Roswell.it - Fanfiction

IL SEGRETO


Riassunto: Cosa sarebbe successo se il giorno della sparatoria Max non avesse usato i suoi poteri per salvare Liz?

Data di creazione: 1/04/2001 - 30/04/2001 e 26/05/2001 - 02/06/2001

Valutazione: Adatta a tutti

Disclaimer: Tutti i diritti dei personaggi descritti nel racconto appartengono alla casa di produzione Warner Bros,il racconto è di proprietà del sito di Roswell.it.

E-mail: cindy86@inwind.it

Quel pomeriggio il Crashdown Café era più pieno del solito. Io avevo un mal di testa tremendo, ed era un miracolo se le gambe riuscivano ancora a sorreggermi.Andavo avanti e indietro per il locale senza fermarmi neppure un secondo.Ogni volta che la porta si apriva, guardavo speranzosa verso l'ingresso, ma di Maria neanche l'ombra; soltanto decine di clienti affamati e chiassosi che entravano e uscivano in continuazione.
-Liz,hai l'aria stravolta!Hai bisogno di una mano?
A quelle parole mi girai di scatto:in una mano avevo tre piatti colmi di anelli di saturno,nell''altra uno Speciale e due missili al chili,che,nel giro di qualche secondo,si ritrovarono sparsi sul pavimento.
-Oh, Santo Cielo!Che pasticcio....-mi piegai immediatamente per raccogliere tutto.
-Caspita,non pensavo che la mia visione ti avrebbe fatto un effetto del genere!- di nuovo la voce di prima. Alzai il capo:era Alex.
-Alex!!!!!Ma perché diavolo mi hai spaventato in questo modo?!-gli urlai inferocita.
-Siamo un po' nervosetti oggi,eh?-mi disse ironicamente. Anche lui si piegò,e mi aiutò a raccattare ciò che avevo fatto cadere.Quando finalmente riuscimmo a ripulire tutto,gli rifilai un seccato "Grazie"e scomparsi in cucina.
Ero dietro al bancone,quando incominciai a sentire le prime grida. Due uomini di mezz'età,probabilmente ubriachi fradici,si erano alzati ed avevano iniziato ad insultarsi pesantemente. Io mi avvicinai,per cercare di calmarli,non potevo permettere che scoppiasse una rissa. Ero proprio dietro ad uno di loro,quando l'altro tirò fuori la pistola. Successe tutto in un attimo: sentii  un atroce dolore all'addome. Tutto ciò che mi circondava cominciò ad offuscarsi,fino a scomparire completamente. Buio,tutto quello che vedevo era solo buio. La mia morte non me la sarei mai immaginata così. Avevo sempre sognato di passare i miei ultimi giorni di vita in un caldo letto,circondata dall'affetto del mio futuro marito,magari dei miei figli e perché no,anche dei miei nipotini .E invece stava succedendo, adesso, nel locale in cui lavoravo,a soli 16 anni!Ben presto anche i miei pensieri si dissolsero, rapiti dalla scheletrica mano della Morte...e tutto finì,come quando finisce un sogno,come quando finisce una tempesta,come quando  finisce la vita...

Aprii leggermente gli occhi,senza troppa convinzione:avevo paura di quello che avrei potuto vedere o sentire. Ero circondata da una luce accecante, alcune figure ruotavano intorno a me,che sembravo distesa su una specie di lettino.Poi le ombre incominciarono a prendere una forma ed un colore e compresi che erano.... ....persone!Persone in carne ed  ossa!I loro volti,non ancora del tutto nitidi,mi erano familiari,come se li conoscessi da una vita...Ed allora capii tutto.
Per l'emozione,emisi un breve gridolino,ma appena cercai di alzarmi,una tremenda fitta all'addome mi costrinse a rimanere immobile.Contorsi la bocca dal dolore,poi qualcuno mi abbracciò.Sapevo che era mia madre,si quella era proprio la sua voce...Chiusi gli occhi,e quando li riaprii vidi che intorno a me,oltre a mia madre, c'erano anche mio padre e Maria . Ora i loro volti erano ben definiti,e le loro voci squillanti mi traforavano il timpano,in ogni caso non mi importava,ero  al settimo cielo! Anche se mi sentivo molto stanca, trovai comunque la forza di sorridere:ero viva.

Io,Maria e Alex eravamo seduti su una panchina,nel giardino dell'ospedale:tirava un lieve venticello e il sole stava scomparendo dietro la collina. Era da circa mezz'ora che Alex e Maria si scambiavano degli strani sguardi,che non mi quadravano .Così decisi di intervenire.
-Ehi,ragazzi,volete finirla con questo assurdo ping-pong di occhiatine?-dissi decisa.
-Occhiatine?!Quali occhiatine?-rispose,visibilmente imbarazzato, Alex.
-Vi avverto, se continuate così,anche solo per altri 5 secondi io me ne vado!-ribadii seccata.
A quel punto Maria si alzò,guardò per un ultima volta Alex e incominciò a parlare: - Liz,non siamo stati noi a portarti qui,in ospedale intendo. Non sono stati neanche i tuoi genitori...E' stato un ragazzo, della nostra età,suppongo. Lo vedo spesso al Crashdown. E c'era anche l'altro pomeriggio,quando ti hanno sparato. Appena è successo lui è corso subito verso di te, ti ha preso in braccio e ti ha portata via. O almeno questo è quello che mi ha detto Alex,non è così?-chiese rivolta a lui.
-Sì,è andata così. Aveva un'aria molto preoccupata,sai Liz,quasi come se tenesse molto a te,come se in qualche modo ti conoscesse,da tanto tempo....
Tutto quello che mi stavano dicendo era assurdo:un perfetto sconosciuto arrivato dal nulla,mi vede ferita per terra e mi porta via con se,senza neanche aspettare l'ambulanza!Non aveva alcun senso!
-Io,io non so che dire....è pazzesco!-non sapevo esattamente cosa stavo provando in quel momento:era un misto fra felicità e stupore.
-Ti ha caricata sulla sua jeep e si è diretto verso l'ospedale. Io ovviamente l' ho seguito,ma quando sono arrivato qui tu eri già in rianimazione.Lui si è come volatilizzato,è scomparso-continuò Alex.
-Che significa "è scomparso"?-chiesi allibita io.
-Significa che ti ha portata fin qua,e poi se ne andato- rispose .
La cosa si faceva sempre più strana,perché quel ragazzo mi aveva salvata?E soprattutto:come era possibile che tenesse tanto a me se non mi conosceva neppure?Abbassai lo sguardo,strappai un filo d'erba ed incominciai a giocherellarci.Avevo bisogno di riposo,ero stravolta.-Credete che dovrei andare a ringraziarlo?-domandai stupidamente.
-Mi sembra il minimo,mia cara Liz!- esclamò Maria- Io,al posto tuo, gli chiederei anche di uscire...!
-E dai Maria!-obbiettai leggermente in imbarazzo.
-Credimi,è davvero carino!- disse sorridendo,con il suo solito tono allegro. Anche io sorrisi.Dovevo considerarmi una ragazza molto fortunata:non è certo da tutti i giorni venire ferite in una sparatoria ed essere salvate da un uomo misterioso.

Era già passato qualche giorno da quando mi avevano dimessa. Ero ritornata a scuola,al lavoro, insomma avevo ricominciato a vivere come prima,anche se il pensiero di quel ragazzo mi tormentava in continuazione.Avevo scoperto da Maria che era alto,aveva gli occhi scuri,ed era bruno.Anche lei l'aveva intravisto,quando era uscito correndo dal Crashdown.Il punto è che ogni volta che vedevo un ragazzo che corrispondeva all'incirca alla sua descrizione,il cuore incominciava a battermi come non so che cosa, era davvero irreale.

Stavo chiedendo le ordinazioni a un tavolo,quando Maria mi venne incontro,tutta eccitata.
-Oh, mio Dio Liz!Il tuo misterioso eroe è appena entrato nel locale!-mi disse lei,quasi gridando.
Io guardai istintivamente verso l'ingresso del Crashdown: era alto,due stupendi occhi nocciola,capelli castano scuro,quasi neri. Era davvero carino,molto più carino di come me l'ero immaginato...
- Beh?E che cavolo ci fai ancora qui,impalata?!Muoviti,su,su!- esclamò Maria,dandomi una leggera spintarella.
-Ehi,ma sei sicura che sia lui...?-chiesi io, indecisa.
-Certo che sono sicura,e ora vai,stupidina!- mi incitò. Avevo le mani sudate,e tremavo come una foglia.
-Ma....... - provai un'ultima volta,pur sapendo che sarebbe stato inutile.
-Niente ma!Mi occupo io di questo tavolo...Catapultati dal tuo principe azzurro,Liz!- mi sussurrò ridacchiando.
Non  molto convinta mi diressi verso il tavolo dove intanto si era accomodato. Con aria il più possibile disinvolta, biascicai un incomprensibile "Cosa ti porto?". Lui alzò gli occhi dal menù: probabilmente aveva capito.
-Per ora nulla, grazie.Sto aspettando degli amici,ordinerò quando ci saranno anche loro .- mi rispose abbastanza freddamente. Sapevo ciò che dovevo fare,e sapevo che dovevo farlo adesso. Restai qualche istante a fissarlo,immersa nei miei pensieri. Poi mi decisi" Okey,Liz. O adesso,o mai più".
-Ehm....scusa,vedi...il fatto è che i miei amici mi hanno detto che...si,insomma che...il giorno della sparatoria,tu...tu mi hai portato all'ospedale,è così?No,perché sai...cioè loro potrebbero anche essersi sbagliati!- riuscii a dire con un certo imbarazzo. Lui mi guardò,e mi rispose semplicemente.
-No,non si sono sbagliati.
-Ah, bene....ecco io sono venuta qui per...si,solo per ringraziarti,credo...- Come tutta risposta lui annui distrattamente. Certo non mi aspettavo che mi venisse incontro e che  mi abbracciasse, però speravo in qualche parola di più .Così io raccolsi tutto il mio coraggio.
-Senti,non vorrei sembrarti troppo indiscreta,ma potrei sapere il tuo nome? Insomma,infondo mi hai salvato la vita...
-Io non ti ho salvato la vita- ribadì bruscamente. Ci fu un attimo di silenzio.-Comunque io mi chiamo Max - concluse . Non avrei mai immaginato che un ragazzo tanto carino,avesse un carattere così orribile. In ogni caso non avevo nessuna intenzione di interrompere la conversazione.
-Oh, beh...Ciao Max,il mio nome è...-dissi tranquilla.Ma lui mi sorprese.
-Liz- mi interruppe- Il tuo nome è Liz -ripeté. Pronunciò quest'ultima frase con una voce così melodiosa da far venire i brividi,come se stesse recitando una splendida poesia.Io divampai,diventai improvvisamente bordeau e balbettai: -Tu...tu...sai il mio...il mio nome?!
-Il cartellino. L' ho letto sul cartellino - rispose dolcemente,indicandomi la piccola targhetta argentata che avevo applicata sul  grembiule verde acqua,su cui era inciso il mio nome.
Io arrossii nuovamente.Poi sorrisi. -Già che stupida, mio Dio, dove ho la testa oggi?!
-In un bel posto,spero- osservò timidamente Max .
-Sì,credo che si trovi in un posto davvero stupendo...- dissi guardandolo intensamente. Lui evitò con delicatezza il mio sguardo,e guardò di sfuggita l'ingresso.
-Abiti qui a Roswell , suppongo- continuai decisa. Lui annui. -E che scuola frequenti?- gli chiesi un po' meno sicura. Avevo la netta sensazione che tutte quelle domande gli dessero fastidio,e pensandoci bene,non aveva tutti torti. Intanto mi ero seduta davanti a lui,e giocherellavo nervosamente con un fazzolettino di carta.
- L'unica che c'è in questa città sperduta nel deserto. Seguiamo entrambi il corso di biologia,due ore alla settimana:il lunedì e il mercoledì,con il professor Seligmann .Tu ti siedi  al primo banco vicino a quella tua
amica biondina.Presti sempre molta attenzione alla lezione,e prendi appunti su appunti. Mentre la tua amica solitamente dondola la testa annoiata oppure rosicchia nervosamente la matita - puntualizzò, lasciandomi letteralmente a bocca a aperta .- Dì un po' ,ti entusiasma così tanto osservare la gente?- scherzai. Max però non mi rispose,guardò improvvisamente verso l'ingresso,con aria turbata. Anche io mi voltai. Erano appena entrati una ragazza alta,bionda, molto carina ed un ragazzo anche lui abbastanza alto,con i capelli  sparati e uno sguardo  diffidente. Lui lo conoscevo,era Michael Guerin,tutti a scuola lo conoscevano:era l'unico ragazzo degli Stati Uniti che aveva rischiato l'espulsione circa un centinaio di volte .Maria lo riteneva sexy,ma io non ci trovavo proprio nulla in un ragazzo del genere.
-Sono i tuoi amici,vero?- domandai a Max. -Già- rispose distrattamente. Loro si stavano avvicinando al tavolo lanciandosi strane occhiate,che non prevedevano nulla di buono.
Appena arrivarono io,impulsivamente, mi alzai e cedetti loro il posto.Incominciarono a squadrarmi da cima a fondo,come se fossi un terribile mostro verdastro,ricoperto da ripugnanti squame,ma forse è meglio non soffermarci  più di tanto su questo particolare...Il fatto è che questa loro ostilità aveva impregnato l'aria di tensione .Io,che avevo ormai assunto un colore violaceo,lanciavo brevi sguardi a Max,il quale però non sembrava accorgersi di nulla. Era troppo impegnato a proteggersi dalle occhiate fulminanti che gli sferravano spietatamente i suoi amici.La situazione stava degenerando e io non sapevo assolutamente come comportarmi: l'unico modo per interrompere quella ridicola guerra era sfoderare uno dei miei migliori sorrisi( solitamente più finti di quelli di Barbie)ed esclamare un solare"Allora,cosa vi porto ragazzi?".Ci provai,ma dalla bocca mi uscì soltanto un sommesso mugugno,che, in ogni caso,riuscì a richiamare la loro attenzione.Era il mio momento,ma non sapevo proprio cosa dire.Cominciai a riflettere:dovevo dire qualcosa di semplice,ma non troppo banale; dovevo dargli l'impressione di essere originale..
Quando ormai i ragazzi stavano già per rilanciarsi all'attacco io dissi, tutto d'un fiato- Ciao,io sono una cameriera del Crashdown.Mi chiamo Liz .-  certo non era molto originale,ma soddisfacente. Poi intervenne il mio adorato Max: -Ehm..lei è mia sorella Isabel e lui il mio amico Michael- disse rivolto a me. Loro incominciarono nuovamente a fissarmi con un certo distacco e si sforzarono di farmi un sorriso,che sicuramente esprimeva tutto tranne cordialità. -Comunque...volete ordinare?- chiesi, quasi sottovoce. Subito nessuno mi rispose,ci fu qualche attimo di silenzio interminabile,e poi Max corse in mio aiuto:-Credo che ordineremo dopo Liz.

