RIASSUNTO:
Qualcuno permette che i desideri del gruppo di Roswell vengano esauditi, ma i
ragazzi non faranno altro che combinare guai.
DATA CREAZIONE: dal 22/4/2003 al 24/4/2003
ADATTO A: tutti
DISCLAIMER: tutti i diritti dei personaggi del
racconto appartengono alla WB e alla UPN, tranne che i personaggi di Micos e
Sammy, che sono di invenzione dell'autrice. Il racconto è di proprietà del sito
Roswell.it.
La mia e-mail è
rapiro84@libero.it
In un luogo sconosciuto due persone
ignote stanno parlando.
- È giunto il momento di verificare i loro desideri –
- Sì. Così sapremo se sono degni di ricevere il più grande dono di Antar –
La persona che stava parlando prese una sfera viola e vi guardò all’interno.
- Bene – disse l’altro – Avranno a disposizione tre desideri: vedremo come li
gestiscono–
- Vedremo –
La scena si spostò a Roswell dove i ragazzi erano a scuola. Liz, Maria e Alex
stavano prendendo i libri dagli armadietti, quando li raggiunsero Max, Michael
e Isabel.
- Ciao ragazzi – salutarono i tre alieni.
- Buongiorno –
Le tre coppie si diedero il bacio del buongiorno e poi iniziarono a
chiacchierare.
- Oggi ho il compito di scienze – disse Max abbracciato a Liz.
- Già. E non ho studiato niente – gli fece eco Michael.
- Spaceboy, te l’avevo detto che era meglio non studiare insieme – disse
ridendo Maria.
- Uh, e cosa avete fatto invece di studiare? – chiese Liz maliziosamente.
- Be’, diciamo che ci siamo distratti un paio di volte – rispose Maria dando un
bacio a Michael.
I ragazzi stavano ridendo allegramente, quando li raggiunsero Tess e Kyle.
- Ciao – dissero in coro i due arrivati.
- Ciao – risposero gli altri senza troppo entusiasmo.
Tessi si avvicinò immediatamente a Max e gli disse: - Oggi pomeriggio potresti
aiutarmi con i compiti di matematica? Non ci ho capito niente –
- Okay, ci troviamo al Crashdown dopo le lezioni. Così mentre studiamo possiamo
stare con gli altri – rispose Max, che non aveva nessuna intenzione di restare
solo con Tess.
- Ma a casa mia staremo più tranquilli – insistette la ragazza.
- Mi spiace, ma non posso venire da te perché anche Maria ha bisogno di
ripetizioni di matematica, e solo al Crashdown lei può seguire le mie
spiegazioni, vero Maria? – disse Max inventando la prima scusa che gli venne in
mente.
- Eh? Sì, sì. Mi spiace Tess, ma sono poco ferrata in matematica e ho un
bisogno costante di ripetizioni – disse Maria, non mentendo del tutto, perché
effettivamente non andava molto d’accordo coi numeri.
- Okay – si rassegnò Tess
Mentre Tess parlava con Max e Maria, Liz notò che tutti i ragazzi della scuola
che passavano di lì, fissavano Tess e facevano apprezzamenti su di lei. Per
tutti era una bella ragazza, quasi la più popolare della scuola, e Liz pensò
che forse anche Max la trovava bella. La gelosia iniziò a farsi strada, e un
desiderio le venne spontaneo: ‘Ah, come vorrei che diventasse brutta e grassa,
così non la guarda più nessuno, tantomeno Max’ pensò.
Era una frase che molti di noi hanno sicuramente pensato, una frase come
un’altra, che di certo non avrà alcuna conseguenza. E invece…
Improvvisamente Tess diventò brutta e grassa: i suoi capelli, pettinati
perfettamente, divennero crespi; gli occhi divennero strabici; i denti
divennero storti; le spuntò il doppio mento, la pancia e le dimensioni delle
gambe raddoppiarono, rendendole storte.
Liz si spaventò molto: non poteva essere possibile che il suo desiderio si
fosse avverato immediatamente. Decise di chiedere conferma agli amici.
- Ragazzi scusate, che aspetto ha Tess? –
- Cosa? Liz, ha il suo solito aspetto, perché? –
- Niente, è che mi sembrava ancora più bella stamattina – disse Liz, non
sapendo cosa rispondere.
- Grazie Liz –
- Di niente –
Liz non capiva più niente: com’era possibile che lei la vedesse brutta e
grassa, mentre per gli altri aveva il suo solito bell’aspetto? Si convinse che
la sua fosse solo suggestione, e non ci pensò più.
Parte del desiderio però si era avverato, perché i ragazzi ora non la
guardavano più quando passava, e non facevano più apprezzamenti su di lei.
Sembrava proprio che per loro non esistesse. Liz fu molto felice di questo
comportamento, ma di certo non poteva essere stato il suo desiderio;
probabilmente avevano la ragazza gelosa accanto a loro, oppure avevano già
scelto chi eleggere come reginetta dell’anno. Pensando che doveva proprio
essere così, non diede importanza al suo desiderio e continuò la mattinata come
se non lo avesse mai espresso.
La mattinata proseguì tranquillamente per tutti, soprattutto per Michael e
Maria che, approfittando dei dieci minuti del cambio dell’ora, si chiusero
nella stanza dei cancellini.
- Sai, ieri sono stata proprio bene con te – disse Maria abbracciando il
ragazzo.
- Anch’io – rispose Michael un po’ imbarazzato. Non era abituato a dire certe
cose.
I due ragazzi si baciarono e Maria pensò: ‘Ieri pomeriggio è stato dolcissimo
con me; come vorrei che fosse sempre così dolce!’.
Anche Michael espresse un desiderio: ‘Ieri sono stato proprio bene con lei. Era
così dolce e gentile. Come vorrei che non fosse così aggressiva e rompiscatole’.
Senza nemmeno accorgersene, i due ragazzi avevano iniziato a stringersi più
forte e a sussurrare paroline dolci tra un bacio e l’altro.
Quando la campanella li riportò alla realtà, i due ragazzi dissero un – Nooooo!
– e si recarono in classe mano nella mano.
Durante il resto della giornata, appena avevano un minuto libero, si
abbracciavano, si baciavano e si ricoprivano di complimenti.
- Sai tesoro, oggi pomeriggio vorrei stare un po’ solo con te - disse Michael
accarezzandole i capelli.
- Oggi pomeriggio sono al Crashdown, e anche tu. Perché non facciamo stasera? –
- Ok zuccherino –
- Michael, ti senti bene? –
- Benissimo, perché? –
- Mi hai chiamato zuccherino, e sei così dolce con me –
- È perché ti amo. Comunque anche tu sei più dolce con me. Stamattina non
abbiamo ancora litigato, non è fantastico? –
- Certo che lo è. Su, andiamo in classe –
- Sì, come vuoi tu –
I due piccioncini, troppo presi dal loro nuovo rapporto, non collegarono il
loro cambiamento ai desideri espressi.
All’ora di pranzo si ritrovarono tutti e otto in giardino a mangiare e
chiacchierare allegramente. I ragazzi si stupirono del comportamento di Michael
e Maria, che si imboccavano a vicenda e non si contraddicevano mai.
- Ragazzi, state bene? – chiese Isabel.
- Sì, perché? –
- Vi state imboccando, e non avete ancora litigato – osservò Max.
- Ah. Be’, ci è venuto spontaneo. E poi, dobbiamo sempre litigare? – rispose
Michael.
- No, è che è strano –
- Per noi invece era strano continuare a litigare, non è vero pulcino? – disse
Maria.
- Sì, pasticcino –
Tutti scoppiarono a ridere a crepapelle. Anche Alex rideva, però in cuor suo
avrebbe voluto che anche Isabel si comportasse così con lui. Scattò così un
meccanismo interiore che lo portò a pensare: ‘Come vorrei che Isabel fosse più
sicura del nostro rapporto’.
Anche Isabel pensava al suo rapporto con Alex, e quanto fosse dolce e sensibile
il suo ragazzo, però non era affatto sicuro di sé e del fatto che lei lo
amasse; così si ritrovò a pensare: ‘Vorrei tanto che Alex fosse più sicuro di
sé e del mio amore per lui’.
Tra i vari desideri giunse il momento di tornare a casa. I ragazzi si
salutarono, col programma di ritrovarsi dopo qualche ora al Crashdown.
Kyle e Tess stavano camminando per andare a casa, quando Tess disse: - Secondo
me non è vero che Maria deve prendere lezioni di matematica. Il fatto è che Max
non vuole stare solo con me –
- Secondo me devi lasciarlo perdere. Lui è innamorato di Liz. So che non è una
bella cosa da dire, ma non hai speranze con lui – rispose Kyle, che era
innamorato di Tess.
- Io non mi arrenderò. È il destino che vuole che noi due stiamo insieme, e lo
stesso vale per Isabel e Michael –
Kyle non fu affatto contento di sentire quelle parole. Non riusciva più a
sopportare che Tess fosse così innamorata di Max. Gli venne spontaneo esprimere
un desiderio molto comune tra i giovani: ‘Come vorrei che Tess si innamorasse
di me, così ci possiamo mettere insieme’.
Intanto anche Tess era assorta nei suoi pensieri, naturalmente rivolti a Max:
‘Comunque non mi arrendo. Prima o poi si innamorerà di me. Come vorrei che
succedesse presto’.
Appena Kyle ebbe espresso il suo desiderio, Tess dimenticò Max; ora il suo
pensiero era rivolto solo a Kyle. Non capiva cosa le stesse succedendo; fino a
pochi secondi prima non voleva altri che Max, ed ora amava Kyle.
- Kyle, devo dirti una cosa… - cominciò a dire la ragazza.
- Sì lo so, sono stato un po’ brusco prima… scusami –
- No, non è questo che ti volevo dire –
- E allora cosa? –
- Ecco… d’un tratto non me ne importa più niente di Max. Io… io amo te –
- Mi stai prendendo in giro, vero? – Kyle non riusciva a credere alle sue
orecchie.
- No. Non so cosa mi sia successo, ma voglio stare con te… Kyle, dimmi qualcosa
–
- Non so proprio cosa dirti. Io ho sognato questo momento da una vita, ma non
so se adesso è la tua volontà a farti dire certe cose. Non è normale cambiare
idea nel giro di pochi secondi –
- Lo so. Mi sono stupita anch’io, ma è più forte di me, è come se la mia
volontà fosse stata cancellata e sostituita da un’altra –
Kyle a quelle parole si sentì male: che il suo desiderio si fosse avverato? Ma
no, era assurdo! Non poteva accadere una cosa simile, non aveva mica la lampada
di Aladino! Cacciò questi pensieri dalla testa e si concentrò su Tess.
