RIASSUNTO:
al termine della 2^ serie Max ha dichiarato di dover salvare suo figlio, ora ne
avrà l’opportunità.
DATA DI CREAZIONE: dal 28/02/2003 al 01/03/2003
ADATTO A: tutti
DISCLAIMER: tutti i diritti dei personaggi del
racconto appartengono alla WB e alla UPN, tranne che i personaggi di Maggie,
Tefri/Tom, Sara/Anica e Paul/Nimesi, che sono di invenzione dell’autrice. Il
racconto è di proprietà del sito Roswell.it.
La mia e-mail è
rapiro84@libero.it
Sono passati cinque mesi da quando
Tess è partita per Antar e da quando Max ha dichiarato di dover salvare suo
figlio.
Dopo qualche incomprensione, dopo aver parlato molto e aver aperto
completamente la loro anima, Max e Michael sono riusciti a far capire a Liz e
Maria che amano loro e che non si faranno condizionare dal loro destino. Le due
ragazze ovviamente hanno creduto alle parole dei ragazzi e ora le due coppie si
erano riformate ed erano più felici che mai. Isabel si sentiva molto sola. Alex
era morto da un po’, però le mancava terribilmente, così aveva trovato conforto
in Kyle, il quale era rientrato a far parte del gruppo. I due erano diventati
molto amici: si confidavano, passavano molto tempo insieme e si aiutavano a
vicenda. Erano quasi come fratello e sorella, anche se era indiscutibile che
provavano attrazione l’uno per l’altra, ma forse non ne erano ancora del tutto
consapevoli.
I ragazzi erano tutti al Crashdown, chi per lavoro, chi per fare uno spuntino
pomeridiano, quando la porta si aprì ed entrò una ragazza: aveva i capelli
castani lunghi fino oltre il sedere, gli occhi verdi, era molto alta e aveva un
corpo perfetto. I ragazzi si voltarono immediatamente a guardarla e non
mancarono di esprimere il loro parere.
- Caspita! – esclamò Max piano cercando di non farsi sentire da Liz, che per
tutta risposta gli tirò un pizzicotto.
- Mio Dio, ma quella è una dea! – fu l’apprezzamento di Kyle e Isabel, anche se
non era la sua ragazza, lo guardò torvo.
- Una ragazza così bella non può essere umana! È fa-vo-lo-sa! – esclamò Michael
beccandosi un bel calcio da Maria.
- Sì, è bella, però non è il caso che fate gli affamati – disse Maria un po’
adirata.
- E dai, non fare la gelosa. Lo sai che ti amo, però si apprezza sempre una
bella ragazza – rimbeccò Michael guardandola con aria di scusa. La ragazza, per
tutta risposta, si alzò e andò a servirla.
- Ciao, vuoi ordinare? – chiese alla straniera.
- Sì, grazie. Vorrei un frappé alla fragola – rispose la bella ragazza.
Poco dopo Maria tornò con le ordinazioni e, dopo aver servito il frappé, tornò
dagli altri.
- Non lo so, quella ragazza non mi convince – disse rivolta al gruppo.
- E perché mai? Solo perché è praticamente perfetta? – chiese Kyle.
- No. Non l’ho mai vista qui e di solito un turista non chiede un frappé al
Crashdown ma qualcosa di tipico, qualcosa che ricordi gli alieni. È come se non
gliene importasse niente. –
- Tu sei fissata. Vedi nemici dappertutto. Si vede che non è qui in veste di
turista – disse Michael continuando a fissare la ragazza.
- Sarà… - disse Maria andando dietro al bancone a sistemare alcuni bicchieri.
La sconosciuta non si voltò mai a guardare il gruppetto di amici e, dopo aver
pagato, uscì senza mai voltarsi o avere un’incertezza.
La mattina seguente videro la ragazza a scuola mentre stava entrando nell’aula
di scienze.
- Viene a scuola qui – disse Isabel con voce tutt’altro che felice.
- Già. Magari abbiamo qualche corso in comune – disse Kyle speranzoso.
E così infatti tu. Aveva praticamente tutti i corsi dei sei ragazzi e
trascorreva tutta la mattina con loro, un po’ con uno, un po’ con l’altro.
Questo fece molto piacere ai ragazzi, ma non molto alle ragazze, che erano
ovviamente gelose.
Qualche giorno dopo la nuova alunna, nell’ora di pranzo, si avvicinò al tavolo
in cui i sei inseparabili stavano pranzando.
- Ciao, io sono Maggie. So che forse non è il momento adatto e che mi state
prendendo per pazza, ma vi devo parlare urgentemente –
- No, non ti prendiamo per pazza – le disse Kyle guardandola con occhi
sognanti.
- Piacere nostro – disse Max sorridendole.
I ragazzi si presentarono alla nuova arrivata e poi chiesero spiegazioni. –
Come mai devi parlare proprio con noi? È qualcosa che riguarda la scuola? –
- No. Riguarda il vostro segreto –
Tutti strabuzzarono gli occhi. Non era possibile! Ogni volta che giungeva
qualcuno di nuovo era per portare scompiglio o per rivelare cose assurde sul
loro passato e futuro. Non ne potevano proprio più.
- Che cosa?!? – chiese Isabel.
- Sì, ma questo non è il posto adatto. Qualche giorno fa vi ho trovati tutti al
Crashdown. Che ne dite di trovarci lì dopo la scuola. È un posto sicuro da
occhi e orecchie indiscrete? – disse Maggie.
- Sì, ma saremo spesso interrotti. Dobbiamo servire ai clienti – disse Liz.
- Ok, allora venite a casa mia. Abito due case dopo l’ufficio dello sceriffo,
il numero 510. Ci vediamo più tardi – E così dicendo la ragazza se ne andò
lasciando tutti interdetti.
- Ci risiamo! – esclamò Maria.
