre la porta. (Prue si gira ed esce dalla porta sul retro.)
Phoebe: hai ragione, mi hai davvero convinto. (Si alza e segue Prue, chiudendole la porta dietro. Lei e Piper si mettono a ridere, mentre Prue fa capolino da fuori.)
Prue: Phoebe, apri questa porta! (Le sorelle continuano a ridere.)
[Scena: Buckland.]
(Prue è seduta alla sua scrivania, sta esaminando delle diapositive. Un uomo entra nel suo ufficio.)
Uomo: mi hanno detto che lei può aiutarmi. (Si avvicina a Prue e posa il suo anello sul tavolo.) Vorrei avere una stima di questo anello.
Prue: farebbe meglio a parlare con il nostro esperto di gioielli.
Uomo: ci ho parlato, per la stima dovrebbe trattenerlo alcuni giorni, e io non voglio separarmene, è un ricordo di famiglia. (Prue prende in mano l'anello e comincia a guardarlo.)
Prue: vediamo un po'… mi sembra di aver già visto un anello come questo. La montatura è antica, risale almeno al XVI secolo. (Si alza e va a prendere un libro.) Le pietre mi sembrano crisoliti, questo non è il mio settore, sto facendo delle supposizioni. (Torna a sedersi e sfoglia il libro. L'uomo si siede davanti a lei.)
Uomo: prego, continui a supporre.
Prue: avevo ragione, sono crisoliti. (Leggendo dal libro) Secondo gli Egiziani proteggevano dalla stregoneria e dagli spiriti maligni… sa dirmi se era una fede nuziale?
Uomo: me lo dica lei…
Prue: le due pietre sono collegate a rappresentare l'uomo e la donna, è un simbolo di protezione.
Uomo: e questo cosa le suggerisce? (Prue alza il viso e lo guarda con aria interrogativa.)
Prue: dove ha trovato l'anello? (Lui non risponde.) Mi scusi, lei come si chiama?
Uomo: dovresti aver capito chi sono… Prudence. (Prue lo guarda con odio, poi gli ridà l'anello.)
Prue: ora vattene e resta lontano da noi. (Lui si riprende il gioiello.)
Uomo: io sono all'hotel Ballmark, tu e le tue sorelle potreste venire lì a cena domani sera. Abbiamo tanto di cui parlare.
Prue: dopo averci abbandonato in quel modo? Ma come ti viene in mente?
Uomo: fiera a appassionata, bel carattere. Mi ricorda qualcuno che conosco.
Prue: no, io non ti somiglio affatto. A me non potrà mai accadere di abbandonare la mia famiglia.
Uomo: vedo che abbiamo qualche problema da risolvere.
Prue: sì, certo, qualche problemino… ora vattene, o chiamo la vigilanza.
Victor: è questo il modo di parlare a tuo padre? (Si volta e se ne va.)
[Scena: un bar a San Francisco. Le tre sorelle sono sedute ad un tavolino.]
Piper: come mai si è fatto vivo con te e non ha cercato me o Phoebe?
Prue: non mi sento privilegiata.
Phoebe: ma che tipo è? Ha chiesto nostre notizie?
Prue: assolutamente no. Phoebe, di noi non gli importa niente. Prima ci abbandona, e poi ricompare improvvisamente. Mi chiedo quale sia il motivo.
Piper: secondo me ha nostalgia delle sue tre figlie.
Prue: vent'anni dopo? No, non mi sembra possibile.
Phoebe: è inutile farsi tante domande, non aspettiamo la cena, andiamo da lui adesso.
Prue: non vuoi capire? Senti, non ti sembra una coincidenza piuttosto strana? Appena noi scopriamo di… (Una cameriera si avvicina e comincia a togliere i piatti dal tavolino.)
Cameriera: mi scusi… (Si allontana.)
Prue: appena scopriamo di essere delle streghe lui si presenta. Quando la mamma è morta non ha fatto neanche una telefonata.
Phoebe: ci ha mandato sempre gli auguri di compleanno…
Prue: e ti sembra sufficiente? La nonna ci ha giustamente messo in guardia contro di lui, e non c'è alcun motivo di cambiare opinione adesso.
Piper: Prue, hai ragione, però tu hai avuto la possibilità di conoscerlo, noi no. Vorremmo vederlo ora che è tornato.
Prue: Piper, non sappiamo per quale motivo si trovi qui, quindi non possiamo rischiare.