Probabilmente aveva capito che amava lui e non Max di sua spontanea volontà,
quindi non aveva alcun motivo per sentirsi in colpa.
- Tess, io… - cominciò Kyle.
- Kyle, non mi interessa se tu pensi che qualcuno stia manovrando la mia mente,
io ti amo e voglio stare con te. Continuerò a ripeterlo –
- Tess, ti amo anch’io, è da un po’ che volevo dirtelo, ma non ne avevo il
coraggio –
- Ora sono stata io a farmi avanti – disse Tess baciando Kyle.
Grazie al desiderio espresso da Kyle, lui e Tess si misero insieme; anche se
per ora non sospettavano ancora quello che era accaduto.
Mentre Kyle e Tess camminavano verso casa, Max e Isabel erano già arrivati a
casa loro ed erano già saliti in camera. Max ripensò a quello che era accaduto
quella mattina, soprattutto all’improvviso cambiamento di Maria e Michael, e
inevitabilmente si trovò a fantasticare pensando alla sua Liz. L’amava
moltissimo e non avrebbe potuto sopportare stare senza di lei. Così espresse il
suo più grande desiderio: ‘Vorrei non lasciarmi mai con Liz’. Espresse il suo
desiderio pochi secondi prima che Tess esprimesse il suo; così dopo poco si
trovò combattuto tra dichiararsi a Tess e stare con Liz. Nella sua testa vi era
una confusione incredibile: d’un tratto si trovò innamorato di Tess, però non
riusciva nemmeno a pensare di lasciare Liz. Cominciò a riflettere su quello che
provava per Tess: non poteva esser innamorato di lei; lei era solo un’amica. La
sua ragazza era Liz; amava lei, non Tess. Sospettò che doveva essere successo
qualcosa, forse qualcuno aveva manipolato la sua mente, non c’era altra
spiegazione. Decise di andare al Crashdown e non pensarci più, almeno per ora.
Quel mattino gli otto ragazzi avevano inconsciamente espresso un desiderio.
Come sempre accadeva, non si aspettavano di certo di vederli realizzati, e
invece…
Quel pomeriggio si ritrovarono tutti al Crashdown. Michael era in cucina dietro
ai fornelli; Liz e Maria stavano servendo ai tavoli; Max era seduto con Isabel
e Alex, quando arrivarono Tess e Kyle mano nella mano. Capirono immediatamente
ciò che doveva essere successo, e ne furono tutti molto contenti, tutti tranne
Max.
- Ma… voi due state insieme? – esclamò Max alzandosi.
- Scusa, cosa c’è di male? – rispose Tess.
- Lo stai facendo per farmi ingelosire? –
- No. Io sono innamorata di Kyle, non di te –
- Questa è bella! –
- Max, ma cosa ti interessa se ti ama o no? – si intromise Liz.
- Niente, niente, è che non mi sembra vero che lei abbia finalmente rinunciato
al nostro destino – mentì Max, che era gelosissimo del fatto che Tess stesse
con Kyle.
- Be’ ora non pensiamoci più. Ehi bimba, portami una birra – disse Alex rivolto
a Liz.
- Ma tu non bevi birra – gli fece notare Isabel.
- Ora ho voglia di berla. Non sono mica un poppante io, sono un uomo – fu la
risposta di Alex.
Da quella mattina il ragazzo aveva fatto un drastico cambiamento, ora sembrava
la brutta copia di Fonzie: aveva i capelli ingellati tirati indietro, un
giubbotto nero di pelle, una maglietta bianca attillata, un paio di jeans
stretti e scarponcini da cow-boy. Non aveva modificato solo l’aspetto fisico,
ma anche il comportamento: non faceva altro che guardare e fare apprezzamenti
sulle altre ragazze presenti nel locale, trattando Isabel come se fosse
un’amica. La cosa strana era che Isabel non diceva niente del suo
comportamento, ma anzi, continuava ad abbracciarlo e baciarlo facendo programmi
per il futuro. Si comportava come se ci fosse solo lui, come se avesse la
certezza che sarebbero stati insieme per sempre.
- Liz, quel completino ti sta veramente bene – disse Alex toccando il sedere
alla ragazza.
- Alex, non provarci mai più – gli disse minacciosa Liz allontanandosi.
- Sai Al, stavo pensando che finito il liceo potremmo andare a vivere insieme,
magari compriamo una casa qui a Roswell – disse Isabel senza notare il gesto
fatto poco prima dal fidanzato.
- Oh baby, dammi un minuto di tregua. Ehi, io sono uno spirito libero, non
posso deludere tutte le bambole che non vedono l’ora di uscire con me – spiegò
a modo suo Alex.
- Alex, si può sapere cosa ti è successo? – chiese Max.
- Niente. Finalmente ho capito che ho delle potenzialità e che devo avere più
fiducia in me stesso –
- Sì, ma non puoi trattare così Isabel –
- Ehi bimbo, attento a come fai a parlare con me – disse a Max.
- Ah ah ah! Alex, ti consiglio di farti una bella doccia fredda e una bella
dormita –
Alex si alzò di scatto e disse a Max: - Risolviamola da uomini. Battiti –
- Non ci penso nemmeno. Ora siediti e finiscila –
Alex se ne andò e Isabel lo rincorse urlando: - Al, amore mio, non abbiamo
ancora stabilito quali saranno i nomi dei nostri figli! –
- Qui sono tutti impazziti – disse Liz, che stava iniziando a sospettare
qualcosa. Il comportamento di Isabel e Alex era troppo strano. Per ora decise
di non dire niente a nessuno.
Tutti i clienti erano serviti, perciò anche Maria e Michael raggiunsero gli
altri al tavolo. I due si sedettero e si abbracciarono.
- Amore, vuoi bere qualcosa? – chiese Maria a Michael.
- Sì, ma vado a prendere io da bere, tu sei troppo stanca – rispose Michael.
- Ma no, tu sei tutto sudato per via dei fornelli, stai qui tranquillo –
- Sei sicura? –
- Ma certo – e Maria si alzò e andò a prendere da bere.
Tornò poco dopo con due lattine di coca cola, un asciugamano e una maglietta
pulita. – Tieni amore, asciugati e cambiati. Rischi di prenderti una polmonite
– disse al suo ragazzo.
- Come sei gentile, grazie tesoro –
- Di niente –
- Cosa ne pensate di Alex e Isabel? – chiese Liz.
- Non lo so proprio. Si comportano in modo molto strano. Magari era tutto una
scena per farci ridere o spaventare – ipotizzò Max.
- Sì, probabile. Però qui si comportano tutti in modo strano… - continuò Liz.
- Perché? –
- Voi due che non litigate e che non sapete decidere chi deve andare a prendere
da bere è veramente una cosa strana – ripose Max per Liz.
- In un mondo così amaro un po’ di dolcezza non guasta, giusto zuccherino? –
disse Michael solennemente.
- Certo cavolino mio, hai perfettamente ragione. Tu hai sempre ragione –
rispose Maria guardandolo con occhi sognanti.
- Bene, forse è meglio finire qui la conversazione, altrimenti questi due
litigano per dare ragione l’uno all’altro –
- Michael, mi ha chiamato mia madre mia madre prima, e mi ha detto che stasera
viene lo sceriffo Valenti a mangiare a casa nostra, e devo restare con lei.
Cosa ne dici di rimandarla a domani? – disse Maria dispiaciuta.
- Okay, non fa niente. Ora vado a comprare i fiori, il regalo, il caviale e lo
champagne –
- Ma non è necessario tanta roba così costosa, anche un piatto di basta va
bene, basta stare con te –
- Sei così dolce! Però voglio che sia tutto perfetto domani –
- Okay, come vuoi tu caro –
- Grazie, e ora vado, altrimenti faccio tardi – disse Michael alzandosi. Diede
un lungo bacio a Maria e si allontanò quasi saltellando dalla contentezza.
- Non lo riconosco più, è così dolce e premuroso – disse Maria.
- E tu non sei da meno. Non lo contraddici nemmeno a pagarti – disse Liz.
- Non posso contraddirlo. Dice solo cose giuste. Scusate, ma ora devo andare a
preparargli una sorpresa per quando torna – e così dicendo se ne andò anche
lei.
Nel locale rimasero solo Kyle, Tess, Max e Liz.
Kyle e Tess non smettevano di sbaciucchiarsi, mentre Max non riusciva a fare
altro che pensare a Tess e ad essere geloso della sua relazione con Kyle.
- Quando vi siete messi insieme? – chiese Liz mettendo il dito nella piaga.
- Oggi mentre tornavamo da scuola. Stavamo parlando del nostro destino, quando
improvvisamente ho capito di amare Kyle, così gliel’ho detto… ed eccoci qui –
spiegò Tess raggiante.
- Be’, strana come cosa – osservò Max.
- Sì, forse. Ma quel che conta è che ora sto con lui – continuò Tess.
- Scusate, mi sono ricordato di un impegno. Devo andare – disse Max alzandosi,
non sopportando più di vedere Tess così felice con Kyle.
- Max, aspetta un attimo. Che aspetto ha Tess? – chiese Liz, che continuava a
vederla brutta e grassa.
- Hai già fatto questa domanda stamattina. È bellissima come il solito –
rispose Max, poi uscì dal locale.
- Liz, perché sei ossessionata dal mio aspetto? –
- Non lo so. Per piacere, venite di là –
Andarono nel retro e Liz fece posizionare Tess di fronte ad uno specchio a
muro.
- Io non vedo niente di strano – disse Kyle guardando il riflesso di Tess.
- Nemmeno io – confermò Tess.
- Sì, avete ragione. Credo di averne viste e sentite talmente tante oggi che ho
le visioni – rispose Liz andando verso il bancone.
- Secondo me suonata – disse Tess sottovoce a Kyle.
- Io credo che sia invidiosa perché non ha un corpo come il tuo – rispose Kyle.
- Ma perché ho aspettato tanto prima di innamorarmi di te! –
Poco dopo tornarono Isabel e Alex. Isabel si sedette con Kyle e Tess, mentre
Alex si diresse verso una ragazza seduta al bancone.
- Ciao bambola, come mai tutta sola? – le chiese mettendole un braccio intorno
al collo.
- Scusa, ma ci conosciamo? – chiese la ragazza alquanto stupita.
- Non credo. Io sono Alex, e qual è il tuo nome? –
- Jenny –
- Jenny, che nome fantastico. Sai, non mi piace vedere le ragazze tutte sole,
mi piace vederle ridere –
- Be’, ti è mai passato per la testa che se sono qui sola è perché mi va bene
così? –
- Oh, mi hai trafitto il cuore, baby – disse Alex imitando un uomo colpito al
petto.
