RIASSUNTO:
il famoso gruppo di alieni e terrestri viene catapultato nel nostro mondo e si
trova sul set del telefilm Roswell. Alcune scelte importanti dovranno essere
prese.
DATA DI CREAZIONE: dal 19/03/03 al 22/03/03
ADATTO A: tutti
DISCLAIMER: tutti i diritti dei personaggi del
racconto appartengono alla UPN e alla WB, tranne per il personaggio di Karim,
di invenzione dell’autrice. Il racconto è di proprietà del sito Roswell.it
La mia e-mail è
rapiro84@libero.it
Già da qualche mese gli alieni erano
venuti a conoscenza del fatto che, coloro che consideravano fratelli, in realtà
erano loro sposi. Inizialmente per Michael e Isabel fu molto dura da digerire,
ma col passare del tempo accettarono il loro destino. Per Max e Tess fu
decisamente più semplice pensare ad un rapporto di coppia. Chi prima chi dopo,
le due coppie originarie furono ristabilite: Max con Tess e Isabel con Michael.
Naturalmente avevano sofferto molto nel fare la loro scelta, e continuavano a
soffrire, ma la salvezza di Antar era più importante della loro vita sulla
Terra, nonostante fossero molto legati ai terrestri.
Ovviamente i terrestri in questione non la presero affatto bene, ma capirono
che le loro motivazioni erano più che valide, e si arresero a compiere il tanto
sofferto sacrificio, allontanandosi dai loro amati alieni.
Il gruppo quindi non era più compatto come qualche mese prima; certo, si
parlavano ancora, Michael lavorava ancora al Crashdown, ma niente era più come
prima. Le loro chiacchierate erano molto brevi e sempre cariche di tensione,
non avevano più toccato l’argomento Antar da quando ognuno aveva scelto la
propria strada e, anche se cercavano di mascherarlo, i terrestri tentavano di
incontrare il meno possibile gli alieni, per non soffrire più di quanto già
facessero. A parte il Crashdown e la scuola non frequentavano altri posti in
comune.
Una sera in cui tutto il gruppo si trovava al Crashdown entrò lo sceriffo
Valenti. Aveva un’aria strana, come se non fosse del tutto cosciente delle sue
azioni.
- Ragazzi, mi dovete seguire tutti nel deserto. Devo dirvi una cosa – disse con
una voce da automa.
Tutti si guardarono in faccia, forse per la prima volta dopo qualche settimana,
e lo seguirono fuori dal locale.
Una volta giunti nel deserto, li fece entrare nella grotta con le capsule e
disse loro: - Ora non c’è tempo per le spiegazioni. Dovete capire alcune cose,
soprattutto se volete mantenere le coppie così come sono, perciò vi prego di
attivare quel congegno. –
Molto stupiti, si avvicinarono all’oggetto indicato dallo sceriffo. Era un
esagono di colore blu con sfaccettature viola e aveva una fessura di circa due
centimetri alla base.
- Cosa dobbiamo fare? – chiese Michael.
- Non lo so, ma non c’è nessun oggetto così piccolo da entrare in questa
fessura. Proviamo con un dito – e così dicendo Max riempì lo spazio con il suo
indice.
In quell’istante furono avvolti da una luce accecante tendente all’azzurro e
furono risucchiati in un vortice di immagini che si susseguivano a velocità
inaudita mescolandosi, facendo loro girare la testa. Dopo qualche secondo si
trovarono al Crashdown, ma era diverso dal locale che tanto conoscevano, perché
vi erano telecamere in ogni angolo, luci posizionate in diverse angolature e
con diverso colore, una sedia con scritto “regista” e un megafono. Aveva tutta
l’aria di essere un set cinematografico.
- Ma dove siamo finiti? – chiese Maria impaurita.
- Non ricordavo di aver messo luci colorate e telecamere nel locale – esclamò
Liz perplessa.
- Forse siamo finiti in un’altra dimensione spazio-temporale. Avete notato
anche voi il vortice che ci risucchiava, vero? – incalzò Max.
Nessuno rispose, troppo preso ad osservare il Crashdown.
- Forse è meglio se andiamo a vedere com’è il resto della città – suggerì Alex.
Detto fatto, nel giro di poco il gruppo era sparpagliato per le strade della
cittadina, tanto diversa da quella che conoscevano. Come nel locale, vi erano
telecamere ovunque, luci, costumi di scena e ogni altro oggetto che poteva
servire su un set. Come prova del nove decisero di recarsi ognuno nelle proprie
abitazioni per accertarsi che i genitori vi fossero. Le loro speranze però
vennero presto deluse, perché la città era pressoché disabitata e non vi era
traccia dei loro genitori.
- Io inizio a preoccuparmi. Dove può essere mia madre? – Maria era molto
apprensiva nei confronti della madre, dato che mancava la presenza maschile a
proteggerla.
- Anch’io. Non sto capendo più niente – Kyle era totalmente nel pallone e non
voleva altro che tornare nella “sua” Roswell, nel suo tempo, nella sua casa.
- Non c’è nessuno nemmeno a casa mia – anche Liz era molto preoccupata.
- Okay, cerchiamo di restare calmi. Deve essere successo qualcosa quando siamo
stati risucchiati nel vortice, forse siamo in una Roswell deserta dove siamo
costretti a stare insieme tutti quanti e a chiarirci – ipotizzò Max.
- Puoddarsi. Ma come facciamo a capire cosa vogliamo se siamo bloccati qui?
Voglio dire, quale aiuto ci può dare una Roswell completamente deserta? –
rifletté Isabel.
Le supposizioni dei ragazzi furono interrottie dalla voce di un ragazzo: - Ehi,
cosa ci fate qui? –
- Noi… ehm –
- Le riprese per oggi sono terminate, come mai siete rimasti sul set? – chiese
l’operatore.
- Scusaci, ma… volevamo controllare che tutto fosse in ordine – inventò Maria.
- Tutti uguali voi attori! State tranquilli, il regista ha già controllato
tutto. –
- Ah. Be’, saresti così gentile da non dire al regista che ci siamo trattenuti
oltre l’orario di lavoro? – disse Max.
- Certo, tranquilli. Ora andate a riposarvi, domani mattina si inizia presto. –
e così dicendo l’operatore se ne andò.
Rimasti soli i ragazzi cercarono di capire quello che era accaduto.
- Abbiamo appurato che siamo su un set televisivo, ma a Roswell non stanno
girando alcun film – osservò Alex.
- Quell’operatore ci ha scambiati per gli attori del film, quindi siamo
identici a loro. Credo che questo sia un guaio perché non possiamo girare
liberamente per la città senza rischiare di incappare nei veri attori. – Max
era sempre il solito tragico.
