DESCRIZIONE:
Maria e Michael imparano a conoscersi...
DATA
DI COMPOSIZIONE: 07-03-01
ADATTO
A TUTTI
DISCLAIMER:
Io non possiedo i personaggi di Roswell che appartengono al loro creatore ad
alla WB e sono usati senza autorizzazione. Il racconto è di proprietà del
sito Roswell.it.
La
mia E-MAIL è cysby@katamail.com
Maria
De Luca aveva 14 anni quando gli alieni sferrarono il loro attacco alla città
di Roswell – New Mexico. Lei e i suoi migliori amici, Liz Parker e Alex
Whitman, stavano giocando a palla a volo nel cortile dietro il Crashdown Cafe
dei genitori di Liz quando sentirono delle voci concitate. Fu allora che i
genitori di Liz si precipitarono fuori gridando ai ragazzi di correre nel
seminterrato per proteggersi da un attacco alieno, fu allora che guardando in
alto videro una sagoma scura avvicinarsi minacciosa. Quando si è cresciuti in
una cittadina dove tutto è legato alla leggenda dello schianto di una nave
spaziale aliena, si impara a non porsi troppe domande e a dare molto credito
anche alle storie più inverosimili. Maria non faceva eccezione, aveva guardato
la faccia di Liz e vi aveva letto il suo stesso panico, poi si era girata e
aveva cominciato a correre a perdifiato verso il rifugio, cosciente solo del
rumore dei suoi piedi sul terreno che sembravano il battito di un secondo
cuore. Kyle, il figlio dello sceriffo, era già nel seminterrato e stava
facendo segno con la mano di muoversi. Solo quando lo raggiunsero nel buio
chiudendosi la porta alle spalle, pensarono per un attimo all’assurdità
della situazione, perché in fin dei conti anche a Roswell – New Mexico, gli
alieni non esistono! Un attimo dopo la prima esplosione squassò il cielo sopra
il Crashdown proprio mentre gli ultimi abitanti scendevano nel rifugio,
l’aria era diventata elettrica e strane strisce rossastre solcavano le nuvole
di polvere sollevate dalle macerie delle case.
Secondo la ricostruzione degli eventi fatta
negli anni seguenti da eminenti scienziati, le esplosioni furono causate da una
navicella ricognitore in avaria, non si era trattato di un attacco vero e
proprio ma il contatto del guscio con l’atmosfera terrestre aveva causato il
rilascio di una serie di raggi che avevano colpito parte della città. Quando
le forze speciali riuscirono a penetrare all’interno del guscio non vi
trovarono alcuna traccia né degli alieni che la occupavano nè di tecnolgie o
armi o strumentazioni. La navicella sembrava essere esattamente un guscio, un
solido involucro e niente più. La caccia agli alieni continuò per oltre un
anno, la città fu posta sotto regime militare ma non ci furono risultati
apprezzabili. Alla fine l’opinione pubblica si divose: metà dei cittadini di
Roswell si convinse che gli alieni erano già stati catturati con
un’operazione top secret e che quindi non c’era più pericolo, l’altra
metà continuò ad avere paura.
“Forza
testa di rapa! E’ il tuo turno per il bagno e se non ti muovi arriverò in
ritardo al lavoro!”
La testa sul cuscino non fece alcun
movimento. Maria scrollò le spalle e assestò una vigorosa cuscinata sulla
forma avvolta nelle coperte.
“Uhuh.. che cosa..?”
Kyle si alzò di scatto a sedere sforzandosi
di mettere a fuoco la figura snella che stava, mani sui fianchi, proprio al
lato del letto. Perché diavolo Maria non voleva capire che la domenica lui NON
lavorava e che quindi poteva dormire in santa pace?