- Lo sai che sei buffo? –
- Modestamente! Ho anche molte altre qualità. Ti va di scoprirle? –
- No, grazie. Scusa, ma ora devo andare, mio MARITO mi aspetta all’asilo nido
con mio FIGLIO – disse la ragazza allontanandosi da Alex, che tornò al tavolo
dagli altri.
- Mi è andata male. È sposata e ha un figlio. Però ha detto che sono buffo, è
già qualcosa – informò gli amici.
- Is, possibile che te ne stai lì zitta? Ma ti rendi conto di quello che ha
fatto? – disse Tess furiosa.
- Lui mi ama, lo so. È che è troppo bello per poter avere una ragazza sola –
- Is, non so proprio cosa ti stia succedendo, ma ti assicuro che ti stai
comportando da stupida –
- Ehi, non trattare così la mia donna – disse Alex a Tess. Poi, rivolto a Liz:
- Baby, ho sete, portami un’altra birra –
- Allora, ti stavo dicendo… se è maschio lo chiamiamo John, e se è femmina
Mary. Ti piacciono? – disse Isabel.
- Ti ho già detto che non posso ancora sposarmi, e tantomeno avere figli. Mi
rovinerei la reputazione –
Mentre Alex stava spiegando la sua filosofia di vita, tornò Michael con un
mazzo enorme di rose rosse in mano e un pacco sotto un braccio.
- Non ho resistito. Domani le farò un altro regalo. Non potevo aspettare –
disse sedendosi con gli altri.
- E cosa le hai regalato? –
- Sorpresa. Ma dov’è la mia cucciolottina? –
- È uscita come una furia dicendo che voleva farti una sorpresa –
- Non esiste al mondo una ragazza fantastica come lei –
In quel momento la “fantastica ragazza” varcò la soglia del Crashdown con un
pacco in mano. Michael le corse incontro e le porse i fiori.
- Amore, ma sono splendidi. Grazie –
- Di niente. C’è ancora questo per te –
Maria prese il pacchetto e lo scartò. Vi trovò un paio di orecchino d’oro a
forma di M, intarsiati di diamanti. Maria scoppiò a piangere e si gettò tra le
braccia del suo Michael.
- Non so come ringraziarti. Amore, sono stupendi – disse tra i singhiozzi.
- Non devi ringraziarmi. Te li ho comprati perché sapevo che ti sarebbero stati
benissimo-
- Io ti ho solo fatto solo una torta, non c’è paragone tra i due regali –
- Il tuo conta di più perché l’hai fatto tu pensando a me –
Si diedero un lungo bacio e poi andarono a sedersi con gli altri. Maria indossò
gli orecchini e Michael aprì la torta, che tutti mangiarono.
Liz era sempre più convinta che fosse successo qualcosa di strano. Michael non
aveva mai fatto un regalo a Maria, se non per il suo compleanno. E anche in
quell’occasione non si era di certo presentato con un paio di orecchini d’oro
con diamanti e un mazzo di cento rose! Aveva intenzione di parlarne con gli
altri, ma Tess disse: - Perché domani non andiamo al Luna Park? Resta in città
solo due giorni, poi ce lo perdiamo! –
Tutti ne furono entusiasti, e i pensieri di Liz furono allontanati dalle
stranezze che si stavano verificando.
Come stabilito, il giorno seguente gli otto ragazzi si recarono al Luna Park.
Appena arrivati Maria e Michael si recarono al tunnel dell’amore, dove
avrebbero potuto dare libero sfogo al loro romanticismo.
- Certo che è veramente strano vederli andare nel tunnel dell’amore – notò Max,
che stava pensando al modo in cui invitare Tess ad andarci con lui.
- Già. Io è da ieri che lo dico – gli diede ragione Liz.
- Ok. Io vado a tirare due pugni al pugnometro. Ci sono molte ragazze che non
aspettano altro che vedere i miei muscoli in azione – disse Alex
allontanandosi, ovviamente rincorso da Isabel.
- Povera Is, mi fa una pena – disse Tess.
- Sì. Alex è irriconoscibile. Non fa altro che mettersi in mostra e fare lo
stupido. Un po’ più di fiducia in se stesso non gli avrebbe fatto male, ma così
è troppo – disse Liz.
- Bene, noi quattro cosa facciamo? – chiese Kyle.
- Perché non andiamo a prendere lo zucchero filato? – propose Tess.
Mentre stavano gustando il loro dolce, Max era ancora indeciso se chiedere a
Tess di andare con lui nel tunnel dell’amore. La cosa che voleva di più era
stare solo con lei per dirle quello che provava, però non voleva che Liz lo
lasciasse, perché ne sarebbe morto. La voglia di esprimere un desiderio ebbe il
sopravvento, e pensò: ‘Se solo fosse Tess ad invitarmi ad andare con lei nel
tunnel. Vorrei proprio che lo facesse’. Poi tornò a concentrarsi sul suo
zucchero filato.
- Max, vieni con me nel tunnel dell’amore? – gli chiese Tess pochi secondi
dopo.
Kyle e Liz strabuzzarono gli occhi, mentre Max sorrise da orecchio a orecchio:
- Certo che ci vengo. Non aspettavo altro. Volevo chiedertelo io, ma non ne
avevo il coraggio –
- Volevo andarci con Kyle, ma improvvisamente ho avuto l’impulso di chiederlo a
te. È come se fossi guidata da una volontà superiore – confessò Tess.
- Già, anch’io. Andiamo? –
Si allontanarono e Kyle e Liz si sedettero su una panchina ad attendere il
ritorno degli altri.
- Non ci credo, non ci credo! – continuava a ripetere Liz.
- Ma cosa è successo a quei due? –
- Non ho neanche avuto il tempo di parlare, ma quando tornano mi sentono –
- Già. Ma cosa credono, che siamo le ruote di scorta? –
In quel momento li raggiunsero Maria e Michael. – Ehi, dove sono finiti tutti?
–
- Alex è andato a mettere in mostra i suoi muscoli, mentre Isabel gli è corsa
dietro… - disse Liz.
- … e Tess e Max sono al tunnel dell’amore. Non li avete visti? – concluse
Kyle.
- No. Veniamo dal camerino dove si fanno le fotografia – disse Maria
mostrandole agli amici.
Avevano fatto una decina di fotografie dove si baciavano, abbracciavano,
facevano le boccacce, ridevano. Erano proprio una coppia splendida.
Mentre erano intenti ad ammirare le foto, giunsero Alex e Isabel.
- Allora, hai vinto? – lo prese in giro Michael.
- Ho fatto un buon punteggio – rispose Alex orgoglioso della sua prestazione.
- Siamo felici per te –
Poco dopo tornarono Max e Tess dalla giostra.
- Tess, ma tu non eri innamorata di Kyle? – le chiese Maria.
- Certo che lo sono –
- E allora perché sei andata con lui nel tunnel? – le chiese ancora Kyle.
- Perché… ve l’ho detto. È come se una forza si fosse impossessata di me… -
- Raccontala a qualcun altro. Il tuo era solo un piano per avere Max – la
interruppe bruscamente Liz.
- Liz, io… - disse Max.
- Tu stai zitto! Sei colpevole quanto lei. È da ieri che non fai altro che
farle complimenti e starle appiccicato. Se vuoi stare con lei basta che lo dici
– urlò Liz.
- Io voglio stare con te, per sempre –
- Non lo dai affatto a vedere, anche se così fosse. Comunque sei libero di
scegliere –
- No. È lei che me l’ha chiesto… -
- E tu hai prontamente accettato. Ti credevo diverso, sai? –
- Liz, è colpa mia – si intromise Tess.
- Questo è poco ma sicuro – rispose Kyle.
- Possibile che non ne faccia mai una giusta? Quando sembra che le cose si
sistemino, quando finalmente capisco che non voglio Max, ecco che succede
qualcosa che rovina tutto –
- L’hai voluto tu. Il fatto è che pensi solo a te stessa. Degli altri te ne
freghi. Come credi che mi sia sentito nel vederti andare con lui su quella
maledetta giostra? –
- Lo stesso vale anche per te, Max – continuò Liz.
- Non è vero che non penso agli altri – si giustificò Tess.
- Certo che è vero. Vorrei proprio che imparassi ad essere più comprensiva e
generosa. Che pensassi alle conseguenze che le tue azioni hanno sugli altri –
disse Kyle.
- E io invece vorrei che tu fossi meno geloso e possessivo. Non è successo
niente in quel tunnel. Abbiamo solo parlato – rispose Tess.
- E tu pensi che ti crediamo? – chiese Liz.
- Te lo assicuro. Noi due siamo solo amici, e quando eravamo sulla giostra ci
siamo sentiti in colpa nei vostri confronti – spiegò Max.
- È tardi per le scuse, dovevi pensarci prima. Vorrei proprio che ti mettessi
nei miei panni per capire cosa si prova. Come avresti reagito se io fossi
andata con Kyle? –
- Io… - a parlare però no fu Max, bensì Liz.
- Ehi, cosa sta succedendo? – chiese Liz, ma parlò il corpo di Max.
I due ragazzi si erano scambiati i corpi: ora Max era Liz e Liz era Max.
- Cosa succede? – chiese Michael.
- Non lo so. Io sono… nel corpo di Liz! – urlò Max.
- Ragazzi, non prendeteci in giro – disse Maria.
- Maria te l’assicuro. Sono Liz, ma come vedi, si sta muovendo la bocca di Max.
Ma perché? –
- Non vi crediamo. Perché avete messo in scena questa buffonata? – iniziò a
spazientirsi Alex.
- Non è una messa in scena. Allora, da quando hai visto Isabel all’asilo, hai
iniziato a scriverle delle lettere. Non lo sa nessuno tranne me, perché me le
hai fatte leggere proprio il giorno in cui ti sei messo con lei. Te lo ricordi?
– disse Liz.
- Oh mio Dio! Liz! Cosa ci fai nel corpo di Max? –
- Bella domanda! –
- Un momento… Liz, cos’hai detto poco fa, quando stavi litigando con Max? –
chiese Tess.
- Che era colpevole, che doveva pensarci prima di… oddio! Ho detto che volevo
che… -
- Non continuare! Non lo pensare nemmeno! Fermi tutti. Ho la netta sensazione
che i nostri desideri si avverino, forse alle soglie del grottesco, ma è così –
spiegò Tess.
- Ma certo! sennò come lo spieghiamo questo –
- Non so voi, ma io vorrei avere una giornata di pace e tranquillità senza
tutti questi casini – disse Alex.
- Nooo! – urlarono tutti in coro.
In quel momento Alex scomparve.
- Ma allora è proprio tonto! – esclamò Michael.
- Sì. Chissà dov’è finito… potrebbe essere ovunque. Ma un desiderio più furbo
non poteva esprimerlo! – disse Liz.
- Ho la soluzione – esclamò dopo qualche secondo Maria. – Esprimerò un
desiderio che mi permetta di raggiungerlo –
- È troppo rischioso – disse Max.
