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RITORNI


RIASSUNTO : perdendo chi amiamo, può farci sentire disperatamente soli, ma spesso il destino…

DATA DI COMPOSIZIONE: dal 05/07/01 al 30/07/01

VALUTAZIONE: Adatto a tutti

DISCLAIMER: Tutti i personaggi descritti nel racconto, appartengono alla casa di produzione W.B., ad eccezione del personaggio di Maggie, che è stato creato dalla fantasia dello scrittore. Il racconto è di proprietà del sito ROSWELL.IT.

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Era la prima volta che tornava a Roswell dopo tanto tempo, dal giorno in cui Michael l'aveva lasciata per proteggerla, lo stesso giorno in cui lui aveva ucciso Pierce, quel giorno in cui la scoperta dei destini dei quattro alieni, l'avevano divisi per sempre.
Maria se ne era andata la notte stessa. Era tornata a casa sconvolta, ad Amy, che la guardava buttare furiosamente le sue cose nel borsone, aveva semplicemente detto: " Con Michael è finita per sempre, devo andare via da qui, vado alcuni giorni dalla zia Mary, così riuscirò a chiarire dentro di me, e forse tornerò più serena….."
Amy l'aveva abbracciata stretta, era dispiaciuta per il dolore che leggeva sul volto della sua bambina, ma aveva capito che forse quella era la strada giusta , era convinta che allontanarsi da quel ragazzo, l'avrebbe aiutata a ridimensionare il sentimento che provava per lui.
Dopo tutto Maria, aveva solo diciassette anni, Amy pensava che quell'amore sarebbe sfumato grazie alla lontananza e, che sua figlia, che ultimamente alternava momenti di profonda tristezza, ad altri di pura euforia, sarebbe tornata più forte e sicura.
L'aveva aiutata a fare i bagagli e, l'aveva accompagnata alla stazione degli autobus.
Maria aveva abbracciato la madre a lungo piangendo, Amy, aveva cercato di consolarla, "dopo tutto è solo per pochi giorni…. " aveva detto alla figlia.
Maria era salita sull'autobus con l'intima convinzione che sarebbe passato molto tempo prima di rivedere quel posto….forse non vi avrebbe fatto più ritorno.
Una volta preso posto sull'autobus, Maria aveva telefonato a Liz, con la voce rotta dai singhiozzi, le aveva comunicato la sua decisione. Liz, aveva tentato di dissuaderla, ma era stato tutto inutile, per la prima volta nella sua vita Maria aveva preso una decisione, e non sarebbe tornata sui suoi passi.
Lo aveva letto negli occhi di Michael quel giorno, il suo addio era definitivo e quando Liz quel pomeriggio le aveva raccontato ciò che aveva visto nella grotta, aveva capito che nella vita del ragazzo, non ci sarebbe mai stato posto per lei, anche se lui le aveva dichiarato di amarla, la sua missione, salvare il suo pianeta, era troppo importante per rischiare di avere distrazioni e, poi forse era giusto così, dopo tutto era per quello che era stato creato, la storia con lei era stato solo un incidente di percorso, su una strada già tracciata.
"Addio Michael, mio solo amore, addio per sempre….."

Liz aveva riagganciato la cornetta alla base del telefono, e si era seduta sul letto con la testa fra le mani, si sentiva sola, troppo sola, senza Max, senza Maria, la solitudine le pesava come un macigno.
Si accorse di essere sul punto di crollare, sentì il bisogno di una voce amica, come un automa compose il numero di Alex, il ragazzo capì al volo l'amica aveva bisogno di lui, e dopo poco, saliva le scale che lo portavano alla terrazza di Liz.
La ragazza lo accolse con un sorriso di gratitudine, lui senza dirle nulla, l'attirò a se, e lasciò che sfogasse sul suo petto tutta l'angoscia che l'attanagliava, poi saputo della partenza di Maria l'aveva abbracciata dolcemente, ed accarezzandole i capelli, come soleva fare quando erano piccoli, le aveva detto che probabilmente Maria aveva preso la decisione giusta, forse allontanandosi, sarebbe tornata con l'allegria di un tempo, forse anche loro…. "Si Liz, ce ne andremo anche noi, dopo tutto fra poco tempo, ce ne andremo al college, ed anche noi allontanandoci da Roswell, potremmo pian piano dimenticare….."
Liz, si accorse solo allora che anche Alex soffriva, una smorfia amara, gli piegava gli angoli della bocca.
Ad un tratto la ragazza mormorò, " Forse sarebbe stato meglio se quel giorno al Crash Down, Max Evans, mi avesse lasciato al mio destino, guarda quanto dolore e quanta sofferenza ho provocato da allora !!!!"
"Liz, Liz" la interruppe Alex, "hai proprio bisogno di una vacanza, vedrai che tra dieci anni rideremo di tutto questo……."
"Devo fare una sola cosa Alex, una sola cosa ancora. Devo avvertire Michael della partenza di Maria, poi ti prometto che cercherò di iniziare a dimenticare………."

Liz si era recata a casa di Michael, il ragazzo le aveva aperto. Liz era rimasta sconcertata, nel vedere le condizioni pietose in cui si trovava l'appartamento, era palese che il ragazzo aveva sfogato su mobili e suppellettili, tutta la sua rabbia per un destino beffardo, che lo aveva messo di fronte a decisioni , e gli aveva fatto compiere azioni troppo dolorose, per una ragazzo della sua età.
" Michael, devo parlarti……. Maria se ne è andata, ha lasciato Roswell….forse per sempre."
Michael cercò di dissimulare il crampo allo stomaco che la notizia gli aveva provocato, ma alla ragazza non era sfuggita la contrazione sul suo viso.
"E' meglio così Liz, è meglio per tutti, non so se avrei sopportato di averla vicina senza poterla abbracciare, senza essere distratto dalla missione che devo compiere….."
Liz, guardò il ragazzo, aveva gli occhi lucidi, lei d'impulso l'abbracciò stretto, lui ricambiò tanto vigorosamente che a Liz, quasi mancò il respiro.
Percepì tutta la disperazione del ragazzo, ripensò alla terribile infanzia di Michael, la sorte non era stata generosa con lui, ed ora la sofferta decisione di rinunciare all'unica persona che aveva veramente dimostrato di volergli bene.
Liz, si sentì fortunata, dopo tutto, lei aveva due genitori stupendi, che le volevano bene e sui quali lei sapeva di poter sempre contare, poi c'era Alex un amico speciale sempre pronto a sostenerla. Si sentì sollevata, salutò Michael e se ne andò, ma si voltò in tempo per vedere dalla finestra Michael che si sedeva per terra e calcava la faccia tra le mani.
Era il giorno della consegne dei diplomi. I ragazzi erano tutti presenti ad eccezione di Maria che aveva deciso, nonostante le insistenze di Liz, , di restare ancora per qualche tempo dalla zia, era un giorno di festa per i ragazzi della Roswell High , tutti erano felici ad eccezione di Alex e Liz e dei quattro alieni, quest'ultimi avevano infatti ricevuto notizie molto preoccupanti dal pianeta di origine e avevano intuito che la data della loro partenza si avvicinava . 
Il capo della resistenza di Antar aveva comunicato che il tiranno che deteneva il potere , stava eliminando chiunque si opponesse al suo regime , per cui tutti gli appartenenti alla resistenza erano in pericolo. 
Dopo le consegne dei diplomi ed il relativo discorso del preside, alieni e non, si ritrovarono seduti intorno ad un tavolo del Crash Down , sui volti una strana inquietudine , c'era un doloroso clima di attesa , Max , fece un cenno d'intesa a Liz , e si alzò dal tavolo diretto verso il retro del locale , Liz con un pretesto lo seguì poco dopo. 
" La nostra partenza è stata fissata, Liz , è per domani notte , abbiamo poche ore di tempo per spiegare ai nostri genitori che ce ne andremo e che sarà molto difficile per noi tornare indietro, anche se la nostra missione avesse esito favorevole. ….." "E' giusto così Max, siete responsabili del destino di un intero pianeta, la gente di Antar conta sul vostro aiuto per poter sopravvivere e tornare ad essere un popolo libero , ogni altra cosa passa in secondo piano. So che è lancinante dover lasciare gli affetti che ti legano alla Terra ma questo è il tuo destino , ti prego solo di avere cura di te e degli altri ……….. Sappi che io non ti dimenticherò mai……" Liz scappò via prima che le lacrime iniziassero a rigarle il viso. La prima reazione di Max , fu quella di seguirla per prenderla fra le braccia e consolarla , ma rimase immobile, un dolore lancinante sembrava stappargli il cuore dal petto, pensò che forse doveva dirle che aveva trovato un modo per tenersi in contatto con Valenti usando il comunicatore , ma poi la convinzione che per Liz sarebbe stato più facile dimenticarlo se lui fosse sparito per sempre, lo fece desistere dal quel pensiero . Mestamente tornò dagli altri. 
Isabel vide subito l'espressione del fratello ,e capì che era giunto anche per lei il momento di dire addio ad Alex, prima di alzarsi però ,strinse la mano del fratello in cerca di coraggio, Max rispose a quella stretta con un triste sorriso . 
Così come per Max e Liz anche per Isabel e Alex il momento di salutarsi fu doloroso , anche se in entrambi era chiaro che il loro amore non poteva esistere a discapito delle sorti di un intero pianeta. 

Quella sera a casa Evans , Max ed Isabel , parlarono lungamente con i loro genitori , spiegarono loro: chi erano , da dove venivano quale era la loro missione. Gli Evans ascoltavano attoniti, quasi increduli, si domandavano come era possibile che quelli che consideravano ancora i loro bambini , avessero in mano il destino di un popolo tanto lontano e sconosciuto, e non sapevano rassegnarsi all'eventualità di non vederli mai più . Anche con loro Max aveva taciuto circa la possibilità di un contatto , forse con il tempo avrebbero dimenticato. Isabel si teneva abbracciata alla madre, sembrava che le due donne cercassero con la vicinanza di attenuare il dolore che le straziava. 
" Vogliamo solo che sappiate che vi amiamo come foste i nostri veri genitori e che vi porteremo per sempre nei nostri cuori" concluse Max , tutti si abbracciarono in un silenzio agghiacciante, non c'erano più parole da dire, ognuno cercava dentro di se un modo per sfuggire a tanto dolore , ma negli occhi del signore e della signora Evans c'era solo la disperazione per la partenza di quelli che ora più che mai sentivano i loro figli. 

Michael , quella sera stessa si presentò a casa De Luca , Amy si rese subito conto che anche il ragazzo soffriva disperatamente le consegnò un compact disk e la pregò di farlo avere a Maria , poi guardò Amy dritta negli occhi "Lo so che non sono mai stato ciò che avrebbe voluto per sua figlia, stanotte partirò per non fare più ritorno , voglio solo che sappia che la amo come non ho mai amato nessuno nella mia vita e non avrei mai voluto darle un dolore, ma non sono io l'artefice del mio destino." Amy guardò il ragazzo e per la prima volta capì, notando lo sguardo addolorato e fiero al tempo stesso, perché Maria avesse accettato di soffrire tanto per lui. Lei lo rassicurò , avrebbe al più presto recapitato a Maria il cd , lo accompagnò alla porta e salutandolo gli disse " E' un peccato, la vostra sarebbe stata una grandissima storia d'amore…." Poi lo guardò andarsene, tristemente a capo chino.

C'era solo Valenti la notte in cui erano partiti, lui li aveva accompagnati fino alla grotta, si erano abbracciati , " Addio sceriffo, grazie per quello che ha fatto per noi" disse Michael , " Vegli su tutti quelli che abbiamo lasciato" aggiunse Max " Arrivederci figlioli ,spero di rivedervi un giorno………" concluse mestamente lo sceriffo. 

I quattro entrarono nella grotta , nessuno aveva il coraggio di guardare gli altri negli occhi , azionarono i comunicatori, il conto alla rovescia li avvertì che mancavano solo 2 minuti alla partenza, si misero in posizione nel punto indicato da un fascio di luce intensa, si presero per mano , ad un tratto un rumore assordante come un'esplosione li costrinse a mettersi le mani sulle orecchie, si sentivano trascinati da una forza intensa e misteriosa, quando il rumore cessò si ritrovarono a bordo di una navicella, una voce metallica li avvertì che il veivolo era guidato da un pilota automatico e che il viaggio sarebbe durato per circa 3 liri . Michael fu il primo a riprendersi e commentò " 3 Liri ? E a quanto tempo corrispondono tre liri ? Ore giorni mesi…. visto che andiamo a salvarli potrebbero almeno parlare un linguaggio comprensibile!!!!!!!" La voce metallica spiegò che sulla terra 3 liri corrispondevano a circa 45 giorni,mentre per loro il viaggio, per via della velocità interstellare, sarebbe sembrato durare solo 36 ore. 