Era quasi ora di cena,e io avevo appena terminato il mio turno al Crashdown.Stavo riponendo le ultime cose nell'armadietto quando improvvisamente la porta sul retro si spalancò e comparve Michael.Non fui esattamente entusiasta di questa visita inaspettata,ma riuscì comunque ad accoglierlo con un allegro -Ciao Michael!- lui però non fu della mia stessa cordialità,anzi mi afferrò violentemente per un braccio e mi trascinò fuori.
- Dimmi di cosa avete parlato te e Max l'altro pomeriggio!- mi aggredì. Io subito rimasi un tantino stupita per questo suo comportamento, ma risposi con estrema  determinazione:
- Beh,scusa tanto, ma non sono cose che ti riguardano!
-Finiscila! E' importante. Devo sapere cosa ti ha detto Max riguardo...-disse.Poi si interruppe indeciso.
-Riguardo?- domandai, piuttosto interessata.
-Riguardo a noi,Liz - io lo guardai sempre più stupita.Non sapevo neanche  lontanamente a cosa alludesse: Michael era strano,sembrava terrorizzato. Immaginai che a qualunque cosa si stesse riferendo fosse molto importante,e non solo per lui - Voi chi?- chiesi. -Io,Max e Isabel - nella sua voce si poteva notare una punta di insicurezza: forse stava cominciando a intuire che io ero completamente all'oscuro di tutto - Michael,io non ci capisco più nulla...- borbottai,leggermente seccata. Lui tirò un sospiro di sollievo,appoggiò la testa contro il muro e per qualche secondo restò immobile. Sembrava che si fosse tolto un enorme peso....Io continuavo a non capire. Pensavo comunque di dovergli dare un ulteriore conferma.
- Comunque lui non mi ha parlato affatto di voi,puoi stare tranquillo-lo rassicurai. Lui mi guardò e disse soltanto: -Bene- e,senza neanche salutare scomparve nel buio del viottolo. Io rimasi impalata per qualche istante osservando la sua ombra che si dileguava,correndo.

Il corridoio della Roswell High brulicava di adolescenti che entravano e uscivano dalle aule senza sosta, chiacchieravano animatamente,ridevano,spensierati. Io non riuscivo a smettere di pensare allo strano incontro della sera scorsa, e guardavo imbambolata,senza mostrare minimo interesse,Maria che mi aggiornava sulle ultime voci che giravano a scuola:se avessero fatto una gara per i più pettegoli dell'istituto, lei avrebbe certamente vinto il primo premio,non c'erano dubbi. Poi vidi Max Evans che attraversava il corridoio, anche lui mi notò e mi salutò con un cenno del capo.Mentre io gli sorrisi dolcemente. Quella notte l'avevo sognato. Era stato davvero stupendo:noi due abbracciati sotto un celo stellato....era stato così romantico...
-Terra chiama Liz, terra chiama Liz!Ehy Liz?!Sei ancora in questo mondo?- strillò abbastanza alterata Maria.
- No -dissi -Credo proprio di no...-ripetei osservando Max  che si allontanava.Lei si voltò nella direzione in cui stavo guardando e capì al volo -Mi sa proprio che qui,qualcuno si sia preso una bella cotta!!!!Tu che ne dici?
-Oh, non credo proprio,Maria- le risposi arrossendo lievemente.
-Non fare la stupida!Se ne sono accorti anche i muri !- esclamò - E ora come la mettiamo con Kyle?-mi domandò infine. -Ma che centra lui,adesso?!- chiesi, fingendomi stupita.
-Se per qualche strana perversione mentale tu non te ne fossi ancora accorta ti fa il filo, mia cara Liz. Inoltre qualche tempo fa anche tu ci avevi fatto un pensierino- sentenziò Maria,molto sicura di se. 
In effetti non aveva tutti i torti. Conoscevo già da un po' di tempo Kyle ed ero stata sempre attratta da lui. Certo,non era proprio l'uomo della mia vita,però era ottimo per divertirsi. Insomma avevo solo 16 anni,l'uomo perfetto poteva aspettare!Era carino, simpatico,non molto intelligente e neanche più di tanto maturo,ma a me non dispiaceva. Da quando avevo conosciuto Max però qualcosa era cambiato,la mia vita era cambiata. Con uno sguardo noi due riuscivamo a trasmetterci sensazioni molto intense che valevano più di mille parole. Non avevo mai avuto un' intesa simile con un ragazzo,era spettacolare. Probabilmente Maria aveva ragione mi ero presa una bella cotta,o forse era già qualcosa di più....Ma no,come potevo essermi innamorata di un ragazzo che conoscevo a malapena?!Era completamente assurdo,eppure.....eppure sapevo,o meglio sentivo che fra di noi stava nascendo qualcosa,qualcosa di molto forte. "Aveva un'aria molto preoccupata,sai Liz,quasi come se tenesse molto a te,come se in qualche modo ti conoscesse,da tanto tempo..." mi ritornarono in mente le parole di Alex. Negli ultimi giorni mi erano accadute delle cose davvero strane,che non sapevo spiegarmi in alcun modo: dall'inspiegabile atto eroico di Max,all'ambigua visita di Michael.
-Secondo te,perché Max mi ha salvato la vita?- chiesi ,senza pensarci troppo, a Maria.
-Ma perché è pazzamente innamorato di te!!!- esclamò ironica. Ma io volevo una risposta seria,non c'era nulla da ridere -Seriamente,Maria- la rimproverai. -Liz,io  non credo sia importante perché o come Max ti abbia salvata. L'unica cosa che conta è che tu sia ancora viva -questa volta non stava scherzando. Certamente non potevo contraddirla,in ogni caso io avevo bisogno di sapere, era una mia necessità,presto tardi avrei dovuto affrontare con lui l'argomento: avevo come la sensazione che mi stesse nascondendo qualcosa. 

Erano già passati più di 2 mesi dal giorno della sparatoria.Ormai avevo dimenticato tutto ciò che era successo o  almeno speravo di averlo dimenticato. Ma non era così: sapevo che Max era coinvolto in qualcosa,e questo pensiero mi tornava spesso alla mente. Inizialmente avevo cercato di convincermi che Michael era completamente fuori di testa, però i suoi occhi quella notte esprimevano qualcosa di veramente sconvolgente,lo ricordavo alla perfezione. Ogni tanto sentivo il disperato bisogno di parlare a Maria di tutti questi miei dubbi,di tutte queste mie incertezze,ma sapevo che erano solo stupidaggini,completamente frutto della mia fantasia infantile. Io e Max eravamo diventati molto amici,spesso studiavamo insieme o uscivamo a farci due passi( non pensate male!),niente di più. Non era successo nulla,o almeno nulla di ciò avevo sempre sognato,di ciò che avevo sempre sperato che accadesse. Avevo lasciato perdere Kyle,ci parlavo a malapena,e tutto questo perché credevo che Max fosse il ragazzo giusto.Alle volte pensavo di essere una povera illusa,eppure quando lo guardavo non potevo sbagliarmi su cosa provavo,e non potevo sbagliarmi neanche su ciò che provava lui;avevo capito che questo suo fantomatico segreto gli impediva di vivere una vita spensierata,da ingenuo sedicenne, e che quindi,probabilmente gli impediva anche di provare determinate sensazioni,o sentimenti:in pratica gli impediva di stare con me...Ma non era giusto pensare tutto questo,non potevo avere la presunzione di sapere tutto,quando in realtà non sapevo proprio niente. Dovevo parlare a Max,il più presto possibile,non c'era altra soluzione.