- Liz… cioè, Max, porca misera mi confondo! Evitate di parlare voi due!…
Dicevo… Max non è il momento di pensare ai rischi. Un nostro amico è chissà
dove e dobbiamo trovarlo – rispose Maria.
- Hai ragione. Io sono con te – rispose Michael.
- Grazie tesoro, ne ero sicura. Bene, vorrei andare da Alex, ovunque si trovi
in questo momento –
- Buona fortuna – urlarono tutti, mentre anche Maria scompariva.
Si ritrovò nel deserto, e accanto a sé vide Alex.
- Alex, sbaglio o siamo nel deserto di Roswell? –
- Non sbagli. Mi sono preso un colpo quando mi sono trovato qui, ma ora va
decisamente meglio –
- Perché hai espresso quel desiderio? –
- E che ne so! Mi è venuto spontaneo –
- Guai a te se pensi o dici ancora una volta la parola vor… cioè, la parola che
inizia per v e finisce per i –
- Sì, non lo dirò più –
- Dai, andiamo al Crashdown. Da lì telefoneremo agli altri, così parliamo di
questa storia-
- Visto che siamo qui soli, cosa ne dici di darmi un bacio, dolcezza? Non lo
verrà a sapere nessuno –
- Non ti avvicinare a me. Senti, non so cosa sia successo, non so che tipo di
desiderio tu o qualcun altro ha espresso, però devi finirla di fare il latin
lover –
- E dai Maria, non dirmi che non ti piaccio! Lo so che mi vuoi, io sono
irresistibile – continuava ad insistere Alex avvicinandosi sempre di più.
La ragazza cominciò a correre a più non posso, con Alex alle calcagna deciso
più che mai ad aggiungere un altro nome alla lista delle sue ragazze. Corsero
per mezz’ora, e finalmente giunsero di fronte al Crashdown. Maria entrò e
chiuse la porta a chiave, lasciando Alex fuori. Si voltò e vide tutti i suoi
amici che la stavano guardando con aria interrogativa.
- Maria, che è successo? Sei sconvolta! – chiese immediatamente Michael
preoccupato.
- Alex… era… nel deserto… e… ho dovuto correre… fin qui… per evitare… che mi
saltasse addosso – disse con gran fiatone.
- Io lo ammazzo! Nessuno deve permettersi di avvicinarsi alla mia Maria! –
esclamò Michael fuori di sé.
- No… lascialo stare… probabilmente qualcuno ha espresso… un desiderio… è per
questo che lui… è cambiato –
- Ma questo non gli dà comunque il diritto di comportarsi così –
- Michael, ha ragione lei. È come sotto l’influsso di un incantesimo, come lo
siamo tutti noi – disse Max.
- È ovvio che parli così, Alex è il tuo migliore amico – rispose Michael.
- Michael, io sono Max, non Liz! – urlò Max esasperato.
- Sì, hai ragione. Voi due mi state mandando in paranoia. Non capisco più
niente. Come vorr… -
- Zittoooo! – urlarono tutti.
- Sì, è vero. Come facciamo a riportare tutto alla normalità? –
- Con un desiderio – disse Isabel.
- Ma… e se poi succede qualcosa? –
- Cosa vuoi che succeda. Vorrei che tutto tornasse come prima – disse Isabel.
I ragazzi si trovarono a scuola, sopra la cattedra.
- Ma cosa ci faccio qui? – chiese Kyle.
Si guardarono intorno. Erano al terzo anno di liceo e non conoscevano tutte le
persone con cui stavano sulla cattedra. Erano tornati indietro di due anni,
prima che Max salvasse Liz, prima che i terrestri conoscessero gli alieni,
prima che iniziasse la storia di Roswell. Il gruppo ora era diviso in due: Liz,
Kyle, Alex e Maria da una parte, e Max, Michael e Isabel dall’altra. Con loro
non c’era Tess, perché non la conoscevano ancora.
Mentre erano intenti a domandarsi cosa fosse successo, entrò il professore si
storia, che vedendoli sulla cattedra si arrabbiò molto.
- Voi sette, vi sembra questo il modo di comportarsi? – sbraitò.
- Ci scusi, noi… - si scusò Max.
- Non ci sono scuse. Mi assento un attimo, voi arrivate con mezz’ora di ritardo
alla lezione e vi mettete comodi sulla mia cattedra! Questo è inaccettabile! –
- Professore, lasci che… -
- Max Evans, Isabel Evans, Michael Guerin, Liz Parker, Maria De Luca, Alex
Withman e Kyle Valenti, vi voglio qui al termine delle lezioni per la vostra
punizione. Ora mi segno i vostri nomi sul registro e vi faccio una bella nota –
I ragazzi andarono a sedersi preoccupatissimi. Non ricordavano come c’erano
finiti sulla cattedra. A dire il vero non ricordavano nemmeno di essere andati
a scuola.
Al termine delle lezioni i sette ragazzi si ritrovarono nell’aula di storia.
- Bene. Starete qui finché non chiude la scuola, perché per domani voglio una
ricerca dettagliata sulla seconda Guerra Mondiale, dalle cause alle
conseguenze, senza tralasciare nulla. Dopodiché la studierete e mercoledì me la
esporrete. Intesi? – ordinò il professore.
- Ma oggi è lunedì! Come facciamo a prepararla per domani e studiarla per
dopodomani! Professore per piacere, facciamo almeno per venerdì – implorò
Maria.
- No. Quello che avete fatto oggi è imperdonabile, una mancanza di rispetto
incredibile. Ringraziate che non vi abbia fatti sospendere – il professore se
ne andò e i ragazzi si rimboccarono le maniche. Prima però fecero conoscenza.
- Il prof. ha detto una serie di nomi, alcuni li conosco, ma altri no – ruppe
il ghiaccio Maria.
Si presentarono, e poi iniziarono a pensare a come compiere quel miracolo.
- Io credo che dovremmo dividerci in sottogruppi. Ognuno tratterà un argomento
– propose Liz.
- Già. Se ci dividiamo in tre gruppi, in cui uno tratta le cause, l’altro lo
sviluppo e il terzo le conseguenze, faremo molto prima – acconsentì Isabel.
- Ci sto – risposero gli altri.
E i sottogruppi presto furono formati: Max con Maria; Kyle con Isabel; e
Michael con Liz e Alex. Trascorsero il resto del pomeriggio a cercare
materiale, e a conoscersi meglio.
- Ho notato che non parli molto volentieri con Kyle, avete litigato? – chiese
Michael a Liz.
- Ci siamo lasciati da poco, e non mi va molto di parlargli – rispose la
ragazza.
- Sono indiscreto se chiedo come mai? –
- Incompatibilità caratteriale. Lui voleva una cosa e io un’altra –
- Capisco –
Le stesse domande le porse Isabel a Kyle, ed ottenne le stesse risposte di
Michael.
La giornata trascorse velocemente, troppo velocemente, dato che all’ora di
chiusura della scuola erano solo a metà del lavoro. Decisero così di continuare
al Crashdown, dove nessuno li avrebbe disturbati, dato che era il giorno di
riposo settimanale.
Lavorarono fino a tarda notte, poi finalmente poterono tornare a casa a
riposare qualche ora.
- Be’, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta – esclamò Michael a lavoro terminato.
- Sì, l’unione fa la forza – gli diede man forte Alex.
Quella notte non dormirono poi molto, un po’ perché si coricarono tardi, un po’
perché si misero a pensare ai nuovi ragazzi conosciuti in un modo così strano.
Il mattino seguente erano tutti stravolti. Maria e Liz stavano parlando nei
corridoi.
- Max è fenomenale! È carino, simpatico, gentile, dolce, intelligente… credo di
essermi presa una cotta – confessò Maria.
- Anche Michael non è niente male. Ha quell’aria da bel tenebroso che mi fa
impazzire – disse Liz.
- Certo che siamo proprio matte! Ci piacciono due ragazzi che abbiamo
conosciuto soltanto ieri –
- Eh già, quando si dice un colpo di fulmine…-
Anche i tre alieni stavano parlando dei nuovi amici.
- Credete che possa succedere qualcosa se scoprono chi siamo? – chiese Max.
- Non credo. È strano, ma sento che possiamo fidarci di loro. Quando sono con
loro ho una sensazione di deja-vu – disse Michael.
- Sì, anch’io. È come se li conoscessi da anni. Quando Kyle mi ha detto i suoi
gusti, mi ha parlato del suo carattere, del suo rapporto con Liz, Alex e Maria,
mi è quasi venuto spontaneo dire che lo sapevo già, come se stessi dando una
spolverata ai miei ricordi – disse Isabel.
- Sì, lo stesso è capitato a me. Quando Maria ha tentato di far cambiare idea
al prof. ho pensato: ‘Ora riconosco la vera Maria’. Magari li abbiamo
conosciuti in una vita passata – disse Max.
- Non so voi, ma Liz è fantastica. Non mi era mai successo prima, ma credo di
essermi presto una cotta – disse Michael.
- Non sei il solo. Maria è così dinamica, allegra – disse a sua volta Max.
- E cosa mi dite di Kyle? Ha un fisico da paura! Stanotte me lo sono anche
sognato – fu la volta di Isabel.
- Bene, direi che siamo proprio messi male. Ci piacciono dei terrestri, e noi
siamo alieni. Come facciamo? – osservò Max.
- Io suggerisco di tentare. Sento che non ce ne pentiremo affatto – disse
Michael.
- Io la penso come Michael. Sento che loro sono i nostri migliori amici, le
uniche persone di cui ci possiamo fidare – concordò Isabel.
- Mi avete convinto. Però per ora manteniamo il segreto – concluse Max.
Poco dopo raggiunsero i terrestri in classe. Nella pausa pranzo mangiarono
insieme, conoscendosi meglio e chiacchierando del più e del meno, come se lo
avessero sempre fatto. Tutti avevano la forte sensazione di aver già vissuto
quei momenti, ma non le diedero troppa importanza, perché sapevano che era
impossibile.
I giorni trascorsero e il gruppo si unì sempre più: a scuola pranzavano sempre
insieme; le tre ragazze diventarono grandi amiche; andavano a fare shopping
insieme, preparavano torte, Isabel dava una mano al Crashdown; i quattro
ragazzi andavano a vedere le partite, si davano consigli per conquistare le
ragazze dei loro sogni e aiutavano Alex a trovare una ragazza. Insomma, erano
diventati inseparabili. I tre alieni erano sempre più convinti di aver fatto la
cosa giusta fidandosi di loro, perché erano convinti che non li avrebbero mai
traditi.