Maria ricevette un pacchetto dalla madre , circa una settimana dopo che gli alieni erano partiti, lo accompagnava un semplice biglietto - Da parte di Michael ha detto che era importante. Ti voglio bene , mamma. - Maria aprì il pacchetto tremante , poi sul cd trovò un appunto, "Da inserire in un p.c. , la chiave e' nel nostro passato……..- il cuore le balzò in gola quando riconobbe la scrittura di Michael, corse a chiudersi in camera del cugino , inserì con mano tremante il c.d. nel lettore, subito le apparve un invito a digitare una password, provò con il suo nome, poi con la parola amore, poi con il nome di Michael , poi con Roswell, ma nulla , tutto ciò che inseriva non era corretto , poi si concentrò e capì che Michael aveva usato come chiave d'accesso 285 , cioè la strada statale 285 , che avevano percorso insieme verso Marathon e da dove tutto era iniziato. Sul video le apparve la faccia che tanto amava, solo a vederlo le lacrime cominciarono a scorrerle sul viso . " Quando vedrai questo messaggio, io sarò partito verso il mio pianeta di origine , siamo stati richiamati perché la nostra gente e' in pericolo, io voglio che tu sappia che ti porterò per sempre con me , ovunque sarò, ho cercato per anni di tornare nel mio mondo, non mi sono mai adattato a vivere sulla terra, fino a quando non ti ho conosciuto , ho lottato con tutte le mie forze per tenerti lontana da me , ma tu sei stata più forte, mi sei entrata dentro e ora non potrei smettere di amarti neanche se volessi, ma non posso abbandonare chi mi ha creato, non sarebbe giusto , non potrei vivere con questo rimorso, e ho troppa paura che tenendoti accanto a me , ti possa succedere qualcosa di terribile , forse fra tanti tanti anni ripenseremo a questo nostro amore , e sorrideremo perché il tempo l'avrà ridimensionato, avrà cancellato i momenti , gli attimi che sono ancora troppo vicini e che provocano in noi questa terribile sofferenza . Addio per sempre ,ti amo troppo , Michael."
Maria non piangeva più, un peso, grande come un macigno che le gravava sul petto , le rendeva difficile respirare,non riusciva a muoversi, a fatica tolse il c.d. dal lettore, lo avvicinò alla bocca , sentì il freddo della plastica, passarle attraverso le labbra ed inondarla, un tremore come di febbre l'avvolse, corse in camera sua , si rannicchiò sotto le coperte, Michael , Michael, Michael, era l'unico suo pensiero, ripercorse con la mente tutta la loro storia, i loro baci le loro litigate , le dolcissime riconciliazioni , poi cullata nel ricordo dei tempi felici si addormentò 

Liz era intenta a spiegare ai suoi studenti il funzionamento nelle piante della fotosintesi clorofilliana, quando il preside del liceo nel quale insegnava, bussò ed entrò nella sua aula. " Mi spiace disturbare la sua lezione professoressa Parker ma qui fuori c'è lo sceriffo di Roswell che desidera parlarle" Liz uscì dall'aula al seguito del preside e in fondo al corridoio scorse una figura familiare " Kyle Valenti!! E' un sacco di tempo che non ci vediamo, a cosa devo questa visita inaspettata?" " Purtroppo , Liz, non ti porto buone nuove" disse il nuovo sceriffo abbassando la testa e tormentando il cappello che teneva in mano " Si tratta dei tuoi genitori …." " cosa e' successo Kyle dimmi subito cosa e' successo" lo incalzò Liz allarmata " Purtroppo hanno avuto un incidente stanotte, la loro macchina si e' rovesciata nel deserto, quando sono giunti i soccorsi non c'era più nulla da fare…..Non volevo che tu lo sapessi per telefono e quindi sono venuto di persona …..mi dispiace molto… ma i tuoi genitori sono morti sul colpo , non devono aver sofferto molto, anche se il saperlo non ti sarà d'aiuto…….." Liz guardava Kyle senza pronunciare una sola parola, poi d'improvviso si accasciò ed iniziò a piangere, Kyle l'abbraccio' titubante, non era mai stato bravo in queste cose, aveva ereditato dal padre una certa durezza , ma si sentiva profondamente addolorato per l'amica di un tempo. Il preside del Liceo di Santa Fè , si rivolse a Liz " Vada a Roswell, professoressa Parker non si preoccupi per le lezioni , troveremo un sostituto , si prenda tutto il tempo necessario e voglia accettare le mie più sentite condoglianze." Intervenne Kyle, "Andiamo Liz, ti porto io a Roswell, se vuoi , passiamo da casa tua , a prendere qualcosa e poi ti accompagno in ospedale, ci sono tante cose da organizzare, tante pratiche da espletare, la tua presenza e' fondamentale" Liz era come impietrita, si lasciò guidare da Kyle fino a casa sua, come un automa mise in un borsone alcune cose, e salì in macchina con l'amico alla volta di Roswell , in tutto il viaggio di ritorno, non proferì parola ,nella sua mente i ricordi si affastellavano , ripercorreva tutta la sua vita , la sua infanzia felice con due genitori attenti sempre disposti ai suoi voleri, la sua adolescenza , con gli scontri tipici dell'età , la prima volta che aveva osato disubbidirgli, quella volta che era rimasta con Max, fuori tutta la notte, già Max, erano passati dieci anni, ma il ricordo di lui era ancora vivido nella sua mente, neanche lui se ci fosse stato avrebbe potuto nulla stavolta, le venne in mente di come l'avevano sostenuta quando lui se ne era andato per sempre, di come l'avevano spronata ad andarsene lontana da Roswell per frequentare il college, e di come pur sentendo la sua mancanza l'avessero incoraggiata a frequentare la prestigiosa università tanto lontana da casa, di come erano stati fieri quando si era laureata in biologia, con il massimo dei voti, rivedeva l'espressione di suo padre, quel giorno era gonfio di orgoglio , la sua Liz, la sua bambina era la stata la più giovane laureata di quell'anno, le lacrime di sua madre, quando aveva tenuto il discorso di commiato e ricevuto l'elogio del rettore, quando infine aveva ricevuto la cattedra al liceo di Santa Fé, avevano cercato con lei l'appartamento dove abitava , sua madre si era occupata dell'arredamento, delle tende , di tutto quanto poteva rendere la sua vita il più confortevole possibile, di come scappavano per venirla a trovare tutte le volte che la gestione del Crash Down gli lasciava un po' di tempo libero.
Aveva letto nei loro occhi un solo cruccio, che non avesse ancora trovato un amore degno di questo nome, cercavano di dissimularlo, ma avrebbe fatto loro molto piacere vederla finalmente innamorata, insieme a qualcuno con cui avrebbe creato una storia simile alla loro, ma per questo Liz, non aveva ancora potuto accontentarli, era uscita con diversi ragazzi, con qualcuno aveva avuto storie più o meno durature, ma in nessuno aveva trovato ciò che cercava da quando Max Evans se ne era andato, nessuno le aveva comunicato le emozioni di un tempo, e Liz non era disposta ad un amore di ripiego, forse il suo destino era di rimanere sola ed ora era veramente troppo sola……. La voce di Kyle interruppe il filo dei suoi pensieri, " Siamo arrivati Liz, siamo a Roswell , preferisci andare subito all'ospedale o vuoi passare prima da casa dei tuoi o dal Crash Down …….." Roswell in quei giorni si stava preparando all'annuale Crash festival l'addobbo a festa della città e l'euforia tipica dei giorni che precedevano la manifestazione, stridevano paurosamente con la cupezza che Liz aveva dentro, " Portami da loro Kyle per favore , voglio subito andare da loro……." 

Quando fu all'interno dell'obitorio fu ferita dall'asetticità del luogo, il medico responsabile la portò in una stanza dove c'erano una lunga fila di celle aprì due di queste e tirò il carrello che conteneva i corpi , Liz chiuse gli occhi, aveva sperato fino all'ultimo che fosse tutto un drammatico errore ma quando finalmente li riaprì, vide i suoi genitori , la rigidezza della morte aveva già preso i loro corpi, sembrava che non avessero ferite superficiali, Liz ebbe come un mancamento, Kyle la sostenne , poi il medico disse che c'erano carte da firmare , oggetti personali da ritirare, doveva pensare ad organizzare il servizio funebre , Liz chiese al medico e a Kyle di lasciarla solo per qualche momento con i genitori, quando i due uomini furono usciti lei si avvicinò ai corpi , li toccò un istante, li senti freddi inermi , ritrasse la mano , li guardò ancora un poco poi mormorò " Addio papà, mamma vi porterò sempre con me ….." e correndo uscì dalla stanza. Fuori insieme a Kyle trovò Alex il ragazzo con un'espressione tristissima sul volto le allargò le braccia lei vi si gettò scoppiando in singhiozzi. 

Maria tirò un sospiro, " Ora basta tormentarsi con il passato…." Erano ormai due ore che era ferma lì su quel dirupo, che per molto tempo era stato il luogo d'incontro di tutti loro.
Era arrivata a Roswell da poche ore, ma non aveva resistito, una strana forza l'aveva condotta fin lì, il luogo che dieci anni prima era stato testimone della partenza del suo Michael.
"Su Maria, fatti forza, Liz ha bisogno di te…" si era ripetuta questa frase lungo tutta la strada che l' avrebbe condotta dall'amica.
Era stata Amy ad avvertirla il giorno prima della tragica scomparsa dei signori Parker, e per lei era stato un duro colpo, aveva sempre considerato Liz come una sorella, e quindi i Parker, erano stati per gran parte della sua adolescenza, la sua seconda famiglia.
Senza perdere tempo, aveva buttato in una borsa lo stretto necessario, poi rivolta a sua figlia le aveva detto: " Tesoro, dobbiamo partire, la zia Liz ha bisogno di noi….". 
Maggie, era al settimo cielo, l'idea di partire, e di conoscere il luogo dove la sua mamma era nata, non la faceva stare più nella pelle. Era tutta rossa per l'emozione, e le piccole lentiggini che le tempestavano il viso, sembravano illuminarsi. Maria non vedeva la figlia così felice da molto tempo, da quando due anni prima, lei aveva deciso di divorziare da Robert.
Il viaggio in aereo, le era sembrato non finire mai, e una volta arrivata a Roswell, notò con grande stupore, che tutto era rimasto immutato, le case, le strade, e quasi si commosse, quando vide la madre con Jim Valenti, che ormai da sette anni era diventato suo marito, venirle incontro abbracciati. Si vedeva lontano un miglio che erano felici, e Maria era contenta di vedere che dopo tanta sofferenza, anche per sua madre era arrivata la serenità.

Aveva lasciato la figlia in compagnia di Amy e Jim, che la bambina si ostinava a chiamare nonnini , ed Amy che si considerava ancora un ragazzina, non riusciva a non ridere ogni volta che si sentiva chiamare in quel buffo modo, Jim invece era calato perfettamente nella parte , infatti presa la bambina in braccio le aveva detto " vieni Maggie ti porto a vedere quanti pazzi ci sono in questa città" , le aveva comprato un pallone inevitabilmente a forma di alieno, e si erano congedati da Maria, dicendole di non preoccuparsi, perché avrebbero pensato loro alla bambina , sarebbero andati fuori a pranzo e poi a salutare quello che Maggie chiamava lo zio Kyle . 

Maria era andata dritta al Crash down , era certa che Liz fosse lì, la porta del locale era aperta fuori c'era il classico cartello con scritto chiuso per lutto , salì le scale che portavano al piano superiore, anche lì nulla era cambiato, Maria provò una fitta al cuore nel vedere i tavoli , il bancone , la cucina che per tanto tempo erano stati il centro delle loro vite, poi entrò nel salotto dei Parker, Liz era seduta sul divano con in mano l'album delle fotografie della famiglia , si girò sentendosi osservata , Maria le corse incontro, si abbracciarono in silenzio per alcuni minuti, Maria piangeva, Liz era impietrita, l'arrivo della sua amica le aveva portato alla mente tanti ricordi felici, " oh Maria sei venuta……" riuscì a balbettare, " non potevo lasciarti sola in questi giorni, anche se la vita ci ha fatto separare tu sei sempre mia sorella e sai che ho sempre considerato tuo padre e tua madre come la mia seconda famiglia, non potevo mancare, dovevo venire a dirgli addio, e poi sapevo che avevi bisogno di me".
" Dov'e' Maggie?" chiese Liz " Chissà come e' cresciuta, sono due anni che non ci vediamo, come è stato possibile che passasse così tanto tempo senza incontrarci , perché solo questa disgrazia ci ha riunite ?" " Perché la vita è così Liz, gli impegni , la famiglia , il lavoro ci tengono spesso separate da quelli che amiamo, ma la nostra amicizia va al di là della lontananza , resisterebbe anche se non ci vedessimo per tanti tanti anni, tante cose ci hanno unite nel corso della nostra vita, e poi nei momenti importanti abbiamo sempre trovato il modo di starci vicine…..come quando ho divorziato da Robert, anche se e' stata mia la decisione e' stato per me e per Maggie un momento terribile, per fortuna che c'eri tu a sostenerci, non c'e' l'avremmo fatta altrimenti". 
" Come sono i tuoi rapporti con lui ora ?….Ha accettato il fatto che tu l'abbia lasciato ?" " Ora va meglio, piano piano ha capito che il motivo per cui l'ho lasciato è legato al mio passato, ho cercato di costruire una famiglia felice con tutte le mie forze , ma e' stato tutto inutile, mi sono resa conto, forse troppo tardi, che inconsciamente tendevo a confrontare ogni sua azione buona o cattiva che fosse, con ciò che avrebbe fatto Michael, e cosa ancora peggiore ogni volta che lui mi baciava, ripensavo ai baci di Michael, capisci anche tu che non era giusto nei suoi confronti, lui e' una brava persona, non era giusto che io lo ingannassi così, sulle prime ha cercato di convincermi a restare poi mi ha ricattato dicendomi che mi avrebbe portato via Maggie, ma poi ha capito , ora e' partito per una missione che lo terrà lontano per quasi due anni………. Liz ma non ti sembra impossibile, sono passati dieci anni, ed il ricordo di loro in noi e' sempre vivo come se fossero partiti ieri…..lo dicevo io tanti anni fa, non ci libereremo mai di loro, ed ora guarda ,sia tu che io che Alex non siamo riusciti a costruire nulla con altre persone, continuano a rovinarci la vita pur non facendone più parte da anni……." "Le cose che abbiamo condiviso , dieci anni fa, ci hanno legato indissolubilmente, abbiamo rischiato la vita con loro, per loro siamo andate contro i nostri genitori , contro lo sceriffo, contro la polizia federale , e l'amore che abbiamo avuto per loro ci ha segnato per sempre ……, forse il nostro destino è quello di rimanere sole …….. Io ora mi sento veramente troppo sola …….."
Maria abbracciò l'amica " Non ti preoccupare, non resterai da sola , ho cominciato a pensare che adesso nulla mi trattiene più a New York , sto meditando di rimanere a Roswell , ci si può sentire disperatamente soli in una grande città senza contare che non mi sembra il posto più adatto per farvi crescere una bambina , dopo tutto qui avrei l'appoggio di mia madre e quello di Jim …….."