-Che ne dici di domani?- era la voce di Maria,che,per un attimo,mi riportò alla realtà.
- Cosa?- chiesi,ancora assopita nei miei pensieri - Che significa "cosa?"?E' da circa mezz'ora che non parliamo d'altro!- esclamò un po' seccata. Io continuavo a non capire - Ti puoi spiegare?- domandai abbastanza
 pigramente. Maria si portò la mano alla fronte e assunse un espressione esasperata- Santo cielo, Liz! Non mi dire che non hai ascoltato neanche una parola di quello che ti ho  detto?!- io annuii timidamente.
- Il termine "osmosi" ti ricorda niente?- mi chiese sarcasticamente.- Certamente: è il fenomeno di diffusione tra due liquidi miscibili attraverso membrane semiimpermeabili!- esclamai orgogliosa.
- Nient'altro?- mi domandò con aria ormai rassegnata. Scossi energicamente il capo:forse avevo dimenticato qualcosa nella definizione...eppure mi sembrava perfetta- Cos'è un indovinello,Maria?
- No,no,no!!!!!- strillò lei,sull'orlo di una crisi di nervi- Possibile che non te ne ricordi?! La ricerca,Liz,la ricerca sull'osmosi,diamine!!!!.
Io impallidii. Me ne ero completamente dimenticata: un mese prima ci avevano assegnato questo compito,che da come ne aveva parlato il professore,sembrava essere molto importante. Dovevamo consegnarlo la settimana
prossima...non ce l'avremmo mai fatta!
-Ho notato che ultimamente hai un po' la testa tra le nuvole,o sbaglio?- mi fece osservare Alex,che era appena entrato nella conversazione - In effetti hai ragione. Da qualche tempo non sono più io. Il punto è che non so che mi sta succedendo- risposi,un po' triste. Faceva caldo quel pomeriggio e il sole era alto nel cielo. Noi tre eravamo seduti ad uno di quei tanti tavolini che riempivano il cortile del liceo. In un tavolino appartato,lontano da tutti gli altri sedevano Max,Michael e Isabel. Tutti e tre avevano un aria molto tesa: gli occhi di Isabel erano gonfi e arrossati,sembrava avesse pianto,e anche molto. "Strano" pensai" L' ho sempre pensata una lastra di ghiaccio...."e senza accorgermene ero ricaduta nel vortice dei miei pensieri,lasciandomi trascinare,piano, come una foglia che vola lieve,accompagnata dal vento.
- Lo so io che ti stà succedendo- sentenziò furiosa Maria- Devi levartelo dalla testa Liz!-esclamò alludendo a Max -Siamo quasi alla fine dell'anno e l'unica cosa a cui devi pensare ora è la scuola!Ricordi ancora il significato della parola "scuola"?!
Io non sapevo assolutamente cosa ribattere,e forse era meglio che me ne stessi zitta. Ma lei non approvò affatto questa mia reazione- Oh,ma certo tu non hai di questi problemi,giusto?!Già perché tu hai una vita perfetta,hai una famiglia perfetta!Sei il tesoro di tutti i professori....ma devi sapere che per me le cose vanno moolto diversamente,cara mia! Io se non consegno in tempo la ricerca rischio seriamente di essere bocciata quest'anno,hai capito?!E tu invece di aiutarmi,che fai?Passi le tue intere giornate a pensare al tuo adorato Max...- Maria era letteralmente esplosa. Non si era mai rivolta a me in quel modo,era incredibile...Mi stava ferendo profondamente,ma dovevo risponderle- Guarda che anche io ho i miei problemi,cosa credi?!Non ho affatto una vita perfetta...- risposta sbagliata!
-Oh,certo poverina,anche lei ha i suoi problemi,come ho fatto a dimenticarmene?!-mi urlò ironicamente, -Certo,direi che aver trovato l'uomo dei tuoi sogni a sedici anni,è davvero un grosso problema!!!!!Ah,ora ricordo qual'è il tuo più grande problema: la scuola!Già credo proprio che il 5 che prenderai per questa ricerca ti perseguiterà per tutta la vita!Ma perché non provi ad essere un po' meno egoista ogni tanto?Perché non provi a guardarti intorno?!Perché non la smetti di pensare solo a te stessa?!
-Finiscila!- riuscii a gridare. Alex,che fino a quel momento se ne era stato zitto,forse per la paura che Maria lo divorasse vivo(in effetti con la faccia che aveva,non mi sarei affatto stupita),intervenì:- Si può sapere che cosa diavolo ti prende,eh?- anche lui aveva il tono di voce abbastanza alto. Ormai intorno al nostro tavolo si era formato un copioso gruppetto,certamente le nostre urla non erano passate inosservate;e tra loro intravidi Max...oh, mio Dio allora aveva sentito tutto!Ma non era importante pensare a lui adesso,ora dovevo cercar di far ragionare Maria,il che si stava dimostrando un'impresa assai difficile.
- Vuoi seriamente sapere che mi prende?!Beh,allora ti accontento subito: la verità è che voi non mi conoscete!Neanche tu Liz mi conosci!Non mi conosce nessuno!Nessuno!!!!!- strillò per concludere.Poi guardò me ed Alex negli occhi,ed una lacrima,lenta le rigò il viso. Se l'asciugò in fretta e corse via,borbottando qualcosa di incomprensibile. Non l'avevo mai vista così,rimasi a fissarla per un bel po'....Ci conoscevamo da un sacco di tempo,e,fra noi due,non era mai successo nulla del genere.Ci volevamo troppo bene per litigare,o almeno questo era quello che credevo cinque minuti prima. Ora non sapevo cosa pensare,anche io avrei voluto piangere.  Avrei voluto che Max mi venisse incontro,che mi abbracciasse e che mi dicesse che andava tutto bene,ne sentivo il disperato bisogno...Tutto quello che stava succedendo era davvero stupido,stupido e insensato .Maria non si era mai arrabbiata con me per sciocchezze simili!Alex mi prese la mano e mi disse:
-Liz,non ti preoccupare,le passerà...Ne sono sicuro.
- Maria ha ragione- sentenziai- Io penso solo a me stessa.
- Questo non è affatto vero- mi rassicurò Alex - Tu sei una delle persone più disponibili che io abbia mai conosciuto,credimi- le sue parole in parte mi rincuorarono, ma non riuscirono a spazzare via il mio tremendo senso di colpa - Non dire certe cose: è sedici anni che la conosco,e non mi sono mai accorta che aveva dei problemi. Dovrei vergognarmi- dicendo così,mi allontanai dal cortile. Passai vicino a Max. Lui mi guardò cercò di prendermi la mano,ma io mi ritrassi.
-Liz...- mi sussurrò. -Lascia perdere,Max!- ribadii io,gelida. Poi scappai via, in lacrime.

Chiusi l'enciclopedia esausta. Neanche se avessi studiato tutta la notte sarei riuscita a concludere la ricerca per l'indomani. Era quasi mezzanotte,così  andai in bagno e mi lavai velocemente i denti;indossai il pigiama pulito e mi infilai sotto le lenzuola. Ma non riuscivo a prendere sonno,anche se ero stanchissima. Il mio egoismo mi aveva trascinato in questa palude di solitudine in cui stavo sprofondando lentamente; l'unico che mi tendeva la mano era Alex,il mio grande ed inseparabile amico,che avrebbe fatto di tutto per me. Purtroppo però lui era troppo debole per tirarmi fuori. Poi c'era  Max : era dietro un albero, che mi guardava. Avrebbe voluto aiutarmi,ma  c'erano Michael e Isabel che lo trattenevano. Inoltre non riuscivo a spiegarmi tutta quella collera,quell'odio che avevo intravisto negli occhi di Maria,la sua voce così tagliente e crudele.
Improvvisamente sentii dei rumori provenire dal mio piccolo terrazzino : all'inizio pensai fosse il vento,ma poi capii che lì fuori c'era qualcuno. Così mi alzai e mi diressi lentamente verso la finestra.Un ombra si stava avvicinando a me,gesticolando. Incominciai a sentire anche una voce,abbastanza acuta:
- Liz!Liz! Aprimi diamine!Qua fuori si gela!- io spalancai le ante. Avrei dovuto immaginare che fosse lei.
- Maria?!- esclamai con un certo stupore. Restai a fissarla per qualche minuto,sulla finestra.
-Che hai da guardare?!- mi chiese lei impaziente- Se è per il pigiama,beh sono uscita con quello che avevo addosso,non potevo certo perdere tempo a cambiarmi,rischiando anche di farmi scoprire da mia madre!- continuò. - E' successo qualcosa?- domandai con distacco. Maria sbuffò rumorosamente- Hai intenzione di farmi stare fuori ancora per molto? Sto diventando un ghiacciolo...
Io mi spostai e la feci entrare. Lei si accomodò sul letto ed assunse un aria alquanto triste:
- Liz, ti devo parlare...- iniziò - Io non penso affatto che tu sia un'egoista.
- Ah,no?Allora perché mi hai detto tutte quelle cose l'altro giorno?- chiesi un po' seccata.
- Io sto attraversando un periodo orribile...- disse mentre gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime. Sembrava davvero disperata,così le sedetti vicino e l'abbracciai. Infine le sussurrai- Maria,qualunque problema tu abbia, me ne devi parlare,non sopporto vederti piangere,lo sai. Sarò anche un'egoista ma mi manca troppo il tuo solito buonumore,e quei tuoi raggianti sorrisi- lei però continuava a singhiozzare- Si tratta di tua madre?- le domandai ,tenendola stretta. Finalmente riuscì a rispondermi:
-Se quest'anno verrò bocciata, ha minacciato di ritirarmi da scuola e di farmi lavorare al suo negozio...è terribile.  Da quando sta con Jim è cambiata,non è più lei. Pensa solo a se stessa e mi tratta come uno scarto di fabbrica...
-Amy ?!- chiesi stupita- Già, Liz. Per non parlare poi di quel mascalzone di Michael...Oh, santo cielo!Non ho mai odiato nessuno così,in vita mia!- sibilò. Indossava solamente un pigiamino celeste e una leggerissima vestaglia
 a fiori;portava due scarpe da jogging, abbastanza consumate,senza calze. Aveva i capelli in disordine ed era bianca come un lenzuolo....I suoi occhi esprimevano uno sconforto ed una tristezza che non avrei mai pensato di vedere in una ragazza così allegra e vitale come Maria.
- Ma stai parlando di QUEL Michael ?- domandai sempre più allibita. Lei annuì debolmente e appoggiò la testa sulla mia spalla- Sono sempre impazzita per il suo fondoschiena, lo sai, ma poi l'altro giorno nell'ora di letteratura ha incominciato a fissarmi. Mi fissava e rideva. Io alla fine della lezione ci ho fatto una bella chiacchieratina. Ma sai,una cosa tira l'altra, e così...è così....insomma,in conclusione, ci siamo ritrovati  nella stanza dei cancellini! - a quella rivelazione trasalii. - Ma come è stato possibile Maria?
- Io non lo so,Liz. E' successo e basta- si fermò per un momento- Questa storia è durata per un po', ma non andava al di là di qualche bacio, certo i baci erano davvero fa-vo-lo-si,però...però non c'era dialogo,capisci?! Non poteva continuare così,allora ho deciso di parlargliene. E sai quell'imbecille che mi ha detto?!Beh,mi ha detto che se la stanza dei cancellini non mi bastava più potevo anche dimenticarmi questa stupida storia....Così è finito tutto...- quando pronunciò quest'ultima frase il suo pianto si fece più sommesso, tirò su col naso e alzò gli occhi.
- Io non ti capisco. Perché soffri in questo modo per un ragazzo così stupido e menefreghista? Credimi,non ne vale la pena,tu meriti di meglio- cercai di consolarla,anche se non mi riuscì molto bene. Per quale motivo Michael poteva farlo e Max no?Ma chi diavolo si credeva di essere?!Di certo non gliel'avrei fatta passare liscia a quel verme...Ecco,stavo di nuovo pensando a me stessa, era davvero più forte di me: ora mi dovevo concentrare sui problemi di Maria.
- All'inizio la pensavo anche io come te- disse- Ho cercato in tutti i modi di togliermelo dalla testa,ma è stato tutto inutile. Più ci pensavo e più ci stavo male. Sai,lo so che è stupido, ma credo proprio di essermi innamorata,Liz. Mi sono innamorata di Michael Guerin.

