Roswell.it - Fanfiction

RITORNO SULLA TERRA


RIASSUNTO: Max, Michael, Isabel e Tess partono per Antar e dopo cinque anni ritornano sulla Terra. Come reagiranno Liz e Maria al loro ritorno?

DATA DI CREAZIONE: 14-16/04/05

ADATTO A: tutti, anche se forse è meglio che i bambini non lo leggano a causa della violenza del tema trattato.

DISCLAIMER: Ogni riferimento a Roswell appartiene alla WB e alla UPN. Tutti gli attori protagonisti del racconto e citati appartengono a loro stessi. Il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.

La mia e-mail è rapiro84@libero.it


Erano passati cinque anni da quando Max, Michael, Isabel e Tess erano partiti per Antar, e i terrestri avevano continuato le loro vite, anche se il ricordo dei loro amati alieni era sempre vivo nei loro cuori.
Avevano passato momenti terribili appena dopo la loro partenza: Liz e Maria non riuscivano a farsene una ragione. Sapevano fin dall’inizio che prima o poi sarebbe successo, ma non erano ancora pronte a lasciarli andare e vivere senza di loro; e a pensarci bene non lo sarebbero mai state.
Quando erano partiti si erano sentite tradite perché speravano che Max e Michael restassero per loro, che dessero un calcio al destino seguendo il loro cuore; e invece avevano fatto ciò che Tess aveva detto loro ed erano partiti senza voltarsi.
Forse avevano sperato troppo in un amore eterno, che si era invece rivelato fugace e travagliato. No, Max e Michael non le amavano abbastanza!
I primi tempi erano stati veramente duri: ogni mattina speravano di vederli agli armadietti intenti a prendere qualche libro; ogni volta che trillava il campanello del Crashdown alzavano la testa di scatto sperando in un miracolo; ogni sera attendevano che i loro amati bussassero alla finestra della loro camera; e invece finivano per addormentarsi dopo un lungo e doloroso pianto. E ogni giorno si ripeteva lo stesso copione, rendendo il loro cuore ancora più vuoto.
Già, perché si sentivano vuote, incomplete, come se mancassero di un pezzo, come se l’aria fosse diventata troppo pesante per respirare, come se galleggiassero in un limbo di sofferenza da cui era impossibile evadere, come se la voglia di vivere fosse partita con loro.
Anche Kyle era dispiaciuto della partenza degli alieni, stava male ma non come Liz e Maria; perciò cercò di aiutarle il più possibile ad uscire dal loro stato di apatia.
Dopo molta pazienza, litigi e pianti finalmente iniziarono a reagire, a pensare al loro futuro e a provare a ricostruirsi una vita.
Liz e Maria dopo il liceo partirono per Albuquerque, dove si iscrissero all’università: Liz a biologia e Maria a farmacia.
Kyle si iscrisse alla scuola di polizia per poi prendere, un giorno, ili posto di suo padre come sceriffo di Roswell.
Essere lontani da Roswell aveva fatto bene a tutti e tre perché avevano iniziato a capire che la vita continuava anche senza di loro e che Max, Michael, Isabel e Tess rimanevano solo un ricordo, una parentesi della loro vita magari da raccontare ai loro nipoti quando avrebbero chiesto loro chi fosse stato il primo amore.
Sì, il loro era solo un amore giovanile, che lasciava il segno, ma che si poteva superare; o almeno così speravano.
Erano uscite con altri ragazzi, ma non avevano mai provato le sensazioni che solo Max e Michael sapevano dar loro. Inconsciamente ogni volta che baciavano un ragazzo aspettavano che si aprisse la connessione con loro, e quando si rendevano conto che non poteva accadere, si davano delle stupide e si ripromettevano che la volta dopo non ci sarebbero cascate.
Comunque, dopo cinque anni, si erano messe il cuore in pace non sperando più di poterli rivedere.
Liz si era appena laureata ed era tornata a Roswell per trascorrere le vacanze estive; dopodiché avrebbe cercato un lavoro.
Maria aveva conseguito il diploma di farmacista e aveva da poco aperto un negozio di medicinali omeopatici e prodotti naturali a Roswell.
E Kyle era diventato da poco il nuovo sceriffo di Roswell.
Finalmente erano tutti e tre più decisi che mai a vivere la propria vita senza più pensare al passato; ma si sa, non appena si riesce a dimenticare una persona, ecco che questa torna prepotentemente nella nostra vita…