[Scena: hotel Ballmark. Phoebe bussa alla porta di una stanza.]
Victor: (da dentro) avanti! (Phoebe entra nella stanza, Victor si sta facendo fare un massaggio.)
Phoebe: papà? (Victor si gira verso di lei, poi si alza dal lettino su cui è sdraiato e manda via la massaggiatrice.)
Victor: guarda guarda… che bella sorpresa!
Phoebe: senti, mi dispiace perché non ho avvertito, so che ci hai invitato domani sera, ma…
Victor: no no no, hai fatto benissimo, brava. Accidenti come sei cresciuta. E pensare che eri una bambina. Eh, già… Piper? (Phoebe chiude gli occhi, sconsolata e delusa.) Phoebe.
Phoebe: non fa niente, non sei il primo che ci confonde.
Victor: stai scherzando? Sono stato un pessimo padre, ma ora voglio farmi perdonare. Vuoi qualcosa da mangiare?
Phoebe: no, grazie. Ho già mangiato.
Victor: vuoi bere? Li hai 21 anni, vero?
Phoebe: appena compiuti. Ma non mi va, grazie.
Victor: un massaggio? La faccio tornare!
Phoebe: no, davvero. Non ho bisogno di niente. Volevo soltanto vederti.
Victor: è come guardarsi in uno specchio… noi due abbiamo gli stessi occhi.
Phoebe: è vero! (Sorridono.)
Victor: non mi abbracci? (Lui apre le braccia e Phoebe gli va incontro. Si abbracciano, ma dopo qualche secondo Phoebe ha una premonizione in cui vede Victor con il Libro delle Ombre in mano. Squilla il telefono.)
Victor: accidenti, il telefono. Aspetta.
Phoebe: no, io adesso devo andare. Ci rivedremo a cena, ho molta fretta. (Se ne va.)
Victor: Phoebe, ma che ti è preso? (Il telefono continua a squillare, mentre la ragazza ormai è andata
via.)
[Scena: casa Halliwell. Portico.]
(Un postino sale le scale e fischiettando arriva alla porta d'ingresso. L'indice della sua mano destra si trasforma in una chiave, con la quale apre la porta della casa. Entra, si guarda intorno, poi si dirige verso il piano di sopra. Cerca di aprire la porta della soffitta, ma non ci riesce. La sfonda con un calcio ed entra. Su un leggio c'è il Libro delle Ombre, lo prende e infine esce dalla soffitta con il libro, scende le scale, ma arrivato alla porta d'ingresso, il libro si blocca all'interno della casa. Tenta in tutti i modi di portarlo fuori, ma non ci riesce. Si accorge che Prue sta arrivando. Rientra velocemente nella casa, getta il libro lontano in un'altra stanza, poi si trasforma in Andy. Arriva Prue.)
Prue: Andy, come sei entrato?
Andy: oh, la porta era aperta.
Prue: di nuovo?
Andy: eh, già. Ero passato a dare un'occhiata. Per fortuna sembrerebbe tutto a posto. (Prue posa le sue cose su un mobile, poi vede dallo specchio che il Libro delle Ombre è per terra, nell'altra stanza.) Vuoi che salga a controllare?
Prue: no, non preoccuparti. (Prue usa il suo potere per spostare il libro sotto a un mobile.) Per quanto riguarda domani sera, mi dispiace tanto, ma non posso.
Andy: domani sera?
Prue: già, indovina un po' chi è saltato fuori all'improvviso dopo vent'anni? Victor, mio padre.
Andy: tuo padre?
Prue: ci ha invitate a cena, io non vorrei, ma devo andarci. Peccato che la partita non sia stasera. (La porta di casa si apre, entra Cynda bussando alla porta.)
Cynda: permesso?
Prue: ciao Cynda.
Cynda: ehi, ciao! Tutto a posto?
Prue: sì, grazie.
Cynda: bye!
Prue: (verso Cynda) la festa era molto carina! (Cynda se ne va.)
Andy: è meglio che vada anch'io. (Andy la bacia su una guancia, poi se ne va. Prue chiude la porta dall'interno, poi va a prendere il Libro delle Ombre. Sale le scale, poi si accorge che la porta della soffitta è stata scardinata.)
Prue: che sta succedendo?
[Scena: casa Halliwell. Cucina. Le tre sorelle sono lì.]
Phoebe: deve esserci una spiegazione.
Prue: una spiegazione, eh? Qualcuno ha scardinato la porta della soffitta e ho trovato il Libro delle Ombre al pianterreno, non ti basta?