- Io non so più a cosa pensare. Qui non si può mai stare in pace! Sono pochi
mesi che è finita la lotta con Tess e dobbiamo iniziarne un’altra… chissà con
chi questa volta – disse Isabel.
- Magari proprio con lei! – azzardò Maria speranzosa.
- Non credo. I cattivi non parlano, attaccano – disse Max.
- Va be’, sentiremo oggi cos’ha da dirci. Spero solo che sia qualcosa di bello
– disse Michael.
- Be’, se lo dice lei, più che bello non può essere – aggiunse Kyle
ridacchiando.
- E smettila! – gli urlò Isabel.
Al pomeriggio tutti si recarono a casa di Maggie.
- Benvenuti, prego entrate – li accolse la ragazza sorridendo.
- Grazie – dissero tutti.
- Staremo soli oggi, i miei genitori non ci sono –
- Allora, perché ci volevi parlare? – chiese Michael impaziente.
- Impaziente vedo! Lo immaginavo – disse Maggie sorridendo.
- E come facevi? –
- Ora vi spiego tutto. Come sapete io sono Maggie. Vengo da Washington. Mi sono
trasferita qui perché è giunto il momento che sappiate alcune verità. Presto
capirete perché non ho potuto presentarmi prima… - cominciò la ragazza.
- Spiegati bene, perché siamo un po’ tonti – disse Maria.
- Certo. Allora, alcune cose che vi dirò non saranno molto piacevoli, e nemmeno
facili da digerire, ma è tutto vero. Innanzitutto Tess non era Ava, lei vi ha
ingannato usando il suo potere e facendovi credere di essere la compagna di Zan,
ma in realtà Tess è una mutaforma, una skin… -
- Che cooooosa!!!! – esclamarono tutti insieme.
- Sapevo che avreste reagito così. E vi dirò di più: lei è la moglie di Kivar.
Non ha fatto un patto con lui, ma gli ha giurato eterna fedeltà sposandolo. Lei
è della sua stessa razza. I reali non possono modificare i pensieri delle
persone, solo gli skin possono. –
- Ma se lei non è la quarta aliena, chi sarebbe Ava? – chiese Max.
- Io. –
- Tu!!! –
- Sì. Io sono Ava. Sono giunta sulla Terra qualche mese dopo di voi, ma ho la
vostra stessa età. Il motivo per cui sono qui è che dobbiamo impedire che il
figlio di Max e Tess cresca su Antar e salga al trono, perché se così facesse
Kivar sarebbe totalmente autorizzato a fare ciò che vuole di Antar. Non che ora
non faccia quello che vuole, però ora esistono alcuni focolai di ribellione, ma
se lui utilizza il bambino nessuno potrà più fermarlo. –
- Come facciamo a sapere che non sia tu la skin – disse Isabel.
- Ora ve lo mostro. Tutti e tre avete dei nei a forma di V sul braccio, non è
vero? – i ragazzi annuirono. – Bene, ce li ho anch’io. – così dicendo Maggie
alzò la manica e scoprì i tre nei.
- Questo non dimostra niente, avresti potuto farteli con una matita nera – fu
la volta di Maria.
- Certo, hai ragione. Però noi alieni abbiamo dei poteri. Possiamo creare
barriere protettive… – e ne creò una. – Possiamo cambiare forma e colore alle
cose… - e trasformò il suo divano in un cane, poi cambiò il colore delle pareti
da bianche a verdi. – Possiamo muovere gli oggetti con la forza del pensiero… -
e sollevò col pensiero un mobile facendolo poi atterrare dolcemente. – E infine
possiamo comunicare telepaticamente – Ci fu un momento di silenzio in cui
Maggie disse mentalmente ai tre alieni: “Non è vero ragazzi?”. Questi
sbarrarono gli occhi e annuirono.
- Ma come fai ad avere tutti questi poteri. Noi ne abbiamo solo uno a testa –
disse Max stupefatto dalla sua forza.
- Mi sono allenata per tutta la vita. Noi dobbiamo essere pronti ad ogni
evenienza e su Antar ci allenavamo notte e giorno per poter guidare al meglio
il nostro popolo, e io non ho perso l’abitudine. –
- Come fai a ricordarti di Antar? – chiese Liz.
- Io ho tutti i ricordi di Antar perché sono morta dopo di voi. Quando Kivar ha
attaccato il palazzo ha ucciso per primo Zan, colpendolo alle spalle, poi fu la
volta di Rath e Vilandra. Io nel frattempo ero andata negli appartamenti a
portare in salvo Tefri, figlio mio e di Zan, e quando sono uscita dalla stanza
mi sono trovata davanti Kivar e mi ha uccisa. Questo è successo poco prima che
finisse l’attacco, mentre voi stavate già per essere clonati. Con voi non hanno
fatto in tempo a ripristinare la memoria, mentre con me sì, perché c’era più
tempo. –
- Io e te avevamo un figlio? – chiese Max.
- Sì, il figlio che invece hai avuto con Tess. Lui, invece di nascere come un
terrestre e scoprire poi tutto, è nato su Antar, e sarà cattivo, sarà un
usurpatore, perché nascerà nel male. –
- Ma i tuoi genitori sono terrestri? – chiese Maria.
- No, loro sono due degli scienziati che ci hanno clonati, su Antar si
chiamavano Anica e Nimesi, mentre qui sono Sara e Paul. Loro ci devono
proteggere e aiutare a compiere un’importante missione –
- Cioè? – chiese Kyle.
- Cioè… -
La ragazza non fece in tempo a spiegarsi, che tre individui entrarono nella
stanza ed attaccarono i presenti. Kyle fu colpito da una scarica di energia e
cadde a terra svenuto. Isabel, che gli era molto affezionata, si piombò su di
lui disperata e cercò di rianimarlo. Intanto gli altre tre alieni combatterono
e sconfissero i loro nemici. Quando tutto finì Max guarì Kyle e Isabel,
felicissima di riavere il suo grande amico (e forse qualcosa di più), lo
abbracciò e lo baciò. Quando il bacio terminò Kyle era sconvolto dalla reazione
di Isabel, ma era anche molto felice del gesto dell’amica.