Ce l’avevano fatta, erano ancora vivi e ora si trovavano nell’unico posto in cui volevano essere: Roswell.
Era trascorso circa un anno da quando erano partiti per Antar e speravano che le cose non fossero cambiate molto.
Max e Michael speravano che Liz e Maria non si fossero già dimenticate di loro e che fossero disposte a ricominciare una vita insieme, perché loro non erano più disposti a vivere senza le ragazze che amavano più della loro stessa vita.
Su Antar avevano passato momenti difficili e l’unico pensiero che li aveva esortati a stringere i denti e andare avanti era quello di tornare da loro.
Non appena misero piede su Antar furono catturati dai soldati di Kivar e Tess invece fu accolta con tutti gli onori. Li aveva traditi, si era venduta al nemico per avere salva la vita.
Dopo giorni e giorni di torture finalmente riuscirono a scappare e, insieme all’esercito della ribellione, sconfissero Kivar e Max riprese il suo legittimo trono.
Durante il combattimento Michael venne ferito gravemente e l’unico pensiero che lo tenne in vita fu il ricordo della notte d’amore trascorsa con Maria. Grazie al ricordo del suo amore, della sua fiducia e del suo appoggio Michael si riprese in fretta e contribuì all’uccisione di Kivar.
Quando tutto fu sistemato Max e Michael non esitarono a prendere la loro decisione: tornare sulla Terra. Isabel non aveva nessuno, a parte i suoi genitori, ad attenderla ma dividersi dai suoi fratelli era fuori discussione.
Ora erano tornati e avrebbero fatto di tutto per riconquistare Liz e Maria.
Durante la loro permanenza su Antar si erano resi conto che quel pianeta non era la loro casa e che non avrebbero mai potuto amare nessun’altra ragazza.
Erano stati ingenui e stupidi a partire, sicuramente tradendo la fiducia che Liz e Maria avevano in loro; ora l’avevano capito e avrebbero rimediato all’errore commesso.
Non appena uscirono dalla grotta si recarono al Crashdown. Erano sicuri di trovarvi sia Liz che Maria, e forse anche Kyle. Sembrava strano, ma anche lui era mancato loro.
Dal caldo che faceva dedussero che fosse estate, quindi avevano qualche mese di tempo per rimettere le cose a posto prima che Liz, Maria e Kyle partissero per il college.
Eccoli, erano davanti alla porta d’ingresso e il cuore batteva all’impazzata. Non sapevano cosa aspettarsi, se uno schiaffo in faccia o un abbraccio e un fiume di lacrime; ma ormai erano lì. Si fecero coraggio ed entrarono.

Quel giorno il Crashdown era un inferno: il campanello continuava a suonare e orde di turisti affamati si riversavano nel locale. Liz era esausta e per poco non si mise a piangere quando il campanello suonò nuovamente. Sollevò lo sguardo verso la porta e sbiancò. I piatti che aveva in mano le caddero e i suoi occhi si sbarrarono.
- Max… - sussurrò, poi svenne.
Non appena entrò nel locale Max la vide. Era ancora più bella di quanto ricordasse: ora portava i capelli corti ed erano più chiari, ma era sempre stupenda. Il suo viso era più maturo, ora era una donna. Possibile che in un anno fosse cambiata così tanto?
Ora lei lo stava guardando, ma non sorrideva. La vide sbiancare e sgranare gli occhi, proprio come se avesse visto un fantasma. Questo gli procurò una fitta al petto: non poteva reagire così solo dopo un anno di assenza. Anche per lui era stato un periodo interminabile, ma erano ancora giovani e avevano tutto il tempo che volevano per stare insieme.
Poi la vide accasciarsi al suolo. Il flashback della sparatoria avvenuta tre anni prima (in realtà di anni ne sono passati sette) gli tornò prepotentemente in mente e si precipitò da lei.
- Liz, Liz, svegliati. Sono io – disse Max tenendola abbracciata.
- Non sei reale – disse la ragazza.
- Certo che lo sono. Liz, siamo tornati, e questa volta per sempre –
- No. Non ora che avevo finalmente riaggiustato i cocci della mia vita. Come puoi farmi questo? –
- Liz, lo so che sei stata male, ma abbiamo tutta una vita davanti. È passato solo un anno –
- Un anno? Qui sulla Terra ne sono passati cinque! –
Max si pietrificò e Liz corse in camera sua piangendo.
No, non era possibile! Non ora! Aveva appena accettato l’idea di vivere senza di lui, e torna a sconvolgerle la vita! Ma questa volta non avrebbe ceduto, non le interessava se sarebbe rimasto per sempre sulla Terra; lei ora era una donna e non avrebbe permesso al suo passato di rovinarle la vita. Max era un capitolo chiuso. Sì, ma allora perché stava così male? Perché, nonostante tutto, non appena l’aveva visto aveva avuto l’impulso di correre da lui e abbracciarlo più forte che poteva? Perché ora le scorrevano davanti tutti i momenti belli passati con lui? Le loro chiacchierate, le loro connessioni quando si baciavano, il loro capirsi solo guardandosi negli occhi. Perché, perché non aveva avuto la forza di dimenticare completamente Max, il ragazzo che l’aveva fatta soffrire più di chiunque altro ma che le aveva fatto conoscere il significato della parola amore?