Aprii il mio armadietto svogliatamente: presi il quadernone e gli appunti di chimica. Già mi stavo immaginando la scenata che mi avrebbe fatto il professore, stranamente non ne ero terrorizzata,più che altro avevo paura per Maria. Oggi però non l'avevo vista a scuola. Forse aveva pensato bene di procurarsi qualche finto mal di testa,in modo da saltare la lezione di chimica.
Ero terribilmente in ritardo, ma non avevo nessuna intenzione di aumentare il passo,anzi più mi avvicinavo all'aula più andavo piano. Ero già davanti alla porta della classe,quando sentii delle voci che provenivano dal bagno dei ragazzi; in altri momenti non me ne sarebbe importato nulla,non sono mai stata una tipa curiosa, ma adesso....Beh, adesso ogni pretesto era buono per cercare di ritardare il più possibile l'incontro con il professore. Così ritornai indietro ed incominciai ad origliare. Ben presto capii che quelle erano le voci di Michael e di Max.....
- Noi due non stiamo insieme, Michael!- gridò improvvisamente Max.
- Ah,no?! Allora come mai ti sta sempre appiccicata?!- replicò Michael.
- Siamo solo amici. Perché non ti fidi di me?
- Dovrei?!Ci avevi detto,anzi giurato, che non avresti mai fatto nulla per attirare la sua attenzione su di noi! E invece alla prima occasione certamente non hai perso tempo....
- Avrei dovuto lasciarla morire?!
- Sì, Max. Avresti dovuto- quelle parole mi ghiacciarono il sangue nelle vene. Avevo capito fin troppo bene che stavano parlando di me. Stavo già per andarmene, ma sentii dei violenti rumori metallici provenire dall'interno: un trambusto infernale. E allora intuii che erano passati alle mani. Spalancai violentemente la porta del bagno: Max era per terra e sopra di lui c'era Michael che cercava di fermargli le braccia. Appena mi videro saltarono in piedi all'istante.
- Ma che diavolo sta succedendo?- chiesi con gli occhi lucidi.
- Vattene, Liz!- mi investì Michael. Io,non avevo nessuna intenzione di lasciarli lì a malmenarsi- Neanche per sogno !- gli gridai. - Ho detto vattene!- si inferocì lui. Poi intervenne Max:- Calmati, Michael!
- No, che non mi calmo,amico mio!- lo aggredì. Io,certamente non potevo starmene zitta. E trovai l'argomento migliore per spiazzarlo - Ho sentito cosa hai detto prima a Max su di me. Il succo è che dovrei stargli lontana non è così?!Sentendo queste parole allora mi è venuto in mente cosa hai fatto TU con Maria,caro il mio Michael!Perché non racconti un po' a Max,cosa è successo qualche tempo fa nella stanza dei cancellini,eh?!Scommetto che non ne sa niente....- gli dissi tagliente. A quelle parole Max impallidì. Prese Michael per un braccio e gli chiese:- Che significa tutto questo?Cosa è successo fra te e Maria?!
- Niente- rispose lievemente a disagio- E comunque è finito tutto- ero riuscita ad incastrarlo,finalmente!Ma le cose non andarono esattamente come avevo previsto. - Ma il punto non sono io. Volevo soltanto divertirmi un po',ecco. Non provo assolutamente nulla per lei. So a malapena il suo nome. Il punto siete voi due. E soprattutto tu Liz!- urlò Michael rivolto a me. Poi mi si avvicinò- Devi stare lontano da noi! Devi stare lontano da Max!Ti è chiaro il concetto,ragazzina?! Noi siamo diversi da te,da tutti gli altri!Non potremo mai condividere nulla con voi. Il legame che lega me,Max e Isabel,va al di là di tutto. Anche dell'amore- dicendo così guardò prima Max e poi nuovamente me- Sparisci dalla nostra,anzi dalla sua vita!-queste ultime frasi furono una vera e propria pugnalata al cuore. Ma la cosa che mi ferì più di tutte fù il fatto che Max non fosse intervenuto,come se, infondo, anche lui fosse d'accordo con Michael. Scappai via in lacrime e mi rifugiai nel bagno delle ragazze. Quel mostro non aveva un pizzico di cuore,lo odiavo!O forse odiavo me stessa,perché mi ero innamorata di un ragazzo impossibile.

Fuori pioveva a dirotto. I fulmini squarciavano senza pietà il cielo,mentre i tuoni rimbombavano violentemente contro le pareti del Crashdown, come se volessero distruggerle. Come se la pioggia volesse rapirmi e portarmi con se. Avrei volato sul mondo,avrei visto mille città e luoghi paradisiaci di cui non  sapevo neppure l'esistenza, sarei potuta scappare dalla realtà,e dentro di me era questo che desideravo più di ogni altra cosa: sfuggire dai miei problemi,anche se sapevo che loro mi avrebbero inseguita,e forse sarebbe stato peggio.
Il locale era chiuso ormai da qualche ora ma io ero ancora lì a spolverare,a spazzare per terra,a tirare su le sedie,a pulire la macchina del caffè,e a lavare i piatti. I miei genitori erano andati a trovare mia nonna a Bethesda,e sarebbero stati fuori tutto il week-end,mentre Maria era molto impegnata nel completare quella famosa ricerca,quindi dovevo fare tutto da sola. Nella mie testa centrifugavano un sacco di pensieri,che non riuscivo in alcun modo a fermare. La scenata che mi aveva fatto Michael, mi aveva profondamente colpita. Mi domandavo come facesse Maria ad essere innamorata di quell'infido verme... Mi fermai a ragionare su Max: io ero innamorata di lui,su questo non c'erano dubbi,ma lui provava le stesse cosa per me? Insomma,il fatto che non avesse reagito alle urla di Michael mi aveva un po' confuso le idee. Forse mi ero fatta troppe illusioni su di lui, senza considerare la realtà,senza considerare che magari a lui non importava un fico secco di me. E poi c'era un'altra cosa che mi aveva lasciata perplessa:da qualche giorno,in città,era arrivata una nuova ragazza,mi pareva si chiamasse Tess...sì, Tess Harding , che gironzolava sempre intorno a Max. Durante le lezioni passavano ore ed ore a fissarsi,proprio come facevamo un tempo io e lui. Lei era molto  carina,infatti anche altri ragazzi dell'istituto le facevano il filo...Però con Max era diverso: sembrava che Tess esercitasse una sorta di potere su di lui. Ad esempio avevo notato che,quando parlavano insieme, si imbambolava e la fissava intensamente ,come se fosse ipnotizzato.
Stavo pulendo il bancone,quando mi accorsi che fuori,sotto la pioggia c'era qualcuno che mi stava osservando. Mi avvicinai all'ingresso del Crashdown,e sulla soglia del locale,immobile, c'era Max. Io gli aprii la porta.
-Ciao Max - dissi a bassa voce.
- Ciao- ribattè- Ehy,ma sei bagnato fradicio!Vuoi qualcosa per asciugarti,non so un' asciugamano...- gli chiesi quasi sussurrando- No,grazie non ne ho bisogno- la sua voce dimostrava insicurezza,ma nello stesso tempo profonda tristezza- Io volevo solo parlarti.
- Parlarmi?E di cosa?- domandai. Avevo un brutto presentimento,come se la cosa che mi stava per dire mi avrebbe distrutta.
- Di quello che ti ha detto Michael, l'altra mattina ,a scuola- rispose tutto d'un fiato. Mi sembrava  nervoso - Ah...- dissi solamente,fingendomi stupita. - Mi dispiace per come si è comportato. Non aveva alcun diritto di trattarti così. Però...- ebbe un attimo di incertezza,ed io non persi tempo- Però?
- Però ciò che ha detto, è giusto. E' giusto perché io sento che fra noi due sta nascendo qualcosa. Ed io non mi posso permettere che questo accada-. Io ebbi un fremito- Perché Max?- chiesi debolmente.
- Perché io non posso affezionarmi a nessuno. Devo stare con Michael ed Isabel. So che è questo è il mio destino. Loro sono tutto ciò che ho-. Io chiusi gli occhi,e gli presi la mano- Questo è un addio,vero?
-Sì,Liz. E' un addio- lui mi  si avvicinò,piano e mi abbracciò. Fu il momento più bello,ma anche il più brutto della mia vita.Ero fra le braccia del ragazzo che amavo,anche se lui mi stava dicendo addio. Avrei voluto che il tempo si fermasse per sempre,ma sapevo che era impossibile;quel momento che avrei voluto fosse interminabile,finì troppo presto .Max si sciolse dolcemente dall'abbraccio e mi sussurrò- Dimenticami,Liz. Per sempre.
Poi si allontanò senza voltarsi e uscì dal locale. - Ti amo!- urlai fra le lacrime. Ma lui non mi sentì,era troppo distante. Continuai a fissarlo mentre correva sotto la pioggia. Poi vidi una cosa che riuscì definitivamente a spezzarmi il cuore.
Dall'altra parte della strada c'era Tess,che stava gesticolando animatamente per attirare l'attenzione di Max. Così si era fermato ed avevano incominciato a parlare. Lui le si stava avvicinando sempre di più ,lentamente. Continuavano a parlare; anche lei era bagnata fradicia. Erano ormai a soli due centimetri di distanza. Un  lampo accecante illuminò la strada: Max Evans stava baciando Tess Harding. 

Mi guardai tristemente allo specchio: avevo gli occhi spenti e il viso terribilmente pallido; quella notte non ero riuscita a  dormire neanche per un secondo,ero distrutta. Cercai di nascondere con il trucco quell'orribile faccia che mi ritrovavo,ma fu tutto inutile: anche un cieco si sarebbe accorto della  disperazione che esprimeva il mio volto. Mentre mi stavo rifacendo il letto notai con disappunto che il cuscino era letteralmente inzuppato;la sera prima non avevo smesso un attimo di piangere. Tess che baciava Max . Mi vennero i brividi, e lottai duramente per riuscire a cacciare indietro le lacrime. Non dovevo pensarci più, altrimenti sarei scoppiata.
- Piccola mia,ti senti bene?- mia madre era entrata silenziosamente in camera mia,e non aveva potuto fare a meno di notare il mio sguardo sconvolto. Sicuramente lei era l'ultima persona a cui avevo intenzione di parlare dei miei problemi,non sapevo neanche se parlarne a Maria .- Mai stata meglio,mamma- risposi abbozzando un sorriso. Lei mi guardò non troppo convinta. Poi io presi lo zaino,ci misi dentro qualche libro,assolutamente a casaccio,e uscii senza salutarla.
Fuori il cielo era di un colore livido,spessi nuvoloni grigi impedivano ai raggi di sole di illuminare quella già così squallida mattina. Guardai l'orologio: erano solo le 7.30 ed io ero già davanti all'ingresso della Roswell High; così mi sedetti abbastanza annoiata sulla scalinata,tirai fuori gli appunti di biologia ed incominciai a ripassare. Qualche minuto dopo la macchina dello sceriffo Valenti si parcheggiò davanti alla scuola e ne scese Kyle .
-Ehi, Liz!- mi salutò allegramente .- Ciao Kyle - fu la mia banale risposta.Poi mi si avvicinò e si sedette al mio fianco. Quel giorno era davvero carino .- Allora,come ti vanno le cose?- mi chiese sorridendo. -Peggio di così non potrebbero andare- dissi sinceramente.Lui mi guardò perplesso- In effetti sembra che tu sta' notte non abbia chiuso occhio....Oggi hai, per caso, qualche interrogazione importante?
-No,nulla del genere- ribattei con aria sconsolata .- Comunque non mi va di parlarne.....
- Capisco- sentenziò lui- Il fatto è che sei molto più carina quando sorridi- mi disse dolcemente.-Oh,grazie Kyle,sei molto gentile. Tu trovi sempre il modo di farmi sentire speciale-mentii. Quelli erano solo degli stupidi complimenti che sarebbero potuti uscire dalla bocca di qualsiasi altro ragazzo,anche da Max Evans....ma ero fermamente convinta che con lui sarebbe stato diverso. Ogni volta che mi parlava,ogni volta che mi toccava,ogni volta che mi guardava  riusciva a trasportarmi in un altro mondo,in un mondo fantastico al di là del cielo, al di là della realtà,al di là dei sogni,dove io e lui volavamo soli, per mano in una dimensione tutta nostra. Ripensai a quel caldo abbraccio,e una lacrima mi scese lenta,rigandomi il viso.
-Liz, ma che ti succede?-chiese preoccupato Kyle .- Ho detto che non mi va di parlane- risposi bruscamente. In quel momento aprirono le porte della scuola. Io mi alzai e corsi via senza dire una parola;i corridoi della Roswell High erano deserti e i miei passi rimbombavano in quel malinconico silenzio.Raggiunsi l'aula di biologia e mi raggomitolai sul banco,in lacrime.

