"Alieni e umani
- 2^ parte (How the Other Half Lives)" (2.14)
“Dunque, dunque…
Questa settimana so di correre il rischio di attirarmi le ire funeste di
alcuni roswelliani, che hanno manifestato il proprio entusiasmo nei
confronti di un episodio che invece io ho trovato leggermente un po’ sotto
tono…
Sarò più chiara: capisco l’entusiasmo, del tutto comprensibile, dei fans
della coppia Michael-Maria, che in effetti ha costituito il vero punto di
forza della puntata; quello che mi ha lasciata invece perplessa è ancora
una volta la storia dei cristalli.
Intendiamoci bene, non mi convinceva neanche prima, come ho già detto, ma
la conclusione della vicenda mi è parsa un po’ affrettata.
Il punto è questo: l’inizio della questione era stato abbastanza nebuloso
e graduale, caratterizzato dalla progressiva scoperta, da parte dei nostri
eroi, della terribile verità che si nascondeva dietro l’innocente
apparenza dei cristalli blu. Dopo un “crescendo” drammatico, che ha
portato ad una sorta di “climax” o di punto massimo raggiunto dalla
tensione emotiva, è decaduta improvvisamente la parabola della suspance
per sfociare in una scena che mi ha ricordato molto “l’invasione degli
ultracorpi” o “Alien”. Non senza un certo disgusto, diciamolo pure,
specialmente quando la “regina”, una specie di medusa molliccia, è sbucata
fuori dal corpo di Grant. Meglio non soffermarci sui dettagli
raccapriccianti…
Certo, è stato ammirevole e ancora una volta affascinante il sapiente uso
degli effetti speciali, ma salvo qualche breve sequenza, mentirei se
dicessi di essere rimasta incollata al video in attesa degli eventi.
Bisogna riconoscere però agli sceneggiatori l’ottimo colpo di scena della
scoperta di Grant come veicolo di trasmissione del nuovo virus. Fino a
quel momento avremmo giurato tutti, credo, che la persona contagiata era
stata Laurie, complice anche la questione del cromosoma difettoso, mentre
ad un tratto ci viene rivelato il dilemma interiore che anima Grant, alle
prese con la sua doppia identità.
Sono rimasta particolarmente colpita dalla scena girata nell’auto, quando
l’uomo chiede a Isabel di scendere dal veicolo per non farle del male.
Infatti la sua parte buona lo porta a proteggere la ragazza, mentre il suo
lato “oscuro”, diciamo così, lo spinge verso la distruzione propria e
altrui. In qualche modo quindi, lo sventurato archeologo trova la sua
redenzione finale, sottolineata anche dalla scelta di Isabel di rimanere a
vegliare il suo corpo, ormai esanime ma finalmente libero.
Altra questione è quella della grotta.
In questi episodi abbiamo sempre assistito ad un Alex un po’ in sordina,
mai pienamente protagonista della vicenda. A conferma di ciò, lo troviamo
ora, suo malgrado, imprigionato con Kyle nel sottosuolo, ma si trova
ancora a subire la situazione piuttosto che a diventarne protagonista
attivo.
I loro discorsi tragicomici, in vista della fine, mi hanno leggermente
stupito, lo ammetto: da due giovani a un passo da una morte prematura mi
sarei forse aspettata altre considerazioni…
Comunque sono stati provvidenziali gli esperimenti di Kyle con il
cristallo rinchiuso nella bottiglia, per scoprire il punto debole dei
“nemici”, ossia l’assenza di ossigeno. E se ben ricordate, non è la prima
volta che il simpatico, scettico e contestatore Kyle, si ritrova a salvare
l’intera compagnia, come per esempio era già avvenuto nell’episodio “Wipe
out!”, a seguito della scomparsa di tutti gli abitanti di Roswell.
Era evidente, comunque, che tutto avrebbe concorso ad un finale ad
effetto, che si è avuto nel momento conclusivo quando Michael, ferito, ha
rinchiuso Grant nella camera stagna e ha sottratto l’ossigeno all’aria,
provocando la morte dell’entità aliena annidata nel suo corpo. Ripeto, la
storia dei parassiti annidati in corpi umani non è inedita, ma qui è
stata, comunque, riproposta in un’originale veste roswelliana e non ci
lamentiamo del risultato…
Veniamo adesso alla storia parallela che ha visto protagonisti, ancora una
volta, Maria e Michael.
Che la ragazza fosse dotata di un’astuzia sopraffina era già risultato
evidente nella prima serie. Abituata a cavarsela da sola e ad
auto-difendersi nei confronti del mondo, Maria ha sempre sfoderato una
grinta invidiabile, che questa volta è stata davvero provvidenziale per
ottenere dagli zii di Laurie quello che volevano.
Infatti, dopo essersi procurata documenti compromettenti che provavano la
truffa perpetrata dai due ai danni della ragazza, si fa scudo della
legalità per far aprire definitivamente i cancelli della villa e salvare
la giovane da uno sventurato destino.
Qualche momento di leggera spensieratezza è stato fornito dalla sequenza
della piscina, nella quale Michael e Maria si godono temporaneamente le
gioie della bella vita…
Toccante invece la scena in cui Michael porge la mano a Laurie, facendole
quasi una promessa: l’aiuterà. Un gesto più eloquente di mille parole…
È stato gradevole ritrovare un Michael quasi inedito, ma senz’altro più
profondo e affascinante di tante altre occasioni. La storia di Laurie, che
si conclude con un auspicabile lieto fine, costituisce anche il giusto
pretesto per un riavvicinamento (definitivo?) tra Michael e Maria. La
passione che covava sotto la cenere finalmente riesce ad emergere, per la
gioia dei fans, dando vita a romantiche immagini di affetto, come la scena
finale.
In essa la telecamera si allontana progressivamente dai due ragazzi
abbracciati, come ha già fatto in occasioni analoghe, fino a fornire un
quadro di insieme, quasi a “spiare” i protagonisti in un momento di
tenerezza.
Si avverte qui un lieve compiacimento del regista, che “coccola” le sue
creature…
E come potrebbe essere altrimenti? Perfino il cuore di ghiaccio di una
dreamer come me si è intenerito, il che è tutto dire…Un bacione a tutti e
appuntamento alla prossima settimana!” |