Cinque anni! Liz era stata senza di lui per cinque anni, e ora come poteva pretendere di rimettere le cose a posto? Era ovvio che fosse così sconvolta.
Se lei aveva sofferto quanto lui, allora quegli anni erano stati un inferno. Sicuramente ora aveva una vita, magari un fidanzato, e lui era tornato a ricordarle il passato.
Una voce famigliare interruppe i suoi pensieri.
- Ragazzi, ma siete voi? – chiese Kyle.
- Kyle?! Sei tu? – chiese Isabel.
- In carne e ossa –
Isabel corse ad abbracciarlo, felice che almeno lui fosse contento del loro ritorno.
- Ci sei mancato – disse Max.
- Anche voi a me. Allora, com’è andata su Antar? –
- Bene. Abbiamo sconfitto Kivar e poi abbiamo deciso di tornare. Era straziante senza di voi – rispose Isabel.
- Già. Posso immaginare. Liz ti ha visto? – chiese a Max.
- Sì, ed è svenuta –
- Lo credo. Per lei è stata molto dura. Per i primi mesi non ha fatto altro che piangere, poi è andata all’università e ha tentato di rifarsi una vita, ma non è ancora la Liz che conoscevate. Lei dice di aver superato la tua partenza ma di tanto in tanto la sorprendo a leggere il suo diario di quando aveva sedici anni, oppure mentre sta guardando vecchie foto di voi due insieme –
- E ora rivedermi l’ha gettata nella confusione più totale. Per noi è trascorso solo un anno, quindi credevamo di trovare tutto più o meno come prima, ma cinque anni sono tanti –
- E Maria? – chiese Michael.
- Maria è nella stessa situazione di Liz. Ora ha un negozio di medicinali omeopatici dall’altra parte della strada. Ha smesso di cantare e suonare perché dice che ha perso l’ispirazione. Credetemi, è stato straziante stare con loro in questi anni. Io in un certo senso sono stato fortunato perché non amavo Isabel o Tess come Liz e Maria amano voi –
- Mio Dio! È impressionante la sofferenza che riescono a sopportare quelle due ragazze. Se io fossi stata al loro posto sarei impazzita – disse Isabel.
- No. Quando Alex è morto tu eri nella loro stessa situazione. Sei forte almeno quanto loro –
- Grazie –
- Come mai Tess non è con voi? –
- Tess ci ha traditi. Aveva fatto un patto con Kivar e non appena siamo arrivati su Antar ci ha fatti imprigionare. È morta durante il combattimento finale –
- Sapevamo che vi avrebbe traditi. Poco prima della vostra partenza abbiamo scoperto che è stata Tess ad uccidere Alex, usando ripetutamente il suo potere su di lui, ma siamo arrivati troppo tardi alla grotta –
- Mi pento solo di non averle dato io il colpo di grazia – disse Isabel.
- Calmati Izzy. Ha pagato per quello che ha fatto – le disse Max.
- E tuo figlio? - chiese ancora Kyle.
- Mai esistito. Ci ha fatto credere di essere incinta usando il suo potere – rispose Michael.
- Ragazzi, starei con voi a parlare tutto il giorno, ma devo tornare al lavoro – disse Kyle alzandosi.
- Certo sceriffo! Se vuoi parlare con noi siamo in albergo –
- Okay. Ciao –
- E due sono andati. Manca solo Maria – disse Michael alzandosi.
- Dove vai? –
- Da lei. Devo vederla –

Michael uscì dal Crashdown e attraversò la strada. Non entrò subito nel negozio, ma rimase ad osservarla attraverso i vetri per qualche istante. Era bellissima: portava i capelli lunghi e lisci di un colore leggermente più scuro del biondo. Sembrava felice in mezzo ai botticini di erbe, e ora lui avrebbe turbato quella felicità. Si fece coraggio ed entrò.
Come trillò il campanello della porta Maria fece un largo sorriso per accogliere il suo nuovo cliente. Aveva aperto da poco ma le cose andavano bene.
- Buong… - Ma le parole le morirono in gola e il sorriso sparì dalle sue labbra.
- Michael. Sei tu? –
- Sì. Siamo tornati –
- Perché sei qui? –
- Per vederti –
- Non dovevi sprecarti. Io non sono il tuo giocattolo. Quando sei partito hai fatto una scelta, e ora vattene –
- Maria, io… -
- Ho detto di andartene! – urlò Maria.
Michael abbassò lo sguardo e se ne andò. Sapeva che sarebbe stata dura, ma prima o poi sarebbe tornato con lei.
Il cuore di Maria non aveva mai battuto così forte in vita sua, trovarselo davanti era stato un vero shock. Proprio ora che le cose andavano bene, ora che aveva accettato l’idea di vivere senza il suo Spaceboy, ecco che lui torna a sconvolgerle la vita. L’aveva fatta soffrire troppo per permettergli di rientrare a far parte della sua vita. No, questa volta non ci sarebbe cascata.