Piper: perché dovrebbero volere il libro?
Prue: perché sanno cosa rappresenta. Vogliono il potere, il nostro potere. (Prue prende un elenco del telefono e lei e Piper si siedono vicino alla sorellina.)
Piper: ma allora deve essere qualcuno che sa che noi siamo delle streghe.
Prue: già, qualcuno tipo Victor.
Phoebe: chi? Scherzi?
Prue: pensaci, nel momento in cui lui ricompare, qualcuno cerca di rubarci il libro. Non credo sia una coincidenza.
Piper: ma Prue, il nostro è un potere segreto che si trasmette di madre in figlia. Sono certa che è un segreto di cui papà non è al corrente.
Prue: e invece io credo che sappia tutto. (Phoebe si ricorda della premonizione che ha avuto all'hotel.)
Piper: anche se riuscisse a rubarlo, poi che cosa ne farebbe del libro? Phoebe, tu cosa ne pensi? (Phoebe non risponde.) Phoebe?
Phoebe: scusa… Anche ammettendo che sia stato davvero lui a tentare di rubarlo, perché non lo ha portato via? Perché l'ha lasciato qui?
Piper: bisogna chiamare la polizia, denunciare il tentato furto.
Prue: e che gli diciamo? Che qualcuno è entrato in casa per rubarci l'apribottiglie? No, è impossibile. Comunque Andy è già stato qui.
Phoebe: oh, Andy è già stato qui? Complimenti, che tempismo! Avete mai pensato che anche lui gira sempre da queste parti?
Prue: al suo arrivo Victor deve essersi spaventato. Finché non sapremo che cosa è successo e che cosa vuole da noi, nasconderemo il libro oppure resteremo in casa.
Piper: e allora nascondiamo il libro, perché io stasera accetto l'invito di papà e ceno con lui.
Phoebe: io vado con lei.
Prue: io resto in casa.
Piper: fa come vuoi. (Phoebe e Piper si alzano e si allontanano.)
[Scena: ristorante dell'hotel. Victor, Piper e Phoebe stanno per cenare.]
Victor: è così bello vedervi, credo che abbiamo molte cose di cui parlare.
Phoebe: sì sì, in effetti abbiamo molte domande da farti.
Victor: (verso Piper) sai che l'ultima volta che ho mangiato con te non volevi altro che la cioccolata? Vedo che ora non è più così.
Piper: per fortuna! Avevo 4 anni.
Victor: Phoebe, quanti anni potevi avere, uno? (Phoebe annuisce.) Ancora non camminavi, ma come nuotavi! Eri un pesciolino. (Le due sorelle ridono.) È bello stare insieme, sembriamo una famiglia quasi normale.
Piper: quasi normale, sì. Solo che… beh, come mai sei venuto qui proprio in questo momento? Proprio adesso?
Victor: beh, perché è un ottimo ristorante ed è ora di cena. (Ridono ancora, poi arriva un cameriere.)
Cameriere: prego.
Phoebe: grazie.
Victor: buon appetito!
[Scena: casa Halliwell.]
(Prue è in cucina, sta preparando qualcosa al forno microonde, suona il campanello, Prue va ad aprire.)
Andy: ho cambiato programma e ho pensato di passare di qua. (Prue lo fa entrare, poi vanno in cucina.)
Prue: e poi dopo vent'anni è ricomparso così, come se niente fosse.
Andy: incredibile, come l'hai presa?
Prue: sinceramente? Malissimo.
Andy: non stento a crederlo. Perché è tornato secondo te?
Prue: non lo so. Piper e Phoebe sono con lui in questo momento. Per loro è diverso, non lo conoscono quanto me. Forse dovevo fermarle. E invece le ho lasciate andare. Lui si comporta con me come se il tempo non fosse passato e io fossi una bambina, ma non lo sono. Io devo dirgli che il tempo non si ferma, devo dirglielo che ha perso l'occasione… di consolarmi quando ho avuto il braccio rotto, o di vedermi guidare la macchina la prima volta, o al ballo del diploma…
Andy: quello ce lo siamo perso anche noi.
Prue: io voglio che si renda conto che tutto questo non tornerà più, vorrei che mi dicesse perché se n'è andato, dove diavolo è stato durante tutta la mia vita, perché adesso è tornato e perché finge che non sia successo nulla.
Andy: chiediglielo. Ti do un passaggio.
