RIASSUNTO: In
questo racconto la protagonista principale è Maria. Tutti gli avvenimenti che
accadranno ruoteranno intorno al suo presente e al suo passato per poi ricadere
sui tre alieni.
DATA DI STESURA:
dal 18 al 20 agosto 2004
VALUTAZIONE:
adatto a tutti
E-MAIL:
chiara2004@aliceposta.it
DISCLAIMER:
Tutti i diritti dei personaggi del racconto appartengono alla WB e alla UPN, ad
eccezione di Jill Possible, Tommy Brown e dottor Johnson che sono frutto
dell'immaginazione dell'autrice. Il racconto è proprietà del sito Roswell.it.
A New York qualcuno si stava
divertendo.
“E’ stato fantastico” disse sospirando Maria tra le braccia di Michael, l’unico
posto dove si sentiva al sicuro.
“Sei sicura… bè…di stare bene” chiese Michael con una voce preoccupata.
“Si perché??” chiese lei incuriosita.
“No perché mi sembri un po’ pallida… però se dici che è tutto ok… allora….senti
non so se è…. Oh! Maria??” Si era addormentata. Dopo che Michael l’ebbe dato un
soffice bacio sulla fronte si addormentò anche lui.
“Oh mio dio cosa ti hanno fatto??” disse un ragazzo verso un corpo di
ragazza nascosto nell’ombra.
“Ti prego… Maria… rispondimi… non puoi lasciarmi… dimmi qualcosa” disse Michael
tra le lacrime che scivolavano giù dalla sua guancia per finire sul corpo pieno
di lividi e tagli.
Michael prende il corpo freddo della ragazza e comincia a correre, fino a
quando non si ritrova davanti ad una porta: “Max…ti prego aprimi……Maria!!”
cominciò ad urlare a quella porta.
Ad un tratto una ragazza dai capelli lunghi castani aprì: “Michael… che ci fai
qui a quest’or… oh mio Dio Maria… Ma cos’è successo?”, “Liz ti prego chiama
Max… Maria… io”, “Aspetta prendo la giacca, Max non c’è! non ti ricordi? E’
partito per Antar” appena finito d i parlare salirono in macchina.
Ci fu una folle corsa in ospedale, Michael sui sedili posteriori con Maria tra
le braccia piangeva: “Ti prego non lasciarmi…. Niente avrebbe più senso”.
Poi un’altra corsa lunghissima in un corridoio, fino ad arrivare davanti alla
sala operatoria, dopo qualche minuto un medico uscì dalla sala operatoria.
“Lei è il signor Guerin?”, “Si” disse lui tutto teso, “Mi dispiace, abbiamo
fatto tutto il possibile”.
“No non è possibile… mi dispiace tantissimo” disse Liz tra i singhiozzi verso
Michael.
“ no non è vero” cominciò ad urlare Michael.
“Noooo!” si alzò di scatto.
Dalla porta arrivò Maria, che si era alzata per preparare la colazione, e lui
vedendola, li corse incontro e l’abbracciò.
“Buongiorno anche a te” disse lei spaesata per quest’abbraccio improvviso.
“Maria ti amo…. Ti amo tantissimo” disse lui, quasi non credendoci che poteva
tenerla tra le braccia, e poi li diede un lungo bacio.
Ad un tratto suonò il telefono e Maria continuando a guardare Michael con
un’aria preoccupata rispose.
“Pronto… si certo me la passi…. Ehi Liz!!” al suono di quel nome Michael
cominciò a guardarla preoccupata.
“ Che cosa???…no non ci credo… siete a Boston. Quindi presumo che vi iscriviate
a Yale… ah bè non avete perso tempo.” Intanto Michael nella cucina cercava di
preparare la colazione assorto nell’ascolto della telefonata..
“No, stiamo cercando ancora la casa dei nostri sogni.In ogni modo non si sta
tanto male qui in albergo…. Che cosa?? Scusa la linea è un po’ disturbata… Vuoi
parlare con Michael?… si aspetta che lo chiamo… Michael!!!”