- Ma con tutte le persone di questa terra, è mai possibile che dobbiamo essere
catapultati in una città dove ci sono persone identiche a noi? – disse Michael
arrabbiato.
- Che siano dei mutaforma? –
- Se anche fossero, come mai sono qui e non nella nostra Roswell, e perché
fanno gli attori invece di attaccarci? Non ha senso. –
- Io propongo di stare il più lontani possibile da questo set –
- Per ora è la cosa migliore da fare, ma dobbiamo tornare qui per capire cosa è
successo, altrimenti ho paura che resteremo qui –
- Okay. Andiamo nel deserto, quello è sicuramente il posto più sicuro – propose
infine Isabel.
I ragazzi accettarono la proposta e trascorsero la notte nel deserto, al riparo
da tutto e da tutti. La serata fu la più silenziosa che i giovani avessero mai
vissuto: nessuno osava fare nuove supposizioni, nessuno osava chiedere cosa
sarebbe successo nei giorni seguenti.
La notte trascorse comunque tranquillamente, e la mattina seguente il gruppo si
recò al Crashdown, per verificare se quello che avevano visto il giorno
precedente era solo frutto della loro immaginazione, o se fosse la realtà.
Purtroppo si resero immediatamente conto che era tutto reale, era tutto come il
giorno precedente.
- Non è cambiato niente. Speravo fosse stato tutto un brutto sogno, ma… - disse
Isabel.
- Ragazzi, buongiorno – un uomo li salutò, come se li conoscesse.
Loro si voltarono di scatto aspettandosi di vedere qualche loro amico di
Roswell, ma videro invece un uomo con un megafono in mano.
- Salve – risposero in coro i ragazzi.
- Cosa ci fate qui? Dovete essere alla scuola. Fra mezz’ora iniziano le
riprese. Forza, andiamo –
I ragazzi si guardarono confusi e seguirono l’operatore. Dopo qualche minuto
giunsero alla scuola: era la scuola che frequentavano, ma vi erano telecamere e
luci dappertutto, proprio come al Crashdown. Anche la loro scuola era diventata
un set cinematografico. La scuola era gremita di persone, ma non erano
studenti, bensì truccatori, costumisti, il regista, l’aiuto regista,
produttori, addetti alla fotografia, cameraman, ogni genere di dipendente che
collabora alla realizzazione di un film.
- Shiri, Katherine, Mejandra ed Emilie venite con me – disse una ragazza
rivolta alla parte femminile del gruppo.
- Ma che razza di nomi hanno quegli attori? – chiese Maria sottovoce a Liz, che
alzò le spalle: Shiri le piaceva.
Le ragazze la seguirono e si ritrovarono in un camerino con specchi, trucchi e
sedie.
- E adesso come ce ne andiamo di qui? – chiese, sempre sottovoce, Isabel a
Tess.
- La facciamo allontanare con una scusa e ce la filiamo –
- Scusa, potresti andare a prenderci qualcosa da bere? – chiese Isabel alla
ragazza, presumibilmente la truccatrice o la costumista.
- Certo, vi va bene una coca? –
- Sì – risposero tutte in coro impazienti.
Appena la ragazza si allontanò, il quartetto recuperò alcune parrucche e vari
abiti e se ne andò. Anche i ragazzi furono condotti in un camerino e, una volte
fatta allontanare l’operatrice, presero in prestito vestiti e parrucche e se la
filarono. Il gruppo si incontrò dopo qualche minuto all’entrata della scuola.
- Ah ah ah, ma come siete conciati!!! – esclamò Isabel vedendo gli amici con
parrucche assurde.
- Certo che anche voi non siete piazzate molto meglio di noi! – esclamò a sua
volta Michael.
Per la prima volta da mesi tutti scoppiarono a ridere, e furono felici di
essere tutti insieme.
- Ora torniamo dentro e vediamo di che si tratta –
Dopo qualche minuto giunsero i veri attori.
- Mio Dio, sono identici a noi in tutto e per tutto! – esclamò Liz.
- È come se mi guardassi allo specchio – disse Isabel un po’ preoccupata.
- Io non le assomiglio, io sono più aggrazziata, più provocante – disse Maria
sorridendo.
- Mi valgo della facoltà di non rispondere! – esclamò Michael rivolto alla
ragazza.
- Ma ti sei visto? Quell’attore è trecento volte più bello di te! – iniziò
Maria.
- Ragazzi, non è il momento di punzecchiarci. Dobbiamo seguirli e vedere cosa
succede, non litigare – disse Max pacificatore.
Intanto gli attori avevano raggiunto il regista.
- Salve – dissero in coro.
- Salve, ma… non eravate già in camerino? –
- No, perché? – rispose l’attrice identica a Maria.
- Niente, niente. Su andate, che facciamo tardi –
Dopo qualche minuto gli attori tornarono ed iniziarono le riprese.
- Bene, registreremo la scena nella stanza dei cancellini in cui Michael e
Maria si baciano… - disse il regista.
I veri Michael e Maria per poco non svennero: - Che coosaaaa! – urlò Maria.
- Shhh! Non urlare. – le disse Alex.
- Ma vi rendete conto? Io e Michael che ci baciamo! Sapete cosa significa? –
- Sì, che qui stanno mettendo in scena la nostra vita – concluse Max.
- Ma com’è possibile? Come fanno a sapere che siamo alieni, come fanno a
conoscere quello che abbiamo fatto? Max, cosa sta succedendo? – chiese Tess
spaventata a morte.
- Non ne ho la minima idea. Qui non siamo nella nostra Roswell. È successo
qualcosa quando abbiamo attivato quell’oggetto. –
- Questo l’avevamo capito. Ma io mi sento male all’idea che qualcuno possa
tradurre in battute la mia intera vita! Ma vi rendete conto della gravità della
situazione? E se fosse un reality show? E se… -
- Liz calmati! Secondo me stanno mettendo in scena un film o telefilm
incentrato sulla caduta degli alieni a Roswell, e caso vuole che gli attori
siano uguali a noi e che i protagonisti della storia abbiano i nostri stessi
nomi – cercò di tranquillizzare gli altri Max.
- Certo, ma come fanno a sapere quello che abbiamo fatto, tutto quello che
abbiamo detto, come siamo usciti dalle capsule… no, qui stanno mettendo in
scena la nostra vita, e sottolineo nostra. È come se noi fossimo sempre stati i
protagonisti di una fiction. – disse Isabel.
- Io non so più a cosa pensare. Cosa ne dite se andiamo da qualcuno a chiedere
cosa stanno girando? – propose Kyle.