[Scena: ristorante. Prue è arrivata.]
Victor: Prudence!
Prue: mi sono persa molto?
Phoebe: no, non molto, stavamo solo ricordando episodi della nostra infanzia.
Prue: vi ha detto dove è stato per tutto questo tempo?
Piper: Prue…
Prue: hai i soldi se puoi permetterti un posto così. Perché non ci hai aiutato quando la nonna è morta? Un aiuto ci serviva.
Piper: ce l'ha già spiegato, Prue. È da poco che ha tutto questo denaro.
Victor: lascia che parli io, ti ringrazio Piper. Non sono tornato prima perché non sopportavo l'idea di deludervi.
Prue: e ora è tardi.
Piper: ma guarda quanto ci mette il dolce ad arrivare…
Victor: Prue, siediti. Prendi qualcosa.
Prue: ho da fare ora.
Victor: sempre di corsa, precoce nel parlare, precoce nel camminare…
Prue: quanti dolci ricordi, eh? Io invece ricordo la tua schiena quando te ne sei andato. (Victor si gira e vede il cameriere che sta portando il dolce, gli fa lo sgambetto per farlo cadere, ma Piper blocca tutto e tutti. Le sorelle la guardano storto, poi Piper si alza e va a prendere il dolce dalle mani del cameriere, il quale, appena sbloccato, cade a terra.)
Piper: (con il dessert in mano) è arrivato il dolce!
Victor: che riflessi, Piper. Vediamo, allora… Piper ferma il tempo. Prue, muovi gli oggetti, vero? E qual è la tua specialità, Phoebe? La premonizione? (Phoebe lo guarda a bocca aperta.) Forse è il caso di parlarne altrove…
[Scena: casa Halliwell. Piper e Phoebe sono in salotto, sfogliano dei giornali.]
(Il postino di prima entra nella stanza.)
Piper: (si alza di scatto) cosa ci fai tu qui?
Postino: secondo te?
Phoebe: (si alza anche lei) vattene via subito.
Postino: no, vai via tu da questa casa.
Phoebe: la situazione è sotto controllo.
Postino: no, non lo è affatto. Stanno tornando tutte insieme (il postino si trasforma in Fritz, uno dei vicini.) quindi c'è un cambio di programma. Riprendete la vostra forma, al libro penseremo dopo. (Phoebe si trasforma in Marshall e Piper in Cynda.) Il tuo piano è fallito, Marshall.
Marshall: ah, lasciami in pace, Fritz. Non potevo sapere che Prue avrebbe raggiunto le sorelle.
Cynda: l'avevamo vista uscire con quello stupido poliziotto.
Fritz: e credete che sareste riusciti a imbrogliarla e a portare il libro fuori di casa?
Marshall: beh, ora non possiamo più scoprirlo, non ti pare?
Fritz: sentiamo, che suggerisci? (Cynda ride, poi si trasforma in una creatura demoniaca.)
Cynda: uccidiamole! (Fuori dalla casa le sorelle e Victor scendono dall'auto, Prue sale le scale e gli altri la seguono.)
Marshall: (dentro casa) Cynda, non ora. Non è questo il momento giusto, capito? (Prue apre la porta e dall'interno della casa escono tre corvi.)
Victor: amici vostri? (Entrano tutti in casa, Victor, Piper e Phoebe stanno ridendo in salotto. Arriva Prue.)
Prue: c'era una finestra aperta, gli uccelli sono entrati da lì. Perché state ridendo? (Piper le mostra una fotografia.)
Piper: ti ricordi il giorno in cui è stata fatta?
Prue: certo, il famoso picnic. Diluviava.
Victor: siamo dovuti tornare e la mamma vi ha fatto fare il picnic qui in salotto. Te ne ricordi, Prue?
Prue: ricordo tutto.
Phoebe: Prue… (Victor prende in mano un'altra foto.)
Victor: (verso Prue) questa l'ho scattata al tuo primo saggio di pianoforte. Non è una bella inquadratura, colpa mia. Ho fatto io le foto quel giorno. La mamma tremava come una foglia. Guarda, è di spalle. (Le porge la foto.) Quella lì è la mamma.
Prue: non l'avevo notata prima.
Victor: vediamo… (prende un'altra fotografia) questa però aveva un altro formato quando comprendeva anche me… (Mostra che alla foto manca un pezzo.)
Phoebe: credo che l'abbia tagliata la nonna.
Piper: c'è un mucchio di roba in soffitta, la nonna ci ha lasciato molti ricordi.