Max e Michael non avevano intenzione di darsi per vinti: avrebbero riconquistato Liz e Maria a qualunque costo. Stare senza di loro era stato troppo brutto per permettersi di perderle ancora.
Dal giorno seguente Max riprese ad andare al Crashdown e vi restava fino alla chiusura.
Nonostante lo vedesse tutti i giorni, Liz non era ancora riuscita ad abituarsi all’idea che Max fosse tornato, e questa volta per restare. Restava tutto il giorno seduto ad un tavolo e continuava a fissarla. Liz sentiva continuamente i suoi occhi puntati addosso, e con loro il brivido che da sempre la percorreva ogni volta che Max la guardava.
Era una sensazione bellissima, ma stava a testimoniare che i suoi sentimenti per lui non erano cambiati, che nonostante tutti i suoi sforzi non l’aveva ancora dimenticato.
- Ehi Max, se continui così dovrò far valere la mia posizione di sceriffo! – scherzò Kyle l’ennesimo giorno che vide Max al Crashdown.
- Non so più cosa fare. Non faccio altro che pensare a lei e a quanto l’ho fatta soffrire. Voglio che capisca che d’ora in poi ci sarò sempre – disse Max frustrato.
- Lo so, ma stare sempre qui non le farà cambiare idea più in fretta. Perché non riniziate ad essere solo amici? –
- Sì, è la cosa migliore da fare, ma lei non mi guarda nemmeno e manda sempre un’altra cameriera a servirmi – disse Max quasi con le lacrime agli occhi.
- Mio Dio, Max! Come hai fatto ad essere così stupido da lasciarti scappare Liz per seguire un’assassina? –
- Ogni giorno mi faccio questa domanda, ma non ho ancora trovato la risposta. Perché non si può tornare indietro e cambiare tutto? –
- Perché è così che funziona. Prova a farti vedere meno spesso qui e magari lei comincerà a parlarti –
- Ci proverò. Grazie Kyle. Grazie anche per tutto quello che hai fatto per Liz e Maria in questi anni –
- È stato un piacere. Loro sono le mie migliori amiche –
Così Max decise di seguire il consiglio di Kyle ed iniziò a presentarsi al Crashdown più raramente.
Liz si accorse immediatamente dell’assenza di Max, ma non sapeva se esserne sollevata o dispiaciuta.
Da una parte non doveva più confrontarsi con lui e la sua sofferenza ogni giorno, ma dall’altra non vederlo era come essere tornata indietro nel tempo a quando lui era su Antar.
Non era mai stata così confusa in vita sua. Ora non era più una ragazzina alle prese con la sua prima cotta, e si presumeva che affrontasse tutto questo in modo più maturo; ma quando si trattava di Max tutte le sue certezze crollavano e la sua determinazione vacillava in modo preoccupante.
Max tentava di stare lontano da Liz, ma era più forte di lui: doveva vederla, sentire la sua voce quando chiedeva le ordinazioni e soprattutto sentirla ridere se qualcuno faceva una battuta. Sentirla ridere, questa era la cosa che gli mancava di più. Il suo sorriso gli illuminava la giornata e vedere i suoi occhi che brillavano gli riscaldava il cuore.
Prima solo lui sapeva farla ridere di cuore; poi con l’arrivo di Tess lunica cosa che aveva saputo fare era farla piangere. Ma ora, dopo cinque anni di sofferenza, l’unica cosa che voleva era farla stare bene. Forse se avessero parlato lei l’avrebbe riaccettato nella sua vita, anche se solo come amico.
Così quella sera Max si arrampicò sul suo balcone. Si stupì che la scala ci fosse ancora: forse non tutto era perduto, forse Liz sperava che lui salisse ancora quella scala. Quanti ricordi gli tornarono alla mente mentre saliva quei gradini: ogni volta che al termine della scala c’era lei ad aspettarlo con un magnifico sorriso, ogni volta che sedevano sulla sdraio in terrazzo e parlavano guardando le stelle, ogni volta che si dichiaravano il loro amore.
Scavalcò il muretto e si ritrovò sul terrazzo. Trovò la ragazza intenta ad ascoltare la musica con gli occhi chiusi.
Dio, com’era bella! Il suo unico impulso era quello di abbassarsi e baciarla, poi stringerla a sé e non lasciarla più andare via; invece allungò una mano e le toccò una spalla.
Liz aprì gli occhi e lo guardò. Spense la musica e poi parlò: - Cosa ci fai qui? – chiese stupita.
- Devo parlarti –
- Cosa vuoi dirmi, che domani parti per Marte? –
- No. Voglio solo parlare con te. Voglio dirti quello che ho fatto su Antar e voglio che tu mi dica cosa hai fatto in questi anni. Non pretendo che tutto torni come prima da subito, ma vorrei almeno essere tuo amico. Perché non tiriamo fuori tutto quello che abbiamo dentro e vediamo cosa succede? –
- Non lo so. È dura averti qui davanti. Ho paura che sia solo frutto della mia immaginazione –
- Non lo è. Io sono qui – così dicendo Max le toccò una mano.
Entrambi sentirono come una scossa, come succedeva ogni volta che si toccavano.
- Okay. Comincio io. Su Antar ho passato dei momenti davvero difficili. Siamo stati traditi da Tess, imprigionati e torturati. Siamo riusciti a scappare e ci siamo uniti all’esercito della ribellione. Abbiamo studiato una strategia e alla fine abbiamo combattuto contro Kivar e Tess, uccidendoli. Ogni istante il mio pensiero era rivolto a te, ai tuoi occhi, ai tuoi capelli, al tuo sorriso. Tu mi hai dato la forza di continuare a combattere, proprio come era successo nella camera bianca. Non appena tutto fu sistemato decisi di tornare sulla Terra perché non potevo stare lontano da te un minuto di più – raccontò Max.
- Sapevamo tutto di Tess, ma non siamo arrivati in tempo – disse Liz.
- Lo so. Ce l’ha detto Kyle –
- È stato fantastico. Ci hai aiutate tanto prendendosi cura di noi –
- Non lo ringrazierò mai abbastanza per questo. E tu cosa hai fatto in questi anni? –
- Ho sofferto. Sono andata al college, mi sono laureata in biologia, ma niente aveva il significato di un tempo. Avevo perso la voglia di vivere. Senza di te non ce la facevo: continuavo a piangere e a vivere nel passato. Ho provato ad avere storie con altri ragazzi, ma non erano te, e finivano subito. Era come soffocare, come essere sola nel buio più profondo e non riuscire a trovare una via di fuga. Dopo cinque anni di tua assenza avevo finalmente iniziato a farmene una ragione, ma ora sei qui e tutto il mio mondo è crollato. È tornata a galla tutta la sofferenza di questi anni e tutti i miei sforzi di dimenticarti si sono rivelati inutili – mentre parlava, Liz aveva iniziato a piangere.
- Io non so cosa fare per farti stare meglio. Vorrei cancellare questi anni, ma non è possibile. Ogni giorno mi do dello stupido per aver creduto a Tess ed essere partito. Liz, io ti amo ancora tanto, forse più di prima, ma è giusto che tu ora rifletta e abbia i tuoi spazi –
- Già, ma sono stanca di riflettere e soffrire. Come potevi pensare che dopo cinque anni io facessi finta di niente? –
- Su Antar è passato solo un anno e credevo che anche qui fosse trascorso lo stesso tempo. Se lo avessi saputo prima non sarei venuto a cercarti, ti avrei lasciata vivere la tua vita senza di me –
Dopo interminabili minuti di silenzio Max parlò: - Ora io vado. È tardi. Per favore, pensa a quello che ci siamo detti stasera e spero che tu voglia almeno essere mia amica. Non pretendo molto, solo un saluto e quattro chiacchiere ogni tanto –
- Ci penserò –