Al suono della voce di Maria, il pentolino con le uova li cadde per terra, “Ehi
Michael che ti succede?” disse Maria aiutandolo a togliere le uova dal
pavimento, “Niente… non ti preoccupare” e gli diede un bacio frettoloso, “Va bè
io vado a fare una doccia e poi esco che fai vieni con me?” disse lei
rintontita da quel bacio che non si aspettava, “No ti raggiungo più tardi”, “Ok
uomo dello spazio”.
Quando Maria se ne fu andata prese in mano la cornetta: “Pronto?…. Ciao
Liz….Anche tu??… Ma ne sei sicura… senti va bene se prendo il primo volo e
vengo lì, devo parlarne con Max…. Anche lui? La cosa non mi piace… cerco di
fare il più in fretta possibile” riagganciò la cornetta e quando si girò….
“Ehi dove devi andare?” chiese Maria incuriosita.
“Ad un colloquio fuori città… quindi non uscire…. per la casa…perché se mi
prendono… cioè se mi assumono dovremmo cercarla lì… va bene? prendo la moto….
Non so a che ora torno”.
La baciò frettolosamente e poi uscì. Maria rimase qualche istante a guardare la
porta chiusa: “Ma cosa diavolo gli è preso stamattina??”.
Dopo qualche istante suonò il cellulare di Michael, e rispose: “Pronto?… Ciao
mamma…. Si tutto bene a parte Michael…sai probabilmente la luna sta cambiando
orbita e ne risente…. No è uscito… ma mamma stai bene???…. Mamma…Mamma…” la
linea cadde.
Maria preoccupata, corse in camera e mise dei vestiti dentro un borsone, chiamò
un taxi e scrisse un bigliettino a Michael: “Amore, mi ha chiamato mia mamma e
sentivo che non stava bene, non lo so cos’abbia ho deciso di partire per
Roswell. Ti chiamo appena arrivo, stai tranquillo. Ti amo. Maria”.
Subito dopo arrivò la chiamata del portinaio per informarla che il taxi era
arrivato.
Scese di corsa e si diresse verso l’aeroporto.
Dopo qualche ora di viaggio, Michael arrivò all’alloggio per studenti
universitari della facoltà di Yale.
Percorse un lungo corridoio che pullulava di ragazzi della sua età, fino ad
arrivare all’appartamento n 247, bussò, e subito gli aprirono.
“Ehi!…E’ già arrivato Max?”disse lui con una voce piuttosto agitata.
“No ma dovrebbe essere qui a momenti….. e dovrebbero arrivare anche Kyle, Jess
e Izzy” disse Liz.
“E come mai??… non mi dire che anche loro?”Liz annuì.
“No…allora è tutto vero… no non può finire così…non Maria cosa ha fatto di
male?” e cominciò a mettersi le mani tra i capelli “L’unico errore che ha fatto
è stato quello di innamorarsi di un alieno…un lurido alieno…è tutta colpa mia”,
Liz si inginocchiò davanti a lui e prendendoli le mani disse: “No, no…. Se lei
fosse qui ti direbbe che sei uno stupido a pensare così…tu prima di essere un
umano o un alieno sei Michael…e non ti preoccupare ti giuro sulla mia vita che
a Maria non li accadrà mai niente finche ci saranno delle persone che li
vogliono bene”.
Dopo aver sentito queste parole rialzò la testa, aveva gli occhi lucidi per la
disperazione “Grazie Liz” e l’abbracciò come si abbraccia una sorella.
In quel momento entrò Max che vedendo lo sguardo perso nel vuoto, gli si
avvicinò e li mise una mano sulla spalle e guardandolo negli occhi disse:
“Qualunque cosa succeda…. Lei vivrà… te lo giuro”.
Dopo un paio d’ore arrivarono anche tutti gli altri.
Kyle entrò dentro come una furia “Dov’è?… Ditemi che sta bene… per favore
ditemi che è ancora viva”.
Michael sempre con lo sguardo perso nel vuoto rispose: “Si… è a casa”, Kyle lo
fulminò con uno sguardo “A casa?… A casa??.. l’hai lasciata a casa da sola??…
bravo ti dicono che mia sorella…. Cioè la tua fidanzata verrà ammazzata e tu la
lasci a casa da sola?…Bravo!” disse con un tono di sfida.