Phoebe: non solo i ricordi…
Prue: Phoebe, non fare la stupida.
Phoebe: e perché? Lui lo sa, non è più un segreto. E poi poterne parlare con qualcuno è un tale sollievo…
Piper: qualcuno vuole una tazza di caffè?
Phoebe: capisci, papà? Io ero una ragazza come tutte la altre, pensavo solo a mantenere la linea e a conquistare i ragazzi, e di colpo divento una strega.
Piper: io vado a preparare il caffè, tu lo vuoi nero o con crema?
Phoebe: è bastato aprire il Libro delle Ombre ed eccomi qua, ho grandi poteri! Ma non sono sicura che questa capacità di vedere nel futuro sia un fatto positivo.
Victor: beh, a giudicare da come ne parlava tua madre la preveggenza mi sembrava una facoltà affascinante.
Phoebe: ci sono cose che è meglio ignorare.
Prue: da quanto sai che noi abbiamo questi poteri?
Victor: sapevo solo che c'era questa possibilità. Perciò sono tornato, per una conferma. È successo dopo che la nonna è morta, vero?
Phoebe: esatto, non appena ho avuto in mano il Libro delle Ombre ho capito subito…
Prue: Phoebe!
Victor: ah, il Libro delle Ombre… una lettura poco raccomandabile. È sempre in soffitta? Sono passati tanti di quegli anni, potrei vederlo? (Piper e Prue gli lanciano
un'occhiataccia.)
[Scena: la casa dei vicini. Cynda sta distruggendo una sedia…]
Cynda: non voglio più aspettare!
Marshall: un po' di pazienza, mia dolce Cynda.
Cynda: la pazienza è una virtù che non conosco, avremmo dovuto distruggere quelle streghe.
Marshall: non avremmo potuto portare il libro fuori dalla casa, che ne avremmo ricavato?
Cynda: un grande piacere.
Fritz: date retta a me. Uccidiamone due e ci facciamoci consegnare il libro dall'altra.
Marshall: ma perché devo sempre ripetere le cose un milione di volte? Quelle tre non sono delle innocenti ragazzine. Sono streghe buone, se si allarmassero, ricorrerebbero ai loro poteri. Combatterle a viso aperto sarebbe… molto spiacevole e comunque una volta preso il libro noi rafforzeremo i nostri poteri, loro si indeboliranno e saranno una facile preda.
Fritz: senti, scusa, vorrei farti ancora una stupida domanda… quel libro, come lo prendiamo?
Marshall: la nostra carta è Victor.
[Scena: casa Halliwell. Salotto.]
Victor: di cosa mi stai accusando esattamente?
Prue: me lo domandi?
Phoebe: Prue, stai esagerando.
Prue: ti sembra che esageri? È possibile che non vogliate proprio capire?
Piper: calmiamoci e facciamo un bel respiro profondo…
Prue: non dire sciocchezze, Piper! Questo simpatico signore ricompare dopo vent'anni, ci riempie di paroline dolci, e subito dopo chiede di vedere il Libro delle Ombre.
Phoebe: stai cercando dei pretesti per continuare a odiarlo.
Prue: ammettilo, perché sei tornato?
Piper: Prue, smettila.
Prue: per la prima volta in vita tua, prova a dire la verità.
Victor: sì, va bene, hai ragione. Sono qui per il libro. È vero, è soltanto per questo che sono tornato…
Phoebe: sul serio?
Victor: …ma non per i motivi che ti piace immaginare. Saresti contenta se io fossi cattivo, vero Prue? Beh, mi dispiace, ma non lo sono. Io voglio proteggervi.
Prue: sei un bugiardo.
Piper: proteggerci da cosa?
Victor: da voi stesse. È solo per questo che voglio quel maledetto libro. È da lì che trae origine il potere del trio a cui dovete rinunciare.
Phoebe: ma quel potere ormai è parte di noi.
Victor: lo credeva anche vostra madre. Per questo è stata uccisa.
Piper: che cosa intendi dire?
Victor: voi non avete idea del male che vi circonda.
Prue: oh sì, ce ne stiamo rendendo conto.
Victor: ascolta Prue, quel libro è come un calamita del male, finché lo usate, finché lo possedete, siete in pericolo, tutte e tre.
Prue: sei davvero incredibile, torni all'improvviso dopo vent'anni e hai anche il coraggio di dirci come dobbiamo vivere le nostre vite?