- Buona idea –
Max si allontanò dal gruppo e andò verso un operatore che stava osservando le
riprese: - Scusi, potrei sapere cosa state girando? –
- Scusi, lei chi è? –
- Siamo amici degli attori, che ci hanno invitati qui, però non ci hanno voluto
dire cosa giravano, e noi siamo curiosi – mentì Max.
- Ah, capisco. Stanno girando “Roswell”, un telefilm incentrato sulla caduta
dell’astronave nel ’47 in quella cittadina. –
- È una fiction di fantascienza? –
- Certo che è di fantascienza, non crederai mica nell’esistenza degli alieni? –
rise l’operatore.
- Certo che no. Quindi non vi siete ispirati a nessuno per scrivere la storia?
–
- No, è tutto frutto dell’immaginazione dei responsabili. Diciamo che è
praticamente impossibile ispirarsi a vere vicende aliene, non trovi? –
- Certo, certo. Ti ringrazio –
Intanto gli attori iniziarono a recitare.
- Pronti? Ciak, si gira! – urlò il regista nel megafono. Gli attori si misero
in posizione e la pellicola iniziò a girare.
Michael e Maria videro i loro sosia nella stanza dei cancellini della scuola
che frequentavano, rividero praticamente loro stessi mentre parlavano e si
baciavano appassionatamente quando ancora stavano insieme. Per Maria fu un
tuffo al cuore, perché era ancora innamorata di Michael. Anche per Michael non
fu affatto piacevole rivedersi con Maria, perché gli era costato molto
accettare il suo destino con Isabel. I loro pensieri furono disturbati da uno:
- Stooop! Buona! – urlato dal regista.
- Come siamo andati? – chiese l’attrice che interpretava Maria.
- Molto bene, Majandra. Siete stati molto convincenti – si complimentò il
regista.
- Okay – disse l’aiuto regista – ora dobbiamo girare alcune scene nei corridoi
della scuola. Tutti pronti? –
Così per il resto della mattinata i terrestri e gli alieni si rividero mentre
camminavano per i corridoi della scuola, prendevano e riponevano i libri negli
armadietti, chiacchieravano e litigavano. Questo diede loro una forte emozione,
come se in un certo senso fossero famosi; ma li fece anche riflettere sulla
loro vita che, appunto, era come quella di un telefilm di fantascienza. Milioni
di persone avrebbero guardato quello sceneggiato e avrebbero voluto essere nei
panni dei protagonisti, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che in una
lontana Roswell, probabilmente in un’altra dimensione spazio-temporale, tutto
quello che vedevano in tv corrispondeva alla realtà di normali adolescenti e
alieni. Gli otto giovani erano persi in questi pensieri quando il regista
annunciò la fine delle riprese alla scuola e l’inizio di quelle nel deserto.
Senza nemmeno consultarsi, il gruppo di “intrusi” seguì il cast nel deserto e,
sempre mimetizzato, osservò lo scorrere dei diversi momenti della loro vita
magistralmente interpretati dagli attori sosia.
La caverna col granilith era la stessa della Roswell da cui gli otto giovani
provenivano e si stupirono nel vedere che anche il granilith era identico a
quello vero.
- Cavolo, qui è proprio tutto uguale! È come se ci avessero filmati di nascosto
per tutto questo tempo – disse Michael.
- Hai ragione. Mi sento osservata, analizzata negli stati d’animo, come se non
avessi più una vita mia – disse Isabel.
- Speriamo solo che questa fiction non venga trasmessa nella nostra Roswell,
altrimenti sono guai – osservò Kyle.
- A questo credo sia meglio non pensare, altrimenti finiamo tutti in analisi da
uno strizzacervelli – disse Alex.
- Credo sia giunto il momento di fare quattro chiacchiere con gli attori –
suggerì Max.
- Stai scherzando? Siamo identici a loro! –
- No, lo faremo da travestiti. Diremo di essere fan e che vogliamo un autografo
–
Così nel tardo pomeriggio, quando le riprese furono terminate, si recarono
dagli attori della fiction. Notarono ancora maggiormente la strepitosa
somiglianza; erano identici in tutto e per tutto, nei minimi dettagli.
- Ciao, siamo vostri fan. Volevamo chiedervi se potete farci un autografo –
iniziò Max.
- Certo, con molto piacere – gli rispose il suo clone prendendo un foglio e una
penna ed iniziando a scrivere. Mentre gli attori distribuivano scritte
affettuose e autografi, iniziò un piccolo interrogatorio.
- - Siete bravissimi. Sembrate veramente i protagonisti della storia – si
complimentò Isabel squadrando il suo doppione cercando, invano, delle
differenze.
- Grazie mille. Ma come avete fatto a sapere delle riprese? – chiese il
doppione di Michael.
- Siamo di Roswell –
- Deve essere emozionante vivere in una città dove probabilmente è caduta
un’astronave aliena – esclamò la copia di Tess.
- Be’, noi ci siamo abituati… Scusate, dagli autografi non si capisce bene chi
interpretate. Ce lo potete dire? – chiese Maria facendo gli occhi dolci al
sosia di Michael. Il vero Michael era fidanzato, quindi perché non provarci con
la sua copia?
- Certo, scusate. Io sono Jason Behr e interpreto Max Evans. – si presentò
ovviamente il sosia del vero Max.
- Io sono Shiri Appleby e sono Liz Parker nella fiction, l’amore di Max –
- Io invece sono Brendan Fehr e interpreto Michael Guerin, il fidanzato di
Maria. –
- Maria De Luca sono io – disse la sosia della ragazza – e il mio vero nome è
Majandra Delfino –
- Io invece sono Katherine Heigl e nella fiction sono Isabel Evans, sorella di
Max e prossima fidanzata di Alex Withman –
- Che sarei io. Il mio nome è Colin Hanks –
- Sei per caso il figlio di Tom Hanks? – chiese Maria.
- Sì –
- Oh mio Dio, che onore! Tuo padre è magnifico! Lo adoro, è un attore
formidabile! –
- Glielo dirò – sorrise il ragazzo. –
- Infine io sono Emilie De Ravin e interpreto Tess Harding –
- E io Nick Wechsler e nella fiction sono Kyle Valenti, il figlio dello
sceriffo, interpretato da William Sadler, che ora non c’è –
- Ora tocca a voi – disse Jason.
- Be’, sembrerà strano, ma abbiamo gli stessi nomi dei personaggi che
interpretate –
- Dici davvero? Ma è… pazzesco! – esclamò Majandra.
- Be’, non credo che siamo gli unici a chiamarci in questo modo, no? Ci sono
moltissimi Kyle, Max, Isabel in giro, sono nomi come altri. I produttori hanno
solo creato dei personaggi che casualmente hanno i nostri nomi – cercò di
essere il più convincente possibile Max.