Erano tutti al Crashdown, quando Michael, incantato a guardare Liz, pensò:
‘Vorrei trovare il coraggio di dirle che sono un alieno e che mi piace da
morire’. Appena terminato il pensiero, si trovò rinvigorito di una nuova forza,
una forza interiore che lo spinse ad alzarsi e avvicinarsi a Liz.
- Ti devo palare – le disse conducendola nel retro.
- Dimmi – disse Liz, speranzosa di sentire le parole che l’avevano tenuta
sveglia parecchie notti.
- Ecco, io… cioè noi… io, Max e Isabel… non veniamo da questo posto – cominciò
a dire, più imbarazzato che mai.
- E da dove venite? – chiese Liz, che non capiva cosa volesse dire.
- Veniamo da lontano –
- Europa? –
- Più lontano –
- Australia? –
- Più lontano –
- Oddio, cosa c’è più lontano… -
- Lo spazio –
- Lo spazio? –
- Sì, veniamo dallo spazio, noi tre… siamo alieni –
- Ah ah ah! Non mi prendere in giro! –
- Te lo giuro. So che è difficile da mandare giù, ma è così. Credimi –
- Michael, io… -
- È vero – si intromise Max, che aveva sentito tutto.
- Max… -
- Liz, devi credergli. Noi siamo alieni. Non sappiamo da dove veniamo di
preciso, ma è così – confermò Isabel.
- Is, anche tu? Non… non mi state facendo uno scherzo, vero? –
- No. Liz, io sono tua amica, non ti farei mai una cosa simile – disse Isabel.
- Il fatto è che… è strano –
- Lo so, non è facile da comprendere, e soprattutto mantenere il segreto –
- Ho come la sensazione di aver già sentito queste parole, come se sapessi già
che voi siete alieni – disse Liz.
- Per noi è la stessa cosa. Stiamo vivendo come in un tuffo nel passato. –
- Andiamo a dirlo agli altri – disse Max.
- Io arrivo subito. Devo dire un’altra cosa a Liz – disse Michael.
- Michael, un’altra notizia del genere e mi viene un infarto! –
- Liz, nonostante tu sappia il nostro segreto, hai ancora intenzione di essere
nostra amica? –
- Ma certo! Il segreto ora ci unisce ancora di più –
- E non sei spaventata? –
- No. Vi conosco, e so che siete esattamente come noi, anzi, migliori di noi.
Non vi tradirò mai e starò al vostro fianco qualunque cosa accada. So che voi
fareste lo stesso –
- Sono le parole più belle che abbia mai sentito – disse Michael
abbracciandola.
Dopo qualche secondo Michael si allontanò leggermente da Liz e si chinò a
baciarla.
- Liz, io… tu… - disse Michael imbarazzato, terminato il bacio.
- Anche tu mi piaci – lo precedette Liz.
- Sei fantastica! – e si baciarono di nuovo.
Tornarono nel locale mano nella mano, e trovarono Maria, Kyle e Alex molto
stupiti, un po’ per la rivelazione degli alieni, e un po’ per aver visto
Michael e Liz in quell’atteggiamento inequivocabile.
- Io mi fido di voi. Siete miei amici, siete fantastici, e non siete poi così
diversi da noi – disse Maria.
- Io la penso come lei. Sarà il nostro segreto, che ci unirà maggiormente… per
sempre – confermò Alex.
- Sì, hanno ragione. Saremo una squadra formidabile – concluse Kyle.
I sette ragazzi si abbracciarono, contenti di non aver più segreti e di aver
trovato dei veri amici.
Isabel, presa dalla foga del momento, si avvicinò a Kyle e lo baciò. Il ragazzo
ne fu molto contento e, quando si staccarono, disse: - Era ora! Non aspettavo
altro –
- Però potevi farti avanti tu, no? – rimbeccò Isabel imbarazzata.
- Non ne avevo il coraggio. Però sappi che mi sei piaciuta dal primo momento in
cui ti ho vista –
- Anche tu –
E così un’altra coppia era formata. Max, vedendo quattro dei suoi miglior amici
insieme, iniziò a pensare a come sarebbe stato felice con Maria. Senza nemmeno
rendersene conto, espresse un desiderio: ‘Come vorrei mettermi con Maria. Mi
piace così tanto’.
Maria gli si avvicinò pochi istanti dopo: - Hai visto che due belle coppiette?
–
- Già. Manchiamo solo noi – buttò lì Max, che non sapeva cosa dire, talmente
era agitato.
- Davvero? –
- Già. Sempre che tu… sai, mi piaci molto e… -
- Mi piaci molto anche tu –
Un altro bacio scambiato tra due ragazzi in quel magico pomeriggio.
Ora che tutti i suoi amici erano accoppiati, Alex fu colto da una crisi
depressiva. Si sentiva solo, si sentiva di troppo tra di loro. Così anche nella
sua mente scattò quell’irrefrenabile meccanismo che lo portò ad esprimere un
desiderio: ‘Eh, come vorrei che entrasse la ragazza più popolare della scuola e
mi stampasse un bel bacio. Almeno rompiamo il ghiaccio’. Poco dopo entrò dalla
porta Tess, la ragazza più popolare della scuola. Alex pensò che si trattasse
solo di una coincidenza, ma quando la ragazza gli si avvicinò e lo baciò, non
ne era più così sicuro. Com’era possibile che avesse espresso un insignificante
desiderio, e che questo si fosse avverato immediatamente? Ci doveva essere
qualcosa sotto, ma era troppo impegnato a baciare Tess per fare qualsiasi
supposizione.
- Alex, non ce l’avevi detto che stavi con lei – esclamò Maria.
- Infatti non ci sto… - rispose Alex diventando paonazzo.
- E allora perché vi stavate baciando? – chiese Liz.
- Ecco, io… - disse Tess imbarazzatissima. Come aveva fatto ad arrivare al
Crashdown, e soprattutto come aveva potuto baciare Alex, che non le piaceva
minimamente. Il suo obiettivo era un altro.
- Non sei qui da molto, vero? – chiese Max alla nuova arrivata.
- No, mi sono trasferita da poco –
- E ti chiami? –
- Tess… Tess Harding –
- Io sono… -
- So chi siete –
- E come fai a saperlo? – chiese Michael sospettoso.
- Be’, vi vedo a scuola, e seguiamo insieme il corso di scienze – mentì Tess.
- Non mi pare di averti mai visto alle lezioni – rispose Liz.
- Be’, non mi piace molto come materia –
Michael era sempre più sospettoso, quella ragazza nascondeva qualcosa. Era
appena arrivata in città ed era già la ragazza più popolare della scuola, li
conosceva nonostante loro l’avessero vista solo un paio di volte, e inoltre
emanava una forte energia vita. ‘Vorrei che ci dicesse tutto, e che la
smettesse di far finta di essere una ragazza qualunque’ si ritrovò a pensare
Michael.
- Ma se non ti piace perché l’hai scelta? – chiese a sua volta Maria. Tutti
avevano capito che nascondeva qualcosa.
- Okay. Io sono un’aliena come voi tre. Sono qui per uno scopo preciso:
riformare le antiche coppie e convincervi a partire con me per Antar –
- Cosa stai dicendo? – chiese Isabel spaventata a morte.
- Noi quattro proveniamo da Antar e facciamo parte della famiglia reale. Max,
cioè Zan, è il re; io sono la sua sposa, e il mio nome è Ava; Isabel, cioè
Vilandra, è la sorella di Zan; mentre Michael, Rath su Antar, è il comandante
delle guardie ed è sposato con Vilandra –
- Stai dicendo che noi quattro dobbiamo stare insieme? –
- Esatto. È il nostro destino. Noi dobbiamo riformare le coppie e partire per
Antar, la nostra casa –
- Come facciamo ad andare su Antar? – fu la domanda di Michael.
- Questo non lo so. Dobbiamo scoprirlo –
- Comunque noi non ci vogliamo andare su Antar. Il nostro posto qui, con loro –
disse fermamente Max.
- Presto capirete che il vostro posto è Antar, non qui. Voi siete alieni, non
terrestri –
- Viviamo qui da sedici anni, e non lasceremo tutto per un pianeta di cui non
siamo nemmeno certi dell’esistenza – rimbeccò Isabel.
- Se veniamo da Antar, perché ora siamo qui? – chiese Max.
- Su Antar scoppiò una feroce guerra, in cui noi quattro morimmo. I nostri
fedeli scienziati hanno combinato il nostro DNA alieno con quello terrestre e
ci hanno spediti qui per permetterci di sopravvivere, anche se sotto forma di
ibridi – spiegò Tess.
- E se noi ci rifiutassimo? – chiese Michael.
- Non potremmo salvare il nostro popolo, il nostro destino non si compirebbe.
Sarebbe una tragedia per Antar –
- Be’, se volevano che un giorno andassimo a salvare Antar, non dovevano
spedirci sulla Terra, non dovevano iniettarci DNA umano, e non dovevano
permetterci di innamorarci di terrestri – disse Max.
- Voi dovete dimenticarvi dei terrestri e pensare solo al nostro destino –
- Sei pazza! – urlò Michael.
‘La cosa che voglio di più è che si formino le antiche coppie, e prima o poi ce
la farò’ pensò Tess.
Appena terminò il pensiero, Max, Isabel e Michael si allontanarono dai loro
compagni e si avvicinarono a Tess.
- Hai ragione. Noi riformeremo le antiche coppie. Ho sempre saputo di amarti,
ora ne sono certo – disse Max a Tess.
- Tra me e Is c’è sempre stato un legame particolare, ed ora so che è amore –
disse Michael a Isabel.
- Ragazzi, state vaneggiando – urlò Maria.
- No. Mi spiace, ma dovete dimenticarci. Il nostro destino è segnato e non
possiamo tirarci indietro –
- Michael! Com’è possibile che fino a pochi secondi fa le davi della pazza, e
ora ti accorgi di amare Isabel? – chiese Liz tra le lacrime.
- Mi dispiace, ma è quello che sento –
- Is, torna in te – la implorò Kyle.
- Dispiace anche a me. Addio, ragazzi –
- Tess, tu sei una serpe! – urlò Maria.
- No, sono solamente colei che ha fatto sì che si compisse il nostro destino.
Tu non puoi capire –
- Capisco benissimo invece – urlò ancora Maria. ‘Dio, come vorrei prenderla a
schiaffi!’ pensò in preda all’ira.
Il suo corpo prese a muoversi, come se fosse dotato di volontà propria, e si
diresse verso Tess. Come le fu di fronte, Maria le diede uno schiaffo talmente
forte che fece cadere a terra l’aliena.
- Ma sei impazzita? – urlò Max aiutando Tess ad alzarsi.
Come Tess fu nuovamente in piedi, Maria le mollò un altro schiaffo. Tess iniziò
a reagire, e fra le due iniziò una lotta furibonda senza esclusione di colpi.