- Dobbiamo andare via di qui. Non è più sicuro – disse Maggie.
In quel momento arrivarono i genitori di Maggie. – State tutti bene? – chiese
Paul preoccupato.
- Sì, li abbiamo sconfitti – rispose Maggie.
- Ci dispiace di non essere arrivati in tempo per avvisarvi, ma abbiamo perso
le loro tracce – disse Sara.
- Non vi preoccupate. È tutto finito – rispose Maggie sorridendo.
- Credo che Maggie vi abbia già parlato di noi. Qui sulla Terra siamo i
genitori di Maggie, ma in realtà veniamo da Antar come voi – spiegò Paul.
- Sì, sappiamo già tutto – rispose Max.
- Bene. Ragazzi, ora è meglio che voi andiate. Non ci dovrebbero essere nuovi
attacchi, però è meglio se andate via di qui. Spero che abbiate creduto alle
parole di Maggie e che porterete a compimento il vostro compito – disse ancora
Paul.
- Veramente non ho avuto il tempo di spiegare loro quale sarà il nostro
compito, ma domani lo farò – spiegò Maggie.
- Ok. Fate come credete. È stato un piacere conoscervi, sono veramente onorata
di essere in vostra presenza – disse Sara facendo un inchino.
- Non è il caso di inchinarsi. Noi qui siamo semplici ragazzi – disse Max
diventando leggermente rosso.
- Qui, ma non su Antar. Ho tenuto tra le braccia i vostri corpi inerti e, dopo
mille fatiche, sono riuscita, assieme agli altri, a clonarvi e a salvarvi –
disse Sara.
- Ora è meglio che andiamo. Maggie, noi ci vediamo domani pomeriggio al
Crashdown. È giornata di chiusura e possiamo parlare in pace – si congedò Max.
- D’accordo –
I ragazzi si recarono al Crashdown e discussero.
- Be’, per fortuna Maggie non è una skin – cercò di sdrammatizzare Kyle.
- Già. Chissà quale sarà il nostro compito? – chiese Isabel.
- Sicuramente ci chiederà di andare su Antar oppure di riformare le antiche
coppie. Comunque spero che non sia nessuno dei due – ipotizzò Max.
- Odio separarmi da voi. Abbiamo fatto tanto per convincervi che siamo vi
amiamo, e adesso un’altra separazione mi ucciderebbe – disse Michael guardando
Maria. La ragazza lo abbracciò teneramente.
- Is, ti posso parlare? È questione di minuti – disse Kyle alla ragazza.
- Certo, andiamo nel retro. –
I due giovani si avviarono.
- Non so da che parte iniziare… - disse Kyle abbassando la testa.
- Dall’inizio? – scherzò Isabel per smorzare la tensione che si era creata.
- È che… mi sento in imbarazzo –
- È per prima, vero? – chiese Isabel.
- Sì. Ecco… -
- Scusami, non so proprio cosa mi sia preso. Ti ho visto in terra svenuto e il
pensiero di non rivederti più mi ha fatto stare male, e quando poi ti sei
ripreso ero così felice di vederti che… be’, il resto lo sai –
- Il fatto è che mi ha turbato molto quello che hai fatto, non perché non lo
volessi, ma proprio per il motivo opposto, perché mi sono reso conto di aver
sempre desiderato di baciarti –
- Stai scherzando, vero? –
- Assolutamente no. Io ti ho voluto parlare per dirti che mi piaci molto.
Inizialmente era solo amicizia tra noi, però col tempo qualcosa è cambiato e
ora sono qui per chiederti se ti senti pronta ad affrontare un rapporto serio
con me. Se vuoi formare una coppia con me –
- Cioè, mi stai chiedendo di diventare la tua ragazza? –
- Sì –
- Oggi ho capito che se ti perdessi non ce la farei ad andare avanti, ho capito
che anche tu mi piaci molto e che voglio essere la tua ragazza – disse Isabel
sorridendo.
- Dimmi che non sto sognando –
- Non stai sognando – E si baciarono. Un’altra coppia era formata. Certo che
mettersi insieme proprio nel momento in cui i tre alieni temevano di dover
tornare su Antar non era forse la cosa più intelligente da fare, però era più
forte di lei. Il suo cuore la guidava verso le braccia di Kyle, e lei non
poteva opporsi.
Dopo qualche minuto tornarono di là abbracciati.
- Ehi, da quando voi due andate in giro abbracciati? – chiese ridendo Max.
- Da quando stiamo insieme – rispose Isabel.
- Era ora!!! – esclamarono tutti.
- Come? –
- Si vedeva lontano un miglio che vi volevate bene. Ci chiedevamo solo quando
ve ne sareste accorti – disse Maria.
Il giorno trascorse abbastanza serenamente, nonostante i pensieri dei sei
ragazzi fossero rivolti al compito da svolgere e alle parole dette da Maggie,
ma volevano passare più tempo possibile con i loro amici, perché avevano paura
di doversi staccare da loro.
Il pomeriggio seguente si incontrarono con Maggie al Crashdown, e continuarono
le spiegazioni.
- Che ne dite di continuare il nostro discorso? – esordì la ragazza.
- Direi che è un’ottima idea – rispose Michael, il più impaziente di tutti di
scoprire i segreti di Antar.
- Ok. Vi stavo dicendo del nostro compito. Noi dobbiamo andare su Antar a
prendere Tefri, per impedirgli di salire al trono. –
- Ma perché proprio ora? Voglio dire, se Kivar ora è il re e Tefri è ancora in
fasce, che pericolo c’è che il bambino salga al trono? – chiese Max.