- Sì, avete ragione. Una mia amica ha recitato in un film dove i tre attori
principali avevano lo stesso nome dei personaggi che interpretavano. Nel campo
cinematografico succede, e che importanza ha che nome ha l’attore se è bravo,
no? – rispose Shiri.
- Prima abbiamo parlato con un operatore e ci ha detto che state registrando
“Roswell”, incentrato proprio sugli alieni del ’47 –
- Sì. E qui sembra tutto così reale, come se fra noi ci fossero dei veri alieni
– disse Katherine.
- Roswell fa quest’effetto. Da quanto abbiamo capito è la storia di quattro
alieni che incontrano quattro terrestri e si innamorano di loro – disse Liz.
- Sì, più o meno. Qui registriamo le prime due serie, il continuo non so come
sarà. Diciamo che ci sono molti ostacoli da superare per stare insieme, molte
rinunce da fare, sacrifici, dolore, però alla fine l’amore trionferà per tutti
– spiegò Shiri.
- E in queste due serie gli alieni finiscono con i terrestri oppure che ne so,
vanno via o stanno tra alieni? – volle sapere Max.
- Non si capisce molto bene, perché l’ultimo episodio della seconda serie
termina senza baci, solo abbracci, che possono anche essere interpretati come
abbracci di amicizia. Si può comunque presupporre che gli alieni finiscano con
i terrestri, anche se ci sono alcuni cambiamenti, soprattutto nel corso della
seconda serie, ma non possiamo dirvi di più – disse Emilie.
- E per quanto durano ancora le riprese? – fu la volta di Alex.
- Credo ancora qualche giorno, visto che siamo registrano alcune delle scene
più importanti da confrontare con le altre per poi scegliere la migliore –
spiegò Brendan.
- Ci ha fatto molto piacere parlare con voi. Siete veramente bravi. Ci vediamo
nei paraggi. Grazie per gli autografi – disse Max congedandosi.
- Grazie a voi. Tornate pure quando volete –
I ragazzi si allontanarono dagli attori per recarsi nel deserto, che era
diventata la loro casa provvisoria.
- Mamma mia che impressione! È come parlare al proprio riflesso in uno
specchio! – esclamò Tess.
- Io credo che dobbiamo dire la verità – fu l’uscita di Max.
- Che cosa? Stai scherzando, vero? –
- No. Siamo qui per decidere se mantenere le coppie così come sono o scegliere
i terrestri, e tutta questa storia non ci è di nessun aiuto. Non è di certo
vedendo dei sosia che decideremo – continuò Max.
- Ma non possiamo dire che siamo veramente alieni. Ci studieranno, ci
tortureranno… Max, ragiona – Isabel era preoccupatissima e impaurita.
- Può darsi che solo rivelandoci ci sarà possibile scegliere, oppure è
possibile che quegli attori siano in realtà alieni del nostro pianeta che hanno
preso i loro corpi per metterci alla prova. Domani mattina andremo sul set
senza i travestimenti, sarà già un passo avanti – concluse Max.
- Come vuoi tu, tanto è inutile discutere con te – disse Isabel amareggiata.
Quella sera i ragazzi si sedettero intorno al fuoco e parlarono, ricordarono,
risero. Fu la prima volta da mesi che non si sentivano più in imbarazzo quando
erano tutti insieme, ed iniziarono a pensare che in fondo la strana situazione
in cui si trovavano avrebbe potuto chiarire molte cose. Erano molto curiosi di
assistere alle nuove riprese, ed erano anche agitati all’idea di un faccia a
faccia con gli attori. Loro erano ragazzi normali, non avrebbero preso troppo
bene il fatto di avere dei doppioni. Con questi pensieri i ragazzi si alzarono,
fecero colazione e si diressero agli studi.
Giunti là si aspettavano migliaia di domande per via della somiglianza con gli
attori, si aspettavano di vedere qualcuno troppo emotivo svenire, ma tutto ciò
non avvenne. Corse invece loro incontro una truccatrice, che disse: - Cosa ci
fate qui? –
- Noi… perché? – chiese Max non sapendo più a cosa pensare.
- Come avete fatto a venire qui? Avete volato? – continuò la ragazza.
- Scusa, perché? – chiese Michael che stava per perdere la pazienza.
- Ma se avete chiamato qualche ora fa dicendo di essere bloccati a Los Angeles!
Com’è possibile che siete già qui. Non vi aspettavamo per oggi –
- Be’, siamo andati all’aeroporto e lì abbiamo incontrato un pilota di aerei
privati nostro fan che ci ha gentilmente accompagnati qui in cambio degli
autografi e una foto – mentì Maria sognando momenti di gloria.
- È il prezzo della celebrità! Sono proprio contenta, e il regista lo sarà
ancora di più. Shiri, Jason, fra poco tocca a voi. Registriamo al Crashdown.
Anche voi altri dovete andare sul set. Ci vediamo fra qualche minuto – e detto
ciò si allontanò.
- Oh, oh! Cosa facciamo? – chiese Kyle.
- Dobbiamo recitare. Non sarà difficile, dobbiamo solo essere noi stessi e
ricordare quello che abbiamo detto nella realtà – disse Max.
Così tutti si diressero sul set del Crashdown.
- Mi hanno dato la bella notizia! Siete stati veramente fortunati. Be’, ora al
lavoro, giriamo la scena della sparatoria in cui Liz viene ferita… - i ragazzi
si irrigidirono alle parole del regista. Rivivere quei momenti sarebbe stato
terribile per tutti loro.
- … Shiri, tu andrai dai due clienti che litigano; Jason, Katherine e Brendan
osservate la scenda da quel tavolo; e tu Majandra sei in piedi vicino al
bancone. Tutto chiaro? – continuò il regista.
- Sì, sappiamo bene cosa succede – disse Liz un po’ triste al ricordo di quei
momenti. Se Max non l’avesse salvata non si sarebbero mai conosciuti e non
avrebbero fatto e detto tutte quelle cose che resero speciale il loro rapporto;
ma ora Max stava con Tess, perciò rivivere l’inizio del loro amore era come un
tuffo nel passato pieno di speranze, che però vedeva un futuro pieno di dolore.
Anche Max non era più determinato come prima a voler recitare: vedere Liz
nuovamente colpita da una pallottola, anche se per finta, gli ricordava il
terrore che aveva provato quando aveva realmente rischiato di perderla. Non
vedeva l’ora che quella giornata terminasse.
- Ok, tutti al proprio posto. Ciak, si gira! – urlò il regista.