Finalmente suonò la campanella dell'ultima ora:era stata una giornata pesantissima. Ero riuscita ad evitare per tutta la mattina sia Maria che Alex, perché ero sicura che uno dei loro soliti interrogatori,del tipo"Ma cosa ti è successo?" "Perché stai piangendo?" "Ti senti poco bene?" ecc..,mi avrebbe letteralmente distrutta. Per fortuna  non avevo incontrato neanche Max,ma questo non mi faceva sentire di certo meglio. Prima o poi avrei dovuto affrontarlo,e sarebbe stato terribile. Uscii con prudenza dall'aula e mi avviai verso il mio armadietto;mentre stavo riponendo i libri nello zaino, Maria mi piombò davanti. "Questa non ci voleva" pensai.Inspirai profondamente ed esclamai- Ciao Maria!
- Guarda che non sono stupida: è tutta la mattina che cerchi di evitarmi!- mi rimproverò piuttosto irritata.-Ma che dici?!- dissi,fingendomi stupita,mentre mi allontanavo dall'armadietto. Lei naturalmente mi seguì- Hai una faccia da funerale,Liz!Si può sapere che ti è successo?- mi chiese alterata. Io continuavo ad avanzare,decisa più che mai ad interrompere quella conversazione.-Assolutamente niente!-risposi un  po' seccata. In quel momento però urtai involontariamente un altro studente; mi voltai per scusarmi,ma la persona interessata era proprio Max Evans. E vicino a lui c'era Tess: si stavano tenendo per mano. Lo guardai negli occhi con un odio e una rabbia che non avrei mai pensato di provare nei suoi confronti,poi crollai. Scappai piangendo e mi rifugiai nella stanza dei cancellini. L'immagine di quei due che si baciavano mi ritornò di nuovo in mente,ma mi ricordai anche con quale falsità e malignità, Max mi aveva detto tutte quelle cose,quell'abbraccio che io avevo trovato così fantastico  e soprannaturale era stata solo una presa in giro.....
Qualcuno mi abbracciò affettuosamente: era Maria. A quel punto mi trovai in dovere di dargli delle spiegazioni.
- Lo so che mi consideri una sciocca per questo pianto infantile,non dovrei disperarmi così solo perché il ragazzo che mi piace sta con un'altra- le dissi fra le lacrime .- Credo che questa sia molto di più di una stupida cottarella...Altrimenti non soffriresti tanto,non è vero?- mi domandò un po' preoccupata.
- Io lo amo,Maria. Ma non è solo questo che mi distrugge - tirai su col naso e mi appoggiai ad uno scaffale- Ieri sera Max è venuto al Crashdown,e mi ha detto che in questo momento non si può permettere che fra noi due nasca qualcosa,che deve restare solo,che non si può affezionare a nessuno.....Ha anche detto che il suo destino è quello di stare con Michael e Isabel.Poi appena è uscito dal locale ha incontrato Tess e si sono baciati....li ho visti io, con i miei occhi,ora capisci?!- le raccontai. Maria era sconcertata,ma lo divenne ancora di più quando Max entrò nella piccola stanza.
- Senti,Liz...Posso spiegarti...- balbettò il ragazzo. Maria si voltò di scatto e gli sorrise malignamente- Avanti spiegati,caro mio!- lo punzecchiò, perfida.Ci fu un momento di silenzio:non c'era nulla da spiegare la verità era fin troppo evidente .A quel punto la mia amica esplose in un fiume di parole assolutamente prevedibile- Hai qualche difficoltà a trovare le parole,amico?!Se vuoi ti aiuto io!"Beh, Liz se la vuoi proprio sapere tutta ho giocato con i tuoi sentimenti;ti ho parlato così, al Crashdown,perché sono un cacasotto .Vedi,non ho avuto il coraggio di dirti che stavo con quell'oca di Tess Harding!"-lo canzonò infuriata Maria - Ti piace come spiegazione?Se vuoi apportare alcune modifiche sei libero di farlo. Ma non provare a tirare fuori quella stupidata del destino, perché ti tiro una scarpa in faccia. Ah,un'altra cosa: ti consiglierei di ingegnarti un po' di più sul modo più veloce e perfido di scaricare le ragazze. O, almeno,potresti essere un tantino più furbo: a mio parere baciare Tess davanti agli occhi di Liz, è stata una pessima idea. Inoltre la faccia tosta con la quale ti sei presentato qui da lei era troppo irreale,so che sai fare di meglio....-concluse tutto d'un fiato. Max era stato lì,immobile ad ascoltare,o meglio a subire. Ma Maria non aveva ancora finito - Se vuoi tirargli un bel ceffone sei libera di farlo,ma non credo sia il caso di perder tempo con un ragazzo simile!- disse rivolta a me. Io mi avvicinai a Max,lentamente.-Devi starmi lontano!Ti è chiaro il concetto ragazzino?!Noi siamo diversi da te, da Michael e da  Isabel!Non potremo mai condividere nulla con voi. Max Evans sparisci dalla nostra,anzi dalla mia vita!- urlai con tutto il fiato che avevo in petto. Lui deglutì e per la prima volta,quando i nostri sguardi si incrociarono,non provai più quella sensazione,così bella e soprannaturale, e forse neanche lui la provò. In quel momento avrei voluto rimangiarmi tutte quelle cose orribili che gli avevo detto,avrei voluto chiedergli scusa. Ma sapevo bene che questo non sarebbe mai accaduto e che molto probabilmente quella sarebbe stata la fine della nostra "amicizia"; Abbassai la testa,forse avevo capito,tutto quanto. La colpa di tutto quello che stava accadendo era del segreto. Il segreto che li avvolgeva,era la loro vita,forse era la cosa più importante che avevano,l'unica. Non mi aveva mentito,non avrebbe mai potuto farlo;lui voleva che io sapessi,ma era dietro l'albero, c'era un ostacolo, sicuramente un ostacolo più grande di lui,la verità,quello che nascondeva era l'ostacolo. Improvvisamente sentii tutto ciò che stava e che aveva provato,come se per un secondo vedessi il mondo con i suoi occhi,con gli occhi di uno che mentiva tutti i giorni,con tutti,che doveva nascondere la sua vita, doveva nascondere chi era veramente. Incominciai a tremare,e un'improvvisa ondata di nausea mi fece barcollare.
- Un giorno saprai la verità,te lo prometto- e con queste parole scomparse dietro la porta. " No, Max. Il termine che hai usato è sbagliato: io, Liz Parker non saprò la verità,ma la scoprirò e anche molto presto. Ti giuro che non avrò pace fino a quel giorno".

Una luce fioca illumina una piccola stanza. Ci sono un tavolo ed alcune sedie. Un uomo,non troppo alto sulla quarantina,va su e giù per l'angusta saletta. Ha un'aria molto seria,preoccupata - Pierce è a Roswell - la sua voce è bassa ma molto determinata. Altre quattro ombre si muovono. Li riconosco: Max, Michael, Isabel e Tess. Tutti e quattro sono seduti intorno al tavolo, farfugliano qualcosa. Non capisco. Michael si passa una mano fra i capelli: sembra terrorizzato. Si alza e si avvicina all'uomo. - Che significa?- chiede.
- Non fare domande stupide- lo strano individuo è brutale- Dobbiamo andarcene di qui, al più presto- conclude. Interviene Max - Non se ne parla proprio - non è molto sicuro - Non possiamo abbandonare tutto.
- Tutto cosa?- ora è Michael che s'infuria - Io non ho niente a Roswell - il suo tono è malinconico. - Ti faccio notare che la sottoscritta ha una famiglia,a cui tiene molto!- Isabel è intervenuta.
- La tua famiglia siamo noi, adesso - l'uomo si gratta il capo pensieroso. Tess non apre bocca, sembra scocciata e annoiata da tutte quelle chiacchiere.
- Pierce è pericoloso e vuole noi due, Max - la cupa voce dello strano individuo si fa risentire - Dobbiamo nasconderci in un posto sicuro - sentenzia. - Credo che l' FBI sappia di Michael, Isabel e Tess. Anche loro sono in pericolo, ed inoltre non credo che Pierce si faccia scrupoli: farà di tutto per arrivare a noi due - Max resta sempre della sua opinione .- Non li toccherà. Non è così stupido. La scomparsa di tre ragazzi non potrebbe certo passare inosservata, e Pierce non può permettersi di venire scoperto- l'uomo è fermamente convinto.
- Il tuo discorso non ha senso!- lo attacca Max. - Smettila!- la voce severa dell'anonimo individuo lo investe.
- No! Smettila tu!- Max risponde infuriato. Si alza dalla sedia ed esce. L'immagine si offusca sempre di più,diventa buio totale: il sogno è finito. 

La sveglia non voleva smettere di suonare: avevo ormai schiacciato tutti i pulsanti possibili,ma quella continuava imperterrita. Così aprii svogliatamente gli occhi, ed incominciai ad esaminare quel terribile strumento di tortura. Eccolo là,il dannatissimo pulsantino rosso era proprio vicino al display; lo premetti infuriata e finalmente il silenzio rincominciò a regnare in quella calda mattina di giugno: l'ultimo giorno di scuola era arrivato.
Maria mi stava già aspettando sotto casa tutta eccitata .Così mi alzai,mi lavai velocemente,indossai una magliettina rossa e dei jeans aderenti e in un minuto raggiunsi la mia amica.
- Ma come siamo carine sta' mattina!- osservai allegramente.
- Beh,amica mia, era necessario. Sai benissimo che questo è l'ultimo giorno che ho,per far colpo sui ragazzi!- mi rispose spiritosa,lei. Il giorno dopo infatti  sarebbe partita per un piccolo paesino sulle coste messicane, dove non c'era un under-60 neanche a pagarlo d'oro.
- Sei contenta di partire?- le chiesi incuriosita. -Andrò in un ranch vecchio di almeno 100 anni,sperduto nel deserto, ad assistere la vecchia zia di mia madre che non sa neppure andare in bagno da sola, fai un po' tu...- mi disse sconsolata .- Fatti coraggio. Io dovrò passare tutta l'estate a vedere quei due piccioncini che si sbaciucchiano davanti ai miei occhi - la consolai, alludendo a Max e Tess.
Nei corridoi si respirava un'aria frizzantina ,tutti sembravano euforici ed eccitati,anche i professori mi davano quell'impressione...Gli unici quattro ragazzi del liceo a cui sembrava fosse crollato il mondo addosso,erano Max, Michael, Isabel e Tess. Erano riuniti accanto ad un aula ormai in disuso,e parlottavano misteriosi,come era loro solito. Li osservai meglio,ed improvvisamente un'inquietante sensazione di dejà-vu mi fece sussultare. In quel momento mi ricordai il sogno: loro quattro riuniti intorno al tavolo,e quello strano uomo...Io non riuscivo a capire,cosa poteva significare quella visione?"Forse ho avuto una specie di premonizione,probabilmente sto ' diventando una sensitiva,o qualcosa del genere" mi dissi sorridendo" O forse è solo il subconscio che mi sta giocando dei brutti scherzi" pensai,cercando di auto convincermi.
- Certo che, se hai intenzione di continuare a fissarli in quel modo per tutta l'estate, puoi anche suicidarti, ti garantisco che soffriresti di meno - osservò sarcastica Maria. - Ma non è per Max e Tess... - ribadii soprappensiero - Vedi, Maria qualche minuto fa ho avuto come una sensazione di dejà-vu, mi capisci?- le domandai. - Ma si,anche a me a volte succede...- rispose non troppo preoccupata. Sicuramente io non avevo nessuna intenzione di allarmarla con il mio stupido sogno,così dissi solamente - In effetti hai ragione,sarà solo una stupidaggine!
Passai l'intera giornata a scrivere su una ventina di fogli, centinaia e centinaia di esercizi per le vacanze. Da questo punto di vista odiavo l'ultimo giorno di scuola: il solo pensiero che avrei dovuto svolgere tutti quei compiti,mi faceva venire il mal di testa. Riuscii a non pensare più al sogno,ma d'altro canto non riuscivo a dimenticare Max ; forse avrei dovuto parlargliene,in fin dei conti ne era coinvolto,anche se ,certamente, non mi avrebbe accolto a braccia aperte,dopo quello che era successo. Nella pausa pranzo,però lo incontrai nel corridoio, l'incrocio dei nostri sguardi fu inevitabile, mi fermai davanti a lui e gli dissi d'impulso - Ti devo parlare, Max - Lui mi guardò stupito,ma non mi sembrava molto convinto - Senti,non centra un cavolo con quello che c'è fra te e Tess! - lo assalii con disprezzo. Max non reagiva,continuava a fissarmi,come se fosse ipnotizzato; a quel punto io lo afferrai spazientita per un braccio e lo trascinai nella stanza dei cancellini.
- Io ti ho già detto tutto, Liz - mi disse  malinconico. - Innanzi tutto ti ripeto che non sono qui per parlarti di questo e poi,scusa,  tu non mi hai detto proprio un bel niente!- risposi infastidita.
- Perché mi hai portato qui?- chiese quasi sottovoce. - Ho fatto un sogno molto strano sta' notte - incominciai.
- Che genere di sogno? - mi domandò non troppo interessato .- C'eravate tu, Michael, Isabel e Tess, seduti intorno ad un tavolo,in una piccola stanza. Poi ho visto anche un uomo- Max mi interruppe:- Scusa,com'era quest'uomo?- il suo volto aveva cambiato improvvisamente espressione,come se ciò che avevo detto lo avesse sconvolto. - Era un uomo qualunque, circa sulla quarantina,un po' pelato, se non ricordo male...Ma il fatto che mi preoccupa di più è che era così reale, non ho mai fatto un sogno così in vita mia - mi fermai un secondo per prendere fiato- La cosa inoltre che mi ha sconvolto maggiormente è stato il dialogo: insomma,era totalmente senza senso,o almeno per quanto ne so io. Magari tu potresti capire...- lo guardai non troppo convinta.
- Che cosa ci siamo detti nel sogno? - il suo tono così fermo e serio,stava cominciando a preoccuparmi,ma non avevo nessuna intenzione di starmene zitta. - Parlavate di un certo Pierce...si, mi pare sia questo il suo nome. In pratica sembravate molto preoccupati perché questo tizio era a Roswell,e l'uomo ti ha anche proposto di scappare dalla città, ma tu ed Isabel non eravate per nulla d'accordo. Mi è sembrato di capire che lavorava per l' FBI e che,non so per quale strano motivo, voleva te e lo strano tipo - conclusi aspettando con impazienza una sua reazione. Max era visibilmente scosso,ma non si scompose, anzi tirò fuori un imbarazzato sorrisetto, totalmente fuori luogo, e mi disse - Sarà solo uno stupido sogno...
- Ho capito perfettamente che sai qualcosa, ma logicamente non me la vuoi dire. Non so neanche perché te ne ho parlato,avrei dovuto immaginare che sarebbe stata solo una perdita di tempo .- ribattei un tantino scocciata.
Ero già pronta ad uscire, quando lui mi bloccò - Liz, credo che tu abbia sognato qualcosa che io ho già vissuto...
A quella frase rimasi di pietra - Chi è Pierce?E soprattutto,perché l' FBI ti sta cercando, Max?
- Mi spiace,ma non posso dirti altro- così dicendo uscì dalla stanza,abbandonandomi ai miei pensieri e ai miei mille interrogativi.