Appena ebbe finito di sentire quelle parole Michael si scaraventò addosso a
Kyle “Io ci tengo a tua sorella, sentiamo sapientone cosa avrei dovuto fare?”
“Vediamo di calmarci… tutti” urlò Isabel contro Kyle e Michael.
“Cerchiamo di ricostruire tutti gli indizi che abbiamo” disse Max con aria
pensierosa.
“Io ho riconosciuto il vicolo e l’ospedale..e… si trovano a Roswell” disse
Isabel.
“E poi dovrà accadere in un periodo in cui tu e forse Isabel sarete su Antar”
disse Michael.
“Oppure in un periodo in cui nessuno di noi ci sia” disse Kyle.
“Non è possibile... è troppo simile ” disse Liz a bassa voce, ma abbastanza
forte da farsi sentire da tutti.
“In che senso è troppo simile” disse Max sedendosi di fianco a lei.
Dopo un momento di silenzio cominciò a raccontare: “Quando avevamo circa 13
anni… voi non eravate ancora entrati nelle nostre vite… in ogni modo una sera,
fummo incaricate da mio padre di buttare la spazzatura… sapete erano i primi
lavoretti che facevamo… a quell’età Maria non era così”, “In che senso non era
così” disse Michael incuriosito.
“Maria era… chiusa, timida, una che pensava le cosa ma aveva paura a dirle….
Comunque un uomo…. Era ubriaco… mi prese per un braccio… però Maria si mise in
mezzo e mi disse di chiamare aiuto…. Quando tornai con mio padre era sdraiata
per terra – Liz nel raccontare cominciò a fissare il vuoto e a singhiozzare-…
la trovammo con i vestiti strappati e con tanti lividi e tagli” qui si
interruppe per asciugarsi un po’ le lacrime, poi riprese: “Rimase per numerosi
mesi senza parlare…neanche gli psicologi riuscirono a fare qualcosa… poi un
giorno divenne la Maria che è adesso… e mi disse che è cambiata perché vuole
vivere ogni singolo attimo e che doveva ringraziare chiunque ci sia lassù per
averla salvata… vedete quel sogno mi ha ricordato tutto come fosse ieri” alla
fine del racconto Max la strinse a se.
Michael continuando a guardare nel vuoto, ascoltò e alla fine di tutto il
racconto una lacrima gli scivolò sulla guancia “Perché non mi ha mai detto
niente di questo?”, “Michael….. questa è una parte di cui lei non va molto
fiera”
“E questo pervertito è ancora in circolazione?” disse Michael rivolto a Liz.
“No per fortunata… dopo che Sean l’ha trovato e pestato.. la polizia l’ha
preso…. Si è scoperto che era già ricercato per altri stupri e l’hanno
condannato a l’ergastolo senza attenuanti…ma non credo che questo abbia molto a
che fare con i sogni… ma non voglio che soffra di nuovo”.
“Se ci fosse ancora Tess potremmo dire che è colpa sua…che ha guardato il
passato di Maria e che ci ha plagiato” disse Isabel.
“Ma Tess non c’è più” disse Max scocciato.
Poi riflettendoci disse: “E se… se qualcun altro fosse in grado di manipolare
la mente??”
“Bè ora cosa facciamo?” chiese Kyle
“Torniamo a fare la nostra vita normale… senza preoccuparla… e tu Michael cerca
di starli il più incollato possibile” disse Max con un tono glaciale.
“Se vuoi ti riaccompagniamo a casa noi” disse Liz rivolta a Michael che si
limitò ad annuire.
Intanto Maria che era appena salita sull’aereo, cercò di contattare Kyle, ma li
risponde solo la sua segreteria telefonica, dopo aver ascoltato il messaggio
disse: “Ciao Kyle, sono Maria, penso che mamma non stia bene, anche se non
fosse io vado a Roswell, chiamami appena senti questo messaggio”.