I due clienti iniziarono a litigare e Liz si avvicinò a loro per farli smettere
e uno di loro estrasse la pistola. Maria e Liz avrebbero dovuto avere
un’espressione terrorizzata, ma i tratti dei loro volti non fecero trasparire
alcuna emozione, e l’attore non fece in tempo a sparare che il regista urlò: -
Stooop! Shiri, Majandra, vi sembra questo il modo di interpretare due persone
terrorizzate? Non c’era nessuna espressione sui vostri volti. Siete due attrici
o no? –
- Sì, ci scusi –
- Bene, riprendiamo. Azione! –
La scena venne ripetuta e questa volta senza interruzioni. Ora Liz era a terra
e Max si precipitò da lei per salvarla. Finse di usare i suoi poteri, ma quando
Liz restò a terra con gli occhi chiusi anche quando avrebbe dovuto svegliarsi,
il regista si arrabbiò ulteriormente: - Stoop! Shiri! Devi aprire gli occhi!
Non puoi farti un pisolino mentre gli altri recitano –
La ragazza però nemmeno ora aprì gli occhi e Max capì che era stata colpita da
un vero proiettile, così la curò e Liz si riprese. Intanto avevano ripreso a
registrare. Dopo qualche istante Liz si svegliò, vide sul volto di Max
un’espressione di sollievo, e capì di essere stata nuovamente salvata da lui.
- Max, mi hai salvata di nuovo… -
- Shh, non parlare ora. È tutto finito – disse Max abbracciandola.
- Stooop! Cosa avete tutti oggi? Cosa state dicendo, cosa state facendo? Cosa
vuol dire “mi hai salvato di nuovo”? Sentite, io non sono qui per farmi
prendere in giro da voi, perciò se questa è la vostra intenzione, fate meglio a
tornarvene a casa, intesi? – il regista era furibondo.
Mentre il regista sbraitava Liz sussurrò a Max: - Grazie. Ti devo di nuovo la
vita – poi si voltò verso il regista: - Scusi, ma sono terribilmente stanca.
Vado a ripassare la parte e poi torno – e uscì dal locale.
Max la seguì, ma venne bloccato dal regista: - Jason, dove vai? –
- A ripassare, ho sbagliato anch’io. Torniamo subito – e così dicendo uscì,
incontrando lo sguardo carico di rimprovero di Tess.
Max raggiunse Liz in un camerino. La giovane stava piangendo.
- Liz, cos’hai? Perché piangi? –
- Perché piango? Perché mi hai salvata di nuovo, perché stavo per dimenticare
tutto quello che c’è stato tra noi, stavo per superare il dolore di vederti con
Tess ed ora è tutto come prima. Ho rivissuto emozioni che credevo perdute… -
- Cosa dovevo fare, lasciarti morire? –
- Forse era meglio –
- Non dirlo nemmeno per scherzo! Tu sei troppo importante per me, lo sai
benissimo. –
- Ma Tess è più importante di me, vero? –
- È diverso. Il mio destino è con Tess e ho dovuto accettarlo. Salvare Antar è
lo scopo della nostra vita e non possiamo tirarci indietro –
- Lo so, me l’hai già detto, è che è come se fossi tornata indietro nel tempo a
quando il nostro amore è iniziato –
- Lo so. Io voglio averti al mio fianco, anche se solo come amica. Ti prego,
non cercare di allontanarti sempre più da me –
- Non è facile, ma ci proverò. Qui in fin dei conti sono costretta a non
ignorarti –
- Liz, ti voglio bene, e non voglio perderti completamente –
- Ti voglio bene anch’io – I due giovani si abbracciarono e poi tornarono sul
set.
Al Crashdown trovarono Michael e Isabel abbracciati e Tess imbronciata.
- Siete pronti? – chiese loro il regista.
Annuirono e rifecero la scena, questa volta come doveva essere fatta. Terminate
le riprese Max si avvicinò a Tess e l’abbracciò.
- L’hai salvata di nuovo? –
- Sì. Stava per morire davvero, ho dovuto farlo –
- Lo so. Il fatto è che ti sei precipitato da lei. –
- Non potevo lasciarla sola, era a pezzi. L’ho salvata per la seconda volta e
ha rivissuto praticamente la nostra storia dall’inizio. Cerca di capire –
- E cosa le hai detto? –
- Le ho detto che voglio restare suo amico, ma che sei tu il mio destino.
L’unica cosa che voglio è rivedere il nostro gruppo unito, non ce la faccio più
ad essere trattato come un estraneo dai miei migliori amici. –
- Sì, è vero. Anche Kyle è molto cambiato nei miei confronti, e per me lui era
come un fratello. Poi vedo Alex che soffre terribilmente e Maria che evita
perfino di incrociare lo sguardo con Michael. È bruttissimo –
- Già. Credo che comunque questa situazione alla fine ci riavvicinerà e non ci
farà più sentire in colpa per aver scelto il nostro destino –
- Se avete finito di parlare dei fatti vostri, ci sarebbe un film da registrare
– sbraitò il regista rivolto a Tess e Max.
- Certo, scusi. –
- Capisco che ieri avete fatto le ore piccole, però stamattina siete veramente
privi di ogni professionalità. Non vi ho scelti solo per le vostre belle facce,
ma per il vostro talento, perciò dimostratemelo! – il regista era veramente
fuori di sé. Quella mattina avevano combinato ogni tipi di pasticcio.
- Ha ragione. Non succederà più. Ci scusi – disse Max abbassando la testa.
- Forza, dobbiamo girare delle scene secondarie –
Così gli improvvisati attori si impegnarono a interpretare loro stessi mentre
chiacchieravano, litigavano, elaboravano teorie e piani. Era allo stesso tempo
bello e brutto mettere in scena la propria vita, però non volevano far perdere
il lavoro ai veri attori, perciò cercarono di dare il massimo.
Anche quella giornata trascorse senza altri intoppi e alla sera, salutati
tutti, si recarono nuovamente nel deserto.
- Non sembra, ma il lavoro dell’attore è molto impegnativo – disse Maria
stancamente.
- Già, ma una bella dormita ci rimetterà in sesto. –
- Oggi abbiamo fallito, ma domani parleremo con gli attori – cambiò discorso
Max.