Guardai il cielo preoccupata :- Speriamo che non scoppi un acquazzone...- dissi,riponendo l'ultima valigia nel bagagliaio .- In effetti queste nuvole non prevedono nulla di buono,cosa ne pensi Jim?- domandò la madre di Maria allo sceriffo. - Credo che sia solo un temporale passeggero,non preoccuparti cara...-le rispose  accarezzandole delicatamente il viso. In quel preciso istante arrivò Maria - Dio,quanto li odio quando fanno così!- sibilò inviperita. Aveva un'espressione orribile,come se avesse intenzione di suicidarsi da un momento all'altro. Io mi avvicinai e la abbracciai affettuosamente - Ti telefonerò tutti i giorni,promesso!- le sussurrai. - Si,credo che ne avrò un disperato bisogno...- mi disse sconsolata. Poi entrò in macchina. Amy era ancora sul marciapiede appiccicata a Jim; - Ti prego, trattienimi dalla follia omicida!- mi pregò sarcastica Maria,mentre sua madre si baciava appassionatamente con lo sceriffo. - E Kyle che dice?- le chiesi un po' curiosa. - A me non sembra che gliene importi più di tanto, e forse è meglio che continui a vivere nella sua ingenuità!- esclamò sorridendo.
Amy si scollò finalmente da Jim ed anche lei entrò in macchina:- Beh,è ora di partire! Grazie Liz, per averci aiutato con i bagagli,ci vediamo a settembre!- mi salutò. - Oh,figurati! Buon divertimento!- mi lasciai sfuggire, Maria mi guardò furiosa- Ah,ah, bella battuta, molto divertente! - disse tagliente. Cambiò espressione - Scusami. Ora devo andare. Mi mancherai un sacco,Liz!- concluse,mandandomi un tenero bacio con la mano. - Anche tu mi mancherai un sacco!- ribattei,ripetendo il gesto. Amy aveva già messo in moto quando Maria riuscì a dirmi un'ultima cosa:- Salutami tutti! Anche quel verme di Michael!- io mi limitai a sorriderle. L'auto si allontanò veloce,alzando la polvere. Ed io ero di nuovo sola,sola con i miei pensieri.

Quella sera faceva molto caldo: ero sul mio piccolo terrazzino a fissare la strada, senza un perché. Riflettevo sul sogno,su qualche particolare  che forse mi era sfuggito, ma non arrivavo a nessuna conclusione razionale; cominciavo anche a sospettare che probabilmente ero impazzita, che tutto quello che mi era successo fino ad oggi fosse solo frutto della mia fantasia: forse l'indomani mi sarei risvegliata, intorpidita dal freddo autunnale, con una lieve pioggerella che picchiava sui vetri, come quel giorno al Crashdown, quando avevo conosciuto Max...Ma sapevo che questa spiegazione era la più irreale di tutte le altre.
- Liz è pronta cena!- era la voce di mio padre. Mi alzai pigramente dalla sedia sdraio e raggiunsi la sala da pranzo. In realtà non avevo molta fame, ma non volevo mettere in apprensione i miei genitori, così feci uno sforzo. Mia madre era strana, continuava a fissarmi e poi guardava papà: evidentemente mi volevano dire qualcosa, ma nessuno dei due trovava il coraggio di iniziare il discorso.
- Si può sapere che succede?- decisi di intervenire. Mia madre,che era seduta al mio fianco, si schiarì la voce e mi prese la mano. Io incominciavo a capire che stava succedendo, quella era la classica aria che si respirava nella fase pre predicozzo .- Senti cara, hai voglia di parlare un po' con noi?-  mi chiese mio padre. Mi stavo per sparare un colpo in testa, ci voleva proprio una sana chiacchierata educativa con i miei, tanto per tirarmi un po' su di morale. Abbozzai un sorriso e annuii contro voglia.
- Abbiamo notato che sei cambiata in questi ultimi tempi, insomma non ci racconti più nulla, ad esempio non ci dici più nulla sulla scuola, sugli amici...- mio padre guardò mamma, e lei finì la frase-....Sui fidanzati...- io  impallidii. Fidanzati?Ma che cosa ne potevano capire loro?Erano solo dei ficcanaso, come tutti i genitori ,d'altronde .- Ma non c'è nulla da raccontare, la scuola va come sempre, gli amici sono sempre gli stessi, beh e per quanto riguarda i fidanzati non mi sembra proprio il caso....- dissi un tantino imbarazzata .- Noi siamo i tuoi genitori abbiamo il diritto di sapere- sentenziò,con una certa autorità mio padre .- Come si chiama?E' carino?- mi chiese impacciata mia madre.
- Io non ho un fidanzato! E comunque voi due sareste le  ultime due persone al mondo a cui verrei a raccontare dei miei problemi con i ragazzi!- risposi, scocciata. I miei rimasero stupiti dalla mia reazione - Ma ti possiamo aiutare,non lo capisci? Certe esperienze le abbiamo vissute anche noi!- esclamò difendendosi mia madre. Io sbuffai - A questa età gli adolescenti hanno soprattutto bisogno degli amici, ed è solo a loro che parlano di certe cose! Io non credo che alla mia età raccontavate ai vostri genitori, tutte le sensazioni che avete provato dando il vostro primo bacio...!O mi sbaglio?!- li assalii sempre più annoiata dai loro discorsi. - Quelli erano altri tempi...-disse con un certo timore mio padre. Lo sapevo che avrebbero risposto così,lo fanno tutti i genitori quando non sanno come reagire alle accuse dei propri figli, è un classico - Si, certo tanto dite sempre così, i vostri erano sempre altri tempi, e visto che credete di aver passato un' adolescenza molto più difficile della nostra vi sentite in grado di risolvere i nostri problemi, vi sentite in diritto di mettere il naso nelle nostre cose, ma lo fate soltanto per sentirvi bene con voi stessi, perché siete sicuri che quello che passano i ragazzi oggi non ha nulla a che vedere con quello che avete passato voi. Credete di conoscerci, ma in realtà non ci conoscete affatto, perché ogni ragazzo appena esce da casa diventa completamente diverso da come lo dipingono le vostre stupide illusioni,e quando scoprite la seconda faccia di vostro foglio, rimanete sconvolti, e non capite come mai i vostri dannati predicozzi non siano serviti proprio a un fico secco!- avevo assunto un tono decisamente agguerrito. Finalmente ero riuscita a dirgli in faccia tutto quanto. - Hai finito? - domandò sarcastico  mio padre. - Scusate, dovevo sfogarmi...- mi giustificai amaramente. Il mio discorsetto li aveva leggermente scossi: gli si leggeva in faccia che avrebbero voluto farmi un milione di domande. Ma rimasero in silenzio. Sicuramente stavano fantasticando sulla mia seconda faccia, oppure sul mio ragazzo immaginario, perché sempre fermamente convinti della sua esistenza. Il caldo stava incominciando a diventare davvero soffocante, così mi alzai da tavola e mi affacciai alla finestra; le stelle erano magnifiche quella sera,ed improvvisamente, non so per quale motivo mi venne in mente Max. Il suo viso, i suoi occhi, la sua voce...Avevo un disperato bisogno di vederlo, di sentirlo vicino. Avevo bisogno anche di Maria, era così lontana...ormai era  passato un mese dalla sua partenza, eppure mi sembrava già un'eternità. Senza di lei le vacanze non erano neanche vacanze. Ripensai all'estate scorsa quando eravamo andate insieme al campeggio. In quel periodo ero anche stata con un ragazzo: si chiamava Jeremy ed abitava a San Francisco. Aveva un anno in più di me, era alto, capelli neri e occhi verdi. Dopo il campeggio avevamo continuato a scriverci per un po', poi lui non si è fatto più sentire. Come ragazzo non era molto dolce, però aveva un particolare senso dell'umorismo, e questo  mi faceva letteralmente impazzire, passavo intere serate a ridere a crepapelle,piegata in due. Se non ricordo male quell'anno c'era anche Michael Guerin, che se ne stava sempre in disparte con un gruppo di ragazzi e si ubriacava mediamente 10 volte al giorno.
- Ehm…Liz, ti posso dire solo una cosa? - mi chiese tranquillamente mia madre. Io mi voltai. - Hai ragione noi non siamo in grado di capirti, però voglio che tu sappia una cosa : qualunque problema avrai, non solo con i ragazzi, ma anche con la vita, sappi che noi non ti giudicheremo, anzi saremo disponibili ad ascoltarti, anche in silenzio. Non ti abbandoneremo mai, te lo promettiamo - mi disse dolcemente mia madre. Io le sorrisi e mi sentii in dovere di abbracciarla. Lei apprezzò, e rimase persino colpita da questo gesto affettuoso. In fondo  ce la mettevano tutta per essere dei bravi genitori, ed io non ero molto riconoscente nei loro confronti, soprattutto negli ultimi tempi: sinceramente avevo tutt'altro per la testa. Quel discorsetto che gli avevo fatto poco prima avrei anche potuto evitarmelo, ma ormai ciò che era successo era successo ed io non potevo fare nulla per cambiare il passato, purtroppo nessuno ne era in grado. Il destino di ogni uomo era scritto, da qualche parte, lassù nel cielo, e non sarebbe stato possibile modificare né il passato né il futuro. Tutto era già stato fatto, tutto era già stato detto, e tu non potevi che seguire la strada che ti avevano assegnato. Ed io avrei fatto in modo che la mia strada avrebbe incontrato, un giorno, quella di Max.