Nel frattempo anche Michael aveva iniziato la sua opera di convincimento con Maria. Qualche giorno dopo il loro primo incontro si ripresentò al suo negozio.
- Cosa vuoi? – lo accolse Maria.
- Isabel ha il raffreddore e volevo comprare qualche medicinale omeopatico per farglielo passare –
- Voi non potete avere il raffreddore, perciò sparisci –
- Okay. Il mio gatto continua a vomitare e forse delle erbe gli faranno bene –
- Tu non hai un gatto e in albergo non sono permessi animali –
- D’accordo. Non ce la faccio senza di te. Dovevo vederti e parlarti, sentire la tua voce –
- Quando sei partito hai scelto la tua vita aliena ed ora non puoi tornare qui e riprendere tutto da dove hai lasciato solo perché hai scoperto che i tuoi compaesani ti hanno tradito –
- Io sono tornato perché lo volevo. Ho fatto lo sbaglio più grande della mia vita andandomene, ma ho capito che non posso vivere senza di te. Hai idea di cosa si prova a stare in un posto ostile senza l’appoggio della persona che si ama? –
- E tu hai idea di cosa si prova a stare cinque anni sperando ogni giorno di rivedere la persona amata, ma capire alla fine della giornata che non tornerà? Sei così egoista! Non ti sei fermato nemmeno un momento a pensare a quello che ho passato? Io ti amavo più della mia vita e quando te ne sei andato mi sono sentita abbandonata, tradita, sola, vuota dentro; il mondo senza di te non aveva più senso. Mi dispiace se vi hanno torturati o feriti, ma ve la siete cercata –
- Durante un combattimento sono stato ferito molto gravemente e sarei di certo morto se tu non mi avessi dato la forza di lottare. Mi ha tenuto in vita il ricordo della nostra notte d’amore, il tuo viso splendente, i tuoi occhi verde smeraldo, la tua voce. Maria, io ti amo più della mia vita, e ora non ho più paura di dimostrarti i miei sentimenti. Sono cambiato, maturato e mai niente e nessuno mi dividerà da te. Tu sei la mia forza di vivere – così dicendo Michael se ne andò lasciando Maria esterrefatta.
Michael non aveva mai dichiarato così apertamente i suoi sentimenti. Le sue parole l’avevano fatta sentire amata e voluta. Forse era veramente cambiato, ma il ricordo dei cinque anni trascorsi senza di lui era ancora troppo fresco per essere accantonato.