Victor: io non volevo che i poteri vi venissero trasmessi, mi sono battuto per questo con vostra nonna quando la mamma è morta. La nonna voleva che una volta cresciute acquisiste i poteri. Io no, io per voi ho lottato. Ma lei era troppo forte.
Piper: un momento, vuoi dire che te ne sei andato per colpa della nonna? Lei ci ha amato, ci ha allevato.
Prue: magari ti ha fatto un incantesimo.
Victor: ma no, avrebbe potuto tenermi lontano da voi in eterno, devi credermi, dovete credermi, io voglio il vostro bene. (Victor si gira per andarsene, poi dopo qualche passo si gira di nuovo.) Phoebe, non mi credi nemmeno tu? (Phoebe scuote la testa, poi si gira per non guardarlo.)
Prue: abbiamo sempre fatto a meno di te.
Victor: Prue, i poteri creano infelicità. Guarda me!
Prue: io non sono come te.
Victor: sei sicura di riuscire a proteggere le tue sorelle per sempre?
Phoebe: ci proteggeremo a vicenda.
Victor: allora morirete insieme.
Prue: nessuno può farci il male che ci hai fatto tu. (La sorella maggiore usa il suo potere e sbatte il padre lontano, addosso allo stipite di una porta. Victor si rialza e si avvicina a Prue.)
Victor: se volevi che me ne andassi potevi semplicemente… dirmelo. (L'uomo comincia ad andarsene.)
Phoebe: ma perché l'hai fatto?
Piper: dovevi proprio trattarlo in quel modo?
Prue: Piper…
Piper: non potevamo parlarne serenamente come fanno le persone normali?
Prue: noi non siamo normali.
[Scena: hotel Ballmark.]
(Victor entra nella sua camera e si siede su una poltrona. Marshall, Fritz e Cynda sono lì. Marshall accende la luce.)
Marshall: ciao Victor, ma dove ti eri cacciato?
Victor: come siete entrati?
Marshall: beh, se fossi in te mi chiederei piuttosto… perché siamo entrati.
Victor: mi stavo giusto chiedendo quando si sarebbe manifestato il male.
Marshall: il male è arrivato. Non so che genere di persone frequenti, però io escludo decisamente che bevano il tuo sangue, ti strappino le viscere e danzino avvolti nella tua pelle come facciamo noi.
Victor: ah, siete quelli delle tasse, e io che credevo che foste dei mutaforma…
Fritz: battuta molto spiritosa per un futuro antipasto.
Victor: uno come te, incapace di sottrarre un libro da una casa vuota, farebbe meglio a tacere. Scommetto che vorreste prendere la mia forma per arrivare alle ragazze, ho indovinato? Non funzionerà.
Cynda: e perché no?
Victor: (verso Marshall) posso spiegarglielo?
Marshall: spiega pure.
Victor: arrivate tardi, non sono più gradito. Le ragazze mi hanno sbattuto fuori di casa. Non vogliono avere più rapporti con me, né con niente che mi somigli. Delle mie figlie però, ce n'è una che forse mi ascolterà, Phoebe.
Cynda: e allora io mi trasformerò in te e la convincerò.
Victor: tu non riuscirai mai ad avere con lei il rapporto che può avere solo il suo vero padre. Divorato me, non avrete più risorse, non entrerete mai in casa, e non avrete mai il Libro delle Ombre.
[Scena: casa Halliwell. Il mattino seguente. Soggiorno.]
(Piper e Prue stanno mangiando, ma non ne hanno tanta voglia. Arriva Phoebe con una tazza in mano.)
Phoebe: buongiorno Phoebe! (Le altre due continuano ad ignorarla, quindi prende in mano un fazzoletto di carta e lo sventola davanti alle sorelle.) Ragazze, stabiliamo una tregua. Magari solo di 5 minuti. Devo fare una confessione. L'altro giorno si era deciso di non incontrare papà, no? Io invece l'ho visto.
Piper: svegliati, eravamo insieme!
Phoebe: no, io sono andata da lui prima della cena, e così abbracciandolo ho avuto una premonizione, l'ho visto mentre rubava il Libro delle Ombre. (Verso Prue) Avevi ragione tu, sai? Ma non ho voluto credere a questa premonizione, mi sono illusa, sperando di trovare un'altra spiegazione per questa improvvisa ricomparsa. Ero così felice che fosse tornato, che avesse sentito il bisogno di rivederci. Io voglio un padre. (Prue si alza e la abbraccia, mentre Piper resta seduta dov'è.)
