RIASSUNTO:
Serata di pioggia che permea Roswell in una morsa di tristezza. Maria e
Liz sono al lavoro nel locale,
prima dell’apertura, quando uno sconosciuto bussa ai vetri… chi sarà mai?
DATA:
27/12/2000
CONTENUTI:
adatto a tutti.
DISCLAIMER:
tutti i diritti dei personaggi che compaiono in questo breve racconto sono di
proprietà della WB,
salvo per il personaggio del “nuovo compagno di classe”
(Luca Tribbiani)
che è nato
dalla penna e dalla fantasia dell’ autore, il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.
E-MAIL:
doria77@hotmail.com
CAPITOLO SECONDO
Il
Crashdown Cafè era ancora deserto, solo Liz e Maria si stavano dando da fare
nel sistemare le ultime cose prima dell’apertura serale. La giornata non era
stata delle migliori: per tutto il giorno nuvoloni grigi e minacciosi si erano
addensati nell’aria, che era carica d’attesa, e da poco era cominciato a
piovere a dirotto. Dallo stereo in fondo al bancone veniva una dolce, quanto
malinconica ballata, che si diffondeva per tutta la stanza: era “Karma Police”
dei Radiohead. Anche le due ragazze si erano lasciate coinvolgere
dall’atmosfera non certo allegra che le circondava e in silenzio continuavano
a lavorare. Si era creato un clima quasi surreale, rotto solo dal crepitio
intermittente che la pioggia provocava battendo sulle vetrate, ma tutto
sommato, era un rumore che ben si fondeva con l’irrealtà di
quell’immobilità. Ecco perché, un forte colpo sulla porta d’ingresso, le
aveva letteralmente fatte sobbalzare e le aveva strappate dal mondo ovattato e
soffuso, nel quale erano piombate, per riportarle alla realtà concreta. Chi
poteva essere, visto che mancava ancora del tempo all’apertura?
Simultaneamente si voltarono verso la porta, ma intravidero solo una sagoma
deformata dai rivoli d’acqua che scendevano copiosi lungo i vetri. Maria
allora si affrettò ad aprire. Liz però non era dello stesso avviso e con un
filo di voce disse all’amica: “ Maria, che fai, non sappiamo chi sia, e se
fosse male intenzionato….Sai non si può mai sapere…”
“Sciocchezze, sei la solita fifona, chi vuoi che sia, al massimo qualche
alieno venuto a mangiare qualcosa….Ma non sarebbe poi una gran novità.”
Senza più indugiare aprì la porta. Per un secondo, il mondo sembrava essersi
fermato, nell’attesa che lo sconosciuto facesse un passo verso la luce, in
modo da rivelarsi.
Quale fu la sorpresa nel trovarselo di fronte è difficile descriverla, fatto
sta che non avevano pensato minimamente alla possibilità di vederselo
comparire da quella porta, chissà poi per quale motivo. Il ragazzo era rimasto
immobile davanti a loro due, colto pure lui alla sprovvista nel vedere chi
aveva di fronte. C’è da giurarci: nemmeno lui lo aveva lontanamente messo in
preventivo quell’incontro.
Maria
fu la prima a destarsi e a rompere quel silenzio che cominciava ad essere
imbarazzante.
“Entra, non vorrai stare lì impalato tutta la sera?”
“Come scusa…”
“Dicevo che puoi anche entrare..”
“Grazie…”
“Non siamo ancora aperti, ma visto il tempaccio non mi pare carino lasciarti
fuori ad aspettare, vero Liz?” Diede una leggera gomitata all’amica che
sembrava essere ancora un po’ titubante. “…Eh..eh…certo, non possiamo
lasciarti fuori, se vuoi sederti in un tavolo, tanto non manca ancora molto
all’apertura.”
“Grazie…veramente però io sarei venuto per quel posto di cameriere….Ho
letto il cartello e…”
Maria e Liz si guardarono e cominciarono a ridere. Il ragazzo le osservava
senza capire nulla, non gli sembrava di aver detto nulla di così comico.
“Non vedo cosa ci sia di divertente, ho solo chiesto…”
Liz
fu la prima a ricomporsi “Scusa, non badarci, a volte siamo veramente due
sciocche…è solo che da quando abbiamo messo quell’annuncio tu sei la prima
persona a presentarsi…e francamente ormai eravamo rassegnate a tirare avanti
senza nessuno. Poi, non avevamo mai ipotizzato che un ragazzo si facesse
avanti…in una giornata tanto cupa, quando hai bussato ho subito pensato a
tutt’altre cose che all’eventualità che tu volessi quel lavoro….”
“…insomma- Maria era intervenuta a sua volta- come vedi siamo tutte matte,
ma non farci troppo caso, e se poi lavorerai con noi
t’abituerai….Piuttosto, toglimi una curiosità, tu non sei per caso quello
nuovo che è venuto da pochi giorni…ieri ti ho visto mentre andavi verso il
campo da calcio, finite le lezioni.”
“Sì, sono io….Mi ero dimenticato di presentarmi, mi chiamo Luca Tribbiani,
e voi…”
“Io sono Liz Parker, mentre lei è la mia migliore amica Maria DeLuca… i
miei genitori sono i proprietari e dunque devi parlare con loro per il lavoro,
ma penso che non ci dovrebbero essere particolari problemi.”
“Bene, sai dove posso trovarli?”
“Al momento sono fuori, ma penso che tra poco dovrebbero tornare. Cosa dici
nel frattempo di bere qualcosa?”
“Volentieri.”
Le due ragazze andarono in cucina a prendere qualcosa mentre lui aspettava
seduto ad un tavolo.
“Cosa ne pensi” Maria guardava l’amica con espressione indecifrabile.
“Ma…non saprei, a me sembra un ragazzo normale…cioè voglio dire ….”
“Umano?”
“Eh… più o meno intendevo quello. Solo che Max mi aveva detto cose poco
chiare al suo riguardo, che non so bene cosa pensare.”
“Anche Michael mi ha parlato di lui…siccome è finito in alcuni corsi con
loro, lo vedono spesso, e devo dirti che mi è sembrato un po’ preoccupato,
non ho ben capito perché, ma sai come sempre mi dice mezze cose e il resto
devo tirarlo a indovinare.”
“Neppure Max è stato molto chiaro, so solo che deve centrare in qualche modo
con loro e la loro origine…”
“Sarà, però a me sembra che si preoccupino per nulla, anche se
effettivamente non è che si sappia molto su di lui, inoltre il suo riserbo non
contribuisce molto ….”
“Già, però magari è ancora un po’ spaesato per il nuovo ambiente, i
nuovi compagni, e la sua reazione istintiva a tutto ciò sta proprio nel
chiudersi in se stesso.”
“Può darsi…quello che è sicuro, se i tuoi lo assumeranno, è che dovremmo
stare con gli occhi bene aperti.”
“Lo penso anch’io….Però ora è meglio tornare da lui…è già troppo
che siamo qui.”
Scritta
da Doria |