Liz e Maria erano molto confuse. Trascorrevano ore ogni sera a parlare di ciò che sentivano, ma non riuscivano a giungere a nessuna conclusione.
- Io non so se essere di nuovo amica di Max. Abbiamo parlato, ma ho paura di innamorarmi di nuovo di lui e di soffrire ancora – disse Liz.
- Liz, hai veramente mai smesso di amarlo? – chiese Maria.
- No. E tu? –
- No. Le parole che mi ha detto al negozio mi hanno colpita molto, ma anch’io ho la tua stessa paura –
- Se cinque anni non sono bastati per dimenticarli, come possiamo riuscirci ora che sono tornati? –
- Non lo so. Credo che sia persa in partenza –
- Già. Dirò a Max che potremo essere di nuovo amici, e vediamo come vanno le cose – decise Liz.
- Io invece con Michael non so proprio cosa fare. Lui non mi ha chiesto di essere amici –
- Allora fallo tu. Credo sia meglio per tutti ricominciare daccapo –

Così il giorno seguente Maria andò nell’albergo dove alloggiava Michael.
- Maria… - disse stupito Michael quando la vide. L’ultima cosa che si aspettava era Maria sulla porta della sua camera.
- Devo parlarti –
- Entra. Dimmi tutto –
- Io non ho ancora capito cosa vuoi da me: vuoi essere mio amico, mio amante, mio fidanzato, cosa? –
- Vorrei essere tutte e tre le cose. Vorrei stare con te ogni minuto della mia vita, gioire delle tue vittorie, consolarti quando sei triste, aiutarti con il negozio. Ho perso troppi momenti della tua vita e d’ora in poi non voglio che accada ancora –
- Non puoi pretendere che io dimentichi tutto e che ti accetti da subito nella mia vita come il mio fidanzato. Perché non cominciamo col provare ad essere amici? –
- Io non voglio essere tuo amico, ma tu hai ragione; perciò sarò onorato di essere tuo amico –

Le divergenze iniziali erano superate: Liz e Maria avevano deciso di dare una seconda possibilità a Max e Michael iniziando con l’essere amici.
Il rapporto con Max e Michael era cambiato, perché ora non dovevano più temere cospirazioni aliene e cercare il loro destino; perciò era come essere con due terrestri. Questo faceva sperare a Liz e Maria che dicessero la verità a proposito della loro permanenza sulla Terra, anche se la paura di essere nuovamente abbandonate le tormentava ancora.
Il tempo trascorreva e le vacanze estive stavano volgendo al termine: Max, Michael e Isabel si erano iscritti al quinto anno di liceo e Liz attendeva una risposta da varie aziende e centri di ricerca a cui aveva inviato il suo curriculum.
Tutto accadde in una notte di fine agosto. Avevano deciso di andare tutti e quattro al mare a fare una piccola gita. Anche se non erano fidanzati passavano ogni minuto libero insieme e si divertivano molto facendo ogni tipo di attività.
Liz decise di andare a dormire perché era molto stanca e Max la seguì. Sulla spiaggia deserta rimasero solo Michael e Maria. Si sedettero a guardare le stelle e a perdersi nell’immensità dell’universo.
Michael si voltò a guardare Maria e rimase paralizzato dalla bellezza della ragazza: il suo viso era illuminato dalla splendente luna piena e i suoi occhi brillavano alla luce delle stelle. In quel momento capì che non poteva più essere suo amico, che lei era la donna con cui voleva passare il resto della sua vita. Senza pensare alle conseguenze si avvicinò a lei e la baciò.
Maria dapprima si irrigidì ma subito dopo si lasciò trasportare dai sentimenti che provava per lui e rispose al bacio.
Com’era bello sentire di nuovo quelle morbide labbra sulle proprie. Quanto le era mancato baciare il suo Spaceboy. Ora tutte le sensazioni passate tornavano vivide nella sua mente e capì che l’amore che provava per Michael non sarebbe mai potuto cessare.
Michael era in paradiso. Aveva sognato quel momento dal primo momento in cui l’aveva rivista; ma baciarla non le bastava. Doveva fare l’amore con lei o sarebbe impazzito.
Così iniziò ad accarezzarla dolcemente, come a rassicurarla che tutto andava bene. Ma ben presto le sue carezze si fecero più approfondite e, vedendo che Maria rispondeva, continuò. Fecero l’amore e per entrambi fu l’esperienza più bella della loro vita.
La mattina seguente si svegliarono sulla spiaggia, coperti solo da un asciugamano.
Maria non aveva pensato alle conseguenze la notte precedente, sopraffatta dalle sensazioni che Michael le dava, ma ora doveva fare i conti con la realtà. Si sentiva male perché avevano fatto sesso anche se non stavano insieme e lei non voleva essere il giocattolo sessuale di nessuno. Non era ancora pronta a rimettersi con Michael, perciò quello della notte precedente era stato solo un grosso errore. Inoltre aveva paura, paura che lui avesse ottenuto ciò che voleva e che quindi non se ne sarebbe più fatto niente di lei.
- Ciao – la salutò Michael imbarazzato. Non sapeva come avrebbe reagito Maria, perciò era molto teso.
- Ciao –
- Come ti senti? –
- Male! Cosa abbiamo fatto? Non doveva succedere, e tu lo sai –
- È successo perché lo volevamo entrambi –
- Sono state solo le circostanze. Noi due siamo amici, e gli amici non vanno a letto insieme –
- Io sono stanco di essere tuo amico! Voglio poterti amare come il mio cuore ha disperato bisogno di fare. Io ieri sera non ho fatto l’amore con una mia amica, ma con la donna della mia vita –
- Io non sono ancora pronta a stare con te e non voglio che tu da oggi mi consideri la tua ragazza –
- E allora perché hai fatto l’amore con me? –
- Non lo so! Le sensazioni che provavo erano troppo belle per fermarti. Dio, che stupida che sono! Dimentica quello che è successo stanotte – e così dicendo Maria se ne andò.
Ora Michael era veramente confuso: loro due erano stati insieme, si erano amati tanto e si amavano ancora; perciò era sicuro che Maria avesse accettato di fare l’amore con lui perché aveva superato le sue paure. Invece ora gli dice di dimenticare quello che è successo e, da come aveva parlato, non sarebbe stato facile tornare ad essere amici. Mentre stavano facendo l’amore lui aveva attivato la connessione e non aveva sentito paura o rimorso per quello che stava accadendo; allora perché lei aveva reagito in quel modo?
Non poteva credere di essere stata solo un’avventura di una notte, perché lui gliel’aveva detto chiaramente quanto l’amava. Cosa doveva fare adesso? Doveva andare a parlarle o fare finta di niente?
Decise di tornare a Roswell per lasciarle il tempo di riflettere. Scrisse un biglietto e lo diede a Max, chiedendogli di consegnarlo a Maria.
Circa un’ora dopo Max bussò alla porta di Maria.
- Max, è successo qualcosa? –
- Questo è per te, da parte di Michael –
- Grazie – Chiuse la porta e lesse il bigliettino.