Alex entrò nella stanza , " Mi dispiace interrompervi ragazze, ma qui con me c'è il reverendo, è venuto per definire gli ultimi dettagli relativi alla funzione di domani ………..". Nella stanza ritornò il gelo , le due ragazze ritrovandosi e parlando del passato e dell'eventuale futuro si erano distratte dal cocente dolore che l'attanagliava. L'arrivo del pastore le aveva riportate alla realtà, mestamente presero gli ultimi accordi , poi quest'ultimo rinnovando a Liz le condoglianze, si congedò. I tre ragazzi rimasero sul divano in silenzio, ognuno assorto in pensieri troppo intimi , troppo personali per farne partecipi gli altri. 

Il comunicatore che si trovava nella cupola di Isabel si attivò , la ragazza corse al lettore di immagini e collocò l'oggetto nell'apposito vano, nell'attesa che il messaggio si decriptasse cercò Max e Michael. Li trovò insieme nella stanza del Potere intenti a presiedere le funzioni del nuovo governo . Fece un cenno d'intesa a Michael che si alzò, mormorò qualche parola di scusa e si diresse verso la ragazza.Le manovre piuttosto maldestre di Michael che avrebbe voluto allontanarsi alla chetichella ,distrassero Max dalla lettura della nuova Costituzione, quest'ultimo fulminò Michael ed Isabel con lo sguardo , dal labiale della ragazza intuì solo una parola TERRA , capì che si doveva trattare di notizie urgenti in arrivo dal comunicatore, si affrettò a chiedere una pausa, appena i membri anziani del governo si furono ritirati, si affrettò a raggiungere i due amici. Li trovò in trepida attesa di fronte al lettore, era tanto tempo che attendevano notizie da Valenti. Il display del lettore comunicò che mancavano ancora 10 minuti alla completa trascrizione del testo , nel frattempo avvertirono Tess di avere nuove notizie dalla terra. 

Il giorno del funerale la maggior parte degli abitanti di Roswell era stretta intorno a Liz,infatti, avendo gestito un locale pubblico per tanti anni , i Parker erano persone conosciute, e la loro simpatia ed affabilità aveva fatto sì che negli anni si fossero creati una vasta cerchia di amicizie e conoscenze , ed ora tutti erano lì presenti, tutti erano venuti a dirgli addio. Alex tenne il discorso funebre, toccò con le sue parole corde intime, alcuni si commossero , poi conclusa la cerimonia, le persone che vi avevano preso parte, piano piano rinnovando a Liz la propria vicinanza , cominciarono ad andarsene. Rimasero solo Liz , Maria ed Alex , Liz chiese agli amici di poter essere lasciata qualche attimo da sola davanti alla tomba dei suoi , voleva dirgli addio un'ultima volta, si inginocchiò di fronte alla terra smossa , chinò il capo e stette immota per alcuni minuti. Alex e Maria, nel frattempo l'aspettavano sul vialetto che portava all'uscita del cimitero, nel rialzare il capo li vide, vide Max Michael ed Isabel , erano in piedi immoti in fondo al cimitero , dove crescevano alcuni alberi, evevano lunghi cappotti di pelle scura, Liz si girò per chiamare Maria ed Alex, ma quando si volse nuovamente dei tre non vi era più alcuna traccia. Maria corse trafelata "Liz cosa c'è? Cosa ti è successo ?" "Maria erano qui, li ho visti, sono tornati……" "Chi è tornato Liz ?" " Max Isabel e Michael, sono sicura erano lì sotto quegli alberi……." Maria prese sottobraccio l'amica e con indulgenza le disse " Andiamo Liz, andiamo a casa oggi e' stata un terribile giornata…………"

Per Liz, quella notte era impossibile dormire, così presa una foto dei genitori e tirato fuori dal nascondiglio il suo vecchio diario, andò a sedersi sulla terrazza.
Il cielo era tempestato di stelle, Liz strinse forte a sé la fotografia che ritraeva i suoi genitori il giorno del loro matrimonio, erano stati una coppia felice, per lei l'unica consolazione che le rendeva un po' più accettabile quella tragedia, era il fatto di sapere che sua madre e suo padre ora sarebbero rimasti uniti per sempre. 
Aveva faticato molto a convincere Maria a lasciarla sola quella sera, dopo quello che era successo al cimitero l'amica, si era molto preoccupata, ed aveva insistito affinché lei andasse a dormire a casa De Luca.
Liz sentiva il bisogno di restare da sola, non aveva ancora compiuto trent'anni, ma già sentiva il peso di una vita che non aveva fatto altro che privarla delle persone amate, cominciò così a sfogliare il suo vecchio diario, i ricordi le tornarono alla mente e le lacrime cominciarono a rigarle il viso, quando dalle pagine cadde a terra una fotografia.
Sapeva bene chi vi era ritratto, indugiò un attimo a raccoglierla, ma poi quando una lieve folata di vento spinse la foto più lontano si apprestò ad andare a riprenderla. Si chinò per raccoglierla ed ebbe un sussulto quando vide un'altra mano sopra la sua intenta a fare lo stesso.
"Liz…..", al suono di quella voce, Liz si sentì come paralizzata, non aveva il coraggio di alzare lo sguardo temeva che così facendo lui sarebbe scomparso nuovamente, come era successo quel pomeriggio al cimitero.
Liz cercò istintivamente il bracciolo della sdraio, poi alzandosi lentamente mormorò: " Max, oh mio Dio… ma allora sei proprio tu!!!" Mille pensieri attraversarono la mente della ragazza, passarono alcuni attimi poi la ragazza si riebbe e presa dalla commozione si gettò piangente tra le braccia di Max. "Allora oggi non è stata la mia immaginazione….ma come è possibile….."
Max strinse forte a se la ragazza, voleva cercare con quell'abbraccio di cancellare tutto il dolore che lei stava provando.
"Appena ho saputo quello che era successo ai tuoi genitori non ho potuto fare a meno di tornare sulla terra, però oggi, quando ti ho vista sola e disperata tra tutta quella gente, non ho avuto il coraggio di farmi vedere, sono passati dieci lunghi anni ed anche ora ho il timore di non aver nessun diritto di stare qui……".
Liz si sciolse bruscamente da quell'abbraccio, poi guardandolo negli occhi disse " Cos' hai detto?!? Come sarebbe che tu hai saputo quello che era successo ai miei genitori…… com'è possibile?"
Max era addolorato, l' incrinazione che aveva percepito nella voce della ragazza era una conferma ai timori che l'avevano accompagnato dal momento del suo arrivo sulla terra. Era sicuro che la reazione di Liz sarebbe stata dura, ma sentiva che era inevitabile darle delle spiegazioni, fece cenno a Liz di sedersi e dopo averle preso la mano le parlò dolcemente.
" Dieci anni fa quando siamo partiti il nostro destino era incerto non sapevamo neanche noi cosa aspettarci. Studiando a fondo il comunicatore abbiamo scoperto che forse era possibile usarlo per mantenere un contatto con la terra. Non eravamo certi che le cose avrebbero funzionato……… Pensavamo di non far più ritorno…. Eravamo convinti che per voi sarebbe stato più facile dimenticarci non avendo più nostre notizie….……"
Liz ritirò bruscamente la mano, "chi vi ha dato il diritto di decidere cosa era meglio per noi? Hai agito come al solito Max, hai deciso tu per tutti. Perché sei tornato, perché proprio ora?" Liz era adirata, non riusciva a comprendere le ragioni che avevano spinto Max a negargli l'unica possibilità di contatto. Si sentiva profondamente tradita.
"No Max, questo è troppo anche per me, ho imparato a fare a meno di te in questi dieci anni non puoi tornare all'improvviso e sconvolgermi nuovamente la vita….questa volta non te lo permetterò!!!"
Max fece per parlare, ma Liz gli voltò bruscamente le spalle e concluse: " ora vai via ti prego, ho bisogno di restare da sola….". Detto ciò Liz si diresse verso la finestra di quella che un tempo era la sua stanza e dopo esservi entrata, richiuse le imposte. Max rimasto solo raccolse la foto che era caduta a Liz, nostalgicamente ripensò a dieci anni prima ed a quel loro primo bacio che si erano scambiati proprio lì, su quella terrazza.

Maggie aveva tanto insistito, nonostante il suo stato d'animo risentisse dei recenti eventi, Maria aveva deciso di accompagnare la figlia al Crash festival.
Si era preparata con cura quella sera aveva fatto un lungo bagno profumato, aveva sistemato il trucco ed i capelli e aveva indossato un abito che la faceva sentire sexi cosa che non le era capitato molto spesso negli ultimi anni. Si era guardata allo specchio facendosi una smorfia di approvazione, dopo tutto dimostrava molto meno dei suoi ventisette anni.
Il programma della serata prevedeva cena a casa di Jim ed Amy e poi un uscita tra i "pazzi" del Crash festival.
Erano appena arrivati nel centro della città, Jim aveva sulle spalle Maggie e teneva per mano Amy, guardavano la sfilata dei costumi alieni. Maria era rimasta un poco indietro, alcune ex compagne di scuola l'avevano fermata per salutarla, ad un tratto si era sentita osservata si era girata e lo aveva visto. Michael era fermo nel clamore della festa, era immobile e la guardava, anche lei si era fermata, il cuore le batteva furiosamente, lui aveva fatto un passo verso di lei, lei lo aveva guardato non era cambiato molto, solo l'espressione del viso si era un pò indurita, poi la folla si mosse e furono celati l'uno alla vista dell'altra. Maria andava verso la direzione in cui aveva visto Michael, il ragazzo faceva lo stesso, poi Maria fu urtata dalla folla che premeva era inciampata e sarebbe caduta se due braccia forti non l'avessero sorretta. Riconobbe quell'abbraccio si girò e si ritrovò con il viso a pochi centimetri dal viso di Michael, ma la ragazza non compì quel gesto che una volta le sarebbe stato naturale, si allontanò bruscamente dal ragazzo " Michael!?!?….Ma quando….Cosa ci fai da queste parti?" Maria cercava disperatamente di dissimulare le profonde emozioni che si erano scatenate in lei
Il ragazzo non era preparato ad una così gelida accoglienza, fece per parlare ma dalla sua bocca uscirono solo poche parole smozzicate. "E così siete tornati, dopo dieci anni che combinazione, proprio quando i genitori di Liz sono morti, che tempismo!!!" Disse Maria sarcastica.
Michael la prese per un braccio e trascinandola a lato della strada in una zona più tranquilla le disse "Vedo che il tempo non ti ha cambiata Maria, pungente come al solito!!!" Maria lo interruppe "No Michael ti sbagli, non sono più la ragazzina che hai lasciato dieci anni fa…"
Michael addolcì lo sguardo, "lo so benissimo Maria, ora davanti a me vedo solo una bellissima donna e spero tanto che Maggie ti somigli….." 
"E tu che ne sai di mia figlia?" Maria era perplessa, non riusciva a capire chi potesse aver parlato a Michael della sua bambina.
"Io ho sempre saputo tutto di te, so del tuo matrimonio, della nascita di tua figlia e…..del tuo divorzio". A Michael non era sfuggita l'espressione corrucciata della ragazza, aveva cercato di sviare il discorso "Vedo però che qualcosa è rimasto immutato……" aveva aggiunto indicando la sfilata degli pseudo-alieni. 
"No caro, non penserai di cavartela così, ora tu mi racconti tutto, voglio sapere come fai ad avere tutte queste informazioni su di me".
"Hai ragione Maria, ma questo non è ne il luogo ne il momento più adatto per farlo".
I due presero a camminare in silenzio, ognuno assorto nelle proprie riflessioni.
Michael guardava Maria e constatava compiaciuto che lei aveva mantenuto il corpo agile e scattante dell'adolescenza, ma la maternità aveva reso più morbide le sue curve. Michael ebbe un fremito immaginando di stringere al suo, quel corpo che aveva solo intuito sotto il vestito quando l'aveva abbracciata per sorreggerla.
La mente di Maria era in subbuglio, era combattuta da diversi stati d'animo, ma in fondo al cuore era felice di sapere che lui si era interessata a lei per tutti questi anni, poi un pensiero insistente si insinuò nella sua mente….
"Dimmi una cosa Michael…", si rivolse al ragazzo interrompendo il silenzio che regnava fra loro, "sei tornato da solo….o che ne so, con moglie, figli………" " Sono tornato con Max e Isabel, ma fra me e lei non c'è stato nulla di più di quello che c'era quando eravamo sulla terra, l'ho sempre considerata una sorella e questi sentimenti nei suoi confronti non sono mai cambiati. Nel mio cuore c'è posto solo per una persona……"
Maria stava lasciandosi sopraffare dalle emozioni, poi strinse forte le unghie dentro il palmo della mano, il fastidio che si era volutamente procurata la costrinse a riprendere il controllo di sé.
Quasi senza accorgersene si erano ritrovati davanti a casa De Luca, Maria tormentava tra le mani le chiavi cercava di dissimulare l'agitazione che le cresceva dentro.
"Ti aspetto domani al Crash Down, cerca di convincere Liz ed Alex a seguirti così potrete avere tutte quelle spiegazioni che aspettate da tempo. Buonanotte Maria". 
La ragazza mormorò uno stringato "ok,!! Ok a domani, buonanotte Michael…" entrò di fretta in casa e si richiuse la porta alle spalle.
Quando fu sicura che Michael se ne fosse andato, uscì di nuovo e andò dritto a casa di Liz.