- Innanzitutto su Antar c’è una congiura che mira ad uccidere tutti e tre, e
noi non possiamo permettere che Tefri venga ucciso –
- Perché? –
- Perché è il figlio di Max, l’unico successore al trono. Loro l’hanno
spacciato per il figlio di Tess e Kivar, per questo lo vogliono uccidere, ma
quando sapranno che in realtà è il figlio di Zan, lo accoglieranno con tutti
gli onori che merita. E secondo, ammettendo che il bambino scampi alla
congiura, non è in fasce, ma ha già dieci anni. Questo perché il tempo su Antar
trascorre diversamente dalla Terra, è molto più accelerato. –
- Vuoi dire che mio figlio ha già dieci anni? –
- Esatto. –
- Cavoli!!! Ma su Antar sono tutti dei matusa!!! – esclamò Maria.
- Più o meno sì, però il loro corpo non si deteriora come quello umano, le
nostre cellule sono molto più resistenti e le persone iniziano ad invecchiare
quando hanno circa duecento anni. Prima di quell’età hanno aspetto di persone
adulte ma non anziane –
- Io vado a vivere su Antar! – disse ancora Maria.
- Voi morireste su Antar. La sua atmosfera è molto nociva per i terrestri –
- Quindi noi dobbiamo andare là, prendere Tefri, e tornare sulla Terra? – volle
sapere Isabel.
- Esatto. Se la congiura ha esito positivo Tess e Kivar moriranno, quindi non
dovremo fare altro che delegare qualcuno in nostra vece e tornare qui col
bambino. Se la congiura non dovesse funzionare, allora toccherà a noi uccidere
Kivar. Tess per noi non è un pericolo, perché senza Kivar è totalmente
impotente. –
- E quanto dovremmo stare là? –
- Questione di giorni. Non vi preoccupate, riabbraccerete molto presto i vostri
cari. –
- Dobbiamo riformare le vecchie coppie? – chiese ancora Max.
- Non è necessario. Io sono Ava, però non ho alcuna intenzione di mettervi i
bastoni tra le ruote facendo di tutto per stare con Max. Io sono innamorata di
un ragazzo che vive a Washington, e non ho nessuna intenzione di separarmi da
lui. Molto probabilmente su Antar, quando giungeremo a palazzo, prepareranno un
appartamento per me e Max e uno per Michael e Isabel, ma non c’è da
preoccuparsi, uno di noi dormirà su un divano. –
- Questo mi rassicura molto – sospirò Maria.
- E come andiamo su Antar? –
- Con la navicella dei miei genitori. La nostra è in pessime condizioni, mentre
la loro è ancora in buono stato. Andremo con loro e torneremo con loro. Una
volta tornati qui io e i miei genitori torneremo a Washington e tutto potrà
anche essere dimenticato. Max, ricordati solo che Tefri è tuo figlio. –
- Certo, lo so benissimo. Quando il bambino sarà sulla Terra, dove andrà? –
- Molto probabilmente lo porterò con me a Washington. Con me sarà al sicuro e
non dovrò spiegare nulla ai miei genitori. Se dovesse restare con voi ci
sarebbero troppe domande a cui non potete dare una risposta. Max, ovviamente
puoi venirlo a trovare quando vuoi. So che lui non è mio figlio, però nella
nostra vecchia vita lui lo era, perciò sento un istinto materno nei suoi
confronti, non so cosa farci –
- È molto bello quello che fai, Maggie. Noi ne siamo veramente commossi – le
disse Liz abbracciandola.
- Grazie, Liz. –
- E quando dobbiamo partire? –
- Fra un po’. Prima dobbiamo allenarci a utilizzare l’ultimo grande potere
della famiglia reale: il cartiglio reale. –
- Eh? –
- Dobbiamo far prendere forma al cartiglio reale che è impresso nelle nostre
menti, e sprigionare da questo energia, molta energia –
- Io non ci ho capito niente – confessò Michael.
- Forse è più facile a farsi che a dirsi. Gli allenamenti cominceranno domani
mattina. Quando riusciremo ad utilizzare il potere reale saremo pronti per
andare su Antar. È un potere che non può essere usato separatamente. Solo
unendo le nostre energie è possibile. –
- Ok. Allora ci vediamo domani mattina al laghetto – disse Max.
- Ok. Ora, che ne dite di andare al cinema? – propose Michael.
- Ci sto – risposero tutti, tranne Maggie.
- Mi dispiace, ma devo tornare a casa a parlare con i miei genitori e devo
contattare i generali di Antar per informarli del nostro arrivo a giorni. Sarà
per un’altra volta. Ciao –
- Okay, ciao. –
- Strana ragazza – disse Maria alzando le spalle.
- Dedita solo alla nostra causa. Forse non si è accorta che sulla Terra ci sono
cose molto interessanti da fare – disse Michael abbracciando Maria.
- Tipo? – chiese la ragazza maliziosamente.
- Tipo andare nel retro del Crashdown con la propria ragazza a farle due
coccole. Scusate, noi torniamo subito – disse Michael allontanandosi con Maria.
- Quei due sono veramente impossibili. Non perdono mai occasione per
appiccicarsi. Meno male che erano quelli che litigavano sempre! Da quando Tess
se n’è andata non fanno altro che sbaciucchiarsi – disse Isabel.
- Già. Però ora lo puoi fare anche tu… - alluse Liz.
- Lo so – disse Isabel abbracciando Kyle, il quale le diede un bacio sulla
fronte e la tenne stretta stretta.
- Liz, vero che sono proprio una bella coppia? – disse Max alla sua ragazza.
- Certo, bellissima. –
Anche se erano venuti a conoscenza del fatto che dovevano partire per Antar, i
ragazzi erano comunque allegri perché sapevano che avrebbero presto
riabbracciato le persone a cui tenevano. Sarebbero stati via solamente pochi
giorni e, nonostante ci fosse il rischio di rimanere feriti nello scontro con
Kivar, andavano su Antar consapevoli di poter utilizzare il potere più grande
del pianeta, perciò erano abbastanza sicuri della riuscita del loro piano.