Mi bagnai la fronte con un po' di acqua fresca, il caldo era torrido. Io ed Alex ci eravamo appostati tatticamente vicino ad uno di quei grossi ventilatori,in un angolo del locale. Ci eravamo procurati anche un bel po' di ghiaccio, che sgranocchiavamo rumorosamente quando la bocca ci diventava secca. Ogni tanto poi mia madre passava a darci delle lattine di coca-cola che noi, ovviamente, scolavamo nel giro di pochi secondi. Erano circa le due del pomeriggio, e noi  non avevamo di meglio da fare che crogiolarci pigramente su una sedia, davanti ad un ventilatore.
- Fai qualcosa questo pomeriggio?- chiesi ad Alex, sbadigliando. - Sì, credo che andrò a comprarmi un congelatore, per poi ficcarci la testa dentro! - mi rispose mezzo addormentato. Io sorrisi- In effetti non mi sembra un' idea  così tanto malvagia! Conosco un posto qui vicino che vende frigoriferi...non costano neanche tanto!
- Quando avete finito di parlare di frigoriferi e congelatori, potreste darmi una mano con il locale? - ci domandò con un filo di ironia mia madre. - Naaaa! -  dicemmo in coro io ed Alex. - Vedo che la voglia di vivere non vi manca, ragazzi!- osservò lei, mentre ci stiracchiavamo, annoiati. La porta del Crashdown si aprì: erano Michael e Max, i primi due clienti dell'apertura pomeridiana.
- Ciao Max - dissi allegramente. Era da tanto che non si faceva vedere. Lui mi salutò solamente con un cenno del capo e si sedette, lontano da noi. Non ne fui molto sorpresa, ma di sicuro non la presi un granché bene. Mia madre si stava già avviando,quando io la bloccai:- Ci penso io, mamma- dissi con decisione.
- Allora, cosa vi porto?- chiesi solare .- Ehm...un tè freddo, per me,grazie Liz - rispose subito Max. - Michael? -domandai con una certo timore, lui era un tipo strano, le sue reazioni erano sempre imprevedibili .- Niente- rispose gelido, senza nemmeno guardarmi in faccia. Io non capivo che cosa voleva ancora quell'individuo, era già riuscito a rovinare la vita di Maria, era riuscito ad allontanarmi dal mio Max, e aveva la faccia tosta di trattarmi ancora in quel modo! Incredibile....Gli lanciai un occhiata non troppo amichevole, e andai a preparare il tè. Al mio ritorno, trovai, seduta vicino a Michael e Max, anche Isabel. Mi fermai ad osservarli per qualche minuto : doveva essere difficile per loro tenersi tutto dentro, mentire ogni giorno ai loro genitori, alla loro famiglia, vivere in un mondo, ma nello stesso tempo esserne esclusi. Anche nel duro ed impassibile Michael sapevo che si nascondeva un individuo debole e terrorizzato da tutto ciò che  non conosceva, da tutto ciò che lo circondava. Era da un po' di tempo che percepivo le loro sensazioni, le loro insicurezze e, soprattutto le loro paure, come se cercassero di dirmi qualcosa di impercettibile, che fluttuava nell'aria; sembrava che emanavano inconsciamente delle vibrazioni, come se volessero trasmettermi determinate  emozioni, che desideravano condividere con qualcuno, magari con me...Ma che assurdità andavo dicendo?! Dal loro atteggiamento si poteva dedurre esattamente il contrario; facevano di tutto per evitarmi, e sembravano propensi a vivere nel loro oblio per sempre. Isabel notò che li stavo osservando e mi sorrise. Io arrossii improvvisamente: avevo proprio fatto una bella figura! Mi affrettai dunque a portare il tè.
- Perché ci stavi guardando, con quell'aria afflitta, Liz? - mi chiese disinvolta Isabel. Mi colse di sorpresa, io non sapevo assolutamente cosa rispondergli, ma decisi di essere il più possibile sincera, anche perché avevo gli sguardi di tutti puntati addosso - Beh, stavo pensando al sogno...- risposi sicura. Isabel mi guardò con aria interrogativa - Sogno? Quale sogno? - domandò stupita. - E' solo una stupidaggine...- intervenne prontamente Max. - Queste sono esattamente le stesse parole che hai usato l'altro giorno a scuola, quando te ne ho parlato. Non è affatto una stupidaggine e vi coinvolge tutti quanti. Dovresti dirglielo- gli consigliai con una certa sicurezza. Lui restò in silenzio per qualche secondo, bevve un sorso di tè e respirò profondamente - Ha sognato che noi tre,  Tess ed un altro uomo eravamo in una piccola stanza seduti intorno ad un tavolo...Ci siamo detti alcune cose senza senso ed è finito lì- concluse un po' seccato Max. - Non vi siete detti affatto cose senza senso. Avete parlato di un certo Pierce, e dell' FBI...- lo corressi. A quelle parole Michael trasalì - Portami un bicchiere d' acqua!- mi ordinò bruscamente .- No!- protestai - Max, non mi ha voluto dire niente in proposito, ma so alla perfezione che voi ne sapete qualcosa!- il silenzio era assoluto. Tutti e tre si guardavano pensierosi e nello stesso tempo preoccupati, come se si stessero parlando con gli occhi. Questo loro comportamento mi innervosì parecchio - Da quando Max mi ha salvato la vita, mi avete coinvolto in qualcosa, che pare sia veramente importante. Mi avete coinvolto nel vostro stupido segreto, e io non ci capisco più nulla. So alla perfezione che nascondete qualcosa- li assalii irritata. Intanto Alex stava osservando tutta la scena da lontano, alquanto interessato. La tensione nell'aria era palpabile, ed io non ne potevo più di quell'ostinato silenzio - Non potete, non avete il diritto di farmi soffrire così! Anche io ho paura, per voi intendo. Ho come la sensazione che da un momento all'altro vi possa capitare qualcosa, e questo mi terrorizza!- continuai disperata. In quell'istante entrò trafelata Tess. Era tutta sudata, ed aveva un' aria sconvolta. Max balzò in piedi. - Oh, santo cielo ragazzi...- incominciò ansimando- Quel bastardo di Pierce ha preso... Ha preso Nasedo!- urlò tra le lacrime. Michael le corse incontro e l'abbracciò - Dannazione! - imprecò terrorizzato. - Come..come diavolo è potuto succedere?- chiese quasi in trance, Isabel. - Io non lo so...Sono entrati improvvisamente in casa e l' hanno portato via..Volevano...volevano anche me, ma fortunatamente sono riuscita a scappare..- Tess stava ancora piangendo copiosamente. L'unico che dimostrava ancora un minimo di autocontrollo, era Max - C'è solo una cosa da fare - sentenziò - Isabel devi entrare nella testa di Nasedo e vedere dove lo hanno portato, presto!- io non ci capivo più nulla. Sembrava come quel sogno: tutto succedeva davanti ai miei occhi ed io non riuscivo a reagire in alcun modo, guardavo soltanto, impassibile. - Non qui,Max - disse Michael, fissandomi preoccupato - Il mio appartamento andrà benissimo, muoviamoci!- concluse. Poi tutti quanti uscirono correndo dal Crashdown Café. Per un attimo riacquistai la lucidità, a senza  pensarci due volte, li corsi dietro. - Max! Max!Ti prego aspetta...- urlai a perdifiato. Lui si bloccò, e mi venne incontro - Liz, non è il momento delle spiegazioni,ora devo andare!- esclamò sconvolto. - No! Ancora un attimo.. Che sta succedendo?!Dimmelo ti scongiuro..- scoppiai in un pianto sommesso .- Ti ho già detto che non posso!- stava già per voltarsi ed andare via, quando gli presi la mano - Dimmi solo una cosa...Tornerai da me?- chiesi tremante. Lui mi guardò negli occhi e mi prese fra le sue braccia - Io non so cosa succederà, Liz. Non so se riuscirò a tornare indietro. So solo che ti amo, e ti giuro se ne uscirò vivo, passerò tutta la mia vita al tuo fianco, per sempre- e con queste parole dolci si sciolse delicatamente dal mio abbraccio. Io però me lo portai vicino per un ultima volta: gli accarezzai il viso e gli sussurrai, piangendo - Anche io ti amo Max - lui mi asciugò la lacrime, sorridendomi. Poi si allontanò in fretta, raggiungendo gli altri  sulla jeep. Il rumore del motore echeggiò in quel torrido pomeriggio di luglio, e la macchina scomparve,ingoiata dai mulinelli di polvere. Mi accasciai sull'asfalto incandescente e riuscii a sussurrare debolmente - Addio, amore mio!

Superai il piccolo cancelletto, ed incominciai a percorrere lo stretto viottolo, a passo svelto. Ero davanti alla porta: non sapevo che fare. Forse i suoi genitori non sapevano nulla del segreto, o forse sì. Ma non potevo correre rischi, era troppo pericoloso; avrei dovuto inventarmi qualcosa e anche alla svelta. Premetti il pulsante sotto la targhetta luccicante : " famiglia Evans".
Dopo qualche secondo la porta si aprì. - Ciao, posso aiutarti?- una donna solare, non più giovane, mi stava sorridendo cordialmente. – Ehm....Salve io sono Liz, immagino che lei sia la Signora Evans?
- Immagini bene - rispose allegramente .- Io sono una amica di Max, e volevo sapere se era in casa - chiesi tentennante. - Liz..Liz.. si questo nome l' ho già sentito!Ma certo ora ho capito chi sei. Max mi parla spesso di te!- io arrossii lievemente, e sorrisi imbarazzata. Lei continuò: - Comunque mi dispiace, mio figlio non è in casa, è partito quattro giorni fa, è andato in campeggio con alcuni suoi amici - concluse. Era fin troppo evidente che era all'oscuro di tutto, lei non immaginava nemmeno che forse suo figlio non sarebbe più tornato a casa...
- Però mi sembra strano che non te ne abbia parlato...- osservò perplessa la madre. - Già...ehm..senta, sa mica quando torna?- che domanda idiota. Come avrebbe fatto a saperlo, non lo sapeva neanche Max.
- Veramente mi ha detto che si sarebbe fermato per un bel po', ma non mi ha saputo dare una data precisa, mi spiace. Comunque mi ha telefonato sta' mattina e...- a quelle parole sobbalzai: era ancora vivo! Inspirai profondamente ed alzai gli occhi al cielo- Sta bene?- domandai impulsivamente. La colsi un po' di sorpresa, evidentemente avevo un'aria davvero sconvolta. - Sì, sì sta benissimo, tranquilla...Ma, vuoi il suo numero di cellulare? Così lo puoi chiamare, scommetto che gli farebbe un sacco piacere!- il mio volto si illuminò, ed annuii decisa, senza pensarci troppo. Sua madre mi diede un piccolo fogliettino, io lo presi e ,ringraziandola di cuore, la salutai cordialmente. Appena arrivata in macchina, aprii il foglietto impaziente: 0345678142. Presi il mio cellulare e composi in tutta fretta il numero. Dovette suonare un bel po' di volte prima che una voce sommessa rispondesse:- Mamma sei tu?-non sembrava Max, ma doveva essere lui, lo sentivo così lontano...
- Max, sei tu?- chiesi alzando un tantino la voce. La linea era disturbata, e avevo il terrore che non mi potesse sentire .- Mamma che è successo? Ti ho chiamato, sta' mattina!- riuscii a capire con qualche difficoltà.
- Sono Liz - dissi con decisione. Ci fu un momento di silenzio.
- Liz? Come hai fatto ad avere il mio numero?
- Me l' ha dato tua madre...Ma tu come stai?!
- Bene  Liz, va tutto bene.
- E gli altri?
- Michael ed Isabel stanno benone, ma non so nulla di Tess...
- Che significa?
- Io non lo so. Ha voluto entrare da sola. Ci ha detto di aspettare, secondo lei non siamo pronti.
- E' inutile che ti chieda spiegazioni, vero?
- Inutile.
- Ma manterrai la promessa?
- Dipende tutto da Tess e da Nasedo, dipende tutto da loro. Se le cose andranno nel modo giusto, torneremo tutti quanti.
- Ma chi è questo Nasedo?
- Cosa? Non sento nulla! Parla più forte!
- Lascia perdere Max, non era una cosa importante...
- Ti giuro che appena tornerò da te saprai tutto, fin dal principio.
- Ti amo.
- Ti amo anch'io, Liz. Ora devo andare.
- Ciao Max.
- Ciao...Non dimenticarmi!- cadde la linea.
" Come potrei dimenticarti..."non feci in tempo a dirgli veramente ciò che provavo. Avrei dovuto aspettare. Forse per sempre.