Mi dispiace veramente che tu pensi di essere stata per me solo la storia di una notte, perché sai che non è così. Questa notte è stata tutto tranne che un errore. Tu non mi parli e io non so cosa ti spaventi così tanto, ma sappi solo che ti amo più della mia vita.
Torno a Roswell, così tu avrai il tempo di pensare senza di me intorno. A presto.

Il Michael di cinque anni prima non si sarebbe mai sognato di lasciarle un biglietto. Che fosse veramente cambiato e che le sue parole fossero vere?
Maria non sapeva più a cosa pensare. La notte precedente era stata la più bella della sua vita e proprio perché aveva significato così tanto per lei aveva avuto paura ed era scappata da lui e da quello che rappresentava.
Dopo la loro unica notte d’amore lui era partito per un altro pianeta e ora aveva il terrore che lui andasse via di nuovo.
Come poteva dirglielo senza fargli capire che lo amava ancora terribilmente?
Non era di certo possibile, perciò decise di allontanarsi da lui per un po’, per vedere come si comportava lui e come avrebbe reagito lei alla sua lontananza.

Durante la settimana successiva Maria evitò Michael, il quale andava ogni giorno al suo negozio e la pregava di parlargli delle sue paure.
Durante quel periodo Max e Liz uscivano quasi sempre soli e inevitabilmente si avvicinarono ulteriormente.
Si trovavano a casa di Liz e stavano guardando un programma alla TV e quando Liz iniziò a ridere a crepapelle per una battuta, e Max credette di morire. Il suo sorriso illuminava l’intera stanza e Max non resistette più: l’afferro per le spalle e la baciò.
Immediatamente si aprì la connessione fra loro e Liz finalmente riprovò le fantastiche sensazioni che solo Max sapeva darle.
Max lo sentì e a quel punto perse completamente il controllo. Non era mai stato così aggressivo in vita sua ma il solo sapere che Liz aveva risposto al suo bacio gli diede la forza per continuare. Iniziò a spogliarla, mentre continuava a baciarla molto passionalmente. Liz non si aspettava un comportamento simile da parte di Max, ma aveva aspettato troppo questo momento per fermarlo.
Così, un bacio tira un altro, una carezza tira un’altra, finirono per fare l’amore sul divano della sala. Max mantenne la connessione con lei per tutto il tempo e quando capì che Liz non era più vergine si sentì male.
Quando ebbero finito rimasero abbracciati, ma Max doveva dirglielo.
- Liz, non sei più vergine. Quando è successo? –
- Perché lo vuoi sapere? –
- Perché avevi detto di esserti mantenuta pura per me –
- È successo l’anno scorso –
- Lo amavi? –
- Credevo di sì, ma quando ho realizzato che non eri tu ho capito che non provavo niente per lui –
- Com’è stato? –
- Terrificante. Appena abbiamo finito ci siamo lasciati perché io l’ho chiamato Max tutto il tempo –
- Non sono stato io il primo a fare l’amore con te –
- Se è per questo lo stesso vale per me. Io credevo che non ti avrei più rivisto. Cosa dovevo fare, andare in un convento di clausura? –
- No, hai ragione. Sono io che sono un cretino –
- No, sei sempre il solito egoista. Credevo che fossi cambiato, ma a quanto pare la mia lontananza non ti è stata di nessun aiuto –
- Non sono un egoista! È solo che odio sapere che qualcun altro ha messo le mani su di te –
- E cosa dovrei dire io che sei stato con Tess dopo pochi giorni che ci eravamo lasciati, l’hai messa incinta e sei partito con lei per un altro pianeta? –
- Ora sei ingiusta –
- No, riporto solo i fatti. Riesci sempre a rovinare tutto. Ora prendi la tua roba e vattene –
- No, Liz. Non roviniamo questa bellissima serata. Ti prego –
- Mi dispiace, è troppo tardi. Sono stanca di soffrire per te e le tue paranoie – così dicendo Liz corse in camera sua piangendo.
Quella sera era stata fantastica e fare l’amore con Max era stata l’esperienza più unica della sua vita, ma poi lui aveva rovinato tutto.
Come poteva pretendere che lei non provasse nemmeno a rifarsi una vita quando lui l’aveva abbandonata per seguire una traditrice assassina aliena?
Lei non era di sua proprietà e della sua vita faceva ciò che voleva.
Credeva di aver superato tutte le incomprensioni che c’erano state tra loro, credeva che il passato fosse cancellato; invece era vivo più che mai in lei e forse non avrebbe mai dimenticato tutto il male che Max le aveva fatto.
Forse era stato meglio così, perché aveva capito che non era ancora pronta per stare con lui.
Trascorse una settimana prima che Liz tornasse a parlare con Max, settimana in cui lui la chiamava ogni giorno e in cui lei rifiutava ogni chiamata.
Finalmente le arrivò la risposta da un centro di ricerca molto famoso di San Francisco: era positivo e se accettava avrebbe iniziato a lavorare dalla settimana successiva.
Quel pomeriggio andò da Max.
- Ciao –
- Liz, finalmente –
- Sono stata assunta al centro di ricerca di San Francisco e ho deciso di andare –
- No, non puoi! Non puoi andartene via da me –
- Devo. Ho capito che non posso stare con te e che ho bisogno di una vita normale –
- Ma io ti amo. Liz, non ce la faccio senza di te –
- Ora sai quello che ho provato io –
- Lo fai per ripicca? –
- No, lo faccio perché è giusto così. Addio Max –
- No Liz, aspetta! – Ma Liz non si voltò e proseguì la sua strada.
Quando Maria seppe la notizia della partenza di Liz per poco non svenne, ma capì l’amica.
- Lo sai che mi mancherai tanto? –
- Sì, e mi mancherai anche tu. Ma stai tranquilla, ci sentiremo e verrò a trovarti e tu verrai da me. Per te ci sarò sempre se avrai bisogno di me –
- Vorrei avere il tuo coraggio –
- Non è coraggio. Sto solo prendendo al volo un’opportunità. Sto rincorrendo la felicità –