Appena ebbe finito di parlare ebbe una specie di flash vide il suo Michael con
in braccio un bambino piccolo di pochi mesi e una bambina che li teneva la
mano.
Poi l’aereo decollò e Maria si addormentò come sotto l’effetto di un sonnifero.
Mentre Isabel, Jess e Kyle stavano tornando in Florida, Kyle riaccese il
cellulare e dopo aver ascoltato il messaggio di Maria urlò: “Ferma la
macchina!!”
“Ma cosa ti prende” gridarono all’unisono Jess e Isabel.
“Maria… Roswell…. Maria è andata a Roswell mamma sta male…. Oh mio Dio... dai
parti dobbiamo trovarla prima che... no non ci voglio neanche pensare” disse
Kyle in preda al panico.
“Adesso cerca di calmarti… Jess per favore prova a contattare Max.. e dilli che
noi andiamo a Roswell”.
Jess la guardò stupefatto “Ma ne sei sicura?..se vuoi accompagno io Kyle”
“Mai stata più sicura nella mia vita” rispose lei.
Jess compose il numero di Max e dopo un breve istante di silenzio “Ce l’ha
spento.. e adesso cosa facciamo?”.
“Andiamo a Roswell” disse Isabel con una sicurezza che non aveva mai avuto
prima.
“Maria? Amore? Dove sei?” chiese Michael appena entrato in casa.
“Vieni a vedere chi ho appena incontrato giù” disse Michael sicuro che fosse in
casa.
Intanto Liz e Max si stavano togliendo la giacca, quando videro Michael che
tornava indietro come una furia.
“Michael…. Calmati… cosa c’è?” chiese Liz preoccupata.
“Maria…. Amy sta male…. O cavolo è una trappola me lo sento” disse Michael
agitato come non lo era mai stato prima d’ora, e poi porse il biglietto a Liz.
Lei lo lesse “ecco cosa facciamo…. Adesso io prendo il primo volo per Roswell e
vado da Amy e poi torno con Maria”.
“no veniamo anche noi” disse Max vedendo l’espressione sofferente dell’amico.
Ad un tratto il cellulare di Max cominciò a suonare “Pronto?…. Ciao Jess… lo
sappiamo ha lasciato un biglietto prima di andarsene…. Tranquillizza Kyle noi
prendiamo il primo volo per Roswell…. Ok ci vediamo a casa di Amy…. Va bene
ciao” così Max interruppe la telefonata.
“Maria ha chiamato Kyle, dicendoli di raggiungerla a Roswell…e adesso anche
loro stanno andando là”.
L’aereo atterrò senza nessuno problema , quando scese dall’aereo l’attendeva
già Jim Valenti, che la condusse subito da sua madre.
“Ehi! Cos’è successo?” disse Maria vedendo la madre sotto tante coperte.
“Sai non sono più quella di una volta….. quindi... però non ti preoccupare mi
rimetterò” disse la madre con quel poco fiato che aveva.
“Adesso riposati….ed io intanto chiamo il dottore” li disse per rassicurarla.
Mentre Maria usciva dalla camera Jim le venne incontro.
"Dici che Max... se lo chiamiamo riesce a fare qualcosa" chiese Jim con un tono
speranzosa.
"No... penso di no.... te l'ha detto.... non tutto è guaribile... comunque io
farò tutto il possibile per salvarla" disse Maria accennando un debole sorriso.
Poi Jim se ne andò nella camera dove stava la sua compagna mentre Maria tirò
fuori il cellulare.
“Avanti Michael… rispondi…. Niente” poi fece un altro numero.
“Salve dottor Johnson…sono Maria DeLuca chiamo per mia madre… è incinta e ha la
febbre molto alta e fa fatica a respirare…. Si si allora ci vediamo alle 7…. Va
bene grazie”.
Ad un tratto, di fretta e furia entrarono Kyle, Jess e Isabel.
I tre appena videro che Maria stava bene li si getteranno al collo “Perché non
ci hai aspettato?” disse Kyle.
Maria guardò stupita il ragazzo “Ma con chi credi di parlare con una ragazza di
14 anni?” gli rispose in maniera scherzosa.