I ragazzi si coricarono e dormirono. Max però non ci riuscì, perché continuava
a pensare a quello che era successo durante la giornata. Aveva salvato Liz,
aveva creato un nuovo legame tra di loro, un legame speciale fatto di amore e
amicizia. Ripensò a tutto quello che era accaduto dal giorno in cui salvò per
la prima volta Liz, ripensò all’immenso amore che provava per lei e si chiese
se non fosse ancora così. Certo, avrebbe salvato chiunque dei suoi amici, ma
non avrebbe mai trascorso un’intera nottata a ripensare a quel momento, ma Liz
era Liz. Cominciava a insinuarsi in lui il dubbio di aver fatto la scelta
sbagliata, di aver sacrificato il suo grande amore per un pianeta che in fondo
non conosceva, per gente che non sentiva vicina al suo cuore. Si chiedeva come
la pensassero gli altri, ma una cosa era certa: provavano tutti un grande
affetto nei confronti dei terrestri loro amici, e mai niente li avrebbe
completamente separati.
L’alba sorprese Max ancora immerso nei suoi pensieri. Si voltò e vide accanto a
sé Tess addormentata: lei era la sua regina, la sua consorte, ma quando la
guardava non provava altro che senso del dovere, sacrificio, vedeva una linea
tracciata dal destino avverso, non dalla propria volontà. Spostò lo sguardo su
Liz, l’opposto di Tess in tutto e per tutto: Liz era stato il suo primo grande
amore, la ragazza che lo aiutò ad essere umano e che gli fece apprezzare la
vita terrestre. Liz era l’amore, la meta da raggiungere dopo aver superato
tutti gli ostacoli posti dal fato; ma non era possibile venire meno al proprio
destino, perciò cacciò quei pensieri dalla mente e si alzò.
Dopo mezz’ora erano tutti pronti per andare in città. Giunti agli studi si
misero ad osservare le riprese serenamente, ma quando capirono cosa stavano
girando si sentirono male: videro il funerale di Alex. Avevano creato un prato
artificiale e stavano seppellendo una bara. Tutti piangevano e il cimitero era
gremito di persone. L’inquadratura terminò sulla lapide con inciso il nome
‘Alex Withman’.
Mentre gli attori si accinsero a terminare la loro recita, il vero gruppo di
amici sbiancò ed iniziò a piangere. Isabel dopo qualche minuto svenne. La
portarono in un camerino e la fecero riprendere. Fortunatamente nessuno si era
accorto di loro.
- Cosa è successo? – chiese l’aliena rinvenendo.
- Sei svenuta –
- Oh Dio, Alex! –
- Sono qui – rispose il ragazzo sorridendo.
- Ma perché hanno messo in scena una cosa simile? Alex non è morto! – anche Liz
era sconvolta; Alex era il suo migliore amico.
- Non lo so, comunque questa fiction proviene dall’immaginazione di un uomo,
perciò alcune cose possono essere diverse dalla nostra vera vita – disse Max.
- Sì, ma… credete che potrebbe succedere veramente qualcosa ad Alex? – chiese
Kyle.
- Perché mai dovrebbe accadermi qualcosa! –
- Scusa, ma ci siamo presi un tale spavento… -
- Avevate ragione voi, non possiamo interferire con questo mondo, cambieremo il
corso della nostra vita –
- Cosa vuoi dire? –
- Alex nella nostra realtà non è morto, ma qui sì, molto probabilmente perché
Colin Hanks avrà altre cose da fare, e se noi parliamo con loro dicendo che
siamo i veri protagonisti della storia, come reagiranno? Se ne andranno tutti?
Tornerà anche Colin? E se qui cambia la trama della storia, cosa ne sarà di
noi? Ricordatevi che siamo bloccati qui e siamo obbligati ad interagire con la
fiction, perciò è meglio non rischiare –
- Sì, potrebbe anche essere che se sospendono la produzione del telefilm tutti
noi scompariremmo oppure il nostro destino si modificherà – continuò Michael.
- Perciò riprendiamo i nostri travestimenti e facciamo finta di essere dei fan
– concluse Tess.
Mentre si recavano verso l’uscita degli studi, videro gli attori recitare
alcune scene dei più bei momenti della loro vita trascorsi con Alex: l’incontro
all’asilo con Maria e Liz, la rivelazione di Liz a proposito degli alieni, le
chiacchierate e le risate con gli alieni, lo spogliarello fatto da Alex per il
compleanno di Isabel, il primo bacio tra Alex e Isabel, e infine in primo piano
il volto sorridente del ragazzo. Tutti scoppiarono nuovamente a piangere
ricordando tutti i bei momenti trascorsi insieme e si sentirono stupidi ad aver
accantonato la loro profonda amicizia per questioni di orgoglio o per
l’imbarazzo. Si guardarono tutti negli occhi e poi si abbracciarono, felici di
essersi ritrovati e promettendosi di non separarsi più.
- Tess, noi due non siamo mai andate d’accordo…- cercò di scusarsi Liz.
- Liz, non c’è bisogno. Quella che ha sempre sbagliato sono io. Ti ho sempre
vista come un ostacolo alla mia storia con Max, non capendo che l’amicizia è
molto più importante-
- Sì, un ragazzo si può perdere, un’amica no, un’amica è per sempre –
- Per sempre. – le due ragazze si abbracciarono, finalmente mettendo da parte
il rancore e l’orgoglio che fino a quel momento le aveva divise. Il gruppo si
era finalmente risaldato, ed ora era più unito che mai.
Anche se gli alieni non avevano ancora deciso se restare con gli attuali
compagni oppure tornare con i terrestri, avevano comunque capito che l’amicizia
era la cosa più importante. Quelli che avevano più dubbi riguardo alla scelta
da fare erano Max e Isabel: il primo per via del nuovo salvataggio di Liz; la
seconda perché vedere Alex morto le fece capire che senza di lui sarebbe
perduta. Vedere la lapide con inciso il suo nome e poi tutti i bei momenti
trascorsi insieme, il loro primo bacio, le fece ricordare quanto l’aveva amato
e quanto teneva a lui. Aveva notato che Michael era un po’ geloso del fatto che
lei fosse svenuta, ma non le importava, perché l’amicizia con Alex era più
importante di ogni cosa. Quella notte toccò a lei non dormire, e l’alba la
sorprese più presto di quanto si aspettasse.
Come ogni mattina il gruppo si recò, sempre travestito, agli studi televisivi.
Scorsero da lontano alcuni degli attori che stavano parlando e si avvicinarono
a loro per salutarli. Mentre camminavano carpirono un brandello di
conversazione tra un cameraman e il produttore.
- … oggi quindi non dovrai registrare le scene con Brendan e Majandra – stava
dicendo il produttore. –
- Certo che accettare di fare una pubblicità proprio nel bel mezzo di un
telefilm non è il massimo dell’intelligenza –
- Già. Il regista è nero. Ha detto che questa è l’ultima che gli fanno. Se la
cosa si ripeterà li licenzierà, e immagino che farà morire Michael e Maria. –
Questi ultimi strabuzzarono gli occhi colti da un momento di panico all’idea di
morire, perché temevano che ci potessero essere conseguenze nella loro realtà.
