Eccoci qui per il secondo appuntamento della serie.
Questa volta è più difficile esprimere un’opinione, volendo essere
totalmente sinceri. Persiste qualcosa che mi lascia leggermente perplessa,
tuttavia io stessa fatico non poco a mettere a fuoco il problema.
Per fare un po’ di luce, cominciamo dall’inizio: la corsa di Max. Devo
dire che si è trattato di una scena ottimamente interpretata, a mio
avviso, da Jason Behr, e in grado di trasmettere tutta l’ansia e l’urgenza
del momento. Credo sia piuttosto scoperta la volontà di puntare sul
gradevole aspetto fisico e l’agilità dell’attore per fare di questa scena
una sequenza “ad effetto”. E non si può negare che vi siano riusciti…
Dopo la morte di Nasedo, il contrasto tra Max e Michael, che si
alimenta di sottili equilibrismi psicologici, sta propendendo per un
rischioso conflitto. Michael, infatti, dopo aver raggiunto l’indipendenza
ed anche la nuova consapevolezza del suo ruolo di braccio destro del
leader, tenta di affermare il proprio potere decisionale e non può non
entrare in conflitto con la personalità altrettanto forte e decisa di Max,
che pur nella sua riflessività, sente gravare su di sé tutto il peso del
destino di un popolo e sa di dover scegliere per tutti.
A questo proposito come non spendere due parole sul parallelismo un po’
sorprendente tra la situazione di Max e la personalità e la storia del
Presidente J.F.K. Il paragone tra le due realtà, forse un tantino forzato,
è stato comunque utile a trasmettere il delicato stato d’animo del
protagonista, dilaniato tra l’etica da una parte e l’esigenza di risolvere
al più presto la spinosa situazione, dall’altra. Mi sto riferendo,
evidentemente, al potenziale rischio rappresentato dal nuovo direttore
dell’UFO CENTER, una figura decisamente ambigua, che si è insediata
prepotentemente nella storia, dando una brusca accelerata al fluire
naturale degli eventi.
Il misterioso oggetto ritrovato nell’UFO CENTER e l’arrogante
comportamento del ragazzo motivano le preoccupazioni dei tre alieni, che
sospettano legittimamente che si tratti di un nemico, anche se appariva
fin dall’inizio poco probabile che passassero all’eliminazione fisica del
soggetto. Era prevedibile oltre ché auspicabile, che Max non prendesse una
decisione così in aperto contrasto con i suoi valori morali lungamente
messi in luce dai passati episodi. La stessa scelta di Michael e Isabel a
favore dell’uccisione del ragazzo pareva poco probabile, essendo lo stesso
Michael ancora dilaniato dai sensi di colpa per la morte di Pierce.
Senza contare che un eventuale omicidio avrebbe compromesso il valore
etico di tutta la loro avventura.
Brillante il colpo di scena della rivelazione, da parte del giovane, di
essere stato rapito dagli alieni, che spezza improvvisamente la tensione
del momento alleggerendo l’atmosfera fino a provocare un lieve e spontaneo
sorriso.
Mi stupisce forse l’allontanamento di Liz, ancora comprensibilmente
turbata per le recenti vicende. Pur comprendendo il suo stato d’animo,
appare curiosamente mutato anche il suo rapporto con Maria, che non
avrebbe dovuto essere comunque turbato dalle vicende esterne, avendo
resistito a sollecitazioni ben peggiori.
Potremmo attribuire la colpa al nuovo lavoro di Liz, che l’ ha portata
lontano dal teatro degli eventi della scorsa serie, dove invece gli altri
continuano a muoversi disinvoltamente. Potremmo. Tuttavia Liz mi è parsa
“un pesce fuor d’acqua” al momento del suo ingresso al CrashDown Café.
Curiosa sensazione.
La figura di Courtney voleva apparire decisamente antipatica fin dalla sua
prima apparizione e c’è riuscita benissimo, perché al di là dei vari
spoilers che sono circolati in questi mesi, si è rapidamente giunti alla
rivelazione finale della sua vera identità di Skin. Non dubitiamo che
anche lei porterà qualche sconvolgimento negativo nella vita dei nostri
amici alieni.
Devo dire di aver apprezzato moltissimo invece la scena in cui Max, nei
corridoi della scuola, ha la sensazione di essere seguito e osservato da
qualcosa.
Le riprese in soggettiva, presenti già nella scorsa puntata ma in quell’occasione
riferite a Michael e Tess, risultano estremamente efficaci nel far salire
la tensione dello spettatore, che attende un colpo di scena da un momento
all’altro.
E il colpo di scena c’è stato, nel momento in cui Max ha fatto irruzione
nello stanzino, dove operava il tecnico, difendendosi con la barriera di
energia.
E’ evidente che i poteri degli alieni stanno aumentando, grazie anche alla
consapevolezza della battaglia imminente. Michael si esercita a spaccare
pietre mentre Max normalmente sfodera le sue armi migliori nelle
situazioni estreme per autodifesa.
Due parole, infine, per Tess e Kyle. Il loro rapporto, che si sta
naturalmente evolvendo da un’iniziale diffidenza reciproca verso
un’affettuosa amicizia non può non suscitare la simpatia e qualche sorriso
negli spettatori. Volta probabilmente anche a modificare l’opinione del
pubblico nei confronti di Tess, che fino a questo momento è stata
presentata come una ragazza sicura di sé e a tratti anche un po’
invadente, la tecnica degli sceneggiatori inizia a sortire il suo effetto.
Solo il seguito, però, ci dirà chi è veramente Tess e quale tra i numerosi
aspetti del suo carattere è più vicino alla realtà. Nulla a Roswell è ciò
che sembra, ormai l’abbiamo imparato.