La ragazza aprì la porta, Maria notò subito che era sconvolta, "hai visto Max, vero Liz?" Chiese all'amica, poi senza attendere la sua risposta aggiunse, " non chiedermi come lo so, hai la stessa espressione che mi sono vista sul viso poco fa quando ho rivisto Michael". Insieme si diressero verso il divano. 
" Ho bisogno di parlarne con qualcuno altrimenti impazzisco, so che questo non è il momento più adatto, ma tu sei l'unica che può capirmi…. Michael sa tutto di me e della mia vita, del mio matrimonio, del divorzio e di mia figlia, ma come è stato possibile……"
Liz comprese che l'amica era confusa, per cercare di calmarla le strinse la mano e iniziò a raccontarle ciò che aveva saputo da Max, di come ricevevano regolarmente notizie dalla terra usando il comunicatore.
"Ma ti rendi conto Maria, mentre noi ci stavamo rovinando la vita angosciandoci per la loro sorte, loro se ne stavano tranquilli nel loro mondo sapendo esattamente ogni particolare che ci riguardava. Max mi ha detto che l'hanno fatto per proteggerci, ma io questo non posso accettarlo, non avevano nessun diritto di decidere anche per noi".
Le labbra di Liz tremavano mentre pronunciava queste parole, Maria capì che l'amica era sull'orlo del collasso, la morte dei genitori, il ritorno di Max erano troppo da sopportare, quindi andò in cucina e tornò con un bicchiere d'acqua ed un tranquillante e costrinse l'amica a prenderlo, poi telefonò ad Amy dicendole che sarebbe rimasta a dormire da Liz.
La madre la rassicurò, "non preoccuparti tesoro, rimani pure a tenere compagnia a Liz, penseremo io e Jim alla piccola Maggie…." Amy non riuscì a concludere la frase, la bambina le strappò la cornetta di mano "Mammina, il nonnino mi ha comprato una bambola bellissima, ma quando torni a casa?" "Maggie, mamma torna domani mattina, zia Liz ha bisogno della mia compagnia questa notte, tu fai la brava e non far disperare i nonni. Ti voglio tanto bene"
La bambina mandò attraverso il telefono tanti baci alla sua mamma, Maria socchiuse gli occhi e ricambiò, poi sorridendo dolcemente ripose la cornetta sulla base.
Si girò verso Liz, l'amica era rannicchiata sul divano, le si sedette accanto e l'abbracciò stretta. Si sentiva più forte di Liz in quel momento, più fortunata, non sarebbe mai stata completamente sola, aveva Maggie questo forse poteva bastare per riempirle la vita. Ma dal profondo del cuore le salì alla mente un nome Michael. I suoi sentimenti per lui erano contrastanti, i ricordi dolcissimi dell'adolescenza le riaffioravano alla mente, ma la consapevolezza che l'abbandono da parte sua l'avevano portata a commettere molti errori, non ultimo quello di aver creduto sposando Robert di poter condurre una vita normale, rinfocolavano la rabbia che aveva provato solo un ora prima parlando con lui.
Il passaggio della banda musicale, che seguiva il Crash festival, riportò Maria alla realtà.
"Liz, i ragazzi vorrebbero vederci domani pomeriggio giù nel locale, Michael ha promesso che finalmente ci racconteranno cosa è successo realmente………." 
Liz riaprì per un attimo gli occhi e con voce stanca mormorò " si va bene ci sarò domani, ma è comunque tardi, troppo tardi……", poi il sedativo fece effetto e la ragazza scivolò in un sonno senza sogni.

Tutto era rimasto esattamente come dieci anni prima, la casa, il giardino, il grande albero da dove penzolava ancora la vecchia altalena che il signor Evans aveva costruito per i suoi figli quando questi erano ancora piccoli.
Mentre avanzavano sul vialetto che conduceva alla porta di casa, Isabel aveva cercato la mano del fratello, "ho sperato a lungo di vivere questo momento, ed ora ho paura…e se ci avessero dimenticato?" Max strinse forte la mano della sorella come a rassicurarla e deciso suonò il campanello.
Fu il signor Evans ad aprire, rimase senza parole alla vista dei suoi figli, poi tirandoli stretti a se gridò rivolto alla moglie "Diane corri, vieni subito qua!!!" la signora Evans accorse precipitosamente, "Philip si può sapere cos'hai da gridare tanto? Sembra quasi….." Le parole le morirono sulle labbra, dovette appoggiarsi alla parete, subito Max e Isabel accorsero a sorreggerla. L'emozione del momento era così intensa che ogni parola sarebbe stata superflua. 
Max cercò di spiegare il motivo del loro ritorno, ma per i signori Evans l'unica cosa importante era che i loro figli fossero finalmente tornati a casa. Senza proferire parola li strinsero a sé e rimasero così per alcuni interminabili momenti. In quell'abbraccio Max e Isabel poterono sentire tutta la disperazione che aveva accompagnato i loro genitori per tutti quegli anni. Poi un pianto liberatorio li coinvolse, sciolse le profonde emozioni che ognuno provava. La signora Evans accarezzava i suoi figli, le sembrava che il cuore le dovesse uscire dal petto, il signor Evans abbracciava con lo sguardo quel quadretto familiare appena ricostituito e vedeva di nuovo negli occhi della moglie quella luce che si era spenta dieci anni prima.
La signora Evans si prodigò in mille attenzioni, preparò una squisita cena cucinando per loro i piatti che amavano di più, poi dopo una lunga chiacchierata nel soggiorno, li trascinò nelle loro camere. Max ed Isabel rimasero sorpresi nel vedere che ogni cosa era rimasta esattamente come l'avevano lasciata. Sembrava che i loro genitori attendessero il loro ritorno da un momento all'altro.

Isabel si alzò molto presto, non aveva dormito molto quella notte, il pensiero di ciò che avrebbe dovuto fare quella mattina le aveva reso difficile il riposo.
Si era recata a casa di Alex di buon'ora, lungo tutto il tragitto aveva provato ad immaginare l'espressione del ragazzo quando se la sarebbe ritrovata davanti. Sapeva bene che lui in tutti quegli anni non aveva ancora trovato una compagna e in fondo al cuore sperava che lui provasse ancora per lei quello che li aveva uniti un tempo. Aveva saputo che si era laureato nella stessa università di Liz e subito dopo era tornato a Roswell dove aveva ottenuto un posto come insegnante d'informatica alla Roswell High e aveva acquistato una bella casa dove viveva da solo.
Stava per bussare alla porta, quando tutta la sicurezza che aveva provato fino ad un attimo prima, vacillò. "Non ho alcun diritto di tornare dopo tutti questi anni e sconvolgergli nuovamente la vita…." Pensò tra se. 
Ritrasse la mano, si voltò e fece per andarsene, quando la porta si aprì, "scusi, cerca qualcuno?" Isabel riconobbe subito quella voce e si rigirò di scatto. "Oh mio Dio!!! Isabel ma sei proprio tu?"
Il ragazzo dovette strizzare gli occhi un paio di volte, credeva di sognare, ma quando si ritrovò la ragazza tra le braccia, capì che quello che aveva tanto desiderato in tutto quel tempo si era finalmente avverato. 
Ad Isabel non ci volle molto a capire che i sentimenti di Alex nei suoi confronti non erano affatto cambiati e ne era felice perché anche per lei tutto era rimasto immutato.
"Alex, io…" Il ragazzo mise un dito sulle labbra di Isabel, "Non dire nulla, fatti solo guardare…. sei diventata ancora più bella...." Alex, dopo aver ammirato la bellezza della ragazza, la ristrinse a sé e abbracciandola forte le sussurrò all'orecchio " In fondo al cuore me lo sentivo che un giorno ci saremmo ritrovati….". 

