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SAN FRANCISCO (2)


RIASSUNTO: grazie a una visione di Phoebe, le tre sorelle Halliwell scoprono che devono recarsi in un’altra città per sconfiggere la loro più grande nemica: la Sorgente…

DATA DI CREAZIONE: dal 10 al 14 febbraio 2003

ADATTO A: tutti

DISCLAIMER: tutti i diritti dei personaggi di STREGHE appartengono alla WB e ad AARON SPELLING, tranne per il personaggio di John Beer (il demone Erothec), di invenzione dell’autrice. Il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.

La mia e-mail è rapiro84@libero.it

NOTA: gli eventi qui descritti potrebbero discostarsi di molto da ciò che conosciamo del telefilm, ma sono modifiche che ho dovuto apportare per la veridicità del racconto.


- Phoebe, sbrigati o farai tardi a lezione – urlò Prue dalle scale.
- Eccomi. Dov’è Piper? –
- È andata al P3 –
- Ok. Ciao sorellina, a dopo –
- A dopo. –
Le tre sorelle Halliwell erano da poco venute a conoscenza del fatto che la Sorgente voleva eliminarle e vivevano ogni giorno nel terrore di doverla affrontare. Certo, erano molto forti, però la Sorgente era l’incarnazione di tutti i mali, era come combattere contemporaneamente con tutti i demoni e gli stregoni esistenti sulla Terra, il che non era di certo una passeggiata. Però continuavano ad andare avanti, a risolvere i loro problemi di streghe e quelle di normali terrestri.
Piper era sempre alle prese con Leo, il loro angelo bianco. Loro due si amavano, ma Loro, i superiori di Leo, non davano loro il permesso di sposarsi e cercavano sempre di dividerli chiamando Leo in continuazione. Piper non ne poteva più: ogni volta che erano soli, che si abbracciavano o baciavano, lui diceva, con la faccia di un cane bastonato: “Mi stanno chiamando” e scompariva in un luccichio azzurro.
Phoebe e Prue erano single, la prima perché aveva scoperto che il suo adorato Cole in realtà era il temibile demone Belthazor, e la seconda perché aveva sempre Andy nel cuore, morto a causa di Tempus. Da qualche tempo non avevano relazioni stabili, solo qualche storiella passeggera che non le toccava minimamente quando finivano.
Da quando avevano scoperto della Sorgente non c’era più stato un momento di pace: i demoni continuavano ad attaccarle e, anche se ogni volta avevano la meglio, tutta quella tensione le stava stremando.

Una volta rimasta sola in casa, Prue terminò di fare colazione e poi andò a lavoro. Il lavoro alla Buckland era molto impegnativo, ma le piaceva moltissimo venire a contatto con meravigliose opere d’arte.
Quel giorno per Prue fu particolare, perché le fu presentato il suo assistente, John Beer, giunto da Los Angeles. Era un ragazzo molto bello, alto, con splendidi occhi azzurri e capelli biondi, aveva un fisico atletico ed era un grande esperto d’arte.
Prue rimase a bocca aperta quando lo vide entrare nel suo ufficio con il capo.
- Signorina Halliwell, le presento il suo assistente, John Beer –
- P-piacere, Prue – disse Prue diventando rossa e porgendogli la mano.
- Piacere mio –
- Bene, vi lascio soli così potrete conoscervi – disse il capo andandosene.
- Allora, quella sarà la sua scrivania. Credo che sappia già come lavoriamo qui, vero? –
- Certo. Ma dammi del tu, in fondo immagino che abbiamo più o meno la stessa età –
- Ok John. Allora, come prima cosa vorrei che mi facessi una stima preliminare di questo Monet. È molto importante stabilirne l’autenticità perché è il pezzo forte dell’asta di dopodomani. –
- Va bene. Vediamo, da una prima visura direi che risale intorno al 1867, la pennellata è tipica di Monet e i colori usati non tradiscono l’animo dell’autore. È del periodo impressionista, vedi come è sfumato il colore e le raffigurazioni tipiche? La cornice è molto pesante, direi ottone, con disegni di sculture tipiche del tardo 800. Da un primo esame direi che è autentico, ma a te l’ultima parola – disse soddisfatto il ragazzo.
- Molto bene. Te la sei cavata molto bene. Concordo con le tue osservazioni –
- Grazie –
- Prego –
La mattinata di Prue proseguì normalmente, a parte per il fatto che ogni tanto si incantava a fissare il suo assistente intento a valutare qualche pezzo da esporre all’asta.
Anche la mattina di Piper e Phoebe andò bene, senza alcuna premonizione, senza dover bloccare qualche demone. Sembrava proprio una giornata perfetta.