Dopo qualche minuto finalmente Max riuscì a dividerle.
- Tu non sei normale! Devi farti curare! – urlò Max furioso, rivolto a Maria.
- No, quello che deve farsi curare sei tu! Io non mi metto con una persona, e
poi la mollo cinque minuti dopo solo perché una squilibrata mi dice di farlo! –
- Squilibrata ci sarai tu! – urlò a sua volta Tess.
- Voi non potete capire – disse Michael.
- Certo, scusaci se non siamo alieni! – urlò Kyle.
- Kyle, per piacere, smettila di comportarci come un bambino – disse Isabel.
- Bambino! Io? Questa è bella! Faresti meglio a pensare prima di parlare,
perché dalla tua bocca escono solo stupidaggini –
- Vedi di darti una calmata! – gli disse Max.
- No, devi calmarti tu, pallone gonfiato. Gli scemi siamo noi quattro che vi
abbiamo creduto. Voi non siete diversi da noi in niente, siete ipocriti e
opportunisti, proprio come certe volte lo siamo noi – sbraitò Maria.
- Ma sentitela! Si mette a fare filosofia la perfettina! –
- Senti, esci da questo locale prima che ti prenda a calci! – disse Maria,
furiosa come non mai.
- Voi due smettetela per favore, non voglio più sentirvi litigare un minuto di
più – si intromise Liz.
- Ma cosa fai, ti metti dalla sua parte adesso? – chiese Maria, ma Liz vide
solamente le sue labbra muoversi senza sentire alcun suono.
- Maria ha ragione, perché dovrebbero smetterla? Ho anch’io un paio di cosette
da dire – disse Kyle.
- Ma… perché ti sento parlare? – chiese Liz spaesata.
- Stai bene? – le chiese Kyle.
- No… non ho sentito una sola parola di quello che mi ha detto Maria, mentre ho
sentito te. Perché? –
- Non è che magari la sua voce è stata coperta da un’altra? –
- Non credo, non parlava nessun altro. Oddio, non lo so. Cosa succede? –
Liz era veramente spaventata. Com’era possibile non sentire la voce di una
persona, mentre tutte le altre le sentiva benissimo?
- Sentite. Ditemi una cosa a testa, la prima che vi viene in mente – disse Liz.
- Liz, mi senti? – le chiese Kyle.
- Sì –
- A me? – chiese Maria.
- Ho solo visto la tua bocca muoversi. Cos’hai detto? –
- Liz, oh mio Dio! – disse Maria sconvolta.
- Continuo a non sentirti –
- Liz, come ti senti? – le chiese Alex.
- Male… comunque ti sento –
- Ok. Vediamo cosa possiamo fare. Hai in mente qualcosa? – le chiese Michael.
- No, ma sento anche te –
- Non hai idea di cosa possa essere successo? – le chiese Isabel.
- No, altrimenti non sarei qui a fare questa cavolata –
- Mi sente – constatò Isabel.
- Senti dolore alla testa o alle orecchie? – chiese Max.
- Oh Dio! Non sento nemmeno te! –
- Com’è possibile? – chiese Tess.
- Non lo so –
- Quindi sente anche me. È molto strano –
- Sento tutti voi tranne Max e Maria. Perché? – chiese Liz disperata.
- Ma certo! Liz, ti ricordi cos’hai detto per farli smettere di litigare? –
esclamò Alex.
- Sì, perché? –
- Hai espresso un desiderio, quello di non sentirli più… e si è avverato –
- È vero! Non è una cosa normale. Qui sta succedendo qualcosa –
- Forse qualcosa fa avverare i nostri desideri – ipotizzò Max.
- Ma come facciamo a far cessare il processo? Come riportiamo tutto alla
normalità? –chiese Kyle.
- Io faccio una prova – decise Isabel.
- Stai attenta a quello che chiedi – si raccomandò Max.
- Il mio desiderio è che compaia sul tavolo un vestito rosso – disse. Ma non
accadde nulla.
- Perché non ha funzionato? – chiese Michael.
- Perché i desideri che abbiamo espresso finora non erano impostati in questo
modo – spiegò Max.
- Certo, quando desideriamo qualcosa, usiamo il verbo volere – spiegò Alex.
- Esatto. Voglio che compaia un vestito rosso – disse Isabel. Ed eccolo! Un bel
vestito rosso comparve sul tavolo.
- Questo è un guaio! Vi rendete conto di quanti desideri la mente umana esprime
quotidianamente? Cioè, basta una cavolata per farci esprimere un desiderio –
disse Alex visibilmente preoccupato.
- Sì, e basta sbagliare una parolina che si rovina la vita alle persone –
continuò Isabel.
- Proprio come è successo a Liz – disse Tess.
- Ora che facciamo? – chiese Michael.
- Dobbiamo tornare indietro di un po’ e far sì che Liz non dica quella frase –
ragionò Max.
- Okay. Voglio che tutto torni come prima di questa storia – disse Kyle.
I ragazzi chiusero gli occhi sperando di non trovarsi ancora in fasce.
Quando li riaprirono si ritrovarono al Crashdown. Erano più grandi e non
avevano appena litigato per via di Tess. Isabel aveva appena espresso il
desiderio che tutto tornasse come prima.
- Non è successo niente – disse Isabel atterrita.
- Forse qualcosa è successo, però ce lo siamo dimenticati – ipotizzò Michael.
- Già. Il mio Michael è un genio – disse Maria.
Erano ritornati al Crashdown, due anni dopo, dopo la furibonda litigata tra
Tess, Liz, Max e Kyle a proposito del giro sul tunnel dell’amore che fecero Max
e Tess. Nessuno ricordava l’esperienza appena avvenuta; perciò Liz sentiva
benissimo anche Max e Maria, e le antiche coppie non erano affatto formate. La
situazione però era complicata: tramite vari desideri intrecciati, Max era
innamorato di Tess, nonostante non riuscisse ad immaginare la sua vita senza
Liz; isabel era totalmente succuba di Alex, il quale si comportava come un
latin lover; Maria e Michael erano più dolci del miele e non si scollavano
l’uno dall’altro; Kyle e Tess stavano insieme, nonostante Kyle, dopo il
desiderio di Tess, aveva iniziato a disinteressarsi di quello che faceva Tess,
la quale aveva in mente solamente di fare beneficenza. E per chiudere in
bellezza, Max era Liz e Liz era Max.
- Io comunque suggerisco di non esprimere più desideri, per nessun motivo –
disse Max.
- Sì, è la cosa migliore –
- Bene. Ora forse è meglio se torniamo a casa. Domani mattina a scuola magari
capiamo qualcosa –
I ragazzi si salutarono ed andarono a casa. Quella sera non fecero altro che
pensare ai desideri che avevano espresso, e a come questi avevano cambiato la
loro vita.
Max ora era convinto che provasse quei sentimenti verso Tess perché lei
sicuramente aveva espresso quel desiderio, e lo stesso voleva per la sua storia
con Liz: anche il suo desiderio di stare con lei per sempre si era avverato.
Isabel iniziò ad avere qualche dubbio sul comportamento di Alex: certo, aveva
voluto che lui fosse più sicuro di sé, ma non credeva di certo che sarebbe
diventato un farfallone del genere.
Liz invece non sapeva più a che pensare. Lei non aveva mutato personalità,
perciò notava maggiormente il cambiamento degli altri, e vedere Max
segretamente innamorato di Tess la faceva stare malissimo, anche se era più che
convinta che fosse opera di Tess.
Alex invece si sentiva bene, gli piaceva essere così spigliato, disinvolto,
finalmente coraggioso, capace di esprimere a pieno i propri pensieri.
Riconosceva di non essere così, ma finché sarebbe durato, lo avrebbe accettato
serenamente.
Maria e Michael quella sera erano troppo occupati con la loro cenetta romantica
per preoccuparsi dei loro cambiamenti; e poi finalmente erano una vera coppia,
finalmente avevano il coraggio di esprimere fino in fondo i loro sentimenti, e
di certo non avrebbero voluto che qualcosa cambiasse.
- Non sono ancora pronti per ricevere il grande dono. Hanno combinato solo
guai, rendendo impossibili le loro vite – disse una voce.
- Sì, forse li abbiamo esaminati troppo presto. Non sanno quasi niente di
Antar, e di certo non hanno intenzione di tornarci – rispose la seconda voce.
- Già. Aspettiamo ancora un po’, e vediamo cosa succede. I loro tre desideri
sono stati esauditi, ora li aspetta un piccolo trabocchetto –
- Sono più umani di quanto mi aspettassi. I loro desideri sono praticamente
identici a quelli dei terrestri. Odio doverlo dire, ma credo che i reali di
Antar non faranno mai ritorno sul loro pianeta –
- Credo che tu abbia ragione. Attendiamo che capiscano cosa è successo, e poi
decideremo il da farsi –
Le due voci tacquero, e in quello sconosciuto luogo al confine del tempo e
dello spazio, tornò a regnare il silenzio più profondo.
La mattina seguente i ragazzi si ritrovarono a scuola. Nonostante avessero
scoperto la causa dei loro cambiamenti, le cose non erano tornate come prima e,
nonostante si sforzassero di frenare il loro strano comportamento, non
riuscivano a battere la magia dei desideri.
Erano nel corridoio a parlare, quando un ragazzo, il più imbranato della
scuola, passando di lì urtò contro il braccio di Michael e i suoi libri caddero
a terra. Subito Tess si precipitò ad aiutarlo.
- Ti sei fatto male? – gli chiese preoccupata.
- N…no – rispose il ragazzo stupito.
- Ti aiuto a portarli in classe, vieni – disse la ragazza raccogliendo i libri.
- Ma che le è preso? – chiese Maria.
- Credo che c’entri il desiderio di ieri di Kyle – disse Liz.
- Certo, quello di pensare di più agli altri –
- Siamo messi proprio bene. Io stanotte non ho chiuso occhio al pensiero che
stamattina mi sarei dovuto fare la doccia – disse Max, ma parlò il corpo di
Liz.
- Sì, anch’io. Ho fatto la doccia quasi ad occhi chiusi, e ho usato la spugna.
Ero così imbarazzata – disse Liz.
- Già. E poi non sai che faccia hanno fatti i tuoi quando ho messo il tabasco
nella colazione – continuò Max.
- E i tuoi perché non l’ho messo! Ma Isabel russa sempre a quel modo, o è solo
perché c’ero io? – esclamò Liz.
- No, lo fa sempre –
- Ehi, io non russo! –
- Comunque, potevi scegliere qualcosa di più carino da metterti stamattina. Io
non vengo a scuola con un paio di jeans strappati e una maglietta a mezza
manica di Topolino! Mi prenderanno tutti in giro – si lamentò Liz.