Erano le tre del pomeriggio, quando tutti si ritrovarono al Crash Down, la tensione che regnava all'interno del locale era palpabile. La prima a rompere il ghiaccio fu Isabel che andò ad abbracciare Maria e Liz. Poi rivolta a quest'ultima disse: "Mi è dispiaciuto molto per i tuoi genitori, ti sono molto vicina…." Liz le rispose con un triste sorriso, poi indicando un tavolo fece cenno agli altri di sedersi.
Fu Michael il primo a prendere la parola, " voi aspettate da noi delle spiegazioni, ma solo raccontandovi ciò che abbiamo vissuto, riuscirete a capire le nostre scelte e forse a perdonarci….." Aveva pronunciato quest'ultima frase guardano Maria dritta negli occhi. La ragazza ebbe un fremito.
Poi Michael riprese, "sapevate che sul nostro pianeta la situazione era ormai critica, avevano assoluto bisogno del nostro aiuto e anche se a malincuore fummo costretti a partire, non era stato facile per noi dovervi dire addio, ma sapevamo già fin dall'inizio che quello era il nostro destino". Ci fu un attimo di silenzio nel quale Maria ripensò al dolore che aveva provato il giorno in cui ricevette il cd del ragazzo. Notando l'espressione d'attesa sui volti degli amici, Michael continuò il racconto, " circa trenta ore dopo la nostra partenza, la navicella su cui viaggiavamo fu investita da un fascio di luce intensa. La voce metallica del computer di bordo ci avvertì che eravamo stati agganciati dall'astronave madre che orbitava ad una certa distanza dal nostro pianeta e che questa sarebbe stata la prima tappa del nostro viaggio.
All'inizio non riuscivamo a vedere nulla, poi quando l'intensità della luce si affievolì scorgemmo quello che a noi sembrava un immenso iceberg. Rimanemmo impressionati dalla sua maestosità.
Fummo accolti da un plotone di soldati armati, che ci scortò in una sala di proporzioni gigantesche, dove ad attenderci c'era una delegazione dei membri della resistenza. Colui che sembrava esserne il capo, si fece avanti salutandoci con profondo rispetto. Rimanemmo scioccati da quell'accoglienza, ci sentimmo estranei a tutto quello che ci stava succedendo intorno. Dopo la breve cerimonia di benvenuto, Sairus, l'anziano capo della resistenza, fece cenno ad un giovane soldato di accompagnarci nei nostri alloggi. Percorremmo dei lunghi corridoi luminosi, durante il tragitto il giovane soldato si presentò come Lariant, capo dell'esercito. Rimasi molto stupito quando mi disse che lui avrebbe eseguito solo i miei ordini e che da quel momento io sarei stato il comandante supremo delle forze della resistenza.
Isabel prese la parola, " anche Tess ed io venimmo accompagnate nei nostri alloggi, eravamo guidate da una ragazza che dall'aspetto sembrava avere più o meno la nostra età e che si era presentata con il nome di Laven, ci disse che sarebbe stata sempre a nostra disposizione. La cosa che ci sconcertava di più era l'appellativo di principessa che lei usava ogni volta che si rivolgeva a noi , eravamo sbigottite, era molto difficile entrare nel ruolo che ci riconoscevano e soprattutto non riuscivamo ad accettare la guardia armata che per proteggerci, seguiva ogni nostro movimento. 
In seguito chiedemmo alla ragazza notizie sui nostri genitori , lei ci spiegò dopo qualche esitazione, che erano stati uccisi insieme a quelli di Tess e Michael ed a molte altre persone da alcuni sicari del Tiranno che si erano infiltrati nel loro palazzo. Si erano rifiutati di lasciare il pianeta e trasferirsi sull'astronave madre dove sarebbe stato molto più facile proteggerli , non avevano voluto abbandonare quel popolo che lottava aspramente anche per la loro libertà. Queste notizie ci colpirono molto, ci sentivamo sole, le persone che avevamo vicine, pur essendo molto simili a noi fisicamente, erano nate in un mondo in guerra, questo sembrava che avesse tolto loro ogni sogno ,ogni gioia ,ogni allegria. Vivevamo in un mondo ovattato , al riparo della guerra, ogni nostra richiesta veniva puntualmente esaudita , ma ci sentivamo disperatamente sole, anche i contatti con Max e Michael erano difficili. Michael era sempre impegnato nell'addestramento, Max con i saggi, studiava strategie, alleanze e solo alla sera nei nostri alloggi, potevamo ritrovarci e parlare, spesso i nostri discorsi andavano alla terra, a chi avevamo lasciato , attendevamo le notizie dal comunicatore con un'ansia sempre crescente. Il nostro contatto era Valenti, a lui avevamo fatto giurare che mai vi avrebbe messo al corrente di questa possibilità, un nostro ritorno sulla terra sembrava impossibile e voi avevate già sofferto troppo a causa nostra………" la voce di Isabel ebbe un tremito ricordando quei momenti terribili , fu Max a continuare " Dopo aver studiato a fondo i dati contenuti nei computer di bordo , capimmo che il Tiranno era appoggiato dalla Federazione Interstellare ,un organismo al di sopra delle parti, di cui è membro ogni pianeta abitato del nostro sistema solare, la federazione invia regolarmente su ogni pianeta una sorta di controllori che devono vigilare sull'applicazione delle regole di libertà, sicurezza e collaborazione varate dalla Federazione, ma a quelli che regolarmente visitavano Antar veniva fatta una riprogrammazione della memoria, per cui tutte le informazioni che venivano riportate al Primo Livello, erano quelle che venivano instillate nella loro menti dal Tiranno. Intanto Michael aveva subito un durissimo addestramento, conosceva ogni arma, ogni strumento di attacco e difesa nostro e del nemico, aveva incamerato una quantità incredibile di informazioni ,conosceva tutte le strategie , i punti deboli nemici e i punti di forza nel nostro sistema di attacco, come ogni nostra debolezza. Con Lariant, divenuto il suo più fedele compagno e braccio destro, avevano creato modelli e simulazioni al computer , dopo due anni eravamo finalmente pronti a sferrare il nostro primo attacco che avvenne contro la roccaforte del Tiranno ed altri obbiettivi strategici. Captammo un messaggio nemico, dove l'ordine era di usare il nostro popolo come scudo contro le nostre incursioni, fummo costretti quindi a richiamare i nostri mezzi di attacco e la battaglia non ebbe l'esito sperato.
Gli scontri si susseguivano , furono cinque anni di guerra intensissima, il Tiranno sembrava avere un'infinità di uomini pronti a sacrificare la vita sul campo di battaglia, poi riuscimmo a scoprire che i suoi soldati erano dei cloni bio-tecnologici senza emozioni , creati unicamente per la guerra……" riprese la parola Michael " ci sembrava che la guerra non avesse mai fine, eravamo stanchi scoraggiati e dalla terra arrivavano notizie per noi difficili da accettare, capivamo che il trascorrere del tempo vi stava allontanando da noi , comprendevamo che ciò fosse naturale e giusto ma per noi era veramente doloroso da accettare. Poi Max coadiuvato dai Saggi riuscì a studiare un modo per contattare il Consigliere Supremo della Federazione Interstellare , una delegazione con lui a capo arrivò sulla nave madre, riuscimmo a fornirgli le prove della durezza del regime del Tiranno. La Federazione gli impose di consegnarsi al Tribunale federale per essere giudicato , ma per tutta risposta il Tiranno intercettò alcune navi da trasporto della federazione e le distrusse. In un successivo scontro, l'esercito federale unito ai nostri corpi di attacco ebbero ragione del nemico , furono anche distrutti i laboratori di clonazione dei suoi tecno-soldati . La battaglia fu asprissima, le perdite da entrambi le parti furono ingenti ed il pianeta, teatro della battaglia era allo stremo, ma il popolo di Antar era di nuovo libero. Le forze di terra rastrellarono i seguaci del Tiranno, i prigionieri furono affidati alla milizia interstellare per essere processati, solo del Tiranno sembrava essersi persa ogni traccia, pensammo fosse caduto in uno dei tanti combattimenti……fino a quando….." Michael ebbe un momento di esitazione, fu Max a continuare il racconto "Michael era in ricognizione intorno al pianeta a bordo della sua navicella da battaglia , alla guida c'era Lariant , di cui si fidava ciecamente , rilevavano immagini delle maggiori città, scattando visure tridimensionali da trasferire al computer centrale per valutarne i danni ed eventuali residui di armi nemiche. 
Stavano rientrando alla nave madre, quando il mezzo fu attaccato da una navetta da guerra non identificabile, il Tiranno era riuscito a nascondersi sul pianeta, poi aveva preso possesso di una navicella dell'esercito interstellare, uccidendone l'equipaggio ed aveva tentato una fuga disperata. Rilevando la navetta con le insegne del capo Supremo della resistenza se ne era vendicato colpendoli ripetutamente, Lariant aveva tentato alcune manovre diversive di sganciamento ma un proiettile laser a conduzione intelligente li aveva colpiti ferendo gravemente i due occupanti. La fortuna volle che fossero nella portata del raggio traente , riuscimmo a recuperarli mentre alcuni dei nostri mezzi usciti prontamente attaccarono la navicella su cui viaggiava il Tiranno e la distrussero. 
Corremmo verso il punto di attracco della navetta di Michael e Lariant subito ci accorgemmo che le loro ferite erano gravissime , li trasportammo nella zona medica della nave, i macchinari che controllavano le loro funzioni vitali non davano speranze, tentai con tutte le mie forze di guarirli, ma sembrava che i miei poteri a nulla servissero contro la vita che sfuggiva dai loro corpi. Furono giorni terribili , Isabel e Tess erano sempre con loro, ma la situazione peggiorava di giorno in giorno , poi all'improvviso qualcosa cambiò, Lariant fu il primo a dare segni di miglioramento ma passarono ancora molti giorni prima che Michael fosse dichiarato fuori pericolo. Tess passò molto tempo con Lariant durante la sua convalescenza , la loro vicinanza fu così coinvolgente che ne nacque un amore che dura tutt'oggi, questo e' il motivo per cui Tess non è tornata con noi, vive con lui su Antar ed è in attesa di suo figlio. 
I Miglioramenti di Michael erano piccoli ma costanti, quando poté parlare mi confidò che erano stati i ricordi del passato ad indicargli la strada per tornare alla vita…….." Dagli occhi di Maria scesero due lacrime che prontamente asciugò con il dorso della mano, Michael le sorrise poi si schiarì la voce e riprese lui il racconto " Dopo alcuni mesi partimmo dalla nave madre alla volta del nostro pianeta, fummo accolti con tutti gli onori , ovunque cortei di persone ci acclamavano come liberatori, fummo condotti al Palazzo del Potere finalmente libero.
I Saggi Anziani ci attendevano e alla fine di una lunga cerimonia Max fu acclamato come il re giusto che aspettavano da anni. Ma Max provato da tanti anni di guerra non si sentiva di accettare un incarico così totalizzante, con un chiarissimo discorso annunciò che avrebbe indetto libere elezioni ed avrebbe dotato il pianeta di una costituzione e di un governo eletto dal popolo, disse poi che le nozze fra lui e Tess e fra Isabel e me non sarebbero mai avvenute, ma che dava invece la sua approvazione per l'unione fra Tess e Lariant .
Le elezioni furono tenute sei mesi dopo e quando ci giunse la notizia della morte dei genitori di Liz , Max stava firmando la nascita della prima Costituzione di Antar.
Il nostro compito sul pianeta era finito, nonostante avessimo lottato con tutte le nostre forze per la sua libertà, sentivamo di non appartenergli, il nostro passato, le nostre esistenze erano legate ad altri luoghi, finalmente eravamo liberi di tornare nella speranza che sulla terra potessimo ritrovare quelle persone che avevamo nel cuore ………." Fu Max a concludere " Ci rendiamo conto di avervi tenuto nascosta una cosa tanto importante, ma pensavamo di proteggervi , non avremmo mai voluto farvi soffrire …………….." Il ragazzo pronunciò queste ultime parole con la speranza che Liz percepisse il messaggio che lui voleva inviarle.

Il tempo era trascorso velocemente, il racconto dei tre alieni era stato lungo e Maria Liz ed Alex ne erano rimasti scioccati , la loro immaginazione non era mai arrivata a formulare ipotesi che si avvicinassero a ciò che era successo realmente. Alex fu il primo ad alzarsi e stringendo a se Isabel le disse " Non c'è nulla di cui debba perdonarti , ho capito che hai agito così per evitare di farmi soffrire maggiormente, andiamo a casa , ti prometto che d'ora in avanti la tua vita sarà solo una splendida avventura, la sola cosa che importa è che tu sia di nuovo con me , finalmente uniti per sempre." La ragazza gli diede un dolcissimo bacio, ed in un filo di voce gli disse: " portami a casa Alex, sono tanto stanca…." Fecero un cenno di saluto agli altri e uscirono nella sera.
Maria era visibilmente turbata, Michael era stato ferito, sul punto di morire e lei non ne aveva saputo nulla. Nel petto contrastavano due sentimenti, il primo istinto era quello di urlargli contro tutta la sua rabbia, ma il secondo e più forte era quello di abbracciarlo, tenerlo stretto a se, cancellare con i suoi baci le piccole rughe di preoccupazione che vedeva sul suo viso…
Si rese conto che era molto tardi, doveva passare da sua madre a prendere sua figlia, "scusate, devo andare, è tardissimo e Maggie mi aspetta…."; Michael si offrì di accompagnarla, salirono in auto in silenzio, poi il ragazzo disse: "non ho raccontato tutto oggi, ci sono cose che solo tu devi sapere, dobbiamo parlare Maria e dobbiamo farlo da soli…."
Dopo che anche Maria e Michael, se ne erano andati, Liz si alzò e cominciò a riordinare il tavolo, Max che si era trattenuto con lei con la speranza di poter finalmente chiarire, la seguì dietro il bancone.
"Liz, ti prego dì qualcosa…"
"No Max, non c'è più nulla da dire…..mi rendo conto di quanto sia stata difficile la tua vita in questi anni, ma questo non ti giustifica…..", Liz aveva lo sguardo fermo, sembrava estranea a tutto quello che le stava succedendo.
"Ma Liz, io credevo che il nostro fosse un legame forte, indissolubile….." Max prese le mani della ragazza, costringendola a voltarsi e a guardarlo negli occhi.
"Mi spiace Max, ma il nostro legame l'hai spezzato tu dieci anni fa, quando hai deciso di escludermi del tutto dalla tua vita….." Liz ritrasse bruscamente le mani e voltò nuovamente le spalle al ragazzo.
"Ti ho già spiegato il motivo che mi ha spinto ad agire in quel modo e poi alla grotta fosti tu a decidere che la nostra storia sarebbe stata impossibile, non avevi avuto fiducia nel nostro amore. Inoltre sai benissimo che io non ero in grado do prometterti nulla allora, tu avevi la possibilità di rifarti una vita, mentre io non sapevo a cosa sarei andato in contro……" Nelle parole del ragazzo Liz poté percepire tutta la disperazione che lo attanagliava in quel momento, ma ormai era troppo in collera con lui, così posati i bicchieri che stava lavando, si girò e lo guardò dritto negli occhi, mostrando a Max una luce che non le aveva mai visto prima. " Rifarmi una vita? Ma hai idea di cosa sia stata la mia esistenza in tutti questi anni? Ho vissuto nell'angoscia di non sapere quale fosse stata la tua sorte, se eri vivo o morto…. E la certezza di non rivederti più, non mi ha aiutato a cancellarti dal cuore, negandomi così la possibilità di ricostruirmi una vita accanto ad un altro uomo".
"Ora sono qui, sono tornato per te e se tu vorrai perdonarmi potremmo ricominciare tutto da capo….."
"Sarebbe troppo bello Max, ma ormai è tardi, troppo tardi…."
Max rimase immobile, vide Liz dirigersi verso le scale e sparire poco dopo. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, a quel lontano giorno d'estate, quando aveva dovuto dirle addio. Proprio come allora rimase lì fermo, ma questa volta però a dargli forza, c'era la convinzione che non le avrebbe mai permesso di uscire nuovamente dalla sua vita, "Liz ti giuro che questa volta non finirà, lotterò affinché il nostro amore torni forte come un tempo…" e con questo pensiero nella mente, si diresse all'uscita.

Maria e Michael arrivarono davanti a casa Valenti , al rumore dell’auto  che si fermava sul vialetto la porta si aprì e Maggie sgusciò fuori, corse ad abbracciare la sua mamma. Michael provò una stretta al cuore vedendo l’amore che univa madre e figlia, voleva esserne partecipe, voleva che quelle due persone entrassero a far parte della sua esistenza. Si rese conto che avrebbe per questo, dovuto combattere la battaglia forse più difficile della sua vita, ma doveva vincere a tutti i costi…
Maggie fu incuriosita da Michael, si rivolse a sua madre e le chiese “ Lui chi è mamma ?” Il ragazzo  scese dall’auto e con fare cerimonioso porse la mano alla bimba, “ Michael Guerin , signorina…..” si presentò ufficialmente.
La bambina si mise a ridere, nessuno l’aveva mai salutata come si faceva tra adulti, squadrò bene Michael e decise che si poteva andare, quindi lo tirò per la maglia e gli chiese “ e che ci fai insieme alla mia mammina?” Maria arrossì e spiegò alla figlia che era un suo amico , ma Maggie non era convinta . “ Ma mammina, i tuoi amici io li conosco, sono la zia Liz, lo zio Alex e lo zio Kyle , ma lui non l’ho mai visto …..” Michael si accucciò e poi dolcemente spiegò alla bambina che lui era stato amico della mamma  prima che lei nascesse e che poi lui era partito per un lungo viaggio e solo allora aveva fatto ritorno a Roswell .