Inoltre erano felici anche perché Maggie aveva assicurato che non avrebbe mai
fatto nulla per separare le coppie e che lei stessa era innamorata di un
terrestre che non avrebbe mai lasciato. Maggie era l’esatto opposto di Tess, e
forse proprio perché l’impostora era senza scrupoli dovevano iniziare a
sospettare che non fosse della famiglia reale. Però quel che era fatto era
fatto e non potevano cambiare il passato. Ora potevano solamente cambiare in
meglio il futuro.
La mattina seguente, mentre Liz, Maria e Kyle andarono a scuola, i quattro
alieni si recarono al laghetto ed iniziarono gli allenamenti. Dapprima si
allenarono ad utilizzare al meglio i poteri che già possedevano. Trascorsero
tre giornate a spostare oggetti con la forza del pensiero, a creare barriere
protettive e a cambiare la forma delle cose, trasformandole soprattutto in armi
da combattimento. Dal quarto giorno provarono ad utilizzare l’ultimo potere. Si
presero per mano e si concentrarono al massimo, sgomberando la mente da ogni
pensiero e preoccupazione. Si concentrarono sul cartiglio reale che era
impresso nelle loro menti come simbolo della loro appartenenza alla famiglia
reale. Dopo circa dieci minuti di concentrazione ruppero la catena perché erano
sfiniti e il cartiglio non era apparso. Un po’ sconfortati tornarono a casa
ripromettendosi di riprovarci il giorno dopo. Impiegarono una settimana per
imparare a manovrare il grande potere reale, ma alla fine erano pienamente in
grado di controllarlo facendo il mimino sforzo.
Qualche giorno dopo il lieto evento, Max e Isabel dissero ai loro genitori che
sarebbero partiti per una viaggio con Michael nel deserto e che probabilmente
non avrebbero chiamato perché sarebbero andati via per ritrovare se stessi. I
genitori, dopo qualche titubanza acconsentirono.
Tutto era pronto per la partenza, salutarono i loro amici e gli alieni si
diressero a Washington per recuperare la navicella spaziale dei genitori di
Maggie.
Il viaggio andò bene, non incontrarono alcun nemico e finalmente partirono alla
volta di Antar. Dopo un giorno di viaggio giunsero sul loro pianeta.
Naturalmente la loro accoglienza non fu delle migliori, perché governava Kivar,
e non erano ammessi atteggiamenti di riconoscenza nei confronti dei reali.
Furono condotti a palazzo reale, ma non poterono parlare con Kivar, il quale
era fuori per creare un’alleanza con alcuni ribelli.
Incontrarono però Tess, la quale si comportò come se niente fosse.
- Ciao, sono così felice di vedervi –
- Noi no, invece – disse Isabel, che la odiava per aver ucciso il suo Alex.
- Non ho potuto fare altrimenti. Non potevo tradire Kivar, lui è mio marito –
- Sappiamo tutto. Sei solo una sporca traditrice, ma te la faremo pagare –
disse Michael alzando la mano destra, pronto ad attaccare.
- Michael calmati – disse Max cercando di mantenersi calmo.
- Non siamo qui per fare conversazione con te. Facci vedere Tefri – disse
Maggie.
- Tu sei la vera Ava, giusto? –
- Esatto. La tua è stata una mossa astuta, purtroppo non hai pensato che io
fossi sulla Terra. I tuoi informatori ti hanno dato dritte sbagliate? –
- Sì. Mi avevano detto che tu eri confinata su un pianeta vicino ad Antar, ma a
quanto pare sbagliavano –
- Portaci Tefri – insisté Max.
- Come vuoi. In fin dei conti sei suo padre, no? –
- Purtroppo sì. L’unica cosa che mi fa star male è sapere che tu sei la madre –
- Max, ti prego non dire così. Mi fai star male – disse Tess, che era ancora
segretamente innamorata di Max.
- Non credo più alle tue parole. Voglio solo vedere mio figlio – fu impassibile
Max.
Dopo qualche minuto giunse al loro cospetto un bambino di dieci anni. Aveva i
capelli neri come quelli del padre e gli occhi azzurri come quelli della madre,
la carnagione chiara, era alto e magro. Era veramente un bel bambino, ma nei
suoi occhi non c’era la tenerezza di Max, ma la freddezza di Tess, e questo
fece molto male ai nuovi arrivati.
- Immagino che lui sia cattivo come te – disse Isabel guardando il nipotino.
- Io non sono cattiva –
- Questa è proprio bella! – rimbeccò Michael.
- Tu se l’essere più viscido di questo universo, sei senza scrupoli e senza
rimorso. Fai schifo! – disse Isabel.
- Be’, il bambino ve l’ho fatto vedere. Desiderate altro? –
- Sì, ucciderti – disse Michael alzando nuovamente la mano.
- Michael, la vuoi smettere! Non siamo qui per ucciderla. Piantala! – urlò Max
arrabbiandosi.
- Ma la difendi? –
- No, ma sarebbe inutile uccidere lei. Lei senza Kivar non è niente. Il nostro
obiettivo è Kivar, non lei –
- Max ha ragione. Vi prego di mantenere la calma. So che vi ha fatto soffrire
moltissimo, ma non possiamo mandare all’aria i nostri piani per una vendetta
personale – disse molto saggiamente Maggie.
- Scusate – disse Michael abbassando la testa.
- Non devi scusarti, anch’io la voglio vedere morta, ma non ora –
- Voi state parlando della mia morte, ma chi vi dice che non sarete voi a
morire? – disse Tess.
- Noi siamo sicuri che non moriremo –
- Volete fare un giro per Antar? – chiese Tess.