- Dobbiamo fare qualcosa – disse Michael.
- Vuoi prendere il posto di Brendan? – gli chiese Maria, anche lei convinta che
quella sarebbe stata la soluzione migliore.
- Sì, e tu? –
- Sì. Non possiamo permettere che li licenzino. –
- Io sono d’accordo con voi – diede l’approvazione Max.
- Grazie. Su, andiamo. –
Maria e Michael entrarono in un camerino vuoto, tolsero il travestimento e
raggiunsero gli altri attori.
- Ciao ragazzi – esordì Maria.
- Ciao, ma che ci fate qui? – chiese loro Jason.
- Abbiamo rimandato a quando saranno finite le riprese – rispose Michael.
- Avete fatto bene. Il regista non era molto contento del fatto che vi sareste
assentati dal set per un giorno intero –
- Sì, infatti ci è venuto il dubbio che il regista si sarebbe arrabbiato,
perciò abbiamo rimandato – continuò Maria.
- Be’, meglio, visto che stamattina la scena principale la dovete fare voi –
disse Shiri.
- Eh sì – rispose Michael, senza sapere di cosa si trattasse.
Dopo qualche minuto li raggiunse il regista: - Cosa ci fate qui voi due? –
chiese a quelli che credeva Brendan e Majandra.
- “Roswell” è più importante di una pubblicità, perciò abbiamo rimandato –
- Bravi. Ora però è meglio andare. –
Dopo qualche minuto il cast si postò a casa di Michael, dove avrebbero girato
la scena.
- Bene, questa è una scena molto importante, mi raccomando. È la scena della
prima volta che Michael e Maria fanno l’amore. Dovete trasmettere tutto l’amore
che potete – spiegò il regista.
Michael e Maria furono presi dal panico. Di tutte le scene quella era
sicuramente la più dolorosa da interpretare, sia perché faceva riaffiorare
emozioni accantonate, sia perché Isabel li stava guardando. Comunque seguirono
le direttive del regista e si coricarono nel letto.
- Azione! –
La cinepresa prese a registrare, ma loro non si mossero, non si guardarono
nemmeno, ed entrambi erano rossi come peperoni.
- Stoop! Ehi, che vi prende? –
- Niente, ci stavamo concentrando – mentì Michael, visibilmente imbarazzato.
- Forza, riprendiamo –
I volti dei due ragazzi si avvicinarono, con fare molto impacciato, e le loro
labbra si sfiorarono. Da quel lieve bacio trasparì ogni sorta di emozione meno
che l’amore, perciò il regista fermò nuovamente le riprese.
- Capisco che possa essere imbarazzante, che magari tra un mese vi sposerete
con altre persone, però questa è finzione, e voi siete due attori. Non ho
voglia di passare tutto il giorno su questa scena, perciò sbrigatevi ad entrare
nella parte –
I due giovani trassero un lungo respiro e cercarono di fare del loro meglio.
Dapprima si diedero un bacio molto veloce sulle labbra, poi furono presi dalla
passione, dal ricordo dei loro baci, dall’amore che una volta provavano, e i
loro baci furono molto più convincenti, trasmettendo tutto l’amore di cui erano
capaci. La loro interpretazione non venne più interrotta e, quando il regista
diede la sua approvazione, Michael e Maria impiegarono ancora qualche secondo
prima di staccare le labbra e sciogliersi dall’abbraccio. Quando si resero
conto di aver esagerato, si allontanarono bruscamente.
- Bravissimi! Eccellente! Sprizzavate amore da tutti i pori! Sicuri di non
essere fidanzati? – si complimentò il regista.
- No, non stiamo insieme – disse Maria con un po’ di rammarico.
- Bene, ora un po’ di pausa e poi passiamo alle scene successive – continuò il
regista.
Michael e Maria raggiunsero gli altri attori, che si complimentarono con loro.
Sicuramente avevano aumentato la fama dei due attori, ma loro due non avevano
affatto recitato, si erano solo lasciati trasportare dalle emozioni che
provavano stando insieme. Questo li scosse molto, Maria perché per un attimo si
era illusa di essere tornata con Michael, ma poi fu catapultata nella dura
realtà da uno ‘stop’ urlato da un regista; Michael perché si sentiva in colpa
nei confronti di Isabel per essersi lasciato andare e per aver riprovato per un
attimo tutto l’amore che solo Maria sapeva far nascere in lui. Non poterono
però soffermarsi troppo sui loro pensieri perché ci furono altre scene da
girare.
Nel pomeriggio fu la volta di Emilie e Nick, i quali dovettero interpretare
alcune scene della convivenza tra Kyle e Tess, quando quest’ultima si trasferì
in casa Valenti. I due giovani rividero il giorno in cui Tess andò a vivere da
Kyle, Tess fu nuovamente colpita dalla generosità di Kyle quando rivide il
ragazzo cederle la camera da letto, riascoltarono i loro interminabili
discorsi, rividero i loro abbracci, e capirono di essere innamorati. Non se
n’erano mai resi conto, ma tutte le attenzioni che si scambiavano non erano
dettate da una fraterna amicizia, bensì dall’amore. Purtroppo era troppo tardi
perché ora Tess stava con Max e non poteva abbandonare il suo destino.
Quando le riprese terminarono Michael e Maria si camuffarono nuovamente e
raggiunsero gli altri, già in partenza per il deserto.
Quella sera la tranquillità fu scossa dalla litigata tra Michael e Isabel.
- Si può sapere cosa c’è? – le chiese Michael.
- Niente, assolutamente niente –
- È da stamattina che non mi parli… è per la scena con Maria, vero? –
- Secondo te? Addirittura i complimenti. Ma bravo! –
- Ho dovuto farlo, era già due volte che il regista ci riprendeva. Dovevo far
perdere il lavoro a Brendan e Majandra solo perché tu sei gelosa? –
- Avresti anche potuto impegnarti un po’ meno, magari evitare di mettere le
mani dappertutto e staccarti subito da lei quando il regista ha detto che
andava bene. –
- Is, non so come fartelo capire, non è successo niente! E comunque non sono io
quello che è svenuto quando ha visto la lapide col nome di Alex. –
- Questo è un colpo basso. Comunque le situazioni erano diverse: io ho letto il
nome del mio ex ragazzo e amico sopra una lapide! Come ti saresti sentito se al
suo posto ci fosse stato il nome di Maria o di Max, eh? –
- Male, ma non sarei svenuto –
- Ok, finiamo qui la conversazione, non c’è più niente da dire, perché abbiamo
torto tutti e due, anche se tu molto più di me – e così dicendo Isabel si
allontanò.