“Piuttosto vai da mamma.. sta molto male”
“Ed il bambino??”
“Non lo so tra un po’ arriva il dottore?”
“Sei riuscita a convincerla a farsi visitare da un dottore?”
“Non è che aveva molta scelta”
“Ma hai notato qualcosa di strano quando sei arrivata?” si intromise Isabel che
ricevette subito una gomitata da Jess.
“No, ma cosa avete tutti oggi? La luna sta cambiando direzione?”
“No ho detto così…. Per fare un po’ di conversazione” disse Isabel con un tono
imbarazzato massaggiandosi il punto in cui era stata colpita.
Il dottore arrivò di lì a mezz’ora e dopo aver visitato la madre, chiese di
parlare con Maria.
Nello stesso momento che Maria condusse il dottore in un luogo privato,
arrivarono Michael, Liz e Max.
“Dov’è? Sta bene?” disse Michael preoccupato.
“E’ di là col dottore…. Amy non sta tanto bene” disse Jess che stava porgendo a
Isabel una tazza di camomilla.
Intanto nel salotto il dottore stava mostrando a Maria le condizioni in cui si
trovava sua madre.
“Questa gravidanza è un vero problema” disse il dottore con aria preoccupata.
“Può essere un po’ più diretto” disse Maria, con una voce stanca e preoccupata
allo stesso tempo.
“Per adesso sua madre non correrà nessun pericolo… ma…… quando dovrà partorire…
e l’età avanzata…. bè…. Signorina sarò diretto…. Non so se sua madre dopo il
parto ce la farà”disse guardando la ragazza che al suono di quelle parole
rimase come paralizzata ma delle lacrime cominciarono a scivolarle sulla
guancia.
“Mi dispiace” detto questo il dottore uscì dalla sala, passò davanti a tutti
coloro che si trovavano in cucina e poi con un cenno goffo dalla mano disse:
“Buona serata” e poi uscì.
Tutti rimasero per un attimo in silenzio, poi Michael, imitato subito dagli
altri, andò verso il salotto dove trovò Maria in lacrime, gli si sedette di
fianco e l’abbracciò.
Quando lei rialzò la testa e lo vide, con una voce tra il normale e il sorpreso
disse: “E tu? Che cosa diavolo ci fai qui?”.
“Sapevo che avevi bisogno di me…. Bè…. Sono arrivato” disse lui con un tono
rassicuratore.
Poi, Maria si girò, e quando vide che erano tutti lì, si rivolse verso Michael
e con una voce molto scocciata disse: “Tu non me la racconti giusta… però ne
riparliamo più tardi… adesso potrei parlare con Kyle… da sola” sempre rivolta a
Michael, che si limitò ad annuire.
Quando furono rimasti da soli, Maria con una calma irreale, spiegò che rischio
stava correndo Amy.
Alla fine del racconto, a Maria cominciarono a scendere delle lacrime lungo la
guancia, e dopo un attimo di dispersione Kyle si alzò e si diresse verso la
camera di Amy e Jim, seguito da Maria, passando davanti agli occhi di tutti i
presenti nella cucina, che dopo un breve istante di esitazione si alzarono e
seguirono i due.
Appena entrati in camera di Amy, Maria si sedette nella parte vuota del letto,
Kyle si inginocchiò al suo bordo, Jim era seduto già da tempo su una sedia
vicino al letto stringendo la mano ad Amy mentre tutti gli altri stettero in
piedi sulla porta.
“Ehi… cosa ti ha detto il dottore? oh ciao Kyle” disse Amy con un filo di voce
a Maria e a Kyle.
“Che guarirai….. e che tra poco tempo terrai in braccio il mio fratellino”
disse Maria con un sorriso triste e con le guance rigate dalle lacrime.
“Non sai dirle le bugie… avanti dimmelo pure che sto morendo” disse lei con uno
strano sorriso.
“Avanti quanto mi rimane?”
Maria non rispose, “Non sanno se dopo il parto ce la farai” disse Kyle con lo
sguardo perso nel vuoto.
Dopo un breve periodo di silenzio, Amy guardando la figlia, e sembrando quasi
di capire ciò che pensava disse: “Però se abortissi riuscirei a farcela….