- Molto volentieri, così vediamo come tu e quell’essere spregevole avete
ridotto questo pianeta – disse Maggie.
- Noi restiamo qui a palazzo – disse Sara.
Tess chiamò due soldati e ordinò loro di accompagnare i suoi ospiti a fare un
giro per il pianeta. Qualche minuto dopo erano fuori dal palazzo e stavano
camminando per le strade di Antar. Il pianeta un tempo era molto rigoglioso,
ricco, bello, mentre ora era quasi completamente distrutto: le strade erano
rotte, le abitazioni diroccate, la popolazione vestiva di stracci ed era
pallida e denutrita. I quattro reali rabbrividirono di fronte a quello
spettacolo.
- Da quando Antar è in queste condizioni? – chiese Max a un soldato.
- Da quando Kivar è salito al trono – rispose questi.
- Noi siamo costretti a servirlo, ma tutti siamo fedeli solamente a voi, vostre
altezze – disse l’altro soldato.
- Kivar ha ridotto questo paese alla fame. Non posso permettergli di continuare
la sua opera di distruzione – dichiarò Max.
- Cos’hai intenzione di fare? – gli chiese Isabel.
- Fermarlo –
Terminato il loro giro di perlustrazione, tornarono a palazzo e si recarono nei
loro appartamenti. Come aveva previsto Maggie, furono assegnati loro due
appartamenti, uno per ogni coppia anticamente costituita.
- Appena tornerà Kivar ci facciamo ricevere da lui e gli diamo una bella
lezione – dichiarò Max.
- Vuoi ucciderlo? – chiese Maggie.
- Certo. Useremo il potere reale. Non potrà respingerlo. –
- Una volta morto chi prenderà in mano il pianeta? – chiese Isabel.
- Delegheremo qualcuno di nostra fiducia –
- Ma qui non c’è nessuno di nostra fiducia –
- I genitori di Maggie hanno tenuto contatti con gli antariani per tutto questo
tempo, perciò sanno di chi possiamo fidarci – disse ancora Max.
Quella sera furono ricevuti da Kivar. Costui portava una corona con gemme
intarsiate a formare una V. Indossava abiti splendidi e addirittura un
mantello. Tess sedeva al trono al suo fianco e indossava anche lei un abito
meraviglioso. Accanto a loro sedeva Tefri, che squadrava i quattro a colloquio
col padre dall’alto al basso. Nonostante fosse cresciuto ascoltando le
cattiverie fatte da Kivar, sentiva di non appartenere a quel mondo, aveva
l’impulso di correre da Max e abbracciarlo, ma non riusciva a spiegarsene il
perché.
- Ben arrivati, reali – li canzonò Kivar.
- Non fare il furbo – gli rispose Michael.
- Vedi di moderare il tono, quando parli col tuo sovrano –
- Tu il mio sovrano? L’unico mio sovrano è Max. Tu sei solamente un usurpatore
–
- Il popolo mi ha scelto –
- No, tu ti sei imposto e hai ridotto questo pianeta alla fame e alla povertà.
Devi solo vergognarti – disse Max arrabbiato.
- È vero, il nostro principino saprebbe bene come guidare un pianeta –
- Sicuramente meglio di te. Ma questo lo può fare anche un bambino di cinque
anni – disse Isabel.
- Siete solo degli insolenti. Cosa siete venuti a fare qui? –
- A portare via Tefri e a porre fine al tuo dispotismo – rispose Maggie.
- Che cosa? Voi non farete niente di tutto ciò – disse Kivar scagliando contro
i quattro giovani un’onda di energia. Subito loro attivarono gli scudi
protettivi e la sfera venne assorbita.
- Vedo che avete aumentato i vostri poteri. Bene, sarà una battaglia equa –
- Non credo proprio – disse Max prendendo per mano Maggie e Isabel. Capendo le
sue intenzioni, i quattro formarono un cerchio prendendosi tutti per mano, si
concentrarono e dopo qualche secondo apparve sopra le loro teste il cartiglio
reale. Da questo partirono tre raggi luminosi che si congiunsero a formare un
unico raggio bianco di energia che si diresse contro Kivar. Questo ne fu
colpito in pieno e si disintegrò.
- Kivar! – urlò Tess.
- E ora cosa farai senza di lui? – la canzonò Isabel.
- Avete ucciso mio marito, ve la farò pagare! – Tess creò una sfera di energia
che si diresse verso Isabel, ma questa la deviò usando la telecinesi.
- Ma com’è possibile! Il tuo potere non è la telecinesi! –
- Abbiamo tutti e quattro gli stessi poteri ora, solo Max ha in più quello
della guarigione – disse Isabel.
Tess fece per scappare ma Michael la scaraventò contro una colonna utilizzando
il potere della telecinesi, e la ragazza cadde a terra priva di sensi.
- Una piccola soddisfazione personale –
- Okay, prendiamo il bambino – disse Max.
Tefri era rimasto immobile ad osservare i quattro giovani che si avvicinavano a
lui.
- Tefri, non devi avere paura. Non vogliamo farti del male, vogliamo salvarti –
gli disse Maggie dolcemente.
- Avete ucciso i miei genitori, e ora volete uccidere anche me! – piagnucolò il
bambino.
- No. Kivar non era tuo padre. Tefri, io sono tuo padre – disse Max.
- Non ci credo –
- Devi credermi. Te lo giuro. Io sono Zan, il vero re di Antar. Kivar era solo
un impostore, ha preso il nostro posto e ha ridotto questo paese alla
schiavitù. Devi crederci – continuò Max.
- Zan? Perché non sei tornato con la mamma? –
- Perché lei non è Ava, lei è Mascan, una nemica. Lei è venuta sulla Terra e si
è fatta credere Ava, così sei nato tu – spiegò Maggie.
- Non vi credo. Non avete delle prove –
- Certo che le abbiamo. Se tu sei Tefri, figlio di Ava e Zan, e perciò
legittimo successore al trono, devi avere tre nei a forma di V sul braccio. –
disse Maggie.