- Scusa, ma ci sono talmente abituato ai miei jeans… sì, però nemmeno io vengo
a scuola coi pantaloni di pelle attillati, la camicia trasparente e gli
stivaletti – osservò Max.
- Già. Non vedo l’ora di tornare nel mio corpo. Mi manca tantissimo –
- Anche a me –
Furono interrotti dalla campanella che segnò l’inizio delle lezioni, ed
entrarono in classe.
Quando furono tutti al proprio posto, entrò una ragazza. Aveva i capelli neri
lunghi fino a metà gamba, i suoi occhi erano neri e profondi; era molto alta,
ed indossava uno strano abito a fiori. In testa portava una corona di fiori.
Nonostante la sua stravaganza, era una bella ragazza, e Kyle non poté fare a
meno di notarlo. Senza nemmeno rendersene conto, espresse un desiderio: ‘Vorrei
conoscerla meglio, magari oltre che bella è anche simpatica’.
La ragazza intanto si presentò: - Mi chiamo Sammy. Mi sono trasferita qui da
poco –
Kyle si aspettava che, dopo il suo desiderio, anche se involontario, la ragazza
tentasse di conoscerlo; ma così non fu. Il banco accanto al suo era vuoto, ma
Sammy preferì spostarlo dall’altro lato della classe piuttosto che sedersi
vicino a lui.
Durante la pausa pranzo Sammy si avvicinò al gruppo per chiedere a Liz, su
suggerimento del professore, di farle vedere il laboratorio di scienze.
- Ciao, scusate se vi interrompo – disse la ragazza.
- Ciao – risposero tutti in coro.
- Il professore di scienze mi ha detto che potevo chiedere a Liz Parker di
farmi visitare il laboratorio. Sapete, è la mia materia preferita, e sono
curiosissima di vederlo – spiegò Sammy.
- Ma certo, sono... – rispose Liz, ma ovviamente si mossero le labbra di Max.
- Sono io Liz Parker. Ti accompagno volentieri – rispose Max, intrappolato nel
corpo di Liz.
I ragazzi si presentarono, ma quando venne il turno di Kyle, Sammy non sorrise,
non gli strinse la mano; si limitò a guardarlo per un attimo e a voltarsi
dall’altra parte. Notarono tutti lo strano comportamento della ragazza, ma non
lo presero troppo sul serio: probabilmente l’aveva sentito fare apprezzamenti
fuori luogo, oppure assomigliava ad una persona che detestava.
- Scusate, ma io devo andare – disse Tess alzandosi, dopo che Max e Sammy si
furono allontanati.
- Dove vai? – chiese Maria.
- Mi aspettano all’ospedale. Faccio volontariato tutti i giorni dalle 2 alle 5.
So che sono poche ore, però per ora è il massimo che posso fare –
- Ma le lezioni non sono finite – osservò Liz.
- Lo so, ma tutti quei poveri bambini sono più importanti. Mi farò prestare
degli appunti –
- Hai ragione – approvò Isabel.
- Ok. Ora scappo, ciao –
- Kyle, ma non dici niente? – gli chiese Maria.
- E cosa devo dire? La vita è la sua, può fare quello che vuole –
- Anche se invece di andare all’ospedale va dal suo amante? – scherzò Michael.
- Sì. non mi interessa, io non sono affatto geloso.
Mentre Max e Sammy visitavano il laboratorio, fecero conoscenza. Il discorso
cadde sui ragazzi. Sammy non poteva di certo immaginare che in realtà stesse
parlando proprio con un ragazzo.
- E tu hai il ragazzo? – chiese Sammy.
- Ma io non… cioè, sì. È Max – stava per tradirsi, stava per dire che non era
gay. Non era ancora abituato a fingersi Liz. Era veramente difficile.
- Bel ragazzo. Ma anche gli altri non sono niente male –
- Già – rispose Max gongolandosi per il complimento.
Mentre Max era con Sammy, Liz si scoprì gelosa. Dopo quello che era accaduto
alle giostre il giorno precedente, aveva paura che Max la tradisse. Già, il
giorno prima: maledetta Tess. Tess era sempre in mezzo alle scatole, sempre
pronta a prendersi il suo Max, anche se stava con Kyle. Era convinta che la sua
fosse solo una messa in scena per farlo ingelosire, e a quanto pareva stava
funzionando. Assorta in questi pensieri, si ritrovò a pensare: ‘Vorrei proprio
levarmi dai piedi quella Tess! È così insopportabile’.
Tess stava per uscire dalla scuola, quando si sentì strana. Continuò a
camminare come se nulla fosse successo, ma si mise ad urlare quando vide il suo
riflesso nella porta a vetri d’entrata. Non era più Tess, erano due Tess!
- E tu chi sei? – chiese al doppione, identico a lei in tutto e per tutto.
- Io sono Tess. Chi sei tu piuttosto? –
- Ok. Deve esserci una spiegazione. Ti prego, aspettami qui e cerca di non
farti vedere. Torno subito –
- Ok, ma fai presto –
Tess corse più veloce che poteva nella mensa.
- Ragazzi, dovete venire con me. È urgentissimo! – urlò al resto del gruppo
sconvolta.
- Vado a cercare Max. Ci troviamo al Crashdown – disse Isabel.
- No, è troppo rischioso. Andiamo a casa di Michael – disse Tess.
Gli altri non capirono perché doveva essere rischioso andare al Crashdown, ma
acconsentirono. Scoprirono presto il motivo: appoggiata alla porta c’era…
- Tess! – esclamarono tutti.
- Shhh! Forza, fuori dalla scuola prima che qualcuno ci veda –
Fecero camminare una delle due Tess con il cappotto in testa, in modo che
nessuno la potesse riconoscere, e finalmente giunsero a casa di Michael. Dopo
qualche minuto Isabel e Max li raggiunsero.
- Ma… vedo doppio? – chiese stranita Isabel.
- No! Non so cosa sia successo, ma me la sono trovata vicino – disse Tess.
- Tu sei quella vera? – chiese Max.
- Sì –
- Bene, mettetevi un segno distintivo – suggerì Liz.
Il suo peggior incubo si era avverato: due Tess! Aveva voluto che Tess
sparisse, e invece ne erano comparse due!
Tessi si mise un cappello in testa. – Ok, suggerimenti? –
- Chi può aver espresso il desiderio di vedere apparire due Tess? – chiese
Isabel.
- Chi può avere espresso un desiderio, vorrei sapere! Eravamo d’accordo che non
l’avremmo più fatto – disse Max.
- Oh Liz! Sei sempre così puntigliosa o è la vicinanza di Max? – esclamò
Michael.
- Michael, io sono Max! Come te lo devo far capire? –
- Mettetevi una targhetta per piacere –
E così si applicarono sul petto una targa enorme con scritto il proprio nome.
- Finalmente! – esclamò Michael.
- Comunque il problema non siamo noi due, almeno per ora, ma Tess. Qualcuno
vuol dire qualcosa? – continuò Max.
- Io – disse Liz.
- Cosa mi hai fatto? – le chiese Tess furiosa.
- Stavo ripensando a ieri e ho desiderato che ti levassi dai piedi, ma a quanto
pare non ha funzionato –
- Grazie per il pensierino. Sai che se si fosse avverato io sarei potuta finire
in chissà quale dimensione spazio-temporale? –
- Sì, mi dispiace, ma è stato più forte di me. Non ho pensato alle conseguenze
–
- Io non posso levarmi dai piedi solo perché tu sei gelosa di Max. Come te lo
devo far capire che amo Kyle? È Max che mi sta sempre appiccicato –
- Forse perché tu hai espresso quel desiderio – controbatté Liz.
- Possibile che non ti fidi più di me? Non risolvevi un bel niente facendola
sparire – urlò Max arrabbiato.
- Lo so, ma era un desiderio come un altro –
- Be’, non proprio –
- Sentite, ora dobbiamo capire cosa è successo, non litigare – disse
saggiamente Isabel.
- Qualcun altro ha espresso desideri oggi? – chiese Michael.
- Io – rispose Kyle.
- Quale? –
- Conoscere meglio Sammy –
- Stiamo insieme da due giorni, e già pensi al modo di tradirmi? Bravo! –
esclamò Tess indignata.
- No. Volevo solo farmi un’amica nuova. Comunque non ha funzionato –
- Un’amica nuova! Raccontalo a qualcun altro –
- È vero. Non avete visto che ha spostato il banco per non sedersi vicino a me
e che quando ci siamo presentati non mi ha né dato la mano né sorriso, mentre
con voi l’ha fatto? –
- Sì, l’ho notato. Strano comportamento – osservò Max.
- E se i desideri venissero esauditi al contrario? – ragionò Liz.
- Sì, probabile. Kyle voleva essere simpatico a Sammy, e lei lo odia. Tu volevi
far sparire Tess e ne sono comparse due: il ragionamento fila –
- Ora come rimettiamo le cose a posto? – chiese Tess impaziente di tornare
l’unica.
- Esprimiamo tutti i desideri esattamente come la prima volta, perché verranno
esauditi al contrario. Si annulleranno a vicenda. Comincio io… Vorrei che Tessi
si sdoppiasse in due. Credo che il mio faccia eccezione – disse Liz.
Dopo pochi istanti il doppione di Tess scomparve.
- Mi sento meglio – sospirò al ragazza.
- Max, vorrei che ti mettessi nei miei panni – disse ancora Liz.
I loro corpi si scambiarono e tornarono al legittimo proprietario.
- Finalmente! – esclamò Max.
- Evviva! Ho di nuovo il mio corpo! – urlò Liz.
Si tolsero le targhette e si misero a controllare che tutto fosse a posto,
senza lividi, sbucciature o altro.
- Direi che me lo hai trattato bene – disse infine Liz.
- Era ovvio –
- Ho espresso un altro desiderio. Non so perché, ma non ha avuto effetto per
gli altri, ma solo per me. Comunque… vorrei che Tess diventasse brutta e grassa
– disse Liz.
- Ecco perché continuavi a chiedere del suo aspetto! –
- Già. Solo io la vedevo brutta e grassa –
- Si può sapere perché mi odi tanto? –
- Non ti odio. È che io amo Max e non posso sopportare che tu me lo voglia
portare via –
- Ma io amo Kyle –
- Ancora per poco. Quando esprimerà il suo desiderio, tu tornerai ad
interessarti a Max.
Tess abbassò la testa e disse: - Vorrei che Max si innamorasse di me. È questo
il desiderio che ho espresso –
Improvvisamente Max non provava più alcun sentimento d’amore per Tess, solo
riconoscenza per averlo liberato dall’incantesimo dandogli la possibilità di
scegliere senza alcun condizionamento.
- Ho espresso un altro desiderio durante il litigio con Kyle: vorrei che Kyle
fosse meno geloso e possessivo. So che non varrà più quando lui avrà espresso
il suo desiderio, però mi piacerebbe che fosse un po’ geloso di me, altrimenti
mi caccerei in qualsiasi guaio possibile – concluse Tess.