Prue: lo so, Phoebe. Ti capisco. (Piper si alza, ha notato qualcosa per terra.)
Piper: ehi, guardate. Il suo anello. Come mai è qui? (Da l'anello a Prue.)
Phoebe: deve averlo perso quando lui è… caduto.
Prue: glielo faremo recapitare in albergo. (La maggiore posa l'anello su un
mobile.)
[Scena: casa Halliwell. Vialetto d'ingresso.]
(Il giornale del mattino è per terra, Phoebe arriva e lo raccoglie, poi saluta con la mano Marshall e Fritz, che sono lì davanti, appoggiati ad una macchina. Nel girarsi per rientrare in casa, si imbatte in Victor, il giornale cade a terra.)
Victor: devo parlarti.
Phoebe: cosa vuoi? Devi andartene.
Victor: ascoltami, è molto importante.
Phoebe: non ti darò retta, non voglio più vederti.
Victor: Phoebe, devi portare il libro fuori da quella casa.
Phoebe: basta, vado via. (La ragazza se ne sta andando, ma Victor la trattiene per le braccia.)
Victor: Phoebe, ascoltami, ascoltami! (Phoebe ha una premonizione in cui Victor prende il libro in mano, poi si trasforma in Marshall. Fritz e Cynda si uniscono a lui. La premonizione finisce, arrivano Marshall e Fritz.)
Marshall: Phoebe, cosa c'è? Hai bisogno d'aiuto?
Phoebe: no, lui è mio… lui è Victor.
Victor: noi ci stavamo salutando.
Phoebe: già, ora vado. Ciao!
Marshall: ciao. (Phoebe rientra in casa.)
Victor: che succede, non vi fidate di me?
(Phoebe entra in casa di corsa e sale le scale verso la soffitta. Incontra Prue.)
Phoebe: non è papà che vuole il libro, è Marshall!
Prue: chi?
Phoebe: Marshall, ci vuole un incantesimo per scacciarli.
Prue: scacciare chi?
Phoebe: i vicini sono dei mutaforma. Fritz e Marshall e quella… come si chiama? (Piper e Cynda arrivano dalla cucina, Cynda ha una scatola in mano.)
Cynda: vuoi dei biscotti? Sono appena fatti. (Arriva anche Fritz.)
Fritz: salve! Era aperto e sono entrato. (Phoebe lancia un'occhiata a Prue, poi sale le scale.)
Piper: dove vai, Phoebe?
Phoebe: devo cercare una cosa… non finite i biscotti, eh? (Cynda ride, Phoebe corre su per le scale. Arriva Victor.)
Victor: papà è a casa. (In soffitta Phoebe sta cercando un incantesimo.)
Phoebe: avanti, avanti. Non so neanche che cosa devo cercare. (Le pagine del libro si sfogliano da sole.) Apprezzo i suggerimenti, grazie. (Leggendo dal libro) "Se la casa in centro poni, non si salvan gli stregoni, se del bene sono ancelle, salve sono le sorelle." Ripeto ancora: se la casa in centro poni, non si salvan gli stregoni, se del bene sono ancelle… ho capito! (La sorella minore corre via, sono ancora tutti lì, nell'atrio.) Papà, non puoi rimanere qui, devi andartene subito. (Un altro Victor entra nella casa.)
Piper: no, un momento, che significa questo?
Victor 1: non preoccuparti tesoro, non vi succederà niente di male.
Victor 2: non credergli!
Piper: ehi, pochi giorni fa eravamo senza padre, e adesso ne abbiamo due?
Victor 1: Phoebe, ti ricordi che avevi paura del buio, facevi tanti capricci, e io lasciavo la luce accesa in corridoio e la porta un po' aperta?
Victor 2: che trovata, quale bambino non ha paura del buio?
Victor 1: Prue, lei non ha mai avuto paura.
Piper: è vero Prue, il buio non ti ha mai spaventata.
Victor 2: pura fortuna, sono tornato per proteggervi, avete solo un modo per salvarvi, uccideteci.
Victor 1: stai bluffando.
Victor 2: ti sembra? Per salvarvi io sono pronto a morire.
Prue: Phoebe, avanti!
Phoebe: la formula magica annienterà tutti, anche il vero papà.
Victor 2: non esitate, coraggio.
Phoebe: Prue, l'anello che protegge dai sortilegi… (Prue sposta con il suo potere l'anello di Victor sul mobile, il padre vero lo prende e se lo mette.)