Tefri alzò la manica della maglia e mostrò ai quattro reali i nei. Poi disse: -
Solo gli appartenenti alla famiglia reale li hanno –
- Esatto. Noi quattro ce li abbiamo – così dicendo i quattro ragazzi glieli
mostrarono.
- Ma anche mia madre ce li ha! –
Si diressero verso il corpo inerte di Tess, le alzarono la manica del vestito
e, scoprendo entrambe le braccia, constatarono che non aveva alcun neo.
- Ti ha fatto credere di averli, perché quello è il suo potere. Lei può
pilotare le menti delle persone. È così che ci ha fatto credere di essere Ava –
spiegò Isabel.
- Ma lei rimane sempre mia madre? –
- Sì. Ma ora lei verrà rinchiusa in una prigione perché ha tradito i reali di
Antar, cioè noi. Tu devi venire con noi sulla Terra e vivere come un normale
bambino – gli disse Michael.
- Sulla Terra? Perché non posso stare qui? –
- Perché il popolo di Antar crede che tu sia il figlio di Tess e Kivar, perciò
ti vuole morto. Noi ti stiamo salvando la vita. Crescerai con noi e a tempo
debito tornerai qui a governare. – disse Maggie.
- Ma voi non vi fermate qui? –
- No, noi siamo cresciuti sulla Terra e lì abbiamo delle amicizie, una vita e
non possiamo abbandonare tutti e restare qui. Ma tu un giorno se vorrai potrai
tornare qui come figlio di Zan e governare al suo posto – disse Isabel.
- Ma non potrò più vedere la mamma –
- Potrai vederla quando tornerai, ma non sarà molto prudente. Lei qui non è
vista di buon occhio. Lo capisci, vero? – gli disse Max.
- Sì –
- Sulla Terra ti chiamerai Tom e sarai un normale bambino di dieci anni. Non
dovrai mai dire a nessuno di Antar, non dovrai mai dire di essere un alieno e
non dovrai mai usare i tuoi poteri, se non in caso di necessità – spiegò
Maggie.
- Che cosa? –
- Sì, è molto importante che nessuno sappia di te, di noi, perché ci sono
persone cattive che vogliono studiarci, altre che vogliono ucciderci. Ne va
della nostra stessa vita – spiegò ancora Maggie.
- D’accordo. Spero di non crearvi dei problemi –
- Non ce ne creerai, ne sono sicura – disse Isabel sorridendo al nipote.
- Quindi io sono il figlio di Zan –
- Sì, ma sulla Terra lui è Max –
- Sono il figlio di Max –
- Esatto, ma non dovrai mai dirlo. Sulla Terra tu sarai mio cugino – disse
Maggie.
- Solo tuo? –
- Sì. Tu verrai a vivere con me a Washington. Loro vivono a Roswell –
- Perché non possiamo stare tutti insieme? –
- Perché a Washington ho una mia vita e se non torno lì si possono
insospettire. Washington è la sede delle organizzazioni che ci vogliono morti e
non aspettano altro che una mossa falsa – spiegò Maggie.
- Capisco. Bene, sono pronto. Posso scrivere una lettera alla mamma? –
- Certo –
Tefri scrisse una lettera a Tess in cui le diceva che sarebbe andato sulla
Terra, che non avrebbe dovuto fargli credere di essere il figlio di Kivar e
che, nonostante tutto, le voleva bene.
- Sono pronto – disse dopo qualche minuto.
Il giorno seguente Max e gli altri tre reali si riunirono con i generali del
pianeta e misero a punto un piano per risaldare l’economia e ricostruire il
pianeta. Delegarono i rappresentanti del pianeta e questo da monarchia si
trasformò in una specie di repubblica federale. Dopo aver adempiuto ai loro
compiti, tornarono sulla Terra. Con loro partirono anche Anica e Nimesi, sulla
Terra Sara e Paul, i genitori di Maggie.
- Siamo molto fieri di voi – disse Sara sulla navicella.
- Grazie – rispose Max assorto a guardare suo figlio. Aveva perso ogni speranza
di poterlo rivedere, e invece ora era di fronte a lui. Un bambino di dieci
anni, bellissimo, molto intelligente e dedito al suo popolo. Sapeva che Tom
prima o poi sarebbe voluto tornare su Antar, ma ora l’aveva conosciuto, sapeva
che era in salvo e che tutti i pericoli erano stati eliminati, perciò non si
sarebbe opposto alla sua decisione; inoltre sapeva che sarebbe stato un
magnifico reggente.
Dopo un giorno di viaggio finalmente giunsero a Roswell.
Liz, Maria e Kyle erano al Crashdown, quando la porta si aprì ed entrarono Max,
Isabel, Michael, Maggie, i genitori di Maggie e il bambino.
- Ragazzi! – esclamarono i tre umani correndo ad abbracciare i loro adorati
alieni.
- Ciao – dissero tutti.
- Cavolo, non scherzavi quando dicevi che sarebbe stato grande – disse Maria
rivolta a Maggie.
- Già. –
- È bellissimo – disse Liz guardandolo con occhi sognanti. Sognava il momento
in cui lei e Max avrebbero avuto un figlio, ma si rese conto di dover aspettare
ancora qualche anno.
- Come si chiama sulla Terra? – chiese Kyle.
- Tom – rispose Max.
- Ciao, io sono Liz – si presentò al bambino.
- E io sono Maria –
- Io invece sono Kyle, piacere –
- Ciao a tutti – disse il bambino.
- Papà, ma perché loro conoscono il vostro segreto se mi avete detto di non
doverlo mai dire a nessuno? – disse Tom rivolto a Max.
