"River Dog (River
Dog)"
(1.7)
Premetto che si tratta di un episodio denso di
avvenimenti e di colpi di scena, in cui non è facile scindere le
osservazioni personali dalla complessa e convulsa trama. Ma tenterò
ugualmente…
Facciamo prima di tutto un passo indietro nella narrazione: al termine
della scorsa puntata abbiamo lasciato i nostri eroi
in fuga dalla stanza sotterranea.
I ragazzi riescono ad introdursi nell’ angusto cunicolo che sbuca in
superficie portando con sé tutto il materiale che riescono a prendere ed
anche un ciondolo (con un misterioso simbolo alieno) trovato da Isabel.
Mentre accade questo, sopra le loro teste la “Signorina” Topolsky colpisce
pesantemente alla testa lo sceriffo Valenti per tramortirlo e questo atto
sconsiderato le costerà la copertura.
Sulla via del ritorno ciascuno dei ragazzi rincorre i propri pensieri e
mentre Liz considera quanto sia cambiata la sua esistenza dopo aver
conosciuto Max, tra Michael e Maria si approfondisce la conoscenza ed
anche il feeling.
Ovviamente l’ FBI non si rassegna al fatto di essersi lasciata sfuggire la
verità sotto il naso e prende i dovuti provvedimenti: prima ancora che i
ragazzi riescano a consultare i documenti raccolti, la loro casa viene
messa sottosopra da una banda di ladri, o perlomeno questa è la versione
ufficiale dell’accaduto.
In realtà i nostri amici non tardano a scoprire che il vero obiettivo del
furto non erano gli oggetti di valore bensì i documenti ritrovati a
Marathon, che prevedibilmente sono finiti dritti dritti nelle braccia
“amorevoli” dell’ FBI.
Valenti, dal canto suo, prosegue le proprie indagini personali e scopre
che il cadavere rinvenuto e fotografato nel ’59 con l’impronta argentata
sul petto altri non è che Atherton, lo scrittore, il quale evidentemente
era venuto a conoscenza di qualche mistero che avrebbe dovuto rimanere
tale. E mal gliene incolse…
L’assistente di Valenti, di origine indiana, identifica l’origine del
ciondolo di Isabel nella riserva indiana dei Mescalero, poco lontana da
Roswell. Non essendo prudente per gli alieni esporsi ulteriormente, Liz
sceglie per amore di andare in avanscoperta ad indagare, non prima, però,
di aver informato Max delle sue intenzioni.
Ho amato particolarmente questa sequenza, curata nei minimi particolari,
compresa la luce calda del tramonto che, filtrando attraverso la finestra,
valorizza il profilo dei due protagonisti. Max è evidentemente in ansia
per il pericolo al quale Liz si sta esponendo per amor suo ed il romantico
bacio mancato tra i due lascia lo spettatore col fiato sospeso e con
addosso un vago senso di incompletezza…
È alla riserva che veniamo a conoscenza dell’esistenza di River Dog, un
vecchio e misterioso indiano che evidentemente sa più cose di quante non
voglia rivelare e non tardiamo a scoprire che ha già avuto contatti con
gli alieni in passato, in particolare con il famoso “quarto alieno”, il
cui fantasma incorporeo e indefinito aleggia da diverse puntate nella
vicenda.
Lodevole la trovata di far sobbalzare la telecamera durante le riprese,
nella scena che vede Max, Liz e l’indiano Eddy camminare affrettatamente
verso la caverna, espediente che trasmette allo spettatore tutta l’ansia
del momento.
Una volta superata una prova (che, lo confesso, mi ha lasciata abbastanza
perplessa perché non chiara nella sua dinamica e nello scopo da
raggiungere) a Max e Liz è finalmente concesso di entrare nella caverna
che racchiude il segreto dell’origine degli alieni: alcuni graffiti
testimoniano il passaggio del quarto alieno e conservano gelosamente un
messaggio destinato a Max & Co., che però i nostri amici non sono ancora
in grado di decifrare.
A controbilanciare la serietà di questa vicenda provvedono come sempre
Michael e Maria, che attendono impazienti al CrashDown, e che per
ingannare il tempo e l’inquietudine “inciampano” nel loro primo e
simpatico bacio.
Che altro? Valenti e la Topolsky giungono finalmente all’inevitabile
faccia a faccia, e ormai giocano a carte scoperte. È difficile dire se
Valenti accetterà o meno la proposta della donna, che mira ad un reciproco
scambio di informazioni, ma stiamo imparando che lo sceriffo non è poi
sprovveduto come sembra e che soprattutto tiene moltissimo ad esercitare
la propria autorità all’interno della sua giurisdizione.
Abbiamo ragione di credere, quindi, che si rivelerà un osso più duro del
previsto “da rosicchiare” perfino per un agente navigato come la Topolsky… |