“Non che siano affari tuoi” Maria
sorrise “ma stamattina il Crashdown rimane chiuso per inventario, ci saremo
solo io e Liz, e io dovrò anche uscire per un paio d’ore per andare a
ritirare le nuove uniformi…”
Amy De Luca e Jim Valenti si erano sposati
due anni dopo l’attacco alieno e Maria dopo il primo sconforto era stata
contenta di avere un fratellastro. Kyle era noioso a volte ma gli voleva bene e
la faceva sentire sicura, come quando 3 anni prima l’aveva tenuta stretta nel
seminterrato durante l’attacco alieno, e tutto era andato bene.
Kyle aveva impiegato meno di un secondo a
capire il messaggio !!!Liz-sola-al-Crashdown!!!
“Ehm, Ria senti, ti accompagno io al
lavoro, sì voglio dire, non è sicuro che tu vada in giro da sola, sai quanto
papà è ancora preoccupato per questa cosa degli alieni…” sentì Maria che
canticchiava una stupida canzone da innamorati e si mise a ridere mentre si
avviava verso il bagno, in fondo avere una sorellastra non era affatto male!
“Buongiorno tesoro, tutto bene con tuo
fratello?” Amy De Luca stava preparando la colazione quando Maria fece il suo
ingresso in cucina in pantaloncini corti e canotta.
“Non è mio fratello, comunque sì, tutto
Ok, non preoccuparti, Kyle mi accompagna al Crashdown.” Maria andò ad
abbracciare sua madre, e si mise a ridacchiare vedendo lo sguardo sorpreso di
Amy alla notizia di una simile gentilezza. “Beh sai mamma, a volte Dumbo non
è così insensibile come sembra, soprattutto se c’è di mezzo Liz!” e così
dicendo iniziò a mangiare i suoi cereali.
Quando
arrivarono al Crashdown Liz che era intenta a contare le bottiglie di salsa di
Tabasco dietro il bancone principale, si alzò in piedi per salutare Maria e
diventò paonazza.
“Ehi ragazzi…! Meno male che sei
arrivata Maria, sto diventando matta con queste bottiglie. Ho ricontato il
contenuto dello scatolone almeno sei volte e non viene mai lo stesso
risultato!” Liz guardò Kyle e sorrise cercando di non farsi vedere troppo
imbarazzata dalla sua presenza, poi prese Maria per un braccio e la trascinò
in cucina.
“Maria! Dovevi avvisarmi che ti avrebbe
accompagnata Kyle! Sono un disastro stamattina, non ho lavato i capelli e non
mi sono truccata e… perché mi guardi così?”
“Liz, Liz, calmati! Qualsiasi cosa tu
abbia addosso per Kyle sarai sempre una visione angelica” Maria abbracciò la
sua migliore amica affettuosamente “fidati, non si sarebbe alzato alle sette
di domenica per nessun’altra persona al mondo!”
Liz annuì ripensando allo sguardo ammirato
di Kyle quando l‘aveva vista spuntare da dietro il bancone con grembiulone e
salsa di tabasco in mano. “Maria mi è venuta un’idea! Organizziamo una
serata qui stasera, è il posto ideale, abbiamo viveri, musica e nessun
rompiscatole in giro.”
“Mum, si può fare tesoro, e visto che
scommetto che avrò io l’onore di dirlo a Dumbo, tu ti potresti occupare di
avvisare Alex, Brittany e Danny OK?!” Maria strizzò l’occhio, uscì dalla
cucina in cerca di Kyle e si trovò davanti un ragazzo bruno che non aveva mai
visto prima. Gli occhi nocciola dello sconosciuto erano intensi, ipnotici
quasi, e Maria si rese conto di essere rimasta imbambolata solo quando sentì
la voce di Liz venire dalla cucina.
“Ah, Maria, già che ci sei quando vai a
ritirare le uniformi puoi vedere se è pronto anche il mio vestito nero…?”
“Uhuh, certo. Ci vediamo dopo.” Maria
stava ancora fissando il ragazzo che non si era spostato dalla sua posizione e
che a sua volta la squadrava con aria interrogativa.
“Ehi" fu tutto quello che disse
spostando il peso da un piede all’altro distogliendo lo sguardo da lei per
dare un’occhiata in giro.