Max sussultò e divenne leggermente rosso nel sentirsi chiamare papà, non ci era
abituato e inoltre aveva paura che Liz potesse soffrirne. Liz invece era molto
felice del fatto che il bambino avesse da subito riconosciuto il padre, perché
significava che era buono e che kivar non l’aveva influenzato più di tanto con
la sua cattiveria.
- Perché io ho salvato Liz che era stata colpita da una pallottola e sono stato
costretto a dirglielo. Fortunatamente Roswell è una cittadina molto piccola
dove si conoscono tutti e dove non ci sono molti pericoli per noi, perché una
faccia nuova la riconosci subito. Per questo abbiamo rischiato dicendo loro la
verità – spiegò Max.
- Dove andiamo noi invece dobbiamo stare molto attenti perché è impossibile
conoscere tutti. Washington è enorme e i pericoli sono in agguato in ogni
angolo. Capisci piccolo? – disse Maggie.
- Sì. –
- Papà, un’altra cosa: tu e Ava, quella vera, state insieme? E Rath e Vilandra?
–
- No. Maggie l’abbiamo conosciuta qualche mese fa. Io sto con Liz, Michael sta
con Maria e Isabel con Kyle. Tom, devi imparare ad usare i nomi terrestri. Non
puoi chiamarci coi nomi di Antar, è troppo rischioso – disse Max.
- D’accordo. –
- Tom, un’ultima cosa. È brutto da dire, lo so, però quando siamo in pubblico
davanti a persone che non conosciamo, non chiamarmi papà. –
- Perché? – disse il bambino rattristandosi.
- Perché io sulla Terra ho 18 anni, qui mi conoscono tutti e sanno benissimo
che non ho un figlio. Inoltre tu hai l’aspetto di un bambino di 10 anni ed è
impossibile che io abbia già un figlio così grande. Si insospettirebbero,
capito? –
- Capito –
- Tesoro, io ti voglio molto bene, tu sei mio figlio, ma qui dobbiamo
proteggerci. Qui siamo su un pianeta sconosciuto, noi qui siamo alieni e qui li
alieni vengono studiati, torturati per parlare. Sappi che se avrai bisogno di
me io ci sarò sempre, che mi terrò in contatto con Maggie per avere tue notizie
e che quando saremo tutti e due un po’ più grandi potremmo stare insieme come
una vera famiglia. Te lo prometto – disse Max abbracciando il figlio.
- Okay. Anch’io ti voglio bene papà – disse il bambino ricambiando l’abbraccio.
Liz, Maria, Isabel e Maggie scoppiarono a piangere. Piangevano di felicità per
una famiglia che si era ritrovata, erano intenerite dal comportamento così
affettuoso di Max e non riuscirono a trattenere le lacrime.
- Perché piangete? – chiese loro Max.
- Perché siete troppo belli insieme. Siamo felici per voi – disse Liz.
- Davvero? Non sei arrabbiata, offesa o che altro? –
- Assolutamente no. Vorrei tanto che Tom rimanesse qui con noi. Max, saresti un
padre magnifico – disse Liz abbracciandolo.
- Come farei senza di te, amore mio – disse Max baciando la sua ragazza.
- Tom, io sono la tua zia, non scordarlo – gli disse Isabel.
- Non lo scorderò. So che sei la sorella di papà. Tu sei Vilandra! –
- Chi, scusa? –
- Ok, zia Isabel –
- Così va meglio – disse Isabel abbracciando il nipote.
Erano felici con quel bambino. Era parte della famiglia e non avrebbero mai
voluto allontanarsi da lui, ma era troppo rischioso tenerlo a Roswell. Inoltre
i genitori di Max non sarebbero stati molto contenti di venire a sapere che
quello era il loro nipotino.
- È ora che noi andiamo. Ci aspetta un lungo viaggio – disse Sara.
- Prima di andare voglio darvi questo – disse Maggie porgendo a Max un oggetto
viola.
- Cos’è? –
- Un comunicatore. Con questo possiamo tenerci in contatto e vederci attraverso
un ologramma. Chiamate se avete bisogno e ci fionderemo qui – spiegò Maggie.
- D’accordo. Grazie di tutto. Senza di te non avrei mai conosciuto mio figlio e
Antar sarebbe ancora nel panico – la ringraziò Max.
- Ehi, io sono Ava, non scordarlo. È mio dovere aiutare gli altri componenti
della famiglia reale –
- È ora di salutarci. Noi siamo coloro che vi hanno, per così dire, creati,
perciò se avete problemi coi vostri corpi contattateci – disse Paul.
- Ok, grazie –
- Ciao ragazzi, spero di rivedervi presto. Vi voglio bene – disse Maggie
abbracciando tutti i suoi nuovi amici.
- Ciao anche a te. –
- Piccolo, mi raccomando fai il bravo. Dai retta a quello che ti dice Maggie e
se hai bisogno chiamami, intesi? – disse Max al figlio.
- Sì papà. Ti voglio bene –
- Ti voglio bene anch’io – disse Max abbracciandolo.
Quando tutti si furono salutati, uscirono dal Crashdown per seguire con lo
sguardo i quattro nuovi componenti del gruppo che si allontanavano.
- Dovete raccontarci tutto quello che è successo su Antar – disse Maria.
- Certo. Entriamo –
- Ehi, avete mica intenzione di tornarci? – chiese Kyle.
- No, staremo qui per sempre. Questa è la nostra casa e voi siete la nostra
famiglia – disse Max.
Le tre coppie si abbracciarono e strette strette rientrarono nel Crashdown per
parlare. Anche quest’ostacolo era superato, le coppie erano più unite che mai,
e tutti sapevano che niente li avrebbe divisi, nemmeno un altro viaggio su
Antar o un’altra battaglia contro gli skin. Ormai facevano parte l’uno
dell’altro e avrebbero vissuto insieme per sempre. Si sarebbero sposati,
avrebbero formato una famiglia e sarebbero invecchiati insieme, ne erano
sicuri.
Scritta
da Kassandra |