Prue: Phoebe, la formula!
Phoebe: "Se la casa in centro poni, non si salvan gli stregoni, se del bene sono ancelle, salve sono le sorelle, se la casa in centro poni, non si salvan gli stregoni, se del bene sono ancelle, salve sono le sorelle" (Cynda si ritrasforma nella creatura demoniaca, mentre il falso Victor diventa Marshall. Il vero papà cade sulle ginocchia. I demoni cominciano a sciogliersi.) No papà, no!
Victor: continuate, continuate!
Prue/Piper/Phoebe: "Se la casa in centro poni, non si salvan gli stregoni, se del bene sono ancelle, salve sono le sorelle." (I tre mutaforma si sciolgono del tutto, poi scompaiono. Victor è salvo. Le tre streghe scendono dalle scale e vanno incontro al padre, Prue lo aiuta ad alzarsi.)
Victor: non ero sicuro di come sarebbe finita.
Prue: neanch'io, a dire la verità.
Phoebe: tu prima non volevi che usassimo la magia…
Victor: infatti, quando credevo che foste ancora le mie bambine. Ma non lo siete più, è evidente.
Piper: lo siamo ancora, solo che ormai…
Prue: …siamo streghe.
Victor: eh, già, siete streghe. Eh, non avete davvero bisogno di essere protette da vostro padre.
[Scena: casa Halliwell, Prue è al telefono.]
Prue: (al telefono) no Andy, sto benissimo. Ma tra poco arriverà papà e quindi vorrei rimandare, ti spiace? (Arriva Phoebe.) Bene, grazie della comprensione, ciao! (Arriva anche Piper.)
Phoebe: lo chiami papà, ora?
Prue: è nostro padre, no? A proposito, quel vestito non è mio?
Phoebe: non avevo niente di elegante…
Prue: è una cena informale!
Phoebe: lo so, ma volevo essere elegante per papà. Chissà quando lo potremo rivedere.
Piper: tu vorresti che restasse con noi, vero?
Phoebe: non lo so, so che adesso non lo idealizzo più, adesso so come è fatto realmente. E di questo sono molto felice. Ora so di avere un vero padre.
Prue: e ora sappiamo anche che non è un mostro, il che è molto consolante per chi crede nella genetica!
Piper: a me non importa quanto rimarrà, sono felice che sia tornato, perché mi sembra di avere una famiglia normale. Per quel che significa. (Phoebe annuisce, poi il campanello suona.)
Piper: lupus in fabula… (Piper va ad aprire. Subito dopo torna in compagnia di un ragazzo.)
Prue: ah, lei deve essere il signor Wyatt.
Phoebe: il falegname?
Leo: mi chiamo Leo.
Phoebe: ciao Leo!
Leo: questa busta era fuori e così… (Porge una busta a Prue.)
Prue: ah, grazie.
Leo: accidenti che bella casa, non ne fanno più in questo modo.
Piper: già, però sta andando in rovina.
Leo: certo che le sapevano costruire, però manca la manutenzione. Dov'è questa porta?
Phoebe: ti accompagno molto volentieri, la soffitta è da questa parte. (Si avvicina a Leo dando una spinta a Piper, poi si avvia verso le scale. Prue ha aperto la busta e sta già leggendo al suo interno.)
Prue: Phoebe, aspetta!
Phoebe: (verso Leo) scusa un momento.
Prue: è andato via.
Piper: chi è andato via?
Prue: papà. Vi leggo il biglietto: "Bambine mie, devo partire immediatamente, non verrò. Del resto è meglio far calmare le acque. Questa (tiene in mano una videocassetta) è per ricordarvi quello che non dovete rinnegare. Un grande abbraccio, papà." (Le tre sorelle guardano la cassetta, su di essa ci sono le riprese di loro tre con Victor e la madre Patty, il giorno di Natale. Le tre streghe sono ancora molto piccole, stanno aprendo i loro regali e Piper ha ricevuto le scarpette da ballo, mentre Phoebe una bambola. Victor scherza e ride con loro e con Patty, poi si vedono le sorelle che guardano il video su una poltrona mentre la scena sfuma…)
Streghe (Charmed) ©
1998/2001 Warner Bros Television - Spelling Entertainment
"Charmed" is a
trademark of Spelling Television Production © 2001
Le trascrizioni degli episodi
©
2001 Antonio
Genna - Streghe
Italia
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