La bambina sembrava convinta della spiegazione datale, quindi preso per mano Michael gli disse “ Vieni con me ti faccio vedere la bambola nuova che mi ha comprato il mio nonnino ….” . Nel frattempo sulla porta di casa era apparso Valenti, l’ex-sceriffo non credeva ai suoi occhi , strinse forte Michael e quasi commosso disse “ bentornato figliolo”. Il suo pensiero tornò ai momenti in cui riceveva le notizie da Antar, era l’unico al corrente del dolore e della sofferenza che aveva contrappuntato la vita dei quattro ragazzi. Era stato molto difficile per lui tacere per tanto tempo, in special modo quando aveva saputo che Michael era stato sul punto di morire , ma era riuscito a mantenere la parola data. Guardò Maria,  si chiese timoroso se la ragazza fosse venuta a conoscenza che era stato lui a tenere i contatti con gli alieni, lei gli andò in contro e come se gli avesse letto nel pensiero gli sussurrò “Jim non hai dimenticato di dirmi qualcosa in tutti questi anni?”.  Michael si avvicinò a loro e rivolto allo sceriffo disse,  “Sono contento di rivederla….”   “ Spero che tu non sia tornato da solo ……”  “ Ci sono Max ed Isabel con me ,  siamo tornati per restare ,il nostro destino è sulla terra è questo il nostro mondo….”
Amy si affacciò sulla porta di casa , “ oh! Mio Dio …… guarda chi si rivede, il mio lottatore preferito, ma quanto tempo è passato…..”  il ritorno di Michael la preoccupava un poco ma  vide che il volto della figlia era sereno e si tranquillizzò , “ Maria è una donna ora , saprà come cavarsela”, pensò fra se,  poi si avvicinò a Michael e porgendogli la mano per salutarlo gli disse “ spero che tu abbia trovato la tua strada” “ Forse ora si…..” era ancora vivido nella mente del ragazzo il ricordo del momento in cui aveva consegnato ad Amy il cd destinato a Maria, quando lei gli aveva detto che il loro sarebbe potuto essere  un grande amore.
“ Nonnina è vero che Michael cena con noi questa sera? Ha tanta voglia di giocare con la mia bambola nuova….. ” Maggie mentiva così spudoratamente che tutti non poterono fare a meno di ridere, “ certo tesoro sai che puoi invitare chi vuoi…..”
Entrarono  in casa, Michael fermò Maria nel corridoio, “complimenti Maria, tua figlia è splendida…” poi ebbe un attimo di esitazione, “forse non dovrei restare….credo sia meglio che io me ne vada…”
Maria percepì nel tono del ragazzo il timore di avere osato troppo accettando quell’invito, provò un’immensa tenerezza per lui, così dolcemente gli disse, “resta….ti prego..”
Grazie alla vivacità di Maggie la cena fu molto movimentata, la bambina pretese tutta l’attenzione di Michael, il quale era rimasto piacevolmente colpito dalla serenità che provava nel passare del tempo con lei.
Quando la cena fu terminata tutti si spostarono in soggiorno, Maria  guardava giocare sul tappeto Michael e sua figlia, il suo cuore era colmo di gioia, gli amori della sua vita erano lì davanti a lei, insieme. Il ragazzo aveva inventato dei giochi, Maggie si era divertita moltissimo. Il tempo era trascorso piacevolmente, ma ormai era arrivata l’ora di tornare a casa. “Maggie! Tesoro è ora di andare a nanna, saluta i nonni…”

“Ma mammina io mi sto tanto divertendo…voglio giocare ancora con lo zio Michael….” La bambina si era subita affezionata al ragazzo e l’idea di doverlo salutare non le andava affatto.
“Su tesoro, fai la brava, ti prometto che giocherete ancora insieme….”  “ No!! No e no, io voglio giocare ora…”
Maria si alzò di scatto dal divano, “Ora basta Maggie, vai a pendere il tuo zainetto e andiamo….”, non le era mai piaciuto dover usare quel tono con la figlia, ma a volte le era impossibile non farlo.
Michael, vedendo che la bambina stava per mettersi a piangere, la prese in braccio e le disse, “sai cosa facciamo Maggie?”  “Cosa?” Rispose la bambina asciugandosi la lacrima che cominciava a scorrerle sul viso.
“Se la tua mamma è d’accordo sarò io ad accompagnarvi a casa e domani potremmo andare a mangiare un buon gelato insieme, conosco un posto dove ne fanno di enormi…”
“Si!!!Evviva!!Mamma, è vero che possiamo?” Tutta la tristezza dell’attimo prima era completamente scomparsa e aveva lasciato il posto ad un meraviglioso sorriso che le illuminava tutto il viso.
Maria non poté che accettare la proposta di Michael, così quando quest’ultimo ebbe salutato e ringraziato Amy e Jim per la splendida serata, salirono in macchina e si diressero verso casa.
Maggie si addormentò immediatamente e quando furono davanti a casa De Luca, Michael aprì lo sportello a Maria e rimase impressionato dalla meravigliosa sensazione che provò quando, dopo aver preso in braccio la bambina addormentata, l’accostò al suo petto.
Maria che lo precedeva, aprì la porta di casa e lo guidò fino a quella che un tempo era stata la sua camera. Michael guardò quella stanza, era rimasta quasi la stessa che aveva visto quella notte di dieci anni prima, quando era venuto via da Hank, depose la bambina in quello che era stato il letto della madre ed insieme uscirono.
Si ritrovarono nel soggiorno, Michael prese la ragazza per mano la guidò fino al divano, le fece cenno di sedersi e le disse; “ ho una cosa da dirti…o meglio da farti vedere, ma per fare questo devo toccarti il viso. Per favore, chiudi gli occhi”, Michael mise le mani sul viso di Maria e si concentrò, subito nella mente della ragazza si formarono dei flash-back, vide l’impatto,l’infanzia terribile, il loro primo bacio, sentì la disperazione che aveva provato quando aveva dovuto lasciarla, lo vide ferito, ad un passo dalla morte e quasi si commosse quando capì che si era aggrappato al suo ricordo per continuare a vivere e infine percepì la sua gioia nell’averla ritrovata.
A Maria ci volle qualche secondo per riprendersi, poi si tolse le sue mani dal viso e guardandolo dritto negli occhi gli si avvicinò posando delicatamente le labbra sulle sue.
Il ragazzo rimase immobile, gli occhi aperti su di lei, quasi ad accertarsi che non stesse sognando e che lei fosse veramente lì, accanto a lui.
Maria si fece morbida contro il suo corpo, la passione divampò inarrestabile, loro che non si erano mai conosciuti intimamente fecero l’amore lì  sul divano e fu un amore violento, tenuto dentro per tantissimi anni.
Giacquero esausti sul divano, Michael teneva Maria abbracciata, quasi avesse paura di perderla di nuovo.
Insieme si alzarono, insieme fecero la doccia e poi andarono nel letto che un tempo era stato di Amy e lì fecero di nuovo l’amore, ma questa volta con dolcezza, con calma, come a cementare la loro unione che questa volta sapevano, sarebbe stata per sempre. 

Maria si era svegliata presto quella mattina, con lo sguardo cercò subito Michael, il suo Michael. No, non aveva sognato, lui era lì accanto a lei, rimase qualche istante a guardarlo dormire, aveva i lineamenti del viso distesi, poi poggiando lo sguardo su quelle piccole rughe che aveva intorno agli occhi, chiaro segno di quanto fosse stata dura la sua vita fino a quel momento, non poté fare a meno di accarezzarle dolcemente.
Si alzò lentamente, voleva evitare di svegliarlo, si vestì e si diresse in cucina, aveva intenzione di preparare un’abbondante colazione.
Non era mai stata un’ottima cuoca, ma questo non l’avrebbe certo fermata, cominciò a rompere le uova, mise sul fuoco la pancetta, era così assorta nei preparativi, che non si accorse dell’arrivo di Maggie.
“Mamma, che ci fa lo zio Michael nel tuo letto?”  Maria arrossì vistosamente, cominciò a balbettare qualcosa, non trovava le parole per spiegarle cosa facesse lì Michael.
“Vedi tesoro, lo zio Michael era molto stanco, quindi…..” La bambina non diede a Maria il tempo di concludere la frase, “allora lui viene a vivere con noi, come ha fatto Lucy con papà?”
Maria cominciò a rimpiangere il fatto che la figlia fosse venuta su così sveglia.
L’arrivo di Michael tolse Maria dall’imbarazzo, il ragazzo, che aveva sentito l’ultima frase della bambina, le si inginocchiò davanti e le disse dolcemente, “ ti piacerebbe se vivessimo tutti insieme?”
Maria al suono di quella domanda, dovette appoggiarsi al tavolo per non cadere, “cosa vorresti dire Michael?”
“Semplicemente quello che hai sentito, dopo questa notte ho capito che non posso più vivere senza di voi…”, poi rialzandosi e dirigendosi verso la ragazza e guardandola fissa negli occhi aggiunse, “voglio che facciate parte della mia vita per sempre…..”
Maria e Maggie si scambiarono uno sguardo d’intesa e dopo un breve attimo di esitazione si lanciarono entrambe addosso a Michael, finendo tutti e tre sul pavimento.
Il ragazzo le abbracciò entrambe, poi rivolto a Maria disse, “questo sarebbe un si….”.
La risposta della ragazza fu un dolcissimo bacio.
“Ehi!!! Ma così mi soffocate e poi mammina io sento puzza di bruciato” Maggie, che si trovava tra Michael e Maria, scalpitava per essere liberata.
“Oh no!!! Le mie uova….” Maria corse ai fornelli, ma ormai era troppo tardi, uova e pancetta erano completamente carbonizzati.
“Ho paura che per questa mattina dovremmo accontentarci di latte e cereali, tesoro guarda se il ragazzo che consegna il latte è già passato”.
Michael si diresse alla porta, raccolse la bottiglia e si accorse che vicino ad essa c’era una lettera indirizzata a Maria.
Il ragazzo gli e la porse, ma lei era titubante, una strana sensazione le impediva di aprirla, poi tirato un gran sospiro strappò la busta e iniziò a leggerla. 

“CARISSIMA MARIA,
SCUSA SE PARTO SENZA NEANCHE SALUTARTI, HO DOVUTO FARLO  PERCHE’ SAPEVO CHE SE NE AVESSI PARLATO CON TE  SARESTI STATA IN GRADO DI FARMI CAMBIARE IDEA.
GIUDICAMI PURE UNA VIGLIACCA PER ESSERE SCAPPATA COSI’, MA PURTROPPO NON CE L’HO FATTA , I RICORDI CHE MI LEGANO A QUESTO POSTO, SONO ANCORA TROPPO VIVI IN ME E MI FANNO TROPPO MALE.
POI C’E’ MAX, L’UNICO RAGAZZO CHE ABBIA MAI AMATO IN VITA MIA, L’AMORE CHE PROVO PER LUI NON SI E’ MAI SOPITO ED E’ ANCHE PER QUESTO CHE HO DECISO DI PARTIRE, IL FATTO CHE IO NON RIESCA A PERDONARLO PER QUELLO CHE MI HA FATTO, FINIREBBE CON L’INQUINARE ANCHE I BEI RICORDI CHE HO DI LUI.
HO DECISO DI TORNARE AD INSEGNARE NELLA MIA SCUOLA DI SANTA FE’, L’UNICO LUOGO DOVE IO SIA RIUSCITA A TROVARE UN PO’ DI SERENITA’.
HO UN ULTIMO FAVORE DA CHIEDERTI, TI PREGO DI OCCUPARTI DEL CRASH DOWN, VOGLIO CHE SIA TU A GESTIRLO, IL MIO LEGALE HA GIA’ PRONTI TUTTI I DOCUMENTI.
SII FELICE TE LO MERITI.
                                                                                                              

                                                                                                                TI VOGLIO BENE, 

                                                                                                                             LIZ 

No, Maria non poteva giudicare l’amica una vigliacca, in fondo Liz aveva agito proprio come aveva fatto lei anni prima.
Non poté trattenere le lacrime, sapeva bene  quanto l’amica stesse soffrendo e quasi si sentiva in colpa per la felicità che stava provando lei in quel momento.
“ Cosa è successo Maria? Di chi è quella lettera?” Michael era agitato, non riusciva a capire cosa avesse scatenato quella reazione nella ragazza.
Maria non rispose, si limitò a porgere la lettera a Michael, gli ci volle poco per leggerla, poi abbracciò forte Maria e accarezzandole i capelli le disse, “è quello che ho temuto io quando ho deciso di tornare, avevo paura che anche tu non trovando la forza di perdonarmi, avresti deciso di andartene per sempre…”
Maria si asciugò le lacrime, il suo sguardo si addolcì, prese il viso di Michael tra le mani e appoggiò le sue labbra a quelle del ragazzo.
“Mammina, perché piangevi?” Maggie aveva assistito alla scena e non riusciva a capire perché Maria che fino a un minuto prima sembrava l’immagine della felicità, ora stesse piangendo.
“Non è niente tesoro, ora vai a sederti a tavola, il tuo latte è quasi pronto”.
La colazione fu consumata nel più assoluto silenzio, poi ad un tratto Maria disse rivolta a Michael, “Sarà meglio che tu vada da Max, è giusto che sia tu a dirglielo……..cerca di stargli vicino, avrà bisogno di tutta la tua amicizia…”
“Ma sei sicura Maria…..se preferisci io rimango con te….”, Michael sapeva quanto fossero legate Maria e Liz, e sapeva che per lei quello non era certo il momento più adatto per essere lasciata sola.
“Non preoccuparti per me, io ho Maggie e poi c’è mia madre, ora va da Max, è lui ad avere veramente bisogno di te..”. poi alzando lo sguardo e fissandolo negli occhi aggiunse, “…e poi noi avremmo tutta la vita per stare insieme!!!”
Michael si vestì in fretta, diede un bacio a Maria e quando fece per  uscire la ragazza lo fermò, gli porse la lettera e disse “tieni Michael, falla leggere a Max, magari capirà la ragione che ha spinto Liz a partire….”. Il ragazzo prese la lettera, accennò un sorriso e si diresse verso casa Evans. 