La giornata continuò ancora meglio, almeno per Prue, perché fu invitata a cena da John. Lei ovviamente accettò molto volentieri e si divertì molto con lui, dimenticano i demoni, la Sorgente e perfino Andy.
Fra Prue John scattò qualcosa da subito perché al termine della serata, sulla porta di casa, si baciarono. Prue non aveva mai baciato un ragazzo al primo appuntamento, eppure c’era qualcosa in quel ragazzo, oltre al fisico scultoreo, ad attirarla.
Mentre si stavano salutando imbarazzatissimi per quello che era appena accaduto, arrivò Phoebe, di ritorno dal P3.
- Ciao sorellina. Ehi, chi è questo bel fustacchione? – chiese rivolta al ragazzo.
- Phoebe! Lui è John Beer, il mio nuovo assistente –
- Piacere -
- Piacere –
Come le due mani si toccarono per stringersi in segno di saluto, Phoebe ebbe una premonizione: vide se stessa e le sue sorelle combattere contro un terribile demone con il volto giallo e gli occhi azzurri, lunghi capelli biondi e molto muscoloso.
Prue, accortasi del sussulto della sorella, si affrettò a congedare John.
- È stata una bellissima serata John, ci vediamo domani mattina –
- Okay, anch’io sono stato molto bene con te. Ciao –
- Ciao –
- Phoebe è successo qualcosa? – chiese Prue alla sorella una volta chiusa la porta di casa.
- Lui è un demone. Andiamo in soffitta. –
Dopo aver sfogliato per qualche minuto il Libro delle Ombre, trovò ciò che cercava.
- Eccolo! Erothec, il demone dell’amore. Fa innamorare di lui le streghe per poi ucciderle strappando loro il cuore e così anche i poteri. Ma è terribile! – disse Phoebe.
- Oh mio Dio! Ecco perché ero così attratta da lui! – esclamò Prue.
- Ovviamente può lanciare sfere di energia e spostarsi come gli altri demoni – continuò Phoebe.
- È molto potente. Qui dice che per batterlo bisogna usare il potere del trio e leggere questa formula dopo aver gettato a terra questa pozione – disse Prue.
- Prue, non devi più vederlo o sarai di nuovo sotto il suo influsso –
- Ma come faccio? –
- Non andrai a lavorare fino a quando non avremo un piano. Domani mattina devi chiamare a lavoro e dire che stai male –
- Sì, lo farò –
Mentre le due sorelle discutevano su come comportarsi il giorno seguente, entrò Piper che, vedendole abbattute, soprattutto Prue, chiese: - Ehi, cosa succede? –
- Niente, solo il ragazzo con cui sono uscita stasera è un demone – disse Prue con una punta di sarcasmo.
- Be’, ora possiamo dire che è successo a tutte e tre! – ironizzò Piper per sdrammatizzare.
- Già. Il fatto è che lui è deciso a prendere Prue e ucciderla, l’ha già ammaliata con i suoi poteri. Diciamo che è un dio dell’amore al contrario – disse Phoebe.
- Avete un piano? –
- Certo. Ora scendiamo in cucina e prepariamo la pozione – disse Prue strappando la pagina dal Libro delle Ombre che la riportava.
Le tre sorelle si misero di buona lena a preparare la pozione, e intanto raccontarono la loro giornata.
- Oggi Leo non si è nemmeno fatto vedere – disse Piper con amarezza.
- Vedrai che si sistemerà tutto – la anticipò Prue prima che Piper iniziasse a piangere pensando al suo impossibile amore.
- Ma sì sorellina, Leo ti ama e non vi terranno separati ancora per molto – disse dolcemente Phoebe.
- Speriamo. –
In quel momento comparve Leo: - Ragazze c’è un problema. –
- Lo sappiamo… Erothec –
- Già. È molto potente, dovete stare attente – continuò.
- Stiamo sempre attente, e comunque non è né il primo né l’ultimo demone che incontriamo – disse adirata Piper che, quando aveva di fronte a sé Leo, perdeva sempre il controllo.
- Ora devo andare. Ciao – disse Leo, dando un veloce bacio sulle labbra di Piper.
- Io non ne posso più! – urlò Piper, e la caraffa contenente il succo d’arancia esplose.
- Piper! – esclamarono in coro le due sorelle esasperate.
- Scusate –