Kyle la abbracciò e le disse: - Ti voglio bene –
- Te ne voglio anch’io. Ora ti amo, ma sappi che quando tutto sarà finito,
continuerò a volerti bene. Sei il mio migliore amico –
- Ora tocca a me – disse Kyle sciogliendosi dall’abbraccio. – Vorrei che Tessi
si innamorasse di me e che si mettesse con me –
- Kyle, perché non me l’hai mai detto? – gli chiese Tess.
- Perché sapevo che tu volevi stare con Max, sapevo che per te ero solo un
amico, perciò ho preferito rinunciare a te e continuare a starti vicino come
amico –
- Mi dispiace, Kyle. Forse un giorno scoprirò di amarti, ma purtroppo per ora
non è così-
- Lo so, stai tranquilla –
- Hai altri desideri da esprimere? – gli chiese Michael.
- Sì. vorrei che Tess pensasse di più agli altri. Non le farebbe male essere un
po’ più altruista, però è meglio così – continuò Kyle.
- Prometto che mi impegnerò per esaudire il tuo desiderio – disse Tess
sorridendo.
- Non so se questo desiderio ha senso, però lo esprimo lo stesso, non si sa
mai… vorrei non conoscere meglio Sammy – concluse Kyle.
- Non vorrei esprimere questo desiderio, perché è l’unica cosa che veramente
desidero, però devo farlo. Vorrei non lasciarmi mai con Liz – disse Max.
- È questo il tuo desiderio più grande? – gli chiese Liz.
- Sì –
- Oh, Max! – Liz gli gettò le braccia al collo ed iniziò a piangere dalla gioia
di aver finalmente ritrovato il suo amore. Ora la loro storia d’amore avrebbe
seguito il proprio corso, e se si lasceranno o meno solo il tempo lo potrà
dire.
- Bene, vado io. Vorrei che Alex fosse più sicuro di se stesso e dell’amore che
provo per lui – disse Isabel.
- Era ora! Non ne potevamo più di essere corteggiate da lui! – esclamò Maria.
- Non pensavo che avrebbe avuto questa conseguenza. Io l’ho fatto per il suo
bene – si scusò Isabel.
- Vorrei che Isabel fosse più sicura del nostro rapporto. Era questo il mio
desiderio – disse Alex.
- Non ce n’era bisogno. Io sono sicura del nostro rapporto. Forse non lo do a
vedere, ma senza di te morirei – gli disse Isabel abbracciandolo.
- Probabilmente il mio desiderio manderà Maria su tutte le furie, ma devo
farlo: vorrei che Maria fosse meno aggressiva e rompiscatole – disse Michael.
- Rompiscatole! Io? Ma ti sei visto tu? Ma chi ti credi di essere? – cominciò
ad urlare Maria.
- Io… hai ragione tu, zuccherino – disse Michael ancora sotto l’influsso della
magia del desiderio di Maria.
- Maria, esprimi il tuo desiderio, così può controbattere. Poverino – le disse
Liz.
- Ok. Vorrei che Michael fosse più dolce con me – disse.
- Io sono dolce – ribatté Michael riprendendo un minimo di dignità.
- Sei dolce come la novalgina! Brutto scimmione odioso – urlò ancora Maria.
- Scimmione a chi? Caprona! – ribatté Michael.
- Caprona? Caprona? Sei l’essere più insulso di questa terra! Ma perché non te
ne sei rimasto su Antar, così non ti conoscevo ed evitavo di arrabbiarmi ogni
cinque minuti? –
- No, perché io, con tutte le belle ragazze che ci sono, dovevo mettermi
proprio con la più rompiscatole e permalosa!
- Se c’è uno permaloso qui, sei tu! –
- Finalmente di nuovo Michael e Maria! – esclamò Max ridendo.
I ragazzi si gustarono allegri l’ennesima litigata tra Michael e Maria, sapendo
che dopo cinque minuti avrebbero fatto pace.
Finalmente era tornato tutto alla normalità; speravano solo che durasse per
molto tempo.
Tutto sommato però si erano divertiti: vedere Alex fare il cascamorto con tutte
era uno spettacolo, soprattutto perché andava sempre in bianco; essere nel
corpo della persona che si amava era stata una grande esperienza per Max e Liz,
che avevano avuto la possibilità di conoscere meglio il partner attraverso le
abitudini, i gusti, il rapporto coi genitori; ma la cosa più divertente era
stata vedere Michael e Maria snocciolare continuamente paroline dolci, farsi
regali e non contraddirti mai. Erano così buffi!
I loro pensieri e il litigio di Michael e Maria furono interrotti da una forte
luce azzurrina che investì la stanza. Si materializzarono due figure. Erano un
uomo e una donna, circa sulla quarantina, con strane tuniche colorate e capelli
color argento molto lunghi.
- Salve – dissero.
- Chi siete? –
- Io sono Micos e lei è Sammy – disse l’uomo.
- Sammy? –
- Sì, sono la ragazza della scuola. L’ho fatto perché dovevo tenervi d’occhio
da vicino, perché i desideri a vostra disposizioni erano terminati, e potevano
succedere guai molto seri – spiegò.
- Cos’è tutto questa storia, noi non capiamo niente – disse Max.
- Noi siamo due Osservatori. Il nostro compito è quello di osservarvi e
mettervi alla prova prima di ricevere il grande dono di Antar: la Sfera –
spiegò Micos.
- Che sfera? –
- È una sfera che ha il potere di esaudire i desideri. Averla sarebbe come
essere i padroni dell’universo, e solo i reali di Antar possono possederla –
- Quindi ci avete messo alla prova per tutto questo tempo? –
- Esatto. Avevate a disposizione tre desideri a testa; dal quarto in poi si
sarebbero esauditi al contrario –
- Ma non è leale! – esclamò Maria.
- Questa è la prova –
- Perché anche i terrestri? – chiese Tess.
- Dovevamo confrontarli. Come avete capito, avete combinato solo guai. I vostri
desideri erano come quelli degli umani, e non hanno portato alcun beneficio
all’umanità. –
- Ma noi non lo sapevamo che si avveravano, altrimenti ci avremmo pensato bene
prima di esprimerli – osservò Max.
- I desideri scaturiscono dal profondo dell’anima, e basta un nonnulla per
indurci ad esprimerli. La prova consisteva appunto nel conoscere, attraverso i
desideri, la vostra anima, per determinare se eravate pronti a governare un
pianeta, a portarlo alla salvezza –
- Abbiamo fallito, vero? –
- Sì. Ci dispiace molto, ma non siete ancora pronti per avere la Sfera, e
nemmeno per guidare Antar. Stando sulla Terra vi siete umanizzati troppo e vi
siete scordati del vostro popolo. È molto triste per noi constatarlo, ma è così
–
- Cosa ci succederà? – chiese Isabel.
- Ninete. Fra qualche tempo probabilmente torneremo a farvi visita. L’unico
consiglio che vi do è: state attenti ai desideri che esprimete. Anche il più
insignificante può portare conseguenze molto pesanti. Riflettete prima di
chiedere qualcosa, perché non sempre i desideri si avverano nel modo in cui
speriamo –
- Perché Tess non era brutta e grassa anche per gli altri? – chiese Liz.
- Perché sei riuscita a chiedere l’unica cosa vietata: far mutare l’aspetto
fisico ad una persona. I desideri devono agire sull’inconscio, nell’animo, non
sul corpo –
- E allora perché noi due ci siamo scambiati di corpo e Tess si è sdoppiata? –
chiese Max.
- Voi due avete cambiato corpo, non il vostro aspetto fisico. È stato il vostro
spirito a spostarsi. Quanto a Tess, lei era sdoppiata, ma non aveva subito
alcun cambiamento fisico –
- Abbiamo capito. La prossima volta staremo più attenti – promise Isabel.
- Bene, ora dobbiamo andare. Il nostro compito per ora è terminato.
Arrivederci, reali di Antar – e scomparvero.
- Che figuraccia! – esclamò Max.
- Già, ma ce lo siamo meritati. Abbiamo pensato solo a noi stessi – disse
saggiamente Isabel.
- Ed ora possiamo continuare a vivere la nostra vita come se nulla fosse
successo – disse Alex.
- Parla per te! Non ti dimenticherò mai nelle vesti del latin lover! Ah ah ah!
Sapessi quanto eri buffo – esclamò Liz.
- Non mi dimenticherò nemmeno di te nel corpo di Max. Tutte le volte che
chiamavano Liz Parker rispondevi tu, ma gli altri vedevano Max. Gli hai fatto
fare tante di quelle figuracce –
- Certo, come quella che hai fatto tu con quella donna sposata e con un figlio
–
- Colpo basso Liz. Mi arrendo –
- Evvai! –
- Mi è venuto in mente la scena di quando a Maria si è rotto un tacco della
scarpa e Michael ha cercato di aggiustarlo, però l’ha distrutta completamente;
così ha dovuto portarla sulle spalle dal deserto al Crashdown – disse Isabel.
- Sì, con Maria che per fargli forza continuava a ripetergli che lo amava e che
era il suo orsacchiottino – continuò Liz.
- Is, tu che parli tanto, non ti ricordi quando rincorrevi ovunque Alex
chiedendogli quando vi sareste sposati, dove avreste abitato, quanti figli
avreste avuto ed i loro nomi? – la punzecchiò Maria.
- E lui rispondeva sempre con: “Ehi baby, io sono uno spirito libero” – rincarò
la dose Kyle.
- Certo che ne abbiamo passate tante, vero? – chiese, retoricamente, Alex.
- Sì. Vi dirò: lo rifarei – confessò Maria.
- Già. Vorr… -
- Nooooo! Non azzardarti! – urlarono tutti.
- Ok, ok, scusate. Stavo pensando alla faccia di mio figlio quando glielo
racconterò – disse Max.
- Sempre che tu non sia già arteriosclerotico e te lo sia dimenticato – scherzò
Isabel.
- Ma che simpatica! Occhio a non diventarlo tu –
- Scherziamo quanto vogliamo, ma niente più desideri, sono pericolosi – disse
Liz.
- Già. Occhio ai desideri-i-i – disse Alex imitando la voce di un narratore di
storie dell’orrore.
Trascorsero il resto del pomeriggio a ridere ripensando alle avventure passate.
Quell’esperienza li aveva uniti e aveva fatto capire loro che c’erano cose più
importanti del proprio tornaconto. Certo, cercare di far avverare i propri
desideri è normale, ma non bisogna fare del male agli altri per riuscirci;
basta impegnarsi ed essere leali, e prima o poi i desideri si avvereranno.
Scritta
da Kassandra |