Durante tutto il tragitto, Michael non fece che pensare a cosa avrebbe detto all’amico. Sapeva bene quanto Max amasse Liz, gli tornarono alla mente i primi tempi in cui erano arrivati su Antar, la disperazione che gli leggeva sul viso ogni sera, quando nei loro alloggi lui passava le ore a fissare la fotografia di lei, la tenacia con cui aveva tenuto testa alle avances di Tess, la sofferenza di sapere che la sua Liz era rimasta sola dopo la morte dei signori Parker e infine ripensò a quel barlume di speranza che aveva letto negli occhi dell’amico quando avevano deciso di tornare sulla terra.
Arrivato davanti alla porta ebbe un attimo di esitazione, poi passato qualche secondo si voltò e si diresse verso il retro, ricordava benissimo quale fosse la finestra di Max, così proprio come faceva quando era ragazzo, decise di passare  da lì. Isabel,  che era nella stanza del fratello, lanciò un urlo quando si sentì afferrare per le spalle.
“Michael!!!! Ma sei impazzito ad arrivarmi  alle spalle così?!?” “Dai non farla tanto lunga, lo sai che io sono sempre passato da qui…….” “Si, ma credevo che il tempo ti avesse aiutato a diventare adulto……ma a quanto pare mi sono sbagliata..” Disse Isabel con tono ironico “Ok!!Ok!! Ti prometto che la prossima volta lancerò un sasso contro la finestra per avvertirti del mio arrivo!!!!!” Rispose il ragazzo, quasi a volerla schernire.
“ Ah Ah!!!! Davvero molto simpatico, se lo avessi saputo prima che eri così spiritoso, ti avrei fatto diventare il mio giullare…..”
“Ma è possibile che per voi ogni occasione è buona per punzecchiarvi? A proposito dove hai dormito questa notte?” Chiese Max. Michael arrossì vistosamente “Beh, ecco io…. Veramente…” poi tirando un bel sospiro “ho dormito da Maria…..o meglio con Maria!!!”
Isabel spalancò gli occhi, “Uhm, vedo che non hai perso tempo. Ma come hai fatto a farti perdonare così in fretta, non avrai mica usato i tuoi poteri su di lei?” Michael si fece serio, “Non credere che sia stato così facile, avevo molte cose da farmi perdonare, per riuscirci ho fatto una cosa che non avevo mai fatto con nessuno in passato……le ho aperto il mio cuore, sono riuscito a farle capire quanto fosse vuota e inutile la mia vita senza di lei…..”
Max si avvicinò all’amico e appoggiandogli una mano sulla spalla gli disse “sono felice per voi, spero solo che anche Liz riesca a capire quanto l’ami e che finalmente riesca a perdonarmi.”
Michael estrasse dalla tasca della giacca la lettera di Liz, poi rivolto all’amico disse, “ecco Max, io sarei venuto qui proprio per questo, vedi…..si insomma…forse è meglio che tu legga questa lettera”.
Nella stanza scese un silenzio agghiacciante, Isabel guardò Michael in cerca di spiegazioni, poi l’attenzione di entrambi si spostò su Max che nel frattempo era intento a leggere la lettera, il suo sguardo non tradiva alcuna emozione, ma dall’evidente tremore delle sue mani, si poteva facilmente capire quanto la notizia della partenza di Liz lo stesse facendo soffrire.
Si alzò lentamente dal letto e si avvicinò alla finestra, stava in piedi immobile, lo sguardo perso nel vuoto, Isabel gli si avvicinò gli appoggiò entrambe le mani sulle spalle e lo costrinse a voltarsi, “ti prego Max, dì qualcosa….così mi spaventi”. Max allontanò dolcemente la sorella, “sto bene Isabel non ti preoccupare, è giusto così, è giusto che lei si prenda un pò di tempo per pensare, le sono successe troppe cose in quest’ultimo periodo, allontanarsi da qui dove lei ha troppi ricordi le farà bene. Ora però vi prego lasciatemi solo, vi prometto che dopo vi raggiungerò….” “Ma Max io….”
Michael prese Isabel per mano e con lo sguardo le fece capire che era meglio assecondare il volere del fratello, così anche se a malincuore i due ragazzi uscirono dalla stanza. 

Erano ormai tre ore che Liz era sull’autobus, il paesaggio scorreva veloce dal finestrino ma lei sembrava non accorgersene, si chiese se Maria avesse già trovato la sua lettera, le era dispiaciuto molto non averla salutata e soprattutto di non aver passato più tempo con lei.
Era da quando era iniziato il viaggio che non faceva altro che tornare indietro con i ricordi ed era sempre Max al centro di ognuno di questi, si rese conto di quanto le fosse sembrata insignificante la sua vita  prima che lui entrasse a farne parte , era stata tentata di cedere alle sue parole la sera prima, ma era troppo fragile in quel momento, così il timore di una nuova sofferenza le aveva impedito di abbandonarsi tra le sue braccia. Era anche per questo che aveva deciso di partire, sapeva che se fosse rimasta a Roswell, prima o poi questo sarebbe successo e lei non poteva permetterlo.
Le risate di una bambina la riportarono alla realtà, si girò e vide una coppia con la loro figlia che giocavano animatamente, subito ripensò ai suoi genitori a quanto in quel momento le mancasse il loro sostegno e soprattutto il loro amore. 

Le strade di Roswell brulicavano di persone indaffarate, tutti erano presi dalla corsa agli ultimi acquisti. Il Natale era ormai imminente, il Crash Down era sempre pieno di gente festosa ed allegra, Maria e Michael avevano preparato per l’occasione un addobbo natalfantascientifico veramente unico.
Maria era da un po’ al telefono con la sua migliore amica, “no!! Liz, questa volta non accetterò un no come risposta, per Natale starai con noi qui a Roswell, a costo di doverti venire a prendere di persona, è già stato abbastanza triste il giorno del Ringraziamento senza di te e poi dobbiamo discutere di molti dettagli circa la gestione del locale.
Quando tre mesi fa te ne sei andata all’improvviso ti ho capita, era giusto che tu ti prendessi un po’ di tempo per riflettere e per far chiarezza in te stessa…..” Maria era sempre più alterata, era la ventesima chiamata che faceva a Liz e ogni volta l’argomento principale era sempre lo stesso, convincere l’amica a fare ritorno a casa.
Liz non si  sentiva pronta ad affrontare tutti i ricordi che quella città le avrebbe riportato alla mente ma era soprattutto l’idea di rivedere Max Evans  a spaventarla maggiormente.
Sentiva che finché fosse rimasta a Santa Fè  era al sicuro, il suo cuore si era come ovattato ora riusciva a pensare al passato con un certo distacco ed aveva paura che tornando indietro, le emozioni e la disperazione provate solo pochi mesi prima riaffiorassero prepotentemente.
“Lo sai Maria come la penso, non posso tornare, ho troppa paura anche se avrei tanta voglia di rivederti, a proposito, come state?” “ Liz ti prego non sviare il discorso, noi stiamo tutti bene, ma tu devi tornare. Oltretutto io e Michael dobbiamo parlarti, da quando abbiamo riaperto il locale le cose vanno bene, abbiamo fatto pochi ma necessari cambiamenti dei quali ci piacerebbe avere un tuo parere….” Maria cercava di trovare tutte le ragioni possibili per costringere l’amica a tornare. “Lo sai Maria che mi fido di te, qualsiasi cosa decidiate di fare per me andrà bene. Ma ora dimmi, come vanno le cose tra te e Michael?”
“Le cose tra di noi non potrebbero andare meglio, poi dovresti vederli lui e Maggie, ogni giorno che passa, sembrano sempre di più padre e figlia. A volte fanno i pazzi, giocano in casa facendo una confusione terribile ma nonostante il caos non riesco ad arrabbiarmi con loro, il fatto di averli vicini mi fa sentire davvero troppo fortunata ho paura che…..”
Dall’entusiasmo con cui parlava della sua famiglia, Liz capì che l’amica era veramente felice, “No Maria, non devi avere paura, il futuro è nelle vostre mani, avete già pagato il vostro tributo di sofferenza…..sono contenta per te, te lo meriti. Ti voglio bene!!!”
Maria approfittò di quest’ultima frase dell’amica per ribadire “ e allora se mi vuoi davvero tutto il bene che dici devi venire a casa nostra il giorno di Natale. Ci saremo solo noi con mia madre e Jim, Kile andrà in Florida. Maggie ha tanta voglia di vederti e anch’io ho tante cose da raccontarti…..”
“Va bene Maria, ti prometto che ci penserò”. Il tono di voce usato da Liz, non convinse Maria, che si affrettò a replicare, “ci conto, vengo a prenderti domani sera alla fermata dell’autobus.  Ciao Liz”. Maria l’aveva salutata in fretta  per non darle il tempo di replicare, poi voltandosi verso Michael e il resto del gruppo, che per tutto il tempo erano rimasti lì in attesa, aggiunse “è stata dura, ma questa volta credo proprio  di avercela fatta”
Liz era rimasta immota, con la cornetta in mano, Maria non le aveva dato il tempo di replicare, poi riagganciando il telefono sorrise pensando fra se che questa volta l’amica era riuscita ad incastrarla.
Fece una lunga doccia e quando ne uscì aveva le idee chiare non avrebbe permesso alle sue paure di allontanarla da quelli che lei considerava la sua famiglia, aveva veramente voglia di rivederli. Un pensiero le si stagliò nella mente, “come dovrò comportarmi con Max Evans?….”
Liz decise che ci avrebbe pensato al momento si vestì e uscì di casa, visto che aveva deciso di tornare a Roswell doveva comprare regali per tutti, voleva che Maggie avesse dalla zia Liz il più bel regalo di tutto il Natale. 

Alla chiusura del locale i ragazzi erano seduti ad un tavolo, Maria si rivolse a Max, “allora siamo d’accordo sarai tu ad andarla a prendere alla stazione degli autobus”. Max che aveva quasi perso ogni speranza dopo che tutti i tentativi di un riavvicinamento erano falliti miseramente, disse “che cosa ti fa essere così sicura che questa volta lei accetti di venire?”
“Fidati di me, la conosco bene, sono sicura che questa volta lei verrà, non ha mai smesso di amarti, ma ha troppa paura di soffrire ancora.”
Alex, che in fondo al cuore sperava in un ritorno da parte dell’amica,  rimase colpito dalla sicurezza con cui Maria aveva pronunciato quelle ultime parole, “sei molto cambiata Maria in quest’ultimo periodo, sei diventata più forte….”
“ Da quando io e Michael ci siamo ritrovati è come se fossi nata di nuovo, sono stati il suo amore e quello di mia figlia a ridarmi uno scopo nella vita ed è per questo che farò di tutto affinché anche Max e Liz ritrovino la felicità che noi stiamo vivendo ora”. Poi appoggiando la sua mano su quella di Max gli sorrise “io so che l’ami davvero….e sono certa che riuscirai a farti perdonare”. Max stringendo la mano dell’amica , “ce la farò Maria, lo dobbiamo a noi stessi, abbiamo sofferto troppo in questi anni…” 