“Ehi” rispose Maria in tono basso
chiedendosi dove diavolo fosse finito Kyle “Posso aiutarti?”
“Ehm sì, a dire il vero ero venuto per
mangiare e… beh c’era scritto chiuso fuori ma ho visto della gente e ho
pensato di entrare e…beh ciao” senza darle il tempo di rispondere si era
voltato ed era già quasi sulla porta, fuori dalla sua vita. FUORI DALLA MIA
VITA??? Maria pensò di essere impazzita, come le era potuto venire in mente un
pensiero del genere. Uno sconosciuto entra al Crashdown, OK uno sconosciuto
molto carino, mi dice quattro parole e le mie gambe vanno in gelatina?
“Aspetta” non sono io a dirlo pensò
Maria mentre apriva la bocca “in effetti stiamo facendo l’inventario ma io
sto uscendo per andare a comprare qualcosa da mangiare anche per noi e, sì beh
mi sembri nuovo qui, voglio dire, non ti ho mai visto e se non sei pratico
della città non troverai mai da solo l’unico altro posto dove fanno cibo
decente.” L’aveva detto tutto d’un fiato per paura che se si fosse
interrotta non avrebbe più avuto il coraggio di continuare. Il ragazzo si era
voltato a guardarla ma era rimasto sulla porta, indeciso sul da farsi, le mani
infilate nella tasca del giubbotto nero e i capelli spettinati accarezzati dal
vento del deserto che soffiava fuori. Poi sorrise e a Maria mancò il fiato
mentre pensava che a dirla tutta era il ragazzo più bello che avesse mai
incontrato.
“ OK.” Michael aveva la sensazione di
essere finito nei guai ma non era riuscito a dire altro, semplicemente la
parola NO si era rifiutata di uscire dalla sua bocca. In fin dei conti era lì
per cercare del cibo, precisò a se stesso, ed era esattamente quello che stava
facendo.
Maria si era aspettata qualcosa di più di OK come risposta ma perlomeno aveva
accettato. Uscirono dal locale e Maria si guardò di nuovo intorno in cerca di
Kyle poi fece spallucce e indicò la vecchia Jetta di sua madre parcheggiata
poco distante.
“Senti visto che devo fare anche altre
commissioni prendiamo la mia macchina OK? E a proposito, io sono Maria De
Luca.”
“Michael” salì dal lato passeggeri della Jetta ignorando la mano
che Maria gli aveva teso quando si era presentata. Doveva assolutamente evitare
il contatto con la ragazza se non voleva peggiorare la situazione. Continuò a
guardare fisso davanti a sé ricordando la crudeltà degli esseri umani,
riascoltando mentalmente la voce di sua sorella che raccontava prima di morire
gli orrendi esperimenti a cui l’avevano sottoposta. Anche questa ragazza,
questa Maria, non era diversa. Anche se si era dimostrata gentile e
disponibile, anche se sembrava così vulnerabile… doveva stare attento.
“Hu..cosa, come dici scusa?” Michael era
talmente assorto nei suoi pensieri che non si era quasi accorto della domanda.
“Sì cioè dicevo Michael e basta?”
Maria era frastornata dalla vicinanza di Michael, il suo comportamento la
lasciava perplessa e cominciava a pensare seriamente che forse sarebbe stato
meglio non averlo incontrato.
Si era voltato verso di lei quando aveva
sentito la sua voce. Era molto più bella alla luce del sole, i capelli color
oro splendevano intorno al viso creando l’effetto di un’aurea e la pelle
era incredibilmente candida.
“Guerin,
Michael Guerin. Dove stiamo andando?” continuava a ripetersi che se lei non
si fosse offerta di accompagnarlo a prendere del cibo, lui sarebbe uscito da
quel maledetto locale senza voltarsi indietro. E lui non avrebbe mai saputo che
si chiamava Maria.
Fine
prima parte
Scritta
da Cysby |