Quella notte furono in due a rimanere svegli a pensare: Michael e Tess. Anche
gli altri due alieni però non ebbero una notte tranquilla, perché erano
assaliti da ogni dubbio immaginabile. Avevano fatto quel viaggio
spazio-temporale per decidere fra le persone con cui stavano e i terrestri, ma
dopo quattro giorni non erano ancora venuti a capo di niente. Sì, il sospetto
di aver fatto la cosa sbagliata li aveva colpiti, ma non erano affatto sicuri
di voler lasciare i compagni per tornare con i terrestri. Non sapevano nemmeno
per quanto tempo ancora sarebbero rimasti imprigionati in quella dimensione, ma
speravano di rimandare il più possibile la loro decisione, perché sarebbe stata
comunque dolorosa.
Una cosa positiva in tutto questo successe: la loro amicizia si era risaldata.
Agli alieni venne anche il sospetto che fossero stati mandati in quella Roswell
per capire se per loro era più importante l’amore tra alieni o l’amicizia sia
fra alieni che con i terrestri.
L’alba non si fece attendere, e il gruppo tornò agli studi. Trovarono però una
brutta sorpresa perché tutto era stato tolto: niente più telecamere, niente
roulotte contenenti i camerini, niente più luci disseminate, ora Roswell era
completamente spoglia. Restavano solamente sette degli otto attori principali e
il regista. Capirono che la produzione del telefilm era terminata, e furono
presi dal panico perché non erano stati riportati nella loro dimensione. Si
avvicinarono agli attori per salutarli e per cercare di capire per quale motivo
loro restassero lì nonostante il set di “Roswell” era stato sbaraccato.
- Salve, che succede? – chiese Maria.
- Abbiamo finito di girare le due serie, perciò ce ne andiamo – rispose Nick.
- Sapete se ci sarà un’altra serie? – chiese Tess.
- Probabilmente sì. Avete intenzione di seguire anche quella? – rispose
Brendan.
- E chi lo sa. Volevamo dirvi che siete stati magnifici e che questo telefilm è
molto bello – si complimentò Liz.
- Grazie mille. Gli alieni ci hanno sempre affascinati, ed è stato stupendo
fare l’alieno per un po’. Sono talmente abituata ad entrare nei sogni della
gente che a volte mi capita di coricarmi e concentrarmi su qualcuno, che
stupida! – rise Katherine.
- E io invece cerco di cominciare telepaticamente con loro – confessò Jason.
- Be’, credo che sia normale, vi siete immedesimati talmente che a volte le
personalità degli alieni sovrastano le vostre – spiegò Alex.
- Già, può darsi. Ragazzi, è stato un piacere conoscervi e siamo felici che il
telefilm vi piaccia. Speriamo di rivederci, ora dobbiamo andare. Ciao – disse
Jason.
- Ciao e ancora complimenti –
Gli attori si allontanarono e il gruppo di alieni e umani rimase a pensare a
quello che sarebbe accaduto.
- Bene, e ora? – chiese Kyle.
- Ora torniamo nel deserto, magari lì succederà qualcosa – propose Michael.
- Noi alieni dobbiamo pensare, dobbiamo capire chi vogliamo al nostro fianco.
Questi giorni sono stati duri per tutti e io non so proprio cosa fare per
tornare nella nostra Roswell – disse Max mortificato.
- Non è colpa tua. Non devi prenderla solo tu una decisione difficile. È dura
da ammettere, ma rivedere la nostra vita con i terrestri ci ha fatto ricordare
cose dimenticate e ci ha confusi parecchio – disse Isabel tentando di consolare
il fratello.
Queste parole fecero male a tutti gli alieni, perché erano vere, perché se
rivedere alcune scene con gli ex fidanzati aveva creato in loro un così vasto
stato di confusione, forse le nuove coppie non erano così solide come
credevano, o come volevano far credere.
Maria, Liz, Alex e Kyle erano da sempre parti fondamentali della vita dei
quattro alieni e arrivare a fregarsene del proprio destino per loro, sarebbe
stata la dimostrazione del vero amore che provavano nei loro confronti.
Max era il più pensieroso: durante il viaggio verso il deserto non proferì
parola, e giunti nella grotta dove dormivano da qualche notte, disse: - Ho
capito tutto –
In quel momento furono nuovamente avvolti da un vortice azzurrognolo e si
ritrovarono nella grotta della loro Roswell, e ad attenderli c’era lo sceriffo
Valenti.
- Sceriffo, ci ha aspettati qui? – chiese Max.
- Qui sono passate solo alcune ore. Io non sono lo sceriffo, sono karim, un
alieno del vostro pianeta mandato per creare il vortice dimensionale. –
- Perché è tanto importante che noi scegliamo? – chiese Michael.
- Perché dobbiamo capire se siete pronti ad assolvere ai vostri compiti su
Antar o se invece preferite vivere qui sulla Terra –
- Ma la Terra è dove siamo nati e cresciuti, Antar non lo conosciamo nemmeno –
disse Isabel terrorizzata all’idea di dover partire.
- Lo so, per questo era necessario il viaggio che avete appena fatto. La scelta
è assolutamente libera e nessuno interferirà o vi punirà. Ora devo andare,
arrivederci. – E così dicendo l’alieno impossessatosi del corpo dello sceriffo
se ne andò e l’uomo cadde a terra svenuto.
Quando rinvenne gli spiegarono tutto e poi andarono a Roswell. Era così diversa
la città: gli abitanti erano reali, nessuno diceva loro come comportarsi, le
emozioni e le situazioni erano vere, quella era la vita vera. Gli otto giovani
tornarono nelle rispettive abitazioni e salutarono molto affettuosamente i loro
genitori, che furono stupiti dal comportamento dei figli, ma furono ben
contenti di ricevere un bel bacio sulla guancia.
Seguendo il consiglio del proverbio “La notte porta consiglio”, i ragazzi
andarono a dormire molto presto, liberarono la mente e ripensarono ai giorni
appena trascorsi.
Nel bel mezzo della notte i quattro alieni giunsero a una conclusione, e la
andarono a comunicare alla persona scelta.
Max andò da Liz; Isabel da Alex; Michael da Maria e Tess da Kyle. Non fecero
lunghi discorsi, non spiegarono niente; si limitarono a dire, tutti gli alieni
nello stesso momento: - Ho scelto – e baciarono le persone che avevano di
fronte. Nessuno soffrì per quella scelta e il gruppo restò il più unito mai
visto, perché l’amicizia supera ogni ostacolo.
Scritta
da Kassandra |