Maria aveva accompagnato all’aeroporto Liz due giorni prima ed era ancora molto triste della partenza dell’amica.
- Come ti senti? – le chiese Michael l’ennesimo giorno in si trovava al negozio.
- Male. Liz è partita e io sono di nuovo sola –
- Non sei sola. Ci sono io –
- No. Presto te ne andrai anche tu –
- E dove? –
- Non lo so, ma lo farai –
- Io non me ne andrò mai, perché sarò ovunque sarai tu –
- Non dire cavolate –
- Okay –
Michael tirò giù la serranda del negozio e chiuse la porta a chiave.
- Sei impazzito? –
- No. Adesso noi due parliamo. Possibile che non hai ancora capito che non ti lascerò mai? –
- No –
- Sei più testarda di un mulo, ma questa volta io lo sarò più di te. Ho capito perché hai detto quelle cose dopo quella notte sulla spiaggia: hai paura che io ti lasci ancora –
- Sì –
- Perché? –
- Perché ti amo da morire e se mi dovessi lasciare ancora morirei –
- Vieni qui – la attirò a sé e la baciò.
Aprì la connessione e le mostrò i suoi sentimenti: le fece vedere come si sentiva quando era su Antar, cosa aveva provato quando l’aveva rivista, quanto era stata importante per lui la loro notte d’amore sulla spiaggia e cosa provava in quel momento.
- Davvero mi ami così tanto? – chiese Maria quando il bacio terminò.
- Sì, e non vedo l’ora di dimostrartelo in ogni modo. Fidati di me –
- Mi fido – e lo baciò.
Erano tornati insieme perché vedere quanto amore Michael provava per lei aveva fatto capire a Maria che lui non l’avrebbe più lasciata.

Cinque anni dopo.
Michael e Maria erano sposati da tre anni e vivevano in una bella villetta vicino al negozio di Maria. Michael si era diplomato ed ora lavorava come commesso nel centro commerciale della città.
Avevano superato le loro paure ed ora erano finalmente felici insieme; felicità che sarebbe raddoppiata entro un mese, quando Maria avrebbe partorito una bella bambina che si chiamerà Felicity.
Max non si era più ripreso dalla partenza di Liz ed ora si trovava al college all’ultimo anno di economia. Anche se lui non ne era convinto, prima o poi avrebbe dimenticato Liz e sarebbe tornato ad essere felice.
E Liz viveva ancora a San Francisco ed era finalmente felice: era sposata da un anno con un suo collega di lavoro e le cose procedevano al meglio. Era riuscita a dimenticare Max e la sua gioventù. Aveva chiuso con il passato perché aveva capito che le uniche cose di cui aveva bisogno erano tranquillità e normalità. Ora per lei gli alieni non esistevano.

Scritta da Kassandra


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