Quando Liz arrivò alla stazione degli autobus, non trovò Maria ad attenderla, un po’ spiazzata stava decidendo il da farsi, ebbe un sussulto quando  sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, “ scusa Liz non volevo spaventarti…..” Liz non era preparata a quell’incontro, “ No ! E’ che mi aspettavo di trovare Maria……” “ non e’ potuta venire e’ rimasta al Crash Down , sai c’è molto lavoro in questo periodo ed inoltre si sta occupando dei preparativi per il cenone di questa sera, conosci Maria, ha fatto le cose in grande , saremo in molti ……” “ Molti?!? Ma a me aveva detto che saremmo stati solo…….. lascia perdere , sono io che mi fido sempre , ma questa volta me la paga…..” la ragazza era inviperita, Maria le aveva teso proprio un bel tranello, Max visibilmente in disagio, le tolse  borsoni di mano e li infilò nel bagagliaio dell’auto , poi le aprì lo sportello, quando si fu accomodata le disse “ Liz, so che questo non è il momento più adatto, però….ecco… io avrei bisogno di parlarti …. Devo …..” . “Ti prego Max, non ora, sono stanca è stato un viaggio molto faticoso……ho solo voglia di riposarmi un po’ …”
“ Va bene Liz hai ragione, ho atteso tanto questo momento che aspettare ancora qualche ora non mi farà male, però devi promettermi che questa sera troveremo un momento per parlare……..” “ Come vuoi Max, passa pure a prendermi questo pomeriggio ……”
Il viaggio fino al Crash Down, continuò nel più assoluto silenzio, erano molte le cose di cui parlare, ma sapevano entrambi che quello non era il momento più adatto per farlo. Arrivati davanti al locale, Max scaricò i bagagli di Liz, la salutò con un dolce sorriso e si diresse verso casa. Michael che nel frattempo era uscito accolse la ragazza con un caloroso abbraccio, prese le sue borse e la guidò all’interno.
“Zia Liz, zia Liz….che bello sei arrivata”, Maggie non diede a Liz il tempo di entrare che subito le saltò addosso, la ricoprì di baci e abbracci, “ciao piccola mia, fatti vedere, ma lo sai che stai diventando proprio una bella signorina?”
“Grazie zia, però…ecco…me lo hai portato un regalino?” Maggie adorava il Natale, ma soprattutto quello che più le piaceva era ricevere i regali. “Ma Maggie, ti sembra questo il modo?”, Maria si fece avanti un po’ titubante, sapeva bene che l’amica era in collera con lei per lo scherzetto che le aveva organizzato alla stazione degli autobus.
“Non preoccuparti e poi proprio mentre stavo partendo ho incontrato Babbo Natale, che mi ha dato questo per una bella bambina di nome Maggie” Liz tirò fuori un regalo impacchettato con gran cura e lo porse alla bambina. “Evviva, un altro regalo, lo metto subito sotto l’albero insieme agli altri, grazie zia Liz.” Maggie diede un altro bacio a Liz e poi si diresse di corsa verso l'albero riccamente addobbato per depositare il regalo.
“Vieni a sederti Liz, immagino che sarai stanca, vuoi qualcosa da mangiare o da bere?” Maria cercava di essere  premurosa, sperava così di non incappare nelle ire dell’amica.
“Cosa credi che basti solo questo perché io ti perdoni? Mi sono fidata di te e tu hai visto bene d’ingannarmi, da te non me lo sarei mai aspettata.” Liz aveva l’aria calma, ma dal timbro della sua voce si sentiva chiaramente che nutriva un certo risentimento nei confronti della sua amica.
Fu Michael ad intervenire per cercare di far ragionare Liz, dopo che Maria si era allontanata per procedere con i preparativi della cena.
“Liz, capisco che tu possa sentirti tradita, ma ti prego non avercela con lei, la conosci è una ragazza impulsiva, a volte agisce d’istinto, lei credeva che magari trovando Max ad aspettarti voi avreste parlato e chiarito. Devi sapere che Maria è molto cambiata in questi ultimi mesi, per lei è inaccettabile che ci sia qualcuno che nutra sentimenti diversi dall’amore, si è prefissa che tu e Max facciate pace e ti assicuro che in un modo o in un altro lei ci riuscirà.” Ogni volta che parlava della sua Maria a Michael si illuminavano gli occhi, era palese che l’amava, davanti a quello sguardo Liz non poté non sorridere. “Io non ce l’ho con lei Michael, lo sai benissimo che per me Maria è come una sorella ma anche se le voglio un gran bene non so se riuscirò a riavvicinarmi a Max…. non ora perlomeno……”
Detto ciò Liz si avviò in quella che era stata la sua stanza, fece una doccia e avvolta nell’accappatoio, si sdraiò sul suo letto. Con lo sguardo cominciò a studiare tutta la camera, quanti ricordi vi erano impressi in quelle pareti, poi senza accorgersene le lacrime cominciarono a scorrerle sul viso, ripensò ai suoi genitori, “mamma, papà questo è il primo Natale che passo senza di voi, mi sento terribilmente sola ho una gran paura di non farcela….”con il loro ricordo nella mente, si lasciò andare ad un sonno agitato. 

Liz scese le scale che la portavano al locale, non trovò nessuno, i meravigliosi addobbi, l’albero, i regali e il grande tavolo apparecchiato erano scomparsi. “Maria, Michael, ma dove siete finiti tutti….”, a Liz cominciò a balenare per la testa l’idea che Maria si fosse offesa per il suo comportamento di quella mattina e che quindi avesse deciso di andarsene.
Si diresse alla porta per uscire, ma questa non si aprì, una fitta nebbia cominciò a calare all’interno del locale, Liz cominciò a spaventarsi, provò con il telefono, ma anche questo non dava segnale “Ma che succede…..” Ormai le era impossibile vedere intorno a lei, si sentiva come paralizzata dalla paura quando ad un tratto una forte luce la costrinse a chiudere gli occhi.
“Liz, Liz ….” Riconobbe subito quelle voci, spalancò gli occhi e rimase immobile a fissarli.
“Mamma, papà, ma com’è possibile?” Dopo l’iniziale attimo di sorpresa, Liz si riebbe e si buttò piangente tra le braccia dei suoi genitori.
“Ascoltaci bene Liz, purtroppo non abbiamo molto tempo, siamo tornati perché tu hai bisogno di noi…..stai cercando di evitare di soffrire ancora….”. Liz si staccò da quell’abbraccio e con aria interrogativa si rivolse alla madre, “cosa vuoi dirmi mamma….” La madre guardò dolcemente la figlia e riprese il discorso “ Sappiamo che per te quelli trascorsi sono stati anni durissimi e poi con la nostra morte ti sei sentita abbandonata, ma non è chiudendo il tuo cuore agli altri che potrai evitare di soffrire ancora.  Ora seguici Liz…”
Come per magia la ragazza si trovò con i suoi genitori nel suo appartamento di Santa Fè, era la notte di Natale e una donna che le somigliava si aggirava silenziosamente per la stanza.
“ Ma quella sono io…..cosa significa tutto questo…” La madre non rispose, si limitò a farle cenno di guardare.
La Liz del futuro era sola in casa in un angolo del salotto si scorgeva un piccolo albero poco addobbato unico segno che il Natale era ormai alle porte. Sul tavolo dell’ingresso solo due biglietti d’auguri, uno del suo amico Alex, l’altro arrivava da Roswell era di Maria la sua amica da sempre che come ogni anno l’aveva invitata inutilmente a passare quei giorni di festa con la sua famiglia. Non era mai più tornata a Roswell, troppi ricordi, troppa paura di soffrire ancora……. Quella Liz del futuro che lei stentava a riconoscere, tirò fuori dal congelatore una cena precotta la infilò nel forno a microonde , da fuori percepiva le voci dei bambini che cantavano le canzoni del Natale e i rumori  della gente festante che si scambiava regali ed auguri, poi la donna tirò fuori dal forno la cena e si sedette a tavola, davanti a lei c’era l’album  delle foto, sfogliandolo vide se stessa, insieme ai genitori , agli amici, due grosse lacrime le scivolarono per le guance, non riuscì a toccare il cibo che aveva davanti , si alzò dal tavolo e andò a sedersi nella solita poltrona, lo sguardo perso nel vuoto………  Liz era sconvolta, si rivolse ai suoi genitori, “cosa significa tutto questo?” “Non credo che ti servano spiegazioni, hai capito benissimo anche tu cosa voglia dire. Ti stai isolando troppo figlia mia, è vero in passato hai sofferto molto, ma prova a guardare cosa ti potrebbe riservare il futuro se deciderai di far crollare quella corazza che ti sei costruita intorno al cuore…..”.
Senza rendersene conto Liz si ritrovò al Crash Down, il locale era pieno di gente, c’erano tutti da Maria a Michael, Alex Isabel e tanti giovani ragazzi e bambini, poi si vide, era lì felice negli occhi era tornata a brillare quella luce che l’aveva accompagnata per gran parte della sua gioventù. Poi lo vide, Max le stava andando in contro con una bellissima bambina, era identica a lei, non le ci volle molto per capire che doveva trattarsi di sua figlia.
Tutta quell’atmosfera di serenità e felicità fece capire a Liz che era arrivato il momento di mettere da parte il passato, era il momento di tornare alla vita e lei sapeva benissimo che la sua vita era Max….Max Evans.
Si voltò per cercare i suoi genitori, ma questi erano scomparsi,  solo una voce proveniente dal nulla le indicò la strada per tornare in sé “ ora vai bambina mia, la vita di aspetta……noi saremo sempre con te….” Poi intorno a Liz tornò il silenzio. Riaprì gli occhi si guardò intorno smarrita, sapeva che non c’era una spiegazione a quanto le era appena successo, ma questo non le importava, ora doveva incontrare Max doveva assolutamente parlargli, doveva dirgli che lo aveva perdonato e che se lui era ancora disposto ad accettarla, lei avrebbe diviso con lui il resto della sua vita.
Di slancio si alzò dal letto, si vestì velocemente, scese le scale di corsa, andò in cucina dove sapeva avrebbe trovato Maria e senza prendere fiato le disse, “Maria devo uscire, ho una cosa urgente da fare, ci vediamo dopo…..” e senza dare il tempo all’amica di risponderle uscì dal locale lasciando tutti i presenti sbalorditi per il suo comportamento. 

Max era sdraiato sul letto, mille pensieri gli attraversavano la mente, stava cercando le parole giuste da dire a Liz,   quando se la vide entrare dalla finestra. Max scattò mettendosi seduto sul letto, “Liz, ma cosa…..” Lei gli andò incontro e sedendosi di fronte a lui, gli fece cenno di tacere. “Ti prego Max non interrompermi, oggi ho fatto uno strano sogno, ma questo non ha importanza, il fatto è che grazie ad esso ho capito molte cose…..una fra tutte è che io ti amo, non ho mai smesso di farlo…..era talmente tanta la paura di dover soffrire di nuovo che avevo spento tutti i miei sentimenti, avevo creduto ingenuamente che allontanandomi dalle persone care questo non sarebbe più successo. Ma sbagliavo, ora l’ho capito e spero che non sia troppo tardi…..soprattutto per noi Max….” Due lacrime cominciarono a rigarle il viso, Max che aveva ascoltato in silenzio le prese le mani e portandosele al viso le disse, “ Liz amore mio, sono anni che speravo di sentirti dire queste parole, non potevi farmi regalo più bello, ti giuro che da ora in avanti la tua vita sarà all’insegna della gioia e felicità..” . Si guardarono negli occhi per un breve attimo, poi  l’amore che era stato represso per tutti quegli anni divampò fortissimo, si amarono con dolcezza cancellando con quei gesti tutta la sofferenza che li aveva accompagnati per tutto quel tempo. Rimasero stretti l’uno all’altro a lungo, fu lo squillo del telefono a riportarli alla realtà. “Max, scusa se ti disturbo, ma sono preoccupata, Liz è uscita due ore fa senza dare spiegazione e ancora non è tornata” Max guardando teneramente Liz le rispose “non preoccuparti Maria, sono sicuro che sta bene, ora scusami ma devo lasciarti…..ci vediamo dopo al Crash Down”.  Liz e Max si guardarono complici, poi lei disse, “è giusto che stia un po’ in pensiero dopo lo scherzetto che mi ha fatto questa mattina”. 

Al locale era ormai tutto pronto per il cenone, gli invitati erano tutti presenti, mancavano solo Max e Liz.
“Mamma ma io ho fame, quando cominciamo a mangiare…..” Maggie era impaziente, voleva mangiare per poi poter aprire finalmente tutti i suoi regali. “Bisogna aspettare che arrivino la zia Liz e Max, nel frattempo vai dalla nonna e fatti dare qualcosa…”, poi rivolta a Michael gli disse con tono preoccupato, “ora comincio ad essere  veramente in pensiero, è da oggi che è uscita, se non è con Max, dove potrà essere?” Michael le strinse la mano e per cercare di dissimulare l’ansia che anche lui aveva dentro le disse,  “non preoccuparti, sono certo che sta bene, probabilmente aveva solo bisogno di stare un po’ sola, vedrai che tra un po’ la vedrai entrare da quella porta.”
Detto fatto, Liz e Max entrarono insieme mano nella mano, dal  volto di entrambi si poteva facilmente capire che avevano finalmente chiarito e che tra loro tutto era tornato come un tempo.
Maria costrinse Liz a seguirla in cucina, “Ora devi raccontarmi tutto, mi hai fatto stare in pensiero, si può sapere cosa ti è preso oggi?” “Dopo quello che mi hai fatto questa mattina meriteresti che non ti dicessi nulla, ma ti voglio troppo bene e poi in fin dei conti è soprattutto merito tuo se finalmente io e Max ci siamo ritrovati.”
Le due ragazze erano in cucina abbracciate, era da tanto tempo che non erano così felici, poi l’arrivo di Maggie le costrinse a tornare al presente. “Mammina la zia è arrivata, ora possiamo mangiare?”
Liz e Maria si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere, “va bene tesoro, su andiamo…..”
La cena si svolse in un clima di gioia e serenità, finalmente i legami di un tempo si erano riuniti e rinsaldati.
Verso mezzanotte tutti si spostarono sotto il grande albero, tra i presenti quella più euforica era Maggie, era lei ad aver ricevuto il maggior numero di regali, ma il più felice era sicuramente Michael che aveva ricevuto un maglione accompagnato da un semplice biglietto in cui c’era scritto “ Al mio papà, Maggie”, era la prima volta che lo chiamava così e lui non poté fare a meno di commuoversi. 

Il mattino seguente come per un tacito accordo si ritrovarono tutti in riva al lago.
Alex cingeva la vita di Isabel, Max teneva stretta a se Liz, la ragazza aveva di nuovo lo sguardo sereno ed il suo bel sorriso luminoso, Michael teneva in braccio Maggie e con l’altro teneva stretta a se Maria. Intorno a loro il silenzio, contemplavano il luccichio dei raggi del sole sulla superficie dell’acqua.
Fu Maggie a interrompere i pensieri di tutti, “sai mamma, Babbo Natale si deve essere dimenticato un regalo, io gli avevo chiesto di portarmi un fratellino, ma sotto l’albero non l’ho trovato………” Maria arrossì vistosamente e tutti gli altri risero, solo Michael strinse a se la sua compagna e rimase a fissare l’orizzonte , era l’unico a sapere che presto il desiderio di Maggie si sarebbe avverato, l’aveva visto chiaramente la sera prima, passando una mano sul ventre di Maria mentre  dormiva , una nuova vita si stava formando dentro di lei , suo figlio,  ciò che aveva sempre sognato stava per compiersi.

Le guerre, i rancori, le sofferenze del passato erano state lasciate alle spalle , ma sapevano bene che la vita  avrebbe presentato loro nuove  prove da superare, ma  ormai il destino era nelle loro mani , sapevano che solo restando uniti avrebbero potuto  superare qualsiasi ostacolo e che  l’amore che da sempre li univa sarebbe stato la loro guida.

Scritta da Critex


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