Isabel è appoggiata ad una parete rocciosa, ha gli occhi socchiusi, forse sta dormendo. Max prende un vecchio piumino e la copre dolcemente. La grotta non è molto profonda, ma è ben riparata. Michael si alza e si dirige verso l'apertura della caverna, Max lo segue.
- Dovremo raggiungerla- sentenzia nervoso Michael. - Lei ci ha detto di aspettare, e noi le ubbidiremo- ribatte Max, guardandolo negli occhi. - Non ce la può fare da sola, ha bisogno di noi - insiste il ragazzo.
- L' FBI non sospetta neanche lontanamente che siamo come Tess e Nasedo, se interveniamo non ne usciremo  vivi!- Max lo aggredisce, bruscamente .- Tess ed Harding hanno vissuto sempre con gli scagnozzi di Pierce alle costole, che non mollavano mai l'osso! Li seguivano ovunque...Io voglio continuare a vivere la mia vita, non voglio passare la mia esistenza a nascondermi, anche a costo del loro sacrificio..!- Max si interrompe, ed indietreggia, come impaurito .- Bell'egoista che sei! Complimenti fratello!- gli grida sarcastico Michael.
- Io non sono tuo fratello!- Max è furioso - In ogni caso, non sono affatto egoista. Hai sentito mia madre, noi siamo la sua unica speranza, noi siamo l'unica speranza di Antar. Se facciamo qualche passo falso, non ci sarà più alcuna possibilità di portare nuovamente la pace sul nostro pianeta, lo capisci?!-.
Michael non vuole ammettere di avere torto. Rientra nella grotta, infreddolito. Max invece resta immobile, e guarda il cielo. Una voce alle sue spalle lo fa trasalire - Sono d'accordo con te, ma devi cercare di capirlo- Isabel sospira - Lui crede ancora che Nasedo sia la sua famiglia, e dover ammettere che forse non tornerà più, deve essere molto difficile...- sua sorella gli prende la mano e gli appoggia la testa sulla spalla.
- Io sento che, indipendentemente da come finirà questa storia, noi tre rimarremo sempre uniti, ed è questa la sola cosa che conta- dice malinconico, Max. Isabel annuisce e gli consiglia di rientrare insieme a lei, per riposarsi un po'. Ma improvvisamente sentono alcuni rumori venire dalla vecchia base militare, sta per succedere qualcosa. Max corre dentro ad avvisare Michael ed tutti insieme incominciano a correre nella stessa direzione. Il bosco è molto fitto, e loro sono terrorizzati, ma continuano a correre. Arrivano ai confini della boscaglia, proprio davanti al nascondiglio dell' FBI. Si appostano  dietro un cumulo di terra ed osservano la scena spaventati.
Una moltitudine di furgoni ed automobili sono parcheggiati davanti alla base; una serie di uomini in divisa armati fino ai denti, entrano ed escono correndo, scortando altri uomini in giacca e cravatta che caricano diverse attrezzature sui camion: non capisco di cosa si tratta. Ad un tratto dall'edificio escono due barelle, portate da alcuni militari. Su quelle barelle c'è qualcuno, ma sono completamente coperti da alcune lenzuola, probabilmente sono morti. Ed ecco Pierce: Isabel l' ha già visto quando è entrata nella testa di Nasedo.
I tre si guardano, Max inspira profondamente - Sai cosa devi fare - sentenzia fissando intensamente Isabel. Lei è sconvolta - Io non so se...- Michael la interrompe brutalmente- Devi almeno provarci!
Isabel è disorientata, ma tenta ugualmente. Chiude gli occhi, e si concentra su Pierce, su quel bastardo...
Michael e Max la guardano aspettando impazienti il verdetto. Lei sussulta, emette qualche breve gridolino, si agita, incomincia a sudare, poi dopo qualche interminabile minuto, si risveglia:- Noooooooooo!- urla disperata.
Scoppia in un pianto nervoso, e scuote la testa sconvolta, continua a imprecare come se fosse impazzita. Max la prende fra le sue braccia e riesce a tranquillizzarla un po'. Non c'è bisogno che Isabel parli ormai è tutto chiaro: Tess e Nasedo sono morti. - Diamine! Io te l'avevo detto che avevano bisogno di noi!- Michael non riesce più a mantenere il controllo, tira un pugno ad un albero e corre verso la jeep. Max prende in braccio sua sorella, svenuta, e lo segue. Scompaiono nel buio del bosco. Posso ancora senire i loro passi, le loro voci. Poi alcuni spari e delle urla. Anche io voglio gridare, ma non ci riesco, non ho più fiato, sono come strozzata, forse mi hanno colpito...

Mi svegliai improvvisamente, spaventata. Di nuovo quel genere di sogno.." Oh, no!" mormorai. Ero sudata fradicia, ed avevo gli occhi umidi: forse avevo pianto. Mi girai impulsivamente verso la finestra. Qualcuno stava battendo con insistenza contro il vetro. Mi alzai e spalancai le ante.
- Oh, santo cielo...Isabel! - esclamai, convinta che il sogno non fosse ancora finito. Lei non disse nulla e mi portò sul piccolo balconcino .- Liz, ti devo portare da Max, credo debba parlarti- sentenziò con un filo di voce. Era terribilmente pallida, aveva gli occhi gonfi e arrossati, non l'avevo mai vista in quello stato, poi ricordai...
Le presi la mano e le sussurrai:- Mi dispiace per Tess...- una lacrima mi rigò il viso. Anche Isabel fece di tutto per trattenere le lacrime, ma non ci riuscì. - Io credo di aver fatto di nuovo uno di quei sogni, e ho visto tutto, tutto quanto...- continuai piangendo. Lei era ancora più sconvolta di prima, si portò una mano sulla fronte ed incominciò a tremare .- Sono riuscita ad entrare nella testa di Pierce, ho visto la sua morte...è stato terribile...- io l'abbracciai e le dissi che ormai era tutto finito - Isabel, l'importante è che voi tre siate ancora uniti...- la rassicurai. Lei mi sorrise e mi portò sulla jeep. - Ti aspetta a Lake Athur, mi ha detto che è importante - disse mettendo in moto l'auto. - Tu sai di cosa si tratta, vero?- le domandai piuttosto insicura. Isabel mi guardò - E' stata una sua decisione.
- Chiaro. Ma voi siete d'accordo?
- Non è giusto continuare a nascondere i nostri sentimenti.
- Non ti ho mai sentito parlare in questo modo.
- Beh, anche la fredda ed indifferente Isabel ha una cuore!
- Di questo ne ero certa.
- Oh, non lo sarai più, quando saprai la verità, credimi- mi sorrise maliziosamente.
- Stai un po' meglio, adesso?- le chiesi preoccupata.
- Adesso ho solo una gran voglia di dimenticare tutto...
- Con il tempo ci riuscirai.
- Non sono d' accordo con chi dice che il tempo rimargina le ferite, è una grossa stupidaggine. Il passato ritorna sempre.
- Sì, ma solo se tu lo vuoi...
- Cosa intendi dire?
- Il passato ritorna soltanto se tu fai in modo che ritorni. I rimpianti portano i pensieri indietro nel tempo, la voglia di riparare i propri errori, capisci? In fondo è normale...- Isabel non era molto convinta ma lasciò perdere.
- Sei uscita in pigiama...- mi fece osservare. Io sorrisi imbarazzata- Beh, sinceramente non ci ho proprio pensato...- mi giustificai, arrossendo. Lei si fermò e prese una borsa dai sedili posteriori .- Tieni,questi dovrebbero andarti bene- mi disse decisa. Poi rimise in moto la macchina. Io guardai diffidente al suo interno: c'erano una blusa verdina, un po' scolorita, e un paio di vecchi jeans. Me li infilai senza esitare e ringraziai timidamente.
Per il resto del viaggio nessuna delle due aprì più bocca, tutte due eravamo perse nelle nostre riflessioni: io,ad esempio, avevo una gran paura della verità, di ciò che mi avrebbe detto Max. Avevo la netta sensazione che mi avrebbe cambiato per sempre la vita, ma non mi importava più di tanto, perché sarei stata vicina al mio Max.
- Siamo arrivate!- esclamò con un certo entusiasmo Isabel.
- Beh, grazie di cuore...- le dissi un po' impacciata. - E di cosa, scusa?- mi domandò visibilmente stupita .- Di tutto. Ciao, ci vediamo- le sorrisi e scesi dalla macchina. Era quasi l'alba e i deboli raggi del sole cercavano di farsi posto fra le rosee nuvole del mattino, soffiava un lieve venticello e nell'acqua argentea  si specchiavano gli alti promontori che circondavano il piccolo lago. Lui era lì seduto sulla riva che guardava l'orizzonte, come incantato da quello splendido paesaggio. Io mi avvicinai, piano senza far rumore.
- Qua è davvero stupendo - nei suoi occhi si poteva leggere la paura, l'angoscia di chi aveva sofferto, ma anche un afrodisiaco senso di eterna tranquillità, perché ormai era tutto finito, e lui ne era perfettamente consapevole.
- Ci vieni spesso? - chiesi,sedendomi al suo fianco.
- Sì - asserì limpido - Alle volte vengo qui senza un motivo, e mi metto a pensare, molto intensamente, Liz..- finalmente mi guardò, e mi sorrise teneramente,come non faceva da tanto tempo. Sussultai, e un leggero ma piacevole brivido mi percorse delicatamente il corpo.
- Scusa, Liz, per tutto quello che ti ho fatto passare...Sono stato un mostro- il suo tono era malinconico, ma sicuro. Mi prese dolcemente la mano e mi si avvicinò sempre di più. Potevo sentire il suo respiro, il suo profumo così intenso... La punta del mio naso sfiorò la sua. - Non fa niente Max, l'unica cosa che conta è che ora noi due siamo qui, insieme...- gli sussurrai teneramente - Non puoi nemmeno immaginare da quanto tempo aspetto questo momento - conclusi, senza togliere lo sguardo dai suoi profondi occhi nocciola.
- Credo sia arrivato il momento di dirti tutto - sentenziò visibilmente emozionato, ebbe un fremito e mi accarezzò delicatamente i capelli - Ma prima c'è una cosa che devo fare...- disse con un filo di voce. Le nostre bocche erano sempre più vicine. Era tutto incredibilmente fantastico a surreale, in quello stesso istante le nostre anime si unirono, io riuscii ad aprire il suo cuore e lui riuscì ad aprire il mio. Finalmente entrai nell'infinito del suo spirito, e scoprii il vero significato della sofferenza;un invisibile energia ci teneva uniti, nelle nostre incertezze e nelle nostre paure, eravamo una cosa sola, un unico e meraviglioso sogno. Non avevo pensieri, provavo una sensazione di indescrivibile pace e tranquillità, non mi ero mai sentita così leggera in vita mia. Chiusi gli occhi e mi abbandonai completamente al suo universo, come trasportata da un dolce ed intenso vortice. Sembrava che in quel momento qualcuno avesse fermato il tempo, solo per noi due, solo per il nostro amore; intorno a me non vedevo più né l' argentea acqua del lago, né le alte montagne che ci circondavano, né il pallido sole mattutino, ma solo un' intensa e violentissima luce, che ci aveva isolato dalla realtà, che ci riscaldava. Sapevo che tutto questo non avrebbe potuto durare eternamente, e allora, quasi ci fossimo letti nel pensiero, le nostre bocche si allontanarono lentamente. Max si alzò e mi tese la mano.
- Vuoi venire con me, Liz?
- Dovunque andrai, io verrò con te, per sempre...

Scritta da Cindy


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