La mattina seguente Prue non andò a lavoro e Piper e Phoebe rimasero a casa con lei in attesa del demone, il quale non si fece attendere troppo. Le tre sorelle erano intente a guardare la tv verso le dieci di mattina, quando la porta si spalancò ed entrò John.
- Prue, si deve andare al lavoro alla mattina – disse sghignazzando.
- John, o meglio… Erothec, non sono affari tuoi – disse Prue.
- Vedo che mi avete scoperto – e così dicendo il demone si presentò loro in tutta la sua mostruosità.
- Mamma che brutto! – esclamò Piper facendo una smorfia di disgusto.
Appena Piper ebbe terminato la frase, il demone le lanciò contro una sfera di energia che bloccò usando il suo potere.
- Bene bene, il potere del Trio! La Sorgente mi sarà grata dopo che vi avrò uccise –
- Non ne sarei così sicuro – esclamò Prue gettando ai piedi del demone la boccettina contenente la pozione.
Erothec però fu molto veloce e si spostò dall’altra parte della stanza prima che il liquido potesse toccarlo.
Phoebe non si fece prendere dal panico e lo attaccò sferrandogli un micidiale calcio. Come il suo piede colpì il demone, ebbe una premonizione: vide la Sorgente aggirarsi per una cittadina nel deserto, davanti a un locale chiamato Crushdown Cafè.
Tornata in sé gettò addosso al demone la botticina e Piper la imitò.
Ora Erothec era immobile, indebolito dalla pozione, e le tre sorelle si presero per mano e recitarono la formula per ucciderlo:

- Tu sei il demone dell’amore,
ma l’amore non conosci
il mio cuore tu tradisci
e per questo sparisci –

Dovettero recitare quei versi per tre volte prima che il demone si disintegrasse sotto i loro occhi.
- Bene. Anche questa è fatta – disse Phoebe, che non perdeva mai il suo senso dell’umorismo.
- Phoebe, è successo qualcosa quando hai toccato il demone? – le chiese Piper, che aveva notato il sussulto della sorella.
- Sì, ho avuto una premonizione… - e prese a raccontare ciò che aveva visto.
- Non ci voleva, battere la Sorgente non sarà semplice. – sentenziò Prue quando la sorella ebbe terminato il racconto.
- Già. E oltretutto non sarà nemmeno qui. Dobbiamo cercarla – continuò Piper.
- Non credo che ci siano molti locali con quel nome, non credete? –
- Sì, allora mi metto subito alla ricerca via Internet. Phoebe, tu prova con il pendolo e tu, Piper cerca notizie nel Libro delle Ombre – disse Prue prendendo in mano la situazione.
Phoebe si sedette sul divano poggiando sul tavolino la cartina geografica degli Stati Uniti, si concentrò e fece muovere il pendolo.
Intanto Piper cercò notizie sul Libro delle Ombre, ma quel locale non era menzionato e sulla Sorgente diceva ben poco.
Dopo qualche minuto Phoebe esclamò: - New Mexico! Si trova nel New Mexico, ma non so in quale città. –
- Bene, stringo il mio campo di ricerca – disse di rimando Prue.
Dopo qualche minuto disse: - Roswell! Il posto è Roswell, dove sono atterrati gli alieni –
- È vero! Bastava fare un collegamento col nome – disse Phoebe.
In quel momento Piper le raggiunse: - Trovato qualcosa? –
- È a Roswell, New Mexico –
- Con tutti i posti che ci sono proprio nel deserto doveva andare! Farà un caldo infernale- esclamò Piper appresa la notizia.
- Non è questo il momento di pensare al caldo – rimbeccò la diplomatica Prue.
- Be’, non ci resta che prendere i biglietti, fare le valigie e non dimenticare a casa il Libro delle Ombre – concluse Phoebe allegra per il viaggio.
- E Leo – aggiunse Piper.
- Già. Leo, Leo… Leoooooo – lo chiamò Prue.
- Eccomi – disse comparendo.
- La sorgente è… -
- A Roswell. So già tutto. Non ci resta che partire. –

Dopo qualche giro di telefonate per avvertire al lavoro e per prenotare i biglietti, le tre sorelle prepararono i bagagli e con Leo si diressero verso l’aeroporto.
- Sento che, nonostante tutto, sarà una bella esperienza – disse Phoebe sorridendo.
- Speriamo – dissero in coro Prue e Piper.

CONTINUA IN ROSWELL (3)

Scritta da Kassandra


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