Giusto?” rivolta alla figlia e lei si limitò ad annuire.
“Bene…. Maria quando me ne sarò andata” al suono di quelle parole, Maria
scoppiò in un profondo pianto.
“Non voglio che tu parli così… vedrai troverò il modo…. Tu vivrai e così farà
anche il tuo bambino” dopo aver detto questo, Maria uscì dalla stanza subito
seguita da Michael che la strattonò per un braccio.
“Dove vuoi andare?..Tua madre ha bisogno dite più di qualsiasi cosa”
“Senti – cercando di essere calma- lo so benissimo che tu non sei qui perché
mia mamma sta male… non so cosa tu abbia in mente…. Ma per questa volta non
voglio entrare nelle vostre faccende aliene… quindi lasciami in pace” man mano
che parlava la voce si alzava, ed Amy che si trovava nell’altra stanza sentì
ogni singola parola.
Maria dopo aver dato sfogo al suo nervosismo prese la giacca e uscì sbattendo
la porta.
Intanto qualcuno aveva assistito a tutta la scena fuori di casa.
“Pronto?…. Jill… sono Tommy…. Stanotte ti potevi risparmiare tutta quella
fatica di riunirli… il destino gioca a nostro favore….. In che senso? La
signora Valenti sta male…. Maria è tornata… e gli altri, preoccupati che poteva
accadergli qualcosa… l’hanno seguita e sono tutti qui….. a Roswell… cosa sta
facendo?… ha appena litigato con Rath se ne è andata… cosa dici? entro in
azione adesso?…. Ah va bene… ok torno alla base”.
Poi con una faccia un po’ delusa, guardando Michael sedersi su una sedia vicino
alla finestra con le mani tra i capelli, disse: “Mio caro Rath…. Ci rivedremo”.
Poi Tommy salì sulla macchina e mise in moto.
Oramai era già mezzanotte passata.
Maria vagava per la città senza una meta, ogni luogo li ricordava qualcosa.
Il CrashDown dove ha passato gran parte della sua infanzia, il suo primo lavoro
e anche il posto dove aveva dato il primo bacio a Michael.
Il vicolo, dove una parte della sua vita li fu strappata.
L'appartamento di Michael, ormai abbandonato e messo a soqquadro dai federali,
il posto dove si sentiva più al sicuro.
Il parco giochi, dove vide suo padre per l'ultima volta e dove sua madre la
portava tutte le domeniche.
Il lago, il luogo d'incontro, quando erano ancora pochi a sapere degli alieni.
Poi quasi in trans, entrò nel cimitero e si avvicinò ad una tomba piena di
fiori e si inginocchiò piangendo.
"Oh! .... Alex solo tu puoi capirmi"
Ad un tratto una mano gli si appoggiò sulla spalla.
"Michael.... per favore lasciami sola"
"Va bè che è da un po' che non ci parliamo.... ma trattare un vecchio amico
così"
Lei si girò riconoscendo la voce, e rimase a bocca aperta.
"Ehi.... Maria... non mi riconosci.... sono Alex... non stai sognando è solo la
tua immaginazione"
Lei quasi sollevata, gli si gettò al collo e cominciò a piangere.
Poi tra i singhiozzi gli raccontò di cos'era successo, della fuga da Roswell,
del matrimonio di Liz, dello strano comportamento di Michael che aveva avuto
quella mattina, della chiamata di sua madre e delle condizioni in cui si
trovava, del sogno fatto in aereo e della sfuriata appena avuta con Michael.
Poi sconsolata si appoggiò alla spalla di Alex "Non ce la faccio più.... è da
un po' che ci stavo pensando..... forse è ora che mi fermo".
"Cosa intendi dire?"
"Alex sono stufa di scappare...... è ora che mi faccio anch'io una vita
normale.... loro sono tutti uniti.... convinti che quello che decidono sia
giusto per tutti..... ma adesso non ne voglio più sapere.... anche Michael lui
non può avere me come una palla al piede".
"Non so se fai bene a fare così.. e lo sai benissimo che per Michael non sei
una palla al piede".
"Si... per te tutto quello che diceva Isabel era legge... guarda cosa ci ha
portato ad essere loro amici.... io stufa e tu morto"
"No" disse Alex arrabbiato.
"Michael ha rinunciato al suo sogno per te...... non è tornato a casa per te...
ed ora tu lo ringrazi così"
"Si hai ragione.... ahi!"
"Maria cos'hai?"
"Niente è da due giorni a questa parte che ho dei piccoli dolori...sarà lo
stress"
"non è che tu?"
"No... no ,no, no...... non ci pensare nemmeno.... un bambino adesso sarebbe un
grande problema"
"Si va bene... come se non lo so che per te e Michael sarebbe una gioia immensa
avere un bambino"
"Forse hai ragione"
"Adesso dovresti tornare da lui...."
Si gira un secondo perché sente un rumore alle sue spalle "Ma che diavolo.."
poi quando si gira verso Alex, non c'era più.
Poi vide un piccolo ciuccio rosa dove prima sedeva Alex.
"Grazie" disse bisbigliando quando afferrò il ciuccio.
Mentre tornava a casa, vide che nel senso opposto al suo c'era una macchina che
li stava venendo incontro.
Quella macchina non l'aveva mai vista, però non ci pensò neanche più di tanto,
l'unica cosa che voleva era quello di tornare a casa.
Quando arrivò, tutti più o meno dormivano, lei senza neanche accorgersene andò
subito in camera di sua madre che era ancora sveglia.
"Ciao senti..." disse Maria come se doveva dirli qualcosa di urgente.
"Sh..... Vai da Michael...l'hai trattato proprio male...e poi non ti sembra il
caso di dirglielo?" disse Amy sorridendo.
"Che cosa dovrei dirli?" disse Maria stupita.
"Va bè..... vai"
Andò in cucina, dove li venne un piccolo attacco di nausea, subito dopo che li
fu passato cominciò a prepararsi una camomilla e si sedette su una sedia.
I suoi pensieri furono disturbati, quando trasalì e lo vide, si sentì un po'
rincuorata.
Aveva paura che dopo la sua sfuriata avesse preso quelle poche cose che aveva e
che fosse partito per chissà dove anche per Antar.
"Sono venuto solo a prendere un bicchiere d'acqua" disse lui intimidito.
Maria lo squadrò poi un sorriso gli comparve sul viso, gli corse incontro e lo
abbraccio.
"Scusa per quello che ho detto... scusami tanto" disse Maria.
"Non ti devi preoccupare" e la baciò.
Poi stremati andarono tutti e due a letto, nella stanza che una volta fu di
Maria.
E subito si addormentarono.
Nella sala dove si trovavano gli altri.
"Max sei sicuro di non poter far niente per la mamma di Maria?" disse Liz a
bassa voce.
"Vorrei non sai quanto.... ci ho già provato... ma lo sai anche tu che io non
sono infallibile" disse Max profondamente amareggiato.
"Lo so"
"L'unica cosa che può salvarla è lei.... dovrebbe rinunciare al bambino"
"Conoscendola non lo farebbe mai..... e neanche Maria si arrenderà facilmente"
"Vedrai che ce la farà... me lo sento" detto questo si diede un bacio sulla
fronte e si addormentò.
Intanto nella vecchia industria...
"Signor Brown chiama gli uomini" disse Jill soprappensiero.
"Tutti gli uomini che fanno parte del progetto Harding due a rapporto" disse al
microfono Tommy.
Quando furono tutti a rapporto Jill cominciò a parlare.
"I soggetti sono tutti qui a Roswell, quindi teneteli sotto controllo, ogni
minima cosa mi deve essere riferita a partire da oggi.... potete andare" disse
con un tono piuttosto freddo.
Poi, Jill insieme a Tommy, si avviarono verso la sala che erano soliti a
lavorare.
"Perché da stasera?" disse Tommy incuriosito.
"Perché stasera lì darò un piccolo indizio di cosa abbiamo intenzione di fare
con loro... astringimi la mano dovrò concentrarmi tanto" e li tese la mano che
lui strinse prontamente.
"Ehi.... ma dove siamo?" chiese Michael spaesato.
"Non lo so... ma di sicuro questa non è casa" disse Isabel.
"Quindi?... sapientoni ditemi dove siamo... e perché stavolta non ci sono anche
Jess, Liz e Kyle" disse Michael indispettito.
"Forse perché gli alieni siamo noi... e perché non è mai stata loro intenzioni
coinvolgerli... era una trappola per noi" disse a bassa voce Max ma in modo che
tutti sentissero.
Ad un tratto comparve la sagoma di una ragazza avvolta nell'ombra, di lei si
riusciva a vedere solo la fine del vestito di un color bianco perla con ai lati
dei ricami gialli.
Facendo un debole inchino disse: "Salute sovrani di Antar... Zan, Rath e
Vilandra.. sono venuta a darvi una notizia... il nostro pianeta nonostante
tutti i vostri sforzi da quaggiù e di Eva è ancora in guerra" poi si azzittì.
"Ma la guerra non era finita?" chiese con una punta di arroganza Michael.
"E' quello che vi hanno voluto far credere"
"E perché?" chiese Michael con diffidenza.
"Per non farvi tornare.... per assicurarsi che voi non tornavate ma adesso la
cosa è incontrollabile... mi hanno mandato per avvertirvi dove dovrete andare e
quando tornerete a casa.... saprete tutto a tempo debito... e allora la scelta
sarà vostra"
"Perché ci hai fatto allora credere che Maria doveva morire" chiese Max dopo
aver ascoltato in silenzio.
"Per me parlarvi adesso è un grande spreco di energie, figuratevi se lo avessi
fatto quando voi eravate tutti distanti fra di voi. Mi serviva un pretesto per
farvi riunire. Però vi assicuro che da parte nostra noi non abbiamo niente
contro Maria... ora devo andare la mia energia si stà esaurendo"
"Dicci almeno chi sei... e..... come fai a conoscere Tess cioè Eva?" chiese
implorante Isabel.
"Vi sarà detto tutto a tempo debito... l'unica cosa che dovete sapere.... è che
adesso Roswell è un posto sicuro.. i federali se ne sono andati...ora devo
andare".
"Allora come è andata?" chiese speranzoso Tommy a Jill.
"Tutto secondo i piani, ora possiamo passare al piano b" disse con una punta di
perfidia.
"Strega" si avvicinò e la baciò appassionatamente.
In casa DeLuca qualcuno non riusciva a dormire.
Liz seduta al tavolo della cucina stava scrivendo qualcosa, infatti il giorno
che lei e Max arrivarono a Boston, passando davanti a una cartoleria vide un
diario in esposizione che d'impulso decise di comprare.
Ciao sono Elizabeth chiamata anche Liz.
Passando del tempo lontani da Roswell, mi ero completamente dimenticata il
perché me ne ero andata.
Pensavo che la vita fosse tutta rosa e fiori, almeno da come la stavo vivendo
invece.... ora ricordo tutto.
Ricordo di quanto ho sofferto nel lasciare Roswell a causa della vera origine
di Max, ricordo quanto sono stata male nel separarmi dai mie genitori.
Nell'ultimo periodo sembrava quasi che stessi vivendo una favola, il mio
matrimonio con Max e il riunirci tutti assieme nel deserto per festeggiare,
tutto mi ha ricordato i momenti trascorsi al lago, quando nessuno sapeva ancora
cosa combinavamo lì.
Poi quando ho visto in quel sogno Maria morta, ho sentito come una stretta alla
gola, come se qualcuno mi premesse il collo e mi impedisse di respirare.
E adesso che sono tornata a Roswell, trovo Amy, colei che mi ha fatto da
seconda madre, in fin di vita perché vuole realizzare ciò che tutte le donne
vogliono di più al mondo... avere un figlio.
Ma perché tutto deve essere così complicato? perché non possiamo avere una vita
normale?
Adesso cercherò di addormentarmi anche se so che non accadrà.
Ti lascio.
Liz Parker Evans
Scritta
da Iaia |